EPILOGO N.2
Dopo il ritorno dal secondo viaggio temporale,
tutti quanti si misero ad discutere allegramente sul modo poco ortodosso, ma
diretto di Nicholas.
La discussione andò avanti per altri cinque minuti,
dopo di che Nicholas si guardò in giro furtivamente e urlò.
“Oblivion Selectivis babbanus.” l’incantesimo si
sparse per tutta la comunità magica che era venuta a contatto con Nicholas.
Tutti i maghi dimenticarono di averlo conosciuto.
Sull’aereo che lo stava riportando a Roma,
Nicholas era triste.
Per tutto il viaggio, gli vennero in mente i
momenti felici e no della sua avventura nel modo dei maghi; lanciare
quell’incantesimo era come tradire la loro fiducia, ma l’unica consolazione era
che lo aveva fatto per salvare il castello e tutti loro.
OTTO ANNI DOPO…
Era mattina presto quando Silente arrivò in
prossimità della nuova casa di Nicholas, ma non c’era nulla, c’era solo sabbia
e mare.
Silente si guardò in giro più e più volte senza
vedere nulla stringendo gli occhi per concentrarsi meglio.
Si copri un occhio e
guardò con l'altro.
Senza badare alle
occhiate stupite della gente li intorno, si passava le mani sulla faccia ripetutamente,
si chinava dietro le spalle di qualcuno, si sollevava con un salto sopra la
testa di qualcun altro, stava in piedi rigido a sbattere in continuazione gli
occhi.
Dopo essersi comportato
cosi per vari secondi, cominciò a camminare con aria guardinga e concentrata,
come un leopardo che non fosse sicuro di avere appena scorto, a un chilometro
di distanza, in mezzo a una pianura arida e desolata, un barattolo di cibo per
gatti semivuoto, fino a che forse più per fortuna che con esperienza riuscì ad infrangere
il filtro di percezione che nascondeva la casa agli occhi delle persone.
L’anziano mago rimase
compiaciuto della scelta del sistema di protezione, anche se forse un pochino
bassa come livello, ma in fondo in un paese cattolico in cui la chiesa ha contribuito
assieme a quella spagnola alla caccia delle streghe, era sufficiente... in
Italia non c’erano maghi.
Era tutto il giorno che Silente stava in casa di
Nicholas; nel suo studio un’intera parete era dedicata alla targa dell’ordine
di Merlino e alle foto del periodo passato al castello.
Non era ancora arrivato a casa che sapeva che
subito che qualcuno era entrato.
“Professor Silente lo so che è a casa mia.
Con un sorriso Silente usci di casa tenendo alzate
le mani “Mi arrendo, ma come facevi a sapere che io stavo dentro casa tua?”
Senza parlare Nicholas indicò il rampicante di
casa, che aveva scritto il nome del professore e il giardino zen che aveva
modificato il disegno nella faccia del preside.
Con un semplice gesto della bacchetta (che Silente
non riuscì a capire quando l’aveva estratta) il rampicante prese la sua forma
originale e il giardino zen fatte riaffiorare le due pietre, che Nicholas aveva
affettuosamente chiamato Nihon-koku ed Ezo, la via per il mare settentrionale(1)
la ghiaia riprese il suo aspetto di sempre.
I due si abbracciarono come due amici che non si
vedevano da molto tempo.
Lo sapevo
che lui era scampato e quando ce lo freghi a Silente.
“Una domanda Professore…” la domanda rimase in
sospeso.
“Come ho fatto a ricordare chi sei nonostante l’incantesimo
che hai lanciato? Semplice, in realtà me lo hai detto tu”
Che
bastardone che sono, mi dovrò fare un bel discorsetto.
“…che avresti usato quel’incantesimo per salvaguardare
il noi e il castello e posso aggiungere che solo io, Minerva ed Alastor
ricordiamo di te e di ciò che hai fatto.Questi sono tempi cui e sono qui…” e stavolta
fu il turno del preside a rimanere a bocca aperta.
Nicholas divenne serio osservando la mano destra
annerita.
“Dopo otto anni rompendo il segreto di non aver
perso la memoria e con una mano cosi conciata, non per una rimpatriata tra
vecchi amici. So di Harry Potter, della storia del prescelto, di Voldemort e
degli Horcrux, di cui lei sembra averne trovato uno. Lei è venuto qui per
chiedermi un aiuto, e io credo di aver trovato alcuni indizi per i prossimi
Horcrux e… per caso ho tirato fuori il mobile delle cinque porte.”
Il Professore sorrise, aveva sottovalutato il ‘Diavolo
Babbano’.
Nicholas sapeva più cose di lui.“
Ma questa è un’altra storia; sicuramente mio caro
lettore/lettrice avrai capito chi sono.
Esatto, sono Nicholas
Etrangè attuale preside di Hogwarts che ha lasciato il ministero della Marina,
ha passato vent’anni a studiare la magia in tutte le sue forme (grazie alla
trucchetto del tempo fermo nella camera delle necessità) distintosi come
guaritore presso l’ospedale di San Mungo e sostituito madama Chips nella
gestione dell’infermeria del castello e aiutato Silente nella ricerca degli
Horcrux e operato fino a che non morì con Alastor nell’Agenzia ricerca dei
manufatti stregati per conto del Dipartimento delle
Catastrofi e degli Incidenti Magici.
Sinceramente parlando avrei voluto mandare sulla
luna a calci in culo Albus Severus Potter quando avendolo sospeso dopo
un’animata discussione, mi disse che se io potevo ‘giocare a fare il preside’
era grazie a suo padre che da giovane ha sconfitto il più grande mago oscuro.
In fondo perché prendermela più di tanto.
Il padre, Harry, ha solo sconfitto un mago oscuro.
La mia famiglia invece ha costruito il castello
divenuto nei secoli il faro di conoscenza della magia di cui il sottoscritto è
e sarà per sempre il suo custode.
1)
Ci sono stati
molti tentativi di spiegare il disegno dei giardini zen. Alcuni di questi sono:
La ghiaia rappresenta
l'oceano e le pietre rappresentano le isole del Giappone
Le rocce rappresentano una
mamma tigre con i cuccioli che nuota verso un drago
Le rocce formano parte del kanji per cuore o mente
Nihon-koku:
Giappone (日本/日本国 Nihon o Nippon,
ufficialmente Nihon-koku o Nippon-koku)
Ezo: nome
con cui originariamente veniva
chiamata l’isola di Hokkaido ed era abitata principalmente dagli indigeni Ainu.
Hokkaidō (北海道) è la più settentrionale
delle 4 isole principali dell'arcipelago giapponese e la meno sviluppata. Il
termine Hokkaidō letteralmente significa via per il mare settentrionale.