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Autore: cloe cullen    02/06/2010    32 recensioni
"Ma stanotte ho deciso di accontentarti...farò l'amore con te Bella..." Ambientata dopo che Edward lascia Bella in New Moon...ma se prima di lasciarla avessero condiviso un'esperienza che avrebbe cambiato le loro vite per sempre? come reagirà Bella? Edward tornerà da lei...? Leggete in molti!!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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cap 47 Buongiorno ragazze!!!! Spero che da voi il sole splenda alto nel cielo e stiate passando una bella giornata di festa, in vacanza da esami, scuola, lavoro e altre schifezze varie che tormentano la nostra esistenza XD. Come al solito non riesco ad aggiornare come vorrei ma veramente faccio tutto quello che posso. Sappiate che appena ho un capitolo pronto aggiorno, ma sono capitoli delicati e quindi non voglio affrettare troppo le cose e posto solo quando sono super mega sicura. Questo cap è un pò tristino  :(( mi dispiace ma è necessario per la storia in questo momento. ma se mi conoscete sapete che se avrete un pò di fiducia in me alla fine le cose evolvono sempre nella direzione più rosea!!!
Ora vi lascio al capitolo ma ci rivediamo alla fine per due piccole precisazioni :) una più seria ed una un pò meno diciamo.
Enjoy
Xo Xo Cloe
P.S= Ragazze grazie per le fantastiche, splendide e bellissime recensioni!! siete le migliori *.*  *.*   *.*



BELLA POV


“No, infatti non mi sembra abbastanza. Non mi sembra affatto abbastanza!”
Sbattei le palpebre un paio di volte, confusa da quella voce che mai, mai avevo sentito così infuriata. Il cuore accelerò i battiti, come impazzito, come se stesse cercando di volare fuori da me. Lontano da quella orribile sensazione di disagio.
Forse era un sogno. Forse stavo ancora sognando, dopotutto.
“Edward, non essere ingiusto ora. Stanno facendo del loro meglio e potrebbe volerci altro tempo…”
“Tempo? Tempo? Carlisle il tempo è l’unica cosa che non abbiamo. NON C’E’  TEMPO!”
Carlisle? Che ci faceva Carlisle a casa nostra?Doveva essere ancora molto presto ed ero..ero quasi sicura che fosse domenica…
“Stanno facendo del loro meglio” ribadì la voce che ora mi ero resa conto appartenere a mio suocero “So che hai paura ma non è comportandosi così che risolveremo la questione, e lo sai bene.”
“Forse c’è una sola soluzione…”
“Non gliene abbiamo nemmeno parlato” ora Carlisle sembrava titubante “Credi che..”
Improvvisamente le voci tacquero o, perlomeno, così parve al mio udito umano. Comunque avevano di certo abbassato il tono in modo che io non sentissi.
Mi voltai, prendendo a fissare la porta semiaperta da cui solo pochi istanti prima avevo sentito le voci dei due uomini provenire dal piano inferiore. Carlisle mi era sembrato …nervoso. Quasi non riuscivo a concepire anche solamente un’idea simile. Carlisle: sempre così pacato, controllato, l’unico che riusciva a controllare le proprie emozioni in ogni situazione.
E Edward…era chiaramente infuriato, deluso, scosso. E lo conoscevo troppo bene per non aver colto la preoccupazione che il suo tono celava.
L’Edward del sogno da cui ero appena stata strappata era così diverso invece… Eravamo nella nostra radura ed in lontananza riuscivo a sentire le risate spensierate dei miei figli, anche se non potevo scorgerli, troppo abbagliata a contemplare il profilo di Edward, mentre le sue mani mi stringevano a se e mi carezzavano il pancione.
Un pancione che non avevo.
Ancora.
Ma che presto…
Sorrisi al solo pensiero che se la gravidanza avesse proceduto così velocemente in poco tempo sarei stata perfettamente capace di iniziare a sentirlo muoversi e vedere il mio ventre rigonfio. Certo..non potevo ignorare i problemi. Non potevo chiudere gli occhi e fingere di non vedere che quella gravidanza non era..beh, normale.
Era passata poco più di una settimana da quando era cambiato tutto, da quando io e gli altri avevamo scoperto la verità sul mio strano malessere.Da quando Carlisle mi aveva detto che…che sarebbe stato difficile.
Difficile, ma comunque non impossibile, ne ero certa. Qualunque cosa fosse successa io ce l’avrei potuta fare, io l’avrei potuta sopportare per il mio bambino.
Avremmo combattuto insieme e, alla fine…alla fine tutto si sarebbe risolto per il meglio.
Portai le mani sotto le coperte e immediatamente si chiusero sul mio ventre ancora poco gonfio. Lo tastai piano: era cresciuto decisamente rispetto alla settimana scorsa anche se, in teoria, dovevo essere incinta di solo quattro settimane aveva le stesse dimensioni di quando avevo scoperto di aspettare Liz e Eddy. E lì ero già al terzo mese…
“Amore..”
Voltai il capo e incontrai gli occhi di Edward. Due pozze scure che mi scrutavano con attenzione e paura.
Si avvicinò in un baleno a me e racchiuse il mio viso tra le sue dita e io sfregai la guancia contro il suo palmo fresco.
“Hai le occhiaie…Ti sei agitata tutta la notte”
“Stavo facendo degli strani sogni” spiegai, ma poi sorrisi per placare i suoi timori “ma l’ultimo era un bel sogno..”
Tentò anche lui di abbozzare un sorriso, ma si capiva chiaramente che non era vero. I suoi occhi non lo sentivano, i suoi occhi non rispecchiavano le sue labbra.
Ed era così da quel giorno…
Edward era sempre…era sempre Edward. Ma vedevo che aveva paura, anzi era terrorizzato. Non mi lasciava mai, mi faceva stare in piedi il meno possibile e soprattutto evitava quasi completamente di guardarmi. O meglio…di guardare la mia pancia.
Non lo faceva mai e ogni volta che parlava della mia gravidanza era sempre freddo, quasi…quasi come se fosse estraneo alla cosa. O come se non gli riguardasse.
E questo mi feriva terribilmente, perché vivevo nella costante paura che lui non volesse quel figlio e che, peggio, non provasse quello che io già provavo per lui.
Che non lo amasse come lo amavo io.
“Che cosa faceva qui tuo padre?” chiesi, cercando inutilmente di scacciare quei pensieri e mettendomi seduta.
“Voleva parlare di..” prese un profondo respiro “Beh, doveva dirmi alcune cose”
“Cose che riguardano il bambino? Sembravi arrabbiato” notai sentendo il cuore perdere qualche battito vedendo Edward trasalire alla parola bambino, senza rispondere.
“Non è colpa loro. Fanno quello che possono e lo sai” sussurrai giocherellando col bordo del lenzuolo.
Ovviamente appena avevo aperto gli occhi avevo capito chi erano quelli che per Edward non “facevano abbastanza..”: Rosalie, Emmet e Jasper.
Non appena avevamo detto ai Cullen della strana gravidanza loro tre si erano offerti di partire per il sud America, l’unico luogo dove Carlisle aveva scoperto alcune leggende, alla ricerca di qualcosa. Di qualche dettaglio, di qualche appiglio in più. Oltretutto i Cullen mi avevano parlato di alcune loro amiche amazzoni: vampire che vivevano nel folto della foresta e che, certamente, sarebbero state disponibili ad aiutarci nelle ricerche.
Non che le speranze di trovare qualcosa fossero davvero molte in realtà, ma..ma dovevamo tentare ogni strada.
“Dopotutto è passata solo una settimana” rispose “ma Bella io vorrei che iniziassi a…”
La sua voce venne interrotta dallo squillo del telefono.
Edward rispose immediatamente alzandosi dal letto e avvicinandosi alla finestra. Parlava veloce e mi era praticamente impossibile cogliere il flusso delle sue parole.
Scesi dal letto ma, prima che potessi raggiungerlo, aveva riagganciato.
Mi aggrappai al suo braccio, guardandolo in viso. Edward teneva gli occhi chiusi, la mascella tesa…le braccia abbandonate lungo i fianchi.
“Chi..chi era?” domandai quasi spaventata di ricevere una risposta.
“Carlisle. Pare che, dopotutto, abbiano trovato qualcosa…” mormorò. Aprì gli occhi e mi guardò fissa “vestiti Bella. Dobbiamo…dobbiamo parlare con lui”
“Ora?”
“Sì ora” ribadì. Si scostò e prese alcuni vestiti dall’armadio, passandomeli.
“Ma che …che succede. Che ti ha detto?” Sentii improvvisamente una morsa stringermi lo stomaco, impedendomi quasi di respirare. Cosa diavolo dovevano dirmi? Cosa diavolo..
“Edward..per favore..”
“Bella non lo so” tagliò corto alzando la voce. Sussultai, spaventata: lui non alzava mai, mai la voce con me.
“Scusa” si passò una mano tra i capelli e mi strinse a sé, baciandomi i capelli “Scusa..ma ti assicuro che non mi ha spiegato nulla. Vuole parlare con tutti e due. Ok?”
Annuii, senza sentire comunque svanire l’apprensione nel mio cuore. “Vado..vado a vestirmi allora…”
Come in trance entrai nel bagno e mi chiusi la porta alle spalle, poggiandomi contro.
Deglutii e, mentre mi spogliavo, lanciai una rapida occhiata alla nostra immagine riflessa.
Mia e di mio figlio.
E in qualche modo mi diede la minima forza per non scoppiare a piangere.
Era lì, e lo sentivo e lo vedevo crescere.
Tutto il resto lo avrei sopportato.

“Edward..puoi..puoi per favore non leggergli nella mente?” domandai con voce flebile “A Carlisle intendo. Vorrei..odio quando fate quelle conversazioni mute e..e io non capisco niente e..”
Non sapevo nemmeno se stavo articolando una frase di senso compiuto o no o, tantomeno, se Edward stesse davvero prestando attenzione alle mie parole.
Era li con me, in quello studio, in quello stupido ospedale ma…ma non sembrava esserci davvero. I suoi occhi erano spenti, vuoti, come se la sua mente vagasse lontana, a mille miglia di distanza.
Lontana da me.
Voltò il capo e forse dopo aver notato la mia espressione terrorizzata, allungò una mano, fino a sfiorarmi la guancia. “Te lo prometto…”
“Grazie” risposi debole, abbassando lo sguardo sulle mie dita intrecciate
Parevamo due estranei: non ci guadavamo, non ci toccavamo quasi…
Non ce la facevo. Potevo affrontare qualunque parola che fosse uscita dalla bocca di Carlisle ma non di sentirmi sola. Io non ero sola accidenti, non dovevo esserlo.
“Dove sei Edward” le parole mi uscirono dalle labbra prima ancora che potessi controllarle “Dove sei..”
“Sono qui, con te” Continuavo a non guardarlo ma mi bastò sentire quelle poche parole per leggere la bugia nella sua voce.
“Non è vero” ribattei tentando di trattenere le lacrime “Non è vero e lo sai meglio di me. La tua mente non è qui con me. Non è qui con noi. Hai detto di non essere arrabbiato..”
“Non con te, lo sai. Ce l’ho solo con me stesso. Ti ho messa io in questo pasticcio e..”
Non sentii niente di quello che disse dopo. Vedevo le sue labbra muoversi. Sapevo che stava parlando ma…ma non sentivo nulla davvero.
Pasticcio.
Aveva detto pasticcio.
Nostro figlio per lui era..era solo un pasticcio.
Un indesiderato problema da risolvere al più presto?
Sarei scoppiata a piangere in quel preciso istante se la porta non si fosse aperta e Carlisle non fosse entrato con un’aria seria sul viso.
“Carlisle che hai scoperto?” domandò Edward focalizzando la sua completa attenzione sul padre. Sospirai. Dopotutto se parlava ad alta voce significava che non gli stava leggendo la mente come gli avevo chiesto.
“I tuoi fratelli forse hanno trovato qualcosa, grazie soprattutto all’aiuto di Zafrina e delle altre amazzoni. O meglio, dovrei dire qualcuno. Un altro mezzo vampiro”
“Intendi dire..” iniziai col cuore che accelerava.
“Sì. Un’altra creatura nata dall’unione tra un vampiro ed un’umana..” concluse. Mi concentrai sulla sua espressione, aspettandomi che ne fosse felice o, quantomeno, sollevato per quella scoperta.
Invece sembrava più nervoso e agitato di prima.
“La gravidanza che ha portato alla sua nascita sembra molto più simile a ..questa, rispetto che a quella dei gemelli”
“Beh allora ci può aiutare a capire di più ciò a cui andiamo incontro” dissi ansiosa di saperne di più immediatamente. “Vi ha raccontato quello che gli è successo o come sono andate le cose o..”
“Sì” mi interruppe “Sì. A quanto pare ha sempre vissuto con la zia nel folto della foresta: appena nato l’ha morsa accidentalmente ed è riuscito a trasformarla. Da quello che ho capito per lui è la sola famiglia che ha…”
“Ma quindi ..non ha mai conosciuto i suoi genitori?” chiesi confusa.
“Vedi Bella..i suoi genitori non avevano quello che avete tu ed Edward. Quel vampiro ha solo usato quella povera ragazza per divertimento. Non c’era alcun tipo di amore. L’ha abbandonata incinta e lei…lei si è rifugiata nella foresta con la sorella, vivendo e cacciando come potevano…”
Lanciò uno sguardo rapido a Edward che aveva preso a massaggiarsi le tempie, come se quello che sentisse fosse troppo anche solo per essere ascoltato.
Il cuore prese ad accelerarmi. Carlisle stava girando intorno alla questione che premeva di più a tutti quanti. “E la gravidanza come è stata?”
“E’ stata difficile. Il bambino era forte, troppo forte e il suo corpo umano non si è adattato bene alla crescita così veloce di un feto. E quando è nato”
Si bloccò e sentii Edward gemere piano, le mani ora a coprirgli il viso.
“Quando è nato quella donna è morta Bella. L’ha uccisa…”
Sentii le mani crollarmi lungo le braccia mentre le sue parole mi trapassavano da parte a parte.
E’ morta..
L’ha uccisa…
No, no, no. Doveva esserci un altro modo, un altro finale, un’altra soluzione..doveva.
Presi un profondo respiro quando mi resi conto che avevo smesso di farlo per troppi secondi.
Per me sarebbe stato diverso. Insomma quella povera ragazza viveva in condizioni precarie, io no. Avevo i Cullen, avevamo tutti gli strumenti medici necessari, avevo Edward che mi amava
“Non non è detto che..che debba andare per forza così” sussurrai cercando di aggrapparmi con forza a quel poco di speranza sorta dentro me. “Insomma lei era sola e..e.. ovviamente non aveva nessun medico che si prendesse cura di lei e.. la aiutasse e vivevano in una foresta, è ovvio che...”
A quelle mie parole Edward alzò il capo quel tanto che bastava per potermi guardare in faccia e..e quasi non lo riconobbi.
Il suo volto era una maschera di dolore e incredulità. Mi fissava come se fossi pazza, come se le cose che stavo dicendo fossero solo un mucchio di assurdità.
Di terribili e mostruose assurdità.
“Bella, non dico che non sia vero. Magari con le attenzioni giuste, somministrando molto sangue, monitorandoti costantemente, facendo un cesareo prima del termine o” si bloccò, come incerto se continuare o meno “magari ..magari sarebbe possibile ma, Bella devi capire che ci sarebbero troppe incognite, troppi rischi, troppi…Bella le cose potrebbero sfuggirci di mano, potresti…non farcela. Il tuo corpo potrebbe cedere in qualsiasi momento…Il bambino potrebbe essere davvero troppo forte per te questa volta”
Perché..perchè cercava in tutti i modi di distruggere le mie speranze, perché mentre io cercavo di vedere la luce loro..loro notavano solo il buio?
“Ma potrebbe non essere così. Potrei farcela…per lui o..o per lei” obiettai accarezzandomi il ventre.
“Bella. Quello che sto cercando di farti capire è che tu hai già due splendidi bambini e…e i rischi sono troppi. Nessuno ti giudicherebbe Bella ..anzi forse l’altra opzione è la sola cosa sensata da fare.”
Lo guardai confusa.
L’altra opzione? Di quale altra opzione stava parlando?
Non c’era nessuna altra opzione, potevo solo lottare e sperare che tutto sarebbe andato per il meglio. Ormai il mio bambino c’era, era lì, viveva e cresceva dentro di me. Non si poteva tornare indietro, non si poteva cambiare le cose, non lo si poteva far sparire a meno che non si volesse…
Spalancai gli occhi, terrorizzata.
Era quella l’altra opzione?
Pensavano che avrei davvero dovuto, che avrei davvero potuto…
Guardai Carlisle negli occhi e mi sentii morire quando lessi nel suo sguardo la conferma ai miei pensieri. Non mi ero sbagliata: non mi ero sbagliata affatto.
E improvvisamente le loro parole di quella mattina acquistarono un loro senso.
“Forse c’è una sola soluzione…”
“Non gliene abbiamo nemmeno parlato”
Una sola soluzione.
Una soluzione drastica, definitiva.
Una soluzione da cui non si tornava più indietro.
“Un…un..aborto?”
Riuscii infine a dire con un filo di voce quelle parole che risuonarono nella stanza simili ad una condanna a morte.
Una condanna per il mio bambino.

Non sentii neppure il rumore delle chiavi che Edward posò sul tavolino dell’ingresso. Non sentii niente. Né la voce di mio marito, né quella di Esme che si era occupata dei miei figli in quelle ore che eravamo stati fuori.
Avrebbero potuto incendiare la casa, urlare, fare qualsiasi altra cosa e comunque non me ne sarei accorta.
Entrai in casa e come un automa mi diressi verso le scale, al piano di sopra. La porta della cameretta dei bimbi era leggermente socchiusa e senza fare rumore scivolai all’interno avvicinandomi ai loro lettini. Esme li aveva messi in un unico letto per il sonnellino pomeridiano e guardarli dormire insieme abbracciati era qualcosa che avrebbe commosso chiunque. Eddy era avvinghiato a Liz, come se, grazie al corpo della sorella, sapesse di essere al sicuro da qualunque pericolo.
Mi guardai attorno e, prima che potessi impedire a me stessa di farmi del male, iniziai a ripensare a tutto quello che mi aveva portato lì, in quella stanza con i miei figli che in nemmeno un mese avrebbero compiuto un anno.
Ripensai all’inizio. Al giorno in cui avevo scoperto della loro esistenza silenziosa dentro di me. A quando li avevo sentiti muoversi, sotto la mano gelata di Edward che mi carezzava il ventre. A quando li avevo messi al mondo e li avevo guardati per la prima volta e avevo capito, avevo..sentito che niente sarebbe stato più come prima. E tutti i dubbi, tutte le paure erano svanite nel infinitesimo istante in cui i miei occhi avevano incontrato i loro.
E poi mi chiesi come sarebbe stata la mia vita se avessi scelto diversamente. Se davanti a quel test positivo avessi deciso che avevo troppa paura, che non me la sentivo, che non ce la potevo fare…ora sarei stata sola. Senza Edward, senza i miei figli..senza nulla.
Al solo pensiero sentii gli occhi pungermi e scossa dai singhiozzi uscii, dirigendomi a passo spedito in camera mia e non appena richiusi la porta alle spalle scoppiai in lacrime. Riuscii, anche se con gli occhi appannati, ad arrivare al letto. Mi ci stesi e quando allungai la mano sentii uno dei pupazzi di Lizzie vicino a me: lo strinsi al petto e ci affondai il viso avvertendo l’inconfondibile aroma di mia figlia.
Le lacrime continuarono ancora più prepotenti.
Carlisle mi aveva detto di pensare ai miei figli.
E io lo stavo facendo. Non facevo altro da quando avevo messo piede in casa. Pensavo a loro, a tutto quello che avevo scoperto quando ero diventata madre, a quanto li amassi, ma..ma non riuscivo anche a evitare di pensare a quello che era successo all’ospedale e..e al fatto che nella loro cameretta c’era posto anche per un’altra culla e per un altro fratellino.
Così come c’era posto nel mio cuore.
Avvertii un peso sul materasso alle mie spalle e due braccia fredde cingermi da dietro.
“Esme è tornata a casa..”
Tirai su col naso senza riuscire a dire nulla.
“Bella amore mio. E’ un momento orribile e…”
Lo fermai prima che potesse continuare “Perché non possiamo essere felici? Perché deve sempre succedere qualcosa a distruggere tutto? Perché..perchè..perchè..” sussurrai “Perché..”
“Non lo so Bella” rispose “Non lo so. Ma insieme risolveremo tutto. Sistemeremo tutto, vedrai.”
Mi raggelai alle sue parole. Sistemeremo tutto…
Lo sapevo come lui voleva sistemare le cose. Cosa lui voleva che io facessi.
Ma io..ma io cosa volevo?
Mi alzai dal letto, scostandomi da Edward.
“Perché non ami questo bambino?” domandai flebile, avvertendo gli ultimi raggi di sole entrare dalla finestra.
Ci fu silenzio per una manciata di secondi, poi la sua risposta. “Non è così…se solo ci fosse speranza che tu..”
Mi girai di scatto, sconvolta. “Edward c’è speranza. Sei tu che non la vuoi vedere.”
“Speranza? Bella” prese un profondo respiro avvicinandosi a me. Mi sfiorò le braccia e per la prima volta sentii davvero il gelo della sua pelle “Bella ascoltami. Se davvero questa gravidanza fosse come quella di Liz e Edward credi che non sarei felice? Credi che non vorrei diventare padre? Credi che..Bella io ti amo e..e tu sei tutto per me e per i bambini..”
Sapevo che se in quel momento avesse potuto piangere lo avrebbe fatto. “Oh Edward, io lo so. La nostra famiglia è tutto anche per me…ma questo bambino” mi sfiorai la pancia con le dita “questo bambino ne fa parte ormai in un modo o nell’altro…”
“Bella lo so che..che è una decisione difficile da prendere per te. E se ti serve..abbiamo ancora un po’ di tempo per..”
“Per un aborto” mormorai scrollandomi dalle sue mani “Per uccidere nostro figlio.”
“Bella nessuno la penserebbe in questo modo. La tua salute viene prima. La tua vita viene prima” disse deciso.
“No, non è vero. Come fai a capire che per me non è così. Non è così Edward!”
Mi allontanai e percorsi la stanza avanti e indietro, cercando di pensare a come fargli capire che..che doveva avere fede. In me. Che eravamo una famiglia e che quel bambino ne era parte integrante. Una parte fondamentale…
“Edward io lo so che hai paura. Ho paura anche io ma..sento che davvero ce la potrei fare. Ho te, ho Carlisle…siamo attrezzati. Forse dobbiamo solo aspettare e avere fede..”
“Bella quel poco che abbiamo scoperto..sono notizie orribili. Quella donna non aveva cure mediche, questo è vero, ma le cose non cambiano. Il tuo corpo potrebbe cedere…potresti  morire.”
Sentii il cuore pulsare forte all’altezza della gola, completamente secca.”Lo so…” dissi piano, cosciente che le mie parole avrebbero cambiato tutto “Lo so, ma non posso farlo. Non posso uccidere mio figlio..”
“Non sarebbe così..”
“Lo sarebbe invece” strillai portandomi le dita fra i capelli “Lo sarebbe, e io non posso! Come non posso fare del male a te o..o andare di la e uccidere Elisabeth e Edward. Per me sarebbe la stessa cosa, non lo capisci?”
“Bella io capisco solo che se davvero tu dovessi…ma non ti immagini cosa proveremmo? Come sarebbe la vita dei bambini senza la loro madre?”
Avrei voluto tanto strillare. Urlargli contro che sì, certo che ci avevo pensato. Che erano ore che non riuscivo a pensare a nient’altro, che avrei voluto essere felice e non dover prendere decisioni simili che…
“Edward dammi la mano.” Sussurrai colta da un’idea improvvisa. “dammi la mano”
Lui mi guardò confuso, gli occhi dilatati per lo stupore.
Afferrai la sua mano e, prima che potesse capire quello che volevo fare, la infilai sotto la mia maglietta leggera. Edward sussultò non appena entrò in contatto con il piccolo rigonfiamento freddo nel mio ventre.
“Anche lui è nostro figlio. E non dirmi che non riesci a sentirlo, non dirmi che non lo senti sotto le tue dita, non dirmi che..”
Ritirò la mano, come scottato “Smettila Bella…”
“No! NO, non la smetto, d’accordo?” risposi quasi urlando “Non la smetto, perché mi stai chiedendo di ucciderlo. Non la smetto perché mi stai dicendo di pensare ai nostri figli e io lo sto facendo. L’ho sempre fatto. Avrei dato la vita per Lizzie e Ed e ora sono pronta a farlo per questo piccolino. Perché non riesci a capire questo?”
Mi ritrovai a fissarlo, senza quasi più fiato in gola, finchè non sentii un pianto disperato provenire dall’altra stanza.
Edward teneva gli occhi fissi sul pavimento ma, non appena sentì il rumore alzò lo sguardo e lo inchiodò nel mio.
E in quel momento vidi la ferrea determinazione sul suo viso e capii.
Che non avrebbe ceduto. Che non avrebbe rinunciato.
Ma non l’avrei fatto nemmeno io.
“Non ti arrenderai vero?” La mia non era nemmeno una domanda.
“Non posso Bella..non chiedermelo..”
“Edward..”
“No, ascoltami” rispose freddo “Forse mi odierai ma…ma no me ne resterò qui a guardarti morire. Non lo farò. Puoi chiamarlo aborto o come diavolo vuoi ma se portare avanti questa gravidanza significa rischiare di perderti allora…allora non la porteremo fino alla fine…. Io farò qualunque cosa per tenerti in vita.”
Mi avvicinai alla porta. Non potevo stare un minuto di più in quella stanza con quell’uomo che..che mi sembrava di non conoscere affatto.
“Ed io farò qualunque cosa per tenere in vita lui…” sussurrai senza voltarmi.

Allora eccomi. Volevo dirvi un paio di cosine. La prima è che le opinioni di Bella sull'aborto sono assolutamente sue personali e private e non mi permetto in alcun modo di dare giudizi attraverso queste su un argomento tanto delicato, soggettivo e doloroso. Tantè che sono le opinioni di un personaggio inventato e non rispecchiano necessariamente le mie. Volevo solo dirvelo, non vorrei mai che qualcuna di voi potesse sentirsi offesa :))
 Seconda cosa che, assolutamente non c'entra nulla con la prima, è un piccolo appello che faccio e che ho messo anche nell'altra mia storia che scrivo con Fiorels. Voi sapete tutte che domenica sera si terranno gli MTV movie Awards e che Twilight è in gara per un bel pò di premi. Beh, vorrei tanto ricordarvi di votare quando potete e avete un pò di tempo libero. E' importante dare tutto il nostro supporto di fans. In particolar modo vi vorrei chiedere di concentrarvi sul best kiss. Sarebbe davvero fantastico se lo vincessero di nuovo loro due come l'anno scorso. E magari alcune di voi non sono fan sfegatate di Rob e Kris come coppia come, invece, lo sono io, ma sarebbe comunque bello dare il vostro sostegno perchè alla fine loro SONO e saranno sempre anche Edward e Bella... perciò, date il vostro contributo *.*  *.*  *.*
E poi non volete mica rischiare di vedere il bacio tra Taylor Launtner e taylor Swift, vero?? Bleah...
Vi lascio il LINK



   
 
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