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Autore: wari    11/06/2010    9 recensioni
E mentre sua madre si sporgeva con impeto per abbracciare quell'uomo dalla voce severa e la fronte spaziosa che era appena comparso sulla soglia, Sasuke si chiese se fosse davvero possibile innamorarsi di qualcuno in meno di due settimane. Decisamente improbabile. Assurdo. Inconcepibile. Quindi, a giudicare dall'evidenza dei fatti, il mondo era semplicemente impazzito.
(seconda classificata allo "Storm in Heaven [SasuHina contest] indetto da Red Diablo e hachi92)
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hanabi Hyuuga, Itachi | Coppie: Hinata/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Posto prima di finire risucchiata dall’ennesima riunione del mio clan, la cui tragica idiozia dei membri ha sempre il potere di stupirmi. Sì, la consapevolezza di dover indossare scarpe scomode mi rende molto poco incline all’affetto. 

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La busta giaceva inerte sul letto.
Accanto a lei, Hinata emise un mezzo sospiro affranto.
Alla fine, le era arrivata.
Era tornata correndo a testa bassa, alzando lo sguardo solo quando aveva scorto l'angolo giallino che sbucava fuori dalla cassetta della posta. Con un tuffo al cuore, aveva infilato il bottino sotto il maglione, defilandosi in camera e salutando a stento Itachi che, appollaiato sul divano, sorbiva il telegiornale con aria annoiata.
Solo dopo averla esaminata da ogni angolazione, stringendola tra le mani tremanti, si era finalmente decisa ad aprire la busta.
Ne aveva tirato fuori un plico di fogli troppo spesso perché si trattasse della cortese ma ferma lettera di rifiuto che aveva desiderato. Tra le pagine, un opuscolo informativo ed i moduli di ammissione, da compilare entro la settimana corrente, le diedero la conferma della sua condanna ancora prima di leggere il fatidico “siamo lieti di ammetterLa nel nostro Istituto”. Le lacrime iniziarono a sgorgare di nuovo, prima che avesse il tempo materiale per iniziare a trattenerle.
Avrebbe dovuto dirlo a suo padre; sarebbe stato felice. Anche Mikoto san le avrebbe di certo fatto i complimenti. Itachi avrebbe annuito compostamente, regalandole uno dei suoi bizzarri sorrisi appena accennati ed Hanabi l'avrebbe presa festosamente in giro, annunciandole il suo predominio sulla camera, che sarebbe finalmente divenuta di sua esclusiva proprietà.
E poi, Sasuke.
Sasuke che era l'unico con cui ne aveva parlato veramente. Sasuke che era stato l'unico a chiederle cosa ne pensasse sul serio. Sasuke che la riteneva una ragazzina immatura e sottomessa.
E aveva ragione.
Sussultò, quando due colpi batterono rapidi sulla porta.
 « Hinata chan... Posso entrare? »
Hinata saltò sull'attenti, lanciando sguardi disperati dalla porta alla busta, scompostamente aperta sul letto.
Mikoto entrò, scivolando piano all'interno.
« Sei tornata correndo come una furia... E' tutto apposto? Dov'è finito Sasuke? »
Hinata a quel nome, deglutì.
« S... Sasuke... Noi... Ci siamo separati. Io... »
Mikoto emise un breve sospiro rassegnato.
« Che ha combinato? Ti ha detto qualcosa di cattivo? » chiese, andandosi a sedere sul letto di Hanabi con aria affranta.
Hinata non disse nulla, preferendo sedersi compostamente con le mani in grembo, davanti alla busta, in una complicata manovra di copertura.
Mikoto lo prese per un assenso.
 « Ti prego di non farci troppo caso. Lui è così di carattere, non ce l'ha con te. Cioè, forse sì. Ma non per colpa tua. Lui ce l'ha con tutti abitualmente, ecco. » cercò di aggiungere qualcos'altro, forse per dare un senso allo sproloquio precedente, ma poi si perse in un borbottio.
« E'... è tutto apposto Mikoto san, noi abbiamo solo... »
Una porta sbatté al piano di sotto, seguita da passi attutiti sulle scale mentre, di nuovo, un mezzo saluto di Itachi si perdeva nell'aria, restando senza risposta.
« Ah, sei qui. » fu lo sbuffo di Sasuke, quando si trovò a passare davanti alla sua stanza.
Hinata ammutolì, arrossendo.
Era arrivato con uno scarto di quasi venti minuti rispetto a lei; di sicuro si era perso.
 « Ti eri perso, Sasuke? » chiese subito Mikoto, alzandosi.
Fu quasi comico sentirgli dire che no, ovviamente aveva consapevolmente scelto un percorso alternativo, più lungo ma meno affollato.
Mikoto sorrise sotto i baffi, seguendo con lo sguardo la schiena del figlio che si ritirava dignitosamente in camera sua.
« Si è perso. » rise. « Non lo ammetterebbe mai... Oh, ti è arrivata una lettera, Hinata chan? »
La schiena di Hinata fu percorsa da una scarica elettrica; sorpresa per l'arrivo di Sasuke, si era spostata, svelando il piccolo cumulo di carte dietro di lei. Prima che avesse il tempo di borbottare una scusa decente, Mikoto si era già lanciata sui fogli e, dopo una breve occhiata alla busta, un lampo di comprensione le aveva attraversato lo sguardo.
« Oh, Hinata chan, ma è meraviglioso! Hiashi, guarda! » uscì in corridoio, entusiasta.
E Hinata non riuscì a muovere un passo per fermarla.
Si odiò, con tutte le sue forze, ma i suoi piedi non si mossero e la lingua le rimase incollata al palato.
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Il cuscino cadde sul pavimento, quando Sasuke si rigirò sul fianco, nervoso.
Non sarebbe sceso a chiederle scusa.
Anche perché, tutto considerato, gli pareva di essere già stato punito a sufficienza: ci aveva messo più di venti minuti per imboccare la via di casa Hyuuga, percorrendo l'isolato almeno cinque volte.
E poi non è che le avesse detto chissà cosa; era Hinata ad essere fastidiosamente ipersensibile, ecco. Lui le aveva solo fatto notare, forse in modo lievemente brutale, quanto il suo atteggiamento remissivo fosse patetico e ridicolo, tutto qui.
Si tirò a sedere con uno sbuffo. Raccolse il cuscino, soprappensiero e poi si decise finalmente ad uscire dalla stanza.
Dalla tromba delle scale arrivava un vago odore di cibo che nonostante quel piccolo peso alla bocca dello stomaco – Itachi l'avrebbe chiamato Coscienza – riuscì a fargli venire un certo appetito; doveva ammettere che non essere più costretti a nutrirsi di pasti precotti per evitare di morire avvelenati per mano della propria madre rappresentava un’evidente nota positiva nell’economia della vicenda.
« Ah, Sasuke! Sentito che bello? »
 In cucina c'era aria di festa: Mikoto blaterava emozionata, Hiashi aveva stampato sul volto severo una sorta di smorfia che, con uno slancio di fantasia, poteva anche essere assimilata al sorriso; Hanabi saettava da un lato all'altro della stanza, iperattiva.
Sasuke cercò istintivamente gli occhi di Itachi, che era l'unico a cui gli sarebbe venuto in mente di chiedere spiegazioni, ma il fratello era attualmente impegnato a scambiare qualche breve parola con Hinata.
Lei pareva rimpicciolita, in un angolo, quasi discosta. Si tormentava le mani nervosamente, interrompendosi di tanto in tanto per soddisfare Itachi con qualche nervoso cenno di assenso.
« ... congratularti con lei! »
Sasuke si riscosse, voltandosi verso la madre. Lei si infastidì un poco: probabilmente uno sguardo vacuo e sorpreso non era esattamente la risposta che si era aspettata.
« Ho detto che dovresti congratularti anche tu con Hinata chan, Sasuke. » gli ripeté, un po' seccata dalla sua mancanza di partecipazione.
« Congratularmi... ? » poi vide la busta sul tavolo, l'espressione soddisfatta – o fiera? - di Hiashi e quella umile – o era triste? - di Hinata. E fece due più due. Stava per aprire bocca, non sapeva bene per dire cosa, se congratularsi con sarcasmo o sgridarla di nuovo per la sua mancanza di decisione ed autostima, quando squillò il telefono.
Itachi scivolò in soggiorno, borbottando un « Vado io. » e scostandosi finalmente da Hinata che, persa la scusa che le aveva impedito di notare l'ingresso di Sasuke, si ritrovò scoperta, ed indietreggiò ancora, facendosi piccola. Sembrava quasi volesse sparire nel muro.
E Sasuke sentì montare di nuovo quello strano miscuglio tra rabbia e compassione, che ribollendo, stava per fargli sputare fuori delle perfide congratulazioni nel tono più cattivo possibile, quando Itachi, un'espressione sorpresa in volto, si ripresentò sulla soglia della cucina con la cornetta in mano.
 « Kaa san... Beh. E' tou san. Vuole parlare con te. » 
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Hinata era felice. Naturale che lo fosse.
Era stata brava ed ora suo padre era fiero di lei. Davvero, sorrideva, quasi.
Solo dopo aver compilato i moduli di iscrizione, e imbucandoli aveva sentito sul suo collo lo sguardo truce di Sasuke, si era resa conto di non essere felice. Per niente. Ci sarebbe andata. A Tokyo. Non c'era più via di scampo, ormai.
Avrebbe dato qualsiasi cosa perché nella testa di suo padre si accendesse una lampadina, un lume, una candela - qualsiasi cosa – che lo spingesse a chiedere la sua opinione in merito. Ma, in effetti, si fosse anche verificato questo improbabile evento miracoloso, lei non avrebbe certamente trovato il coraggio di dire la verità.
Per qualche ragione che non riusciva a spiegarsi, al momento era arrivata persino a desiderare che fosse Sasuke a saltar fuori dalla sua stanza e a spiattellare tutto a Hiashi. Aveva riso di se stessa subito dopo averlo pensato: era tanto patetica da dover sperare che qualcun'altro parlasse a suo padre delle sue opinioni. Qualcuno che, a conti fatti, non c'entrava niente. E poi, anche volendo, da quasi tre giorni, Sasuke si era barricato nel suo mutismo – che suo fratello aveva diagnosticato come “cupaggine depressivo-vittimista” - togliendo la parola persino ad Itachi. Ma probabilmente era dovuto più che altro a Fugaku Uchiha.
Da quello che Hinata aveva potuto dedurre, l'uomo, si era un tantino indispettito per quel trasloco subitaneo del quale, a quanto pareva, non era stato neanche avvertito.
La sera della telefonata, Mikoto, dopo una discussione rapida e serrata, aveva sbattuto la cornetta in modo abbastanza violento e c'era voluta tutta la calma di Itachi – che invece, a giudicare dalla tranquillità con cui accoglieva ogni avvenimento, pareva aver raggiunto il Nirvana numerosi anni addietro – per placare il suo nervosismo.
« Che imbecille. » stava bofonchiando, ancora nervosa, poco meno di tre giorni dopo. « Non si fa vivo per sei mesi, sei mesi! E pretende pure di controllarmi! Imbecille. »
« In effetti, noi ce ne siamo andati senza avvertirlo. » ripeté Itachi, paziente. « E non è stata una cosa molto corretta. »
Lei lo fulminò. « Oh, certo, ora noi non siamo corretti!... Sei mesi che non telefona, Itachi! Per non parlare di quanto tempo è passato dall'ultima volta che si è fatto vivo di persona... Che saranno, tre anni? » decise di prendersela con il tanuki che stava cercando di spolverare, rischiando seriamente di mutilargli alcune delle estremità, ed ignorò Itachi, quando questi rettificò placidamente che, in realtà, si trattava di due anni e mezzo.
Prevedendo gesti inconsulti, Hinata accorse per prendere il soprammobile in custodia e riporlo al sicuro su di una mensola.
Mikoto aveva insistito per essere lei ad occuparsi di almeno alcune delle faccende, approfittando di alcuni giorni di malattia che la governante aveva richiesto - forse dovuti all'esaurimento che le provocava il doversi rapportare giornalmente con Sasuke, che la degnava della stessa considerazione che aveva per lo scendiletto, e con Mikoto stessa che, ansiosa di rendersi utile, aveva già macchiato il pavimento con mezza bottiglia di acido per lo scarico del bagno e massacrato diversi soprammobili; proprio per questo, Hinata era costretta a trascorrere buona parte delle sue giornate a tallonare la matrigna affinché non devastasse il mobilio.
« E ora con che diritto chiede di vedervi? Il suo è solo un capriccio! »
« Non è da prendersi neanche in considerazione l'idea che possa davvero desiderare di vederci? » tentò Itachi, cauto.
Lei gli ringhiò di nuovo contro, ed Hinata non fece materialmente in tempo a soccorrere il vaso cinese, che, per fortuna, fu afferrato al volo da Itachi.
La smorfia che comparve sul viso di Mikoto, comunque, fece capire ad Hinata – che pure non riusciva a seguire completamente il discorso – che la donna riteneva quell'eventualità la più improbabile tra le assurdità.
« Ma forse, e dico forse, dovremmo dargli questo contentino. » riprese Itachi, posizionando con cautela il vaso al suo posto. « Per quieto vivere. Un sacrificio per un fine superiore. »
Mikoto stette a guardarlo per una po', prima di sospirare, sconsolata.
« Io sono sicura di averti partorito, ma a volte mi chiedo come tu abbia fatto a nascere così, in questa famiglia di guerrafondai. »
Itachi si strinse nelle spalle, serafico. 
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Come era finito lì? 
Sasuke si ripeteva la domanda da più di mezz'ora, in modo sempre più martellante con il passare dei minuti.
Itachi, accanto a lui, sembrava a suo agio, ma ad un occhio attento era difficile non notare la posa più rigida, i movimenti più bruschi.
Doveva essersene reso conto anche da solo, però, perché finalmente si decise ad abbandonare il caffè sul tavolo, così da evitarsi la straziante fatica di dover scegliere il momento giusto per portarsi la tazzina alla bocca.
« Come mai hai deciso di venire? » chiese, infine, in un tono calmo che Sasuke gli invidiò.
Fugaku, la faccia seria, imitò il figlio, poggiando con calma il caffè nel piattino.
« Dato che tua madre mi è parsa un po' troppo impegnata per trovare il tempo di avvertimi che ve ne andavate ad Osaka, mi è sembrato opportuno verificare la cosa di persona. Inoltre, sono qui per lavoro. »
Sasuke si lasciò scappare un piccolo sbuffo.
Come aveva supposto, lui ed Itachi erano una pratica burocratica da sistemare nella pausa caffè. Anzi, Itachi lo era. Lui, cui il padre aveva rivolto a stento un saluto, da quando si erano incontrati, era la nota a piè di pagina della pratica, una di quelle faccende di poco conto che si lasciano sbrigare alla segretaria.
Si distrasse, perdendosi a vagare con lo sguardo oltre il vetro appannato del locale.
Mikoto non era stata contenta della cosa, e neanche lui, ma Itachi li aveva persuasi a lasciar correre e, chissà come, era persino riuscito a convincerlo a partecipare a quella specie di patetica rimpatriata da programma televisivo.
Senza lacrime, sentimenti o qualcosa di simile al coinvolgimento emotivo di uno qualsiasi dei partecipanti, comunque.
C'era da dire che Sasuke aveva condotto una ferma resistenza per almeno un’altra settimana, prima di capitolare sotto lo sguardo paziente - ma anche un po' terrificante – di Itachi.
Per qualche motivo suo fratello, riusciva sempre a fargli fare e credere quello che voleva, neanche fosse dotato di chissà quali abilità ipnotiche.
« Sasuke. Hai sentito, Sasuke? »
Una voce rude lo riportò alla realtà.
« Ero distratto. » si ritrovò a borbottare, odiandosi per quel tono sottomesso che assumeva la sua voce ogni volta che si trovava davanti a lui. Che idiota. Non aveva più sei anni.
Si costrinse ad alzare lo sguardo, ma Fugaku era impegnato a studiare la sua tazzina.
« Sarebbe bene che ascoltassi le conversazioni nelle quali sei chiamato in causa, Sasuke. Tua madre non te l'ha insegnato? »
« Mi ero distratto, tutto qui. » rispose, freddo.
Itachi si voltò verso di lui.
« Ci ha chiesto di tornare con lui. » spiegò, atono. « Con lui a Nagano. »
Sasuke si soffocò col caffè.
« Co... come? »
Fugaku brontolò qualcosa, prima di schiarirsi la voce.
 « Tu non hai ancora confermato il trasferimento dall'università, Itachi. » disse, guardando il figlio maggiore. « E tuo fratello non si è ancora iscritto a scuola. Potreste tornare con me e concludere lì gli studi. »
Più che una proposta amichevole, sembrava una specie di offerta di lavoro.
« Perché. »
Fugaku sollevò lo sguardo su di lui, per la prima volta considerato che, da quando si erano seduti, si era rivolto esclusivamente ad Itachi, anche quando parlava al plurale.
Non che la cosa avesse stupito Sasuke: era abituato ad essere considerato da lui come un'appendice del fratello, a parte quando veniva rimproverato per qualche ragione.
« Perché penso che possa essere conveniente per voi... » sembrava in difficoltà; per la prima volta dacché Sasuke aveva memoria, suo padre si stava ingarbugliando nel bel mezzo di un discorso.
Fugaku si schiarì di nuovo la voce.
« Oltretutto Mikoto non mi sembra in grado di crescere dei figli. Insomma, quale madre traslocherebbe da un giorno all'altro, così... E non credo che abbia ancora imparato a cucinare...»
Sasuke lo fissò, sbalordito.
« E ti viene in mente ora? » gli uscì fuori, spontaneo. « Quanti anni sono passati da quando l'hai lasciata? Nove? Dieci? »
Fugaku lo ignorò deliberatamente, voltandosi verso Itachi.
« Io... io credo di aver sbagliato diverse cose, con voi. Ma sono sempre vostro padre... Mikoto non ha il diritto di rapirvi e trascinarvi... Insomma, ne avremmo dovuto parlare... »
« Senza offesa, tou san, ma la tua ultima telefonata risale all'estate scorsa. » commentò Itachi, che iniziava ad apparire un po' infastidito. « Ad un certo punto è naturale iniziare quantomeno a ... sospettare, che tu non sia molto interessato. » intrecciò le dita su tavolo. « Kaa san non ti ha mai chiesto niente, dopotutto. E anche se concordo con te sul fatto che avrebbe almeno dovuto provare ad avvertirti, non è che tu ti sia reso, come dire... rintracciabile. »
« Io lavoro, Itachi. » ribatté l'uomo, piccato.
« Anche kaa san lavora. » sibilò Sasuke, snervato.
« Oh, ma certo! » il finto sussiego di Fugaku non fece che acuire la sua rabbia.
« Cos'è che faceva? L'insegnante in una scuola media? Molto impegnativo. »
Alla fine morì anche quell'ultimo briciolo di rispetto che Sasuke aveva nei suoi confronti.
Fugaku Uchiha era, e sempre sarebbe stato, un borioso, ottuso uomo d'affari, impelagato nel suo lavoro e con la ferma convinzione di essere sempre migliore degli altri, per un motivo o per l'altro.
« Allora, cosa hai deciso? » stava chiedendo, ad Itachi. « Verrete? »
E Sasuke rise. Una risata breve e fredda.
« Idiota. » sentenziò, infine, sotto lo sguardo incredulo di Fugaku.
Non gli diede il tempo di ribattere alcunché, e, anche se gli sarebbe piaciuto illuminarlo su quanto fosse maleducato chiedere ad Itachi se entrambi sarebbero venuti, dando la sua opinione per scontata, decise che, alla fine dei conti, la faccenda non lo interessava poi un gran che.
Suo padre era un idiota, e non era neanche questa grande novità, solo che averglielo detto così, in faccia, lo fece sentire per un attimo incredibilmente più leggero.
E sfrecciò via dal locale, a passo svelto, lasciando Itachi a sbrigarsela da solo.
 
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Insomma, il prossimo è l’ultimo capitolo, finalmente xD 
Probabilmente non ve ne frega niente, ma per un mio personale scrupolo morale ci tengo a rettificare che:
a me Fugaku Uchiha in verità non sta antipatico. Cioè, era fissatissimo col clan ed aveva evidenti problemi di sociopatia (da qualcuno i figli dovranno pur aver preso), però non penso affatto fosse una cattiva persona e mi piace pensare che avesse un suo contortissimo modo di voler bene ai figli u__u.
Secondo, mia madre fa l’insegnante in una scuola media. E’ un lavoro impegnativo e scarsamente retribuito, quello che dice Fugaku in merito, sono opinioni di Fugaku (perché lo decido io, sì. Ma son dettagli <__<) .
Sì, ora ho finito di delirare xD
Graziegraziegrazie per le vostre recensioni, davvero. Per me che non faccio leggere la mia sbobba ad alcun conoscente è davvero importante sentire pareri esterni. Quindi, grazie di cuore u__u.


Vaius: eh, sì. Sasuke è davvero una personcina delicata e piena di tatto xD Itachi e Hanabi? Eheh, mica è male come idea… insomma, dove la trovi un’altra persona (eccezion fatta per Shisui) che ami film come L’alba dei morti ammazzati quattro o il cult I criceti contro Dracula? Ah, tra l’altro il titolo, I criceti contro Dracula, è preso da PK. Solo che non so più che numero e quale fosse lo sceneggiatore genio che l’inventò xD

Secchan: eheh xD a dire il vero, l’altra long fic che ho in corso e che non aggiorno da bah, saranno tre mesi? Ti da una vaga idea di quanto io sia in realtà assolutamente inaffidabile xD. Questa storia è già finita ed è una delle poche che ho scritto direttamente al computer (altrimenti, conoscendo la mia naturale propensione al ritardo cronico – uno dei peggiori sintomi causati dalla mia SK, Sindrome di Kakashi – avrei sicuramente dovuto chiedere una proroga alle giudici), quindi se ci metto un po’ad aggiornare è semplicemente per pigrizia e perché devo combattere con l’html xD
Sono davvero felice che ti piaccia il rapporto tra Itachi e Sasuke, perché piace anche a me, (nonostante sotto un ceto punto di vista questo renda Itachi ooc), del resto, il mio quasi perfetto fratello (che tra l’altro studia Giurisprudenza, ragion per cui ho potuto sfruttarlo per sapere il nome di qualche esame xD) è una fonte infinita di ispirazione v__v.
Se le tue recensioni sono prive di senso… beh, hai notato quanto sono illogiche le mie risposte? E non dipende da te, te l’assicuro *sospiro*

Ainsel: ma la normalità è un concetto del tutto relativo. A qualcuno piace la parola “elucubrare” o “properispomeno”, ad alcuni fanno schifo i bottoni, qualcun altro legge camminando (ogni riferimento a cose, persone o me è assolutamente casuale) e tu vuoi spupazzare Sasuke di coccole u__u. Non ci vedo assolutamente nulla di male xD
 Fugaku poverino, mi serviva un po’ più stronzo di quanto io in realtà lo consideri, come ho detto prima.
In effetti, Hinata e Sasuke non stanno messi affatto bene in quanto a gravi turbe psichiche. Sarà per questo che insieme potrebbero non esser male? Solo in au, però. Sinceramente, in altro modo non riesco a vederli. Probabilmente nel manga non si sono mai guardati in faccia… magari Sasuke non sa nemmeno che esiste, e la ricorda come “Neji femmina” (sto delirando, sì u__u). Non credo che riuscirò mai a farmi problemi sui pairing. Vado molto ad istinto, su questo genere di cose, quindi dubito che potrò mai dire di essere “sostenitrice” di una coppia. Però in effetti, a parlar semplicemente di numeri, leggo molte SasuSaku, ecco ^^.

Slice: te lo spiego io come ci sei arrivata così in fretta, alla fine: i capitoli sono corti xD A parte gli scherzi, è vero. E’ una cosa da malati, e lo so, ma quando ho deciso che il capitolo deve finire lì, non riesco ad aggiungere pezzi o ad allungare il brodo in qualche modo non troppo disonorevole (prima o poi me lo farò passare, ‘sto brutto disturbo =__=). Sasuke è Sasuke, e poveri quelli che ci devono avere a che fare. Sul piedistallo ci sta incollato col Bostik, e non scenderà mai (a meno che qualcuno non lo spinga giù. Itachi, fai il tuo dovere, cortesemente, visto che l’hai lasciato in vita <__<).
Flash su Hinata? Sicuro che la leggo, io non ho mai nulla da fare. E se ho da fare, procrastino. Rimandare ad un fantomatico “più tardi” è tra le cose che mi vengono meglio xD

Evechan: eheh xD E tutto quest’entusiasmo giovanile? *posa Gai con pollice su*
Sauke, se pensasse alle conseguenze di quello che dice e fa, non sarebbe Sasuke: “vado ad Oto perché sì”, “ti uccido per un mio capriccio”, “distruggere la Foglia”… ecco. Uno che è consapevole delle conseguenze delle sue azioni non blatererebbe a ‘sto modo xD. Due come Hinata e Sasuke che chiacchierano mi sembrerebbe bislacco (in effetti, anche solo “Sasuke che chiacchiera” mi sembrerebbe bislacco xD) quindi, meglio un sano silenzio u__u. Sono davvero felice che ti piaccia *-*.

Smivanetto: hallo xD Mikoto e Hiashi sono una coppia improbabile, concordo. Però se lei a riesce a stare con un ciocco di marmo di Carrara come Fugaku, allora si farà andare bene anche uno Hiashi (solo perché a me fa comodo, sì. Ma questi sono solo dettagli <__<). Hanabi non ho idea di che carattere abbia, ma così mi piace, ci vuole qualcuno di spigliato e privo di freni inibitori in casa Hyuuga, se no sai che depressione?
Le descrizioni in realtà credo siano una delle mie numerosissime (issime issime issime…) mancanze ^^”. Nelle fanfiction si parte avvantaggiati perché chi legge sa già come sono fatti i personaggi e non c’è alcun bisogno di soffermarsi sulle descrizioni, ma alle volte mi chiedo se non sia fin troppo sintetica… e per i luoghi, non ne parliamo. Sono di quelle autrici (orpò, che parolona) che finché Tizio, che so, non inciampa nei gradini, non dice neanche che in casa ci sono delle scale ^^”. Comunque, lietissima che ti piaccia *-*

Elos: Hiashi è un uomo inquietante. Però è anche un personaggio interessante da far comparire ogni tanto xD Le persone incapaci di esprimere i loro sentimenti sono quelle che mi stanno più simpatiche, in certo contorto modo. Principalmente perché così posso risparmiarmi la fatica di farglieli effettivamente esprimere *fischietta*
Eh, Sasuke ed Hinata. Depression mode… on! Sì, che ragazzi elucubranti u__u. Niente drammi, no xD la trama e scemotta e non c’è alcun intento di profondità. Questo perché, evidentemente, io ho la stessa sensibilità e profondità di un cucchiaino da caffè u__u Ho seri problemi a prendermi sul serio, sì. Morbida? *ci ballonzola dentro* oh, forte *ride* Grazie tantissimo, sono davvero felice che ti piaccia *-*

  
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