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Autore: chaska    13/06/2010    1 recensioni
La mia primissima fanfiction, con l'ambientazione di assassin's creed ma con personaggi completamente inventati da me.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AAAAAAAAAAAAAAAAARGH!!!!!!!!!!!!!!!! <3
Capitolo 10


Quella era proprio una giornata bellissima: non una nuvola copriva il cielo, il sole inondava la città facendo risplendere come oro il marmo degli edifici sacri e il vociare della gente del mercato copriva solo in parte il pacifico cinguettare degli uccellini.

Davvero una giornata niente male, una di quelle che non ti capitano sempre. Eppure a me non me ne fregava nulla, anzi, la odiavo.
Ma soprattutto odiavo l'uomo che aveva fatto diventare una possibile piacevole giornata in un incubo.
-Maledetto Nabih...
Dissi fra profondi respiri, mentre cercavo prendere più aria possibile e di riposarmi un poco.
Subito in risposta, una risata infantile ci fu nell'aria, così semplice e così odiosa. Cosa aveva da ridere, quel bastardo? Io sapevo solamente che stava ridendo sulla mia condizione. E gliel'avrei fatta pagare, oh se l'avrei fatto...
-Dai, sei già stanca?
Quando sentii quelle parole gli lanciai un'occhiata traboccante di intenzioni omicide, tanto per fargli capire quello che mi girava per la testa, magari fosse più stupido di quanto pensassi.
-Dopotutto ti ho fatto scalare solamente...ehm, vediamo...le mura di mezza Damasco! Cosa sarà mai?
E lì si mise nuovamente a ridere. Oh, non ce l'avrei fatta a lungo a trattenermi di lanciargli un pugnale in mezzo alla fronte, quindi era meglio o che se ne andasse di corsa e che si stesse zitto. Forse era meglio la prima scelta. Quindi, involontariamente, feci scrricchiare le dita, nonostante le mani mi bruciassero in maniera impressionante.
-Vuoi provare tu a vedere cos'è?
Gli dissi in maniera minacciosa. Eh, se si fosse solamente avvicinato di poco...
Comunque mi abbandonai su una cassa che avevo a pochi centimetri di distanza e alzai lo sguardo appoggiando la chiena ad un muro.
In quel momento io e Nabih ci trovavamo su un tetto che avevo appena finito di scalare cinque volte, ed eravamo ancora nelle prime ore del pomeriggio.
Mi presi così qualche piccolo minuto di pausa, ignorando quello che quell'assassino cercava di dirmi, e quando fui abbastanza lucida mi rivolsi a lui guardando quella sua espressione così derisoria.
-Quando andiamo dal Rafiq?
-Oh, giusto il Rafiq...è partito stamane poco dopo di noi e ritornerà oggi stesso al tramonto.
A quelle parole percepii una strana sensazione.
-Possiamo andare alla dimora?
-Ecco...no, tutte le entrate sono chiuse.
-E il pranzo??
Ora si che ero dipserata. Se non avessi messo al più presto qualcosa sotto i denti, sarei morta su quella cassa.
Nabih, quando sentì quella frase, mi lanciò qualcosa che presi al volo con la mano destra. Era una bella mela verde con alcune chiazze rosse. Sembrava davvero buona ma...
-Eccolo lì.
-Ma...cosa?!?
...ma non sarebbe mai riuscita a saziarmi, specialmente se dopo mi sarebbero toccati altri muri da scalare.
-Eheh, già! Comunque io adesso devo andare a cominciare le indagini, tu mangia e recupera un pò di forze e dopo le inizierai pure tu per conto tuo. Io mi occuperò del distretto medio e ricco e tu di quello povero.
Rimasi allibita al sentire quelle parole. Beh, in effetti non era male fare l'indagine per conto mio, ma ero giusto un pò spaesata dato che sarebbe stata la mia prima volta e che in quel momento mi ritrovavo lì tutta dolorante e con una misera mela in mano.
-Ci ritroveremo al tramonto alla dimora!! E ora scappo prima che tu decida di linciarmi!
E così quell'idiota e incapace di un assassino fece qualche passo indietro e saltò nel vuoto. A quella scena io mi alzai e gli gridai dietro qualche maledizione, chissà magari mi avrebbe sentita, ma poco dopo lasciai perdere e mi sedetti nuovamente sulla cassa.
Analizzai ancora per un poco la mela che ancora tenevo saldamente stretta nella mano, forse un pò troppo saldamente, dato che si crearono delle ammaccature coincidenti con le mie dita e del succo scivolò fuori. Così, prima di distruggerla completamente per la rabbia, la mangiai. Si, era veramente gustosa, ma finì troppo presto e non placò per niente la mia fame. Quindi mi rassegnai e seguii l'esempio di Nabih, cioè saltai dal muro per ritrovarmi in una strada semi deserta. Camminai piuttosto velocemente, e in pochi minuti mi ritrovai nel bel mezzo di un mercato, dove con mia immensa felicità comprai un delizioso kebab che riuscì a saziarmi.
-Bene!
Dissi rivolta a me stessa. Adesso che ero in forma dovevo cominciare l'indagine. Più facile dirlo che a farlo...
Infatti passai le seguenti due ore fra le strade del distretto povero cercando qualche indizio, ma i predicatori dicevano le solite ciance senza alcuna importanza, i mercanti e le guardie parlavano di cose futili e non c'era nemmeno nessuno a cui estrocere informazioni con la forza. Insomma, la mia prima indagine per conto mio si stava rivelando un vero e proprio fallimento.
Così, dopo aver vagato abbastanza decisi di risalire un muro e mi sedetti sull'orlo di un tetto che dava verso una strada semi deserta, son le gambe penzolanti nel vuoto e la testa e il busto appoggiati ad un pilastro di legno sporgente.
Ero quindi lì, mentre cercavo un colpo di genio o un segno divino, quando esso apparve. Infatti dopo poco fui attirata da un rumore sordo proveniente da una strada laterale lì accanto, così mi alzai e, stando attenta a non farmi scorgere da nessuno, controllai dall'altra parte del tetto cosa stesse succedendo.
Era una strada veramente piccola, isolata e puzzolente, in cui saltava subito all'occhio la presenza di due uomini: uno era  muscoloso e con la faccia da gorilla, e stava tenendo per la colletta un altro uomo piuttosto mingherlino, mentre a terra v'erano un sacco e molte carte scivolate molto probabilmente da esso.
Insomma, un sicario stava minacciando un postino. Stavo per esultare di gioia e lodare le grazie di Allah, quando fra i timidi lamenti del postino, l'omaccione si decise a parlare.
-Sai che cosa ti toccherà se lo tradirai...
-M-ma io non voglio tradirlo, ma non posso recapitare quella lettera!
A quelle parole il sicario strinse ancora di più la stretta sul collo del postino, che si ritrovò a boccheggiare come un pesce fuor d'acqua. Per fortuna quello strozzamento durò pochi secondi, giusto il tempo d'intimorirlo, altrimenti mi stavo già preparando a saltar fuori.
Comunque, quando ne ebbe l'opportunità, respirò e annuì ripetutamente, ormai convinto dalle "buone maniere" del gorilla. A quel segno di sottomissione il sicario allora lasciò la presa e lo fece cadere rovinorosamente, facendo scompigliare e rovinare le carte già sparse per terra.
-Consegnala immediatamente.
Gli disse con un perfido ghigno e facendo cadere il soggetto della loro discussione sul suo petto.
Dopo qualche minuto, il postino si decise ad alzarsi, anche se con evidenti difficoltà, ed allora io mi concedetti un momento per pensare mentre raccoglieva le lettere sparse per terra.
Certo, il nome di Abdel Qader non era stato nominato nemmeno una volta, ma avevo ben poche opportunità arrivata a quel punto: potevo lasciare perdere tutto, c'erano tanti criminali lì a Damasco, e quindi me ne sarei andata a zonzo per il distretto per tutto il resto della giornata senza magari non trovare nulla d'interessante. Oppure potevo affidarmi ad Allah, seguire quel postino e sperare che quella lettera dicesse qualcosa sul mio obbiettivo.
Beh, la risposta mi sembra alquanto scontata, se non obbligata. Quindi aspettai che il soggetto di tutte le mie speranze sistemasse tutte le lettere nel proprio sacco e aspettare che fosse quasi arrivato alla fine della stradina per fare un salto degno di nota e seguirlo lentamente, con le movenze e i tempi di un monaco.
Mentre il postino svoltò la strada per ritrovarsi in quella principale, notai che aveva riposto la lettera incriminata nella cinta, insieme ad un'altra manciata. Sorrisi, nascosta dal cappuccio che tenevo prudentemente basso, e accelerando di poco il passo per non perderlo di vista.
Come previsto, il mio obbiettivo era ancora in bella vista fra la gente che affollava la strada come non mai. Vedendo che proseguiva sempre diritto, allora sospirai e me la presi comoda. Aumentai di poco il mio andamente, in modo da raggiungerlo prima, ma non di troppo per non far insospettire nessuno. Passarono comunque pochi minuti prima che lo raggiungessi, ed allora allungai la mano verso la sua cinta e presi la lettera che mi serviva senza troppe difficoltà, anche se a dire il vero sudai freddo in quel momento, dato che il borseggio non è mai stata una mia grande abilità. Sospirai leggermente comunque quando riuscii nell'impresa senza fare insospettire il postino che continuava a guardarsi intorno con fare disperato, e non modificando di nulla il mio andamento, lo sorpassai e andai avanti per un pò, fino a raggiungere una stradina laterale deserta.
Da lì, cominciai a fare una scalata su un anonimo muro, dopodichè controllai che non ci fosse alcun arciere di vedette e poi mi accomodai su una cassa per analizzare la lettera recuperata.
Piena di speranze, l'aprii rompendo la cera lacca che la sigillava, e di fretta presi il foglio scritto, lasciando cadere la busta.
Per qualche secondo fu come se il mondo si fosse fermato, anzi, come se fosse completamente sparito, tanto le parole che lessi mi stupirono.
Vorrei tanto riportare fedelmente ciò che vi era scritto, per farvi capire quello che stavo provando in quel momento, ma non posso, infatti appena gli diedi un'occhiata dimenticai ogni singola informazione acquisita, di quanto erano inutili.
Quindi, dico che semplicemente avevo sbagliato lettera. E guardando bene la busta avrei anche potuto accorgermene prima, ma ahimè non ci avevo proprio fatto caso.
Scoperta quell'amara verità, e ritornata al mondo reale, lanciai poco meno di un grido di rabbia, accartoccia malamente quel foglio e lo buttai da qualche parte, mentre come un fulmine saltavo da quel muro per atterrare nella stradina precedente e cominciai a correre come una disperata.
Rapidamente uscii da quel vicolo, e rallentando appena il passo mi ritrovai nuovamente nella folla. Qui corsi per un pò, guardandomi disperatamente intorno per intravedere quel postino.
Ma è cretino?!?!?!? Ma che se ne fa di una lettera d'amore quell'idiota!!
Nel mentre imprecavo fra me e me, dando giustamente la colpa a quel povero postino. Ma finalmente riuscii a scorgerlo mentre si defilava in una via laterale meno affollata di quella in cui mi trovavo io. Immediatamente fermai la mia corsa, rallentando il passo e inseguendo da vicino il mio obbiettivo.
Stavo quasi per raggiungerlo, quando, chissà per quale motivo, il tipo cominciò a correre spiazzandomi.
Eppure non avrebbe dovuto vedermi!!!
Pensai disperata, mentre riflettevo nuovamente sul da farsi, e la scelta era abbastanza diffficile, dato che se mi mettevo a correre di nuovo lì, il postino se ne sarebbe accorto e addio copertura di erudito, cosa che stranamente non era successa nella corsa precedente, e c'era anche da considerare le eventuali guardie che mi avrebbero potuto dare la caccia...insomma, un bel casino, considerando anche che non aveva l'assoluta certezza che quella lettera fosse di Abdel Qader! Però così la mia unica di chance di scoprire qualcosa di più su quel maledetto mi stava scivolando dalle mani...
-Maledizione!
Imprecai a bassa voce, per poi mettermi a correre, anche se non nel modo disperato di prima, dato il postino non raggiungeva un'alta velocità a causa del peso che trasportava.
Ormai il postino era a quasi portata di mano, quando qualcosa mi distrasse, facendomi rallentare considerevolemnte, fino a fermarmi pochi metri dopo.
Osservai per qualche secondo la fonte di tale distrazione, due uomini, equipaggiati di cotte di maglia, elmi soffocanti, spalle lucenti e...una croce rossa sul petto. Templari.
-ASHASHIIIIIN!!
Subito gridarono i due in coro, mentre estraevano le loro pesanti spade dal fodero per minacciarmi con esse e cominciare a dirigersi verso di me.
Io, superati i primi secondi di shock, mi voltai indietro e cominciai a correre come mai avevo fatto in vita mia, come nemmeno quella volta con Salim!
Non so per quanto tempo corsi, percorrendo strade desrte o quasi, e strade completamente piene di gente. Ma nulla da fare, quei due mi rimanevano sempre alle costole, e mi devo già considerare fortunata che non si siano aggiunti altre guardie o, ancora peggio, altri templari.
Comunque, ben presto sentii le gambe bruciare e il solo atto di respirare divenne qualcosa di impossibile. Non avevo più vie di scampo, o dovevo fermarmi ed affrontarli, facendomi così molto probabilmente ammazzare, o dovevo trovare una fortunosa via di fuga, e pensare che non potevo rifugiarmi alla dimora!
Ma dove si trova Nabih quando ho bisogno di lui!!!!
Stavo già pensando di fermarmi ed affrontarli, perchè altra soluzione non trovavo, quando una miracolosa quanto avventata idea mi venne in mente.
Avevo riconosciuto il luogo in cui mi trovavo, dato che c'ero stata quella mattina stessa con Nabih. Era il quartiere più povero del distretto, il che è tutto dire, e proprio la, nella strada a sinistra c'era una piccola casa decadente ed abbandonata. Ascoltai attentamente i suoni che potevo udire, e le imprecazioni dei templari erano abbastanza basse, quindi ero riuscita ad allontanarmi un bel pò da loro, e molto probabilmente dovevano essere stanchi anche più di me.
Allora presi la mia decisione, essendo la mia unica opportunità di salvezza. Quindi corsi immediatamente verso la sopracitata strada senza esitazione, rompendo il collegamento visivo fra me e i miei inseguitori e mi diressi verso quella casetta abbandonata.
Arrivata a pochi metri da essa inquadrai una finestra bloccata da alcune assi di legno che sembravano sul punto di spezzarsi, e saltai.
Sentii il legno spezzarsi sul mio corpo raccolto in quel salto ed alzune scheggie graffiarmi la pelle scoperta. Sentii le esclamazioni di sorpresa dei due templari che a quanto pare non capirono dove fossi andata a finire. Ma non sentii il pavimento sotto i miei piedi, solo il vuoto. E il mio salto continuò più del dovuto, in quella casetta di appena un piano. Sentii qualcosa di solido solo molti metri più in basso, in una stanza illuminata da una luce fioca, ma non potei vedere oltre, dato che quando atterrai, sentii una botta alla testa e tutto ciò che mi circondava si fece oscuro.



Ho-ho-ho! Da quanto tempo non aggiornavo sta benedetta fanfic? Troppo, troppo, chissà in quanti avete creduto che l'avevo abbandonata! xD Vi chiedo scusa sigh, ma è stato un periodo verameeeeeeeente difficile, credetemi. Troppe cose accadute l'una dopo l'altra, e solo adesso che la scuola è finita sono riuscita a scrivere questo capitolo che mi frullava in testa da tantissimo tempo, anche se mi rendo conto che non è venuto un granchè...ma non mi va di riscriverlo, sarebbe un trauma! xD Ah, e, sempre se qualcuno leggerà e non mi manderà a quel paese, non badate agli errori di scrittura, perchè word si è andato a fare benedire ç__ç appena lo riscarico sistemerò tutto! :)
Vaaaa bene, adesso vi lascio, disperandomi di già per il prossimo capitolo che, se va tutto bene, sarà pesante da scrivere ç_ç però prima devo ringraziare Saphira87 per la recensione! Ti ringrazio per il tempo che trovi per leggere la mia fic! <3
Ma adesso finisco davvero, un bacio da Giada!!! Ciau! -^^-
   
 
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