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Autore: pink    05/09/2005    3 recensioni
Lo sfogo di una ragazza.
Le incomprensioni con il padre.
Il dubbio atroce che l'assilla.
E il freddo...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NOTE: Questa lettera è stata scritta per il concorso sulle lettere

NOTE: Questa lettera è stata scritta per il concorso sulle lettere. I fatti non sono basati sulla realtà.

 

Caro papà,

ho un bisogno urgente di farti sapere quello che penso, ciò che mi turba da sedici lunghi anni.

A dirla tutta, mi vergogno anche di scriverti questa lettera, sai perché?

Certo che lo sai il perché…io e te non abbiamo nessun tipo di rapporto.

Nessuno.

Quante volte ho cercato il tuo affetto, senza trovarlo…

Forse è solo una mia impressione, forse sono solo paranoica.

O forse no.

Ricordi la prima volta che ti ho detto che ti sentivo distante?

La prima volta che ti ho detto che volevo un padre…

Avrò avuto nove anni ed ero felicissima quando tu, con un sorriso premuroso, mi dicesti che saresti cambiato.

Le persone non cambiano, ma questo non lo potevo sapere allora.

Ero ingenua, speranzosa.

Per due giorni, per due fantastici giorni, potei dire di avere anch’io un padre.

Poi ti stancasti.

Ti avevo chiesto troppo: era troppo complicato, richiedeva troppe premure, troppe attenzioni…era semplicemente troppo.

Stranamente, il padre ti piace farlo con gli altri.

Fa parte del tuo carattere, sei sempre disponibile…per gli altri.

Mi viene da ridere quando ripenso a quel giorno.

Tu e la mamma mi avevate regalato un manuale di disegno, rammenti?

Lo sfogliavo, ricopiavo le immagini o ne inventavo di mie prendendo spunto da quel libro.

Un giorno non lo trovai più.

Venni a chiederti se sapevi che fine aveva fatto e tu mi dicesti, come se niente fosse, che l’avevi regalato al figlio del tuo collega perché voleva imparare a disegnare.

Forse dovrei piangere, ma è così ridicolo il fatto che hai regalato il manuale di tua figlia ad un bambino che neanche conoscevi!

Ora ti chiederai il motivo di questa lettera.

Per riproporti la stessa cosa che ti ho chiesto a nove anni?

No, non credo più nelle favole.

Per farti venire sensi di colpa?

No, anche se la tentazione c’è.

Ti ho scritto perché ho un dubbio che mi assilla.

Ti prego di rispondere sinceramente, non resterò delusa, voglio solo stare in pace con me stessa.

E non ridere, non è una domanda stupida.

Mi vuoi bene?

O è solo un dovere per te essere un padre?

Sei sempre così distaccato, non ti preoccupi mai per me…

E non mi hai mai detto che mi vuoi bene.

Non di tua spontanea volontà, era più che altro una risposta obbligatoria alla mia consueta richiesta di affetto.

Perché, se me ne vuoi, non me lo hai mai dimostrato?

Non sai come si fa ad essere un padre?

Forse ci hai provato e non ci sei riuscito.

Magari non ti sei impegnato abbastanza.

Non penso che avrò mai il coraggio di darti questa lettera.

E adesso rimarrò sempre col dubbio…

Mi vuoi bene?

 

 

                                                                     La tua figlioletta

 

 

  
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