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Autore: Slits    06/06/2010    2 recensioni
« Sono quel che sono da sempre. Non devo niente al passato. »
Bugiardo.
Genere: Azione, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Nico Robin, Roronoa Zoro, Sanji
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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#20. Promise ~ Cross Cycle
[Blackleg Sanji - Head Chef plus Nico Robin - Killer/Whoever you want.]


Blackleg Sanji; ten years old
Nico Robin; nineteen years old



- Un demonio! Capo, vi dico che è un demonio! -
- Non aprire la bocca tanto per dar aria alle tonsille, idiota! Quello non è un demonio, ma IL demonio. – la mano grassoccia di Paty si alzò, ballonzolando incertamente in direzione della donna seduta in sala.
- A soli otto anni, quella bestia, ha fatto colare a picco un’intera flotta della marina. -
Carne seguì titubante l’indice con la coda dell’occhio, per poi tornare ad occuparsi del cespo di lattuga poggiato sul ripiano al suo fianco. Nel prenderlo un impercettibile tremore gli solcò la mano fino a far impallidire la punta di ogni dito.
Nessuno vi prestò – o volle prestarvi, particolare attenzione.
– Quel che è. – intervenne poi, tentando invano di riassumere la solita aria spavalda – Restando qui, in ogni caso, non ci porterà nient’altro che rogne, capo. Il mio parere a riguardo resta sempre il solito; prendere un po’ di polpette di piombo ed imbottirle una volta per tutte lo stomaco. -
Paty annuì, senza aggiungere altro. L’essenziale, d’altronde, era stato espresso più che egregiamente dal compagno.
Vi fu un breve susseguirsi di secondi in cui entrambi rimasero in silenzio, in attesa del responso del vecchio proprietario del Baratie.
Zeff dai piedi rossi lanciò una semplice occhiata verso il fondo sala, incurvando impercettibile gli angoli della bocca al di sotto delle due lunghe trecce bionde.
- Dar da mangiare a chi ha fame, il mio motto non cambia. Per quel che mi riguarda, finché ha soldi con cui pagare, quella donna può anche metter radici nel locale. – sentenziò semplicemente, prendendo il paffuto cespo dalle mani del cuoco al suo fianco e tranciandolo in due con un colpo deciso di lama.
Carne deglutì, con decisamente fin troppo impeto, e tornò ad occuparsi della propria ordinazione.
- E poi, guardate come ha legato con la nostra melanzanina. Magari, questa è la volta buona che riusciamo a scotolarcela di torno una volta per tutte. – aggiunse infine il vecchio pirata, con un sospiro di velata malinconia decisamente inappropriato per un’affermazione del genere.

- Non credo che i tuoi compagni siano esattamente entusiasti all’idea di avermi a bordo come vostra ospite. -
Il bambino spostò lo sguardo in direzione dei due uomini alle sue spalle e sbuffò sonoramente.
La benda attorno al suo occhio sinistro ondeggiò a malapena, lasciando intravedere un lembo di pelle di un rosso incredibilmente acceso. Poi tornò immobile al proprio posto.
La donna continuò ad osservare con un interesse definibile quasi encomiabile i granuli di limone immersi all’interno del suo the e sorrise.
- Non devi essere arrabbiato con loro per quest’inezia; non sono di certo i primi a vedermi come una possibile minaccia. La cosa, ti garantisco, è più che comprensibile. -
- Sono soltanto due teste di scorfano, ecco qual è il loro problema. Due grandi, grosse teste di scorfano incapaci di preparare anche una frittata, ecco cosa. -
Il Demone di Ohara ridacchiò impercettibilmente. Era piacevole, insolitamente familiare, poter accarezzare ancora una volta con mano il lento scorrere di una semplice conversazione.
Scaldava dentro, fino a far ricolorare la pelle di un piacevole rosa pallido, il parlare e l’essere ascoltata.
Dava davvero l’impressione di essere molto più di un’ombra incorporea.
- Non tornerai più, non è così? -
L’archeologa sorrise a quell’affermazione.
I bambini sanno essere insolitamente perspicaci in quel loro assurdo modo di vedere il mondo; a volte, molto più degli adulti.
- Ho qualcosa di importante da trovare. Non so quanto a lungo e dove la sua ricerca mi potrà condurre. – prese un sorso dalla propria tazza e tirò fuori un paio di monete.
Il giovane vice capo cuoco le guardò a lungo. Erano ossidate, probabilmente intaccate dalla salsedine e dai primi segni della ruggine. Nulla di particolare, in fondo.
Ancora, nonostante tutto, gli sarebbero potute valere un tozzo di pane e qualche condimento.
- Non le voglio. – disse tuttavia dopo una discreta manciata di secondi.
- Così rovinate dubito di poterci comprare qualche cosa. -
La donna le rimise in tasca con un gesto impercettibile della mano e rimase a guardarlo, dubbiosa.
- Me le ridarai quando ci rivedremo, un bel paio luccicante e nuovo di zecca. Vedrai, ti cucinerò tanta di quella roba che alla fine neanche ti basteranno a saldare tutto. – concluse, con uno strano bagliore ad aleggiare nello sguardo.
Nico Robin annuì, calcandosi meglio le larghe falde del cappello in testa ed incominciando ad incamminarsi verso l’uscita.
I bambini, alle volte, sono strani.
Fanno promesse che sanno di non poter mantenere.

« … »

Le monete scoccarono quasi pesantemente sul pavimento della Thousand Sunny.
Sanji si girò, dedicando una lunga occhiata alla donna accovacciata al suo fianco, ma non disse niente.
Perché gli adulti sanno essere strani, in fondo.
Di fronte ad una promessa mantenuta, diventano impacciati come semplici mocciosi.



---
E
nnesimo esperimento della raccolta.
E’ una sorta di cross, molto, molto azzardato.

Qualche giorno fa mi è venuta in mente la possibilità di incrociare, anche se per un breve attimo, le strade dei vari personaggi della raccolta.
Nulla di particolare importanza, per carità, semplicemente un’esperienza come tante. Questo è il primo risultato.
Non essendo ancora del tutto certa del risultato, per questa volta, vi chiedo di commentare quanti in più possibile.

Non è per una questione di numeri o nulla di simile, solitamente bado molto poco a queste sottigliezze.
E’ soltanto per avere quanti più pareri possibili su qualcosa che fino a qualche giorno fa mi ha praticamente mandato in tilt il cervello.

Piccola nota sul particolare della benda di Sanji.
E’ l’ennesimo sfizio che la sottoscritta si è voluta togliere, nulla di assolutamente inerente alla storia.
Partendo dal presupposto che, a mio parere, il ciuffo del biondo nasconde una brutta cicatrice, mi è venuto quasi naturale pensare che, dopo il naufragio e la permanenza sull’isola, la ferita si fosse naturalmente infettata.
Da qui tutto il resto.

No, non sono fissata.
E’ una vostra impressione.


Passando invece ai commenti.

Per mangagirlfan: Ti ringrazio anzitutto per i complimenti, davvero, credo immeritati.
Per quanto riguarda la presenza di altri personaggi, è una cosa che non sono sicura di poterti garantire.
Ho scelto i quattro dell’apocalisse, semplicemente perché credo che, avendo vissuto prevalentamente come nomadi, Sanji a parte, abbiano una gamma maggiore di spunti da offrire.
Con Sanji le cose son diverse, ma in fin dei conti hai visto anche tu la situazione del Baratie. Basta ed avanza per creare qualche cosa.
In ogni caso, nel caso in cui volessi qualcosa su di un determinato personaggio, non esitare a chiedere.
Per quanto possibile vedrò di accontentarti.

Con la conclusione della raccolta, ero partita dal presupposto di fare un “ciclo” per ogni personaggio. Conclusi i quattro cicli, ed avendo quindi fatto i sedici racconti, avrei considerato conclusa anche la storia.
Finora ho elaborato quello per Robin [Book], quello per Nami [Child] e quello per Sanji, suo malgrado [Sex]. Dovrei ancora far nascere quello per Zoro ed infine elaborare quello dei quattro complessivi.
Insomma, la cosa è ancora lunga.
Spero di esser stata per lo meno comprensibile.
Grazie mille per il commento. °ç°


Per Smemo92: Per rinascere il mio interesse, Oda dovrebbe uscire da quel buco nero che lui stesso si è creato.
* vien lapidata a pantofolate
Giuro, non credevo di incasinare talmente tanto la vita ai lettori. ._.
Mi spiace, davvero. Vi garantisco, che anche una recensione scritta di getto mi è comunque gradita.
Anche se, non posso negarlo, mi fa piacere sentire simili cose. *_*
Ti ringrazio tantissimo per questo, e per tutti i tuoi altri commenti.


Un ringraziamento particolare va invece a lei, la mia sposa, la mia metà, la mia coltivatrice di cetrioli selvaggi: Seiko. Mon amour, ma quanto schifo posso fare quando voglio? .-. sei una schifosa ti amo. ù_ù

Grazie bella mia, davvero.


Un ringraziamento finale, ed immenso, a tutte le persone che hanno smanettato con i preferiti, le seguite e le ricordate.
Arigatuò °ç°
   
 
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