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Autore: ceciotta    04/06/2010    1 recensioni
Due ragazze si trasferiscono in una nuova scuola e fanno amicizia, ma forse una delle due nasconde un segreto...
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ma salve!

Rieccomi qui, con un nuovo capitolo! Chiedo venia per questo enorme ritardo! È che sono subissata da esami, in questo periodo, e lo stress mi sta uccidendo! Proprio non avevo la testa per mettermi a correggere questo capitolo. Adesso, dopo essere stata bocciata in storia contemporanea (per la seconda volta ahimè! L'Università comincia a pesarmi...), cerco di risistemare un po' di cose, a partire dalle mie storie!

Comunque, per chi volesse ho pubblicato altri due racconti, sempre originali: Raggio di Luna e Quando gli angeli sorridono (ma con quest'ultima rischiate di finire tutta la riserva di Kleenex, quindi se odiate le storie troppo tristi vi conviene starne lontani...). Ringrazio inoltre chi ha recensito queste storie, nel caso stessero seguendo anche questa: siete stati gentilissimi!

 

Ho calcolato che dovrebbero mancare uno o due capitoli, la fine si avvicina.

Ringrazio Poeticdream per la recensione: sono felice che ti sia piaciuta la storia e spero che ti piaccia anche il seguito. Avevo anche una mezza ideuccia su una continuazione... Ma intanto conclude questa, altrimenti mi arriveranno pomodori maturi e uova marce per tutti questi ritardi.

Allora? Qualcuno vuole scommettere sul colpevole?



 

Esiliata

Nuovi sospetti



A quell’ora di solito i ragazzi andavano a fare giochi ed escursioni, quindi la camera di Geranio era vuota. I tre entrarono di soppiatto poi richiusero la porta a tre mandate e superarono il piccolo atrio per trovarsi in una stanza ampia e ordinata, meglio arredata rispetto a quella delle due ospiti.

“Qualcuno di noi non dovrebbe rimanere fuori a fare la guardia?” chiese Viola mentre apriva l’armadio pieno di vestiti.

“Ma no!” disse Margherita controllando sotto al letto, “I giochi e le escursioni durano sempre sulle tre ore e a volte molto di più”

“Di solito Beniamino e Rosa rimangono fino all’ultimo, sono loro i responsabili. E Geranio resta sempre con loro” aggiunse Narciso aprendo un cassetto della scrivania.

“Stavo pensando che... se anche Beniamino è coinvolto...” cominciò incerta Viola.

“Pensi che anche Rosa possa esserne a conoscenza?” concluse per lei Margherita, arrabbiata.

“Il fatto è che è...”

“Per la collanina, giusto?” sbottò lei, abbandonando per un attimo la ricerca. “Ascoltami, è la mia migliore amica. È già difficile sospettare di Geranio, ma lei proprio non può essere coinvolta. La conosco da quando sono nata, mi ricordo quanto era disperata quando da piccola mi ha rotto il mio gioco preferito, non riuscirebbe a farmi qualcosa del genere”

Viola annuì. “Scusa, non dovrei dire queste cose senza prove” disse. “Anch'io mi arrabbierei se qualcuno accusasse così i miei amici”

Fu in quel momento che la porta d’ingresso cominciò ad aprirsi. I tre si guardarono spaventati, poi Narciso vide uno sgabuzzino e fece segno alle altre due di seguirlo all’interno. Quando richiuse la porticina Beniamino, Geranio e Rosa entrarono nella stanza discutendo. Margherita spiò dalla serratura e vide che un’anta dell’armadio era aperta. Nella fretta di nascondersi Viola l’aveva chiusa male e ora si era spalancata.

“Ma io avevo chiuso l’armadio prima di uscire” disse Geranio preoccupato. Dentro lo stanzino i tre ragazzi si guardarono spaventati e Viola si beccò due occhiate di rimprovero. In quell’istante della polvere finì nel naso a Margherita e lei non riuscì a trattenere lo starnuto, che fu ben udibile nella stanza in cui era calato il silenzio. Rosa e Geranio si guardarono preoccupati, poi lo gnomo si diresse verso lo sgabuzzino e aprì la porta.

“Che ci fate in camera mia?!” tuonò Geranio non appena li ebbe riconosciuti.

In altre occasioni Margherita sarebbe stata imbarazzata, ma quel giorno sentiva solo arrabbiata con lo gnomo che l’aveva fatta esiliare. Si fece avanti e guardò con rabbia Geranio.

“Sappiamo che sei stato tu!” gridò. Geranio la fisso stupito.

“Ma Anemone, di che cosa stai parlando?” chiese Rosa.

“Io non mi chiamo Anemone” disse furiosa Margherita e si tolse la parrucca.

Rosa e Geranio trattennero il fiato.

“Margherita…” mormorò Rosa.

Margherita la ignorò e si rivolse allo gnomo. “Ammettilo, Geranio. Sei stato tu ad incendiare la biblioteca!” disse senza mezzi termini. Nella stanza calò un silenzio interrotto solo dal rumore provocato da Viola e Narciso che uscivano incerti dallo sgabuzzino.

“Mi vuoi spiegare cosa succede?” si arrabbiò lo gnomo. Beniamino impallidì.

“Te lo dico subito cosa succede” urlò Margherita, “Sono tornata per scoprire chi è il vero colpevole e ho capito che sei tu!”

“Smettila di dire sciocchezze!” intervenne Rosa infervorata. “Lo sai benissimo che lui non lo farebbe mai!” poi si rivolse a Narciso: “Sei stato tu a convincerla, vero?”

Narciso si infuriò per l’ingiustizia dell’accusa e disse: “Sappi che quando ho deciso di aiutarla aveva già dei sospetti su di lui e io ero altrettanto sorpreso dalla notizia!”

“Se volete arrabbiarvi con qualcuno, prendetevela con me” intervenne Viola scaldandosi, “Appena ho visto la cicatrice di Geranio ho sospettato di lui”

“Che vuoi dire?” chiese furibondo Geranio, fulminandola.

“Quella cicatrice che hai sul braccio e che continui a nascondere!” spiegò lei.

Lo gnomo era pallido e scuoteva la testa, mentre capiva che era giunto il momento della verità.

“Viola, per favore...” sibilò Beniamino.

“Ma di cosa parli?! Non ha nessuna cicatrice!” replicò Rosa, ma sembrò meno sicura.

“Ah no?” fece Viola alzando la manica del sospettato, che oppose una debole resistenza.

“Geranio, è vero?” chiese Rosa fissando spaventata la fasciatura, ma Geranio non parlò, arrabbiato.

Beniamino si mordicchiò il labbro, guardando la scena. “Geranio, forse è meglio che...”

“E va bene, è una bruciatura!” ammise con rabbia. “Ma non è come pensate voi” aggiunse vedendo l’espressione incredula di Rosa.

“E com’è allora?” chiese Margherita scettica.

Lo gnomo sospirò e si diresse verso il centro della stanza. Gli altri lo fissarono mentre si arrampicava sul letto e allungava la mano verso il soffitto. Solo allora si accorsero di una botola sul soffitto. Lui l’aprì e una scaletta fatta da fili d’erba scese fino a terra.

“Un giorno ho scoperto questa botola” cominciò a spiegare Geranio, “Da allora uso lo spazio all’interno come rifugio quando voglio stare da solo. Avevo scoperto che c’era un’altra botola che però porta alla biblioteca, che è proprio qui sopra. La sera dell’incendio ero nel mio rifugio a riflettere quando ho sentito un caldo pazzesco. Ho aperto la botola della biblioteca e quando mi sono affacciato ho visto…”

“Cosa?” chiese Viola, poiché lo gnomo esitava. Lui sospirò di nuovo ma si rivolse a Margherita.

“C’era Gemma, la tua lucciola; sai bene che ha la mania di andare in giro da sola. Ho visto che era circondata dalle fiamme allora sono entrato nella biblioteca, ma mi sono bruciato. Vi giuro, io non avrei mai causato l’incendio”. Aveva un’espressione così sincera che tutti gli altri si pentirono di aver dubitato di lui. Viola si sentiva in colpa per aver avanzato per prima l’ipotesi.

“Però poco fa… ti abbiamo visto mentre ti cadeva una scatola di stecchi... e sono illegali” disse incerto Narciso.

Geranio sorrise amaramente, poi tirò fuori la scatoletta e la aprì in modo che gli altri potessero vedere il suo interno mentre Rosa si lasciava sfuggire un singhiozzo.

Margherita vide che era pieno di pietruzze dai mille colori

“Io, Beniamino e Rosa abbiamo cominciato a raccoglierle da quasi un anno...” mormorò lo gnomo. “Volevamo regalartele per il tuo compleanno, sappiamo quanto ti piaccia collezionarle. Abbiamo scelto solo le più belle, sai? Per quanto riguarda la scatola, me ne serviva una e quella mi piaceva, quindi l'ho presa dalle Cucine, è vero, ma dopo che era stata svuotata, ho anche il permesso scritto di uno dei Cuochi, se non ti fidi...” concluse mettendo una mano in tasca.

“No!” protestò Margherita e sentì le lacrime pungerle gli occhi. “Geranio, mi dispiace di dubitato di te” disse.

Lo gnomo si rabbuiò. “Non capisco come tu abbia potuto pensare una cosa del genere” disse.

Margherita abbassò il capo e tentò di ricacciare indietro le lacrime. “Io non sapevo cosa pensare. Volevo capire chi era il vero colpevole. Non volevo continuare a vivere esiliata per il resto della mia vita e tutti gli indizi portavano verso di te…” non riuscì a proseguire e cominciò a piangere. Geranio sapeva che lei non piangeva quasi mai e vederla singhiozzare gli fece capire quanto fosse disperata. La abbracciò sussurrandole: “Va tutto bene”. Anche Rosa e Beniamino si fecero avanti e la abbracciarono.

“Sono felice che tu sia tornata” sussurrò Rosa nel suo orecchio.

Margherita le sorrise, ma si sentiva da schifo: aveva appena accusato uno dei suoi migliori amici di aver appiccato un incendio di cui lei era stata accusata, mentre loro non avevano mai espresso dubbi sulla sua innocenza...

“Prima di tornare alla ricerca del colpevole, che ne diresti di darci qualche spiegazione?” suggerì Beniamino, mentre lei si asciugava incerta le lacrime.

In fretta Margherita raccontò loro delle origini di Viola e fece un piccolo resoconto di ciò che avevano scoperto fino a quel momento. Rosa sembrava ansiosa di sapere cosa avesse fatto in quei mesi da esiliata, ma si trattenne dal farle troppe domande.

Narciso e Viola se ne rimasero in disparte, consapevoli di essere spettatori inopportuni, ma l'umana era felice di vedere come i tre amici di Margherita fossero intenzionati ad aiutarla: ora

Non appena Margherita si fu calmata e si staccò dall’abbraccio dei suoi amici ci fu un momento di silenzio, poi Viola si schiarì la voce per richiamare l’attenzione degli altri e disse a Margherita: “Mi puoi far rivedere la busta dei sassolini?”

“Va bene” rispose lei incerta, tirandola fuori da una tasca. Viola la prese e esaminò i rimasugli della polverina nera che copriva i sassolini sotto i loro sguardi stupiti. Dopo parecchio tempo rialzò la testa su di loro.

“Allora?” chiesero in coro Margherita e Narciso.

“È come pensavo” disse lei, “Questa è polvere da sparo. Il piromane potrebbe averla usata per l’incendio. Beh, voi sapete cos’è la polvere da sparo?” chiese poi.

“Sì, un uomo a cui abbiamo salvato la figlia ce lo ha spiegato. Lui era un cacciatore” rispose spaventata Rosa. “Ma che ci fa quella roba nella tua bustina, Margherita?”

“Io... lo avevo imprestato a Gelsomino” rispose Margherita impallidendo.

“E Gelsomino sarebbe coinvolto?” chiese incredulo Geranio.

“Ma lui ci sta aiutando a cercare il colpevole” obbiettò Viola.

“E poi lui il giorno dell’incendio non c’era. Vi ricordate che era andato per tre giorni a cercare quei semi rari?” aggiunse Rosa.

“Sì, è stato per quello che gliel'ho imprestata, voleva fare delle ricerche su quelle pietre e poi portarmene altre se le trovava durante il viaggio” aggiunse Margherita.

Narciso parve sul punto di dire qualcosa, ma in quel momento qualcuno bussò alla porta. Geranio andò ad aprire e Gelsomino entrò salutandoli. Evidentemente era stato invitato.

“Questa stanza è un po' affollata” notò il nuovo arrivato.

“Ti dobbiamo parlare” disse Margherita.

“È successo qualcosa?” chiese stupito mentre Geranio chiudeva la porta.

“Non è stato Geranio a incendiare la biblioteca” lo informò Viola.

“Ah, bene” disse lui.

“Ci puoi spiegare cosa ci fa della polvere da sparo nella bustina che ti avevo prestato?” chiese Margherita a bruciapelo.

“Come?” chiese confuso. Lei gliela mostrò e lui disse: “Non ne ho la minima idea. Io non ce l'ho messa di certo”

“E chi può averlo fatto?” chiese Rosa

Gelsomino ci pensò a lungo. “In effetti c'è stato un periodo in cui, beh, non l'ho avuta sotto mano, ecco...” disse esitante. “Non ve ne ho parlato perché non pensavo che fosse importante ai fini delle indagini, ma a quanto pare mi sbagliavo. Insomma, una volta mentre ero in biblioteca Giglio si è arrabbiato perché mi ha beccato che invece che lavorare cercavo informazioni sulle tue pietre, quindi me le ha requisite. Ho faticato tanto per farmele restituire, me le ha ridate solo quando sono tornato dalla ricerca dei semi”

“Giglio?” disse scettica Rosa. “Lui ha avuto la bustina in quel periodo?”

“Sì, ne sono sicuro” disse lui sospirando. “Prima che me la sottraesse, quella polverina non c'era”

Viola notò che Narciso stava guardando con disprezzo Gelsomino.

“Ma perché avrebbe dovuto farlo? La biblioteca è tutta la sua vita, ormai...” disse Rosa, allibita.

“Beh, però non sembra molto contento della sua vita, non trovi? È sempre così scontroso...”

“Beh, è tutto molto sospetto...” annuì Viola, anche se sembrava meno propensa ad accusare qualcuno dopo quel buco nell'acqua. “Io e Margherita ci abbiamo messo nemmeno mezzo pomeriggio per arrivare fin qua, e anche se lui non fosse a conoscenza del passaggio magico uno gnomo con uno scoiattolo non ci metterebbe più di mezza giornata, considerando che la casa del cacciatore è in periferia” concluse, accigliata.

“Cosa facciamo? Seguiamo anche lui?” chiese Margherita.

“Direi di sì” rispose Gelsomino.



Per tutto il pomeriggio indagarono Giglio.

Gelsomino si lasciò convincere a entrare nel piccolo studio del sospettato e questa volta non furono interrotti dal proprietario, che seguiva i lavori di restauro della biblioteca.

Beniamino questa volta fece da palo: la biblioteca era proprio lì affianco e lui si era offerto di aiutare con la manutenzione; se Giglio fosse uscito, lui li avrebbe avvertiti in qualche modo.

La ricerca si rivelò più fruttuosa del previsto: Rosa trovò addirittura un accendino, assolutamente illegale nella loro Comunità.

Fu invece Viola a individuare un volume nascosto nel doppiofondo del cassetto della scrivania e trattenne il fiato quando vide di cosa trattava.

“Ma questo è un manuale sull'utilizzo della polvere da sparo!” esclamò Margherita.

“Allora ecco dov'era finito! Mi ricordo che Giglio si era arrabbiato parecchio quando non lo aveva più trovato: lo teneva nello scaffale più in alto e solo lui era autorizzato a prenderlo e a concedere il prestito... poi molti mesi prima dell'incendio è sparito. Deve averlo nascosto lui, chissà da quanto progettava tutto questo” si infuriò Rosa.

“E ha avuto la faccia tosta di accusare noi due” annuì Gelsomino. “Ti ricordi? continuava ad insistere che l'avevamo preso noi due...”

Viola notò che Narciso guardava in malo modo Gelsomino, ma quando si accorse di essere osservato lo gnomo le lanciò una stana occhiata, prima di riabbassare la testa. 'Cosa mi stai nascondendo?' pensò lei, stupita.

“Ma continuo a non capire come la mia collanina sia finita in biblioteca” sospirò Margherita.

“Questo lo spiegherà lui al processo” replicò Gelsomino, con gli occhi che brillavano. “L'importante è che siamo sulla strada giusta”

Narciso guardò fuori dalla finestrella. “È il tramonto. Dobbiamo andare a cena”

Gli altri annuirono e uscirono dalla stanza.

“Non dovremmo andare ad avvertire le autorità?” chiese incerta Rosa.

“No! Dobbiamo aspettare domani” obiettò Narciso. Gli altri furono d’accordo: per gli gnomi la sera era un momento sacro.

Dopo aver mangiato, gli gnomi si diressero svogliatamente alla sala delle carte e cercarono di rilassarsi un po', ma era ovvio che nessuno di loro si stava godendo la partita: era stata una giornata stancante e piena di forti emozioni e tutti ne erano sconvolti.

“Domani ci aspetta un'altra pesante giornata...” osservò a bassa voce Gelsomino. “Dobbiamo essere convincenti e sperare che Giglio non elimini le prove a suo carico”

“Forse dovremmo controllare il suo ufficio, stanotte, non trovi?” chiese Rosa.

“Ho già provveduto io” disse lui. “Penso che mi offrirò di fare la guardia alla biblioteca, per il turno di notte, in modo da tenere d'occhio l'intero corridoio”

“Ma sarai stanco!” replicò Beniamino. “Verrò con te, così potremmo fare a turno”

Gelsomino gli sorrise, riconoscente. “E va bene” sospirò, poi si rivolse a Geranio. “Domattina prima di colazione passa da noi, vedrò di procurarti qualcosa per la bruciatura”

“Non so come ringraziarti” disse lo gnomo, sollevato.

Narciso si alzò di scatto e tornò alla sua camera senza nemmeno salutarli, lasciandoli basiti.

“Vallo a capire, quello...” sbuffò Gelsomino guardandolo allontanarsi, ma tutti videro che si era accigliato.

“Tutto a posto?” chiese Viola incerta.

“È che sono stufo del suo comportamento” si giustificò lui. “Ora andate a dormire, siete stanchi. Vieni con me, Beniamino”

Gli altri annuirono e si divisero.



Margherita andò subito a letto seguita da Viola. Entrambe piombarono in un sonno profondo, con un vago pensiero su come avrebbero fatto a resistere i due gnomi, e non si sarebbero accorte di un colpo di cannone, figurarsi di una porta che si apre lentamente.

Margherita dormiva già da un pezzo quando qualcuno la scosse bruscamente.

“Margherita, svegliati! Devo parlarti” mormorò una voce. Lei aprì stancamente gli occhi e individuò una figura china su di lei, ma prima che potesse urlare una mano le tappo la bocca.

 

Continua...





Allora, chi sarà la figura misteriosa? Che intenzioni avrà?

Giuro che per domenica sera avrete il prossimo capitolo. ;-) Non vi farò più aspettare così tanto.

   
 
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