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Autore: herechan    13/06/2010    2 recensioni
"Il mondo iniziava e finiva lì.
Nulla importava, né la brezza gelida che gli accarezzava fastidiosamente la schiena, né il formicolio delle membra intorpidite dall’immobilità.
Nulla importava, se non il calore della pelle di lei a contatto con la sua…"

James, Albus e Lily Potter, figli dell'eroe del mondo magico, la loro crisi familiare, i loro problemi, i loro ricordi.
Il Trio Miracoli, la loro vita da adulti, tra famiglia e lavoro.
Una nuova studentessa con, forse, qualcosa da nascondere.
La guerra sarà davvero finita?
[personaggi principali: James, Sirius Potter, Albus Severus Potter, Lilian, Luna Potter, Scorpius Malfoy, Rose Weasley, Hugo Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, un discreto numero di nuovi personaggi.]
Genere: Romantico, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Il trio protagonista, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Camminava per il corridoi affollati. La testa alta e la camminata elegante, dal passo sicuro e sciolto, contraddistinguevano una persona che sapeva di essere apprezzata, finanche venerata.
La borsa a tracolla, ricolma di libri, gli pesava sulla spalla mentre si recava alla prima lezione del primo giorno del suo 6° anno ad Hogwarts.
Più di un occhio femminile si voltava al suo passaggio e lui ne era deliziosamente consapevole. Sapeva che quegli sguardi non erano dovuti soltanto al suo nome, né solo al sangue celebre che si portava nelle vene. Lui era bello e sapeva di esserlo…
James, Sirius Potter, primogenito di Harry, James Potter, l’eroe del mondo magico, passò una mano nella massa scompigliata e nerissima dei suoi capelli, felice di essere tornato a scuola, e dedicò uno sguardo dei suoi vivaci occhi color cioccolato a due ragazzine, che lo guardavano ammirate, prendendo mentalmente nota della più carina delle due.
Loro arrossirono e lui sorrise del loro imbarazzo.
Era bello vivere la sua vita. Aveva una splendida famiglia dove era amato e vezzeggiato, tutto il mondo magico lo conosceva poiché era figlio del più famoso degli uomini ed era rinomato in tutta Hogwarts per essere il miglior Cercatore della scuola dai tempi di suo padre, il Principe di Grifondoro e il più grande e volubile conquistatore di giovani streghe del suo anno.
- Ehi, Jam!-
James si voltò al richiamo allegro di quella voce così familiare e intravide nel marasma generale suo cugino, nonché compagno di avventure e migliore amico, Freddy Weasley, il figlio di zio George e zia Angelina.
- Ehi, Fred!- ricambiò briosamente il saluto, sventolando in aria la mano.
In quel momento qualcosa lo colpì con la violenza di una bomba. Si ritrovò sdraiato per terra. Parecchi libri crollarono sul pavimento e qualcuno mancò di poco la sua faccia.
Si trovò a fissare sbigottito un paio di occhi straordinari che lo guardavano con altrettanta sorpresa. Lo sovrastavano, occupando completamente la sua visuale, leggermente allungati, sgranati, chimerici, bellissimi…
Aveva una ragazza coricata addosso, che l’aveva urtato con tanto slancio da far cadere entrambi…
Tentò di parlare, di dirle qualcosa, di sfuggire all’incantesimo di quegli occhi da chimera ma tutto quello che riuscì a fare fu boccheggiare.
James Potter che restava senza parole?
- Ehi Jamie, so che è piacevole, ma non vi pare il caso di alzarvi che in mezzo al corridoio impicciate?- scherzò la voce divertita di Fred.
James abbozzò una risatina e gli occhi della ragazza rifuggirono i suoi. Si alzò di scatto come se si fosse scottata, senza parlare.
Fred gli porse la mano e lo aiutò ad alzarsi, ridendo, salutandolo poi con una energica ed affettuosa pacca sulla spalla.
La folla incuriosita che si era formata attorno a loro si stava lentamente dissipando.
La ragazza era china per terra a raccogliere i suoi libri, la schiena flessuosa e le piccole spalle che si muovevano al ritmo del movimento delle braccia.
Era splendida. Innaturalmente bella.
Era di altezza media, né alta né bassa, anche se lui, dall’alto del suo metro e ottantasei, la superava di quasi venti centimetri. Era sottile come un fuscello, almeno apparentemente altrettanto fragile, e aveva curve armoniose non completamente nascoste dal rigore dei vestiti scuri e classicheggianti, che la frustravano.
Aveva un viso bellissimo, lineamenti delicati, la pelle bianca e perfetta, un delizioso nasino alla francese e labbra carnose e rosse come fragole.
I capelli neri, lunghi all’incirca fino alla vita, erano sciolti e impeccabilmente pettinati, lisci e lucenti.
Quegli occhi che l’avevano colpito fin da subito, spiccavano su tutto per il loro colore contrastante. Uno, il sinistro, era scuro come caffè, l’altro era di un azzurro pallidissimo.
James si chinò a raccogliere uno dei libri sfuggiti alla ragazza.
- Pozioni avanzate per la trasfigurazione del corpo… Sei dell’ultimo anno, eh?-
Lei si girò a guardarlo semplicemente, il viso senza espressione.
Annuì appena.
- Di che Casa sei?- ritentò James.
La ragazza lo fissò per un attimo, poi abbasso gli occhi sul piccolo simbolo blu e ramato cucito sul suo petto.
James si sentì arrossire leggermente, sentendosi preso in giro.
- Oh, eh, si, una Corvonero, certo…- deglutì. Ma cos’era, un preadolescente alla prima cotta? - E allora, come ti chiami?-
Lei gli rivolse un sorriso breve e molto poco caloroso, le braccia ricolme di libri.
- Arrivederci. - disse solo. E si allontanò tra la folla, dritta come un fuso.
James rimase immobile ancora qualche secondo, seguendo con gli occhi quella figura elegante che scompariva tra la folla.
Fred lo guardava con amichevole malizia.
- Lascia perdere, Jamie…- disse, assolutamente divertito. - Quella è una difficile. E’ tanto fredda quanto è bella…-
James si girò verso il suo migliore amico. - Tu la conosci?-
Il rosso scrollò la testa. - Nessuno la conosce davvero. E’ una che sta sempre per conto suo e non parla mai con nessuno…-
- Si, ma come si chiama? - insistette James, febbrile.
Una vaga ombra di perplessità passò per la prima volta nelle iridi quasi nere di Fred.
- Leira. Leira Wellington-Mayner. - ripose, dubbioso. - Degli stra-ricchi e stra-purosangue Wellington-Mayner del Galles.-
- Oh…- fu l’unica reazione di James, ancora perso dietro al ricordo della giovane. - Leira…-

- James, stupido dormiglione, svegliati! - una seccatissima voce femminile dall’altra parte della porta.
Un sogno, solo un sogno… Un coltello che rigirava nella piaga…
James si girò e rigirò nel letto, arrendendosi alla sgradevole sensazione del risveglio.
Per un attimo aveva quasi creduto che la voce che lo chiamava fosse quella allegra ed energica di sua madre. Ma non era così, lo sapeva.
Sua madre non viveva più con loro da mesi ormai…
Quante e quante cose erano cambiate da quel lontano giorno dell’anno prima in cui aveva conosciuto Leira, la sua Leira.
Se n’era andata anche lei…
Ora, di tutte le donne della sua vita, gli restava solo Lily…
- Jamesssssssss…- urlò di nuovo sua sorella battendo un pugno sulla porta. - Arriveremo in ritardo!-
Si sollevò a sedere con un sospiro. - Si, si, sono sveglio Lì…-
Almeno lei, della famiglia, non aveva perso la sua vitalità…

  
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