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Autore: Archangel 06     01/06/2010    3 recensioni
Lei si chiama Angela e viene dall'Italia, lui è Janne, il tastierista dei Children of Bodom, e viene dalla Finlandia. che cosa succedrà quando i due si ri incontreranno dopo un paio di anni a Helsinki, e si renderanno conto piano piano di piacersi? succederà che il dispettosissimo cupido si divertirà a rimescolare le carte in tavola a suo piacimento...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Ciclo Children of Bodom'
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Ripensando a quello che è successo, ancora non mi sembra vero. E mi sembra ancora meno vero quello che è successo questo inverno. Però guardando il poster scarabocchiato da quelle scritte inconfondibili appeso alla parete, e quella fotografia, devo convincermi per forza. È successo. E non posso certo dimenticare quelle sensazioni… la sensazione di quei baci. La sensazione delle sue mani sulla pelle, e il suo odore. Sembra un sogno, ma è successo veramente.

Scusatemi, non mi sono ancora presentata. Mi chiamo Angela, e vengo dall’Italia, da una città vicina a Venezia. La conoscerete, quasi sicuramente…
Ho 22 anni, ho abbandonato la scuola durante l’ultimo anno di liceo, e ora vivo a Helsinki, assieme a Francesco, mio migliore amico, nonché co- fondatore e unico altro membro della band melodeath di cui facciamo entrambi parte, i Death Call. Io suono la batteria, il mio amico suona la chitarra e canta in scream.

Dopo questa breve presentazione, passerò a raccontarvi i fatti accaduti, a cui suppongo, come me, stenterete a credere.

Io e il mio amico ci siamo conosciuti sul noto social network Face Book, non mi ricordo nemmeno attraverso chi o che pagina. Cominciammo presto a parlare via chat: metallari entrambi, schifati da una gioventù che della vita capiva sempre meno ma si atteggiava a padrona del mondo; schifati dalla politica, dalla religione, schifati dallo stato attuale di tutto, ma con una gran voglia di fare qualcosa per essere felici, di seguire le nostre inclinazioni; in sostanza, con una gran voglia di ribellione, eravamo ben presto diventati ottimi amici prima, quasi fratelli poi.
Al contrario di quanto avrebbe potuto dire una malalingua, non siamo mai stati fidanzati o cose simili: siamo sempre stati come dei fratelli, accomunati dalle stesse passioni e idee. Per questo entrambi ci eravamo avvicinati alle frange più estreme del metal, affascinati dalla ribellione che trasudavano. Quando ero in quarta superiore, poco prima che finissero le scuole, io avevo deciso che avrei voluto imparare a suonare la batteria. Per quattro anni, io e il mio amico provammo e riprovammo, componemmo musica, cercammo, trovammo, scartammo, prendemmo e cambiammo i tre session members alla tastiera, seconda chitarra e basso. In cinque anni migliorammo parecchio, finché non fummo pronti a incidere il nostro primo demo. Lo inviammo ad una nota rivista di musica rock e metal, che ci fece una buona recensione e ci aprì la strada verso il nostro primo colloquio con gli agenti della Spinefarm Records.

“Buone notizie, vecchio mio! La Spinefarm Records vuole un colloquio!” esclamai quel giorno, spalancando la porta della piccola sala prove di nostra proprietà a Rimini. Francesco era seduto su una sedia, intento ad accordare la propria ESP, e sentendomi si girò con un sorriso.

“Finalmente! Pare che la tua filosofia su dio che non esiste ma c’è abbia colto nel segno, eh?” esclamò mettendosi a ridere. Mi unii a lui, ben ricordando la prima volta che gli avevo spiegato cosa mi sarebbe piaciuto mettere nei nostri testi. Non era mai stato molto incline alla speculazione filosofica pura e semplice, e gli avevo fatto venire il mal di testa… sorrisi, ripensandoci.

“Le cose incomprensibilmente colte vanno sempre bene!” esclamai, prendendo posto dietro la mia batteria, tirando fuori le mie bacchette vecchie, scheggiate e rovinate, iniziando a battere qualche ritmo giusto per scaldarmi un po’.

“Pronto? Attacco con See the Truth…” tac, tac, tac tac tac- e iniziai con un lento quattro quarti. Francesco attaccò subito con la melodia della chitarra solista, e dopo l’intro iniziò a cantare. La canzone durava quattro minuti e venticinque secondi, ma al secondo minuto fummo interrotti da uno squillo di telefono. Accidenti, mi ero scordata di spegnerlo! Seccatissima, presi il cellulare dalla tasca, aprii la slide e risposi.

“Pronto, Virginia!! Sai benissimo che sono in sala prove e…” cominciai, oltremodo seccata. Virginia. La mia amica di quando ero al liceo, lei aveva 4 anni meno di me. Ci eravamo conosciute quando io ero in quarta superiore, poi dopo che avevo lasciato la scuola ci eravamo mantenute in contatto.
In quei giorni era in vacanza a Rimini, era venuta a trovarmi. Suo fratello lavorava all’allestimento del palco per la tappa del concerto dei Children of Bodom, che sarebbe stato di li a una settimana.

“Angela, senti una cosa! Tu e Francesco affittate la sala prove, vero?” mi interruppe con urgenza.

“Si… la domenica, il martedì e il giovedì tutto il giorno… perché?” chiesi, incuriosita. Che le prendeva?

“Ci sarebbero delle persone che avrebbero bisogno di una sala prove… piccola e fuori mano… non gli piace la ressa del centro, e la vostra è proprio in periferia… ne avrebbero bisogno con una certa urgenza, e i soldi non sono un problema…” in sottofondo sentivo una voce che diceva qualcosa che non si capiva.
“Beh… se li porti qui possiamo vedere di metterci d’accordo… se è una cosa davvero urgente, possiamo anche rendere più elastici gli orari e i giorni…” dissi, non troppo convinta.
“Perfetto, allora te li porto li domani alle quattro, così io poi posso andare direttamente in stazione (infatti doveva tornare a Venezia)! Va bene?”

“Beh, noi non abbiamo impegni… va bene, vada per domani alle quattro… ciao.” Chiusi la chiamata, e spensi il telefono, mentre spiegavo ogni cosa a Francesco.

“è pur sempre denaro che arriva…” commentò. Dopodiché continuammo le nostre prove, benedetti dall’alto dagli sguardi truci e seducenti provenienti dai poster dei nostri gruppi preferiti che avevamo appeso alla parete: Rhapsody of Fire, Ensiferum, Amon Amarth, Gorgoroth, Dimmu Borgir, Burzum, Children of Bodom…
   
 
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