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Autore: Sweet Madness    12/06/2010    1 recensioni
La vita di una giovane giornalista viene costantemente sconvolta da un sadico scrittore che guarda caso è il suo migliore amico, due fantastiche ragazze con parecchi problemi di relazione, una sorella minore che ha come unico obbiettivo renderle la vita difficile e da lui. Beh, ma lui è tutta un’altra storia...
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FOS6

Is He Asking Me Out? Am I Freaking Out?

 

Okay, è ufficiale, la cioccolata fa miracoli.

Mezza dozzina di dolcetti dopo la visita di mio fratello sono di nuovo di ottimo umore.

Bussano alla porta.

“Avanti” dico inghiottendo tutto ciò che rimane del regalo di compleanno che mi hanno fatto i miei colleghi.

La porta si apre ed entra Mathilde, la nostra receptionist, anche nota come il gazzettino ufficiale della redazione, se succede qualcosa, qualsiasi cosa, lei lo sa.

“Ehi, bellezza!” eh? Bellezza? Ma che ci sta provando con me? Perché se è così, non è il mio tipo.

“Ciao Mathilde” rispondo un po’ titubante.

“Senti, arriviamo al dunque, chi era quello strafigo che è appena uscito da qui?” mi chiede sedendosi davanti a me e sporgendosi in avanti, se non avessi ingerito tutto quello zucchero probabilmente ora la starei picchiando a morte.

“Quello è mio fratello!” rispondo un tantino scocciata. Okay, forse un po’ più di un tantino dato che le ho fatto fare un salto di due metri sulla sedia. Ma lo spavento, purtroppo aggiungerei, non dura molto.

“Wow, tu sì che hai una bella famiglia”

A costo di ripetermi: Perché?

“Scusami, ma sei qui per lavoro o solo per parlare della mia famiglia?”

“Oh, che sciocca che sono! C’è un gran bel pezzo di ragazzo che ti cerca alla reception, credo abbia detto che si chiama Liam o qualcosa del genere”

Oh porca paletta! Che faccio adesso?

“Fallo entrare”

“Okay, ma solo se poi mi racconti tutto” sì, certo, contaci.

“Ma certo!” se mai mi dovessi stancare del giornalismo avrei sempre una carriera da attrice, è consolante.

La ficcanaso esce e in meno di mezzo secondo io sono immersa nella mia borsa alla disperata ricerca di uno specchietto.

Bussano. Dannato specchietto introvabile.

“Avanti” mamma mia che ansia, mi sembra uno di quei momenti nei film dell’orrore in cui il protagonista è chiuso in bagno e vede la maniglia della porta che si abbassa lentamente prima che entri il serial killer.

Un’infinità di secondi dopo (almeno a me sembrano un’infinità) la porta si apre e la faccia sorridente di Liam fa capolino dallo spiraglio che si è aperto.

“Ciao, ti disturbo?” mi chiede con una faccia talmente adorabile che farebbe sciogliere un iceberg.

“No, entra pure” rispondo io e come potrebbe essere altrimenti?

Lui entrò e si sedette sulla sedia di fronte a me.

“Allora, come stai? Stamattina sono passato a casa tua ma tu non c’eri”

“Già, sono uscita molto presto, sai com’è la vita da giornalista, non ho orari fissi, devo essere pronta a stare sulla notizia a qualsiasi ora” okay, tralasciamo il fatto che i suddetti orari sono dalle undici di mattina con pausa pranzo dall’una alle tre e che me ne vado alle sei.

“Strano, Will mi ha detto che i tuoi orari sono molto flessibili” dannatissimo Will!

“Ma che vuoi che ne sappia Will! Ormai non sa più quello che dice!” lo stress è decisamente qualcosa che non so gestire, o ammutolisco o comincio a parlare a vanvera. Sono proprio senza speranza!

Liam ride, fortunatamente prende la mia pazzia per senso dell’umorismo.

“Comunque” dico cercando di riprendere il controllo “come mai sei venuto a trovarmi? Qualche problema con l’intervista?”

“No, no, va tutto bene, in realtà sono qui per chiederti una cosa”

“Spara” no davvero, sparatemi.

“Senti, stasera ho una cena con alcune persone e mi farebbe piacere se tu venissi con me. È una cena di beneficienza” mi dice sorridendo.

Okay, ora che cavolo faccio? No sul serio, che faccio? Già lo so farò una figuraccia! Ma d’altro canto è troppo carino...

“Certo” rispondo con un sorriso da ebete a trentadue denti.

“D’accordo, allora passo a prenderti alle otto”

“Certo” ormai è ufficiale situazione di stress + me = capacità verbale di un lavandino.

Mamma mia, mamma mia, mamma mia!

“Bene io vado, ci vediamo stasera”

“Okay, a stasera” Liam se ne va lasciandomi con il suo bellissimo sorriso e con un fortissimo mal di testa.

Abbandono la testa tra le mani, ho una voglia fortissima di piangere, ma andiamo, non posso perdere la mia dignità così.

“Ehm, Alyssa?” pensa te, neanche mi ero accorta che la porta era stata aperta di nuovo.

Alzo la testa e vedo il mio incubo più bello che mi guarda preoccupato, non è che magari ci ripensa? Mi stampo un sorriso sul volto e tengo le palpebre più aperte della vittima di un sadico assassino a cui il suddetto sta cavando gli occhi.

“Sì?”

“Mi sono dimenticato di dirti che è in abito scuro”

“Okay, nessun problema” e ora sparisci per favore, così posso crollare come un castello di carte in mezzo a un uragano.

Lui se ne va e io comincio a piangere come una fontana, sembra assurdo anche a me, ma la mia maggiore preoccupazione adesso è come diamine faccio a rendermi presentabile in così poco tempo.

Faccio l’unica cosa sensata in un momento di crisi come questo. Chiedo aiuto.

Alzo la cornetta e compongo il numero. Qualcuno risponde al quarto squillo.

“Pronto?”

“J-Joanne?” chiedo esitante.

“Lys sei tu? Perché piangi? È successo qualcosa? Guarda che se è per tua sorella la sbatto fuori immediatamente” in sottofondo sento un “Hey! Io sono qui!”

“N-no, Morgan non c’entra niente. Liam mi ha invitata a cena”

“Ti prego, dimmi che stai piangendo dalla felicità” mi dice esasperata, okay, forse questa non è la prima volta che le mie reazioni sono un tantino esagerate.

“No, è stasera, alle otto, in abito scuro” e qui scoppio di nuovo a singhiozzare.

“Quanto sei scema! Perché non l’hai detto subito?! Vieni immediatamente a casa”

“Ma come diamine farò a essere presentabile per quell’ora?!”

“Tesoro, qui ci sono una star della tv con un indiscusso gusto in fatto di moda, un’ingegnere aerospaziale che nel tempo libero partecipa alle sfilate di Vera Wang  e un’insegnante di fisica applicata che ha più occhio in fatto di colori di Picasso e Leonardo messi insieme. Fidati, qualcosa ce lo inventiamo”

“D’accordo, arrivo subito”

“Sbrigati però, siamo brave, ma non facciamo miracoli”

“Jo?”

“Sì?”

“Grazie”

“Non c’è di che, ora muovi quel bel sedere e vieni qui!”

  
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