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Autore: Lexy    03/06/2010    1 recensioni
Ispirato al fumetto.
L’Enigmista era diventato intelligente - ancor più di prima - grazie al Pozzo di Lazzaro, che evidentemente non si era limitato a guarirlo dal tumore che aveva scelto di insidiare il suo cervello. Con quelle pazzesche, nuove capacità era giunto a molte conclusioni: Batman era Bruce Wayne, che faceva il vigilante perché, evidentemente, poteva permetterselo . E lui? No, Edward Nigma non era ricco.
Genere: Azione, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Per Chimeratech: Hello xD! Eheh, sembra che dovrò pagartela per parecchie cose. Per questa precisa frase, il Joker avrebbe la risposta perfetta, che comunque leggerai più in là per capitolo, ma giuro che non era una cosa voluta, seppure esilarante, almeno a parer mio ù_ù. Lo ammetto, fino all’inizio del capitolo la mia prima intenzione era di creare sospetto un po’ su tutti, sul Joker, sul signor Sarandon, su Jane… per poi dare il colpo di scena - che poi tanto *di scena* non è stato, visto che penso lo abbian capito tutti almeno in un punto della storia, che era lei l’assassina xD. Ti ringrazio come sempre del commento, dei complimenti, e soprattutto, sono felice di averti divertita ed intrattenuta! Tieni gli occhi aperti per il seguito, mi raccomando ;)! A prestoh!
Per Sychophantwhore: Hello xD! Prima di tutto, io amo le tue recensioni, quindi non farti simili problemi, e poi ti ho già detto tempo addietro, che mi piace il tuo porti interrogativi ed esprimerli! Davvero, mi suggerisce, corregge, fa notare moltissime cose! Perciò, continua così xD! Eh, sì lo avevi capito tipo subito che si trattava di lei, nonostante i miei giochetti di depistaggio. Era il rasoio di Occam, mia cara ;). Anche Edward ci era arrivato, ma si è anche lui fatto fregare purtroppo, perché l’essere umano, checché se ne dica, è destinato a restar cieco, per quanto intelligente possa *diventare*. Per le altre teorie, qualcuna è azzeccata, qualcun’altra no, ma potrai verificarlo in quest’ultimo capitolo *_*. Anche se devo dirtelo, sono stata davvero tentata di renderle tutte vere, ma si sarebbe allungato ancor più, e non mi andava é_è. Edward ha irritato Gordon e parecchio, sì xD più che riflettere ad alta voce, era la vecchia abitudine di rivelar tutto per indovinelli, quindi capirai che fattore di stress non da poco fosse, per il commissario. Crane ed Harvey sono volutamente separati e sì, sulla loro nuvola rosa xD. Comunque non erano affatto indispensabili ai fini della trama, ma mi piaceva farli stare insieme ù_ù. Ti ringrazio moltissimo per i complimenti, gli incoraggiamenti, e le belle parole. Ho deciso di crederti e concedermi - come spesso fa Nigma - qualche momento di megalomania galoppante *_*! Non preoccuparti per la parola fine, ben presto inizierò a postare il sequel ;), che spero ti piacerà, come anche quest’ultimo capitolo! Il finale, forse ti suonerà strano, ma non è tutto oro quel che luccica, e ne parleremo via mail se vorrai, dopo aver terminato il capitolo! Ora ti lascio alla lettura, augurandomi che sia di tuo gradimento!

Un abbraccio,
XxX.SilverLexxy.XxX


ATTENZIONE: Si tratta dell’ultimo capitolo, signori e signore, perciò voglio ringraziare tutti coloro che hanno seguito la storia fino a qui, che abbiano commentato o meno, ed avvertire le loro gentil presenzeh, che già è in arrivo il sequel. Patita delle saghe? Sì, lo sono. Arrivederci a tutti, e a presto!



RED FLAGS AND LONG NIGHTS:

You can rent a space inside my mind,
At least, until the price becomes too high.
(Puoi affittare un posto nella mia mente)
(Almeno finché il prezzo non diventa troppo alto)

Capitolo 15: Too high.

Calmo all’apparenza, in realtà Edward non sentiva un brivido simile dall’ultima volta in cui Batman lo aveva arrestato e trascinato al manicomio criminale.
“Non ti servirà a nulla.” Disse, in tono gelido.
“Perché sta arrivando Gordon? Oh, lo aspetteremo insieme, adoro i rischi! Ma francamente, ti avevo assunto pensando fossi meno sveglio. Come hai fatto a capire?”
“Tanto per dirne una, il cadavere di Dewey ha il coltello nella mano destra, mentre era mancino.”
La liquidò con aria saccente, nonostante la situazione fosse catastrofica, perché ovviamente Gordon non stava arrivando, visto che in un impeto di superbia, Edward aveva ben pensato di seminarlo e risolvere il caso da solo.
“Rimedierò, grazie Ed. Ma ora temo che dovrò ucciderti, e raccontare al mondo di come tu abbia coraggiosamente lottato per salvarmi, ma sei infine stato ucciso. In preda ai rimorsi poi, Dewey s’è suicidato. Ti faccio fare la fine dell’eroe solo perché mi piaci, sei contento?”
Da morire, guarda. Perché hai fatto tutto questo?”
“Per i soldi, ovvio!”
“Ahh…! - sospirò Nigma, sorridendo - ed io che ti davo della pazza. Ma perché la strage? Sarebbero bastati un paio di morti per scagionarti!”
“Beh sai come si dice, in questi casi. Ci si prende gusto.”
Nigma portò due dita alle tempie, come per un principio di emicrania.
“Non ci posso credere. Infatti la tua matrigna è stata uccisa poco lontano da ui, hai montato una storia assurda ed hai assunto me per farti passare da povera ingenua, ma piena di buone intenzioni; per questo l’assassino sembrava arrivare e sparire in un attimo. Non avrebbero lottato né gridato, alla tua vista.”
Edward era stato il vero alibi di Jane, per tutto il tempo, e questo lo irritava a non finire.
“Per questo quella sera al cinema mi hai mollato senza motivo, dovevi aver visto Margareth ed il signor Sarandon e sei corsa a infilarti nella loro auto. Infine, hai convinto Dewey a sfuggire alla protezione della polizia, per venire qui con una scusa, convincendolo di essere in pericolo, magari.”
L’unica consolazione di Enigma, era lo sguardo basito che Jane aveva in quel momento: era stato assunto perché preso per uno straccione incompetente, ma ora aveva liquidato il delitto perfetto di lei con poco più di quattro parole; era riuscito ad umiliarla, svalutando a parole il suo lavoro.
Peccato, per quella ancora concretissima possibilità di portarsi tutto nella tomba; sicuramente Jane stessa avrebbe pagato per il suo epitaffio: Qui giace Edward Nigma, morto perché troppo intelligente, nella sua stupidità.
“Toglimi solo un’ultima curiosità, come sei riuscita ad ammazzare Crane?”
Alla domanda, Jane si mostrò visibilmente confusa. Forse perché Spaventapasseri non aveva usato il proprio nome, alla seduta? Era plausibile, il suo nome, anche se lui non era famoso quanto Joker, incuteva ancora un certo astio.
“Non so di cosa parli. Ma il tempo stringe e mi dispiace, devo proprio ucciderti, adesso.”
Jane sollevò la pistola, ma grazie alla sua mira poco precisa, Nigma riuscì a gettarsi di lato, evitando la pallottola, ma subito dopo lei gli si scagliò contro, coltello alla mano, lacerandogli il braccio.
Grida, adesso!”
Tentò nuovamente di affondare la lama per ucciderlo, lo colpì da qualche parte alla pancia, ed Edward cadde a terra, urtando violentemente contro la centralina del refrigeratore.
“Una perfetta simulazione di lotta! - esclamò Jane, felice - Grazie ancora e addio, Ed.”
Alzò ancora la lama, istintivamente Nigma chiuse gli occhi, ma il colpo non arrivò; con qualche secondo di ritardo registrò la risata - maschile - che aveva iniziato a riecheggiare nello stanzone. Risollevò le palpebre e vide che la statua di Jack aveva preso vita, e… stava uccidendo la ragazza col suo grosso coltello che, sicuramente, non era fatto di cera.
Nella foga del momento, si convinse che la storia del fantasma dovesse essere stata vera, e quando lo vide finire Jane e poi avvicinarsi a lui, si tirò indietro, prendendosi una fastidiosa scossa dai circuiti distrutti alle sue spalle.
“Che dici, Eddie? Sono, ahh… un fantasma credibile?”
“Certo. - rispose sarcastico l‘investigatore, irritato per la figura appena fatta. - Come no!”
“Disse quello che non stava per farsela nei pantaloni.”
Annuì Joker, per poi scoppiare a ridere mentre gli tendeva una mano per aiutarlo a tirarsi su; Nigma la prese.
“Oh, ma sta per saltare tutto! - Esclamò il clown, contento, di fronte alle scintille del refrigeratore - non è meraviglioso?!”
Continuando a ridere, passò un braccio di Edward sulle sue spalle, sostenendolo mentre uscivano, per poi aiutarlo a sedersi sul ciglio della strada.
“Certo, ahh… che se aspettavi Gordon stavi fresco. Fossi in te, andrei in ospedale.”
“Starà sicuramente arrivando. Non sembra, ma sa essere sveglio, quando vuole.”
Un attimo dopo, dal museo arrivò un boato, la refrigeratrice doveva essere esplosa; Joker rise, per quello che sembrava un segno del destino: il botto aveva decretato che no, Gordon non era uno sveglio.
“Mi sa che è meglio se vai in ospedale.” Ripeté, battendogli la mano sulla spalla. Poi si sfilò il mantello e glielo buttò addosso.
“Tu lo avevi capito prima di me. - Disse Edward, contrito. - Come hai fatto?”
Per un attimo Joker lo guardò come confuso, chiedendosi di cosa parlasse, e poi gli propose un’espressione schifata.
“Oh, ma andiamo! La casa tetra, il temporale, un assassino in giro, e lei tutta sola che fa? Dorme?”
Edward non rispose, finalmente le sirene della polizia risuonarono in lontananza.
“Ti conviene sparire.”
Disse Nigma, e mentre Joker si alzava, il costume di Jack ancora addosso, avviandosi in tutta calma verso un vicolo, non poté non pensare di avere fallito, su tutta la linea. Non avevano affatto nominato Jonathan, non ancora. Forse non lo avrebbero mai fatto, ma era giusto così; e nonostante con quei pochi gesti amichevoli, il clown abbia tentato di dimostrargli il contrario, Edward sapeva che era tutta colpa sua.
E non se lo sarebbe mai perdonato.

EPILOGO:

“Ahh… e dove dicevi che eri stato, questi giorni?”
“Per l’ennesima volta Joker, al mio vecchio appartamento.”
“Oh sì, giusto. Quello dove ti hanno staccato gas e corrente.”
“Non che avessi voglia di guardare la tv sai, con un’accoltellatrice folle alle calcagna. Più tanta roba precotta.”
Entrando in salotto ed assistendo a quello pseudo litigio che andava avanti da ore, Edward sorrise.
La musica riecheggiava, bassa, sulle note di Red flags and long nights, mentre con una bottiglia di vino - quello buono, stavolta - alla mano, li raggiungeva; era appena stato dimesso dall’ospedale, dove era stato rimproverato, ripreso, e zittito continuamente, tutti gli avevano urlato contro: Jim Gordon, il suo stesso avvocato, ed il personale medico e paramedico. Sembrava un mercato.
L’importante, era che finalmente si trovava a casa: uno Spaventapasseri incolume, un clown iperattivo, ed il compenso che si era fatto dare in anticipo da Jane, gli avevano restituito il sorriso; alla pazza cercava di non pensare. Grazie a Dio, la guarigione dal tumore lo aveva reso una persona estremamente logica, e per questo non stava soffrendo per quella storia come sarebbe accaduto appena pochi mesi prima.
“Sai cosa, Johnny? Non ti credo poi tanto.”
“Sai cosa, Joker? Fregati.”
Il clown scoppiò a ridere, denigratorio. “Fregati? Le tue origini contadine si fanno sentire, e non va bene. Per nien-te.”
“Sai, giù in Georgia hanno un detto preciso, per quelli come te.”
“E sarebbe?”
“Cito: Se gli stupidi potessero volare, dovremmo darti da mangiare con la mazzafionda.”
“E Gotham risponderebbe che uno come te, con un fisico da sollevatore di polemiche, non dovrebbe parlare.”
“Io sapevo che si diceva da domatore di vongole.”
Sorrise Edward, interrompendoli. Li vide voltarsi, finalmente degnandolo di attenzione, allora con fare solenne porse loro tre bicchieri da vino, di quelli col gambo lungo, e senza dire niente, ognuno prese il suo.
“Ci terrei a fare un brindisi.” Disse Nigma, sorridendo stavolta più dolcemente.
“Un brindisi a cosa? - ridacchiò Joker - A come ti sei fatto fregare da una ragazzina, che va ad allungare la tua lista di amanti defunte?”
“Non ho una lista simile Joker, e comunque no, vorrei brindare a te.”
A quell’affermazione calò il silenzio per qualche secondo, probabilmente il clown tentava di capire cosa stesse passando in testa all‘altro. Edward approfittò della pausa per riempire tutti i bicchieri; poi il pagliaccio si riscosse, scuotendo la testa per un attimo.
“Eh?”
“Non sarei qui se non fosse stato per te. Mi hai salvato la vita.”
“Ahh, ma mica era previsto sai?”
“Non fa niente. Il fatto che siamo tutti vivi è l’unica cosa che conta. Perciò…”
Disse, lasciando la frase in sospeso mentre sollevava il suo bicchiere, ed i suoi due ospiti fecero altrettanto, mentre Joker mormorava qualcosa di molto simile ad un se lo dici tu…, per poi vuotare il suo bicchiere tutto d’un fiato.
“Ma visto che mi sei così grato, Eddie, non è che mi hai fatto un regalo, infilando una droga da stupro nel bicchiere di Johnny?”
Spaventapasseri tossì, tentando di riprendersi dall’orrenda sensazione del vino che ti va di traverso, e guardò il clown con astio infinito.
“Tu sei…”
Cosa, Johnny?”
“Non ho parole. Ma questa volta pagherai.”
“Sì. E quando mai me lo avresti dato gratis...”
“Io e te abbiamo chiuso, clown.”
Joker ridacchiò, un suono leggermente isterico, e girando attorno a Crane, lo abbracciò, premendo il petto contro la sua schiena, e piegandosi leggermente per adattarsi all’altezza dell’altro e poggiare il mento sulla sua spalla.
“Ma sai. Se avessi voluto fare una cosa simile, non avrei certo aspettato Eddie, lì, per spacciarmi le droghe.”
“Eh sì, tu ne sai parecchio di droghe.”
Il clown preferì ignorare quel commento, rispondendo con un sorriso che non prometteva nulla di buono, fece voltare Crane tra le sue braccia, e guardandolo dritto negli occhi, iniziò a cantare un motivo che nessuno a parte lui pareva conoscere, in quello che, di primo acchito, sembrava un italiano un po’ distorto.
Quan-do sei solo e giovane, quant-ti sonni** in fondo al cuore! Ti sen-ti triste e povero, la vita è senza amore.”
Spaventapasseri gli posò la mano sul viso, nella parodia di uno schiaffo, allontanando il viso del pagliaccio più che poté in un gesto di chiaro disprezzo, ma Joker non era uno che demordeva tanto facilmente; Edward sorrise, assistendo alla scena mentre sorseggiava il suo vino, come se fosse uno spettatore a teatro.
Pren-di la fisarmoneeka, fai dischiudere un balco-nne, e a una bella sinniorina, can-ti una canzone su pergiù così.”
Improvvisamente, la realizzazione di ciò che stava realmente accadendo di fronte ai suoi occhi, colpì Nigma come un pugno allo stomaco: perché Joker era sempre stato una creatura possessiva, volubile, e violenta nelle sue passioni. Non era certo un uomo a cui si poteva dire di no, o facile da prendere in giro. Talmente manipolatore, per cui a meno di essere completamente sicuro di te stesso, o di non avere nulla da perdere, era altamente sconsigliabile averci a che fare.
Il clown strinse nella sua, una mano di Crane, che in tutta risposta lasciò andare un sospirato ed alquanto infantile no-oh! Mentre Joker continuava a cantare, e costringendolo insieme a lui, nell’abbozzo di un walzer.
“Mia bella sinniorina, che ascol-ti la su! So-cchiudi gli occhi e sonnia! So-cchiudi gli occhi e sonnia! Un giovano-tto e un cuor che ti piace di più…”
Erano mesi che quei due quasi convivevano, vivendo un rapporto d’amicizia che Joker aveva prontamente trasformato nella brutta copia di una storia d’amore, visto che il romanticismo, in realtà era tutta scena, come se avesse creato comunque ciò che Spaventapasseri non gli avrebbe mai dato, probabilmente convinto che fosse solo questione di tempo, prima che Jonathan si rendesse conto che con nessuno avrebbe potuto stare meglio che con lui. Effettivamente, incastrandolo.
Edward comunque, non era nato ieri, sapeva che tra Jonathan e Duefacce - aveva chiamato Harvey, che gli aveva confermato la permanenza di Spaventapasseri da lui, in quei giorni - qualcosa era successo, o comunque, stava per succedere.
“E ad altro non pensa-re, fin che c’è la gioventù! Sonnia di una ca-setta, e un bel chiaro di Loona, sonnia un bel pupo biondo, o una bam-bola bru-una!”
Seppure così diversi tra loro, misteriosamente, riuscivano ad andare perfettamente d’accordo, forse per la grande capacità di valutazione di Spaventapasseri, che si era adattato a quella personalità folle, forse per sfruttarlo, ma giocare con un tipo come Joker era impossibile; molto più probabilmente, trovandosi tra le mire e le grazie del clown, aveva capito che non avrebbe potuto sottrarvisi neppure volendo, perciò, faceva buon viso a cattivo gioco.
Ma teneva comunque al pagliaccio terrorista, Nigma lo vedeva nel modo in cui sorrideva quando c’era lui, nella presenza costante - almeno quanto quella dell’altro - al suo fianco, nelle piccole attenzioni che gli dedicava, come cercare di tirarlo su dal pavimento, ubriaco fradicio, per stenderlo sul divano. Di certo, se fosse stato Edward il primo a crollare, Jonathan non si sarebbe preso la briga di raccoglierlo.
“Mia bella sinniorina, che as-colti lassù, so-cchiudi gli occhi e sonnia, finché c’è la gioventù!”
Il clown concluse la canzoncina, obbligando Crane in un casquet davvero poco romantico, e rubandogli un bacio velocissimo, poi lo aiutò a tornare dritto, e ridendo si allontanò di un passo, facendo un esagerato inchino, come fanno gli attori davanti al pubblico, dopo un’esibizione magistrale.
“Che faccio, prendo la mazzafionda, adesso?” Chiese Jonathan, mostrandosi davvero poco impressionato, ma di nuovo il clown si limitò a ridere, ed abbracciarlo ancora una volta.
Edward non riusciva ad indovinare il punto di vista di Spaventapasseri in tutta quella storia - d’altronde, aveva sempre capito poco o niente dell’ex psichiatra - ma di una cosa era sicuro, e visti gli ultimi svolgimenti, in cui era coinvolto anche Harvey Dent, non era per niente buona.
Il Joker si era innamorato.

**Ho tentato di imitare l’accento americano. Fallendo, probabilmente. Per chiunque sia interessato alla canzone originale, sappiate che si tratta della Mazurka di Totò. Dove il clown possa averla sentita, non ne ho idea! Ma non potevo non inserirla, si tratta di un accompagno dolcissimo alla mia infanzia. Penso che nessun bambino meriti di passare i primi anni di vita senza aver mai guardato un film di Totò ;). Scusate per la leggerezza.


  
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