PROLOGO

 

Dalla stanza del pianoforte proveniva una soavissima melodia che pareva quasi irreale. Una donna dai capelli rossi era seduta davanti a uno strumento meraviglioso: un pianoforte bianco a coda. Gli occhi erano chiusi e le dita sfioravano i tasti bianchi e neri con una delicatezza inaudita. Il pianoforte era posto su una specie di soppalco, più in alto del resto della stanza. Vicino ad esso, dietro ad una parete di vetro scrosciava silenziosa una cascata di acqua limpidissima e il resto della parete era occupato da un immenso acquario pieno di pesci di tutti i colori e di tutte le dimensioni. Al di fuori del soppalco stavano, oltre ad altri strumenti chiusi in teche di vetro, un divano in stile moderno e due poltrone con un grande tavolo basso completamente in vetro. Sul tavolo, a coronare il tutto, stava un vaso di fiori pieno di rose rosse e bianche.

< Mamma mamma! > La musica improvvisamente cessò e l’aura di impalpabilità intorno alla donna sembrò dissolversi. Una bambina stava correndole incontro. Un uomo era fermo sulla porta con lo zaino della figlia su una spalla, non poteva avere più di quaranta anni: i capelli erano lisci e castani, gli occhi di un colore a mezzo tra il verde e l'azzurro, il fisico era perfettamente asciutto e poteva sembrare quello di un ragazzino di diciassette anni.

La donna era ancora seduta sul panchetto in pelle bianca del pianoforte, le mani leggere dalle dita sottili adagiate sui tasti, il viso voltato verso la porta della stanza da cui stava arrivando la figlia. I capelli erano lisci e rossissimi e gli occhi verdi parevano illuminati da chissà quale luce soprannaturale.

La bambina continuava a correre verso la madre che le tendeva le mani sorridendo. I boccoli castano chiari ondeggiavano intorno al suo viso incorniciandolo perfettamente. Gli occhi erano dello stesso colore di quelli della madre, con qualche sfumatura azzurra a ricordare quelli del padre.

< Piccola mia! >

< Mamma, la maestra ha detto che sono stata brava nella verifica in classe sai? Ha detto che mi darà un bel voto! >

< Bravissima amore mio! > La donna si alzò e la bambina prese il suo posto davanti al pianoforte cominciando a premere qualche tasto qua e là. Scese lo scalino che separava il soppalco dal resto della stanza e si diresse verso l'uomo ancora in piedi sulla soglia della porta.

< Ciao amore mio > Esordì lui sorridendole. Lei non rispose baciandolo sulla bocca. Subito dopo si voltò di nuovo verso il pianoforte.

< Andiamo Mia, forza! >

< Mamma, mamma, insegnami una nota prima! Per favore! > La madre sorrise prima al marito e poi rivolse la stessa espressione alla figlia.

< E va bene, ma solo una, ricorda >

< Va bene mamma >

Si avviò di nuovo verso il soppalco e premette un tasto nero della tastiera.

< Che nota è mamma? >

Ma la risposta non arrivò dalla madre, bensì dal padre.

< E' un la bemolle Mia, un la bemolle >

La bambina stava ancora guardando la tastiera estasiata, ma la madre sorrideva ammiccante al marito. Esatto, proprio un la bemolle

Okay, fatemi spiegare xD Questo doveva essere l’espilogo di una storia che sto scrivendo ma... Boh, non so perché mi è venuta la pazza idea di farlo diventare il prologo U.U Spero tanto che sia stata una lettura piacevole e prometto di ricambiare qualunque recensione metterete, quindi siete pregati di recensire! *Me che prega voi con occhioni dolciosissimi* Grazie comunque del passaggio, un bacio a tutti!     Turkina.