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Autore: Stella Di Mezzanotte    02/06/2010    11 recensioni
AGGIORNATO CAPITOLO 7 Harry serpeverde ed Hermione grifondoro, due caratteri diversi e dopo sette anni di rapporti contradditori e difficili cosa succerà? ..."con un breve inchino seguito da uno sguardo beffardo, se ne andò. Prima, però, si voltò di qualche grado verso di lei per sussurrarle: - Principessa … - come fosse un saluto. Come al solito si sentì rispondere nello stesso tono. - Principe … - ..."
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Daphne Greengrass | Coppie: Draco/Ginny, Harry/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Entrarono in classe e stavolta la situazione dei posti era sicuramente positiva. Questo incuriosì Harry, dato che era certo che si sarebbe verificata la stessa situazione delle ore precedenti, infatti erano in ritardo di qualche minuto.

<< Harry ti dispiace se oggi mi siedo accanto a Pansy? >>

Harry la guardò. In effetti non aveva voglia di stare vicino a lei. Dato che non avrebbero potuto parlare molto, era meglio che le stesse lontano.

<< Fai come ti pare. >>

Senza aspettare risposta camminò tra i banchi in cerca di Draco. Lo individuò seduto accanto a Blaise Zabini. Dato che c’erano tutti quei posti liberi come mai non l’aveva aspettato? Non erano di certo grandi amici, ma ormai era un abitudine che sedessero accanto.

Si fermò accanto a lui. Stava per dire qualcosa quando lui lo precedette.

<< Sfregiato, c’è l’hai fatta ad arrivare. Ed hai preso pure un buon voto, come hai fatto? >>

<< Ho semplicemente studiato… a differenza di qualcuno. >>

Vide Draco alzare un sopracciglio, ma non dire nulla.

<< Ti conviene sederti Harry, la lezione comincerà tra poco. >>

Si fissarono per qualche secondo, fino a quando si allontanò. Draco aveva ragione, molti alunni sia Grifondoro che Serpeverde stavano entrando in aula e lui si affrettò a sedersi in un banco libero.

<< Potter, come mai quella faccia? >>

Riconobbe la voce del suo tormento. Alzò lo sguardo lentamente su di lei, che si trovava davanti il suo banco. Aveva un espressione neutra, ma sempre bellissima.

<< Hai deciso di scocciarmi ancora, Granger? >>

Non era dell’umore giusto, ma la sua risposta non scoraggiò la ragazza, che con un sospiro mise le mani sul banco e si piegò un poco sulle braccia , fino ad arrivare alla stessa altezza del suo viso.

<< Sì. >>

Sorrise appena. Non si aspettava quella risposta. Il suo non era sarcasmo ma nervosismo, ed era certo che lei l’avesse capito. Puntò i suoi occhi smeraldo nei suoi, striati d’oro,  e raccogliendo la sfida le prese una ciocca di capelli tra le dita. Per un attimo fu distratto da quella sensazione. Al tatto i suoi capelli erano morbidi come la seta e lui provò piacere solo a toccarli.

<< Cosa vuoi ancora? Non è il momento adatto, Principessa. >>

Lei sorrise apertamente, nel risentire il nome con cui solitamente la chiamava. Si avvicinò ancor di più al suo viso e lui credette di soffocare.

<< Non voglio che tu sia così nervoso. >> gli sussurrò all’orecchio.

Rimase senza parole. Che cosa aveva detto? Di solito non gli diceva mai nulla del genere. Fregandosene dei compagni che li guardavano curiosi e stupiti, abbandonò la ciocca dei suoi capelli, che ancora stringeva tra le dita, per immergere la mano tra i suoi capelli.

Le spinse il capo verso il suo e le loro labbra erano distanti solo per pochi millimetri. Sprofondò nei suoi magnetici occhi scuri e ricambiò la sua espressione seria.

<< Stai vicino a me allora. >>

Il suo era stato un sussurro basso e roco.

La vide socchiudere un po’ gli occhi per poi sfuggire alla sua presa e alzarsi. Seguì i suoi movimenti, fino a quando non la vide fare il giro del banco per sedersi accanto a lui.

In tutto questo non avevano smesso di fissarsi. Hermione aveva un espressione indecifrabile e lui non riuscì a staccare gli occhi dai suoi. Aveva reagito d’impulso facendogli quella richiesta, ma non credeva che lei avrebbe realmente accettato. Si immerse completamente nel calore dei suoi occhi sentendo la solita emozione colpirlo come un ondata, senza lasciargli respiro. Tutto era all’improvviso scomparso, non esisteva più il brusio provocato dagli studenti che prendevano posto prima della lezione, e nemmeno gli sguardi indagatori dei più curiosi.

<< Era come immaginavo…  >>

Vide Hermione girarsi verso la cattedra e solo dopo averla sentita sussurrare quelle parole seguì l’indirizzo del suo sguardo. Rimase quasi a bocca aperta nel vedere il professor Piton in piedi dietro la cattedra. Solo in quel momento ricordò le parole confuse di Dafne… ma come faceva lei a sapere? Questo non faceva altro che infittire il mistero che da giorni coinvolgeva lei ma anche Draco e Pansy, ne era certo.

<< E’ tutto vero >>

Si girò verso Hermione che sembrava molto nervosa e agitata. Aveva una mano tra i capelli e sembrava respirare con affanno. Allungò una mano verso di lei e la poggiò sul suo braccio, appoggiato al banco.

<< Hermione cosa c’è? >>

Lei si voltò verso di lui ed Harry si rese conto di non averla mai vista così preoccupata. Perché Piton era tornato? Perché la coraggiosa Grifondoro sembrava aver perso tutta la sua grinta?

<< Per favore, non ora Harry. >>

La sentii respirare più volte per poi tornare seria e fredda a guardare l’insegnante che ricambiava il suo sguardo. Harry non sapeva bene che fare, poche volte l’aveva vista così tesa. Portò lo sguardo verso Dafne, ma sia lei che Draco erano impegnati a fissare Piton, come il resto della classe d’altronde. L’unico particolare era che il professore non staccava gli occhi dalla mezzosangue e questo non gli piaceva affatto. Piton era stato accusato di aver ucciso Silente e lui sapeva bene che era così, ma evidentemente c’era stato qualcosa che aveva giustificato il suo gesto. Vederlo ad Hogwarts in un periodo tanto difficile era  veramente qualcosa di strano e contorto.

Spostò ancora lo sguardo dalla ragazza accanto a lui al professore di pozioni, che dopo qualche attimo si allontanò dalla cattedra per camminare tra i banchi.

<< Molti di voi si staranno chiedendo cosa ci faccio io qui, ma prima di tutto voglio chiarirvi una cosa: sono stato io ad uccidere il vostro amato preside. >>

Un alto mormorio si diffuse nella sala, in special modo da parte dei Grifondoro. Sentii Hermione fremere di rabbia, accanto a lui, ma non battè ciglio ne cercò di farla calmare. In quel momento tutti i suoi pensieri gravitavano sul professore che lentamente avanzava.

<< Inutile che vi scaldate tanto. E’ stato Silente stesso a chiedermi, anzi, implorarmi di ucciderlo. >>

<< Questo non è vero! >> gridò qualche Grifondoro e in poco tempo molti si alzarono in piedi, altri lasciarono l’aula e altri ancora davano chiari segni di voler farla pagare al professore per ciò che aveva fatto.

<< Tutti quelli che sono usciti da quest’aula verranno seriamente puniti, chi non si siede immediatamente verrà costretto a un intero mese di pulizie in questa scuola e chi non smette di blaterare minacce nei miei confronti verrà espulso in pochi secondi. >> pronunciò gelido Piton.

A quelle parole seguirono lunghi minuti di silenzio assoluto, nonostante i visi furibondi dei Grifondoro.

Il professore riprese ad avanzare ed Harry lo vide avvicinarsi sempre di più a lui. Da quando aveva ucciso Voldemort non l’aveva più rivisto.

<< Potter mi congratulo per lei o forse con la sua irresponsabilità. >>

Harry lo guardò con un ghigno malefico.

<< Un irresponsabilità che ha liberato il mondo magico >>

<< Non ne sarei così sicuro al suo posto, Potter. >>

Lo sussurrò a voce ancor più bassa del suo normale tono di voce ma sia lui che Hermione lo sentirono, a giudicare dal modo in cui la ragazza si mosse sulla sua sedia.

<< Signorina Granger i conti sono aperti, se lo ricordi. >> disse per poi tornare lentamente alla cattedra.

Il ragazzo si voltò velocemente verso di lei e la vide pallida ma molto arrabbiata.

Ma di quali conti parlava Piton? Sapeva che i mezzosangue erano in pericolo e che di sicuro Piton era a conoscenza di qualcosa in particolare, se non era addirittura immischiato in qualche strana situazione.

Non era normale che fosse tornato, solo che ancora non riusciva a comprendere la sua posizione. Se proprio la McGranitt l’aveva fatto tornare nella scuola ci doveva pur essere un motivo. Eppure sapeva bene quanto Piton fosse bravo a mentire. Allora perché era convinto che non fosse ciò che veramente sembrava?

Guardò ancora Hermione e stavolta le vide un sorriso amaro incurvagli le labbra.

<< I conti sono aperti anche per lei, professore. >>

Giurò di aver visto Piton irrigidirsi un momento, mentre era intento a scrivere qualcosa su una piccola agenda e questo gli fu confermato dallo sguardo di puro odio che questo lanciò alla sua compagna di banco.

Sembrava che fosse sul punto di dire qualcosa quando il segnale della fine della lezione si fece sentire.

Il tempo era passato troppo velocemente e lentamente tutti gli studenti lasciarono la classe. Hermione e il professor Piton continuavano a guardarsi e si stupì della sicurezza di Hermione, che non smetteva di scommetterlo. Sapeva che in fondo lei non aveva tutta quella forza ma non gliel’avrebbe mai data vinta a una persona come Piton. Anche lui rimase seduto finchè una mano si posò sulla sua spalla. Alzando lo sguardo vide Draco e Dafne guardarlo sospetti, soprattutto quest’ultima.

<< Andiamo Harry. >> disse Draco con decisione.

Lui guardò Hermione ancora intenta a fissare truce il professore, mentre quest’ultimo era appoggiato allo schienale della sua sedia e la guardava adesso con tranquillità e con sfida.

Prese una rapida decisione e proprio sotto gli occhi della sua ragazza e del suo amico la prese per un polso e la costrinse ad alzarsi.

<< Vattene Harry, non sono affari tuoi. >> sputò fuori velenosa cercando invano di liberarsi dalla sua presa.

<< Sì, Harry, andiamo via. Lascia qui quella sangue sporco, che si risolva da sola i suoi problemi. >>

Lui mandò uno sguardo glaciale a Dafne che ricambiò stupita.

<< Granger muoviti e usciamo di qui. >>

Lei fece resistenza ma poi cedette alla supremazia del giovane e lo seguì fuori. Nemmeno in quel momento la mano di Harry lasciò il suo polso e fregandosene della presenza dei due serpeverde, camminò speditamente alla ricerca di un posto dove nessuno li avrebbe disturbati. Avrebbe pensato dopo ai suoi compagni, prima voleva parlare con Hermione e capire cosa stava succedendo. Non sopportava restare all’oscuro di situazioni come queste.

Ignorò la voce di Dafne che lo chiamava e si infilò in un aula vuota, insonorizzandola e chiudendola con un incantesimo. Appoggiò con forza Hermione alla porta e appoggiò entrambe le mani sulle sue spalle per tenerla ferma.

<< Adesso mi dici chiaramente cosa sta succedendo. >> le disse deciso.

<< No, affatto. Lasciami uscire subito, Potter. >>

<< Non ho voglia di ripetere. >> rispose soltanto.

<< Per favore, lasciami andare. >> disse con voce stanca e lui si ricordò solo in quel momento che era ancora convalescente.

Si allontanò da lei e prese una sedia, con nervosismo. Fece pressione sulla sua spalla, costringendola così a sedersi e Hermione non protestò, portandosi poi le dita sulla fronte. Lui si abbassò per essere alla sua altezza e stette in silenzio per qualche attimo.

<< Coraggio, dimmi cosa succede e ti lascio andare. >> disse, cercando di mantenere la calma.

<< Non sono affari tuoi. Si tratta solo dei mezzosangue come me, quindi non ti riguarda. >>

<< Vuoi prendermi in giro? E’ coinvolto anche Piton quindi è qualcosa di grosso. Dopo aver ucciso il Signore Oscuro non mi lascerò sfuggire la situazione e se sta succedendo qualcosa dentro questa scuola io lo devo sapere, hai capito Granger? >>

<< Piton è tornato nella scuola perché adesso i mangiamorte sanno che siamo entrati in quella finestra magica, ovvero il modo in cui riuscivano ad entrare nella scuola. >>

Harry rimase sbalordito a guardarla.

<< Stai dicendo che i mangiamorte entravano indisturbati da quella finestra magica? >>

<< Non proprio, Potter. In realtà Bellatrix voleva fare un attacco nei prossimi giorni all’interno della scuola per uccidere tutti i mezzosangue, ma i suoi piani sono stati sventati proprio da noi che abbiamo scoperto il loro covo. >>

<< Chi mi dice che tutto questo sia vero? >>

<< Bellatrix ha cercato di uccidermi questa notte e non era da sola… >>

A quelle parole Harry si sollevò portandosi anche lei. La riappoggiò alla porta dietro di loro e la fissò dritta negli occhi.

<< Cosa hai detto? >>

<< Hai sentito perfettamente, Potter. Piton si è intromesso e ha convinto Bellatrix a lasciarmi vivere. >>

La sua voce tremò sull’ultima parola e Harry deglutì un paio di volte a vuoto. Hermione stava per essere uccisa da Bellatrix, solo perché insieme a lui aveva accidentalmente scoperto il loro mezzo di comunicazione? A dire il vero tutto coincideva. Sapeva che c’era qualcosa di losco dietro quella finestra magica e ora si spiegava lo strano comportamento di Piton e l’atteggiamento nervoso della preside.

<< Ma se Piton era con gli altri mangiamorte, come mai la McGranitt l’ha accettato di nuovo a  scuola? >> chiesi nervosamente.

<< Questo non lo so. Ricordo solo che non riuscivo a dormire. Non mi sentivo bene e poi sapevo di essere in pericolo. E’ arrivata Bellatrix e non era sola, ma con la persona che l’ha aiutata ad entrare indisturbata nella scuola. Mi ha confermato tutto sulla finestra magica convinta che poi mi avrebbe ucciso, ma hanno fatto irruzione Piton e la preside. Poi i mangiamorte sono andati via e Madama Chips mi ha curato le ferite e mi ha dato qualcosa per dormire. >>

Harry la fissò a lungo. Aveva un vuoto allo stomaco e sentiva una rabbia incredibile montargli addosso. L’avevano ferita e l’avrebbero uccisa se Piton non si fosse messo in mezzo, ma a quale scopo?

<< Adesso posso andare? >> sentii chiedere dalla ragazza, con voce flebile.

C’erano ancora delle questioni irrisolte che voleva assolutamente sapere. Dapprima chi era la persona che accompagnava Bellatrix, poi a cosa si riferiva esattamente Piton con le parole che aveva rivolto alla grifondoro quella mattina e in ultimo voleva capire come mai i suoi tre compagni quella notte non c’erano stati. Possibile che fosse tutta una coincidenza? No… lui era convinto di no.

<< Dove ti hanno ferito. >> sussurrò quasi a se stesso.

<< Cosa? >> lei lo guardò confusa.

<< Cosa diavolo ti hanno fatto! >> urlò quasi, mentre stringeva i pugni.

Lei lo guardò per qualche attimo per poi scoprirsi il braccio che mostrava una lunga cicatrice, spostò i lunghi capelli mossi color miele e spostò leggermente la divisa e il ragazzo potè notare una profonda ferita bendata poco sopra la sua spalla.

Chiuse gli occhi, tremando di rabbia. Certo gli dispiaceva ma sentiva di star scoppiando dal nervosismo. Forse era esagerato, in fondo non avevano mai avuto dei buoni rapporti, solo che non potè fare a meno di pensare che ciò che avevano fatto alla grifondoro l’avrebbero pagata cara. Chiunque fosse stato a ridurla in quel modo. Non solo stava male ma era pure ferita abbastanza gravemente. A giudicare dall’aspetto della cicatrice e della ferita dovevano essere stati dei colpi molto violenti quelli che le avevano inferto.

Rilasciò le dita strette a pungo e lentamente percorse la cicatrice sul suo braccio che andava dal polso fino a poco sopra il gomito, rovinando la sua pelle candida. Hermione sospirò e lui le spostò di nuovo i capelli su una spalla per vedere quella benda che le arrivava fino a metà collo. Nonostante fosse coperta da una benda sentii Hermione tremare sotto al suo tocco. Forse le faceva male. La stessa mano si fermò sul suo viso, proprio come quella mattina e istintivamente l’attirò a sé e l’abbracciò.

Non era giusto ciò che aveva passato, semplicemente per il fatto che fosse una mezzosangue. Avrebbe voluto essere con lei per difenderla, invece era rimasta sola in balia dei mangiamorte, fino all’arrivo di Piton.

<< Io… adesso devo andare. >>

Lui non accennò a lasciarla, anzi la strinse più forte e sentii Hermione artigliargli la giacca della divisa. Sapeva che nemmeno lei voleva allontanarsi da lui ma si costrinse a lasciarla andare.

<< Me la pagheranno Hermione. >> le sussurrò prima di allontanarsi del tutto da lei.

Lei lo guardò con una strana espressione e dopo aver sospirato più volte si voltò verso la porta che lui aprì. La vide allontanarsi e non riusciva a darsi pace per ciò che era successo.

Uscì dall’aula, pensando al ruolo che rivestiva il suo professore in tutto questo. Se era intervenuto senza che i mangiamorte lo attaccassero, significava che era d’accordo con loro ma nel frattempo non fosse del tutto coinvolto dato il comportamento della McGranitt.

Sospirò stancamente e la sua mente accarezzò l’idea di tornare a quella finestra magica per capirci di più. Non fece in tempo a finire questo pensiero che una mano lo fermò per un braccio. Si voltò e incontrò due occhi scuri fiammeggianti.

<< Harry spero che tu abbia una buona spiegazione, perché intendo sapere cosa ti è saltato in mente. >>

Harry arcuò un sopracciglio e si appoggiò a una parete, guardando freddamente Dafne.

<< Una buona spiegazione per cosa? >> chiese indifferente.

<< Per ciò che hai fatto! Come ti sei permesso di lasciarmi lì e andartene con la Granger? >>

Harry notò che era davvero nervosa, probabilmente gelosa, ma lui aveva ben altro in testa.

<< Avevo bisogno di sapere cosa sta succedendo. Tu sapevi che i mangiamorte hanno tentato di ucciderla questa notte? >> disse scandendo bene le ultime parole.

Dafne lo guardò stupita e poi si mosse nervosamente, toccandosi i capelli e portando le braccia al petto.

<< Ehm… ma a te che importa di ciò che le succede? >>

Harry si allontanò dalla parete e affilò sguardo.

<< Non hai risposto alla mia domanda… amore. >> disse con ironia e nervosismo mal celato.

Si fissarono per qualche secondo e dato che Dafne non si decideva a rispondere lui l’afferrò per la vita e se la portò a pochi centimetri dal suo viso.

<< Se scopro che tu sei in qualche modo coinvolta in tutto quello che sta succedendo non la passerai liscia, Dafne. >>

Lei allacciò le braccia dietro il suo collo e si attaccò a lui.

<< Come puoi pensare che io sia coinvolta? >>

Lo baciò e lui si allontanò quel poco per guardarla in viso.

<< Tu mi nascondi qualcosa e questo non mi piace. Stai attenta a quello che fai. >>

L’allontanò bruscamente da sé, facendola barcollare ma la sua ragazza non rispose alle sue parole e questo lo fece innervosire ancora di più. Era davvero coinvolta? Se era così allora anche Draco e Pansy lo erano, dato il loro comportamento.

Non appena Dafne si fu allontanata lui partì alla ricerca di Draco. Da lui esigeva delle risposte e le avrebbe avute.

************************************    

Ciao a tutti!

Sono rimasta sorpresa dai commenti che mi avete lasciato nell’ avviso, sinceramente non me l’aspettavo!

Adesso cercherò di aggiornare una volta a settimana come avevo promesso. Spero di ritrovarvi tutti per questo capitolo e risponderò ad ognuno di voi nel prossimo capitolo!

Un bacio a tutti^^

Stella Del Sud…

  
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