La
proposta
“Cosa? Siete
fratelli?”
Quasi delusa
da questa scoperta salutai Manuel e tirai la mia amica di
lato.
“Manuel è
tuo fratello?!? Quando avresti avuto intenzione di dirmelo? Io mi sono confidata
con te.”
“scusami
Ludo non volevo che ti arrabbiassi, ho scoperto da poco che il tuo Manuel fosse
mio fratello, non parliamo mai delle nostre conoscenze ma ho fatto 2+2 da quello
che mi raccontavi, stesso nome, stesse caratteristiche fisiche e stessa facoltà.
Non volevo nasconderti nulla, anche perché non so se potrei mai consigliarti mio
fratello come ragazzo. Come fratello è il migliore ma se vedo come tratta quelle
povere ragazze che gli vanno dietro… ok che sono tutte delle oche ma non so se
si meritano di essere trattate così.” Era sincera mentre mi
parlava.
“mmm… ok,
anche se la cosa continua a non convincermi.
“la smettete
di parlare tra di voi? Siete alla mia festa, è con me che dovete parlare. Allora
Ludo, com’è mia sorella a casa? Pestifera, logorroica e disordinata come lo è a
casa nostra?” ci interruppe Manuel.
“Oserei
direi anche peggio ma le voglio bene e si fa perdonare dai.” Come difetti a
quanto pare non era migliorata ma se ripensavo a tutte le volte che mi era stata
accanto quando ero in crisi con Marco non potevo che
ringraziarla.
In
quell’istante mi vibrò il cellulare, che palle, era un messaggio di Marco che mi
diceva di scendere che mi stava aspettando.
“scusate,
devo proprio andare” dissi “ mi stanno aspettando”.
Come se
nulla fosse, Manuel mi prese la mano e la baciò. “spero di rivederti presto e
che la prossima volta mi darai un po’ più di conto”.
Li lasciai
che parlottavano tra loro.
In effetti,
guardandoli bene si somigliavano molto.
Aprì lo
sportello della macchina e quello che mi aspettò mi face subito pentire di
essere andata via dalla festa.
“non solo
non ti ricordi del mio compleanno, ma per poco non mi bidonavi pure per un
mucchio di persone che neanche conosci.” Che noia, neanche il tempo di entrare
che già mi attacca?
“Ciao
intanto. Ti ho già chiesto scusa stamattina e per quanto riguarda la festa,
scusami ma non capisco il problema, anzi, è pure più vicino a casa tua e poi
sono stata poco, non mi pare di averti fatto aspettare molto
no?”
Non mi
rispose neanche, ingranò la marcia e per tutto il tempo non spiccicò parola.
Odiavo il suo mutismo, preferivo di gran lunga una bella sfuriata con grida e
insulti piuttosto che il silenzio.
“per quanto
ancora non mi rivolgerai parola?” domanda ad un certo
punto.
“ stiamo
andando a casa mia, ci saranno tutti miei parenti e non voglio far
vedere loro che abbiamo litigato”
“perché tu
questo lo chiami litigio?” risposi nervosa.
Mi guardo e
con nonchalance disse:”non ora Ludo, domani ne parliamo.
Sempre
domani, ogni cosa era domani. Ma quando sarebbe arrivato questo domani? Non ne
potevo più, aveva ragione Mary, non eravamo fatti per stare assieme io e lui.
Per tutta la sera non feci altro che guardare e analizzare tutta la sua
famiglia. Non c’entravo nulla con loro. Non se ne salvava uno, tutti troppo
snob. Basta era il momento di chiudere con questa storia. Non feci neanche in
tempo a formula questo pensiero che il mio “adorato fidanzato” mi prese per
mano, si avvicinò ad un microfono e richiamò l’attenzione di tutti i
presenti.
“ amici e
familiari qui presenti, voglio ringraziarvi per essere qui oggi e inoltre vorrei
dire qualcosa a voi ma soprattutto alla mia cara Ludovica. Sono ormai 3 anni che
stiamo insieme e sento che è giunta l’ora” , mi prese entrambe le mani e
guardandomi negli occhi disse “Amore mio, vuoi sposarmi?”
Eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeh, e adesso? Che
faccio? Io pensavo di lasciarlo e questo mi chiede di sposarlo? In che guaio mi
sono cacciata.
E mentre
ormai tutti facevano la ola meglio dello stadio mi ritrovai con gli occhi gonfi
di lacrime per la disperazione. Peccato che Manuel lo prese come un si e mi
baciò come mai aveva fatto prima. Rimasi per tutta la serata in uno stato di
coma apparente. Anche quando mi riaccompagnò a casa non fece altro che
ringraziarmi per averlo reso l’uomo più felice del mondo. Non seppi cosa
rispondere.
Aprì la
porta di casa e trovai Mary che a quanto pare non doveva essere rientrata da
molto visto che era ancora tutta truccata e vestita come qualche ora
prima.
“oh mio Dio,
Ludo, che faccia che hai? Ma che è successo? Sembri una a cui hanno appena
annunciato il giorno dell’esecuzione” lo disse ridendo, come ci era andata
vicino.
“Mary, mi
sposo, Marco mi ha chiesto di sposarlo” sembravo un automa mentre
parlavo.
Mi conosceva
bene, sapeva che non ero felice.
“ti prego,
dimmi che gli hai detto di no. Non lo puoi sposare. A parte l’essere idiota
quale è lui ma sei giovane, hai 20anni.”
“non sono
riuscita a spiccicare parola, c’erano tutti i suoi parenti, come facevo a dirgli
di no.”
“scommetto
che il pirla aveva organizzato tutta questa pantomima proprio per evitarsi un
no. Dimmi solo una cosa Ludo, lo ami? Lo ami sul serio? Perché se non è così e
lui ti ha incastrata giuro che se la vedrà direttamente con me.”
Lo amavo?
Non lo sapevo, non sapevo rispondere a questa semplice domanda.
“Mary non lo
so!” e dicendo questo cominciai di nuovo a piangere. La mia amica mi abbracciò
senza dirmi nulla. Mi accompagnò in bagno, mi aiutò a struccarmi e cambiarmi e
mi mise a letto e lei si mise accanto. Non mi lasciò per tutta la notte
accompagnando ogni mia lacrima con una carezza.
Dovevo decidermi, lo amavo? E se così non fosse stato, come potevo fare a liberarmi da questo impiccio.
Star97: non ci credo, la mia prima recensione, che carina, grazie per i complimenti, sono contenta che ti sia piaciuto e spero che continuerà ad essere così, ce la metterò tutta per non deluderti. uno smack enorme