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Autore: Tappina_5_S    28/05/2010    12 recensioni
Più lo guardavo e più sapevo che quello che stavo facendo era sbagliato, che lui era pericoloso e che purtroppo non potevo fare nulla per sottrarmi all'attrazione e l'inquietudine che lui risvegliava in me. "Stai per uccidermi?" "Devo" Ma tu vuoi?" "No" Mi guardò con i suoi occhi finalmente sinceri "Vorrei solo prottegerti da qualsiasi cosa" "Compreso te?" "Si, compreso me"
Genere: Romantico, Thriller, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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jonas

Scusate a tutti per il ritardo...ma siamo quasi alla fine e questo capitolo, a essere sincera, non mi piace per nulla...non sono riuscita a esprimere quello che volevo...un bacio a voi tutti e grazie per seguirmi!! :-D

FOLFGIRL:Wow...sono sempre felice del tuo entusiasmo per la mia storia!!Mi diverto un sacco a leggere le tue recensioni, comunque per un sequel...si vedrà, per ora mi dispiace, ma ti lascio la parte un po triste (e scritta male secondo me!) kiss e grazie infinite :-)

MAGGIE_LULLABY:Non piangere!!Mi dispiace, non volevo fosse così triste e non avrei mai pensato che ti potessi emozionare così tanto...sorry! ^_^ cmq vedrai che saranno felici di nuovo...per questo capitolo (che è scritto davvero da cani) purtroppo non ci sarà tanta gioia...mi disp!! ps:scusa senti ma te sei amica di nes95, giusto? perchè ti ho su fb, giusto? dimmi che non ho tirato uno sfondone! kiss e grazie :-)

NES95:GRAZIE!sono sempre felice che tu mi segua e magari sentiamoci ogni tanto su fb! grazie per seguirmi! :-)

DANGER_DREAMER_93:CIAO!! grazie, la tua recensione mi è piaciuta un sacco, sei fantastica, davvero!! Il fatto che ti prenda così tanto la mia storia mi elettrizza un monte!! senti magari se mi dici come ti chiami ti cerco su fb!mi farebbe davvero piacere conoscerti, cmq non temere tra poco capirai tutto!! mi dicp per come questo capitolo è scritto (davvero male!!) cmq voglio sapere che ne pensi! baci :-D

BENNYY:Grazie per seguire la storia, ma mi dispiace se ti perdi un po, giuro che tra poco capirete tutto, tutto!! diciamo che secondo me è uno dei momenti più tristi questo capitolo, ma spero ugualmente che ti piaccia! kiss :-)

_LITTLJONAS_:SCUSAMI immensamente per il ritardo!! cmq anche a me ha fatto davvero effetto far piangere Nick, giuro! spero che questo ti piaccia anche se è scritto male! kiss :-)

SHE IS MARY:GRAZIE mi fa felicissima sapere che ti piace!! giuro, spero tu continui a seguirmi e voglio sapere che ne pensi di questo triste capitolo!! grazie infinite! :-)

Sfrecciai nel corridoio veloce.

Ero stanca delle occhiate che mi lanciavano i ragazzi, tutti continuavano a fissarmi e stavo iniziando seriamente ad diare i loro sguardi carichi di curiosità e pettegolezzi.

Arrivata alla sala caffetteria della scuola mi guardai in torno, individuando subito il tavolo dove sedevano le me amiche, così, con rapidità, le raggiunsi e mi sedetti con loro tentando di voltare la schiena al chiacchericcio generale dei ragazzi.

"Sam!"

Alice mi fece un sorriso a trentadue denti e mi si fece vicino, mentre Emily corrucciava la fronte in direzione di alcune persone alle sue spalle.

"Che succede?" chiesi osservando la sua postura irrequieta.

Lei abbassò la voce e socchiuse gli occhi, irritata.

"Non sopporto questa scuola piena di...pettegolezzi...la gente qui non riesce a farsi gli affari suoi!"

Io annui, più che d'accordo.

Proprio in quel momento una ragazza vicino al nostro tavolo rise sommessamente e mi bloccai ad osservarla, la sua amica le tirò un colpetto alla spalla e la redarguì.

"Guarda che non c'è nulla da ridere! Finire in riformatorio non deve essere una pacchia..."

Io corrugai la fronte non capendo di chi stessero parlando, così Alice, che aveva seguito ciò che le due ragazze si erano dette, si fece più vicina a me ed Emily e abbassò la voce.

"Si dice che Black sia stato mandato in riformatorio"

Io inclinai la testa...

"Sul serio??"

Emily sgranò gli occhi e mi fissò leggermente stizzita.

"Sam, sparare ad una ragazza al ballo della scuola, non è esattamente un gesto da nulla, sai!"

"Lo so, ma credevo che non gli avrebbero fatto niente..."

Emily appoggiò il gomito sul tavolo e alzò gli occhni alcielo, pensierosa.

"In effetti, è strano che ci siano andati giù così pesanti...insomma, i Black sono pur sempre i Black e la loro famiglia non è certo cosa da poco, però mi pare strano che lascino loro figlio in riformatorio così..."

Alice guardò l'amica e la interruppe.

"Ma non dimenticare quello che hanno fatto con Thomas...quando è stato il momento, anche lui lo hanno punito pesantemente..."

A qul punto io mi bloccai e entrai nel mezzo del discorso, confusa.

"Chi è Thomas?"

"E' il fratello maggiore di Taylor, piuttosto agitato come ragazzo, quando era qui a scuola le voci su di lui erano ordine del giorno, ma da quando due anni fa lo beccarono ubriaco al volante, dopo aver fatto un incidente, con un suo amico pieno di droga che stava per collassare, scomparve..."

"Come scomparve?"

Chiesi cercando di immaginare ciò che sarebbe potuto succedere.

"Si, i signori Black pagarono la cauzione e con le loro conoscenze gli fecero annullare l'udienza al tribunale, poi si dice che lo abbiano mandato dai nonni in Canda, altri invece dicono che è entrato a lavorare nella società del padre e che adesso sia a giro per la Cina..."

"E qual'è la verità?"

Emily alzò le spalle nel dubbio.
"Non si sa e forse, se Thomas Black, non si fa vivo, non si saprà mai..."

"...inquietante"

borbottò Alice al ricordo di ciò che era successo, poi mi venne un dubbio.

"Che genere di lavoro fa il padre?"

Alice ed Emily si lanciarono uno sguardo e poi mi fissarono, indecise.

"Diciamo che il padre ha una società mondiale di negozi e ingrossi di tecnologia avanzata"

"Cioè?"

"In poche parole hanno qualsiasi genere di arma o aggeggio elettronico di qualsiasi tipo che puoi trovare in tutto il mondo...ma questa è la loro copertura, tutti sanno che in realtà i Black hanno contatti con la CIA, FBI, e che molto spesso avvengono omicidi che sembrano risalire a loro..."

Io spalancai gli occhi.

"Stai scherzando? "

"No, ma questo è quello che si dice, poi ciò che davvero fanno non si sa con certezza, il fatto è che sicuramente è qualcosa di losco e poco raccomandabile, nessuno si mette contro i Black, perfino i Jonas si dice che siano sotto il loro controllo..."

Io chinai il capo assolutamente confusa...che diamine c'entravano i Jonas con i Black??
Ma non feci in tempo a rispondere che una voce acuta e trillante entrò nel mio campo uditivo facendomi aggrottare le sopracciglia....

"Knight"

Io mi voltai mentre trattenevo il respiro tentando di rimanere calma.

"Monroe, siamo passate a chiamarci per cognome?"

Chiesi sarcastica sorridendo falsamente osservando il volto tirato, super perfetto di Destinee.

Sua sorella fece un passo in avanti mandandosi all'indietro i capelli biondi con un gesto altezzoso.

"Fai poco la spiritosa Sam"

Io continuai a sorridere ingenuamente, attenta, qualsiasi cosa volessero da me, sicuramente non era qualcosa di buono.

"Che c'è?" chiesi spazientita dai loro sguardi penetranti.

"Credevi di fare la furba eh?"

Io aggronttai la fronte fissando con la coda dell'occhio le mie amiche che come me non capivano di cose le sorelle stessero parlando.

"Di che stai parlando Destinee?"

Lei sorrise e muovendo il capo leggermente alzò la mano stretta in torno al telefono per farmelo vedere..

"Ti dice niente questa?"

Io mi feci in avanti e fissai la foto del volto di Nick che avevo fatto quando le due sorelle, tempo prima, mi avevano constretto a fargli visita di nascosto, prima che lo conoscessi, prima che diventasse mio amico...

"Si...e allora?"

"E allora, il patto prevedeva che tu facessi un'altra cosa per noi, oppure avremmo rivelato il tuo segreto a tutta la scuola"

Io in un attimo mi ricordai il patto...la foto...dovevo prendere una foto del seminterrato...lì dove si diceva che commettesse i suoi omicidi...io scossi il capo, tranquilla.

"Ricordo, quindi?"

Paris si fece avanti, afferrando il telefono della sorella e richiudendolo con un gesto svelto e preciso, poi si avvicinò minacciosamente e mi fissò negli occhi.

"Quindi è il momento che tu rispetti il tuo patto...se non vuoi che tutti sappiano il tuo segreto, come se ultimamente parlassero poco di te..." io mi sentii a disagio e incrociai le braccia al petto.

"Oggi! domani vogliamo la foto, niente scuse, tu fai quella foto oggi e il tuo segreto non verrà rivelato a nessuno...ci siamo capiti?"

Io con tranquillità e sfacciataggine la fissai negli occhi marroni e sorrisi.

"Si, allora a domani"

Le due rimasero un attimo stranite a guardarmi, poi mi fissarono per un'ultima volta.

"Ricorda: se domani non abbiamo la foto, preparati a dire addio al tuo segreto."

Io digrignai i denti cercando di restare calma, poi mi morsi il labbro odiandole con tutta me stessa.

Dopo che se ne andarono, io e le mie amiche ci voltammo a tornammo a sederci tranquillamente al tavolo, rimanemmo qualche istante in silenzio, poi Alice si intromise.

"Tu sei proprio sicura di quello che stai facendo?"

Io mi voltai di scatto a fissare i suoi occhi azzurri, preoccupati, riflessi nei miei.

"Che vuoi dire?"

"Bhe, so che Nick e tuo amico, ma devi pur sempre prendere una foto del suo seminterrato, chi ti dice che lui non commetta davvero degli omicidi lì?"

Io spalancai gli occhi e scossi la testa vigorosamente.

"Alice ma anche tu hai conosciuto Nick e , nonostante sia strano e a volte inquietante, è una bravo ragazzo e mi ha salvato più di una volta, gli spiegherò la situazione e gli chiederò se posso fare una foto per le due sorelle al suo seminterrato, così poi mi possono lasciare in pace"

Emily rimase zitta a fissare me e Alice, non esprimendosi ma lasciando che fosse Alice a ribattere.

"Sam, lo so che è tuo amico ma è pur sempre Nicholas Jonas e se fosse vero? Se fosse sul serio un assassino? Se non volesse portarti a farti vedere il seminterrato perchè magari è vero?...Insomma non lo cocnosci così bene..."

Io la bloccai con uno sgaurdo fulminante.

"Alice, io mi fido di lui..."

Con questo la mia amica chiuse la bocca tenendo il suo dissenso per se e lasciando continuare la ricrezione come se tutto fosse normale.

Come entrai in classe vidi Nick a sedere, serio, troppo serio.

Aveva il capo chino, le braccia inerti sul tavolo e quando mi sedetti non si voltò nenahce a guardarmi.

Non mosse un muscole e rimase così per tutta la lezione.

Lo continuavo a guardare, capivo che c'era qualcosa che non andava, sembrava fosse apatico, sembrava quasi morto, il volto scuro era chinato, ma potevo vedere i suoi occhi fissi nel buio.

Rimasi tre lunghr ore a guardarlo.

Che cosa gli era preso?

Quando quasi alla fine della terza ora notai che aveva ancora i muscoli tesi, lo sguardo chino e le braccia immobili, mi preoccupai, seriamente.

Stavo quasi per chiedergli che diavolo gli era successo, ma la campanella suonò e sapevo che era il momento di parlare con lui e chiedergli della foto.

Mi voltai a raccogliere lo zaino e come mi voltai per parlargli, lui era sparito...

Dopo tre ore immobile, senza parlare, senza alzare la testa...in un secondo se ne era andato...

Le mie amiche mi raggiunsero all'uscita di scuola, serie.

Sapevo cioè che volevano dirmi i loro sguardi, ma tentavo di non ascoltarmi.

Prudenza...sembrava ciò che entrambe mi stavano tentando i dire.

Facemmo la strada verso casa in silenzio...uno strano silenzio che non riuscivo a sopportare, così tentai di romperlo.

"Vi chiamo appena ho finito, così state tranquille...ok?"

Emily mi guardò di sbieco senza dire nulla e Alice invece puntò i suoi occhi azzurri su di me.

"C'è tua mamma a casa stasera?"

Io annui.

"Bhe allora possiamo venire a mangiare da te?"

Io annui, capendo che quello era un modo per fare sentire entrambe più sicure.

"Certo, vi aspetto alle sette e mzzo"

Sorrisi cercando di tranquillizzarle.

Eravamo arrivate e io aprii la porta di casa mia, mi voltai e salutai Alice con un bacio sulla guancia, poi Emily si fece avanti e mi strinse in un'insolito abbraccio.

"Promettimi solo che starai attenta...anche se molto probabilmente non succederà niente, ok?"

Io annui, rincuorata di sentirla parlare, visto che a pranzo e per la strada non aveva spiccicato parola.

Mi fermai sull'uscio di casa e le fissai andare via per la strada silenziosa e verde di White Garden.

Mi fermai altri secondi a guardare le loro figure che sparivano in lontananza, poi mi voltai e chiusi la porta di casa con uno stonfo.

Infilai in cucina, dove trovai un biglietto sul tavolo, vicino ad un piatto in cui c'erano due muffin alla cioccolata.

Ne presi uno e con l'altra mano afferrai il foglio e lessi Sono tornata a lavoro e nel pomeriggio non ci sono, tonro stasera verso cena...baci Mamma

Io sorrisi distrattamente e mentre davo un'altro morso al muffin, alzai gli occhi sull'orologio appeso al muro sopra i fornelli.

Le 16.00.

Pensai a come Nick era corso via alla fine delle lezioni e non capii come mai...sembrava quasi che cercasse di evitarmi...

Sbuffai sonoramente e mi andai a sedere sul divano in salotto, poi afferrai il celllare in tasca e cercai il nome di Nick nella rubrica.

Pensai un attimo a ciò che gli avrei detto...ciao sono Sam, le Monroe mi hanno fatto un ricatto e visto che loro credono che tu sia un assassino, devo venire a casa tua e fare una foto al seminterrato...posso??

No, non era esattamente ciò che gli avrei detto, però il concetto era questo...oddio avrei dovuto trovare un modo migliore di chiederglielo!

Così, agitata premetti il tasto della chaimata e appoggiai il telefono all'orecchio mentre con l'altra mano mi arriciavo un capello intorno al dito...nervosamente.

Rimasi in ascolto mentre mi preparavo a chiedergli il favore...ma l'unica cosa che rispose fù la segreteria telefonica.

Riattaccai e fissai la televisione spenta per qualche secondo, poi riafferrai il cellullare e rifeci il numero sperando che rispondesse...

Ma niente.

Aveva il telefono staccato...accidenti!

E adesso?

Mi alzai e mentre pensavo andai in cucina e presi l'altro muffin...cosa potevo fare?

Le sorelle Monroe voolevano la foto per il giorno dopo...e io dovevo farla assolutamente!

Mi passai le mani tra i capelli castani e rimasi così per qualche istante.

Non c'erano altre soluzioni.

Afferrai in un lampo le chiavi di casa e infilai il cellulare in tasca dei jeans, misi una mano sulla fasciatura e notai che non mi faceva male, così afferrai il giubbotto e in un lampo uscii di casa.

Appena uscita osservai la strada e cercai di ricordarmi dove dovevo andare.

A destra.

Arrivai all'incrocio e svoltai a destra, proseguii così fino a che alla traversa tentai di ricapitolare dove si trovasse la sua casa.

Per le strade poche persone giravano e un gruppo di ragazzi era alla gelateria...di Aprile!

Scossi la testa e girai a sinistra trovandomi davanti ai giardini, gli attraversai e dopo non molto riconobbi casa Jonas...

Ero arrivata.

Con passi lenti ma sicuri arrivai al cancello di casa, quello che introduceva nel giardino circostante e rimasi immobile a ricordare la prima volta che ero andata lì...era il momento da cui era cominciato tutto...

Presi un respiro profondo e andai alla destra del cancello per suonare il campanello...ma mi resi conto che non avevano campanello...

Per un attimo roteai gli occhi, poi spinsi il cancello, che si aprii stranamente ed entrai guardandomi in torno.

Pensai a Nick e a suo fratello Kevin, almeno uno dei due doveva esserci a casa!

Arrivata al portone di casa e bussai, mi feci indietro, attendendo che qualcuno venisse ad aprire alla porta...

Non venne nessuno.

Provai nuovamente e con più vigore da farmi male alle nocche, ma nessuno aprì la porta.

Scossi la testa e pensai velocemente.

Cha altre possibilità avevo?

La foto dovevo prenderla, per forza...

Così mi venne un'idea e girai in torno alla casa fino a quando non trovai una finestra leggermente socchiuse, con attenzione tirai verso l'alto e riuscii ad aprirla.

Ce l'avevo fatta nonostante sentissi una voce dentro di me che mi continuava a ripetere che quello che stavo facendo era assolutametne sbagliato...

Con un tonfo scivolai dentro e mi guardai in torno...non poteva essere.

Ero nel salotto, proprio lì dove ero entrata la prima volta, un brivido mi scese lungo la schiena e tentai di convincermi che fosse solo una coincidenza.

...ma dentro di me quella voce mi rispose che le coincedenze non esistevano.

Io ripetevo a me stessa che ero amica di Nick e che lo avevo conosciuto, lui sapeva il mio segreto, mi aveva salvata e io mi fidavo di lui.

Feci qualche passo nel salotto stranamente in ordine e arrivai nel corridoio chiedendomi dove fosse il seminterrato.

Sicuramente al piano terra.

Percorsi tutto il corridoio arrivando in cucina, dove una bottiglia vuota era abbandonata sul tavolo, poi con cautela girai verso il salotto e lì vidi una porta.

Velocemente ci arrivai e la aprii.

Era tutto buio così tastai il muro alla destra e trovai un interruttore, con un clic la luce si accese lentamente, lampeggiando.

Guardai scendendo gli scalini la stanza in cui mi trovavo e vidi degli attrezzi da palestra sul fondo, mentre alla destra c'erano un tavolino di legno con dei coltelli sopra.

Trattenni il respiro mentre con le gambe che mi tremavano, raggiunsi il tavolo e osservai le lame taglienti, i pugnali, la corda, gli stracci abbandonati lì sopra.

Poi il mio sguardo cadde su una macchia scura sul tavolo e osservandola bene capii cos'era, capii anche cos'era l'odore metallico che mi aveva presa alla gola quando avevo aperto la porta del seminterrato...sangue...

Alzai gli occhi e mi accorsi che avevo il respiro affannato.

Chiusi gli occhi e presi il cellulare con mano tremante, prima avrei fatto la foto, prima me ne sarei andata via.

Nick era mio amico, Nick era buono, Nick non era cattivo...eppure quello che vedevo mi ribadiva il contrario...

Respirai profondamente e scattai la foto che riprendeva l'intero seminterrato.

Era fatta!

Velocemente e nervosamente mi girai pronta ad andarmene, ma inciampai in uno strumento da palestra e ruzzolai i avanti sbattendo con la spalla per terra.

"Ahii..." borbottai tentando di rialzarmi dolorante.

L'attrezzo si era praticamente ribaltato causando un rumore fortizzimo che mi aveva fatto sobbalzare.

E' vero che nella casa non c'era nessuno (in teoria) ma era sempre meglio stare attenti e fare poca confusione perchè se mi avessero trovato avrei dovuto spiegare e non ne avevo affatto voglia.

Mi trascinai lentamente per un pezzo sul pavimento, poi quasi alla porta mi voltai un'ultima volta a guardare la stanza...in fondo era davvero inquietante.

Mi voltai di scatto e andai a sbattere contro qualcosa.

"Ohi..."

Con attenzione mi tastai la testa, poi alzai il capo per vedere contro cosa ero andata a sbattere.

"Nick..."

Rimasi immobile, inginocchiata, gli occhi verso l'alto e il mio sguardo perso a fissarlo.

Non l'avevo sentito arrivare.

"Nick, bhe io..."

Mi alzai lentamente e tirai fuori il cellulare pronta a raccontargli la verità sul ricatto delle Monroe, quando fissai il suo sguardo...

...c'era qualcosa che non andava...

"Nick?"

Aveva i muscoli tesi, lo vedevo.

Era in piedi, i bracci abbandonati ai lati del corpo.

Le sopracciglia incurvate e lo sguardo fisso su di me...e fu in quel momento che capii che c'era qualcosa che non andava...

I suoi occhi mi fissavano e sembravano talmente profondi che non guardassero me...ma come se guardassero dentro di me...trapassasserro tutti i momenti che io e lui avevamo passato insieme e gli cancellavano...

Il suo sguardo era carico di una tagliente e fredda decisione...

I suoi occhi erano scuri e lontani da me.

Quando lo guardai, mi sembrò di essere tornata al primo giorno...quello in cui lui era un assassino, quello in cui aveva tentato di uccidermi...

...ma questo non poteva succedere di nuovo...

Lui era mio amico, mi aveva aiutata, mi aveva salvata da Taylor, mi aveva sostenuta e io mi ero fidata di lui, raccontandogli il mio segreto...

...io gli volevo bene...

...io...io mi ero innamorata di lui...

Il mio sguardo era perso nei suoi occhi e tentavo di ritrovare quel Nick che mi conosceva e che mi aveva aiutata...

"Nick che succede?..."

Le mie parole erano uscite fuori con un sussurro.

Mi alzai in piedi e mi avvicinai con passi traballanti.

Il suo sguardo scuro era fisso su di me e sembrava impassibile.

Sentii le gambe tremarmi e un brutto presentimento accanirsi su di me.

"Nicholas c'è qualcosa che non va?"

Alzai un braccio tremante e gli appoggiai una mano sul petto per cercare di stargli più vicino.

"Nick non volevo entrare di nascosto, te lo giuro: ho provato a chiamarti, ho bussato alla porta di casa ma..."

Lui fece un passo indietro e puntò i suoi occhi su di me, facendomi ammutolire...spaventata.

I suoi occhi erano neri come pozzi.

"Nick..."

Feci un passo indietro e lui allo stesso tempo ne fece uno in avanti.

Più lui veniva in avanti, più io avanzavo all'indietro, impaurita.

Che gli stava succedendo?

Dove era il Jonas che avevo conosciuto e di cui mi ero fidata?...

Sentii un groppo in gola e le gambe tremarmi.

"Nick io..."

Lui continuava ad avanzare in contro a me e io con un sussulto mi resi conto di essere con le spalle al muro.

Il fiato mi si fece grosso e guardandomi alle spalle capii di essere in trappola.

Ansimante mi voltai a fissare il suo volto vicinissimo a me.

Ero paralizzata...dal suo sguardo...

Quello sguardo che non mi lasciava libera neanche un secondo.

Aprii la bocca pronta a ribattere, a dire qualsiasi cosa pur di farlo smettere di spaventarmi in quel modo, ma la sua mano mi tappo la bocca.

"Direi che ci siamo già passati..."

La sua voce roca e bassa mi fece venire i brividi lungo la schiena e continuavo a fissarlo in cerca del mio Nick, quello che conoscevo e amavo.

In un istante mi sembrò di vivere un flashback...mi sembrò di essere tornata al primo giorno di scuola.

"...è il momento che questa storia finisca"

Il suo volto serio mi fissò.

Poi, con uno scatto, si voltò e afferrò qualcosa dal tavolo dietro di se, quando si voltò vidi un la lama di un coltello luccicare nella sua mano.

Scossi la testa incapace di reagire...

...no, non lo stava facendo davvero!

Il cuore iniziò a battere forte e le gambe molli, i muscoli tesi e la testa che iniziava a girarmi.

La sua mano dalla mia bocca scese lentamente lungo il volto, poi lungo il collo, lungo il mio braccio facendomi rabbrividire, poi arrivò sulla mia pancia...

...con un colpo secco strappò la maglia lasciandomi scoperta la fasciatura: lì dove Taylor mi aveva ferita.

"Nick..."

Le parole vibravano lente, paralizzate, terrorizzate.

La lama del coltello si appoggiò contro la mia pelle e il freddo del metallo mi fece rabbrividire facendomi ansimare dalla paura.

Cercai il suo sguardo.

"Nick ti prego...."

Lui guardava in basso, verso il mio stomaco e iniziò a passare la lama sul mio stomaco, sfiorando la pelle...

Trattenevo il respiro incapace di guardare, incapace di fare qualsiasi cosa mentre sentivo la lama sfiorarmi la pelle, ma non ferirmi.

Una morsa di panico mi strinse le viscere e ancora uno volta il mio pensiero andò a Nick, al ragazzo che avevo conosciuto e che mi aveva protetta...

...non poteva essere scomparso...

"Nick perchè mi fai questo?...che cosa ti ho fatto?"

Il panico mi fece tremare e Nicholas staccò la lama, allontanandola dal mio corpo.

Il suo volto di alzò con lentezza su di me e io esausta e impaurita, scivolai contro il muro, lentamente verso terra...

"Dov'è il Nick che conosco?...perchè mi stai facendo questo...perchè??...Rispondi!"

"Perchè mi piace uccidere...è quello che ho sempre fatto"

Io rimasi immobile e in un lampo capii...tutto.

Lui non era altro che un killer, un assassino esperto che faceva innamorare le sue prede, le attirava nelle sue trappole e poi le finiva a suo modo.

Io non ero stata nulla per lui...non ero stata altro che un'altra vittima una stupida e illusa vittima che si era prestata al suo gioco.

Avevo creduto che lui fosse diverso, che fosse cambiato, che tutto quello che mi aveva detto su di se fosse vero, che il proteggermi, il salvarmi e il fidarmi di lui, fossero solo elementi che io avevo fatto di mia spontanea volontà...e invece facevano tutti parte del suo piano...il suo astuto e perfetto piano.

Chissà quante altre ragazze aveva attirato così nella sua trappola, quante altre povere e innocenti ragazze si erano fatte ammaliare da lui e per questo avevano rischiato la vita.

Chi ero io per lui?...

Un gioco, un'altra ragione di divertimento...

Quando disse quelle parole, capii tutto...tutto mi parve malledettamente chiaro, così chiaro che io ero stata una stupida a non accorgermene.

Tutto era tornato come al primo giorno, quando l'avevo visto...quel giorno in cui aveva tentato di uccidermi, quel giorno in cui nei suoi occhi non esisteva altro che una rigorosa e ossessiva voglia di uccidere...il Jonas che mi aveva aiutata, che aveva sceso lo scivolo con me, che mi aveva consolato dal dolore di mio padre era sparito...dissolto sotto un muro di menzogne e bugie da lui create.

Vedevo tutto appannato e non facevo altro che pensare al suo volto, al suo sguardo...al mio Nicholas!

Quel Nicholas che mi aveva attirata nella sua trappola...

Lo guardai, capendo chi era veramente e domandandomi perchè fin dall'inizio avesse giocato con me in quel modo

"Perchè mi fai questo? Io non ti ho fatto nulla!"

Lui si chinò, sovrastandomi.

"Invece si"

Le sue parole erano taglienti, fredde e la distanza che ci divideva sembrava incolmabile.

Io scossi la testa.

"Cosa? Che cosa ti ho fatto?"

Lui continuò a fissarmi con il coltello stretto in mano.

Vedevo l'indicisione dipinta sul suo volto.

"Dimmelo!!"

Il suo voltò si avvicinò a me, impassibile, eppure velato da un misto di emozioni che sembrava combatterlo internamente.

Il mio cuore aumentò i battiti e chiusi gli occhi incapace di stare a vedere che cosa sarebbe successo.

Le sue labbra mi sfiorarono la guancia, poi scivolarono fino all'orecchio.

"Mi hai fatto innamorare di te"

Rimasi un momento immobile, paralizzata dalle sue parole...

...poi tornai alla realtà e capii che il suo piano stava continuando intrappolandomi con i suoi modi gentili.

"Non inventarti stupide scuse!"

I suoi occhi si bloccarono nei miei e mi si fece più vicino, appoggiò la mano sulla mia guancia e mi accarezzò lentamente ma non potevo credergli, non ora...non ora che aveva provato a uccidermi di nuovo...

La su pelle mi trasmetteva un calore piacevole, pungente...un calore che mi sapeva di tradimento.

"Sam..."

Lo interruppi con gli occhi spalancati e un gran dolore nel petto che mi mozzava il respiro.

"No, Nick, non voglio più sentire le tue patetiche scuse!"

"Sam ma io.."

"Smettila, finisci questo stupido gioco..."

I suoi occhi forti si bloccarono nei miei, pietrificati, indecisi, supplicanti.

Un bacio mi bloccò, mi fece tacere.

Le sue labbra calde si erano premute contro le mie, con forza, con desiderio e io ero rimasta incapace di parlare, di reagire...

Sentivo il corpo vibrare alla dolcezza di quel bacio...

Mi staccai con forza.

Gli occhi spalancati...

Una ferita profonda nel petto.

"Che...perchè l'hai fatto?"

Lui si inginocchiò accanto a me e mi venne vicino mollando il coltello per terra.

"Non posso più farlo...perchè io ti amo Sam"

Il mio cuore perse un colpo e sentii le lacrime salirmi agli occhi con forza mentre la sua mano mi accarezzava lentamente.

Mi feci indietro impaurita, sconvolta, agitata, sopraffatta da tutte quelle emozioni che mi stavano circondando.

Avevo una voragine nello stomaco, una voragine che stava inghiottendo tutti quei momenti belli passati con lui e mi faceva credere finalmente alla realtà delle cose e lui non mi aiutava...

Scossi la testa...esausta...

Chiusi gli occhi che mi si erano appannati, velati di lacrime.

Chinai il capo e tentai di mettermi in piedi, traballante, mentre il cuore batteva nel petto e le gambe mi tremavano.

"Sam che hai?"

Mi venne accanto e mi sorresse con una mano.

Io mi allontanai inorridita da tutto quello che stava succedendo...da come tutto sembrava vero, eppure sapevo che era solo una trappola...

Mi appoggiò una mano sulla fronte e i suoi occhi fissarono i miei.

Mi sentivo tradita.

"Ti prego lasciami stare..."

Lui mi osservò, poi i suoi occhi si addolcirono e si velarono di tristezza.

"Hai paura di me e questo mi fa stare male...è come se la tua paura mi uccidesse"

Lo guardai, non negando, perchè era vero....avevo paura di lui, di quello che aveva fatto, ma soprattutto avevo paura perchè era colpa sua se in questo momento sentivo il mio stomaco stretto in una morsa di dolore...

Avevo paura di lui, avevo paura del modo in cui mi aveva ingannata...tratta in inganno, usata...

...e avevo paura che continuasse a tradirmi in quel momento e che continuasse a farmi stare male.

"...v-voglio andarmene, non voglio più stare a sentire...tu...sono sempre stata solo un gioco per te quindi finiscila qui, smettila! Non mi dire che mi ami perchè so che non è vero!"

Lui rimase spiazzato e si avvicinò mentre io indietreggiavo verso la porta.

I suoi occhi si spalancarono, doloranti, desiderosi, supplicanti.

"E invece io ti amo Sam...ogni volta che ti vedo sento di voler cambiare, di non voler essere più lo stesso...voglio essere una persona migliore. Sam io sento che vorrei starti sempre vicino, non voglio che tu soffra e mi uccide dentro sapere che tu stai male a causa mia"

Vedevo il suo dolore intristirgli il volto, ma ero stufa di tutto questo e una lacrima mi scivolò lenta al bordo del viso.

...e nei suoi occhi vedevo il dolore che la mia paura gli creava e questo mi faceva stare ancora peggio.

Sentivo come se tutto il mio corpo fosse punsecchiato da una lama tagliente.

Non riuscivo a controllarmi, a sopportare il dolore della verità.

"Smettila..."

Sussurrai, incapace di ribattere...incapace di guardarlo in faccia...incapace di credere che tutto quello che avesse detto fosse vero...

Chiusi gli occhi, respirai profondamente e mentre ricordavo il suo volto, il suo sguardo assassino fisso su di me, quello sguardo impassibile che era pronto ad uccidermi...iniziai a correre...

...corsi più che potevo...

...corsi oltre il corridoio...

...corsi fuori dalla finestra...

...corsi oltre il giardino...

...corsi oltre il cancello, oltre la strada...

...oltre il parco in cui i nostri ricordi sembrarono colpirmi con tanta violenza da mozzarmi il fiato...

...corsi mentre sentivo il volto inumidirsi...

...corsi mentre pensavo a tutte le sue bugie...

...corsi mentre pernsavo al killer che mi aveva attratto nella sua trappola...

...corsi mentre pensavo ai suoi occhi spietati puntati su di me...

...corsi mentre pensavo a quel ragazzo che avevo creduto di amare...

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questa è la mia pagina di fb, vi prego passateci se potete e se volete chiedermi qualsiasi cosa kiss :-)


  
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