CAPITOLO 2: Legame
Il
sole di Volterra era coperto da nuvole di pioggia e sembrava sarebbe
arrivato presto un temporale.
Aro
aveva ragione, non sapevo se esserne contento o meno. In poche ore la
mia vita sarebbe cambiata, qualsiasi scelta avessi fatto.
“Caius?
Ti sei cambiato?”
“Sembro
un idiota, avete preso i vestiti di un barbone?” entrarono nella
stanza incuriositi.
“No,
è la moda di adesso” disse Aro ridacchiando vedendomi vestito come
un adolescente. Anche Marcus ne era divertito “Però hai ragione,
sembri un idiota.”
Mi
avevano vestito con un paio di jeans abbastanza larghi che se non li
tiravo su ogni dieci secondi mi sarebbero caduti, una maglietta
bianca larga con degli schizzi neri, sopra la maglietta una specie di
panciotto nero pimkie, una sciarpa bianca con strani motivi neri e un
paio di scarpe blu scuro Paul Smith.
“Aro,
hai una minima idea di quanto ti odio in questo momento?”mi toccò
il braccio: “Sì, qualche idea c'è l'ho” disse continuando a
sorridere.
“Non
so davvero se andare, ho paura di non controllarmi” e mi sedetti
sulla poltrona della mia stanza distrutto.
Aro
stava per venire a consolarmi, ma Marcus lo fermò e venne lui e si
sedette accanto a me per terra senza incrociare il mio sguardo.
“Caius,
ti ricordi Didyme?”
“Non
potrei mai dimenticarla...”
La
voce di Marcus era un sussurro, per lui era davvero difficile
parlare di lei.
“Neanche
io... non avevo mai amato nessuno così, dal primo momento che
l'avevo vista sapevo che saremmo stati insieme” dovette fare una
pausa per andare avanti “...per sempre. Ora che non c'è più, mi
sento vuoto, a volte mi chiedo perché continuo a vivere. Ma sono
felice di averla conosciuta” aveva gli occhi chiusi e stava
abbozzando un sorriso.
“Per
quanto è doloroso la ricordo ogni giorno, so bene che può sembrare
triste, ma non vorrei mai perdere i suoi ricordi.”
“Marcus...”
“Non
ti preoccupare Aro, adesso mi riprendo...”si stava rialzando “non
lasciarla andare se è davvero lei la tua anima gemella non lasciarla
mai sola e vedrai che con lei saprai che vuol dire essere felici.
Spero solo che tu sia più fortunato di me.”
In
quell'istante sentì il suo profumo, l'aria con l'umidità della
pioggia rende il suo odore molto più irresistibile. Senza che me ne
accorgessi ero già in piedi.
“Allora
andiamo! La sento, sta arrivando e voglio conoscerla. Grazie Marcus”.
Uscii
dalla porta lasciando alle spalle il vecchio Caius, per sempre.
“Dai,
muoviti Emily !” è più forte di me, adoro i giorni di pioggia,
sono iperattiva, il che è perfetto per organizzare il matrimonio.
“Aspetta
Allyson, non riesco a starti dietro”.
Finalmente
mi sentivo bene, questo tempo mi mette di buon umore, anche se non
avevo deciso ancora se continuare la mia storia con Samuel.
Oggi
neanche il programma era troppo pesante, all'inizio saremmo andate a
prenotare il ristorante, dopo parrucchiere e infine un intero
pomeriggio di shopping.
Iniziava
a piacermi Volterra era così semplice, così medievale che dopo
pochi giorni affascina chiunque. Soprattutto la piazza, è un posto
fantastico per me, non riesco nemmeno a descrivere le emozioni che
provo. E' come se sentissi ogni goccia del mio sangue scorrermi nelle
vene, ogni battito prendere sempre più forza, ogni respiro mi riempe
i polmoni di un dolce profumo. E fu lì, in mezzo a tutta quella
gente, che vidi per la prima volta il suo sguardo.
Era
un ragazzo bellissimo, non potevo fare a meno di guardarlo i suoi
occhi rossi avevano catturato i miei azzurri per sempre.
“Ecco
i nostri innamorati” io e Marcus eravamo sul bancone che dava sulla
piazza per controllare Caius “sono così carini”. Marcus si
affacciò il più possibile per vederli.
Dopo
qualche secondo aveva la faccia sorpresa, “Ebbene?” gli domandai
impaziente.
“Il
loro legame è forte quasi quanto quello di Edward e Bella”.
Non
riuscii a trattenere una risata “Possiamo sperare in un secondo
lieto fine allora”.
Ma
Marcus fece finta di non sentirmi e continuò a guardare giù.
“Adesso
una ragazza ha trascinato via la cantante, lui la guarda andare via,
ora dovrebbe tornare qua... invece la segue, fermati idiota!”
“Dai
Marcus, non fare il pignolo” mi voltai per rientrare “abbiamo
scoperto che ha un legame più forte con lei che con... Oddio!” non
mi aspettavo di trovarmi davanti proprio lei, era l'ultima persona
che avrei voluto vedere oggi.
“Aro?
Stai bene?” anche Marcus si girò “cosa... Oh, Athenodora”.
Era
paralizzata davanti a noi, provava a sorridere ma si vedeva benissimo
che avrebbe pianto se avesse potuto, il viso era stravolto, sembrava
un malato terminale.
“Allora
non centravano niente i licantropi...” io e Marcus avevamo
difficoltà a sentirla, la sua voce era rotta, quasi non riusciva a
parlare.
“Ehm,
Athenodora è una lunga storia.”
Le
gambe non la ressero più e si inginocchiò avvinghiandosi alla mia
manica, la testa bassa come se mi stesse pregando.
“Ti
prego Aro, cosa sta succedendo a Caius?”
Guardai
Marcus e lui mi fece cenno con la testa che era meglio dirglielo,
così mi inginocchiai anche io per vederla in faccia.
“Caius
ha trovato la sua cantante”.
Athenodora
non si muoveva più, continuava a guardare per terra straziata dal
dolore.
Subito
dopo Alec entrò di fretta anche lui nella stanza.
“Aro,
mi dispiace interrompervi” guardava in giro cercando di capire cosa
stava accadendo incuriosito, poi si rivolse di nuovo a me “ma è
appena arrivato un vampiro da fuori che chiede di vedere gli
anziani”.
“Chi
è?”
“Non
so, non l'ho mai visto prima.”
“Digli
di tornare un altra volta...”
“Ci
ho già provato, ma insiste e non se ne andrà finché non vi avrà
parlato”
Dovetti
riflettere un attimo, non posso lasciare Athenodora da sola e poi
manca Caius.
“Va
bene, ora arriviamo. Athenodora ti dispiace sostituire Caius? Ho
paura che non tornerà molto presto.”
Era
immobile, non riusciva più a parlare perciò fece un cenno rigido
con la testa.
“Grazie,
ora andiamo”.
Attraversammo
il lungo corridoio familiare raggiungendo la sala dove il nostro
ospite misterioso ci stava attendendo. Ci sistemammo, Marcus si era
seduto sul suo trono e dalla sua faccia non lasciava trasparire
alcuna emozione; Athenodora si sedette al posto che normalmente
occupava Caius e anche lei era completamente assorta nei suoi
pensieri. Mi sembrava di avere vicino delle statue, incredibile il
potere dell'amore.
“Felix,
fallo entrare” ma ancora prima che potesse raggiungere la porta, il
vampiro l'aprì da solo,mi concentrai per mantenere il mio solito
tono cordiale.
“Benvenuto
a Volterra” mi feci avanti a braccia aperte. Lo strano vampiro
aveva i capelli abbastanza lunghi e neri terribilmente mossi, alto e
con un fisico atletico. Poteva avere al massimo ventidue anni.
“Grazie,
mi dispiace essere arrivato così senza preavviso. Ma il mio signore
voleva vedervi al più presto” aveva un sorriso diabolico e un aria
di superiorità, tanto che non utilizzava il minimo rispetto nel
parlare con noi.
“Ebbene
chi è il tuo maestro?”
“Ah
ah, non ancora mio caro. Non mi è permesso rivelare la sua identità,
a meno che non vi riveliate all'altezza del suo cospetto. Ne dubito.”
fece una risata sprezzante.
“Si
vede che non sai con chi hai a che fare. Felix! Insegna le buone
maniere al nostro ospite. Che non si dimentichi più di chi ha
davanti!”
Felix
si avvicinò minaccioso pronto ad attaccarlo.
“ Ah
ah ah...Pensate davvero che sia venuto da solo oggi?”
Schioccò
le dita e apparirono degli strani vortici perlacei dai quali, in
pochi attimi ,fuoriuscirono una decina di vampiri. Erano tutti
accucciati pronti ad attaccare, mostravano i denti e ringhiavano,
sembravano degli animali. Erano vampiri, ma sembravano diversi da
noi, sembravano molto più fragili, ma comunque da non sottovalutare.
Erano vestiti in modo molto strano, tutti portavano una specie di
casco che gli copriva fino agli occhi ed erano vestiti quasi come se
stessero andando in battaglia.
“Ne
posso richiamare anche altri se vi sembrano pochi”.
“Questo
è il tuo potere?”
“Sì,
io posso viaggiare e far viaggiare chi voglio in qualsiasi luogo
desideri .”
“Affascinante...”
“Grazie,
comunque tornando alla nostra sfida, penso che ormai abbiate capito
che non avete scelta...”
“Sì,
questo era scontato.”
“Bene,
allora possiamo parlare delle due clausole per la sfida: prima di
tutto la sfida si svolgerà nel deserto del Sahara tra un mese, un
mio seguace vi accompagnerà. Lo troverete a Tunisi a mezzanotte." “E la seconda?”
“Non
potete portare con voi più di dieci vampiri, o sguinzaglierò i mie
per Volterra”.
Vedevo
tutto rosso e l'impulso di staccargli la testa era insostenibile.
“Cosa
succede? I famosi Volturi non sono all'altezza di tale compito? Se
non accettate il vostro trono verrà preso dal mio signore,
ricordate?!”
“Tsk,
come se quelli strani esseri potessero spaventarci...”
“Suvvia,
non esser così crudele, anche loro meritano un po' del vostro
terrore!”
Detto
questo scoprì il capo de vampiro alla sua destra.
“Non
è possibile...” disse Marcus alzandosi dal suo trono “Didyme...”
Era
mia sorella, ma non poteva essere lei, non... lei era morta!
“Sorella...
non...non può essere. Didyme? Sei davvero tu?”
“La
sola e unica.” disse Constantine e Didyme liberò il suo potere
speciale: quello di rendere felice chiunque si trovasse attorno a
lei. Finalmente dopo secoli rividi Marcus sorridere, era un sorriso
sincero.
Lui
tentò di avvicinarsi a lei, anche se il suo sguardo diceva in tutti
i modi di non farlo. Quando superò il limite gli occhi di lei si
illuminarono di una luce sinistra, Marcus si fermò e Constantine
sussurrò all'orecchio di Didyme: “Non ora!” e lei tornò
all'istante come prima.
“Cosa
le avete fatto?” disse Marcus nel tentativo di soffocare un
ringhio.
Constantine
si mise alle spalle di Didyme e iniziò ad accarezzarle lentamente,
avvicinò il viso al suo e le diede un bacio lungo e leggero sulla
guancia. Non era innamorato di lei lo faceva solo per farci
arrabbiare, purtroppo ci stava riuscendo. Non sopportavo che quel
miserabile la toccasse e Marcus pensava la stessa cosa.
Ormai
era troppo tardi per fermare Marcus che saltò verso di loro nel
tentativo di staccargli la testa. Ma Constantine lo
precedette,schioccò le dita e scomparve assieme agli altri.
Non
riuscì più a trattenere la rabbia e lasciai uscire un ruggito
talmente forte da far tremare la stanza. Le gambe mi cedettero e
iniziai a dare pugni al marmo sul pavimento creando migliaia di
crepe. Il respiro era affannoso perché cercavo di trattenere un
altro ringhio. Gli occhi sbarrati e i denti scoperti che desideravano
affondare nella carne di Constantine.
“Quel
pivello bastardo, come osa metterci con le spalle al muro e
sfidarci?”
“Aro...”
disse Marcus come se anche lui cercasse di non ruggire, era ancora a
terra nello stesso luogo dove pochi attimi prima c'era la ragazza che
aveva amato e che pensava d'aver perso per sempre.
“Dov'è
finito l'altro idiota?” e mi alzai per andare alla ricerca di
Caius, anche lui doveva sapere cosa era successo.
Non
riesco più a stare senza di lei, anche solo vederla a distanza mi
basta. La gola mi brucia in maniera quasi insopportabile, ma non ci
faccio caso, è come se dovessi proteggerla non potrei mai farle del
male; ma a ogni suo battito è come se il suo sangue mi chiamasse.
Ogni
volta che mi perdo nel suo sguardo non riesco a pensare a niente, in
quell'istante esistiamo solo io e lei.
Ancora
una volta nella piazza i nostri sguardi sì incrociarono, il suo viso
pallido era incorniciato da capelli biondo scuro e i suoi occhi
azzurri risaltavano con i suoi colori chiari non sentivo niente
oltre al battito del suo cuore, infatti non mi accorsi dell'arrivo di
Aro.
Arrivò
alle mie spalle di soppiatto e prima che me ne potessi accorgere, mi
aveva trascinato dentro.
Quando
eravamo nell'ascensore mi ero un po' ripreso e pian piano ricominciai
a ragionare. Guardai Aro in faccia e non era difficile capire che era
arrabbiato, i suoi occhi erano sbarrati e respirava affannosamente.
“Oddio,
che diamine ho fatto? Era venuto fuori il sole?”
Dopo
un lungo respiro mi rispose: “No fratello, tu ti sei comportato in
modo impeccabile mentre eri via. Ma sono successe tante cose e c'è
una persona che desidera parlare con te”.
Nel
frattempo arrivammo alla sala dei troni e quando Aro aprì la porta
vidi Athenodora seduta sul mio trono stava parlando con Marcus che
stava in piedi davanti a lei.
Non
saprei chi stava peggio dei due e soprattutto non sapevo cosa avrei
detto a lei.
“Amici,
è meglio che li lasciamo discutere da soli, perciò vi prego di
uscire tutti. Marcus, tu vieni con me”. Non avevo tempo per pensare
a cosa fosse accaduto in mia assenza, dovevo assolutamente chiarire
tutto con lei. Ma come?
Pochi
attimi dopo eravamo solo io e Athenodora.
La
sua voce era un sussurro, per me era davvero difficile vederla così.
“Ho
parlato con Aro prima, e mi ha detto che hai trovato la tua
cantante”
stavo per rispondergli, ma mi fermò “aspetta, lascia
parlare me.
Tanto lo so che comunque non sapresti che dire, non sei mai stato
capace di parlare dei tuoi sentimenti”. Dannazione, mi conosce
troppo bene.
“Allora,
sono venuta a sapere della tua cantante, so che sei andato in giro
per Volterra a vederla. So che Marcus ha visto il vostro legame, so
che quello con la cantante è nettamente superiore al nostro. E so
anche che non hai ancora preso una decisione su chi scegliere tra me
e lei”.
“Athenodora,
io... mi dispiace...”
Mi
accarezzò dolcemente il viso e appoggiò la sua fronte sulla mia.
“Non
ti preoccupare, lo so che non è colpa tua. L'amore è una cosa che
non possiamo controllare. Ma non rinuncerò a te tanto facilmente”.
E
le sue labbra si gettarono sulle mie, era un bacio triste, riuscivo a
sentire tutto il suo dolore.
Mi
lasciò lentamente prima di sparire dalla stanza.
“Mi
sento uno schifo...”
“Caius,
fratello mio, prima o poi avresti dovuto dirglielo comunque. Forse è
stato meglio per lei saperlo adesso”.
Dopo
il triste colloquio con Athenodora ci eravamo spostati di nuovo in
biblioteca, andavamo spesso lì. E' una delle stanze più grandi e
tranquille della nostra casa. Tuttavia oggi non c'era Marcus, che
avessero litigato?
“Comunque
Caius, adesso è bene che tu sappia ciò che è accaduto in tua
assenza”.
E
così iniziò a raccontarmi dell'incontro con Constantine, della
sfida, di questa figura nascosta quale il maestro di Constantine e di
Didyme.
“Sarei
dovuto rimanere”
“Non potevi saperlo” Aro riusciva a
mantenere un tono cordiale, ma in fondo si sentiva che era infuriato
con Constantine “comunque abbiamo deciso che la cosa migliore è
accettare la sfida. Perciò Caius devo chiederti di andare a prendere
la tua cantante oggi.”
“Cosa?
Perché?”
“Non
voglio che ti distragga, perciò vai a prenderla sta sera. Fanne
quello che vuoi uccidila, o meglio trasformala. Ma almeno per un mese
ti voglio sempre qui con me. Marcus sta peggio del solito e non
sappiamo ancora come l'ha presa per quanto riguarda Didyme, comunque
molto probabilmente ci troviamo di fronte a un clan molto ampio e
dubito che questa volta potremmo cavarcela con una chiacchierata come
con i Cullen”
“Va
bene, però se deciderò di trasformarla, voglio il permesso di
andare a vederla!”
“Solo
quando lo dirò io.”