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Autore: skarch86    29/05/2010    2 recensioni
Dopo la morte di Silente, per Draco tutto va a rotoli. Quando Harry entra involontariamente a far parte del quadro, entrambi devono imparare che le cose non sono sempre come sembrano. Link della storia originale: http://bigbang.inkubation.net/life.html
Genere: Dark, Drammatico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Severus Piton | Coppie: Draco/Harry
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Piton si trovava in una stanza piena di Mangiamorte, tutti ad attendere che il Signore Oscuro fornisse loro una qualche spiegazione per averli convocati alle sette del mattino. Bellatrix gli sedeva accanto, ostentando superiorità, mentre il Signore Oscuro cominciava con l’usuale preambolo. Dopo tutti quegli anni, Piton dovette ammettere che la situazione stava diventando davvero stancante e noiosa. Sì, insomma, fino a che il Signore Oscuro non giunse finalmente al nocciolo della questione.

“Accompagnerete Bellatrix in Italia per alcuni giorni. Ho ricevuto una richiesta molto interessante da parte di un gruppo di maghi locali che vorrebbero assisterci nella nostra causa.”

Meraviglioso. Dovevano andare fin laggiù per negoziare con un mucchio di lecchini.

“Seguite gli ordini di Bella. Quando avrete scoperto cos’hanno davvero in mente, fateli tutti fuori.”

Oh. Almeno avrebbero saltato le chiacchiere inutili. Beh, il Signore Oscuro era sempre pieno di sorprese.

“Ora Bella vi darà tutte le istruzioni. Partirete fra tre ore.”

Quella non ci voleva... Il ghigno di trionfo che Bella gli rivolse avrebbe messo chiunque altro notevolmente a disagio. Il Signore Oscuro uscì dalla stanza, dando a Bellatrix la possibilità di iniziare il suo personale discorso, entusiastico e piuttosto folle.

::

Di fuori la neve sembrava così invitante, e l’idea di una battaglia a palle di neve era così allettante che Harry si chiese che cosa stesse facendo ancora dentro casa. Tanto più che era passato un giorno e Piton non era ancora tornato, ed Harry cominciava a essere inquieto. E se qualcuno li avesse scoperti? E se Voldemort avesse costretto Piton a rivelare dove si trovavano? E se Piton l’avesse fatto di sua spontanea volontà?

La vista di una figura avvolta in un mantello nero che si avvicinava alla casa interruppe i suoi pensieri. Subito afferrò la bacchetta, ma si rilassò non appena realizzò che si trattava di Piton. Pochi secondi dopo la porta si spalancò e Piton irruppe nella casa, dimenticandosi di chiuderla.

“Potter, dov’è Draco?”

“Io – dorme. Perché? Cos’è successo?” Piton sembrava turbato. Harry era certo che fosse accaduto qualcosa di brutto.

Piton scomparve nella camera di Malfoy e ne uscì un minuto dopo, trascinandosi dietro un Malfoy non del tutto sveglio. Proprio quando Harry cominciò a temere che Piton avrebbe portato Malfoy via con sé, probabilmente per depositarlo direttamente da Voldemort, Piton lo fece sedere sul divano. Malfoy stava cercando di capire cosa stesse succedendo, ma non sembrava che ci stesse riuscendo poi tanto bene.

“Non posso rimanere a lungo, ma dovevo venire ad avvertirvi,” disse Piton, puntando la bacchetta alle finestre e pronunciando degli incantesimi di cui Harry non aveva mai sentito parlare prima. “Ci hanno affidato una missione. Ho dovuto comprare una Passaporta illegale, per venire qui,” brontolò.

“Perché? Dove sei stato?” borbottò Malfoy, ancora assonnato.

“Il Signore Oscuro ha deciso di inviare un gruppo di fidati seguaci a Venezia per un romantico viaggetto. Che comprende torture e omicidi, senza contare che il nostro capo è lei!” Piton sputò fuori l’ultima parte.

Malfoy si svegliò del tutto. “Che cosa ha detto? Lo sa?

“No, ma sta cercando di scoprirlo. Per questo non posso restare; sta cercando un modo per scoprire cosa stiamo facendo. Devo tornare immediatamente. Non lasciate la casa, finché non ci sono. Potter, domani mattina sarai tu a preparare la pozione per Draco.”

“Che cosa?” Harry sperò di aver sentito male.

“Prepara la pozione. Lo hai già fatto due volte. Per quanto odi doverlo ammettere, sei capace di rifarlo, anche se questa volta da solo.” Detto ciò, Piton mise via la bacchetta e raggiunse la porta. “Cercate di non ammazzarvi, mentre non ci sono.”

Quando Piton si richiuse la porta alle spalle, Harry desiderò che si trattasse di uno scherzo. Non sapeva chi quella ‘lei’ fosse, né perché terrorizzasse Malfoy e facesse arrabbiare Piton; non sapeva se sarebbe riuscito a preparare una pozione decente, e non era neanche tanto sicuro che lui e Malfoy sarebbero riusciti a sopravvivere.

Il sussurro di Malfoy bloccò il suo imminente attacco di panico.

“Sul serio hai già preparato la pozione due volte?”

“Sì…” borbottò Harry, che sprofondò sul divano, vicino a lui.

“Ha funzionato?”

“Il mese scorso non mi hai attaccato, quindi suppongo di sì.”

“…Oh.” Malfoy si fissò le mani per un momento o due. “Solo…cerca di farla funzionare di nuovo, okay?”

Fu allora che Harry credette davvero che ce l’avrebbe fatta.

::

“Sei sicuro che vada bene?”

Harry fece un respirò profondo. “Sì, Malfoy, è assolutamente perfetta.”

Malfoy occhieggiava la tazza come se fosse stata riempita di veleno. Harry perse la pazienza. “Bevila e basta!”

Malfoy lo fulminò con lo sguardo. “Se non funziona, domani ti moderò.”

“Se non funziona, te lo lascerò fare!”

Malfoy prese la tazza e bevve la pozione, deglutendo con un’espressione di estremo disgusto dipinta sul viso.

“È davvero così cattiva?” gli chiese Harry quando posò la tazza sul tavolo.

“È orribile…ma…” Quasi strozzandosi, Malfoy si interruppe, “…è orribile come tutte le altre volte. Dopotutto, potrebbe aver davvero funzionato.” Sembrava sconsolato. Harry notò come il labbro inferiore sporgesse appena. Malfoy aveva messo il broncio!

Senza pensarci, Harry si avvicinò ed accarezzò quel labbro con la lingua. Non appena l’altro aprì leggermente la bocca in risposta, Harry spinse delicatamente la lingua all’interno. Quando, qualche minuto dopo, abbandonò la bocca di Malfoy e iniziò a dedicarsi al suo collo, sentì la mano di Malfoy prenderlo per la vita, per poi avvicinarlo ulteriormente a sé, afferrandolo per il fondoschiena.

Harry quasi perse il controllo.

Avrebbe continuato a baciarlo e a leccarlo e a morderlo, ma si rese conto che Malfoy aveva sicuramente percepito la sua erezione, premuta contro la sua coscia, e si tirò indietro respirando affannosamente, mortificato per aver fatto sentire all’altro esattamente quanto gli piacesse ciò che stavano facendo.

“Scusa, per quello…” ansimò, cercando di stabilizzare il suo respiro. Era così imbarazzato che avrebbe soltanto voluto strisciare via da qualche parte e nascondersi fino a quando il suo uccello non avesse capito come ci si comportava, invece di mettersi in mostra se non era stato invitato, solo per scioccare lui e Malfoy.

“Per cosa?” Malfoy ansimava anche più di lui.

“Per…Per–” Harry si interruppe quando Malfoy si spinse interamente contro di lui, perché la sentì. Malfoy aveva un’erezione altrettanto evidente, che cominciò a strusciare senza pudore contro la coscia di Harry.

Non servì altro.

L’ultimo pensiero coerente che Harry ebbe prima che il sangue lasciasse il suo cervello, fu che doveva semplicemente smetterla di sentirsi in imbarazzo e seguire il suo istinto, tanto più che Malfoy sembrava non avere alcuna riserva. A quel punto, lasciò che a pensare fosse il suo uccello.

Tra i gemiti ed i frenetici sfregamenti, Harry spinse Malfoy sul tavolo e si sistemò sopra di lui, seppellendo il viso nel suo collo. Malfoy si contorceva sotto di lui, spingendo in alto i fianchi e gemendo ogni qualvolta i loro uccelli si sfioravano attraverso i vestiti.

Poi afferrò la mano di Harry e la pose tra di loro. Harry pensò che presto sarebbe impazzito. La mano di Malfoy sull’inguine era quasi troppo da sopportare, ma quando l’altro strinse leggermente, Harry non riuscì più a trattenersi. Affondò i denti nel collo di Malfoy e tremò violentemente, prima di crollare su Malfoy, che emise un profondo gemito soltanto un attimo dopo.

Harry sentiva il sangue pulsare in ogni vena del suo corpo. Il suo cuore batteva così forte che pensò stesse per uscirgli fuori dal petto. Poteva sentire il battito del cuore di Malfoy contro il suo petto, e non batteva alla stessa velocità. Riusciva a malapena da tenere gli occhi aperti, ed attese che il respiro si stabilizzasse, rinunciando ad ogni tentativo di muoversi prima di essere certo di poter controllare di nuovo il suo corpo.

Malfoy si mosse, liberando le loro mani, ed Harry fu sorpreso di percepire le dita dell’altro posarsi dietro al suo collo. Sospirò e chiuse gli occhi.

::

“Potter…” Fu svegliato da un leggero sussurro.

“Mmm?”

Proprio allora ricordò cos’era accaduto. Si tirò su e cercò di non guardare Malfoy. Cosa che si rivelò davvero difficile, specialmente quando l’altro si mise seduto e prese un bel respiro, come se volesse dire qualcosa. Quando non disse niente, Harry si voltò a guardarlo.

Malfoy aprì e richiuse la bocca diverse volte, aggrottando le sopracciglia e scuotendo la testa, fino a che non guardò Harry. Entrambi distolsero subito lo sguardo e fissarono il pavimento.

Dopo diversi secondi di silenzio, Harry decise di parlare. Ciò che avevano fatto aveva reso le cose tra di loro ancora più strane, ma se avessero continuato a comportarsi così, la situazione sarebbe stata insostenibile. “Io…uh–”

“Cosa?” lo interruppe Malfoy.

Harry alzò lo sguardo fino ad incontrare il suo. “Te ne sei pentito?” Per favore, non dire di sì…

“No…” sussurrò Malfoy, abbassando nuovamente lo sguardo. Un attimo dopo tornò a guardare Harry. “E tu?”

“No…” Harry capì perché Malfoy aveva abbassato lo sguardo quando fece esattamente lo stesso.

Di nuovo silenzio. “Forza, Malfoy, dì qualcosa!”

Niente. Fino…

“Puah! Devo cambiarmi i vestiti!” Malfoy scese dal tavolo e fuggì dalla stanza.

Quello portò Harry a notare lo stato dei suoi pantaloni. “Beh, Malfoy, non sei l’unico,” mormorò.

::

Più tardi non parlarono mai di ciò che era accaduto, ma con immenso sollievo Harry vide che davvero Malfoy non se ne era pentito. Il che era una buona cosa. Neanche Harry era pentito, ma non era comunque così propenso a discuterne.

Trascorsero la serata in salotto; non parlarono molto, ma neanche si ignorarono. Malfoy sembrava più stanco del solito e finì per addormentarsi sul divano. Harry lo osservò per un po’, notando come il torace si muovesse ad ogni respiro e come la bocca fosse leggermente aperta. Poi lo svegliò e gli disse che era ora di andare a letto.

Malfoy barcollò fino alla sua camera, sbadigliando. Harry soffocò uno sbadiglio e pochi minuti dopo si diresse nella propria stanza.

La mattina successiva, Malfoy bevve la pozione senza protestare, sebbene fece una smorfia di disgusto. Trascorse il resto della giornata raggomitolato sul divano, parlando soltanto quando Harry gli chiedeva qualcosa.

Quando fu quasi ora per lui di andare nella sua camera per la trasformazione, cominciò a giocherellare con la sua manica e ad occhieggiare Harry, ma non disse niente. Harry ebbe compassione e parlò per primo.

“Vuoi che venga, dopo?”

Malfoy scrollò le spalle.

Harry stava perdendo la pazienza. “Sì o no?”

“Sì,” borbottò Malfoy.

“Ok.” E con ciò, Malfoy si alzò ed annuì, prima di dirigersi verso la sua camera. Harry lanciò un ceppo nel camino ed attese che Malfoy gli facesse sapere quando poteva entrare. Non ci volle molto. La luna apparve alta in cielo e pochi minuti dopo Harry sentì Malfoy grattare la porta. Prese la bacchetta ed entrò nella stanza.

Malfoy era già sul letto. Agitò un paio di volte la coda quando Harry entrò, ma per il resto non si mosse di un millimetro fino a che Harry non si sedette sul letto accanto a lui. Soltanto allora si avvicinò, strofinando il muso contro il palmo della sua mano.

Harry mise la bacchetta sul comodino e sistemò un cuscino contro la testiera del letto, prima di sdraiarsi. Quando allungò la mano, Malfoy vi strisciò sotto e guaì; smise soltanto quando Harry cominciò ad accarezzargli la testa.

Poco tempo dopo, quando realizzò che Malfoy si era addormentato, Harry mise gli occhiali sul comodino e appoggiò il braccio su di lui. Sentendo il torace di Malfoy muoversi ad ogni respiro, chiuse gli occhi e si addormentò.

::

Non fu la tenue luce del mattino a svegliare Harry, ma Malfoy che rabbrividì accanto a lui. Cercando di districare la mano che Malfoy teneva stretta sul petto, riuscì a raggiungere la bacchetta e a richiamare una coperta che si trovava sulla sedia dall’altra parte della stanza. Dopo averlo coperto accuratamente, lo avvolse nel suo abbraccio ed avvicinò la testa, baciandolo delicatamente dietro al collo.

Non appena Malfoy smise di tremare, Harry tornò a dormire. Si svegliò di nuovo diverse ore dopo, a giudicare dalla luce del sole che penetrava attraverso la finestra.

Quando si schiarì la voce, sentì Malfoy irrigidirsi. Grandioso. È sveglio. Darà di matto come l’altra volta.

“Buongiorno,” sussurrò, preparandosi ad affrontare le urla di Malfoy.

“Hmm…”

Quella non era proprio la reazione che si era aspettato. “Tutto bene?”

“No…”

Evidentemente, Malfoy aveva deciso di comportarsi come un bambino. Harry lo prese come un buon segno; se Malfoy avesse dato di matto, non si sarebbe comportato così. “Che c’è che non va?”

Invece di rispondere, Malfoy si girò lentamente e lo fissò. Mentre si muoveva, la sua espressione mostrò quanto fosse difficile per lui, senza contare doloroso.

Dato che al momento non aveva gli occhiali, Harry poteva vedere chiaramente soltanto il viso di Malfoy; non riusciva a distinguere nient’altro nella stanza. I loro nasi quasi si sfioravano. Per un momento, Harry pensò che Malfoy l’avrebbe baciato, ma poi seppellì il viso nel suo collo e tirò fuori un braccio dalla coperta per avvicinarlo a sé.

Inizialmente Harry ne fu sorpreso, ma si riprese presto e strinse maggiormente Malfoy. Nessuno dei due si mosse per un po’.

 

 

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