Libri > Twilight
Ricorda la storia  |      
Autore: Anthy    12/06/2010    16 recensioni
Edward non c'è, è andato a caccia.
E Bella si dispera.
Dal capitolo:
"Però allora cosa fare?
Di nuovo, guardai il telefonino.
La tentazione era forte, veramente.
Ma mi sentivo meschina, molto meschina.
Insomma, cosa gli dicevo?
“Amore, quando torni? No, perché sto sudando come una porcella senza di te”.
Oddio, che romantica che ero.
"
Genere: Romantico, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Twilight's shots'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Caldi problemi
Di caldi problemi e
meschine soluzioni








La situazione stava sfuggendo di mano.
Mi morsi nervosamente un labbro, mentre sentivo delle goccioline di sudore scivolare lungo la tempia.
Ce la posso fare, mi dissi, girando una pagina del libro.
I miei occhi saettarono sulla sveglia del comodino.
Non era neanche un quarto d’ora che stavo leggendo e già ero stanca.
Tentai di andare avanti, sforzandomi di dare un senso alle lettere nere messe in successione sulla pagina bianca, ma quando dovetti ripetere lo stesso passaggio per tre volte, capii che era inutile fingere.
Di quel libro non me ne fregava proprio niente.
Sbuffando, lo richiusi, mettendolo sul letto accanto a me.
Sconsolata, mi guardai intorno per la camera, portandomi i capelli indietro con una mano.
Forse... forse se li legavo la situazione sarebbe leggermente cambiata.
Tentar non nuoce.
Mi alzai, dicendo addio a quelle calde lenzuola, e mi diressi verso la scrivania, dove avevo individuato un elastico; senza andare in bagno – a cosa sarebbe servito? – raccolsi alla bene meglio i capelli in una coda che sapevo essere disordinata. Non me ne importava molto.
No, ora il problema era un altro: cosa fare?
Ributtarsi di nuovo a letto?
No, non ce l’avrei fatta a resistere.
Mi osservai intorno, passando una mano sulla fronte per levare il sudore: mi sentivo... mi sentivo...
Non lo sapevo neppure io, mi sembrava di aver appena corso la Maratona di New York, invece ero solo stata a letto.
Perché allora ero grondante di sudore?!
Magari... magari potevo aprire la finestra: la guardai, ma la trovai già aperta.
Ah.
Mi chiesi se sarebbe cambiato qualcosa, chiudendola.
No, no di certo.
E poi, lo sguardo cadde sul telefonino.
Forse potevo...
No, non potevo.
Magari potevo andare a farmi un bagno, bello fresco.
Sì, e poi asciugandomi i capelli sarei tornata al punto di partenza – ovvero in un bagno... di sudore.
Di lasciarli bagnati non se ne parlava: già mi stavano da schifo quando li asciugavo, figurarsi se non lo facevo! E poi mi veniva il mal di testa, nel tenere i capelli umidi.
Però allora cosa fare?
Di nuovo, guardai il telefonino.
La tentazione era forte, veramente.
Ma mi sentivo meschina, molto meschina.
Insomma, cosa gli dicevo?
“Amore, quando torni? No, perché sto sudando come una porcella senza di te”.
Oddio, che romantica.
No, lui ora si stava divertendo con i suoi fratelli, stava cacciando.
Non potevo disturbarlo, soprattutto per una sciocchezza simile.
Però... beh, magari avrei potuto chiamarlo dicendogli “Amore, come sta andando?”.
E lui mi avrebbe chiesto “Tutto bene. E tu?”.
Ed io “Bene, anche se sto morendo dal caldo...”.
“Adesso arrivo io, allora”, mi avrebbe risposto...
No, no, no.
Scossi la testa, a quei pensieri assurdi ed infantili. Insomma, perché lui avrebbe dovuto sentirsi in colpa, mollare i suoi fratelli e venire da me, sentendo quelle parole?
Magari dovevo usare qualche frase div-
No, Bella, è il principio che è sbagliato!
Cioè, una cosa sensata da dire sarebbe stata “Mi manchi”. Però sarebbe stato un colpo basso: sapevo quanto ci teneva ad andare via con i suoi fratelli.
Comunque era anche vero che mi mancava.
Ed al di là dei miei futili motivi, mi mancava sentire la sua voce, stare stretta fra le sue braccia, sentire la sua bocca sulla mia pelle...
Basta, Bella! Alla fine, sempre là torni!
Cielo, ero una fidanzata meschina.
Come potevo desiderare che il mio ragazzo tornasse prima solo per-

« Bella, tesoro, sono tornato».

Sobbalzai, nel sentire una voce profonda dalla finestra.
Il mio cuore... il mio cuore batteva come non mai. Ero prossima all’infarto, ne ero certa.
Mi portai una mano al petto, guardando con occhi sbarrati il punto da cui era provenuta la voce.
Lì c’era... appollaiato sul davanzale... c’era...
« Edward», sussurrai con voce roca.
Possibile... possibile che qualcuno avesse ascoltato le mie preghiere?
Il mio amore, la mia ancora di salvezza, mi guardò preoccupato, confuso probabilmente dal tono della mia voce... sollevato.
« Va tutto bene, Bella?», domandò, scendendo con un movimento aggraziato dalla finestra.
In un altro momento, sarei rimasta incantata da quel gesto fluido ed elegante, ma ora... ora esisteva solo la sua figura davanti a me, fasciata da una maglietta a mezze maniche e bermuda corte.
Ergo, tanta pelle libera...
Senza pensarci due volte – e ricacciando in un angolo i sensi di colpa – mi lanciai contro di lui, abbracciandolo a mo’ di koala, cominciando a singhiozzare.
A ciò, Edward andò veramente in panico, tanto che si mise ad accarezzarmi la schiena in maniera frenetica.
Oh sì...
« Bella, cosa succede?».
In risposta, strusciai il volto contro il suo petto, cercando maggiora aderenza con il suo corpo.
« Sono... sono felice che tu sia tornato! Mi... mi sei mancato», mormorai contro la stoffa della maglietta.
Lo sentii immediatamente rilassarsi, ma istintivamente mi aggrappai maggiormente a lui.
« Ma non sono stato via neppure un’ora!»
« Ti posso assicurare che è stato tanto tempo», borbottai.
Cattiva Bella, finirai all’inferno per questo!
Poteva essere l’inferno più caldo di questa giornata?
« Beh... wow... non so cosa dire! Se questo è il benvenuto che ottengo, allora cercherò di andare via più spesso».
Mi concessi una breve risata, ringraziando il cielo che non potesse leggermi nella mente; l’avrebbe trovata piena di sensi di colpa, altrimenti.
Però non era neppure colpa mia se lui era un vampiro, dalla pelle fredda ed assolutamente refrigerante.
Che razza di fidanzata sarei stata, se non avessi accettato ogni singola parte di lui?
Ma mi ritrovai a trattenere il fiato, quando sotto la schiena sentii la dura consistenza del materasso.
Sbalordita, alzai lo sguardo, dove trovai un piccolo sorriso malizioso e tentatore.
« Cosa ne dici?», soffiò a qualche centimetro dal mio volto. « Credi che me le merito un po' di coccole per essere tornato a casa così in fretta?».
Sbattei per un attimo gli occhi, interdetta, prima di sorridere e circondargli il collo, baciandolo dolcemente.
Si sosteneva con le braccia per non pesarmi, ma i nostri corpi si sfioravano lo stesso.
Ed era perfetto.
Una temperatura perfetta.
E mentalmente, fui costretta a ringraziare il fatto che il ventilatore si fosse rotto: Edward era decisamente meglio di quattro pale giranti e ronzanti.
Sì, decisamente meglio...

***

Note: è una one shot stupida, lo so.
Ma il caldo fa sragionare =(
E qui c’è tutta la mia amarezza per non avere un vampiro personale – altro che Pinguino DeLonghi >.<
Sperando di aver allietato la vostra giornata, auguro un buon week end a tutti!
Un bacione,
Anthea





   
 
Leggi le 16 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Anthy