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Autore: littleherm_94    11/06/2010    6 recensioni
Una ff scritta a quattro mani da me e una mia amica (ossia Chiara & Chiara) sui Malandrini e Lily al loro ultimo anno. Nata per sbaglio, anzi, per gioco. I litigi sono tutti originali, fatti in prima persona, e i disegni sono della co-autrice. Commentate!!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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It's a little bit funny this feeling inside




It's a little bit funny this feeling inside


“Bè, a quanto pare Regulus non ha più voglia farsi vedere, sembra essersi volatilizzato nel nulla…” “Dopo quello che ha fatto non mi sorprende… meno male che vi ho trovato subito!” “Già… bah, per quel che mi riguarda quel coglione può pure andarsene al diavolo, mi dispiace solo per James, l’abbiamo fatto venire per niente…”. Lily, che stava camminando tranquillamente per un corridoio del terzo piano, si fermò di botto al sentire quelle parole. Stavano parlando del James Potter che conosceva lei? Ovvio che sì, erano Remus e Sirius, di chi altro avrebbero potuto parlare?

I due erano appoggiati al muro, quindi si fermò anche lei fingendo di cercare qualcosa nella borsa, le orecchie tese per ascoltare. “Già. Ha lasciato l’appuntamento con la Evans solo per venire ad aiutarci, e invece era perfettamente inutile…” “Cosa?!” Sentendo l’ultima frase, la ragazza non era riuscita a trattenersi, e ora guardava i due Malandrini con aria sbalordita. “Ah, Lily, sei qui…” fece Remus, con l’aria vagamente imbarazzata, mentre Sirius si guardava distrattamente le scarpe. “Oh, salve, Evans. Stavi origliando, per caso?” Lily lo ignorò deliberatamente, e chiese: “Cosa vuol dire che James mi ha lasciata per aiutarvi?” “Non credo ci siano tanti significati.” Le disse Sirius, con sarcasmo. “Felpato…” “Ok, ok. Significa che sabato, quando James ti ha piantata in asso, l’ha fatto per correre al Castello. Perché? Perché Regulus ha manie da grande mago, quindi si è divertito a far saltare il soffitto di un passaggio sotto cui eravamo io e Peter, rischiando di ucciderci e non gli sarebbe dispiaciuto più di tanto. Peter ha chiamato James dicendogli che c’era un’emergenza, e lui è partito. Solo che Remus è arrivato prima di lui, quindi poteva benissimo restarsene a Hogsmeade, e gli abbiamo fatto solo perdere tempo.” Lily lo guardò con gli occhi sbarrati, che poi spostò su Remus, come per avere conferma di quello che aveva appena sentito. Il cenno di assenso del ragazzo bastò a dissipare ogni suo dubbio. Stava per aprire bocca per parlare, quando Sirius la interruppe: “Le scuse non vanno a noi, Evans, ma a quel poveraccio che hai trattato come una pezza.” “E’ al lago…” le disse Remus, avvicinandosi a lei con un sorriso di scuse per il trattamento che le stava riservando il suo amico. “Sì, credo che voglia convincere la Piovra Gigante a strangolarlo. Allora, hai intenzione di andare a salvarlo?” disse Sirius, rivolgendosi alla rossa, con un mezzo ghigno in faccia. Lily si chinò e raccolse la sua borsa, poi disse: “Grazie” e se ne andò.

Quando scomparve alla vista, Remus tirò uno scappellotto a Sirius. “Idiota, non c’era bisogno di fare lo scemo a quel modo.” “Dovevo o no restare nel mio fantastico personaggio? Abbiamo ottenuto il nostro scopo, sta andando da lui, con un po’ di fortuna non si scanneranno e stasera, per una volta, James ci risparmierà le lagne. Ottimo avvistamento, Pet.” Da dietro una statua lì vicino comparve Peter, che si era nascosto per avvertire gli amici dell’arrivo della rossa.

Erano passati alcuni giorni dall’appuntamento disastroso, e James era decisamente a terra, così i Malandrini avevano deciso di rimediare informando la ragazza di quello che era successo veramente sabato. “Certo, devo dire che reciti alla grande, Moony. Chi l’avrebbe mai detto che il candido lupacchiotto sapesse mentire così bene?” ridacchiando, Sirius si abbassò per schivare un’altra manata dell’amico. “Tu invece sei stato sin troppo te stesso…” “Se James vuole passare il resto della sua vita con quella lì, non pensi che dovremmo abituarla da subito?” Remus alzò gli occhi al cielo, ma un sorriso gli aleggiava sulle labbra. “Non correre troppo, devono ancora chiarirsi, non sarò tranquillo finché non avrò visto James vivo, vegeto e felice.”


“Ma come ho fatto ad essere così scema?” si chiese per l’ennesima volta Lily, mentre scendeva un’altra volta la scalinata principale. Subito dopo aver parlato con Sirius, si era precipitata giù, decisa a chiarirsi con James e scusarsi di tutto. Poi, arrivata davanti al Portone, tutte le sue paure e la sua indecisione l’avevano portata a farsi un altro giro per i gradini, cosa che si era ripetuta altre due volte nel successivo quarto d’ora. E dentro di lei continuava a svolgersi un monologo appassionato e completamente senza senso, in cui dava alternativamente dell’idiota a sé e a James. Nei momenti di lucidità, invece, era riuscita a mettere in piedi un discorso di scuse quasi decente. E le pause fra una fase e l’altra erano riempite da film che la sua testa creava automaticamente, che a tutto potevano servire fuorché a farle tornare la calma. “Ora basta!” Sbottò a metà dell’ultima rampa, e il tono di voce era così alto che molte persone si girarono a guardarla, straniti. “Hai il sangue troppo zozzo per portare ossigeno al cervello, Mezzosangue?” le urlò un ragazzo. Lily guardò in giù, e scoprì che era Regulus Black, il responsabile di tutto quello che era successo. Scese le scale lentamente, guardandolo con gli occhi che sprizzavano scintille. “Punizione, Black. Passerai il prossimo mese a sventrare gli animali per il Professor Lumacorno. Magari il loro sangue è abbastanza pulito per te, vero?” gli chiese, con una smorfia di disprezzo. Regulus aprì la bocca per rispondere, ma lei fu più veloce. “Prova a fiatare e la punizione raddoppia. Puoi cominciare subito, se vuoi.” E lo superò, senza degnarlo più di uno sguardo, diretta verso il Parco.

L’incontro col Serpeverde le aveva dato la forza necessaria; in fondo, James si era comportato meglio che aveva potuto, da amico leale e fedele, e lei era riuscita solo a trattarlo male e ferirlo. Gli doveva delle scuse, come minimo. Uscì, e un soffio d’aria tiepida la colpì. Sembrava quasi una giornata primaverile, niente a che vedere con il freddo di sabato. Anche se il pomeriggio era splendido, il Parco era praticamente vuoto, tutti gli altri studenti dovevano essere dentro, circondati da libri e pergamene. Ma, anche se fossero stati tutti lì, a Lily importava di trovare una sola persona al momento. Si avvicinò al Lago, dove Sirius gli aveva detto che l’avrebbe trovato, e scoprì che aveva perfettamente ragione. James era in piedi sulla riva, le scarpe che quasi toccavano l’acqua, la camicia stropicciata fuori dai pantaloni e la cravatta buttata a terra lì accanto.

Dato che le dava le spalle, la ragazza si fermò per guardarlo qualche secondo: si era chinato, e aveva preso un sasso. Dopo averlo soppesato nella mano per qualche secondo, lo scagliò con forza nell’acqua, facendogli fare diversi rimbalzi. Ripeté l’operazione altre due volte, prima che Lily decidesse di muoversi. “Forza, Grifondoro.” Si disse infine, e lo raggiunse in riva al lago. Si fermò a un passo da lui e disse, con voce incerta: “Ciao!”. James trasalì, e si girò il più velocemente possibile. “Lily!” esclamò, sorpreso “Che ci fai qui?”. Lily lo guardò, e tutto il discorso elaborato e intelligente che si era preparata evaporò dalla sua mente, lasciando il posto alla vergogna e a una timidezza che non le era propria. Certo, il fatto di averlo davanti non aiutava affatto la sua eloquenza. Lo evitava dalla loro litigata, non si era resa conto di quanto sembrasse stanco; se solo questo fosse bastato a renderlo meno attraente ai suoi occhi, sarebbe stato molto meglio. Invece niente, si era imbambolata a guardarlo, scordandosi completamente del perché era andata lì.

Lily?” “Eh? Ah, sì…” esclamò lei, riscuotendosi. “Ecco, io volevo dirti… come va?” buttò lì, senza pensare. “Come va? Ma collegare il cervello alla bocca prima di parlare no, eh?” si chiese mentalmente, mentre arrossiva. James alla sua domanda era rimasto inizialmente confuso, ma poi si era messo a ridere amaramente. “Come va, Lily?” le chiese, sempre ridacchiando. Raccolse un altro paio di sassi, prima di guardarla negli occhi. “Vuoi la verità?” “Sì”. Lily deglutì, cercando di tenere a freno le proprie emozioni. “Ok.” James sospirò, e guardò una delle pietre che aveva in mano. Sembrava che stesse pensando a cosa dire, le sopracciglia erano aggrottate e gli occhi quasi assenti. “Mi sono innamorato.” Disse infine, lanciando il sasso più piatto. La frase risuonò nelle orecchie della ragazza, e le sembrò che in realtà James avesse scagliato via il suo cuore. Un gesto deciso, e poi uno, due, tre rimbalzi, e poi giù, fermo. “I-innamorato?” chiese, sentendo un leggero groppo in gola. “Già.” Rispose lui, senza guardarla. “Capisco” fece Lily, abbassando la testa.

Ora capiva tutto. Il calo di interesse, il fatto che non le chiedesse più di uscire, i suoi momenti di tristezza. Che stupida era stata a pensare di essere la causa di quel comportamento, di avere tutto quell'effetto su di lui! Un’altra, che di sicuro era stata più pronta di lei a vedere cosa James aveva da offrire, ad apprezzarlo e ad amarlo, senza pararsi gli occhi con stupidi pregiudizi o farsi frenare da un inutile orgoglio. “Quando ti accorgi di quello che avevi lo perdi, brava Lily, un vero genio. Non provare a piangerti addosso ora, se non sei riuscita ad essere la sua ragazza… bè, cerca almeno di essere un’amica decente.” Si disse, decisa. Quindi, cercando di mantenere normale il tono della voce, gli chiese: “E lei? Lei ti ricambia?” “Ricambiarmi?” James, sempre intento nella sua attività, sbuffò. “Non mi sopporta. Pensa che per me la vita sia un gioco, e non vuole credere che quello che provo per lei sia serio. E io non so più come farglielo capire…” “Ma è una stupida!” sbottò Lily.

Ok, lei era stata una cieca a non vedere quello che aveva di fronte, ma ora che se ne rendeva conto non poteva capacitarsi che per gli altri non fosse chiaro come il sole che tipo di persona fosse James. “Una stupida?” chiese lui, fermandosi per guardarla. “Sì, una stupida! Perché non si rende conto di come sei in realtà! Tu non sei un bambino arrogante, sei simpatico, intelligente, un amico sincero e leale, e se qualcuno o qualcosa per te conta davvero ti ci dedichi anima e corpo. Come quello che hai fatto per i tuoi amici sabato…” a questo punto lui ebbe un moto di sorpresa, e lei rispose alla sua domanda inespressa “Sì, Remus e Sirius me l’hanno detto. Sei tutto fuorché superficiale. Certo, sei arrogante, anche egocentrico, testardo e orgoglioso, ti diverti sin troppo a infastidire la gente e spesso a fare il bullo, ma se questa ragazza riesce a vedere solo questo non va più in là del proprio naso! Quindi sì, lei è stupida, oltre che superficiale.” Concluse Lily, rossa in volto.

Per tutto il tempo James era rimasto zitto ad ascoltarla, quasi affascinato, e più parlava più un enorme sorriso gli si apriva sul volto. Quando infine la ragazza si zittì, lui commentò, col tono più naturale del mondo: “Non credevo avessi una così bassa opinione di te stessa!”. Ecco, se Lily non aveva ancora avuto un collasso fra tutte le sorprese dell’ultima ora, questo sarebbe sicuramente bastato a darle il colpo di grazia. “No, devo aver capito male, sta scherzando, non può aver detto davvero… che lui, insomma…” il silenzio si prolungava, mentre la ragazza cercava disperatamente qualcosa da fare o dire. Sfortunatamente, fu James che, tentando di trovare un modo per rompere la tensione che si era improvvisamente creata fra loro, aprì per primo bocca. “Ho i calzini a righe.” Decisamente la cosa più idiota che potesse dire. E, a giudicare dall’occhiata stranita di Lily, anche lei stava pensando la stessa cosa. “Che hai detto?” “No, sai…” disse lui, cercando di rimediare in qualche modo. “Volevo semplicemente capire se c’eri ancora o se eri partita per Sognolandia…”. Uno schiocco sonoro rimbombò nell’aria. Lily aveva appena tirato uno schiaffo a James, e sembrava molto alterata. Aveva scelto decisamente il momento peggiore per scherzare. “Tronfio idiota. Non c’è niente di serio per te, vero?” “Lily, stavo scherzando…” le disse lui, toccandosi la guancia arrossata. “Mpf, ovvio.” Sbuffò lei. “Immagino che sarei dovuta cadere direttamente ai tuoi piedi, no? Il grande, bello e perfetto James Potter si è dichiarato, prostriamoci ai suoi piedi!! Chi mi dice che non sia uno scherzo anche questo? Chissà, magari hai detto lo stesso anche a Anne, Sarah, Jennifer…” “Chi son…” “Che diavolo ne so come si chiamano le ragazze che ti sei fatto!” non c’era alcuna logica in quello che stava dicendo, ma ormai era scoppiata, e i suoi pensieri e le sue insicurezze stavano uscendo tutte insieme, come in un fiume. “Chi mi assicura che non ti stancherai di me come delle altre? Perché non mi sembra che tutte le tue altre relazioni siano andate così a buon fine.” “Lily…” “Lily niente! Non sei neanche riuscito a fare una dichiarazione seria! Uno non è che dice: “sai, mi sono innamorato… sì, però lei non mi ricambia, pensa che sia un’idiota…”. E poi “Oh, ma sei tu questa qui, sai?” dopo che io mi sono resa ridicola davanti a te, dando della stupida a me stessa e cantando le tue infinite lodi. Che c’è, è troppo difficile per te dire: “Mi sono innamorato di te”?”

James provò nuovamente a parlare, ma Lily lo zittì con un’occhiata agghiacciante. Sembrava che non volesse più fermarsi. “E io che ero venuta qui a chiederti scusa, che stupida! Dopo che Sirius e Remus, mi avevano fatto sentire una merda, mi sono detta che magari avevo esagerato a trattarti così. Ma come avrei potuto fare altrimenti, se tu non dai mai certezze su niente?! Non ne posso…” “Ora basta!!” esclamò James, ribollendo di rabbia. “Potter, tu non puoi zittirmi…” “Oh, invece sì che posso. Non ho alcuna intenzione di farmi insultare in questo modo perché ti ho detto che ti amo. Vuoi che te lo dica così, Lily? Bene. Ti amo, e lo dimostra il fatto che ho passato sette anni a starti dietro, ad accettare ogni tuo insulto e il disprezzo, e che quest’anno mi sono impegnato non sai quanto per farti vedere che non ero e non sono come credevi tu. Cosa ti assicura che poi non ti tratterò come le altre? Il fatto che tu non sei come le altre per me, diavolo! Non avrei fatto tutto questo per nessun’altra, come non ho mai detto a nessun'altra quello che ho detto a te: ti amo”. La voce di James tremava leggermente per lo sforzo di non mettersi ad urlare per la frustrazione: decisamente, non era quello il risvolto che si aspettava. “Quindi” disse, avvicinandosi a lei di un passo e guardandola negli occhi. “la domanda ora è una sola. Io so quello che provo, e sono sicuro dei miei sentimenti. Tu, invece? Tu cosa provi, Lily? Perché ora la scelta è solo tua, e di nessun altro”.

La voce di James era tornata normale, ma dentro si sentiva agitato come non mai. Il cuore pompava sangue all’impazzata, mentre gli occhi erano fissi sul volto di Lily, sperando di leggervi una reazione. Lei lo guardò, ritrovandosi nuovamente senza parole. La scelta era sua, ma aveva il coraggio per prendere quella che il cuore le suggeriva in quel momento? Anche lei provava gli stessi sentimenti di James, ormai lo sapeva e non poteva più negarlo. Gli ultimi dubbi erano stati sciolti dalla potente stretta allo stomaco e la tachicardia che le erano venuti al sentire “Ti amo” detto da lui. “Cosa ti blocca, Lily?” si chiese, fissando quegli occhi nocciola che aspettavano il suo verdetto. Ma sapeva benissimo cos’era. La paura. Paura di fidarsi completamente di lui, di abbassare tutte le barriere e lasciarsi andare, di soffrire ed essere delusa da sé stessa, da lui, da loro, o forse da quel nuovo e strano sentimento mai provato. I secondi passavano, e nessuno dei due si decideva a fare una mossa. Alla fine James, sentendosi totalmente sconfitto dal suo silenzio, disse: “Ok, ho capito. La risposta è no”. “Assolutamente no!” esclamò imperioso il cervello della ragazza, ma lei riuscì solo ad abbassare lo sguardo, incapace di reggere ulteriormente quella situazione. Prendendolo per un assenso, James sospirò, e cominciò a camminare, diretto verso il Castello. “Lo stai lasciando andare via? Ma sei geniale, Lily! Gli hai chiesto che si dichiarasse per bene? L’ha fatto. Gli hai chiesto perché dovevi sentirti rassicurata dal suo discorso? Te l’ha detto. Ti ha parlato col cuore in mano, e l’unica cosa che hai saputo fare è stato prima insultarlo e poi stare zitta, perché sei troppo codarda per voler essere davvero felice, solo perché hai paura di restarci male! Quindi, se non vuoi continuare a restare qui a insultarti ma fare qualcosa di utile e produttivo, tira fuori la voce e richiamalo da te. Sei o non sei una Grifondoro, per Morgana?”. “James” sussurrò, quasi parlando a sé stessa. “E come speri che ti senta, così? Voce, diavolo!”.

“James!” urlò. Lui si girò sorpreso, guardandola. Era rossa in volto, e si stava torcendo le mani. “Sì?” le chiese, quasi speranzoso. “Sei un bastardo!” “Perché?” chiese lui, già maledicendo il fatto di essersi fermato. “Perché così non vale! Non vale costringermi a dirti che ti amo anche io!” esclamò Lily, il volto ormai in fiamme. “Cosa?” disse lui, mentre un sorriso enorme gli spuntava sul volto. “Hai capito benissimo, non farmelo ripetere! Quindi vieni qui, che mi sento un’idiota a parlare a venti di passi di distanza con qualcuno!” “Agli ordini!”.

James cominciò a correre verso di lei, e le arrivò davanti in pochi secondi. “E comunque…” cominciò di nuovo Lily, ma James sbottò “Vuoi stare zitta, o no?” lei stava per rispondergli a tono, ma quando vide il suo volto così vicino al proprio, e l’espressione intensa del ragazzo, si dimenticò le parole che stava per pronunciare e disse semplicemente: “Ok” “Così va meglio…” sussurrò lui, avvicinandosi ulteriormente. Le posò le mani sui fianchi, portandola con dolcezza più vicino a sé, e, finalmente la baciò. Lily a quel tocco, leggero e delicato, chiuse gli occhi, gli cinse il collo con le braccia e si lasciò andare, decisamente soddisfatta dallo sviluppo che avevano preso le cose. Il bacio, da dolce e leggero, si fece più deciso e passionale. Sette anni ad aspettare sono tanti, e sembrava che James volesse recuperarli tutti in quel loro primo vero contatto, e Lily… bè, gli stava dietro più che volentieri. Esaurita la riserva d’aria nei polmoni, si staccarono, entrambi col fiato corto. James si alzò leggermente, guardandola, felice come mai era stato. Restarono alcuni momenti così, cullati dal rumore del vento, quando a Lily spuntò un sorriso alquanto malizioso in faccia. “Che c’è?” chiese lui, sempre sorridente. “Di che colore sono le righe?” “Eh?” fece lui, confuso. “No sai…” sussurrò Lily, portandolo più vicino a sé. “Volevo semplicemente capire se c’eri ancora o se eri partito per Sognolandia…” disse, prima di baciarlo nuovamente.


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Authors' space XD

Ebbene sì, care lettrici, dopo una lunga ed estenuante (…) attesa (causa scuola, non odiateci per favore), questa è l'ultima volta che scrivo l'angolo delle autrici... sigh... mi mancherà non dirvi più da quale canzone è estrapolato il titolo del capitolo (in questo caso Your song di Elton John), non mandarvi più il link del “disegno del capitolo” http://sgronghi.deviantart.com/#/d2rfk3y non ringraziarvi più... quindi colgo l'occasione per ringraziare prima di tutto

HairyGirl

Lizzy095

DanyCullen

Smolly-sev

Amaerize

che hanno recensito il capitolo precedente, ma non ci siamo scordate di tutte le altre, quindi cogliamo questa ultima occasione per ringraziare ancora una volta tutte quante le nostre lettrici... GRAZIE!! ^^

Ma anche se JeL è finita abbiamo molti progetti per il futuro, (chiaramente sempre in società XD), speriamo che seguirete anche le nostre prossime produzioni. ^^ e se la fine non vi soddisfa... bè, noi non abbiamo voluto andare oltre perché il resto... bè.. lo ha già detto la Rawling...



Fatto il misfatto



  
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