[ Woke up with yawn. It's
dawning, I’m still alive.
Turned on my radio to start up new day
As goddanmed DJ's chattered how to survive
Amazing news got over on the air wave
Tonight, Love is rationed
Tonight, Across the nation
Tonight, Love infects worldwide
–almost another
day...
See you some other day ]
[ Tonight, tonight, tonight
-Beat Crusaders ]
Ottava parte
[ Di ricordi
improvvisi e di dichiarazioni più
o meno permanenti ]
Nell’aula scese il silenzio; il più perfetto e cupo silenzio.
Le tre ragazze erano tornate ai loro posti, e guardavano ognuna da una parte
diversa, taciturne e tremanti; la giuria e il giudice si erano ritirati in
un’altra aula, dove avrebbero deciso il verdetto del lunghissimo appello;
i due avvocati si guardavano biecamente; e, infine, i tre ragazzi erano fin
troppo pallidi e sconcertati per poter anche solo pensare a qualcosa.
Dunque, così era andata; queste cose erano successe. Sembrava il
volere di un macabro destino, il loro: tutti e tre non ricordavano nulla
-nemmeno in quel momento, già-, tutti e tre si erano comportati
più o meno alla stessa maniera e tutti e tre avevano ricevuto le stesse
(pazzesche) proposte. E le chiamavano vacanze…
Jiraiya si mosse per primo; s’alzò dal bancone, lo aggirò e
andò vicino a Tsunade, serio e slavato in
volto.
«Tsunade! Ti rendi conto di quello che hai
fatto?! Tu conosci questi tre ragazzi, e anche molto bene, vecchia arpia! Naruto è come un figlio per te, Shikamaru
è un ragazzo su cui hai detto che avresti sempre potuto contare, e Sasuke è il tuo pupillo più brillante alla
tua cavolo d’università! Non potevamo risolvere queste scaramucce
fra ragazzini in privato?! No, dovevamo convocare un tribunale, fare
addirittura un processo, e mettere su tutto questo allucinante casino! Ma non
hai -»
Fino a quel momento, la donna aveva ascoltato con buona pazienza
–dote di cui Madre Natura non
l’aveva mai resa una grande portatrice- la filippica dell’altro; ma
ora lo aveva sonoramente interrotto con un secco schiaffo.
«TU non devi osare dire cosa devo e non devo fare… non osare, Jiraiya!»
ribatté fieramente, quasi tremando. «Io conosco queste tre ragazze
da altrettanto tempo, e si sono rivolte a me per una colpa che era stata
attribuita a loro dal padrone
dell’hotel in cui avevano alloggiato! Colpa che, come hai potuto vedere,
i tuoi ragazzi spartiscono
appieno… con un piccolo fattore molto, molto più grave. Le hanno
prese in giro, le hanno stupidamente usate… come d’altra parte
anche qualcun altro ha fatto… e allora, che paghino, che marciscano in prigione,
se è questo che la legge vuole! Io non mi tirerò indietro
dall’accusarli, se è necessario!» finì.
In verità, le dispiaceva. Le dispiaceva immensamente accusare quei
tre ragazzi, perché la donna aveva a cuore tutti e tre: Naruto era il figliastro di Jiraiya
e lei lo aveva sempre accudito; i Nara erano amici
della sua famiglia da diverse generazioni, e lei stravedeva per quel pigrone
ricolmo di talento; e Sasuke era lo studente
più bravo all’università dove lei stessa insegnava, e ne
compativa tantissimo il doloroso passato. Ma adesso, dopo quello che essi
avevano fatto, dopo che avevano maltrattato quelle tre povere ragazze che le
erano tanto care quanto i rispettivi ragazzi, non si sentiva più in
grado di amarli e proteggerli come prima. E poi, ciò che era successo le
ricordava terribilmente quando…
L’improvviso arrivo dei giurati la svegliò da quella lunga
riflessione; i due avvocati tornarono al proprio posto e aspettarono il
verdetto.
Anko, non appena si sedette, guardò molto gravemente tutti i sei ragazzi
e poi sospirò in modo assai serio.
«La giuria ha deciso» iniziò, chiara e concisa. «Siete
stati giudicati. Ripeto i vostri capi d’accusa. Naruto
Uzumaki, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara, Sakura Haruno, Ino Yamanaka, Temari
no Sabaku: siete stati tutti accusati
dall’esimio signor Ichiraku, proprietario e
direttore dell’albergo The Venetian, presso cui avete alloggiato dal sei agosto i
primi e dall’otto le seconde, di violenza a cose, offese a pubblici
ufficiali, schiamazzi notturni, rumori discutibili in piena notte e
furto.»
Tutti e tre, alzatisi, deglutirono sommessamente, pallidi e provati; tutte e
tre si morsero invece un labbro e s’inumidirono le labbra.
«La difesa dei tre, supportata dall’avvocato Jiraiya, ha riscosso notevoli lacune e» e qui il
giudice incespicò un attimo, perplessa per come esprimere nel modo
più eufemistico e giuridicamente corretto possibile la frase
“questi qui non si ricordano assolutamente nulla di quella maledetta
notte in questa città” «…parti mancanti, soprattutto
per quanto concerne la notte in questione. La difese delle tre ragazze,
supportata dalla signorina Tsunade, ha esplicato
molto bene ciò che è accaduto e ha colmato tutte le mancanze
della prima. Dunque, qualcuno dovrà pagare ciò che è
successo.»
Seguì un greve silenzio.
«Il verdetto finale della Corte di Giustizia del distretto di Las
Vegas è…»
*
«Be’, poteva pure andarci peggio, eh.» borbottò Naruto, scrutando con lo sguardo la depressa fogliolina
d’insalata davanti a sé.
«Ma sta’ zitto, va…» replicò Shikamaru, spegnendo seccamente la cicca nel posacenere e
sbracandosi rozzamente sulla sedia.
«E un po’ d’allegria, cazzo…» commentò
il primo, offesosi, lasciando definitivamente perdere la propria cena
–consistente in un tristissimo piatto d’insalata- e incrociando le
braccia al petto.
Passarono diversi minuti in silenzio, in cui ognuno badò ai fatto
propri, reputandoli assai più gravi di quelli degli altri due.
«Certo che… però…» biascicò ancora il
biondo, mentre assumeva il solito sorriso infantile «Sasuke
che balla e urla e ride…»
E iniziò a ridacchiare sommessamente, immaginandosi la scena;
saturo, tuttavia riuscendo a non scomporsi, il diretto interessato gli diede un
sonoro scappellotto.
Sulla tavola scese nuovamente il silenzio, che fu interrotto dopo parecchio
tempo dal concitato tamburellare delle dita di Shikamaru
sulla superficie del mobile.
«Dobbiamo parlarci.» disse solamente; gli altri due sospirarono
e guardarono all’esatto polo opposto dell’enorme sala, dove
sembrava che vi fosse lo stesso mortorio.
Ci pensarono abbondantemente. Dovevano proprio farlo…? Dovevano
abbassarsi a parlare con quelle tre…? Eppure, eppure… certo, quelle lì li avevano trascinati
in tribunale… avevano permesso che i tre facessero una figura meschina
davanti a tutta una corte di giustizia… li avevano derisi davanti a
tutti, li avevano guardati con superbia… però…
Fu Naruto il primo ad alzarsi; Shikamaru, bofonchiando qualcosa d’incomprensibile,
lo seguì svogliato e Sasuke, dopo un
po’, s’unì controvoglia; non appena le ragazze videro che
essi si erano avvicinati, fecero tutte e tre per andarsene, stizzite, ma i
ragazzi si sedettero al loro stesso tavolo con aria talmente mogia e affranta
che questo bastò loro per rinunciarvi.
«Ehm… come va?», iniziò Naruto,
sorridendo nervosamente, guardando le altre.
«Uh, una meraviglia, guarda.» rispose Temari,
glaciale, seguitando a fissare il proprio bicchiere; l’altro annuì
vagamente.
Per parecchio tempo la conversazione morì lì; ognuno pensava
ai fatti propri, scrutando raramente la controparte e discutendo mentalmente la
stupidità della situazione; dopo cinque minuti buoni di perfetta
staticità, tuttavia, Shikamaru
tossicchiò vagamente e si guardò intorno.
«Che palle, si sta stretti in sei in un tavolino da due…»
borbottò, sperando con tutto il cuore di suonare vago… ma non
riuscendoci, ovviamente. «Ehr, Temari, ti andrebbe un attimo di andare a quel tavolino lag-»
«Non ne vedo il motivo, Nara.» lo
interruppe l’altra, colta sul vivo, guardandolo biecamente. Il ragazzo
rimase contrito, ma non vi badò: le donne, si sa, sono difficili per natura.
«Ma… io, insomma, dovrei parlarti. Privatamente. È una quest-»
«Quello che dovevi dire l’hai già detto… come
questi altri due qua. Non credo ci sia più niente da aggiungere.»
troncò nuovamente la ragazza, astiosa.
«Be’, veramente alla luce dei nuovi fatti… ci sarebbe
qualcosa da dir-» provò ancora lui, ma ancora una volta lei lo
fermò:
«No, Shikamaru. Non c’è
proprio più niente da
dire.»
Egli rimase interdetto per diverso tempo, cercando di trovare altre nuove
scuse per portarsi via quella dannata donna e darle per una buona volta la sua
versione dei fatti; ponderò e ponderò, ma non trovò
soluzione, tanto che alla fine sbottò:
«Andiamo, Temari! E anche voi due! Il processo è finito
questo pomeriggio, e noi siamo qui a chiedervi scusa, diamine! Che altro volete di più?!»
L’altra lo raggelò con un solo sguardo; quando voleva, sapeva
essere la donna più glaciale del mondo.
«Vorremmo tornare indietro a quella maledetta sera… ma
evidentemente non si può.»
Naruto, confuso, aggrottò le sopracciglia.
«Tornare indietro? E perché?», chiese, sinceramente
perplesso; Sasuke si diede una botta sulla fronte e
bisbigliò un “con questo non ci sono speranze”.
«Perché?! E chiedi
anche perché, Naruto?! Che idiota!»
strillò Sakura, con gli occhi lucidi, scandalizzata.
Shikamaru pensò, dubbioso. Per quel poco di psicologia che capiva, e per quel
pochissimo che comprendeva del mondo femminile, alle tre non sarebbero bastate
semplici scuse… eppure, non riusciva ad afferrare il motivo. Insomma,
loro tre avevano sbagliato, e su questo non ci pioveva; si erano ubriacati e
non avevano ricordato nulla… ma adesso erano pentiti e pronti a
scusarsi… e ancora quelle tre maledette redicevano.
«Sakura… io non capisco… io ti chiedo scusa, mi dispiace
terribilmente per ciò che ho fatto! Ti assicuro che mi dispiace, lo so
che sono un idiota, un cretino e blablabla, ma
-»
«No, tu – voi non
avete capito, evidentemente…» inveì lei, cercando di
calmarsi. «Naruto… voi ci avevate mostrato
qualcosa di profondo… qualcosa di… di vero. E poi… tu avevi detto che mi… avresti sposato,
cavolo, sposato!»
sottolineò, arrossendo, e guardando il ragazzo negli occhi «Il
che… ora lo riconosco, a mente fredda, è una stupidaggine anche
solo da pensare… sono stata un’idiota a proportelo, per
carità, non ero del tutto in me… ma tu… mi hai fatto sentire benissimo… come mai mi ero
sentita prima con nessuno. Mi hai detto cose meravigliose… mi hai
trattato come non ero mai stata trattata…e io ero felicissima. Ma dopo
essermene andata da camera tua, quel maledetto giorno, sono venuta a bussare
alla tua porta; tu non mi hai risposto, e io da brava cretina ti ho cercato
dappertutto, ma niente… e solo alla sera ho scoperto che ti eri alzato
tardi… e che ancora non mi degnavi di uno sguardo, che ancora facevi
finta che io non esistessi, proprio come il giorno prima, come se quella notte
non fosse mai accaduta. E poi, oggi, hai detto che non ricordi niente di quel
che è successo. Secondo te, dunque, come mi sarei dovuta
sentire?!»
Naruto spalancò la bocca, tanto rimase sorpreso. Oh merda.
«Aspetta, aspetta, aspetta. È questo il problema? Temari, è
questo il problema?» chiese Shikamaru,
prendendo il polso dell’altra ragazza e guardandola seriamente negli
occhi.
Temari sbuffò con fare ironico, pesantemente piccata.
«Oh, sì, genio, è proprio questo il problema. Uno stupido problema di donne, la promessa di matrimonio, non è
vero…?»
Nara la guardò: per la prima volta in vita sua, vide gli occhi di Temari profondamente tristi; gli prese un colpo.
«Tu… mi avevi detto quelle cose… quelle cose…! E io… io ero felice… lo ero, Shikamaru. Lo ero.»
la ragazza scosse la testa, malinconica e tremendamente diversa da quella di
sempre. «Io ti avevo fatto quella assurda proposta… assurda, lo
riconosco, ma importante, che tu hai accettato. Ma poi, qualche ora dopo,
quando stavo per venire al tuo tavolo ho visto lo sguardo che mi hai
lanciato… lo sguardo dei giorni precedenti. Non era cambiato
nulla.»
Sasuke digrignò i denti; il suo orgoglio non l’aveva ancora fatto
parlare. Ino aveva la testa appoggiata ad una mano e
lo sguardo perso nell’acqua del bicchiere dinnanzi a lei. Il ragazzo
deglutì, sospirò pesantemente e bisbigliò solo:
«Ino…»
Shikamaru ragionò velocemente. Ok, aveva capito tutto: erano stati tre
perfetti e completi idioti. Le tre ragazze, gli doleva ammetterlo, avevano
pienamente ragione; ora capiva tutto… essi avevano accettato di
così buon grado la proposta fatta da loro, e qualche ora dopo non le
avevano neanche più guardate in faccia, completamente ignari di
ciò che era accaduto… Deglutì, cercò un modo per
giustificare la propria condotta e si morse reiteratamente il labbro; come dire
ciò che provava…?
«Sakura… mi dispiace. Non ho altre parole per dire… in
ogni caso, ora ho capito.» borbottò l’Uzumaki,
guardandola negli occhi, genuinamente triste. Come al solito, era stato il
consueto idiota; come al solito, non aveva capito niente di lei…
«Mi dispiace, io… Ti
garantisco che mi dispiace. Eppure…» distolse lo sguardo da lei e cercò
le parole, rimanendo a bocca aperta per qualche secondo in cerca
d’ispirazione; suo malgrado, a quella vista la ragazza sorrise un
pochino. «…quello che ti ho detto quella notte… io lo
pensavo. Io lo pensavo veramente. Ok, è vero, ancora non ricordo quasi
nulla di quanto sia accaduto, nemmeno dopo la tua testimonianza; ma…
quelle parole, quei gesti –ehm, a parte forse quelli più, insomma,
audaci, se capisci quello che
intendo- se li ho palesati, vuol dire che li ho sempre pensati.»
La ragazza rimase spiazzata; non si aspettava un discorso tanto serio e
tanto profondo. Sulla tavola scese di nuovo il silenzio, che fu prontamente
interrotto da un secco colpo di tosse di Shikamaru.
«Temari, insomma, vorresti venire cortesemente con me da un’altra
parte? Devo parlarti.» biascicò, buttando all’aria il tanto
vituperato orgoglio; lei sbuffò, alzò gli occhi al cielo, lo
scrutò biecamente ma si alzò. Dal momento però che lei
occupava il posto centrale fra Sakura e Ino,
quest’ultima fu costretta ad alzarsi per farla passare; Sasuke perciò colse il momento al volo,
s’alzò prontamente e la prese per un gomito.
«Vieni.» sentenziò, serio… eppure, non era un
ordine. Ino lo capì, gli rivolse la prima
occhiataccia della serata ma lo seguì; così fecero anche gli
altri due, che si sedettero a qualche tavolo di distanza dagli altri.
Shikamaru si sedette per primo; Temari strascicò la
sedia e vi si accomodò. Passo qualche secondo in silenzio.
«Temari, mi -»
«Ti dispiace, ok. Hai altro da dire?» lo interruppe lei per
l’ennesima volta, adesso palesemente scocciata. Shikamaru
grugnì, si grattò sciattamente la testa e sbuffò,
protraendosi in avanti e appoggiando i gomiti sul tavolino.
«Se tu mi facessi finire di parlare, per una buona volta… Ok, Seccatura,
hai ragione. Hai perfettamente ragione ad avercela con me. Non mi sono
comportato bene. Ma ti assicuro… ti
assicuro» ripeté
caldamente per fermarla, perché lei aveva aperto la bocca per
interromperlo di nuovo «che non era mia intenzione prenderti in giro. Non
l’ho mai fatto e…» sospirò, chiudendo gli occhi per la
stanchezza «non lo farò mai.»
«Dunque?» chiese poi Temari,
ghignando, eppure sorridendo.
«Dunque, be’, quelle robe che ho
detto erano vere. E mi dispiace per
ciò che ho fatto.» esplicò finalmente lui, guardandola di
sottecchi. Addio orgoglio, oh già. E tutto per una donna. Doveva essere
matto, sì, sì –ma
non era lui il genio informatico di New York…?
Ma aveva già fatto trenta, tanto valeva…
«Mi perdoni?»
L’altra alzò un sopracciglio.
«Ok, ok. Forse non ho agito
in modo propriamente intelligente» abbozzò Sasuke,
guardando Ino fieramente negli occhi
«però certo, pure tu…»
«Pure io?»
copiò lei, incredula e scossa. «Pure io cosa, Sasuke?
Mi hai preso in giro! Mi hai fatto credere… qualcosa, e invece niente. E
io sto ancora a parlare qui con te, cavolo!»
Batté un pugno sulla superficie del tavolino e s’alzò di scatto; e ancora una volta, lui la bloccò in modo gentile ma fermo. «Siediti. Non ho finito.»
Ma lei lo guardò male e, in un impeto d’ira, scosse talmente
tanto il braccio che lui la lasciò andare.
«Sono stanca, Sasuke, sono stanca di fare tutto ciò che vuoi
tu! Sono stanca di ubbidirti ciecamente per poi sperare sempre in altro, stanca
di interpretare i tuoi silenzi e il tuo caratteraccio, stanca di te! Ma adesso
basta, hai capito?!» urlò, concisa.
Lui non si scompose; si limitò a fissarla e solo dopo qualche
momento chiuse stancamente gli occhi e s’inumidì le labbra.
«Tu dovresti conoscermi, Ino… In
qualsiasi stato io sia, non dico mai cavolate… se dico certe cose, le penso.» disse,
burbero. E dal momento che aveva fatto trenta… «E sto ancora
aspettando un’uscita insieme.»
*
E così, alla fin fine, dopo occhiatacce, litigi e improperi, dopo
aver tanto urlato, dopo aver tanto detto e tanto fatto, fecero pace.
Tutti e sei ripensarono più volte a quella strana, affascinante e
assurda serata: e nessuno si pentì di come aveva agito, nemmeno quando
tutti quanti andarono a pagare i duecento dollari d’ammenda a testa che
il Tribunale di Las Vegas aveva inferto loro, o quando rincasarono in albergo
per l’ultima sera in quella folle città e la maggior parte dei
camerieri li guardò male, o quando dovettero pagare la parcella dei
rispettivi avvocati. Alla fine, poi, i ragazzi scoprirono anche il motivo per
cui Tsunade durante il processo aveva usato quei toni
così accesi contro di loro, e rimasero decisamente sbalorditi.
«Alcuni mesi fa, infatti, Jiraiya si
è comportato nella stessa maniera in cui voi» e qui Sakura lanciò un’occhiataccia ai tre,
che fecero finta di non capire «vi siete comportati. Durante la festa di
laurea di Shizune, l’allieva più
brillante di Tsunade, i due hanno bevuto talmente
tanto che, be’, sono finiti nella stessa camera
per una notte. E lui ha finalmente promesso di sposarla –si conoscono da
qualcosa come quarant’anni, sapete-, ma il giorno dopo, appena svegliati,
non si ricordava nulla. Da allora, Tsunade non
l’ha più voluto vedere, e a
ragione.»
«Già, lei sì che è stata una tosta… mica
come noi, ah! Mi chiedo ancora come abbia fatto a perdonarli…»
borbottò Temari, sogghignando; Shikamaru sbuffò.
«Be’, anche lei alla fine ha desistito, però.
L’altro giorno, dopo che abbiamo pagato la loro lauta parcella, li ho
visti cenare insieme in un ristorante… mano nella mano.»
civettò Ino.
L’ultima serata passò tranquillamente, né loro fecero
nulla di particolare; cenarono tutti e sei in un comune tavolo, evitando
decisamente bevande che fossero più alcoliche dell’acqua
frizzante; alcuni parlarono, alcuni litigarono, altri si scambiarono maliziose
battute e superbi sguardi; eppure, nessuno osò toccare quell’argomento che ognuno di loro
intimamente covava dentro di sé.
Quell’altra notte, infatti, i tre avevano accettato con folle
entusiasmo la proposta di matrimonio
delle ragazze; ma adesso, dopo quattro giorni e a mente decisamente lucida, fu
chiaro a tutti quanti quanto fosse stato sciocco quell’eccessivo
trasporto di sentimenti; erano giovani, avevano ancora tempo, e d’altra
parte nessuno dei tre aveva nemmeno menzionato un possibile fidanzamento…
ma così, per le ragazze, andava davvero bene. Di tempo, di viaggi, di
notti folli e di voglia per
convincerli ne avevano ancora a sufficienza… e, se ciò non fosse
bastato, avrebbero casualmente fatto
un giro da quelle parti…
Fine
*******
E così finì
xD
Ok, mi starete linciando
<.< in effetti voi nelle recensioni mi avete sempre parlato di matrimonio
fra questi sei, ma in effetti il matrimonio io non l’ho mostrato XD Per
la verità, vedete, non ci sarebbe stato il tempo materiale per farli
sposare (dopo la folle proposta, le ragazze se ne tornano in camera e il
mattino dopo scoprono che i loro amati sono ancora follemente ubriachi…),
per cui ho dovuto abbandonare quest’idea, la quale però è
emersa tanto spesso nelle vostre recensioni che non me la sono sentita di
smentirla XD Oh, il matrimonio (forse) ci sarà, ma fra un po’ di
tempo; l’idea in effetti era assurda e palesemente OOC sia come proposta
che come richiesta da parte di tutti e sei… ma che volete farci, è
colpa dell’alcool XD
Quindi, così va a
finire! …Tutti vissero felici e più o meno contenti. E tutti a Las
Vegas, yeah xD
Ringrazio tanto tutti
coloro che mi hanno commentato! Spero davvero vi sia piaciuto il finale e la
storia in sé. A me è piaciuto abbastanza, insomma <_<
è la solita commediola, lasciatemelo dire, in cui tutti sono contenti,
ecco.
Ma passiamo ora alle
recensioni *ò*
Shatzy: “ma come ti viene in mente di
dire al ragazzo che ti piace di no
solo per farlo avvicinare di più??”ma infatti bo XD mi immagino troppo Ino che
legge questo “consiglio” su un fumetto trash tipo Cioè e poi
sogna di metterlo in pratica. Credo sia decisamente da lei xD
In ogni caso: guarda, Sasuke è OOC, l’ho
reso volutamente così caricaturale perché è ubriaco
marcio, ma marcio proprio (tant’è che il giorno dopo non ricorda
più niente)… e per aumentare l’effetto comico, of course. Spero tanto ti sia
piaciuta la storia Flààà, in
effetti va avanti da un bel po’ °° (e io devo commentare l’ultimo
cap della tua, d’oh!!!) Un bacione e stammi
bene, speriamo di rivederci presto cicciaaaa! Grazie
tantissime del commento!! *_*
Lalà: ti ringrazio tanto del commento *_* ogni volta mi riempi di giuoia! Grazie, davvero! Mi dispiace aver aggiornato dopo
tanto, ma ero un po’ in crisi mistica e quindi…^^” Guarda, io
mi venderei la nonna per veder ballare Saskè in
mezzo al corridoio di un albergo *O* …Infine: io adoro caratterizzare Ino, è così diversa da me che mi ci diverto
troppo XD e i battibecchi fra lei e Temari sono una
delle cose più BELLE nelle fanfic (e se magari
Kishi ogni tanto le mettesse non farebbe male deh =_=…)
Ti ringrazio ancora tanto, spero davvero ti sia piaciuto il finale! Aspetto un
tuo commento, come al solito! :D un bacione!!
Saretta: ahahah, a tutti inquieta questa versione di Saskè xD chissà
come mai (come direbbe una mia amica toscana, lui così è “’ellino” –ovvero, bellino XD), mah…
Comunque, anche io darei oro per vedere la faccia dei tre (poveretti) quando le
tre (disgraziate) raccontano. Penso sia una cosa senza prezzo, mamma XD
Poverini, in effetti, li ho trattati abbastanza male (vabbè
che Shikamaru nelle mie fanfic
fa sempre una figura da idiota deficiente, ma c’è anche un limite o_O)… Ti ringrazio ancora una volta tantissimo per il
commento, sei sempre così carina!! Grazie mille, sul serio, spero che l’epilogo
ti sia piaciuto! ^^ un bacio! :***
PS:“Però ragazze, è in queste condizioni anche perchè tutti i bravi autori la vedono così e
mollano il fandom” io credo tu abbia
perfettamente ragione^^ è per questo motivo che sono tornata,
principalmente. Non mi piace arrendermi e sono testarda da morire, quindi anche
se non riceverò un solo commento continuerò a pubblicare, solo
con molta più lentezza dato la mole incredibile di compiti e di casini
di questo periodo (litigo coi miei tipo una volta al giorno e fra venti giorni
ho una roba chiamata maturità .__.), ma ci sono comunque XD E no,
NESSUNO si riferisce al fatto che SHATZY debba tornare. NESSUNO. U.u
Un grazie ancora a tutti
quanti! Un commento me lo lasciate, per favore? ^^
Aggiornerò man
mano che commenterete [promesso], ringraziandovi uno a uno.
Grazie a tutti coloro che
hanno messo questa storia fra i preferiti, fra le seguite, fra le ricordate, la
mia sfidante (con la quale NATURALMENTE attendo la prossima sfida u.u) Shatzy, la giudiciah Dreaming Ferret e tutti voi che avete commentato :D
Bye bye!
(scherzo della sorte,
quest’estate in agosto torno a Las Vegas… lol.
xD)
Clahp