Entrarono
in classe e stavolta la situazione dei posti era sicuramente positiva.
Questo
incuriosì Harry, dato che era certo che si sarebbe
verificata la stessa
situazione delle ore precedenti, infatti erano in ritardo di qualche
minuto.
<<
Harry ti dispiace se oggi mi siedo accanto a Pansy? >>
Harry
la guardò. In effetti non aveva voglia di stare vicino a
lei. Dato che non
avrebbero potuto parlare molto, era meglio che le stesse lontano.
<<
Fai come ti pare. >>
Senza
aspettare risposta camminò tra i banchi in cerca di Draco.
Lo individuò seduto
accanto a Blaise Zabini. Dato che c’erano tutti quei posti
liberi come mai non
l’aveva aspettato? Non erano di certo grandi amici, ma ormai
era un abitudine
che sedessero accanto.
Si
fermò accanto a lui. Stava per dire qualcosa quando lui lo
precedette.
<<
Sfregiato, c’è l’hai fatta ad arrivare.
Ed hai preso pure un buon voto, come
hai fatto? >>
<<
Ho semplicemente studiato… a differenza di qualcuno.
>>
Vide
Draco alzare un sopracciglio, ma non dire nulla.
<<
Ti conviene sederti Harry, la lezione comincerà tra poco.
>>
Si
fissarono per qualche secondo, fino a quando si allontanò.
Draco aveva ragione,
molti alunni sia Grifondoro che Serpeverde stavano entrando in aula e
lui si
affrettò a sedersi in un banco libero.
<<
Potter, come mai quella faccia? >>
Riconobbe
la voce del suo tormento. Alzò lo sguardo lentamente su di
lei, che si trovava
davanti il suo banco. Aveva un espressione neutra, ma sempre bellissima.
<<
Hai deciso di scocciarmi ancora, Granger? >>
Non
era dell’umore giusto, ma la sua risposta non
scoraggiò la ragazza, che con un
sospiro mise le mani sul banco e si piegò un poco sulle
braccia , fino ad
arrivare alla stessa altezza del suo viso.
<<
Sì. >>
Sorrise
appena. Non si aspettava quella risposta. Il suo non era sarcasmo ma
nervosismo, ed era certo che lei l’avesse capito.
Puntò i suoi occhi smeraldo
nei suoi, striati d’oro,
e raccogliendo
la sfida le prese una ciocca di capelli tra le dita. Per un attimo fu
distratto
da quella sensazione. Al tatto i suoi capelli erano morbidi come la
seta e lui
provò piacere solo a toccarli.
<<
Cosa vuoi ancora? Non è il momento adatto, Principessa.
>>
Lei
sorrise apertamente, nel risentire il nome con cui solitamente la
chiamava. Si
avvicinò ancor di più al suo viso e lui credette
di soffocare.
<<
Non voglio che tu sia così nervoso. >> gli
sussurrò all’orecchio.
Rimase
senza parole. Che cosa aveva detto? Di solito non gli diceva mai nulla
del
genere. Fregandosene dei compagni che li guardavano curiosi e stupiti,
abbandonò
la ciocca dei suoi capelli, che ancora stringeva tra le dita, per
immergere la
mano tra i suoi capelli.
Le
spinse il capo verso il suo e le loro labbra erano distanti solo per
pochi
millimetri. Sprofondò nei suoi magnetici occhi scuri e
ricambiò la sua
espressione seria.
<<
Stai vicino a me allora. >>
Il
suo era stato un sussurro basso e roco.
La
vide socchiudere un po’ gli occhi per poi sfuggire alla sua
presa e alzarsi.
Seguì i suoi movimenti, fino a quando non la vide fare il
giro del banco per sedersi
accanto a lui.
In
tutto questo non avevano smesso di fissarsi. Hermione aveva un
espressione
indecifrabile e lui non riuscì a staccare gli occhi dai
suoi. Aveva reagito
d’impulso facendogli quella richiesta, ma non credeva che lei
avrebbe realmente
accettato. Si immerse completamente nel calore dei suoi occhi sentendo
la
solita emozione colpirlo come un ondata, senza lasciargli respiro.
Tutto era
all’improvviso scomparso, non esisteva più il
brusio provocato dagli studenti
che prendevano posto prima della lezione, e nemmeno gli sguardi
indagatori dei
più curiosi.
<<
Era come immaginavo… >>
Vide
Hermione girarsi verso la cattedra e solo dopo averla sentita
sussurrare quelle
parole seguì l’indirizzo del suo sguardo. Rimase
quasi a bocca aperta nel vedere
il professor Piton in piedi dietro la cattedra. Solo in quel momento
ricordò le
parole confuse di Dafne… ma come faceva lei a sapere? Questo
non faceva altro
che infittire il mistero che da giorni coinvolgeva lei ma anche Draco e
Pansy,
ne era certo.
<<
E’ tutto vero >>
Si
girò verso Hermione che sembrava molto nervosa e agitata.
Aveva una mano tra i
capelli e sembrava respirare con affanno. Allungò una mano
verso di lei e la
poggiò sul suo braccio, appoggiato al banco.
<<
Hermione cosa c’è? >>
Lei
si voltò verso di lui ed Harry si rese conto di non averla
mai vista così
preoccupata. Perché Piton era tornato? Perché la
coraggiosa Grifondoro sembrava
aver perso tutta la sua grinta?
<<
Per favore, non ora Harry. >>
La
sentii respirare più volte per poi tornare seria e fredda a
guardare l’insegnante
che ricambiava il suo sguardo. Harry non sapeva bene che fare, poche
volte
l’aveva vista così tesa. Portò lo
sguardo verso Dafne, ma sia lei che Draco
erano impegnati a fissare Piton, come il resto della classe
d’altronde. L’unico
particolare era che il professore non staccava gli occhi dalla
mezzosangue e
questo non gli piaceva affatto. Piton era stato accusato di aver ucciso
Silente
e lui sapeva bene che era così, ma evidentemente
c’era stato qualcosa che aveva
giustificato il suo gesto. Vederlo ad Hogwarts in un periodo tanto
difficile
era veramente
qualcosa di strano e
contorto.
Spostò
ancora lo sguardo dalla ragazza accanto a lui al professore di pozioni,
che
dopo qualche attimo si allontanò dalla cattedra per
camminare tra i banchi.
<<
Molti di voi si staranno chiedendo cosa ci faccio io qui, ma prima di
tutto
voglio chiarirvi una cosa: sono stato io ad uccidere il vostro amato
preside.
>>
Un
alto mormorio si diffuse nella sala, in special modo da parte dei
Grifondoro.
Sentii Hermione fremere di rabbia, accanto a lui, ma non
battè ciglio ne cercò
di farla calmare. In quel momento tutti i suoi pensieri gravitavano sul
professore che lentamente avanzava.
<<
Inutile che vi scaldate tanto. E’ stato Silente stesso a
chiedermi, anzi,
implorarmi di ucciderlo. >>
<<
Questo non è vero! >> gridò qualche
Grifondoro e in poco tempo molti si
alzarono in piedi, altri lasciarono l’aula e altri ancora
davano chiari segni
di voler farla pagare al professore per ciò che aveva fatto.
<<
Tutti quelli che sono usciti da quest’aula verranno
seriamente puniti, chi non
si siede immediatamente verrà costretto a un intero mese di
pulizie in questa
scuola e chi non smette di blaterare minacce nei miei confronti
verrà espulso
in pochi secondi. >> pronunciò gelido Piton.
A
quelle parole seguirono lunghi minuti di silenzio assoluto, nonostante
i visi
furibondi dei Grifondoro.
Il
professore riprese ad avanzare ed Harry lo vide avvicinarsi sempre di
più a
lui. Da quando aveva ucciso Voldemort non l’aveva
più rivisto.
<<
Potter mi congratulo per lei o forse con la sua
irresponsabilità. >>
Harry
lo guardò con un ghigno malefico.
<<
Un irresponsabilità che ha liberato il mondo magico
>>
<<
Non ne sarei così sicuro al suo posto, Potter.
>>
Lo
sussurrò a voce ancor più bassa del suo normale
tono di voce ma sia lui che
Hermione lo sentirono, a giudicare dal modo in cui la ragazza si mosse
sulla
sua sedia.
<<
Signorina Granger i conti sono aperti, se lo ricordi. >>
disse per poi
tornare lentamente alla cattedra.
Il
ragazzo si voltò velocemente verso di lei e la vide pallida
ma molto
arrabbiata.
Ma
di quali conti parlava Piton? Sapeva che i mezzosangue erano in
pericolo e che
di sicuro Piton era a conoscenza di qualcosa in particolare, se non era
addirittura
immischiato in qualche strana situazione.
Non
era normale che fosse tornato, solo che ancora non riusciva a
comprendere la
sua posizione. Se proprio la McGranitt l’aveva fatto tornare
nella scuola ci
doveva pur essere un motivo. Eppure sapeva bene quanto Piton fosse
bravo a
mentire. Allora perché era convinto che non fosse
ciò che veramente sembrava?
Guardò
ancora Hermione e stavolta le vide un sorriso amaro incurvagli le
labbra.
<<
I conti sono aperti anche per lei, professore. >>
Giurò
di aver visto Piton irrigidirsi un momento, mentre era intento a
scrivere
qualcosa su una piccola agenda e questo gli fu confermato dallo sguardo
di puro
odio che questo lanciò alla sua compagna di banco.
Sembrava
che fosse sul punto di dire qualcosa quando il segnale della fine della
lezione
si fece sentire.
Il
tempo era passato troppo velocemente e lentamente tutti gli studenti
lasciarono
la classe. Hermione e il professor Piton continuavano a guardarsi e si
stupì
della sicurezza di Hermione, che non smetteva di scommetterlo. Sapeva
che in
fondo lei non aveva tutta quella forza ma non gliel’avrebbe
mai data vinta a
una persona come Piton. Anche lui rimase seduto finchè una
mano si posò sulla
sua spalla. Alzando lo sguardo vide Draco e Dafne guardarlo sospetti,
soprattutto
quest’ultima.
<<
Andiamo Harry. >> disse Draco con decisione.
Lui
guardò Hermione ancora intenta a fissare truce il
professore, mentre
quest’ultimo era appoggiato allo schienale della sua sedia e
la guardava adesso
con tranquillità e con sfida.
Prese
una rapida decisione e proprio sotto gli occhi della sua ragazza e del
suo
amico la prese per un polso e la costrinse ad alzarsi.
<<
Vattene Harry, non sono affari tuoi. >> sputò
fuori velenosa cercando
invano di liberarsi dalla sua presa.
<<
Sì, Harry, andiamo via. Lascia qui quella sangue sporco, che
si risolva da sola
i suoi problemi. >>
Lui
mandò uno sguardo glaciale a Dafne che ricambiò
stupita.
<<
Granger muoviti e usciamo di qui. >>
Lei
fece resistenza ma poi cedette alla supremazia del giovane e lo
seguì fuori.
Nemmeno in quel momento la mano di Harry lasciò il suo polso
e fregandosene
della presenza dei due serpeverde, camminò speditamente alla
ricerca di un
posto dove nessuno li avrebbe disturbati. Avrebbe pensato dopo ai suoi
compagni, prima voleva parlare con Hermione e capire cosa stava
succedendo. Non
sopportava restare all’oscuro di situazioni come queste.
Ignorò
la voce di Dafne che lo chiamava e si infilò in un aula
vuota, insonorizzandola
e chiudendola con un incantesimo. Appoggiò con forza
Hermione alla porta e
appoggiò entrambe le mani sulle sue spalle per tenerla ferma.
<<
Adesso mi dici chiaramente cosa sta succedendo. >> le
disse deciso.
<<
No, affatto. Lasciami uscire subito, Potter. >>
<<
Non ho voglia di ripetere. >> rispose soltanto.
<<
Per favore, lasciami andare. >> disse con voce stanca e
lui si ricordò
solo in quel momento che era ancora convalescente.
Si
allontanò da lei e prese una sedia, con nervosismo. Fece
pressione sulla sua
spalla, costringendola così a sedersi e Hermione non
protestò, portandosi poi
le dita sulla fronte. Lui si abbassò per essere alla sua
altezza e stette in
silenzio per qualche attimo.
<<
Coraggio, dimmi cosa succede e ti lascio andare. >>
disse, cercando di
mantenere la calma.
<<
Non sono affari tuoi. Si tratta solo dei mezzosangue come me, quindi
non ti
riguarda. >>
<<
Vuoi prendermi in giro? E’ coinvolto anche Piton quindi
è qualcosa di grosso.
Dopo aver ucciso il Signore Oscuro non mi lascerò sfuggire
la situazione e se
sta succedendo qualcosa dentro questa scuola io lo devo sapere, hai
capito
Granger? >>
<<
Piton è tornato nella scuola perché adesso i
mangiamorte sanno che siamo
entrati in quella finestra magica, ovvero il modo in cui riuscivano ad
entrare
nella scuola. >>
Harry
rimase sbalordito a guardarla.
<<
Stai dicendo che i mangiamorte entravano indisturbati da quella
finestra
magica? >>
<<
Non proprio, Potter. In realtà Bellatrix voleva fare un
attacco nei prossimi
giorni all’interno della scuola per uccidere tutti i
mezzosangue, ma i suoi
piani sono stati sventati proprio da noi che abbiamo scoperto il loro
covo.
>>
<<
Chi mi dice che tutto questo sia vero? >>
<<
Bellatrix ha cercato di uccidermi questa notte e non era da
sola… >>
A
quelle parole Harry si sollevò portandosi anche lei. La
riappoggiò alla porta
dietro di loro e la fissò dritta negli occhi.
<<
Cosa hai detto? >>
<<
Hai sentito perfettamente, Potter. Piton si è intromesso e
ha convinto
Bellatrix a lasciarmi vivere. >>
La
sua voce tremò sull’ultima parola e Harry
deglutì un paio di volte a vuoto.
Hermione stava per essere uccisa da Bellatrix, solo perché
insieme a lui aveva
accidentalmente scoperto il loro mezzo di comunicazione? A dire il vero
tutto
coincideva. Sapeva che c’era qualcosa di losco dietro quella
finestra magica e
ora si spiegava lo strano comportamento di Piton e
l’atteggiamento nervoso
della preside.
<<
Ma se Piton era con gli altri mangiamorte, come mai la McGranitt
l’ha accettato
di nuovo a scuola?
>> chiesi
nervosamente.
<<
Questo non lo so. Ricordo solo che non riuscivo a dormire. Non mi
sentivo bene
e poi sapevo di essere in pericolo. E’ arrivata Bellatrix e
non era sola, ma
con la persona che l’ha aiutata ad entrare indisturbata nella
scuola. Mi ha
confermato tutto sulla finestra magica convinta che poi mi avrebbe
ucciso, ma
hanno fatto irruzione Piton e la preside. Poi i mangiamorte sono andati
via e
Madama Chips mi ha curato le ferite e mi ha dato qualcosa per dormire.
>>
Harry
la fissò a lungo. Aveva un vuoto allo stomaco e sentiva una
rabbia incredibile
montargli addosso. L’avevano ferita e l’avrebbero
uccisa se Piton non si fosse
messo in mezzo, ma a quale scopo?
<<
Adesso posso andare? >> sentii chiedere dalla ragazza,
con voce flebile.
C’erano
ancora delle questioni irrisolte che voleva assolutamente sapere.
Dapprima chi
era la persona che accompagnava Bellatrix, poi a cosa si riferiva
esattamente
Piton con le parole che aveva rivolto alla grifondoro quella mattina e
in
ultimo voleva capire come mai i suoi tre compagni quella notte non
c’erano
stati. Possibile che fosse tutta una coincidenza? No… lui
era convinto di no.
<<
Dove ti hanno ferito. >> sussurrò quasi a se
stesso.
<<
Cosa? >> lei lo guardò confusa.
<<
Cosa diavolo ti hanno fatto! >> urlò quasi,
mentre stringeva i pugni.
Lei
lo guardò per qualche attimo per poi scoprirsi il braccio
che mostrava una
lunga cicatrice, spostò i lunghi capelli mossi color miele e
spostò leggermente
la divisa e il ragazzo potè notare una profonda ferita
bendata poco sopra la
sua spalla.
Chiuse
gli occhi, tremando di rabbia. Certo gli dispiaceva ma sentiva di star
scoppiando dal nervosismo. Forse era esagerato, in fondo non avevano
mai avuto dei
buoni rapporti, solo che non potè fare a meno di pensare che
ciò che avevano
fatto alla grifondoro l’avrebbero pagata cara. Chiunque fosse
stato a ridurla
in quel modo. Non solo stava male ma era pure ferita abbastanza
gravemente. A
giudicare dall’aspetto della cicatrice e della ferita
dovevano essere stati dei
colpi molto violenti quelli che le avevano inferto.
Rilasciò
le dita strette a pungo e lentamente percorse la cicatrice sul suo
braccio che
andava dal polso fino a poco sopra il gomito, rovinando la sua pelle
candida.
Hermione sospirò e lui le spostò di nuovo i
capelli su una spalla per vedere
quella benda che le arrivava fino a metà collo. Nonostante
fosse coperta da una
benda sentii Hermione tremare sotto al suo tocco. Forse le faceva male.
La
stessa mano si fermò sul suo viso, proprio come quella
mattina e istintivamente
l’attirò a sé e
l’abbracciò.
Non
era giusto ciò che aveva passato, semplicemente per il fatto
che fosse una
mezzosangue. Avrebbe voluto essere con lei per difenderla, invece era
rimasta
sola in balia dei mangiamorte, fino all’arrivo di Piton.
<<
Io… adesso devo andare. >>
Lui
non accennò a lasciarla, anzi la strinse più
forte e sentii Hermione artigliargli
la giacca della divisa. Sapeva che nemmeno lei voleva allontanarsi da
lui ma si
costrinse a lasciarla andare.
<<
Me la pagheranno Hermione. >> le sussurrò
prima di allontanarsi del tutto
da lei.
Lei
lo guardò con una strana espressione e dopo aver sospirato
più volte si voltò
verso la porta che lui aprì. La vide allontanarsi e non
riusciva a darsi pace
per ciò che era successo.
Uscì
dall’aula, pensando al ruolo che rivestiva il suo professore
in tutto questo.
Se era intervenuto senza che i mangiamorte lo attaccassero, significava
che era
d’accordo con loro ma nel frattempo non fosse del tutto
coinvolto dato il
comportamento della McGranitt.
Sospirò
stancamente e la sua mente accarezzò l’idea di
tornare a quella finestra magica
per capirci di più. Non fece in tempo a finire questo
pensiero che una mano lo
fermò per un braccio. Si voltò e
incontrò due occhi scuri fiammeggianti.
<<
Harry spero che tu abbia una buona spiegazione, perché
intendo sapere cosa ti è
saltato in mente. >>
Harry
arcuò un sopracciglio e si appoggiò a una parete,
guardando freddamente Dafne.
<<
Una buona spiegazione per cosa? >> chiese indifferente.
<<
Per ciò che hai fatto! Come ti sei permesso di lasciarmi
lì e andartene con la
Granger? >>
Harry
notò che era davvero nervosa, probabilmente gelosa, ma lui
aveva ben altro in
testa.
<<
Avevo bisogno di sapere cosa sta succedendo. Tu sapevi che i
mangiamorte hanno
tentato di ucciderla questa notte? >> disse scandendo
bene le ultime
parole.
Dafne
lo guardò stupita e poi si mosse nervosamente, toccandosi i
capelli e portando
le braccia al petto.
<<
Ehm… ma a te che importa di ciò che le succede?
>>
Harry
si allontanò dalla parete e affilò sguardo.
<<
Non hai risposto alla mia domanda… amore.
>> disse con ironia e nervosismo mal celato.
Si
fissarono per qualche secondo e dato che Dafne non si decideva a
rispondere lui
l’afferrò per la vita e se la portò a
pochi centimetri dal suo viso.
<<
Se scopro che tu sei in qualche modo coinvolta in tutto quello che sta
succedendo non la passerai liscia, Dafne. >>
Lei
allacciò le braccia dietro il suo collo e si
attaccò a lui.
<<
Come puoi pensare che io sia coinvolta? >>
Lo
baciò e lui si allontanò quel poco per guardarla
in viso.
<<
Tu mi nascondi qualcosa e questo non mi piace. Stai attenta a quello
che fai.
>>
L’allontanò
bruscamente da sé, facendola barcollare ma la sua ragazza
non rispose alle sue
parole e questo lo fece innervosire ancora di più. Era
davvero coinvolta? Se
era così allora anche Draco e Pansy lo erano, dato il loro
comportamento.
Non
appena Dafne si fu allontanata lui partì alla ricerca di
Draco. Da lui esigeva
delle risposte e le avrebbe avute.
************************************
Ciao
a tutti!
Sono
rimasta sorpresa dai commenti che mi avete lasciato nell’
avviso, sinceramente non me l’aspettavo!
Adesso
cercherò di aggiornare una volta a settimana come avevo
promesso. Spero di ritrovarvi tutti per questo capitolo e
risponderò ad ognuno
di voi nel prossimo capitolo!
Un
bacio a tutti^^
Stella
Del Sud…