Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: herechan    13/06/2010    3 recensioni
"Il mondo iniziava e finiva lì.
Nulla importava, né la brezza gelida che gli accarezzava fastidiosamente la schiena, né il formicolio delle membra intorpidite dall’immobilità.
Nulla importava, se non il calore della pelle di lei a contatto con la sua…"

James, Albus e Lily Potter, figli dell'eroe del mondo magico, la loro crisi familiare, i loro problemi, i loro ricordi.
Il Trio Miracoli, la loro vita da adulti, tra famiglia e lavoro.
Una nuova studentessa con, forse, qualcosa da nascondere.
La guerra sarà davvero finita?
[personaggi principali: James, Sirius Potter, Albus Severus Potter, Lilian, Luna Potter, Scorpius Malfoy, Rose Weasley, Hugo Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, un discreto numero di nuovi personaggi.]
Genere: Romantico, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Il trio protagonista, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Grazie del pronto commento, Mayetta. Hai visto, ho aggiornato in frettissima... ^_^ Non temere, molte cose devono ancora accadere e tutto verrà aggiornato a suo tempo...

A presto.



 

L’aria mattutina era fresca e frizzante, appena riscaldata da un tiepido sole, che a tratti scompariva timidamente dietro nubi sfilacciate. Un tenue venticello gli accarezzava lievemente i capelli scompigliandoglieli.

L’incessante brusio della gente che passava, il fischio dei treni e lo sferragliare di ruote lo accompagnava.

Con un gesto abituale si appoggiò al pilastro di muratura, scomparendoci dentro.

Un intero mondo si spalancò davanti a lui. Il suo mondo…

La folla vociante di maghi della stazione 9 e 3/4 gli passava accanto, alcuni distrattamente, altri fermandosi a guardarlo o indicandoselo, curiosi, dubbiosi o ammirati.

Si appiattì nervosamente la frangetta in un gesto che neanche nell’età adulta era mai scomparso, tentando di mantenere un profilo basso.

Lily uscì goffamente dalla parete, quasi investendolo con il carrello, e subito Leroy, lo stupido erede di Grattastinchi che sua figlia aveva voluto adottare, iniziò a miagolare, infastidito.

Dopo di lei vennero Albus e James che scoccarono all’enorme gatto rosso un’occhiata omicida.

Subito dietro la famiglia Weasley al completo: i suoi migliori amici Ron ed Hermione con tanto di Rose e Hugo, loro degni discendenti dai capelli fiammeggianti.

Solo una mancava. Sua moglie. O meglio la sua ex-moglie, impegnata chissà dove con la sua nuova giovanissima fiamma.

Harry sospirò, avvilito, poi intercettò lo sguardo azzurro di Ron che lo guardava di sottecchi, dispiaciuto, preoccupato. Sorrise rassicurante, indicando con un cenno della testa la locomotiva rossa che sbuffava spruzzi di vapore, fischiando per segnalare la sua imminente partenza.

L’uomo salutò, per educazione più che per altro, alcuni ex-compagni di scuola e abbracciò rapidamente Lily. Una lungo sguardo a James e ad Albus, poi i suoi figli montarono sul treno, trascinandosi dietro i bauli.

E lui restò solo.

***

Rosalie e Hugo se n’erano andati,  costretti ad allontanarsi dai loro doveri da prefetti. Matt, che ancora non si era visto, probabilmente era con loro, richiamato dalla stessa motivazione. James era sparito con Fred.

Lui seguiva, senza neanche troppa voglia, Lily. E Claude Harris, quell’idiota del suo ragazzo, che si era appena unito a loro.

Lui non ci faceva caso. Lui non faceva caso a niente. Da quando sua madre se n’era andata di casa per  seguire un promettente fotografo ventiseienne, niente aveva più senso e lui viveva alla giornata, tentando di svuotare il cuore e la mente per non pensare a niente.

Trovarono uno scompartimento tutto per loro nella coda del treno.

Superato un primo momento di imbarazzo, Lily e Claude cominciarono a isolarsi, parlando piano e scambiandosi piccoli gesti d’affetto.

Fu il disagio a rompere la corazza di noncuranza che Albus si era cucito addosso.

Quello stupido Harris! Lui e Lily stavano insieme ormai da due anni ormai, da quando la sua sorellina era a malapena al terzo e quell’inutile damerino biondo era già in quinto. Ma più tempo passava, meno lui lo sopportava.

Meno male che quell’anno, esami permettendo, si sarebbe diplomato…

Albus fece del suo meglio per concentrarsi sul paesaggio fuori dalla finestra, ben deciso a non guardarli.

L’elegante campagna inglese scorreva rapidamente  davanti ai suoi occhi, facendosi un poco più selvatica ad ogni chilometro che passava.

Il sole lentamente si spostava ad ovest, nascondendosi sempre di più dietro agli stralci di nuvole grigiastre, gettando ombre enormi sulle colline.

La piccola strega che vendeva dolci magici stava già passando, ma lui non aveva fame. E a quanto pareva neanche Lily e Claude…

Albus sospirò. Per quanto cercasse di perdersi nei meandri della sua mente, il tempo passava più lentamente del previsto…

In quel momento la porta scorrevole si  aprì con un ‘clack’ soffocato, poi si richiuse.

Troppo preso dalle sue elucubrazioni, Albus non si prese neanche il disturbo di girarsi, ma sentì chiaramente Claude trattenere il respiro.

- Chiedo scusa, è libero qui? - chiese educatamente una voce femminile.

Trattenendo un sospiro seccato, il ragazzo si voltò per rispondere. E restò senza fiato.

Una ragazza.

Una ragazza bellissima.

Era alta e snella, con gambe perfette da modella.

I capelli lisci, neri e luminosi, cadevano a sfiorare le clavicole e i grandi occhi erano di una bellissima sfumatura di castano chiarissimo, quasi color miele, morbidi e caldi.

- Ehi, è libero?- ripeté lei con un sorriso divertito.

I suoi denti erano bianchi, perfetti e regolari, il sorriso stupendo.

L’idiota patentato spalancò la bocca, incapace di trattenersi, mentre Lily lo guardava torva.

Albus annuì senza riuscire ad emettere un fiato.

- Allora posso sedermi? - gli chiese, indicando il posto accanto a lui

- Si, certo. - rispose lui, atono, cercando di non sembrare un imbecille completo come Harris.

Lei si sedette ed estrasse dalla tasca dei jeans una sottile bacchetta di legno chiaro.

- Baule Locomotor.-   mormorò.

Il suo baule arrivò volando e si adagiò delicatamente sulle retine sopra le loro teste.

Intanto Lily, irritata, sferrò una gomitata micidiale al fianco di Claude, che sobbalzò, imbarazzato.

Senza dare prova di essersene accorta, lei porse la mano a sua sorella.

- Mi chiamo Helen…- si presentò. - Helen Parker.-

- Lilian Potter, o meglio, Lily, molto piacere.-

Se lei si accorse del cognome famoso non lo diede a vedere. Non fece una piega né fece mostra di sorpresa o curiosità. Solo pura e semplice cortesia.

- Claude Harris.- si presentò il damerino.

- Albus.- mormorò lui, esitando poi a pronunciare il suo cognome. - Potter.-

Di nuovo nessuna reazione. E lui assomigliava tantissimo al suo celebre padre…

- Molto piacere. - rispose lei semplicemente, stringendogli la mano.

Albus lo apprezzò tantissimo. - Sei nuova, vero?- le chiese, sicuro che avrebbe ricordato una ragazza così bella.

Lei annuì. - Si, mi sono appena trasferita in Inghilterra. Devo cominciare ora il sesto anno qui.-

- Ah, siamo coetanei allora.- commentò laconico Albus e lei assentì con un sorriso.

- Da quale scuola arrivi?-

- Dalla scuola di magia e stregoneria italiana, la Calliope.-

- Non avevo mai sentito parlare di una scuola italiana.- disse il ragazzo, passivamente colpito dalla sua stessa ignoranza. - Dove si trova?-

- Si trova a Montedrago, un piccolo paesino medioevale, l’unico interamente magico d’Italia. E’ normale che tu non la conosca, rispetto a Hogwarts, la Calliope è molto piccola e non raggiunge certo il livello di importanza di questa scuola, di Durmstrang o Beauxbatons. Per quanto, secondo me, funzioni molto bene…- Prese un lungo respiro, poi appuntò gli occhi in quelli di Albus. - Se ti va di vederle, ho delle foto…-

Prima che potesse anche solo accennare una risposta, Albus si ritrovò un malloppo di istantanee infilate in mano. Incominciò a sfogliarle con molta poca voglia. Lo sguardo chiaro di quella ragazza, però, gli pesava sulla nuca.

Vide immagini di un enorme castello di stile romanico, più basso e più austero di Hogwarts, costruito interamente di mattoni di pietra grigio-marroncina. Vide quella che gli sembrò una piccola Sala Comune, col caminetto spento, le pareti bianche e i divani tappezzati di stoffa verde chiaro. Vide blasoni, statue e quadri, partite di Quidditch, soprattutto di una squadra bianco e verde vestita, e soprattutto vide immagini di persone.

L’ultima foto ritraeva cinque ragazzi in posa su di un prato, il castello come sfondo. Tutti e cinque indossavano la divisa verde e bianca, con il piccolo simbolo di un cavallo imbizzarrito sul lato destro del petto. Tutti e cinque sorridevano, apparentemente felici.

Albus si ritrovò a fissare con interesse la piccola immagine. C’era qualcosa che non andava…

Poi finalmente si accorse della strana assenza nelle foto.

- Helen, perché tu qui non ci sei?- le chiese.

Lei sorrise lievemente. Un sorriso che a lui parve quasi cauto.

- Sì che sono. - rispose, puntando il dito sulla fotografia.

Albus aguzzò gli occhi. Effettivamente la ragazza nell’immagine aveva lo stesso viso, lo stesso sorriso, gli stessi occhi nocciola, ma i capelli erano ondulati e arrivavano a malapena alle spalle del piccolo doppione cartaceo della giovane che gli stava parlando.

In più il loro colore era un morbido e caldo biondo sabbia, totalmente diverso dal nero corvino della ragazza che si trovava di fronte.

- Hai tinto i capelli. - affermò, atono.

Lei scosse appena la testa.

Albus sollevò gli occhi dalla Helen bionda per puntarli su quella mora.

- Sei una metamorfomagus?-

- Ah, ehm, sì, si può dire di sì. - rispose lei.

Il ragazzo si morse appena il labbro inferiore, avvertendo chiaramente il nervosismo appena accennato nella risposta di lei.

- Come mai ti sei trasferita qui? - le chiese cercando di non far trapelare il sospetto dalla sua voce.

Lei lo guardò negli occhi a lungo, fino a farlo arrossire leggermente.

Era una sensazione strana, ma si sentiva come se la conoscesse già. Come se la conoscesse da sempre…

- Oh, bé, ecco… Mio padre, sai, ha dovuto cambiare lavoro… L’hanno trasferito…- tentò di dire lei, ma si interruppe e tacque.

Anche Albus non spiccicò parola. Stava mentendo, lui l’aveva capito e lo sapevano tutti e due.

C’era un mistero dietro a quella ragazza, qualcosa di terribile, e lui lo sentiva forte e chiaro.

Lei sospirò, poi si grattò la testa in un gesto imbarazzato.

- E’ inutile. - sbottò. - Non capisco perché, ma con te non riesco a mentire. - Scosse la testa. - Quindi,  per favore Albus, non chiedermi niente…-

***

Non appena il portellone dello scompartimento si fu chiuso dietro di loro, Scorpius, Draco Malfoy si buttò a sedere sul sedile, mandando per una volta al diavolo la sua naturale eleganza, e si accese una sigaretta.

Il fumo salì pigramente verso il soffitto metallico, mescolandosi a quello della sigaretta già accesa di Desdemona Greengrass.   

La bellissima bionda gli gettò uno sguardo distratto e languido, accavallando le lunghissime gambe, a malapena coperte dalla minigonna vertiginosa.

- Buongiorno Scorpius. Fabian…- salutò.

Mortimer Tiger e Gerard Goyle, come al solito ai suoi fianchi come guardie del corpo, le fecero eco.

Scorpius represse una smorfia di disgusto ripensando che al primo anno quei due grossi idioti avevano provato ad incollarsi a lui.

Poi si accorse di Fabian, ancora in piedi vicino alla porta scorrevole.

- Che diavolo fai ancora lì, Fabian? Cazzo aspetti, un invito formale a sederti?-

Fabian Nott, il suo migliore amico fin dal primo anno, ignorò graziosamente la sua provocazione e si sedette in silenzio vicino a lui, accendendosi a sua volta una sigaretta.

- Quest’anno non c’è tanta scelta, vero Fab? - disse, indolentemente. - Credo che tenterò di scoparmi qualche Grifondoro quest’anno, giusto per il gusto di far cadere qualche santarellina ai miei piedi…- Ghignò superbamente, ignorando la smorfia infastidita della Greengrass.

Fabian soffiò via il fumo. - Per quanto irritante come una verruca, devo ammettere che la Potter ha messo su un corpo niente male. Peccato per la carenza di seno…e di buonsenso…-

Scorpius arricciò il naso. - A malincuore devo confermare, Fab. Nell’ultimo anno ha smesso di assomigliare ad un manico di scopa e si è fatta piuttosto attraente. Anche se, solo sapendo di chi è figlia, non la toccherei neanche con un bastone.-

Fabian scosse la testa, ridacchiando. - Non è la sua paternità che me la rende quasi disgustosa, quanto più il suo carattere estremamente irritante…- affermò.

Scorpius rise.

- Tsk.- fu l’unico commento di Desdemona. Con un gesto di aggraziata superiorità, buttò la cicca della sigaretta per terra e la schiacciò sotto il tacco a spillo dei suoi stivali.

I due ragazzi la ignorarono. Sapevano che la Greengrass era, sì, bella ma anche che se la tirava da morire, che era avida, ambiziosa e arrivista e che concedeva le sue attenzioni solo per tornaconto personale.

Una vera Serpeverde, insomma.

Quasi superandola in eleganza, Scorpius prese un lungo tiro dalla sigaretta. - Mi darò un’occhiata in giro e sceglierò con calma la mia prossima preda.- annunciò e sorrise maliziosamente allo sguardo divertito negli occhi neri di Fabian.

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: herechan