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Autore: Tappina_5_S    07/06/2010    14 recensioni
Più lo guardavo e più sapevo che quello che stavo facendo era sbagliato, che lui era pericoloso e che purtroppo non potevo fare nulla per sottrarmi all'attrazione e l'inquietudine che lui risvegliava in me. "Stai per uccidermi?" "Devo" Ma tu vuoi?" "No" Mi guardò con i suoi occhi finalmente sinceri "Vorrei solo prottegerti da qualsiasi cosa" "Compreso te?" "Si, compreso me"
Genere: Romantico, Thriller, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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jonas 6

Giuro che è avvenuto tutto senza che me lo aspettassi...

Questo doveva essere l'ultimo capitolo, purtroppo però dopo aver scritto tutto mi sono resa conto che venivano in totale 19 pagine in carattere 12....una roba lunghissima e ho dovuto dividerlo a metà....purtoppo così si è perso l'andamento e in questo modo il capitolo si interrompe in un modo che non volevo, ma non potevo fare altrimenti.

Ora smetto è vi do il benvenuto a uno dei capitoli più tristi (ero tristissimissima quando l'ho scritto...:-() comunque bando alle ciance e buona lettura...spero nei vostri numerosi commenti!!

By °Silvi°

MAGGIE_LULLABY: Ciao!! Quando tua mamma ti fa tornare su fb passa da me che magari mi farebbe piacere conoscerti!...comunque spero tantissimo che ti piaccia questo capitolo percè ho paura di quello che penserete...ho paura che non vi piaccia...fammi sapere! Grazie ancora! :-)

SILVIKING:Ciao!!Sono sempre contenta delle nuove lettrici! E sempre sorpresa dal fatto che possa piacere la mia storia...comunque l'iniziò assomiglia molto a twilight...infatti ho intenzione di cambiarlo, comunque grazie di seguirmi e spero che questo capitolo non ti deluderà...perchè verrà scoperto qualcosa! :-D

DEBBY95:Wow...non credo di meritarmi tutti questi complimenti...e meno di tutti il fatto di essere un genio...(mi sento più un bradipo...hihi) comunque sono felicissima che anche coloro che non hanno mai recensito ma mi hanno sempre seguito, prendavano l'iniziativa! grazie infinite per i complimenti...sono arrossita...:-P

LOVATOJONASSISTER:Wow! Ciao continuo a stupirmi del vostro essere così presi da questa storia, ma ne sono felicissima!! Spero che ti piaccia anche questo...fammi sapere che ne pensi!!:-)

ROSEGARDEN:Grazie, mi fa piacere che ti piaccia e sono contenta che tu la segua e non ti preoccupare se non sei riuscita a commentare, so che mi seguite e ve ne sono grata, comunque devo dirti che il tuo nickname mi ricorda la canzone di Nick Rosegarden (che tra l'altro adoro!) ...so che non c'entrava nulla ma volevo dirtelo, grazie ancora per seguirmi! :-)

_LITTLEJONAS_:Ti sei...commossa?? Sul serio?! Ne sono più che onorata, lo giuro è assolutamente fantastico, insomma...grazie! E' fantastico che vi piaccia e che siate così ansiose di leggere il continuo, ma ti devo annunciare che questo capitolo per gran parte è triste...mi disp in anticipo...spero che tu mi faccia sapere che ne pensi! =)

SAMCRUSH:grazie!rimango sempre più stupita dai vostri complimenti e dal vostro essere così attaccati alla storia...e mi fa piacere! Sono davvero contenta e ti ringrazio, mi spiace per il ritardo ma spero di non avervelo fatto aspettare troppo...però devo farti una domanda: come mai ti chiami SamCrush...la curiosità viene dal fatto che c'è Sam nel nickname (come la protagonista) :-)

DANGER_DREAMER_93:Già anche solo sapere che qualcuno ha letto quello che scrivi e che gli è piaciuto è qualcosa che ti da un'amozione fantastica...inspiegabile. Anche io amo scrivere e sapere di essere arrivata a suscitare l'interesse di qualcuno è uno dei piaceri che la scrittura offre...comunque come dico sempre "Non abbattiamoci e andiamo avanti!!" quindi se a volte qualche capitolo sembra non riuscire come si vuole basta andare avanti, poi si riuscirà a sistemarlo...comunque grazie del sostegno e dell'interesse sulla storia...guarda che succede in questo capitolo!!...voglio assolutamente un tuo commento, devo sapere che ne pensi!! :-D

ADA12:Già...alcune volte l'amore che sembra più semplice si tramuta in qualcosa di estremamente complicato...ahah che vena poetica e melodrammattica!! Comunque, a parte gli scherzi, grazie per seguire la storia e spero che questo capitolo soddisfi la curiosità...;-)

SHE IS MARI: GRAZIE infinite per i complimenti... non sono abituata a tutti questi complimenti, eppure da quando scrivo la storia per colpa vostra arrossisco spesso...comunque grazie, sono felicissimissima del vostro interesse per la storia e spero che non rimarrai delusa da questo ( che a mio parere è scritto male...) però lascerò a te giudicare...grazie ancora :-)

BENNYY:Il fatto che siate così prese dalla mia storia è qualcosa di cui vi sono immensamente grata e mi fa un sacco piacere quando mi dite che aspettate il mio capitolo e che non vedete l'ora di leggere il proseguimento...spero solo di non deludervi...comunque in questo momento se tu fossi nella mia testa non credo tu capiresti molto...ahah...la mia testolina è molto confusa, ma spero di essere riuscita a rendere un buon capitolo! Fammi sapere che ne pensi appena lo leggi!! grazie ^_^

Testa alta, sguardo fisso...gli occhi fissi fuori dalla finestra a fissare il buio della notte.

Le mie amiche se ne erano appena andate...

Avevo parlato poco, non ero riuscita esattamente a spiegargli cosa era successo...ma non importava.

Tutto sembrava strano, vuoto...senza senso...

Sentivo dentro di me un buco, come un vuoto che risucchiava tutte le mie emozioni...

Guardai l'orologio e fissai la lancette che con pacata velocità facevano il loro corso.

I pensieri vorticavano in testa in confusione eppure rimanevo ferma, senza capirli, senza tentare di capirci qualcosa.

Sapevo solo una cosa....

...che Nick era un assassino ed io ero caduta nella sua trappola...

Nicholas era un killer e amava uccidere.

Un brivido mi percorse la schiena e l'immagine di mio padre mi apparve davanti agli occhi...

Vidi nuovamente il suo volto, la sua faccia sorridente, e la mia che ingenuamente risorrideva a sua volta...

...Nick e mio padre in fondo non erano stati tanto diversi...

Entrambi erano assassini...

...entrambi avevano avuto la mia fiducia...

...entrambi mi avevano spezzato il cuore...

Sentii un dolore acuto all'altezza del petto e portai le gambe sotto il mento e rimasi così, rannicchiata a soffrire, mentre piccole e calde lacrime mi rigavano il volto.

Tutto si era infranto come una bella illusione, come era stato quando avevo scoperto la verità su mio padre....ma faceva più male sapere che per la seconda volta ero stata una stupida...

Quando mi ero trasferita nella nuova città mi ero promessa che sarei stata più attenta, che non avrei rivelato il mio segreto a nessuno, che avrei preservato il mio cuore da altri dolori...

Ma mentre sentivo il fiato mozzarmisi, capivo che era stato tutto inutile, che c'ero cascata nuovamente, volontariamente e coscientemente...

Ricordavo ancora lo sguardo inquietante del Jonas il primo giorno che lo avevo visto nella scuola, la mia attrazione per lui e allo stesso tempo l'inquietudine che suscitava in me.

Poi ricordavo quando mi dava noia durante le lezioni, quando mi baciava i capelli, quando mi aveva fatto prendere la punizione con lui....

...poi ancora quando aveva iniziato a intrufolarsi in casa mia...

...quando mi aveva salvata nella scuola...

...quando mi aveva salvata dall'uomo nero al supermercato...

...quando mi aveva stretto i fianchi e mi aveva aiutata a scendere giù dallo scivolo...

...fino a quando non mi aveva tenuta stretta tra le sue braccia mentre gli raccontavo il segreto su mio padre...

...

Tutto sembrava lontano, distante...come una favola...

Mi ero innamorata di lui e questo non potevo negarlo, non più, nemmeno a me stessa.

Un'altra lacrima scese con impaziente velocità e la figura di mio padre che mi accarezzava la guancia, si sovrappose a quella di Nick che mi sfiorava la mano...

Quella stessa mano che aveva tolto delle vite, aveva spezzato un'esistenza come niente fosse.

Quella mano che era uguale a quella di mio padre...falsa, bugiarda....

Chinai il capo, sopraffatta dalle emozioni e iniziai a singhiozzare senza ritegno mentre sentivo una voragine nel petto che si allargava sempre di più, facendomi mozzare il respiro...






I raggi della mattina mi colpirono con tanta forza che gli occhi mi si appannarono.

Osservai la mia stanza in cerca di qualcosa di diverso, qualcosa che mi confermasse che quello che era successo era stato solo un incubo, un brutto incubo e che nella realtà non sarebbe mai più successo.

Guardai la maglietta inerme al fondo del letto...quella maglietta che era stata strappata il giorno prima dal pugnale di Nick, quella maglietta che era la prova lampante del fatto che tutto era successo.

Sentii un dolore al petto e mi bloccai a sedere sul letto...respirai per qualche secondo, poi mi alzai e mi resi conto di essere ancora vestita dalla sera prima.

Mossi qualche passo e scesi rassegnata in cucina, dove mia madre mi accolse con un sorriso e la colazione pronta.

Io la guardai, non capendo perchè sorrideva, non capendo cosa mai ci fosse da essere felici.

Chinai il capo e mangiai una mela, poi senza dire una parola mi alzai e andai in bagno a sciacquarmi la faccia notando le mie occhiaie violacee che mi contornavano gli occhi scuri e spenti...

Mi lavai e mi misi una felpa trovata appoggiata sulla sedia non vedendo neanche di che colore fosse.

Non me ne importava.

Non pettinai i capelli, non mi guardai allo specchio, non osservai il modo strano con cui mi ero vestita, non mi truccai...

Scesi in cucina e diedi un bacio sulla guancia di mia madre, senza chiederle se sarebbe tornata a casa nel pomeriggio, senza chiederle niente, uscii di casa dopo aver afferrato le chiavi.

Sapevo che lei avrebbe potuto portarmi a scuola, sapevo che le avrebbe fatto piacere, ma io non volevo, non volevo che nessuno mi stesse vicino, volevo stare da sola, volevo non dover incontrare gli occhi troppo curiosi delle persone, ne sorridere per forza....

Arrivai a scuola senza accorgermene.

Andai in classe e lasciai cadere lo zaino accanto al banco, poi mi sedetti e poggiai la testa sul banco, chiusi gli occhi e aspettai che il professore entrasse in classe.

Non ricordavo che materia avevo, non ricordavo se avevo i libri delle lezioni, ne se avevo fatto i compiti.

Il freddo della superfici del banco era un sollievo inaspettato e rimasi così, immobile.

Sentivo le voci ovattate dei miei compagni giungermi distanti, finte, come provenissero da qualche altra parte, poi una si fece largo nella mia barriera emotiva e si fece sentire più forte...

"Sam..." rimasi immobile, ferma.

"Sam stai bene?"

Feci finta di nulla, ignorai la voce del mio vicino di banco, ignorai il fatto che mi aveva appoggiato una mano sulla spalla e ignorai la dolcezza e la colpevolezza nel suo tono di voce.

Non mossi un muscolo.

"Buongiorno ragazzi"

Io alzai il capo vedendo il professore di Inglese entrare in classe e con estrema lentezza mi sistemai a sedere e con la mente persa mi misi a fissare la lavagna...

Sentivo lo sguardo penetrante, preoccupato del mio vicino che mi fissava, ma feci finta di nulla.

...se avessi fatto finta che non esisteva, forse il dolore dentro il mio petto sarebbe diminuito e un giorno scomparso...

Lui non esisteva.

La sua voce non era vera.

Lui non mi aveva mai fatto del male.

Io non mi ero mai innamorata di lui.

Per tutta la lezione rimasi immobile, ferma, a fissare qualcosa sulla lavagna.

"Sam ti prego ascoltami! Scusami, io non volevo, ti prego almeno guardami!"

Nick continuava a starmi vicino e chiedermi di guardarlo, ma io volevo solo che mi lsciasse in pace perchè ogni parola che mi diceva, allargava il dolore al petto.

Quando la campanella suonò mi alzai con lentezza e uscii dall'aula facendomi guidare dalla folla dei ragazzi che andavano verso la mensa.

Il cellulare in tasca vibrò e io meccanicamente lo afferrai, poi quando notai che era arrivato un altro messaggio dal mio Ragazzo Misterioso, lo lasciai scivolare nuovamente in tasca.

Non avevo voglia di parlare con nessuno anche se non ero arrabbiata con lui, volevo solo far finta di essere invisibile e di non venire notata dalle persone, in modo che così potessero lasciarmi in pace.

Arrivai al tavolo delle mie amiche e mi sedetti senza salutarle, non volevo stare lì con loro, non mentre i loro sguardi compassionevoli mi osservavano, ma sapevo che se fossi andata da un'altra parte mi avrebbero chiesto spiegazioni, fatto domande, tormentata.

Presi la bottiglia d'acqua che mi ero portata da casa e bevvi.

Sapevo che le mie amiche mi fissavano, sapevo che volevano delle spiegazioni e sapevo che non gliene avrei date.

Alice sorrise"Come è andata la mattina?"

Io alzai il capo e staccai la bocca dal bordo della bottiglia qual tanto che bastava per rispondere.

"Normale"

Poi presi una mela e inizia a mangiarla.

Emily teneva il capo chino e Alice spostò la sua attenzione su di lei inziando a parlare di cose futili, che non mi interessavano, così fissai fuori, il cielo grigio di Maggio e vagai con lo sguardo fino a quando non notai le sorelle Monroe che mi venivano in contro con aria soddisfatta.

"Knight, stiamo aspettando la foto"

Io le guardai e tirai fuori dalla tasca il cellulare.

Le mie amiche si guardarono allarmate, non gli avevo detto della foto, non gli avevo detto che ero riuscita a prenderla, forse loro credevano che non l'avessi presa e probabilmente credevano che era per questo che ero diventata così silenziosa, ma non era quello il motivo.

Lentamente andai nella cartella immagini e senza guardare aprii l'ultima foto scattata e voltai il telefono prima che quell'immagine potesse comparirmi davanti agli occhi e cancellare la mia barriera anti-emozioni che stavo tentando di crearmi.

Vidi le due sorelle avvicinarsi e allo stesso tempo anche le mie amiche avanzarono in avanti incuriosite, potevo sentire i loro respiri aumentare velocità.

Destinee alzò un sopracciglio e Paris sorrise soddisfatta.

"Perfetto, sembra che il tuo segreto rimarrà al sicuro per adesso"

Io annui senza guardarle e notai il loro sguardo su di me, incredule.

C'era qualcosa che non andava perchè mi guardavano come se ci fosse qualcosa di strano in me, come se fossi un fantascma.

Come se solo il fatto che fossi viva fosse uno sgomento per loro...sul loro volto si intravedeva la sorpresa di avermi di nuovo incontrata...

...come se io in questo momento dovessi essere morta...

Senza dire altro le due sorelle se ne andarono guardandomi ancora.

Vedevo che nei loro occhi c'era lo sgomento e la sorpresa...

Era successo qualcosa che non si aspettavano.

Quando la campanella suonò tornai in classe salutando le mie amiche con un più che sufficiente ciao.




Le lezioni si sugguerirono con velocità mentre io contnuavo a guardare fuori dalla finestra, disinteressata.

Vedevo il mio compagno di banco scuotere la testa, tentare di attirare la mia attenzione, mandarmi biglietti, chiamarmi, sussurrare.

Ma io non mi voltavo, non lo guardavo, lo lasciavo fare.

Quando la campanella suonò, mi sembrò passato un solo istante dalla ricreazione e mi alzai meccanicamente uscendo.

Emily e Alice erano alla panchina nel piazzale ad aspettarmi, io feci un segno del capo e ci incamminammo mentre loro cercavano di non fare finta a me e tentavano di reprimere la curiosità per cui mi avrebbero riempito di domande.

"Sam!"

Io mi fermai, ma non mi voltai, sapevo di chi era quella voce e per me, quella voce non esisteva.

"Sam ti prego, devo parlarti!"

Alice si voltò e la sentii andare incontro a lui.

"Senti, lasciala in pace per adesso, non ti vuole parlare, per favore Nick"

Lui rimase in silenzio e la mia amica tornò al mio fianco e mi prese a braccetto e continuammo a camminare menre sentivo lo sguardo supplicante del mio compagno di banco che mi seguiva, rassegnato.

Io portai le mie amiche a casa mia, non perchè mi andasse di stare con qualcuno, ma perchè avevano insistinto perchè non volevano lasciarmi sola e che tanto non c'erano probemi perchè non avevano compiti da fare.

"Vi faccioun tè"

Loro si sedettero sul divano e guardarono distrattametne fuori dalle finestra dove il freddo sembrava non volere lasciar spazio alla primavera.

"Grazie"

Io me ne andai riuscendo a trovare un momento di pace e tranquillità da sola.

Presi le tazze, misi lo zucchero, feci bollire l'acqua sui fornelli neri della cucina di cui mia madre era tanto orgogliosa e attesi.

Aspettai tranquillamente, passivamente...

Quando l'acqua bollì, afferrai le presine e versai l'acqua nelle tazze in cui avevo messo il filtro per il tè.

Portai le tazze di là con un vassoio su cui posai anche biscotti di diversi tipi.

Sedute tutte sul divano mangiammo e bevemmo, chiaccherando...o almeno, loro chiaccheravano.

Poi si diedero uno sguardo e posarono le tazze sul vassoio osservandomi mentre rimanevo rannicchiata sul divano con le gambe incorciate.

"Sam non sappiamo quello che è successo, ma se vuoi parlarne, noi siamo qui"

Alice sorrise incoraggiante e Emily aprì le braccia.

"Sai che puoi sempre contare su di noi"

Io continuai a bere dalla tazza.

"Si, lo so, grazie"

Alice chinò il capo...si aspettava una risposta o almeno una spiegazione...

Emily guardò l'orologio.

"Sono già le sette, io devo andare a casa perchè è il turno mio e di mia sorella per fare la cena, comunque ci vediamo domani a scuola!"

Io annui e le diedi un bacio sulla guancia.

"Vado anche io Sam, ma se domani non abbiamo compiti venaimo di nuovo da te, va bene?"

Io le osservai con sguardo assente sapendo che se anche le avessi detto di no, loro sarebbero venute ugualmente.

Annui distrattamente mentre se ne andavano.

Accesi la televisone e rimasi sul divano, rannicchiata, tentando di distrarmi con i programmi, ma sapevo che sarebbe stato tutto inutile.

Mia madre rientrò poco dopo e venne in salotto dove trovò le tazze mie e delle mie amiche e così capì con non ero stata da sola, a quanto pare sembrò rinucuorata da questo.

Le prese lei e le rigovernò non facendomi domande, perchè aveva capito che c'era qualcosa che non andava e conoscendomi, sapeva che non le avrei risposto fino a quando non me la sarei sentita.

Ma quella volta non era un fatto di sentirsela o no...non volevo spiegare, perchè sennò le emozioni mi avrebbero avvolta, sopraffatto, invasa...invece io volevo solo dimenticare, fare finta che tutto quello che era avvenuto il giorno prima in realtà non fosse mai successo...

...che lui fosse solo un mio compagno di banco...

...che lui non fosse un killer...

...che non mi fossi innamorata di lui...

Guardai il telegiornale per un altra mezz'ora fino a quando il cellulare non squillò e dovetti spostare la mia attenzione sul vibrare ritmico del telefono sul tavolino con la scritta Nick...

Mia madre arrivò e mi osservò.

"Non vuoi rispondere?"

Io contiuai a fissare il display, assente.

"No..."

Ma dopo che smise di squillare, ricominciò...insistentemente.

Sentivo una stretta allo stomaco e il mio corpo tremare mentre i miei muscoli rimanevano tesi, tirati.

Con uno scatto mi alzai e afferrai il cellulare spegnendolo con forza mentre mi accorgevo che era arrivato un altro messaggio dal mio Ragazzo Misterioso.

"Mamma io mi sento stanca, me ne vado a letto"

Lei si affacciò dalla cucina bloccandomi sulle scale.

"Ma sono appena le otto"

"Si ma sono stanca..."

"Va bene tesoro, buonanotte"

Io annui facendomi dare un bacio sulla fronte, poi mi voltai e andai in camera mettendomi una tuta per dormire, poi mi infilai nel letto e in quel momento, mentre guardavo fuori dalla finestra, mentre osservavo la luce della luna entrare nella stanza, mentre mi ritrovavo da sola con i miei sentimenti, lasciai che le lacrime scendessero copiose dai miei occhi.

Lasciai che il mio corpo tremasse e che il dolore al petto aumentasse, che il cuscino si bagnasse, che la rabbia e la tristezza si prendessero cura di me facendomi passare una notte insonne.

Quello era l'unico momento in cui potevo essere vulnerabile.

...

I giorni passarono, le mattine si susseguirono e le ore di scuola si successero con una quotidianeità passiva quasi anormale...

...lasciavo che tutto mi scivolasse addosso, non sfiorandomi neanche...

Sembrava tutto uguale.

I discorsi delle mie amiche, le nuvole grigie che non smettevano di coprire il sole, la pioggia che scendeva dal cielo insistentemente.

Niente sembrava più riuscire a spezzare quella realtà atona e ovattata che ero riuscita a costruire.

Lui era stato assente per tre giorni...e questo mi aveva aiutata ancora di più.

C'era stato il week-end di mezzo ed ero rimasta in casa, con mia madre, con le sue tacite rassicuarzioni e il tè caldo che sembrava l'unico modo per alleviare il mio dolore allo stomaco.

Era martedì.

Eravamo appena entrate in casa mia e come ormai da una settimana, le mie amiche non mi lsciavano da sola...

...mai...

Ma io avevo quasi smesso di parlare anche con loro.

Riuscivo a sopportare la loro solita presenza, senza che mi chiedessero nulla.

Era diventato normale e mi ero abituata.

Feci il tè alla menta e ci sedemmo sul divano.

Accendemmo la tv e iniziarono a commentare i programmi mentre io, con la testa bassa osservavo l'interno della tazza, come se ci fosse qualcosa di importante che mi era sfuggito.

"ADESSO BASTA!!"

Sobbalzai impaurita mentre la mia realtà ovattata si incrinava.

Emily era balzata in piedi con il volto rosso e le mani strette a pugno.

"Emily..."

Tentò di richiamarla Alice, ma la bionda non si addolcì ne si mosse, anzì aggrottò il volto e alzò gli occhi furenti su di me.

"Come puoi continuare così!?!"

Io la guardai, immobile, non capendo.

"Sam ti rendi conto che non parli più nemmeno con noi!!"

Io poggiai la tazza e la fissai, sapendolo benissimo.

"Reagisci maledizione!!Si può sapere cosa ti è successo?!"

Io chinai il capo mentre Alice mi si avvicinava prendendomi la mano.

"Sam siamo preoccupate, da quando sei andata a casa Jonas non sei più la stessa...dicci qual'è il problema, che ti ha fatto Nick??"

Quando sentii il suo nome, il dolore al petto pulsò...

"Non dirlo..." sussurrai lievemente con una mano stretta al petto.

"Cosa?" chiese preoccupata Alice avvicinandosi e cercando il mio sguardo.

"...il suo nome"

Alice sembrò preoccupata e colta in contropiede.

"Sam come possiamo aiutarti se non ci dici quello che è successo?"

"Io non voglio aiuto"

Emily fece un passò in avanti guardandomi con gli occhi furenti.

"Sam ma ti senti?!...sembri uno zombie...stai degenerando!"

Io chiusi gli occhi mentre il dolore al petto aumentava.

I miei muscoli si tesero.

"E' un killer..."

Le mie amiche rimasero immobili, capendo che stavo cercando di parlare, di rivelargli tutto.

...non volevo, ma dovevo, così mi avrebbero lasciata in pace...

Sospirai chiudendo gli occhi con forza mentre mi rannicchiavo cercando di non sentire il dolore sordo che mi stava invadendo silenziosamente.

"E' tutto vero. E' sempre stato un killer e a lui piace uccidere, me lo ha detto..."

Respirai mentre le immagini di quel giorno mi balenavano davanti agli occhi facendomi tremare.

"...ha tentato di uccidermi" sentii le mie amiche sobbalzare, inaspettatamente.

"Ma io...i-io...io mi ero innamorata di lui! Credevo che lui fosse diverso, mi ero fidata, gli ho rivelato il mio segreto, mi sono aperta, gli ho voluto bene senza rendermene conto e lui..."

Pensai a quello che avevo capito e alla rivelazione improvvisa.

"...lui lo faceva solo per attirarmi nella sua trappola. E' sempre stato questo il suo scopo...io non sono stata altro che una vittima...un'altra stupida vittima caduta nelle sue grinfie ingenuamente!"

Sentivo il dolore aumentare senza che ci potessi fare niente.

Gli occhi si erano appannati e tutta la mia insicurezza ormai era uscita allo scoperto e tremavo, singhiozzavo, rabbrividivo mentre un dolore insistente mi faceva fischiare le orecchie.

Chinai il capo mi strinsi le braccia al petto.

"...mi ha tradita come ha fatto mio padre..."

A quel punto Alice che era rimasta immobile, tremante, con la bocca spalancata, nonostante non sapesse il mio segreto, si lanciò contro di me e mi strinse tra le sue braccia trasmettendomi tutto il suo dispiacere e le scuse, la forza di cui avevo bisogno.

"Io lo amavo..."

Alice mi strinse ancora più forte.

"Non ci pensare..."mi sussurrò.

Ma venne interrotta da Emily che la allontanò da me e mi si parò davanti facendomi alzare il viso per guardarmi in faccia.

"Come puoi non capire!! Come puoi non vedere che anche lui ti ama, che lui è cambiato per te!"

Io sospirai.

"Sta solo fingendo..."

Uno schiaffo mi fece spalancare gli occhi.

Forte...

...reale...

...doloroso...

Rimasi immobile, finalmente consapevole di essere tornata alla realtà.

"Ma non capisci che non stava fingendo, non capisci che con te è sempre stato sincero! Non vedi come ti guarda, come il suo sguardo è colpevole! Come è diventato pallido!...come ti fissa lacerato dal dolore quando non te ne accorgi..."

Io la fissai mentre il suo volto si addolciva leggermente e mi accarezzava la guancia, lì dove mi aveva tirato lo schiaffo.

"...non mangia più da quando non gli vuoi parlare..." disse Emily a bassa voce

"Addirittura le persone a scuola se ne sono accorte, non è più lo stesso, soffre mentre ti guarda, mentre vede che lo ignori!"

Alice mi si avvicinò.

"E' vero Sam..."

Ma Emily non aveva finito.

"Kevin è preoccupato, molto e non capisce cosa stia succedendo a suo fratello e anche Joe è distrutto da questo...e poi guardati...guardati Sam!!"

Io alzai il capo vedendo il mio abbigliamento svogliato, ma sapevo che non si riferiva solo a quello, sapevo che parlava del modo in cui stavo vivendo, un modo passivo....

"Ti sei lasciata andare Sam!! Dov'è la ragazza che conosciamo! Dov'è quella ragazza che ha tenuto testa a Taylor, che sorrideva per incoraggiare gli altri, che ci è stata sempre vicino anche quando nessun altro ci sarebbe riuscito. Dov'è quella ragazza che ogni volta che si trova in una situazione disperata sorridere per rassicurare gli altri?"

Io mi alzai.

Colpita.

Capendo che avevo fatto soffrire loro...avevo fatto soffrire me stessa e tutte le altre persone che mi stavano in torno...

Scossi la testa.

Il cellulare sul tavolino squillò facendoci tremare tutte per la sorpresa.

Era il ragazzo Misterioso che ormai per la millesima volta stava cercando di parlarmi.

"Perchè continui a ignorarlo? anche lui sarà preoccupato, come tutti noi"

Emily si addolcì e mi venne vicino appoggiandomi una mano sulla spalla, ma io mi ritrassi, facendo un passo in dietro mentre le lacrime mi appannavano la vista e capivo di aver sbagliato.

Avevo sbagliato, ma era dura ammetterlo...soprattutto davanti a loro...

"Voglio stare da sola..."

"Sam..." Alice mi venne vicina, ma io arrettrai mentre una lacrima mi rigava il volto.

"...voglio stare da sola..."

"Sam" la voce accorata di Alice mi fece arrabbiare e un'altra lacrima scese rigandomi il volto mentre le mie braccia cadevano inermi di lato al corpo e tremavo mentre le emozioni mi sopraffacevano.

"Lasciatemi in pace!"

"Ma Sam..."

Emily afferrò l'amica per un braccio e la trattenne.

Le fece segno di no con la testa.

"Ha capito...adesso deve solo stare un po' da sola..."

Ma io non sopportavo più le loro parole tranquille, rassicuaranti così senza pensare corsi...

Corsi più che potevo uscendo di casa.

Sbattei la porta con violenza.

Il vento e il freddo mi colpirono con violenza e mi accorsi ancora di stringere in mano il telefono.

Camminai assente mentre mi dirigevo verso i giardini.

Il dolore era troppo forte da sopportare, le gambe tremavano, il fiato mi si mozzava ad ogni passo e ricordo, il petto si alzava e abbassava, le lacrime scendevano e i singhiozzi mi scuotevano da capo a piedi.

No...non era vero...volevo che tutto finisse...tutto il dolore...avevo bisogno di pace, di tranquillità...volevo tornare nel vuoto nel nulla...

Mi appoggiai al muro mentre mi veniva in mente l'unica persona di cui avevo bisogno in quel momento.

Con le mani tremanti alzai il capo verso il cielo grigio e una goccia mi finì nell'occhio e mi accorsi in quel momento che stava iniziando a piovere.

Tirai su con il naso.

Mi voltai a guardara la strada grigia deserta, senza persone, vuota...

Afferrai il cellulare e digitai un numero che sapevo a memoria.

"Sam!!"

La voce preoccupata del mio Ragazzo Misterioso mi fece sentire in colpa, era colpa mia se era così agitato.

"Scusa se non ti ho risposto..."

La mia voce tremava ed era interrotta da singhiozzi...e a lui non passò inosservato...

"Che è successo?..."

"N-niente, sto bene..."

Ma lui non mi credette.

"Dove sei?"

Io rimasi in silenzio sentendomi egoista perchè avevo bisogno della sua presenza, della sua tranquillità anche se non me lo sarei meritata...

"Dimmi dove sei Sam"

La sua voce era calma e dolce, così io respirai profondamente.

"...ai giardini..."

"Sto arrivando"

Riattaccò.

Io guardai i giochi davanti a me e rimasi intontita.

Ero solo una stupida egoista.

Lui aveva provato a chiamarmi tutta la settimana, si era preoccupato per me, era stato agitato e io me ne ero completamente fregata.

Mentre adesso che ero io ad aver bisogno di lui lo chiamavo e gli dicevo senza troppe scuse di venire...mi sentivo un'egocentrica, insensibile.

Camminai lentamente mentre la pioggia mi attaccava i vestiti al corpo e mi trapassava il tessuto bagnandomi la pelle.

Sentivo il freddo scorrermi nelle vene.

Vedevo tutto sfocato.

Le vene mi pulsavano, la testa mi doleva, le gambe mi tremavano, il fiato corto... respiravo a fatica e le lacrime scendevano inesorabilmente contro il mio volere.

In quel momento l'unica cosa di cui avevo bisogno era della presenza rassicurante e protettiva del mio Ragazzo Misterioso...lui era l'unico che era riuscito a tranquillizarmi quando nessun'altro ci era riuscito, era l'unico che mi era sempre stato vicino prendendosi cura di me e io mi ero allontanata da lui per una settimana, non dandogli mie notizie...

Mi sentivo in colpa.

Il freddo di quella giornata mi era entrato nelle vene e i brividi scendevano lungo la schiena insieme alle gocce di pioggia che cadevano dal cielo.

Speravo che quelle goccce mi potessero lavare, mandare via tutte le paure, le insicurezze, la rabbia, i dubbi e la fiducia negli altri.

Volevo partire da capo, lasciarmi tutto alle spalle.

Osservai lo scivolo argentato che mi fece venire un'altra stretta allo stomaco, poi mi voltai a fissare l'altalena che immobile si bagnava...poi vidi una casetta, quella in cui da bambino ti vai a rifugiare e dove fai finta di creare la base dei pirati.

Camminai traballante mentre gli occhi continuavano ad appannarsi e chinando il capo entrai dentro la casetta che stranamente era asciutta.

Osservai il legno vecchio, il pavimento sporco e capii che quello era il posto dove poter aspettare e far uscire tutta la mia vulnerabilità.

Appoggiai la schiena contro la parete di legno, tirai le gambe verso il petto e mi rannicchiai su me stessa tenendomi stretta e nascondendo al mondo le lacrime calde che mi rigavano il volto.

Il mal di testa era forte e mi faceva pulsare le tempie insistentemente, i muscoli sembravano a pezzi, stremati, la gola secca, arida, mi bruciava.

Il dolore al petto e allo stomaco era talmente forte da sembrare che la ferita fatta dallo sparo di Taylor si fosse riaperta.

Sentivo talmente tanto dolore che il respiro mi usciva corto e irregolare.

Strinsi più forte e rimasi immobile, aspettando, sperando che tutto finisse...

La pioggia batteva ritmicamente sul tetto di legno e i miei capelli umidi si erano appiccicati al volto.

Sentii un rumore e alzai il capo.

Scrutai intorno ai giardini.

Ero sicura che ci fosse qualcuno, lo sentivo.

Poi, con un tuffo al cuore, lo vidi.

Un'ombra scura, indistinta tra la pioggia, camminava lentamente, si appoggiò ad un albero e sorrise.

Spalancai gli occhi e sentii un istinto irrepremibile di stringerlo a me.

Sussultai...

...mi alzai di scatto...

...inziai a camminare...

...sempre più veloce...

...bagnandomi...

...tremando...

...poi iniziai a correre...

...inciampando nelle pozze...

...lui era lì...

...per me...

Più mi avvicinavo all'albero, più l'ombra mi faceva distinguere il suo profilo e lo riconobbi, era vestito nello stesso modo in cui era vestito al ballo: tuta da calcio, maschera grande a coprirgli interamente il volto.

Lo vidi.

Sorrisi.

Mi lanciai contro di lui lo strinsi più forte che potevo, appoggiai la testa con forza contro il suo petto e sentii il suo calore invadermi.

Le sue braccia mi avvolsero facendomi sentire protetta, tranquilla, al sicuro, da tutto, da tutti, dal male che il mondo poteva provocare, dalle emozioni che potevano ferire più degli atti stessi.

Il suo corpo caldo e asciutto si premette contro il mio e sentii una pace inattesa avvolgermi.

Mi sentii in colpa.

Alzai il capo.

"Scusami...non volevo sparire così...n-non volevo farti preoccupare, mi dispiace..."

Lui rimase in silenzio e con una mano mi accarezzò i capelli bagnati e appoggiò il suo mento sul mio capo.

"Non ti devi scusare Sam, io sarò sempre quì per te"

La sua voce era come al solito bassa, sussurata, camuffata.

Mi sentii un egoista, appena mi disse quelle parole capii che lo avevo ferito, lo capii dal suo tono di voce, dall'incrinazione nella sua voce.

L'ombra dell'albero ci copriva in parte dalla pioggia.

Il suo corpo era un'ancora di salvezza, era come se da lui scaturisse la forza necessaria per affrontare tutto ciò che mi circondava.

"Mi sei mancato..."

Dissi con il volto contro il suo petto mentre le sue mani scivolavano sulla mia schiena come per riscladarmi.

"...anche tu..."

Disse lui con la voce incrinata, sembrava distrutto, provato, dispiaciuto...

Era forse per colpa mia?

Lui mi sfiorò la guancia bagnata con la mano e tentò di asciugarmi , poi con un dito alzò il mio mento e il suo volto si avvicinò al mio e i nostri occhi si incontrarono.

"Non c'è bisogno di piangere" sussurrò mentre vedevo i suoi occhi scuri velati da un senso di colpevolezza di cui non riuscivo a capire il senso.

Mi accorsi che involontariamente alcune lacrime erano scappate dal mio auto controllo ed erano scivolate lungo il volto.

"E' solo che non ce la faccio...è tutto così duro...i-io non voglio. Vorrei che il tempo si fermasse e che le emozioni non esistessero più"

Lui mi sfiorò i capelli mentre mi continuava ad avvolgere con le sue braccia.

"Le emozioni sono una delle cose più belle che noi uomini possiamo provare"

Io scossi il capo rifugiandomi nella sua aura pacifica e tranquilla.

"Io non voglio provare emozioni, voglio smettere di soffrire...voglio smettere di fidarmi delle persone..."

Lui con uno scatto si allontanò con la testa china e si avvicinò al tronco dell'albero.

Io rimasi immobile, non capendo quale fosse il problema.

"Sono uno stupido"

Sussurrò portandosi una mano al volto e incurvandosi leggermente.

La sua voce si stava via via schiarendo, stava levando il camuffamento...

"Non sei uno stupido..." dissi io andandogli vicino e appoggiandoli una mano sulla spalla.

Lui afferrò la mia mano e intrecciò le sue dita con quelle della mia mano.

Io sorrisi involontariamente sentendomi leggermente più tranquilla.

Il dolore che avevo provato e che ancora mi attanagliava era tutto lì, però il Ragazzo Misterioso aveva qualcosa che non andava e mi sentivo in dovere di aiutarlo, vederlo così combattuto mi faceva stare male.

Appoggiai una mano sul suo petto.

"Qual'è il problema?"

Lui alzò il capo all'improvviso facendo incontrare i suoi occhi scuri e indecifrabili con i miei.

Sentii un tuffo al cuore e una sensazione strana mi fece rimanere immobile a fissarlo, intrappolata dal suo sguardo...così familiare.

Lui si staccò da me e si spostò verso la fine dell'ombra dell'albero, andando alla luce, sotto la pioggia, la mia mano si slegò dalla sua e io rimasi immobile ad osservarlo.

Lui sospirò e mi fece segno di venire avanti, così io lo seguii...

I nostri corpi erano di nuovo vicinissimi, sotto l'acqua.

Mi passò una mano sulla guancia e sorrise, poi portò le mani all'altezza del suo mento e afferrò la maschera...

Il cuore mi saltò in gola.

Una stretta allo stomaco mi immobilizzò.

Il fiato mi si bloccò in gola.

Lui mi guardò, sapendo che avevo capito.

...stavo per scoprire chi era davvero...

Vedevo tutti i momenti che avevamo passato insieme come fossero appena successi.

Sentivo il battere ritmico del cuore nel petto e i muscoli che si erano tesi per l'emozione.

Poi lo guardai, pensai a quando mi aveva salvata, tutte le volte che mi era stato vicino solo perchè io ne avevo bisogno...pensai a quando mi era stato accanto tutta la notte per farmi addormentare.

...pensai a tutte le parole che mi aveva sussurrato per tranquillizarmi, tutti gli attimi che avevamo condiviso insieme, tutti quei momenti di cui gli ero grata e di cui glielo sarei stata per sempre...

Lui era stato la mia ancora di salvezza in mezzo a tutto quello che era successo.

Lui era stato ciò che mi dava forza per andare avanti...

...la maschera si stava sollevando, lentamente, mentre il mio cuore continuava a battere sempre più forte...

La maschera si alzò dal mento, superò le labbra e io lo guardai, lo fissai.

Con uno scatto cancellai la distanza che ci divideva e feci premere le mie labbra contro le sue...

...avevo bisogno di fargli sapere che qualunque cosa fosse successa io gli sarei sempre stata grata di quello che aveva fatto per me...chiunque lui fosse io gli sarei sempre stata grata e non mi importava chi fosse veramente perchè non poteva ccambiare tutto quello che aveva fatto per me.

Lui rimase srpreso, poi stese le labbra e approfondì il bacio mentre i nostri corpi si avvicinavano.

Poi ci separammo e lui sorrise lievemente, divertito.

"Non mi importa di sapere chi sei veramente perchè tutto quello che hai fatto per me non cambierà mai..."

Lui mi premette un dito sulle labbra.

"E' giusto che tu sappia"

Poi allontanò la sua mano dalla mia bocca e mi sorrise nuovamente accarezzandomi la guancia.

Sentivo che dalla sua voce stava scomparendo quel tono di camuffamento...

...il mio cuore batteva sempre più forte e le gambe mi tremavano...

Io alzai la mano e l'appoggiai sulla sua e insieme alzammo la maschera...

...di scatto...

...velocemente...

...insieme...

....con sicurezza...

...con decisione...

...mentre sapevamo che comunque sarebbe andata nulla sarebbe cambiato tra di noi...

Io non riuscì a trattenermi e chiusi gli occhi...avevo paura...

Lui mi prese il mento e premette le sue labbra contro le mie mentre il suo sapore dolce mi invadeva e sentivo la tensione sciogliersi...

...ricambiai...

Feci passare le mie braccia attorno al suo collo e la mia mano gli toccò i capelli morbidi mentre lui mi tirava verso di se, spingendomi tra le sue braccia.

La maschera era caduta a terra.

La pioggia ci bagnava.

La sua vera identità era lì, svelata, in attesa che io la vedessi.

Per la prima volta avevo paura di scoprire chi era davvero.

Lui allontanò le sue labbra dalle mie e appoggiò la sua fronte contro la mia.

Io avevo ancora gli occhi chiusi...ma il suo bacio mi aveva fatto provare una sensazione strana...

...avevo sentito un profumo di muschio, pulito, fresco...

Il suo inconfondibile odore che non riuscivo a dimenticare...

"Scusami Sam..."

Spalancai gli occhi.

Mi allontanai con un salto da lui.

Lo fissai.

I muscoli erano tesi.

Il cuore si era fermato nel petto.

Il dolore allo stomaco pulsò, vivissimo.

Il fiato era sparito e la bocca mi si era fatta secca dallo stupore...

Una goccia di pioggia scivolò lenta fino al mio mento.

"...Nick..."

Il suo volto pallido...

...i suoi occhi scuri...

...i capelli ricci...

...le labbra morbide...

...il Ragazzo Misterioso era Nick...

...Nick era il Ragazzo Misterioso...

...lui era l'altro...

...e l'altro era lui...

...il mio killer e il mio salvatore erano la stessa persona...

...le due persone che credevo di amare erano in realtà una sola...

  
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