- Ecco, finalmente scopriremo chi abbiamo a difesa contro le
arti oscure – disse Ron, mentre lui, Harry e Hermione
si recavano nell’aula.
- Sono davvero curioso, insomma ancora non ne
abbiamo sentito parlare, e poi, non abbiamo visto nessuno di nuovo –
rispose Harry.
- E questo a cosa vi fa pensare? –
chiese Hermione guardando preoccupata i due amici.
- A cosa ci dovrebbe far pensare? – le chiesero.
- Insomma, Silente non deve aver trovato nessuno per il ruolo,
dopo tutto ciò che è successo, quindi… - cerco di
spiegare.
- Quindi?
– le chiese Ron che cominciava a perdere la pazienza.
Si voltò verso Harry e notò che aveva lo sguardo sconvolto.
- Allora? Avete intenzione di entrare o volete restare fuori?
– la voce inconfondibile di Piton, tuonò da dietro le spalle di Ron, che si
voltò terrorizzato e rimase immobile aprendo e chiudendo la bocca, ma senza
avere il coraggio di dire una parola.
Hermione aveva l’aria preoccupata: doveva essere divisa tra
l’antipatia di Piton e la consapevolezza che nonostante tutto era un ottimo
insegnante, ma la sua preoccupazione non era niente in confronto a quella di
Harry e Ron, seconda forse solo a quella di Neville. In quell’ instante Harry, ricordandosi
che la lezione di Difesa contro le arti oscure l’avevano insieme a serpeverde,
rivolse lo sguardo verso i suoi compagni, e vide che al contrario di loro di
Grifondoro, tutti i serpeverde erano contenti della sorpresa. Soprattutto
Malfoy; rideva guardando Harry con un sguardo di
sfida. Ad un tratto Harry si sentì come chiamato da una voce, e guardò alle
spalle di Draco. Kioko era là, e lo guardava fisso. Il ragazzo provò il
desiderio di avvicinarla, e infatti andò verso i
ragazzi di serpeverde e le fece un sorriso.
- Ti andrebbe di fare un giro con me sulla mia Firebolt,
sabato? È la migliore scopa del mondo, la usano tutte le migliori squadre di
Quidditch – le sussurrò Harry, cercando di non farsi
sentire da Malfoy, che proprio in quel momento cercò di attirare l’attenzione
di Piton, probabilmente perché voleva che esso rimproverasse Harry.
- Potter, torna tra i ragazzi della tua casa
– disse Piton guardando verso Harry. – Signorina Cupot, anche questa
lezione dovrò interrogarla. Del resto un ripasso non farà
certo male a nessuno di voi – disse Piton guardando gentilmente verso i
ragazzi di serpeverde e con disprezzo verso Harry e compagni.
Piton chiese moltissime cose a Kioko, sui lupi mannari, i
vampiri, i folletti della Cornovaglia, l’incantesimo disarmante. Dopo di che l’avvicinò ad un cassetto e le disse che avrebbe dovuto
sconfiggere un molliccio.
Harry rimase immobile, a guardare la ragazza, e il cassetto da
dove sarebbe uscito il molliccio, era molto curioso di vedere in cosa si
sarebbe trasformato. Kioko del resto tremava, e divenne molto pallida,
sicuramente sapeva cosa era un molliccio, e temeva ciò in cui si sarebbe
trasformato.
Piton liberò il molliccio e si allontanò. Il molliccio non
uscì subito dal cassetto, sembrava che non sapesse in cosa trasformarsi. Harry
continuava a fissare Kioko, sembrava terrorizzata eppure impugnava la bacchetta
con sicurezza verso il cassetto da cui sarebbe uscito il molliccio. Poi guardò
per un attimo Piton, e notò che anche questo non distoglieva lo sguardo dalla
ragazza, la guardava con sospetto.
All’improvviso il molliccio uscì dal cassetto: solo che a quanto pare non si era ancora deciso in cosa trasformarsi,
perché nonostante avesse rovesciato a terra il cassetto, di fronte alla ragazza
non c’era niente. Poi all’improvviso, prese forma
nella sagoma di un ragazzo di circa la loro età. La sagoma, notò Harry,
somigliava terribilmente a lui, ma era difficile da dire visto
che compariva e scompariva.
Kioko che ora tremava visibilmente, urlò - Riddikulus – e dalla sua bacchetta si
sprigionò una forte luce gialla, che illuminò l’intera
stanza, accecando tutti i suoi compagni che non riuscirono a vedere
come aveva ridicolizzato il suo enigmatico molliccio.
- Basta così – disse Piton rimandando con un incantesimo il
molliccio nel cassetto – Può sedersi signorina Cupot – il professore, guardava ora leggermente preoccupato la ragazza.
- Professore – disse Hermione, alzando la mano – Il professore Moody…beh chiunque fosse, ci ha insegnato anche
gli incantesimi “proibiti”. Insomma, pensavo, visto che noi li conosciamo,
anche lei… - cerco di spiegare Hermione. Aveva cominciato a parlare con aria
spavalda, ma dopo lo sguardo vitreo di Piton si sentì,
terribilmente in imbarazzo.
- Non è il caso signorina Granger. E
le chiedo di non intromettersi più nelle mie lezioni – tuonò rabbioso Piton.
- Non importa professore. So tutto sulle
maledizione “proibite” – disse Kioko. Sembrava essersi ripresa completamente, aveva uno strano sguardo fisso e continuava a
tormentare la bacchetta con le mani.
- No. Non serve – disse Piton.
- La lasci fare – urlò Harry
guardando Piton con un’aria di sfida.
- Potter – tuonò Piton furioso – Meno cinquanta punti a
grifondoro e il prossimo che nomina le maledizioni proibite, farà
compagnia a Potter in punizione –
Kioko, guardò con aria divertita Harry, che si sentì per un
attimo offeso, ma poi la vide guardare Piton con rabbia e disgusto, e contraccambio il suo sguardo.
Usciti dall’aula, Harry si porto una mano alla cicatrice,
ancora una volta aveva avuto un attacco incomprensibile di ira,
e ancora una volta dopo quello provava un forte dolore alla fronte. Avrebbe
voluto qualcuno con cui parlarne, e si ricordo di
quando si era svegliato con la cicatrice dolorante e aveva mandato un gufo a
Sirius. Ora lui non c’era più. In quel momento Harry si sentì terribilmente
solo.