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Autore: Archangel 06     03/06/2010    2 recensioni
Lei si chiama Angela e viene dall'Italia, lui è Janne, il tastierista dei Children of Bodom, e viene dalla Finlandia. che cosa succedrà quando i due si ri incontreranno dopo un paio di anni a Helsinki, e si renderanno conto piano piano di piacersi? succederà che il dispettosissimo cupido si divertirà a rimescolare le carte in tavola a suo piacimento...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Ciclo Children of Bodom'
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Per tutta la settimana provammo in quella sala, finché non arrivò il giorno del concerto. Spesso venivano a vederci, specie Angela. Si sedeva sull’unica sedia della sala, e ci guardava, affascinata. Mi ero sorpreso spesso a guardarla, e altrettanto spesso mi sorprendevo a pensare che era davvero una bella ragazza: capelli biondo scuro con un taglio estremamente asimmetrico e corto, occhi di un colore indefinito, bassetta e meravigliosamente formosa, con un visino che poteva sembrare sia quello di un angelo quando sorrideva sia quello di satana incarnato quando si incazzava, vestita in modo studiatamente trasandato (maglia larga, pantaloni a tre quarti militari larghi, anfibi mezzo slacciati, guanti a rete e borchie seminate ovunque)… in più aveva un tocco di sfrontatezza e menefreghismo assoluto che secondo me la rendevano irresistibile.
Lei e Francesco ci avevano detto che ci sarebbero stati al concerto, perciò avevamo deciso tutti assieme di fare loro una sorpresa. Anzi, due: la prima l’avevamo pensata tutti assieme, ovvero avevamo mandato una persona a prelevarli per farli entrare per primi, in modo che potessero avere la prima fila. La seconda invece era stata un’idea di Alexi che era piaciuta subito a tutti.
Come sempre uscimmo sul palco, e io mi diressi verso la mia tastiera, seguendo la riga di nastro adesivo catarifrangente. Toccai la sagoma scura del mio strumento, traendo sicurezza dalla sua solidità, e sfiorai i tasti. Le luci si accesero all’improvviso, e fu il segnale: attaccammo subito a suonare, divertendoci come sempre.
Alexi quella sera andava alla grande, forse perché ero riuscito a fargli passare la sbornia prima del concerto. Mi concessi un sorriso, mentre mi tornava in mente il come gliela avessi fatta passare. Secchio pieno d’acqua, e gli avevo cacciato la testa dentro, a rischio di farlo annegare. Era un trucchetto che mi aveva insegnato Angela, dicendomi che l’aveva imparato da un fumetto western… che sagoma!
Finimmo la prima canzone, e Alexi si mise a parlare nel microfono.
“Hallo, Reimeini!” gridò storpiando orribilmente il nome della città. La folla lo interruppe, poi riprese: “ Thanks for being here!” la folla lo interruppe di nuovo. “If we can be here, if we can be give our best tonight, we have to thanks the two owners of the rhearsale that cancelled all the booking to let us try! Thanks Angela, and thanks Francesco!!”
Sorrisi di nuovo. Di sicuro gli aveva fatto piacere.
***
“Fuck, Janne, dove cazzo ti è venuto in mente di annegarmi prima in quel secchio?”
“Ringrazia Angela, me l’ha suggerito lei il trucco…” risposi con un sorriso sadico. “Fanculo… la prossima volta te lo faccio io questo scherzo… e non la passerà liscia nemmeno lei… insegnare certe cose alla gente!” borbottò Alexi, prima di aprire una birra e scolarsela. Io feci le spallucce, e tirai fuori il telefono, aprendo la rubrica, e cercando. Angela… eccolo. Premetti il tasto di chiamata.
“Pronto?” rispose lei in italiano.
“Ciao Angie! Sono Janne, Janne Wirman“ le dissi in inglese. Rimase in silenzio qualche secondo, poi rispose: “Janne? Come hai avuto il mio numero??”
“Hehe, segreto!” esclamai. “Comunque, volevo chiedere a te e Francesco se stasera vi va di venire a bere con noi. Il concerto è finito presto, è solo l’una di notte… se ti va vi veniamo a prendere alla sala prove…” rimase di nuovo in silenzio qualche secondo, come se dovesse cercare di ricordarsi come si parlava. “Ecco… Francesco è con la sua ragazza a casa di lei, non vuole essere disturbato… però io vengo volentieri!” si affrettò ad aggiungere.
“Perfetto! Dove sei ora? Davanti alla sala prove? Ottimo, aspettaci li allora…” chiusi la chiamata, soddisfatto.
***
"Mio dio… è impossibile, Janne Wirman che mi chiama!" Mi appoggiai al muro: mi mancava l’aria. Non riuscivo a ragionare lucidamente. Mi venne in mente di quando avevo diciassette anni e guardavo le foto di Janne su internet, sbavando davanti allo schermo. Su una avevo commentato perfino “se me lo trovo per strada lo stupro!”… mi venne da ridere a pensarci.
Eccoli! Agitai la mano per salutarli, e loro mi raggiunsero. Janne mi abbracciò, lasciandomi di stucco. “Per ringraziarti della sala, carissima! Senza di te il concerto sarebbe stato un fiasco!”
“Vero” gli fece eco Henkka.
Li guidai in un pub dove mi avevano detto che c’era buona birra, chiacchierando del più e del meno.
“Sei birre!” ordinò Alexi.
“Cinque birre e una coca cola” lo corressi io. “Sono astemia” spiegai, dopo che la cameriera se ne fu andata. Quei cinque scavezzacollo mi guardarono come se gli avessi appena detto che ero una marziana. “COSA???????” gridò Janne incredulo. “Astemia??” “L’alcol non mi piace” dissi, facendo le spallucce. “Puzza, ha un cattivo gusto e tanto basta. Non lo voglio bere” scossero tutti la testa, increduli.
"Non le piace l'alcool... sei messa male, ragazza mia!! hai proprio una brutta malattia!!"
“Quale sarà la vostra prossima tappa?” chiesi, per cambiare discorso.
“Parigi!” disse Alexi fiero. Poi continuammo a parlare e parlare e parlare fino a tardi, finché non ci mandarono fuori dal pub. Alexi era ubriaco marcio, e Janne scuotendo la testa disse a Henkka, Roope e Jaska di riportarlo in albergo.
“Ti riaccompagno a casa” mi propose, lasciandomi interdetta. “Non è prudente per una ragazza stare sola la sera” disse osservandomi con uno sguardo furbetto. “Va bene… grazie” dissi mentre mi chiudevo il chiodo. Henkka e Jaska gli dissero qualcosa in finlandese ridendo, e Janne gli fece in risposta il dito medio. Chissà che gli avevano detto…
***
La serata era fresca, ed ebbi un brivido quando si alzò una folata di vento. “Freddo?” disse Janne con aria sfottò. “Non riusciresti mai a reggere il freddo dell’inverno finlandese, eh?” aggiunse ridendo.
“Perché, tu riusciresti a reggere il caldo dell’estate italiana?” ritorsi io.
“Mi sa di no” concesse con un sorriso.
***
Tornai all’albergo sentendomi vagamente a disagio. Non riuscivo a togliermi dalla testa l’immagine di Angela, il suono della sua risata… accidenti. Quando entrai in camera Henkka ridacchiando mi accolse dicendomi: “Hei, allora? Com’è andata con la bella batterista?”
“Che cazzo ci fai qui? In camera con Alexi ci sto io… va pure a dormire” gli dissi.
Alexi dormiva, per fortuna. Così non mi avrebbe rotto le palle. Io ero stanco morto, ma non riuscivo a dormire… vagai per tutta la notte per la camera, annoiato, finché verso le sei riuscii ad addormentarmi. L’ora della sveglia per partire per Parigi in tour bus arrivò troppo presto.
Terzo capitolo!! presto cominceranno i casini amorosi fra Angela e il baldo Janne...
sweetevil: non potevo certo far svenire la protagonista davanti ai CoB, o peggio farla saltare addosso a Janne... xD anche se ammetto che anche il mio autocontrollo se ne andrebbe grandemente a farsi friggere!!!
   
 
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