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Autore: skarch86    05/06/2010    4 recensioni
Dopo la morte di Silente, per Draco tutto va a rotoli. Quando Harry entra involontariamente a far parte del quadro, entrambi devono imparare che le cose non sono sempre come sembrano. Link della storia originale: http://bigbang.inkubation.net/life.html
Genere: Dark, Drammatico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Severus Piton | Coppie: Draco/Harry
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Harry pensava che le cose tra lui e Malfoy sarebbero migliorate, dopo quel giorno. Invece, con il passare del tempo Malfoy divenne sempre più distante. Harry non sapeva che fare. All’inizio era irritato, pensando che Malfoy si comportasse così a causa di qualcosa che aveva fatto. Poi era arrabbiato, perché Malfoy continuava ad ignorare qualsiasi sforzo facesse per cercare di scoprire cosa fosse successo. Alla fine, era semplicemente frustrato. Non era così che voleva passare il Natale, e mancavano soltanto tre giorni.

Beh, se avesse avuto una scelta, avrebbe preferito essere con i suoi amici e con gli altri Weasley, a scambiarsi regali e a rimpinzarsi delle deliziose pietanze preparate dalla signora Weasley.

Il pensiero lo rattristò per un attimo, fino a quando non realizzò che non poteva fare niente perché accadesse.

Stava riflettendo su cosa avrebbe dovuto includere nel messaggio da inviare a Ron ed Hermione, quando ebbe un’idea. Realizzò cosa poteva fare, ovvero migliorare un po’ la sua attuale situazione.

Soddisfatto di sé per averci pensato, evocò il suo Patronus e lo inviò ai suoi amici.

::

Sì. Avrebbe funzionato di sicuro. Ora doveva soltanto sistemare alcune cose.

Cucinare qualcosa di insolito era fuori questione. Non era certo che ci sarebbe riuscito, e poi in cucina non aveva gli ingredienti necessari. “Vada per la carne in scatola,” borbottò deluso, mentre rovistava nella credenza.

Il resto dei preparativi fu più semplice. Evocò dei festoni e li sistemò sopra al camino. Non ottenne proprio il risultato che si era aspettato – erano un po’ scarni e malridotti – ma era il massimo che potesse fare, al momento.

Quando uscì dalla sua camera, Malfoy osservò curioso le decorazioni. “Che cosa sono?”

“Festoni,” sorrise Harry. Quando vide che Malfoy stava aspettando che continuasse, aggiunse, “Domani è Natale.”

“Giusto…”

“Sta già funzionando,” pensò, quando vide il viso di Malfoy rilassarsi leggermente.

::

Il giorno di Natale, Harry si alzò all’alba. Si vestì velocemente, si precipitò in salotto e si sedette accanto alla finestra. Presto notò un puntino nel cielo che, avvicinandosi, divenne una bianca civetta.

Aprì la finestra ed Edvige planò sul tavolo, allungando la zampetta per indicare il pacco che trasportava.

Harry sciolse il cordoncino e cercò di accarezzare Edvige sul capo. “Ciao, piccola. Mi sei mancata…” Lei schioccò il becco furiosa e girò la testa per mostrare la sua irritazione. Harry non poteva biasimarla; non lo vedeva da mesi e l’unica ragione per cui era lì era consegnargli un pacco.

“Mi dispiace, Edvige. Non sapevo che sarei dovuto stare via per così tanto tempo. E anche se l’avessi saputo, non avrei potuto portarti con me. È troppo pericoloso, per te.”

Sospettosa, si allontanò da Harry, tenendo la testa ancora voltata dall’altra parte.

“Oh, ma dai!” Harry si turò il naso ed agitò la bacchetta per far scomparire i bianchi escrementi che aveva lasciato sul tavolo. “Non è andata così male! Ron ed Hermione si sono presi cura di te! E ho già detto che mi dispiace, okay?”

Ma la civetta continuava ad ignorarlo.

“Donne…Ma che me ne frega, poi?” borbottò. “Senti, mi dispiace da morire per averti lasciata sola per così tanto tempo. E mi dispiace ancora di più, perché non ho biscottini da offrirti, e so quanto ti piacciono. Ma davvero vuoi continuare ad essere arrabbiata con me? Potrei morire domani, Edvige. Potresti non vedermi mai più.”

Edvige si alzò in volo e si appollaiò sulla sua spalla, gridandogli triste nell’orecchio. Harry si congratulò con se stesso per come aveva risolto la situazione. “Mi hai perdonato, allora, eh? Bravissima…Adesso vediamo che cosa mi hanno mandato Ron e Hermione, okay?”

In tutta risposta gli mordicchiò l’orecchio, anche se un po’ più forte del solito. Te lo prometto, piccola, quando sarà tutto finito, sarò sempre con te… Harry strappò la carta marrone e alcune delle cose contenute nel pacco si sparpagliarono sul tavolo. Tirò fuori il resto; c’era un altro pacco, più piccolo, avvolto in carta argentata, un maglione verde scuro e un biglietto da parte di Ron ed Hermione, che gli auguravano buon Natale e lo informavano che gli avevano mandato quello che aveva richiesto, insieme ad alcuni regali per lui.

Edvige strillò. Harry mise giù il biglietto e si guardò intorno, finché non notò Malfoy che lo fissava accigliato dall’altra parte della stanza. “Buon Natale, Malfoy.”

Nessuna risposta. D’accordo, allora… “Questo è per te.” Prese il piccolo pacco argentato ed allungò il braccio verso Malfoy.

“Che succede, Weasley e Granger ti hanno mandato così tanti regali che hai avuto pietà per me e hai deciso di darmi quello che non ti serve? Offerta generosa, ma penso proprio che non accetterò.”

Harry era furioso. Ma per chi l’aveva preso? Si alzò così velocemente che Edvige perse l’equilibrio ed agitò le ali. Raccolse i suoi regali e si diresse furente verso Malfoy.

“Ho chiesto loro di mandarmi questo perché oggi volevo regalarti qualcosa. Evidentemente sono stato un idiota, a pensare che l’avresti apprezzato.”

Si precipitò nella sua stanza e sbatté la porta, riaprendola poco dopo per far entrare Edvige. A quel punto, sbatté di nuovo la porta – un giorno di quelli una porta si sarebbe staccata dai cardini – e si sedette sul letto, furioso. Sperò che Malfoy si sarebbe strozzato con i dolci che erano nel pacchetto.

::

Da quel giorno, Harry fece del suo meglio per evitare Malfoy. Non riusciva a credere a quanto fosse stato stupido! Malfoy non sarebbe mai cambiato, non importava quante volte si fossero accarezzati e baciati e toccati, non importava cosa dicessero. Era stato tutto uno sbaglio.

Quando trovò il salotto vuoto, strappò via tutti i festoni e li gettò nel fuoco, fissando le fiamme che li divoravano. Poi mandò via Edvige, ricordandosi che Piton sarebbe tornato presto. Non gli andava proprio di ricevere una ramanzina su come avrebbero potuto rintracciarli se qualcuno l’avesse seguita.

Piton tornò due giorni dopo Natale. Borbottò che avrebbero discusso il da farsi la mattina seguente, e scomparve nella sua camera. Sembrava più irritabile del solito. Harry immaginò che il suo viaggetto non fosse stato molto piacevole.

La mattina successiva Harry entrò in cucina e trovò Piton e Malfoy ad aspettarlo seduti al tavolo. Mentre faceva colazione cercò di ignorare Malfoy. Una volta che tutti ebbero finito di mangiare, Piton disse che avrebbe presto raccolto maggiori informazioni sui futuri piani di Voldemort e che avrebbero dovuto far visita al ritratto di Silente per discutere come l’avrebbero attaccato. Dal momento che Silente aveva suggerito che l’ultimo Horcrux fosse Nagini, Piton l’avrebbe tenuto a mente e avrebbe cercato di fare attenzione anche al suo comportamento.

Harry stava cominciando a rattristarsi ulteriormente: non aveva idea di quanto ci sarebbe voluto prima che tutto fosse finito. Malfoy scelse proprio quel momento per peggiorare le cose. Quel cretino ebbe la faccia tosta di chiedere a Piton di poter di nuovo vedere sua madre! E, naturalmente, Piton non ci mise molto per accettare.

Era tutto così ingiusto da fargli male. Malfoy poteva vedere sua madre tutte le volte che lo chiedeva, ma Harry doveva pregare per incontrare i suoi amici.

Si alzò da tavola e si chiuse nella sua stanza per tenere il muso in pace.

::

Come previsto, tre giorni dopo Piton uscì, assicurandosi che Harry sarebbe rimasto nella sua camera. Harry lanciò un’occhiataccia a Malfoy e sbatté la porta – questa volta i cardini tremarono –, prendendo a calci l’armadio con tutta la forza che aveva. Per lo meno, il dolore lo distrasse per un po’. Quando il piede non gli fece più così male, spinse la sedia contro la porta e si preparò a spiare la bella riunione della famiglia Malfoy.

Dal momento che Malfoy era sempre lo stesso bastardo, era possibilissimo che avrebbe cercato di fare qualcosa di strano. Non gli avrebbe fatto male rimanere nascosto, no?

Questa volta Piton impiegò più tempo per portare Narcissa Malfoy al nascondiglio. In tutta onestà, aveva un aspetto peggiore, rispetto all’ultima volta che l’aveva vista. Anche Malfoy dovette averlo notato, a giudicare da come la sua espressione cambiò non appena la vide. Si sedettero sul divano, mentre Piton camminava per la stanza e fingeva di non sentirli.

Ma solo Harry poté accorgersene. Piton ascoltava ogni parola pronunciassero e faceva attenzione ad ogni loro movimento.

E così anche Piton teme che quel cretino possa dire qualcosa di stupido…

Ma nonostante Harry lo scrutasse attentamente, vide che Malfoy non disse né fece niente che permettesse alla madre di sapere la verità. Per qualche ragione, ciò lo face arrabbiare ancora di più. Quando la madre di Malfoy tirò fuori una sciarpa grigia dalla tasca del mantello e la avvolse intorno al suo collo, dicendogli che non era potuta andare a comprargli un vero regalo, Harry trattenne il respiro per ascoltare meglio…

…solo per sentire che la sciarpa era appartenuta a Lucius Malfoy.

Come si trattenne dallo spalancare la porta e precipitarsi dentro la stanza per tirare via la sciarpa dal collo di Malfoy e strapparla in tanti minuscoli pezzettini, non ne aveva idea. Era come se qualcuno l’avesse pietrificato. Non riusciva a distogliere lo sguardo da loro, anche quando Malfoy cominciò ad accarezzarsi distrattamente la sciarpa mentre parlava con sua madre.

“Perché la prossima volta non gli porti direttamente la sua Mano della Gloria, vecchia strega?”

Era ufficiale. Malfoy era un caso perso. Se gli oggetti appartenuti a Malfoy senior lo rendevano tanto felice, che cosa avrebbe fatto se suo padre fosse evaso da Azkaban? Harry conosceva già la risposta; Malfoy sarebbe corso da lui. E Lucius Malfoy sarebbe sempre stato dalla parte di Voldemort. Probabilmente Narcissa aveva già chiesto alla sua pazza sorella di aiutarla ad ottenere il sostegno di Voldemort.

Harry non voleva vedere altro. Aveva visto abbastanza, per quella sera. Che i Malfoy siamo felici insieme…

Si alzò dalla sedia senza far rumore e si mise a letto, ma cambiò posizione diverse volte prima di addormentarsi.

::

La mattina seguente, Harry andò in cucina e trovò Piton intento a preparare la colazione. Si sedette al tavolo ed attese che fosse pronta. Avevano già cominciato a mangiare, quando Malfoy entrò con la sua stupida sciarpa attorno al collo, legata in modo piuttosto elaborato. Harry era troppo arrabbiato per chiedersi perché un piccolo pezzo di seta gli desse tanto fastidio.

Harry si impose di non permettere a Malfoy di capire che lo stava osservando. Ciò lo avrebbe sicuramente avvisato che Harry sapeva che non era cambiato o, ancora peggio, gli avrebbe fatto pensare che Harry voleva di nuovo fare qualcosa con lui. Perché non voleva proprio. No, davvero.

Alcune parti – traditrici – del suo corpo avevano qualcosa da obiettare. Harry incrociò le gambe e cercò di liberare la mente da tutti i pensieri che riguardavano lui e Malfoy, insieme a fare qualcosa, prima che fosse troppo tardi.

Che modo di cominciare il nuovo anno…

Un giorno di quelli avrebbe dovuto parlare con Piton e in qualche modo convincerlo a mettere Malfoy in disparte. Sconfiggere Voldemort era troppo importante perché Malfoy rovinasse tutto.

Alzando gli occhi, colse Malfoy intento a fissarlo. Harry lo fulminò con lo sguardo e l’altro abbassò la testa per guardare il piatto davanti a lui. Un momento dopo alzò una mano e toccò la sciarpa, allentandola appena. Harry fece cadere la forchetta nel piatto e si alzò così velocemente che non vide Malfoy sussultare al rumore.

Uscì dalla stanza senza neanche preoccuparsi di controllare la reazione degli altri. Aveva già in mente cosa avrebbe detto a Piton.

::

Nel corso della settimana successiva, Harry notò che Malfoy lo osservava più del solito. Forse aveva cominciato a capire cosa Harry stava per fare. Con il passare dei giorni sembrava sempre più nervoso, e distoglieva lo sguardo ogni qualvolta Harry lo sorprendeva a fissarlo.

Una ragione in più per parlare con Piton il prima possibile.

Ne ebbe la possibilità una sera che Malfoy era uscito dalla cucina subito dopo cena, dicendo che non si sentiva bene e che voleva andare a dormire. Perfetto…

::

Come sempre, Piton mandò i piatti direttamente dentro il lavandino con un movimento di bacchetta. Doveva aver notato che Harry era più inquieto del solito, perché gliene chiese la ragione subito dopo.

“C’è qualche problema, Potter?” Bene. Aveva quell’espressione disgustata che aveva sempre quando parlava con lui.

“Sì.” Probabilmente Piton non si aspettava che Harry gli dicesse davvero che cosa lo preoccupava, perché sembrò un po’ sorpreso della risposta. Harry pensò che fosse saggio continuare prima che Piton si riprendesse. “Voglio che da oggi in poi Malfoy ne stia fuori.”

“Fuori da cosa?”

“Dalla nostra missione,” buttò fuori Harry, e poi continuò, con più sicurezza, “Non mi fido di lui.”

“Non ti fidi di lui…”

“No, non mi fido.”

“Potter, pensavo che avessi deciso di lasciar perdere questa faida senza senso. Draco ha fatto le sue scelte. Non era abbastanza chiaro?”

Sembrava che si fosse sbagliato, su Piton. Evidentemente ancora si fidava di Malfoy. Ma Harry sapeva che doveva convincerlo. L’ultima volta che non era stato creduto riguardo Malfoy, le cose erano andate malissimo.

Chiedendosi brevemente perché se ne fosse dimenticato durante gli ultimi mesi, cominciò a gridare. “Non ho intenzione di mettere tutto a rischio soltanto perché lei vuole proteggerlo! Ci tradirà non appena ne avrà l’occasione, e lei lo sa! Non voglio aspettare che sua madre gli faccia rivelare tutto e poi vada a raccontarlo a Voldemort! Quindi trovi un posto in cui mandare quel coglione, o io vado a combattere Voldemort da solo!”

Piton era sembrato furioso durante la sfuriata di Harry, ma ora fissava qualcosa oltre la sua spalla con un’espressione scioccata dipinta in viso. Harry si voltò per vedere cosa fosse successo.

Malfoy era in piedi fuori dalla porta della cucina. Tremava dalla rabbia ed aveva la mascella serrata. Per un momento Harry si irrigidì, non sapendo cosa fare, e poi si diresse verso Malfoy–

Ma Malfoy reagì all’istante e scattò verso la porta, non curandosi neanche di chiuderla mentre correva via di casa. Harry si lanciò dietro di lui, sperando di raggiungerlo prima che fosse troppo tardi. Si stava avvicinando attimo dopo attimo. Alla fine fece un salto, afferrò la veste di Malfoy proprio all’ultimo momento e lo gettò a terra.

Malfoy scalciava e gridava, ma Harry lo contrastava con ugual forza, sfruttando il peso del proprio corpo a suo vantaggio.

“Lasciami!” ringhiò Malfoy, cercando di spingere via Harry. Mentre tentava di farlo stare fermo, Harry colpì il suo naso con il gomito. La voce di Piton stava urlando qualcosa dietro di lui, ma Harry non vi stava prestando attenzione–

Fino a che non sentì una mano tirargli i capelli. Ululando di dolore, aprì gli occhi e vide Piton tirare su sia lui che Malfoy, per poi trascinarli di nuovo dentro casa.

“Ma si può sapere che avete? Vi rendete conto che stavate litigando oltre l’area protetta dagli incantesimi? Volete farvi ammazzare?”

Harry dette un’occhiata a Malfoy e vide che si stava asciugando il sangue che aveva sul viso con la manica della veste.

“…e se non mi sono spiegato abbastanza bene,” Piton non aveva smesso di parlare, “ci sono persone che vogliono trovarci. È stata la cosa più insensata che poteste fare! Restate qui e non pensate nemmeno di poter uscire di nuovo!”

Piton li aveva appena riportati dentro. Malfoy stava ancora piagnucolando nella sua manica.

“Lo dica a Malfoy. Non sono stato io a fuggire via,” borbottò Harry.

“Vaffanculo,” sputò Malfoy.

“È la verità. È inutile negarlo.”

“Fantastico, Potter. Hai capito tutto questo da solo? Merlino, sei impossibile!” Malfoy crollò sul divano e reclinò la testa. “Non ho chiesto io tutto questo, eppure ho dato una mano. Ma non ho nessuna intenzione di starmene buono a sentire che insulti mia madre alle mie spalle. Vai ad affrontare il Signore Oscuro da solo, vedi quando me ne frega…” Disse le ultime parole in un sussurro. Chiuse gli occhi.

“Insultare tua madre? Solo perché ho detto che andrà a spifferare tutto a Voldemort non appena saprà la verità? Questo non è un insulto, Malfoy. È la verità. Come fai a sapere che non l’abbia già fatto?”

“Non sono cose che ti riguardano!” replicò Malfoy. “E poi, non – non può,” balbettò.

“Sì, davvero molto convincente. Continua a ripeterlo a te stesso.”

Malfoy cercò di dire qualcosa, ma non riuscì ad emettere alcun suono. Piton gli poggiò una mano sulla spalla per rassicurarlo, e parlò al suo posto. “Sta dicendo la verità, Potter. Davvero sua madre non può farlo.” Harry stava per sbuffare, ma Piton continuò a spiegare. “Tutti pensano che lei e Draco siano fuggiti. Le sole persone che sanno che è ancora nella sua casa, sono in questa stanza.”

 

  
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