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Autore: StillAnotherBrokenDream    14/06/2010    3 recensioni
(spoiler 4° e 5° stagione). Lentamente, Castiel e Gabriel stanno rimettendo in ordine il quartier generale, ma Dio affida una particolare missione al nostro amato Cas, di cosa si tratta? Semplice, dare una piccola lezione a vecchie conoscenze...
Genere: Commedia, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Anna, Castiel, Gabriel
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quarta stagione, Quinta stagione
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- Questa storia fa parte della serie 'Castiel's soul'
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The rescue: Michael

 

 

 

 

“Cas, fa caldo qui sotto, non trovi?” commentò Gabriel.

Castiel lo guardò inclinando la testa. “Ma no, è una tua impressione. Non vedi che altipiani innevati?” rispose sarcastico.

Gabriel ridacchiò divertito. “Caspita fratello, questa me la devo segnare. Sei proprio un comico nato!”

L’altro non rispose, limitandosi a mugugnare qualcosa di indecifrabile.

Stavano scendendo all’inferno, e più si avventuravano nelle buie profondità di quel luogo maledetto, più le urla dei dannati si facevano vicine. Castiel era stato lì da poco tempo, aveva ancora nelle orecchie quei suoni lugubri e terrificanti, e non era per niente contento di essere di nuovo là sotto.

Anche Gabriel era infastidito dalla situazione, quei viaggi erano terribili. Sia per il caldo e l’odore nauseante, sia per le urla strazianti degli inquilini infernali. Sperava di trovare Michael al più presto e scappare da lì alla velocità della luce.

“Stai bene?” domandò Gabe all’altro, vedendo l’espressione del suo volto.

“Sì, credo” rispose incerto “è solo che… preferisco camminare sul mondo che per i sentieri degli inferi.”

“A chi lo dici” disse l’altro “è davvero terribile. Non oso immaginare quanto sarà incazzato Mike.”

Il disagio di Castiel era molto profondo, più di quello di Gabriel, forse. Probabilmente dipendeva dal fatto che si era fin troppo abituato ad essere umano, e quindi quella situazione pur avendola già vissuto e in tempi recentissimi, gli metteva una certa ansia.

Ma doveva essere forte, quelli erano gli ordini di suo Padre, non di superiori o quant’altro. Erano ordini di Dio. E lui doveva obbedire, voleva obbedire.

“Ma è un labirinto!” esclamò Gabriel spazientito “quando finiranno questi cunicoli?”

“Dovremmo essere vicini. Nostro Padre mi ha detto che l’avremmo trovato ad un livello superiore rispetto a quello in cui si trova Lucifero.”

Camminarono per almeno un’altra ora, che rapportata allo scorrere del tempo all’inferno, corrispondeva a circa quattro giorni.

Era stanchi e stressati e anche se non lo dicevano apertamente, erano un tantino preoccupati dal faccia a faccia con il loro Generale.

Castiel sapeva che non avrebbe potuto far loro assolutamente nulla, ma non voleva nemmeno essere irrispettoso verso Michael. Con Gabriel c’era un rapporto diverso, più amichevole e fraterno, si potevano dire di tutto senza offendersi l’un l’altro. Con il potente Arcangelo, era un po’ diverso.

Ehi, ma che stava pensando? Lui aveva buttato una molotov addosso a Michael chiamandolo simpaticamente buco di culo e ora si preoccupava della propria irriverenza? Doveva stare attento, non voleva assolutamente tornare il somaro di prima, quello che obbediva ciecamente temendo le reazioni dei superiori.

“Gabriel, ti ho raccontato cos’ho fatto a Michael prima che cadesse insieme a Lucy?”

L’altro lo guardò e scosse il capo. “Che hai fatto?”

Castiel suo malgrado, accennò un sorriso. “Mentre lui era tutto preso nel discorso con Lucifero e Dean, ho attirato la sua attenzione chiamandolo… buco di culo e gli ho lanciato addosso una bottiglia incendiaria con olio sacro…” gli raccontò fingendo indifferenza.

Gabriel si fermò e dopo alcuni secondi di autentica meraviglia, scoppiò in una risata isterica che riecheggiò all’infinito sulle pareti di quelle gallerie solforose.

“Smettila Gabe.”

“Non ci riesco” ammise l’altro, sull’orlo delle lacrime “ma chi sei tu davvero? Queste sono cose che… avrei fatto io! Non tu piccolo Castiel! Hai molotovato Mike! Non potevi riprendere la scena col cellulare? Avrei tanto voluto vederla!” si rammaricò Gabe tentando di ricomporsi.

“Smettila, non è una cosa di cui vado fiero!” affermò Cas, tuttavia il suo sorriso diceva che non si biasimava più di tanto.

“Scherzi? È stata una cosa da… eroi! Voglio dire, non mi fa morire il gesto contro Michael, ma il gesto in sé! Ed eri… umano! Ti si erano spennate le ali eppure hai avuto il fegato per farlo! Hai davvero le palle quadrate!”

Castiel fece spallucce. “No, sono normali…” replicò con noncuranza.

Gabriel rise di nuovo, facendo tremare le pareti intorno a loro.

“Tu sei tutto matto Cas, più di me! Ti manca solo di perdere la verginità e sei mitico!”

Castiel lo guardò sconcertato. “Ti sembra il momento di fare questi discorsi?” obiettò.

“Hai ragione” convenne Gabriel “ne riparliamo in superficie!”

Il novello Arcangelo sbuffò proseguendo il suo cammino per i sentieri infernali, mentre il vecchio Arcangelo ringraziava Dio per avergli dato una seconda possibilità e per permettergli di divertirsi così tanto come gli stava accadendo dalla sua resurrezione in poi.

“Ehi Cas” lo chiamò dopo un po’ “mi spieghi una cosa?”

“Purché non si tratti di nuovo di una supercazzola.” rispose lui grave. Quegli stupidi e insensati giochi di parole lo mandavano in bestia.

Gabriel ridacchiò. “No no, stavolta sono serio. Come mai tu puoi leggere nel pensiero e io no?”

Castiel si strinse nelle spalle. “Non lo so proprio Gabe, forse per tenervi meglio sotto controllo.” azzardò lanciando un’occhiata al fratello.

L’altro inarcò un sopracciglio. “Anche me?” domandò.

“Beh non è che Iddio poteva mettere dei filtri. Mi ha dato questa capacità per leggere nella mente di tutti. Anche nella tua. Perché, senti invasa la tua privacy?”

“No assolutamente” affermò con convinzione Gabriel “solo che non vorrei scandalizzarti. Non faccio sempre pensieri angelici.”

“Neanche io.” ammise annuendo.

Gabriel stava per dirgli qualcosa, quando sentirono una specie di richiamo che suonò familiare ad entrambi.

“Hai sentito?” domandò Castiel all’altro.

“Sì” annuì Gabe “è Michael.”

Smisero di camminare e iniziarono a volare, poiché stranamente quei cunicoli, quelle insenature infernali, cominciavano ad allargarsi. Le pareti sparirono e davanti a loro si aprirono valli e dirupi. Era davvero orribile e volevano solo andarsene il più presto possibile da lì.

La voce di Michael divenne sempre più chiara e vicina, e finalmente intravidero una specie di gabbia scavata nella roccia rossastra e incandescente.

Dentro c’era Michael, ancora nel corpo del povero Adam, intrappolato dietro sbarre di ghiaccio indistruttibile.

“Finalmente! Cominciavo a credere che non sarebbe…” ma appena riconobbe i due angeli che stavano planando a terra, smise di parlare.

Non credeva ai propri occhi, non poteva essere vero. Due traditori?

“Come osate anche solo mostrarvi ai miei occhi?” tuonò furente mentre i due ripiegavano le ali dietro la schiena.

“Iniziamo male, fratello” esordì Gabriel avvicinandosi “è così che si accolgono i tuoi salvatori?”

Michael lo guardò sprezzante. “Tu.. come osi…”

“Sì, come oso mostrarmi ai tuoi occhi, ho capito” tagliò corto “sta di fatto che siamo scesi in questo schifo per tirarti fuori.”

Lo sguardo del Generale era terribile, e non cambiò quando si spostò su Castiel.

“Tu, piccolo traditore insolente, mi hai lanciato addosso dell’olio sacro incendiato! Come hai osato?”

“Spiacente, ma non avevo scelta. Ora allontanati, fratello, dobbiamo liberarti. Potremmo ferirti.” lo avvisò Castiel senza lasciarsi intimorire.

In effetti era sorpreso dal proprio sangue freddo, non era facilissimo mantenerlo davanti a Michael.

L’Arcangelo imprigionato lo guardò truce e finalmente notò la novità. “Un Arcangelo? Tu?” disse incredulo.

“Così pare” rispose l’interessato senza scomporsi “ti spiace spostarti? Per favore” ripeté.

Alla fine Michael si allontanò e i due Arcangeli riuscirono a sgretolare tre delle durissime sbarre di ghiaccio infernale.

Michael uscì dalla sua prigione infernale fissando entrambi con astio. “Mi sorprende che proprio voi due, siate scesi a liberarmi. Non sapevate che dopo, vi avrei puniti?” chiese severo.

Gli altri due si guardarono e sospirarono. “Ci ha mandati nostro Padre” gli disse Castiel “e no, non ci punirai affatto.”

“Dio?” esclamò sorpreso il loro fratello maggiore “non è possibile.”

“Oh sì invece, lo è eccome” rispose Castiel. “ma avremo modo di parlarne, al nostro quartier generale. Andiamo.” e fece per prendere Michael per un braccio.

Ma questi si scansò inorridito. “Credi che non sappia uscire da solo, da questo posto? Il problema erano la gabbia, ora posso cavarmela da solo.”

“Okay Mike” intervenne Gabriel “spiega le tue possenti ali e vai.”

Michael sorrise e provò.

Ma non successe nulla. Senza scomporsi, anche per non far soddisfazione agli altri due che a stento riuscivano a stare seri, riprovò. Ma ancora una volta non riuscì a spiccare il volo.

Che stava succedendo?

“I tuoi poteri sono stati disattivati, generale” lo informò Cas “mi dispiace ma dovrai permetterci di portati fuori da qui.”

“Questo è assurdo!” protestò irato.

Gabriel fece un sorriso ironico. “Anche il concetto che tu, invece di fermare l’Apocalisse, la fomentavi, è un tantino assurdo. Ti pare?”

Michael gettò un’occhiata furiosa in direzione dell’Arcangelo che aveva appena parlato, quasi fosse sul punto di attaccarlo.

“Vi dispiace se prima di fare ulteriori recriminazioni, usciamo di qui? Non mi va di fare a botte con qualche demone.” disse Castiel spazientito.

“Sono prontissimo Cas, il problema non sono io!” si difese Gabe indicando Michael.

“Gabriel, dimentichi chi sono per caso?” sibilò l’interessato.

“Basta! Tutti e due!” tuonò Castiel “usciamo di qui, adesso. Dopo potrete parlare quanto vorrete.”

Affiancarono Michael e presero ognuno un braccio. L’Arcangelo ebbe la sensazione di essere stato tratto in arresto.

Spiccarono il volo e poi ripercorsero il tragitto che prima avevano percorso Castiel e Gabriel da soli. Tutti e tre in assoluto silenzio, chiusi nei loro pensieri.

Michael si sentiva oltraggiato e non riusciva a credere a ciò che gli stava accadendo.

Gabriel sogghignava sperando di non essere sentito da Michael, e diceva cose tra sé e sé sapendo che Cas le avrebbe sentite. E lo faceva perché era troppo felice. Amava suo fratello maggiore, ma quella situazione… beh, lo divertiva. E mentalmente, ringraziava Castiel promettendogli di creargli la donna più bella che avesse mai visto, e anche intelligente!

Castiel, dal canto suo, aveva pensieri e sentimenti contrastanti. Anche lui trovava quella situazione… piacevole, ma era conscio del fatto che la sua missione non sarebbe stata una passeggiata. Michael era conscio del suo rango e non avrebbe accettato facilmente certe situazioni. E poi c’erano gli altri da resuscitare, e Raphael da liberare.

E inoltre doveva ammettere che, a furia di insistere, Gabriel lo stava convincendo con quella storia della donna su misura…

Ma che diavolo stava pensando? Non lo aveva fatto prima, quand’era un ribelle, e pensava di farlo ora che era stato reintegrato?

Sospirò proseguendo per quei sentieri infernali, seguito da un sogghignante Gabriel e un corrucciato Michael.

“Michael, devo avvertirti di una cosa.” disse Castiel dopo un po’, rompendo il silenzio.

“E sarebbe?”

Si fermò e si voltò a guardarlo. “Una volta tornati ai piani alti, verrai trattenuto in un… locale apposito.”

L’Arcangelo sgranò gli occhi. “Che cosa?” urlò.

“Ordini superiori” rispose subito Cas “non dipendono da me. Mi dispiace.”

No, non era vero, non gli dispiaceva.

“Questo è assolutamente…”

“Assurdo” concluse per lui Gabe “lo so, spiacente fratello.”

Michael sbuffò scuotendo il capo e non disse più una parola per tutto il tempo.

Alcune ore dopo, giunsero al quartier generale. Tutti quelli che li incontravano se erano nei loro tramiti, sbiancavano. Mentre se erano nella loro vera forma, la loro luce tremava leggermente e tutti si facevano da parte.

“E io dovrei stare qui dentro?” si lamentò quando i due lo portarono in un’angusta stanzetta.

Gabriel ghignò. “Il Grand Hotel a quest’ora è chiuso!”

“Voglio parlare con nostro Padre” disse risoluto Michael “devo parlarGli.”

“Non è possibile.” rispose Castiel scuotendo il capo.

“Chi sei tu per dirmi che non è possibile? Avanti, smettiamola con questa commedia. Lasciatemi passare.”

“Mike, se non l’hai capito, il comando qui ora l’abbiamo noi. Anzi, a dire il vero è Castiel ad avere il comando, e lui e Joshua sono gli unici che possono parlare con nostro Padre, attualmente.” gli spiegò Gabriel

Michael sgranò gli occhi. “Stai scherzando? Lui?” replicò guardando Cas.

“Già, assurdo no?” domandò ironico l’interessato.

I due uscirono dalla stanza e lo lasciarono alle sue elucubrazioni sconvolte, e trovarono fuori uno stuolo di angeli che,senza parole, li guardavano spaventati.

Il Generale era tornato, pensavano tutti, ma non aveva l’aria di chi aveva il comando.

Che cosa sarebbe successo?

 

 

 

 


Vi piace questa storia? Beh, allora forse potrebbero piacervi anche queste altre due mie creature!

 

 

 

«Lo amava, era tutto quello che sapeva. E riaverlo era tutto ciò che desiderava.»

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«Due uomini completamente diversi, non erano nemmeno della stessa specie. Ma entrambi avevano il suo cuore.»

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