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Autore: skarch86    12/06/2010    4 recensioni
Dopo la morte di Silente, per Draco tutto va a rotoli. Quando Harry entra involontariamente a far parte del quadro, entrambi devono imparare che le cose non sono sempre come sembrano. Link della storia originale: http://bigbang.inkubation.net/life.html
Genere: Dark, Drammatico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Severus Piton | Coppie: Draco/Harry
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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Nelle ore successive Piton spiegò come avesse posto Narcissa Malfoy sotto l’Incanto Fidelius. Dopo quello, Harry evitò di guardare Malfoy. Non avrebbe mai pensato di poter avere la minima compassione per lei, ma doveva ammettere che probabilmente neanche lei meritava di rimanere nascosta, da sola, per così tanto tempo.

Poi Piton rivelò che Voldemort gli aveva affidato il compito di trovare Draco e sua madre e che Bellatrix Lestrange sospettava che lui sapesse più di quando diceva. Ecco spiegato chi la famosa ‘lei’ fosse. Apparentemente, Bellatrix aveva deciso di fare ricerche per conto suo e Piton temeva che giorno dopo giorno fosse sempre più vicina a trovarli. Harry pensò alle sue cose, tutte già nel suo zaino.

Poteva venire quando voleva. Harry era pronto.

Stava per dirlo, quando un acuto stridore risuonò nella stanza. Piton tirò fuori la bacchetta e la puntò verso la porta, emettendo un bianco raggio. “Prendete le vostre cose. Ora!”

Harry corse nella sua camera ed afferrò il suo zaino. Quando tornò nel salotto, sia Malfoy che Piton stavano uscendo dalle proprie stanze ed avevano le proprie borse. Malfoy stava per dire qualcosa, quando una rossa sfera di luce apparve alla porta. “Afferrate le mie braccia!” mormorò Piton.

“E la mia pozione?” gridò Malfoy.

“Non c’è tempo,” lo interruppe Piton, che afferrò il suo braccio e quello di Harry, Smaterializzandoli proprio mentre la porta veniva aperta.

::

Harry sapeva dove sarebbero finiti e le sue supposizioni furono confermate non appena riaprì gli occhi. Un altro posto abbandonato in mezzo al nulla. Fantastico…

“Come fa a conoscere tutti questi posti?” chiese a Piton, mentre camminavano verso quella casa malridotta.

“L’Ordine della Fenice li predispose come nascondigli durante la prima guerra. Ce ne sono molti altri, ma sfortunatamente questo è l’ultimo che conosco. L’anno scorso Silente fu abbastanza gentile da rivelarmene la collocazione. Sapeva che ne avrei avuto bisogno.”

Harry si fermò di colpo. “Quindi l’Ordine ne è a conoscenza?”

“Sì e no. L’Ordine sa che esistono, ma ogni membro sa soltanto dove se ne trovano alcuni.”

Piton aveva raggiunto la porta, portandosi dietro un Malfoy stranamente silenzioso. Harry li seguì.

Era addirittura peggio del primo nascondiglio in cui erano stati. Uno spesso strato di polvere copriva ogni superficie della casa e se non fosse stato per quello le assi del pavimento avrebbero scricchiolato davvero molto.

“Devo andare,” annunciò Piton. “Draco, temo che questa volta dovrai farcela senza la pozione. Non riuscirò ad acquistare in tempo gli ingredienti e tutto quello che serve.”

“Cosa? No, stai scherzando!” disse Malfoy, incredulo.

Harry stava per dire lo stesso, ma Piton lo interruppe. “Devo tornare dagli altri per mantenere la mia copertura.” Harry non aveva mai visto Piton tanto…disperato. “È…se vuoi che tutto questo finisca, non abbiamo altra scelta.”

Ordinò ad Harry di chiudere Malfoy in una stanza e di chiudersi poi in un’altra, e gli mostrò non meno di tre complessi incantesimi per farlo. Dopo attese che provasse lui e andò via soltanto quando fu soddisfatto del risultato, ignorando completamente le urla di Malfoy mentre si richiudeva la porta alle spalle.

Harry sentì la stanza opprimerlo. Malfoy crollò a terra e nascose il viso tra le ginocchia.

La realtà della situazione lo colpì come se una tonnellata di mattoni gli fosse caduta sulla testa. Avrebbe dovuto passare la notte chiuso in una casa con un vero lupo mannaro, non semplicemente con Malfoy nel corpo di un lupo. Un vero lupo mannaro, che al momento era soltanto un essere umano, tremante e raggomitolato sul pavimento.

Mettendo da parte tutte le sue paure e la diffidenza nei suoi confronti, si avvicinò a Malfoy e si sedette accanto a lui, inghiottendo il groppo che sentì alla gola quando Malfoy sussultò al contatto tra i loro gomiti.

Si mosse per toccare il suo braccio. “Malfoy…”

“Non toccarmi.”

“Per favore…”

“Qualsiasi cosa tu faccia, domani notte non ti proteggerà. Lasciami in pace. E poi è troppo tardi per ricominciare ad essere gentile con me. L’ho capito che era tutta una finta, se te ne sei dimenticato.”

“Davvero? Troppo tardi, voglio dire.”

“Tu che ne pensi? Di punto in bianco hai deciso che non ne valevo più la pena e ti sei messo a cercare il modo migliore per liberarti di me. Non ti sei neanche fermato a pensare che cosa avrebbe significato per me. Muoio, se Piton smette di proteggermi.”

“Ho solo pensato–”

“No, tu non hai pensato! È questo il problema! Hai anche solo una vaga idea di come sarà domani? Perché io di sicuro no! E io sono quello a cui si strapperà via la pelle.”

“Mi dispiace…”

“È giusto così. In realtà, ti dispiacerà. Dopotutto, se non farai bene quegli incantesimi, probabilmente finirò per ucciderti.”

Harry sbuffò e diede a Malfoy una leggera gomitata nella costole. “Forza, alzati. Puliamo un po’. Preferirei non morire in mezzo a tutto questo schifo.”

::

Rendere quel posto abitabile era un lavoro troppo faticoso per due sole persone. Diverse ore dopo, Harry crollò sul divano, accanto a Malfoy, che aveva smesso pochi minuti prima. Puntò in alto la bacchetta ed eliminò le ultime ragnatele sul soffitto, prima di poggiare indietro la testa.

Malfoy guardava fuori dalla finestra. Quando lo stomaco di Harry brontolò, si voltò velocemente, e sembrava che si fosse appena ricordato dove fosse.

“Vado a vedere se c’è qualcosa da mangiare. Hai fame?” gli chiese Harry, alzandosi. Malfoy annuì solamente, prima di voltarsi a guardare di nuovo fuori dalla finestra.

Harry sospirò e cominciò a rovistare nella credenza, tirandone fuori due lattine di zuppa e due cucchiai, che poggiò sul tavolo. Dopo aver aperto le lattine ed aver riscaldato la zuppa con un incantesimo, chiamò Malfoy, che arrivò trascinando i piedi.

Rimasero seduti al tavolo per un po’, in silenzio, fino a quando Harry non vide calare il buio di fuori. A quell’ora il giorno seguente avrebbe condiviso la casa con un lupo mannaro. Malfoy dovette averlo visto irrigidirsi, perché si schiarì la voce e borbottò qualcosa riguardo l’essere stanco e voler andare a letto. Si precipitò in una delle due stanze, quasi rovesciando la sedia mentre si alzava.

Harry appoggiò la testa sul tavolo. Non poteva andare peggio di così.

::

Draco non voleva uscire dal letto. Non voleva che quel giorno iniziasse, non voleva essere lì e sicuramente non voleva trasformarsi senza la pozione. In quel momento, avrebbe fatto qualsiasi cosa perché il tempo avanzasse di ventiquattro ore.

Detestava ammetterlo, ma era terrorizzato da quello che sarebbe successo. Fino ad allora, la trasformazione era sempre stata sotto l’influenza della pozione Antilupo. Poter pensare da umano mentre era costretto nel corpo di un lupo era l’unica cosa che gli impediva di odiarsi. Diventare un vero lupo mannaro l’avrebbe reso qualcosa che aveva sempre disprezzato.

Il fatto che Potter sarebbe stato nella casa quella notte peggiorava soltanto la situazione. E se qualcosa fosse andato storto e lui l’avesse morso? Non aveva dimenticato quanto Potter l’avesse trattato male a partire dal giorno di Natale, e voleva ancora vendicarsi, ma attaccarlo sarebbe stato davvero troppo.

Il pensiero di svegliarsi coperto di sangue accanto al cadavere martoriato di Potter gli fece attorcigliare lo stomaco per il disgusto.

Alla fine Draco decise di alzarsi. Doveva smettere di pensarci, prima di diventare del tutto pazzo.

::

Era quasi ora. Harry aveva trascorso l’intera giornata con un Malfoy piuttosto agitato e silenzioso, desiderando soltanto che potesse dimenticare cosa sarebbe accaduto quella notte. Era una questione di minuti, prima di dover rinchiudere Malfoy nella sua camera.

Si schiarì la voce e disse a Malfoy che avrebbe dovuto prepararsi. Malfoy si alzò e si diresse verso la sua stanza, ma di bloccò sulla porta e si voltò verso Harry. Ti tolse la sciarpa, tenendola davanti a sé.

“Tienila per me. Non voglio rovinarla, stanotte.”

Harry fece del suo meglio per non afferrare la sciarpa, buttarla a terra e pestargliela. La prese con attenzione, come se il contatto potesse ustionargli la pelle, e se la mise in tasca. “D’accordo,” gracchiò. Malfoy sospirò ed andò nella usa stanza. “Ci vediamo domani mattina,” mormorò Harry, chiudendo la porta ed evitando di guardare Malfoy in faccia.

Dopo aver fatto tutti gli incantesimi sigillanti che Piton gli aveva insegnato, il battito del suo cuore cominciò ad accelerare. Ad ogni suo passo, le assi del pavimento scricchiolavano sotto il suo peso. Sembrava che il suono rimbombasse per tutta la casa. Quando chiuse la porta, Harry ripetette gli stessi incantesimi e spostò il letto così da contrastare chiunque cercasse di aprire.

Sentiva il sangue pulsargli con violenza nelle tempie, e gli girava la testa. Camminò fino alla finestra e guardò di fuori. Aspettava che la luna si alzasse nel cielo, e teneva la bacchetta stretta in mano.

Mentre osservava la luna, quasi non vide qualcosa muovesi all’improvviso lontano nella foresta. All’iniziò pensò che si trattasse di Piton, ma poi il sollievo divenne panico non appena la figura si avvicinò.

“Merda!”

Era Bellatrix Lestrange.

Harry si allontanò dalla finestra. Restando attaccato al muro, dette un’occhiata di fuori. Bellatrix aveva quasi raggiunto la casa. E la luna ancora non si vedeva…

Un infinito numero di domande si affollavano nella sua mente, che andavano da come li avesse trovati a cosa sarebbe accaduto una volta entrata, da cosa avrebbe fatto se avesse trovato Malfoy a come avrebbe reagito quando si sarebbe trovata faccia a faccia con il lupo.

Il suo cuore batteva così forte che Harry pensava gli sarebbe presto uscito dal petto.

Udì lo stridio dei cardini della porta principale che veniva aperta, sebbene gli giungesse ovattato attraverso le pareti. Bellatrix era entrata in casa. Poi sentì qualcosa scricchiolare, e il rumore divenne sempre più forte a mano a mano che si inoltrava nella casa e si avvicinava alla camera di Harry. Questi alzò la bacchetta e la puntò verso la porta, trattenendo il respiro quando non sentì più niente.

Harry non aveva idea di cosa Bellatrix stesse facendo. Stava calando il buio, perciò Malfoy si sarebbe trasformato da un momento all’altro. E se l’avesse trovato prima della trasformazione?

“Draco? Sei lì dentro? Che c’è che non va? Hai paura della tua zietta preferita?”

La udì sussurrare degli incantesimi. Non poteva sapere se stesse cercando di aprire la porta di Malfoy o la sua.

“Piton è proprio uno sciocco. Ha fatto tanto per nasconderti, e poi ti chiude qui dentro con degli incantesimi che anche un bambino di tre anni potrebbe disattivare. Ma a lui penserò dopo.”

Harry si voltò per scrutare fuori dalla finestra, e vide la luna ergersi finalmente sulla foresta. Se Bellatrix avesse aperto la porta di Malfoy invece che la sua, avrebbe ricevuto la sorpresa più grande della sua vita. Harry strinse maggiormente la bacchetta e attese.

Bellatrix mormorò un incantesimo. “Spero tu sia pronto per una bella riunione di famiglia,” cantilenò, e il ‘click’ che Harry udì indicava che aveva aperto la porta. “Saluta tua zi– aaah!”

Le sue grida si mescolarono ai versi del lupo, che ringhiava e digrignava i denti. Harry rabbrividì. Sembrava che non finisse mai, ma poi le urla si interruppero e Harry sospirò.

Se solo avesse avuto una qualche idea di cosa fare…

Raggiunse la porta e salì sul letto per accostarvi l’orecchio. Non sentiva niente. Fino a che–

Un forte colpo alla porta lo fece balzare all’indietro. La porta tremava e il lupo cercava di entrare, ringhiando e graffiandola con le zampe. Harry scese dal letto e lo spinse ancora di più contro la porta, temendo che questa potesse crollare da un momento all’altro, ma dopo quelli che sembrarono secoli ci fu finalmente silenzio.

Asciugandosi il sudore sulla fronte, Harry attese. Udì soltanto dei leggeri passi affrettati, che fecero scricchiolare appena le assi del pavimento e poi si estinsero. Sentì allora ululare di fuori; si alzò e guardò dalla finestra.

Il lupo stava correndo verso la foresta.

Harry crollò a terra, a mala pena notando che le mani gli tremavano. Poggiò la testa sulle ginocchia e cercò di dimenticare che c’era un cadavere fuori dalla porta e che Malfoy si aggirava libero nella foresta. Ci avrebbe pensato al sorgere del sole.

::

Quando fu finalmente mattina, Harry stava dormendo sul pavimento, non sapendo che proprio in quel momento Malfoy stava tornando barcollante a casa. Si svegliò soltanto quando udì un rumore provenire dalla porta principale.

“Potter?”

Harry balzò in piedi. Malfoy parlò di nuovo, e questa volta sembrava più disperato. “Potter?”

Puntando la bacchetta alla porta, cominciò a rimuovere gli incantesimi sigillanti, ma si bloccò quando da fuori sentì un tonfo.

“Oddio!”

Harry si rimise subito all’opera e spostò il letto dalla porta, mentre Malfoy ansimava e piangeva. Quando ebbe abbastanza spazio per aprire la porta, corse fuori, ma si bloccò non appena vide la scena che gli si presentò davanti.

Bellatrix era a terra in una pozza di sangue, con le braccia e le gambe in posizioni innaturali. La gola era tagliata e la veste strappata ed intrisa di sangue. Harry guardò il viso. Gli occhi fissavano vuoti il soffitto, mentre la bocca era spalancata, ricordandogli le sue grida.

Distolse lo sguardo per vedere in che stato fosse Malfoy, che era nudo e coperto di fango e sangue rappreso, gemendo e dondolandosi avanti e indietro sul pavimento accanto a lei. Harry si avvicinò e si accovacciò, portandolo via dal corpo e dalla pozza di vomito.

“No!”

Harry strinse maggiormente Malfoy, che si voltò e seppellì il viso nel suo maglione, gemendo contro il suo torace. Sebbene inizialmente ne fosse sorpreso, Harry lo abbracciò e lo avvicinò a sé.

Malfoy tremava e parlava piano, in modo incoerente. Harry lo strinse fino a quando quasi smise di piangere.

“Forza, Malfoy, devi ripulirti un po’,” sussurrò, non appena si rese conto che Malfoy era troppo sconvolto per fare qualsiasi cosa. Lo condusse nel piccolo bagno e lo fece sedere dentro la vasca, dopodichè aprì l’acqua e cominciò a lavarlo. Quando notò le cicatrici, appena visibili, sul torace di Malfoy, smise all’istante di osservarlo e si concentrò sull’acqua sporca che veniva inghiottita dallo scarico, fino a che non vi giunse quella pulita.

Quando ebbe finito, avvolse Malfoy in un logoro asciugamano e lo accompagnò nella sua stanza; quando vide che ancora non reagiva, lo aiutò a vestirsi.

A quel punto, doveva liberarsi del cadavere.

Guardando Malfoy, si rese subito conto che avrebbe dovuto pensarci da solo.

Spostò le coperte e lo mise a letto. Ripescò poi la sciarpa dalla tasca e la consegnò a Malfoy. Quel gesto lo fece irrigidire per un momento, prima di tornare a tremare.

Harry perlustrò la casa in cerca di una pala, ma decise poi di trasfigurare una scopa, dal momento che non riuscì a trovarne neanche una. Uscì fuori alla fredda aria invernale, girò intorno alla casa e trovò una zona di terreno più molle, in cui cominciò a scavare con forza. Quando la fossa fu abbastanza larga e profonda, tornò nella casa e trascinò Bellatrix di fuori, gettandola all’interno e ricoprendola di terra fino a quando non vi era più alcun segno della fossa.

Come se non avesse appena seppellito qualcuno…

Non che meritasse di essere sepolta. Harry era frustrato per non aver avuto la possibilità di vendicarsi per la morte di Sirius e arrabbiato perché era venuta proprio quella notte, costringendo Malfoy ad ucciderla. Pensò di poter comprendere perché Malfoy avesse reagito in quel modo. Non era un assassino; Harry lo sapeva fin da quella notte sulla torre. Ed ora, per colpa di Bellatrix, aveva dovuto uccidere.

Beh, era anche sua zia. Ma Harry si rifiutava di pensare che Malfoy potesse essere tanto scosso per quello.

Non ci volle molto per ripulire il sangue. Quando ogni traccia che potesse testimoniare che qualcuno era stato ucciso all’interno della casa era scomparsa, Harry andò in camera di Malfoy per controllare come stava.

Non si era mosso di un millimetro. Harry si avvicinò per vedere se dormiva. Gli occhi di Malfoy erano rossi, e fissavano vacui la parete vicino al suo letto.

“Ci ho pensato io…” mormorò Harry. “L’ho seppellita di fuori…”

Malfoy tirò su col naso.

Harry era così stanco che poteva a mala pena tenere gli occhi aperti. Si infilò nel letto e si sdraiò accanto a Malfoy, avvolgendo il polso di Malfoy con la propria mano appena prima di addormentarsi.

  
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