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Autore: londonlilyt    05/09/2005    3 recensioni
Oscar sapeva cosa voleva dalla vita, la sua carriera era la cosa piu' importante per lei, c'era poco posto nella sua vita per l'amore o le cose frivole. fino a quando il suo nuovo assistente, Andre', arriva in ufficio. I grandi occhi verdi e i suoi modi gentili le mostreranno un lato della vita che le era sempre stato negato dai suoi obblighi e doveri, facendo tremare le fondamenta di tutte le sue certezze. Ma Andre' ha un segreto, che presto si frapponera tra i due e la loro felicita', riusciranno a superare tutti gli ostacoli e rimanere l'uno affianco all'atro? BHE' LEGGETE E SCOPRITE!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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-Shh- le sussuró una voce che conosceva bene –non una parola!-

Oscar fece cenno di si con il capo, per poco non svenne per il sollievo, sarebbe rimasta in vita dopo tutto. Ma cosa ci faceva André lì? Chi stava seguendo, lei o uno dei due uomini?

Non ebbe tempo di farsi altre domande, perché venne distratta dalle voci concitate dei due uomini che discutevano.

-Ti dico che ci ha scoperti!- ripeté Roger per l’ennesima volta –altrimenti non sarebbe venuta a ficcanasare nel mio ufficio due volte!-

-Calmati Roger, sei troppo paranoico, sapevamo che prima o poi avrebbe fiutato qualcosa, tanto meglio per noi che é successo alla fine della nostra operazione. Ora non ci resta che chiudere i conti, trasferire le ultime somme di denaro e potremmo passare il natale al caldo con nuove identitá, ci servono solo un’altro paio di settimane-

-Settimane! Ma sei impazzito! L’FBI potrebbe giá essere sulle nostre tracce, per non parlare di Vincent! Il tuo problema Mark é che sei sempre stato troppo avido!- gli rimproverò.

-E tu non pensi in grande abbastanza Roger, non sono io quello che si vuole liberare dalle grinfie dei Marino, io voglio solo i soldi, é l’unica cosa a cui sono fedele-

-E la ragazza? È diventata troppo sospettosa!- continuó agitato.

-Devi ammettere che grazie a lei siamo riusciti a rubare più soldi in minor tempo, é intelligente e abile, ma ahimé facilmente sacrificabile, come avevamo stabilito all’inizio. Un vero peccato se me lo chiedi, una bellezza del genere non andrebbe sprecata-

A quelle parole Oscar non poté fare a meno di sussultare, quei due stavano parlando della sua dipartita come una persona normale parla delle condizioni del tempo, le braccia che la circondavano accentuarono la loro stretta, come per rassicurarla che non le sarebbe sucesso nulla di male, mentre i due continuavano a discutere.

-Cosa hai intenzione di fare?- domandò.

-Tutte le prove sono a suo carico, possiamo farla fuori noi o aspettare che lo faccia Vincent come ripicca- rispose impassibile.

-I morti non possono difendersi, se riesce in qualche modo a provare la sua innocenza i prossimi sospetti cadranno sui membri dell’amministrazione e le forze dell’ordine sanno giá della mia connessione con la famiglia Marino, Saró io il sospettato numero uno!-

-Se la facciamo fuori, dovremmo ritardare la nostra fuga, non possiamo simulare tre incidenti in un breve lasso di tempo!-

-Non mi importa! Ti ho giá detto che mi rende nervoso! Con quegli occhi freddi, sembra che sappia che le sto mentendo ogni volta che me la ritrovo davanti!-

-Ti ripeto che sei troppo paranoico Roger, ma se puó farti stare tranquillo me ne occuperó prima della fine della settimana-

-Molto meglio-

-È meglio che c’é ne andiamo, più a lungo restiamo qui, più facile diventa attirare attenzioni indesiderate-

La luce si spostó dalle casse, lasciando le due figure nascoste nel buio completo. I due rimasero immobili fino a quando non sentirono il rumore delle auto che si allontavano dal magazzino.

Senza dire una parola si alzarono, André la prese per mano e con passo sicuro la condusse verso la finestra dalla quale era entrata, non era stata fortuna quella che gliel'aveva fatta trovare aperta, lui doveva averla scassinata per primo.

-Come sei arrivata fino a qui?- chiese in tono piatto una volta fuori.

-Con una macchina a noleggio, l’ho parcheggiata laggiù dietro a dei container- che fosse arriabiato? Sorpreso di trovarla lì? Dalla voce non si capiva, e con il buio non poteva vederlo bene in viso.

-Dammi le chiavi, la riporteró io all’autonoleggio domani- le prese le chiavi di mano e dopo averla afferata per un polso la trascinò verso il suo maggiolino.

Era arrivata la resa dei conti pensó lei, ora non si potevano più ignorare le bugie che c’erano tra di loro. Oscar non sapeva cosa provare, rabbia per il tradimento subito? Speranza, nel credere che ci fosse una spiegazione logica a tutta questa storia? Paura, dello scoprire che in definitiva lui l’aveva davvero usata? Tristezza, per il loro rapporto che questa notte sarebbe cambiato inesorabilmente?

Si rese conto di provarle tutte, si sentiva pronta ad esplodere, come una lattina di coca-cola dopo essere stata agitata, sentiva le bollicine che una volta a galla scoppiavano a ripetizione.

André era furibondo, quando l’aveva vista sbucare da un agolo buio non aveva creduto ai suoi occhi, cosa ci faceva lei in quel magazzino?  Che motivo poteva avere di sospettare dei due uomini che lui stava seguendo? O peggio ancora era lui che stava seguendo? L’aveva scoperto ed ora voleva accertarsi cosa stesse combinando.

Alla rabbia peró era ben presto subbentrata la paura, se venivano scoperti sarebbe stata la loro fine, la discussione che avevano appena origliato aveva concretizzato i suoi sospetti. Lei era in pericolo, e lui doveva fare tutto il necessario per cercare di tenerla al sicuro.

Anche se, come prima cosa doveva cercare di arginare i danni di questa notte, ora non c’era più modo di nascondere la veritá, avrebbe dovuto raccontarle tutto, sperando che alla fine non l’odiasse.

Non aprirono bocca per tutto il tragitto, entrambi cercando di rimandare l’inevitabile, ma fin troppo presto si ritrovarono faccia a faccia avvolti nel silenzio del salotto nell’appartamento di lei.

Si guardarono negli occhi un lungo momento, da dove iniziare? Come si poteva attraversare il baratro che si era aperto tra loro.

-Oscar...- iniziò lui titubambte.

Ma lei non lo fece finire, giró di spalle, sparendo in cucina per qualche secondo, quando tornò gettó sul basso tavolino davanti al divano un fascio di fogli.

-Mi spieghi questo signor Jones, o dovrei chiamarla Granier?- gli disse sarcastica.

Cautamente si diresse al tavolo e dopo essersi seduto diede un’occhiata ai fogli, era proprio nei guai fino al collo.

-Chi te l’ha dato?- chiese piano, le prove della sua colpevolezza erano tutte li, chissá da quanto tempo le aveva.

-L’FBI- a questo punto era inutile mentire o raccontare mezze veritá.

-L’FBI!- esclamò sorpreso, questo complicava ulteriormente la faccenda.

–A quanto pare sono mesi che spiano me, te e tutto il mio ufficio, devo dire che hanno fatto un lavoro dettagliato, c’é addiritura una copia di tutti i documenti falsi che hai usato per farti assumere da me-

-Non é come credi Oscar- continuava a guardare i fogli, non aveva il coraggio di guardare lei.

-E cosa credo André? Che tu mi abbia usato per scrivere due articoletti da prima pagina?- il tono era gelido –cosa ti spettavi, una qualche esplosiva rivelazione tra le lenzuola?-

La sua testa si sollevó di scatto a guardarla.

-Quello che c’é tra noi non ha nulla a che fare con il mio lavoro- cercó di spiegarle.

-Il tuo lavoro! Giá inizia da lì, cosa diavolo sei venuto a fare nel mio ufficio?-

-Faccio un favore ad un amico, l’indagine era sua, ma la sua copertura é saltata e come risultato si é fatto quattro settimane di coma dopo un’esplosione sospetta. Immaggino che i federali ti abbiano detto delle connessioni di Roger Whittaker con la mafia locale?- ma la domanda era retorica –mi è stato chiesto aiuto per scovare delle prove che colleghino la compagnia con il riciclaggio di denaro sporco della mafia, la posizione come tuo assiste sembrava il posto ideale da dove iniziare-

-Continua, che altro hai scoperto?- chiese perentoria, voleva avere tutti i pezzi di quel mosaico per poter decidere la prossima mossa.

-Non molto sul riciclaggio, piccole cose che però potrebbero far scoppiare un putiferio, in compenso ho scoperto che Roger Whittaker e Mark Spenser stanno sistematicamente derubando la compagnia, con l’aiuto di qualcuno all’interno del tuo ufficio. Qualcuno sa esattemente quali investimenti non desterebbero troppe domande e quali sono troppo rischiosi da contraffare. Da quello che ho capito dai discorsi di questa sera, Roger vuole sparire e liberansi dalla morsa della mafia, mentre il signor Spenser vuole solo arricchirsi ulteriormente, si vede che la parcella pagata dalla mafia non gli basta più.

La situazione é seria Oscar, vogliono farti figurare come unico responsabile del crollo dell’azienda, così che, in caso la mafia decidesse di vendicarsi saresti la prescelta, così come ti sarebbero addosso tutte le autoritá governative- la vide ipallidire leggermente, ma non si azzardava a toccarla, sapeva che il suo tocco non sarebbe stato il bevenuto –spiegami come mai Roger sospetta che di essere stato scoperto?-

-Perché...ho trovato dei documenti, erano scivolati da una tasca della tua borsa, mi sembravano strani, così ho fatto dei controlli, in un paio di giorni ho scoperto cosa stava succedendo. Come una stupida sono andata a raccontare tutto a Roger, e...-

-Che cosa!- la interruppe orripilato lui –non é una sorpresa che vogliano farti fuori-

-Non é come se avessi ogni diritto di sospettare del mio capo, e poi...- si interruppe indecisa se dirgli o meno del fallito tentativo di farla fuori, alla fine decise per il si –il loro primo tentativo é andato a male-

-Primo...? Come? Quando?- poi sgranò gli occhi –l’incidente in montagna!-

-L’FBI ci stava seguendo anche allora, hanno recuperato i miei sci e constatato che erano stati manomessi- non provava nessuna pena nel vederlo così sconvolto.

-Che altro ti hanno detto i federali?- se erano coinvolti anche loro voleva dire che in pentola bolliva qualche grossa operazione.

-A parte che il mio assistente poteva vantare un’avventurosa doppia vita?- disse sarcastica –nulla di diverso da quello che sai giá-

-Mi dispiace Oscar, non volevo che lo venissi a sapere così...-

-Oh, sono sicura che ti sarebbe stato più comodo se non l’avessi scoperto per nulla!- lo interruppe con voce alterata –permettimi di darti una notizia flash, l’interludio piacevole é finito! Ti voglio fuori dal mio ufficio entrodomani mattina, vattene, non abbiamo più nulla dirci!-

-Invece abbiamo ancora tante cose da dirci- si mise in piedi cercando di mantenere la calma, attaccarla non sarebbe servito a niente –non ho mai considerato la nostra storia come un interludio piacevole, tra noi c’é qualcosa d’altro...-

-Vuoi dirmi che non hai cercato di essere amichevole per vincere la mia fiducia?- con un moto di rabbia pensò che non gli ci era voluto tanto tempo per raggirarla.

-Si...no...all’inizio magari, ma poi più imparavo a conoscerti, più mi piacevi, volevo starti vicino...- ma apparentemente lei non aveva voglia di lascirgli finire nessuna delle sue spiegazioni.

-Come no! Tutti cercano di iniziare le loro relazioni con il prossimo su una montagna di bugie, le rende più stabili!- l’ironia colava da ogni parola.

-Ci sono stati momenti nei quali desideravo con tutto me stesso poterti dire la veritá, ma le cose che scoprivo rendevano sempre più evidente quanto fossi in pericolo, prima di raccontarti tutto volevo trovare il modo di aiutarti- 

-Santo cielo! Adesso non mi verrai a dire che tutte le bugie che hai raccontato sono per il mio bene! Per proteggermi!- non poteva credere alle sue orecchie, guardandosi velocemente attorno afferró la prima cosa a portata di mano e gliela lanciò con violenza, fortuna volle che fosse uno dei cuscini imbottiti che stavano sulla poltrona –brutto ipocrita d’un bugiardo! Vattene immediatamente da casa mia!-

Era il colmo, pensó lei, con quale coraggio le veniva a dire che le aveva mentito per proteggerla, e anche se fosse avrebbe dovuto dirle la veritá non appena le cosa tra loro due erano diventate serie, se quello che le aveva detto era la vero, come poteva credere ora che lui fosse sincero.

-Oscar cerca di...- era difficile parlare mentre cercavi di schivare una serie di oggetti che ti venivano scagliati contro –ti vuoi calmare e...-

-Calmare! Se ti devo mandare via da casa mia in barella, ti posso assicurare che stasera sono dell’umore adatto per farlo senza provare nessun rimorso!-

Quando André la vide afferrare uno dei pesanti soprammobili di cristallo, decise che era arrivato il momento di intervenire con le maniere forti, la doveva fermare prima che qualcuno si facesse male, in particolar modo lui.

Prima che glielo potesse scagliare addosso le afferró un polso e senza tante cerimonie la scaraventò sul divano, dove la immobilizzó con il peso del proprio corpo.

-Ora ti calmi e mi dai una possibilitá di redimermi?- chiese con il fiatone.

-Vai a quel paese!- sapeva che lui era molto piú forte e pesante di lei, ma quel fatto non le impedì di dimenarsi come un’ossessa cercando di liberarsi.

Lui rimase pazientemente ad aspettare che si calmasse e che la sua rabbia sfumasse, almeno leggermente e dopo quasi dieci minuti la sentì arrendersi, anche perché era rimasta senza fiato e senza forze.

-Adesso mi starai ad ascoltare?- le chiese calmo.

-Cosa? Dimmi cosa potresti dirmi che giustificherebbe un comportamento così scorretto da parte tua?- cercó di guardarlo torva, ma la posizione era nettamente in suo svantaggio.

-Dirti che mi dispiace, che il mio comportamento non ha scusanti, ma se significherebbe tenerti al sicuro non esitererei a farlo di nuovo-

-Il fine non giustifica i mezzi André- averlo così vicino iniziava a farle un certo effetto, le riaccendeva sensazioni che al momento erano fuori luogo.

-Come puoi affermare che tutto quello che c’é tra noi é una bugia? Io ti amo maledizione!- la scosse leggermente al colmo della disperazione, la stava perdendo.

-E su cosa sarebbe basato questo nostro amore? Mi hai fatto innamorare di una persona che non esiste- vide gli occhi di lui riempirsi di dolore, ed era sicura che i suoi rispecchiassero la stessa emozione –ti rendi conto della montagna di menzogne che ci separa? I sotterfugi per non farmi avvicinare al tuo appartamento, il fatto che in questi mesi non ho mai incontrato uno dei tuoi amici. E la festa con i tuoi genitori? Mi sono anche sentita dispiaciuta per te quando mi hai chiesto di non menzionare il lavoro, invece tutto era una tattica per non farti scoprire- si odió nel sentire la voce incrinarsi, non avrebbe pianto.

Lui si rendeva conto che quello che diceva era  vero, ma ogni affermazione era ugualmente come una pugnalata al cuore, non sarebbero riusciti a risanare la frattura così facilmente.

-Oscar...- ma cosa poteva dirle? Aveva tradito la sua fiducia, ma aveva sempre pensato di poterla convincere a dargli il beneficio del dubbio, ora non l’avrebbe mai perdonato.

-Vattene André- gli intimó con voce bassa e stanca –ti voglio fuori dal mio ufficio e dalla mia vita per sempre, non voglio piú vedeti-

Non avrebbe potuto fare altro stasera, si disse sconfitto, era meglio se andava via e la lasciava sola.

-Lascia che ti dica un’ultima cosa- le fece scivolare una mano sulla nuca e la bació, piano e con tenerezza, fino a quando non sentì la sua involontaria risposta –l’André che ti ama Oscar non ha niente a che vedere con il giornalista-

Poi se ne andó, senza voltarsi e chiudendosi piano la porta alle spalle.

  
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