IX
-Come
hai fatto ad entrare, Edmund?
Gli
chiese il prof mentre mi avvicinavo a lui, cercando la sua protezione. Il
vampiro assunse un’aria un po’ annoiata.
-Non
te l’hanno mai insegnato che un vampiro deve chiedere il permesso solo se deve
entrare in casa di umani, e che quindi non è obbligato
a farlo se la casa è dei suoi simili?
Tornò
a guardare la foto che aveva in mano, passando quasi dolcemente il pollice sul
volto di Clara come a volerla carezzare.
-Sai,
non pensavo avessi ancora queste… pensavo che ormai
avessi dimenticato Clara, oppure…- lo guardò di sottecchi. – continui a pensare
a quel giorno? Ricordi, no? Quando hai perso il controllo…
Cercai
lo sguardo del prof. Cosa significava “quando hai
perso il controllo”? C’era qualcosa a cui ero stata tenuta all’oscuro?
Sentii
lo sguardo di Edmund
scivolare su di me e poi ricadere su Jake. Scoppiò a
ridere, così senza motivo, un istante di ilarità che
tagliò come un coltello l’aria tesa della casa.
-Helizabeth,
dolce Helizabeth…com’è che ti ha detto che è morta
Clara?
-E’…è stata prosciugata…sei stato tu a farlo.
Rise
di nuovo e si avvicinò a Jake, gli diede una pacca
sulla spalla e poi proseguì il suo cammino accasciandosi come se niente fosse
sulla poltrona.
Il
prof si girò verso di lui, io mi allontanai, cercavo di mantenere quanta più
distanza di sicurezza possibile tra me ed Edmund.
-Certo,
sono io il vampiro cattivo della storia, me ne ero
quasi dimenticato. Però, che strano Jake… quando ti ho visto qui con la mia preda, ho quasi
pensato che volessi tornare ai cari vecchi tempi… mi sono sbagliato?- finì la
frase inarcando in maniera quasi esagerata le sopracciglia.
Guardai
interrogativa Adamson.
-Come
ai… che significa?
-Niente,
Helizabeth. Vuole confonderti.
Questa
risposta fredda venne subito seguita da una risata. Mi
voltai verso la poltrona.
-Confonderti?
Io? Ah, mia cara se qui c’è qualcuno che lo sta facendo quello non sono io!
Prova un po’ a chiedere al tuo prof come sono andate veramente le cose con
Clara.
-Helizabeth,
attenta. Non fidarti di quello che dice…ti ho già raccontato tutto su Clara. È stato lui ad ucciderla, non ci sono altre verità.
-Non
ci sono altre verità? Cos’è adesso nascondi il tuo
passato?
-No,
semplicemente cerco di dimenticare gli errori che ho commesso.
Io
ero sempre più confusa. Mi sembrava di essere in una bolla di tempo diversa
dalla loro.
-Bene,
allora vorrà dire che le racconterò un po’ di cose.
-No!
Edmund
fissò lo sguardo su di me.
-Beth,
devi sapere che la vita di Jacob non è stata poi così
pura e casta. Come mi hai confermato, ti ha parlato di
Clara. E come tu stessa hai detto, Jake
ti ha rivelato che sono stato io ad ucciderla. Ma ti
ha detto che anche lui ne ha goduto?
Lo
fissavo sconcertata.
-Zitto!-
sibilò il prof.
Edmund si
mise più comodo sulla poltrona e assunse un tono contrito.
-Erano
gli anni ’20 in Inghilterra. Avevo stabilito che la bella Clara sarebbe stata
la mia prossima vittima e aspettavo solo che rimanesse sola. Una sera, dopo
l’imbrunire, quando sapevo che si era ritirata in camera, le imposi di farmi
entrare. Dopo di che mi cibai di lei, un ottimo sangue, me lo ricordo ancora
adesso. Però mi ero dimenticato che nella casa c’era
anche il suo promesso sposo. Forse allarmato da
qualche strano rumore, quell’uomo piombò nella
stanza…
-Zitto!-
la voce di Jake si era fatta più
forte, sembrava quasi un ringhio sommesso.
Il
vampiro lo ignorò e proseguì.
-Però
adesso, prima di continuare, ti dirò un’altra cosa utile. I mezzosangue sono
persone estremamente instabili. Qualunque cosa metta a soqquadro la loro vita, il loro sangue vampirico prende possesso del corpo, per poi stabilizzarsi
col tempo, senza restituirgli, però, la condizione umana. Comunque,
dicevo che non appena Jack vede la sua amata in fin di vita mi attaccò
scoprendo una forza mai avuta prima, tuttavia, dopo, la sua attenzione venne
catturata da qualcos’altro, vuoi dirlo tu?
-Zitto!
-A quanto pare, no. La sua attenzione è catturata dal
sangue! Dal denso liquido scuro che esce dal collo di Clara e a quel punto…
Sentii
solo una lieve folata d’aria quando Jacob scattò
prendendo per una mano il collo di Edmund
e sbattendolo contro una parete, facendo volare per terra la poltrona. Lo
sentivo sibilare furioso. Edmund, invece, sembrava
quasi divertito.
-Mio
caro Jake…ti hanno mai
insegnato che i vampiri puri sono molto più forti dei mezzosangue?
E, quasi
per accompagnare le parole, scagliò via il prof con un braccio, facendolo
schiantare contro la parete opposta. Si rialzò immediatamente e snudò i canini
soffiando. Notai che le unghie si erano trasformate in lunghi artigli ricurvi.
Il
vampiro senza fare una piega, rialzò la poltrona e mi si fece vicino. Mi
allontanai istintivamente.
Era
già qualcosa se non avevo ancora urlato.
Mi
alzò piano i capelli dal collo e passò lievemente le labbra sulla pelle della
mia gola.
Il
cuore prese a battermi all’impazzata dentro il petto, mentre anche il ritmo del
mio respiro accelerava.
Mi
baciò quasi dolcemente sul collo.
-Non
devi aver paura.
Di nuovo quella frase. Tutto il panico che tenevo serbato dentro si dibatté
disperato alla ricerca di una via di fuga. Aprii la bocca, ma non ne uscì
suono, solo un patetico gemito. Sentii le sue labbra contrarsi in un sorriso.
Riprese a parlarmi soffiandomi il suo alito caldo.
-Hai
paura di me? E allora come hai fatto a non avere paura
di Jacob? Siamo della stessa razza… e non esistono
buoni e cattivi. Anche lui avrebbe potuto aprire la
sua bocca sulla tua tenera pelle e posarvi i canini. Così… -sentii che stava
facendo quello che diceva. Sentivo due punte acuminate che mi pungevano. Provai
a scostarmi, ma mi teneva bloccata.
Sentì
la sua lingua che umettava, ruvida come quella di un gatto.
Che
accidenti stava facendo il prof? Non doveva essere lui che doveva salvarmi? Non
vedevo niente, Edmund era più alto di me e mi
bloccava la visuale.
E poi
sentii Edmund che mi si afflosciava addosso e vidi
dietro di lui Jacob. Mi scostai lasciando che il
corpo cadesse a terra. E poi vidi cosa era accaduto.
Il
prof gli aveva conficcato un paletto nel cuore.
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Ciao a tutti! Come va?Vi chiedo umilmente scusa per l’abnorme ritardo
nell’aggiornare! (oddio…passo tutto i capitoli a chiedervi scusa!...)
Sapete, non sapevo proprio
come buttare giù il capitolo, poi ogni volta che accendevo il PC c’era sempre
qualcosa che mi distraeva dallo scrivere… ma! Meglio tardi che mai, no?
Spero comunque
che il capitolo sia stato di vostro gradimento, vi ringrazio per le recensioni
fatte nello scorso capitolo.
Sperando
che continuerete a seguire, alla prossima (che spero verrà presto!)…
darkimera