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Autore: DileGinny    15/06/2010    2 recensioni
Una realtà ormai stretta, un nuovo mondo tutto da scoprire. Una ragazza dalle origni oscure che scaverà nel suo passato per scoprire arcani misteri. Il destino di due mondi nelle sue mani. Un'unica occasione per salvarli e trovare finalmente vendetta. Tutto questo ha inizio... Con un sogno.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 – COME IN UN COPIONE

 

Se la vita è un gioco di carte noi siamo nati

Senza conoscerne le regole.

Dobbiamo giocare la nostra mano attraverso gli anni.

Poeti, filosofi, alchimisti, artisti

Hanno devoluto loro stessi a scoprire i suoi significati.

-          Niki Saint Palle

 

E io voglio essere uno di questi...

 

Il mare si stagliava calmo davanti a loro. Non un filo di vento a increspare quel velo azzurrino. Il sole tramontava lento all’orizzonte colorando il cielo di un fantastico color cremisi che sfumava in alcuni punti dal rosa al violetto.

Una ragazza e un ragazzo sedevano sul bagnasciuga. Lei, la testa poggiata sulla spalla di lui, i capelli ancora bagnati dopo il bagno serale, era avvolta in un telo da mare verde smeraldo che metteva in risalto la sua pelle diafana e i suoi capelli rossi e crespi.

D’improvviso una voce – < Ragazzi! E’ tardi! > - ruppe il silenzio.

< Penny! Penny non fare storie e scendi immediatamente da quel maledettissimo letto! >

Penny si svegliò di soprassalto.

< Che..? Cosa..? Ah... Sì mamma, subito >

La ragazza si sforzò di ordinare alle palpebre di restare aperte e si mise supina a fissare il soffitto.

“Ancora quel sogno... Non è possibile! Che cosa vuole stare a significare? Maledizione!”

Quella scena romantica era diventata un’ossessione: riusciva a capire che la ragazza con i riccioli seduta sulla battigia non era altro che lei, ma il ragazzo... Per qualche stramaledettissimo motivo non riusciva mai a vederlo in faccia e ciò la stizziva non poco.

Odiava la sensazione che quel sogno le procurava. Era come se quel ragazzo la stesse chiamando esortandola a cercarlo e non avesse intenzione di darle tregua fino a quando non l’avesse fatto.

E poi c’era quel “E’ tardi”. Due parole che da sole potevano non avere alcun senso, ma che in quel sogno erano circondate da un’aura di mistero. Pensandoci poteva sembrare strano, Penny lo ammetteva, eppure c’era qualcosa che non la convinceva. Sesto senso? Non ne aveva la minima idea.

< Penny!! > La voce di sua madre interruppe le sue fantasticherie.

Si voltò lentamente verso la sveglia. Le sette e due minuti.

Con fatica costrinse i muscoli delle gambe a guidarla fino al bagno. Non osò volgere lo sguardo verso lo specchio se non prima di essersi “schiaffeggiata” con una generosa quantità di acqua rigorosamente fredda che avrebbe indotto anche le più remote cellule del suo corpo a uscire da consueto torpore mattutino.

Tuffò il viso nell’asciugamano, dopodiché portò la testa indietro con un movimento brusco e repentino.

< Aiuto, aiuto! Un mostro con i capelli rossi! >

John, il fratello di Penny, la oltrepassò strattonandole delicatamente un ricciolo rosso fuoco.

< Dovrei ridere? > Rispose lei fulminandolo con lo sguardo.

John aveva quindici anni, uno in meno della sorella, ma ne dimostrava almeno tre in più. Con il suo metro e settantacinque superava quest’ultima, ma anche la madre, di quindici centimetri buoni. Anche lui con i capelli rossi, ma più scuri della sorella, gli occhi nocciola e il fisico asciutto riscuoteva un grande successo tra le coetanee.

Nonostante lo stereotipo “ragazzo bello, ragazzo stupido”, John era straordinariamente brillante, insomma, rappresentava l’uomo che ogni donna vorrebbe accanto, il famigerato principe azzurro.

Penny detestava ammetterlo, ma era infinitamente gelosa di lui e quasi rimpiangeva che fosse suo fratello.

Dal canto suo John adorava vantarsi delle sue “doti” con la sorellina, ma neanche lui poteva nascondere il suo amore per lei. Da quando erano piccoli l’aveva sempre protetta e l’idea che qualcuno potesse sostituirlo nel compito di salvarla, che a dirla tutta risultava spesso se non sempre impresa straordinariamente ardua, lo faceva avvampare di rabbia.

< Buongiorno fratellino > Esclamò poi Penny scoccando un bacio sulla guancia di John. Quest’ultimo sorrise compiaciuto: conosceva troppo bene sua sorella e d’altra parte quella era una scena a cui assisteva praticamente ogni mattina.

Intanto Penny era tornata davanti allo specchio e stava lottando nel tentativo di indossare le lenti a contatto, impresa che richiese quasi cinque minuti. La ragazza controllò con disappunto l’orologio: sicuramente uno dei suoi record peggiori. Fece per prendere la spazzola con una mano e con l’altra afferrò una ciocca di capelli, ma rinunciò quasi subito a pettinarsi: cercare di mettere ordine in quella massa informe di riccioli fiammeggianti era a dir poco impossibile. Si limitò a infilarci qualche forcina per dar loro quantomeno una parvenza di decente.

Tornò ancora barcollante in camera, si vestì più velocemente di quanto il suo corpo le permettesse e uscì correndo dalla stanza con lo zaino in spalla, subito seguita dal fratello.

Tutti e due entrarono come furie in cucina.

< Ciao mamma! > Dissero all’unisono, afferrando una brioche per uno. Stavano già per tornare sui loro passi e uscire quando la madre li chiamo

< Voi due! >

Camminando all’indietro con la coda tra le gambe rimboccarono la porta della sala da pranzo.

< Possibile che ogni mattina sia la stessa storia?! Sempre di fretta! Voglio subito un saluto degno di questo nome! >

John sorrise, altra scena conosciuta. I due fratelli, come di routine, baciarono le guance della madre.

“E’ incredibile quante volte sembra di seguire un copione e invece è tutta un’improvvisazione” Rifletté Penny mentre scendeva le scale dirigendosi verso la fermata dell’autobus.

Non sapeva che per lei in quel copione sarebbe presto apparsa la parola “colpo di scena”.

 

Ecco qua il primo capitolo della storia... Non saprei proprio come descrivere il tutto, diciamo che è una cosa che mi è venuta di getto. Penny naturalmente, come avrete capito tutti è la protagonista di questo racconto, una ragazza che tutto sommato mi rispecchia, o meglio che rispecchia come penso di apparire agli altri. Non mi resta che sperare che abbiate fatto una buona lettura. Naturalmente aspetto vostri commenti, belli o brutti che siano =)                   Turkina

  
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