CAP
40
UNA SETTIMANA
DOPO.........
nessuno riusciva ancora a crederci.
Ciascuno conservava nel cuore il celato e represso timore che
quanto era successo la notte di una settimana prima, e che stava
succedendo in
quei giorni fosse solo un sogno. Un brutto scherzo dell'immaginazione,
il
frutto di un crudele incantesimo confundus.
Voldemort, colui che per decenni era stato chiamato “tu sai
chi” per la paura persino di pronunciare il suo nome, colui
che aveva portato
così tanto dolore, e inquietudine, e solitudine a tutto il
mondo magico e
non......... era caduto.
E questa volta per sempre.
Per giorni non si era potuto scorgere un solo volto triste,
tutti erano in festa, in ogni casa, ad ogni angolo. Celando quel
immotivato
timore nel profondo, ciascuno aveva dato libero sfogo all'euforia, alla
finalmente ritrovata libertà.
Ma poi lentamente, assieme alla certezza che quel momento che
stavano vivendo fosse vero, e alla lenta scomparsa di quel timore,
c'era stata
anche il raggiungimento della consapevolezza che quella vittoria,
quella
meritata, insperata, agognata vittoria era costata la vita di
molti........ e
che il vuoto che essi avevano lasciato non sarebbe stato colmato, ne
dimenticato...... ma che al massimo si poteva sperare di accettarlo.
Nonostante il clima ancora euforico e la reale e urgente
necessità di ricostruzione di tutto ciò che la
guerra e quell'ultimo anno di
terrore avevano spazzato via, il nuovo ministro della magia, Kingsley,
aveva
insistito molto perché si organizzasse al più
presto una commemorazione
pubblica per tutti coloro che avevano perso la vita a causa di
Voldemort.
Avessero essi combattuto l'ultima finale guerra davanti ai cancelli di
casa
Riddle, o fossero periti prima di allora in agguati, rapimenti,
incidenti..........
la decisione del ministro, se da un lato aveva fatto storcere
parecchi nasi nelle alte sfere del ministero, che ritenevano
estremamente più
prioritario rendere nuovamente operativi i vari uffici governativi per
poter
davvero cominciare a parlare di ricostruzione, dall'altro aveva
riscosso
approvazione e consensi tra i vari altri strati della popolazione
magica.
Così il giorno della commemorazione fu fissato con
più fretta
di quanto ci si sarebbe aspettati.
Diversi dipendenti ministeriali si adoperarono 24 ore al giorno
per approntare uno spazio a prova di babbano sufficientemente ampio da
contenere la sicura moltitudine di persone che sarebbe accorsa per
partecipare
all'evento dai 4 angoli del mondo.
Alla fine si decise addirittura per fissare la data all'8 di
agosto, appena una settimana dopo la battaglia che aveva
definitivamente
decretato la fine di Lord Voldemort per mano di Harry Potter, ora
più che mai
un vero e proprio idolo, un simbolo, una leggenda.
Nonostante la quantità di gente che aveva direttamente
assistito all'ultimo mortale scontro tra i due, già si
moltiplicavano le versioni,
le dicerie, le leggende su come si fosse svolto lo scontro, sugli
scambi, su
ciò che si erano detti, su quale fosse stato alla fine
l'incantesimo che avesse
posto fine alla vita del mago più crudele, ma forse anche
più potente, che
avesse mai camminato in questo mondo.
Si diceva che Potter avesse cercato di convincerlo a redimersi
prima della fine; o che il colpo mortale fosse stato inflitto con un
arma
babbana; si rumoreggiava che Potter avesse riportato una sfigurante e
incurabile ferita dallo scontro; si sussurrava che davanti a
ciò che restava
della casa dei Riddle, che come un oscuro monito a non dimenticare era
stata
lasciata in piedi, si potesse ancora percepire la potenza degli incanti
che i
due si erano scambiati durante la lotta, che quei metri erano rimasti
addirittura privi di gravità dopo lo scontro; alcuni
dicevano persino che
Potter avesse sconfitto Voldemort con un banale incantesimo di disarmo
tanta
era ormai la sua forza........... ma in pochi credettero a questa
versione.
La verità su quei minuti senza fine che avevano visto la
morte
di Voldemort, quelli che la conoscevano davvero l'avevano taciuta, si
erano
categoricamente rifiutati di rilasciare interviste.
“è finita. Pensate a
questo, pensate a domani......” avevano detto soltanto.
La mattina dell’8 agosto si presentò limpida e
assolata.
Quando Faith raggiunse la pianura prescelta per la
commemorazione, la stessa che anni prima aveva ospitato la coppa del
mondo di
Quidditch, erano solo le 9, eppure le temperature sfioravano
già i 30°, l’erba
scricchiolava secca sotto i tacchi dei suoi stivali e l’aria
era ferma,
immobile nella calura estiva.
La ragazza sollevò il viso, portandosi un braccio a
schermare
gli occhi dalla forte luce e respirò a fondo
l’aria pulita della campagna
inglese. Sorrise. Da quando era uscita viva dalla guerra non aveva
fatto che
sorridere beandosi di qualsiasi cosa, ogni singolo particolare di ogni
giorno,
del mondo, le sembrava meraviglioso, meritevole di tutta la sua
attenzione e
apprezzamento.
Era quello che pensava in quel momento di quel cielo azzurro
intenso che le riempiva gli occhi oltre l’ombra della sua
mano.
Si guardò intorno. c’erano un sacco di persone e
creature
accampate a bivacco nel prato, ma nessuno che le sembrava di conoscere.
Era la
prima… persino i suoi si erano attardati con preparativi ed
abiti importanti
(soprattutto la sistemazione del cravattino di suo cugino piccolo stava
rubando
molto più tempo del necessario). Così si era
scocciata e si era materializzata
via con un “ci vediamo lì!” urlato
praticamente al vuoto per quanto erano tutti
occupati.
Era ancora immersa in queste elucubrazioni quando fu
praticamente investita da un treno in corsa. Si lasciò
scappare un gridolino di
sorpresa prima di girare velocemente il viso nell’abbraccio
del suo assalitore
e trovarsi davanti il sorriso di Dred.
“buongiorno cooketta!” le disse felice. Faith
sospirò con
rassegnazione “Dred mi hai fatto quasi prendere un
colpo….. e che razza di nome
è cooketta?” era da quando si erano messi insieme
che si inventava per lei
nomignoli sempre più fantasiosi.
“vuol dire biscottina.. non ti piace?”
“insomma….” Rispose lei
ridacchiando… Dred sciolse l’abbraccio facendole
il suo sorriso sornione che,
anche se lei non lo avrebbe mai ammesso, le faceva tremare le gambe.
“adoro
infastidirti…” ammise.
“me ne sono accorta la prima volta che abbiamo
parlato..”
ribatté Faith roteando gli occhi.
In quel momento lo sguardo del ragazzo si incupì leggermente
“il braccio come va…” le chiese serio.
Faith lanciò un occhiata fugace al suo avambraccio destro,
fasciato stretto e sorretto da un fazzoletto che le passava dietro il
collo.
“così…” rispose.
“da umana per poco tempo ma riesco ad
usarlo..” proseguì “ma… non
potrò più.. volare credo”
la sua trasformazione in animagus… ormai non avrebbe avuto
più
senso. Abbassò gli occhi a terra… non sapeva
neanche chi era stato a farle
questo. Sapeva solo che Tonks l’aveva raccolta e portata in
salvo. La sua
guerra era finita lì.
Sua madre le aveva detto più volte che era meglio non
sapere…
almeno non avrebbe odiato qualcuno per sempre… ma
ciò la consolava poco. Non
avrebbe mai più volato… non si sarebbe mai
più librata in quel cielo così
azzurro.
Sentì la mano di Dred toccarle il mento per farle alzare il
viso, lo guardò e sorrise dolcemente adagiando il viso sulla
sua mano mentre le
faceva una carezza spostandole i riccioli dagli occhi.
“ciò che conta è che sei
qui..” le disse lui.. “lo so..”
sospirò lei mentre le si avvicinava per sfiorarle le labbra
con le sue in un
piccolo bacio.
“ma guarda la felice coppia di esibizionisti!!!”
ridacchiò
Giuly materializzatasi per caso a meno di un metro da loro.
Dred balzò indietro arrossendo fino alla radice dei capelli,
Faith invece le sorrise perfettamente a suo agio
“ciao Giuly quando sei arrivata?”
“un secondo fa!” poi arrossì anche lei
“un metro di sbaglio e
vi finivo proprio in mezzo…” aggiunse ridacchiando
nervosamente.
Faith sghignazzò sonoramente della serie di parolacce che
era
uscita dalla boccuccia di rosa del suo ragazzo dopo
quell’uscita della rossa.
“a proposito Giuly….” disse poi
ricomponendosi “il tuo bel
maritino?” “sai che me lo stavo chiedendo anche io?
È incredibile! Ci siamo
smaterializzati insieme e lui è finito chissà
dove.. certo che è davvero un
impedito in queste cose!” borbottò aggirando lo
sguardo sulla gente piantandosi
i pugni sui fianchi.
“dì la verità, parlavi male di
me…” come evocato Blaise
sopraggiunse alle loro spalle.
“ovvio che si” ribatté la moglie
“dove eri finito stavolta?” lo
apostrofò. Il ragazzo corrucciò le sopracciglia
“potresti smetterla? Ti ho
mancata solo di 10 metri…”
Faith li guardò sorridendo. Prima di Dred forse
l’unica persona
con cui poteva dire di aver quasi avuto una storia era stato proprio
Blaise.
Una storia di sesso… ma pur sempre una storia. Si erano
divertiti insieme, ma
aveva sempre saputo che non erano fatti l’uno per
l’altra. Senza contare come
l’alone d’ombra che gli aveva sempre visto sul viso
sembrava essere scomparso
da quando aveva conosciuto la sua amica Giuly.
Dred nel frattempo si era fatto avanti per interrompere il
battibecco tra i due….. “hei! Vedo che alla fine
avete pareggiato gli elastici
con delle fedi decenti!” buttò lì
tentando di sdrammatizzare.
Immediatamente il viso della ragazza si distese in un sorriso e
si voltò verso di lui mostrando immediatamente la mano
sinistra “visto che
carina???” esclamò con voce appositamente
stridula…. agitando le dita per
meglio evidenziare la piccola fedina d’oro che copriva
l’elastico di gomma nera,
l’unica fede ad essere stata benedetta.
“vedo vedo…” borbottò Dred
cercando di non ridere… Blaise
dietro la ragazza mimava il gesto di darle un pugno.
“a proposito Giuly…” si intromise Faith
avvicinandosi al suo
viso con aria sadica “Dimmi avete finalmente consumato la
prima notte di noz..”
Dred le tappò la bocca con entrambe le mani
“perdonala! A volte ha ancora
queste uscite da stronza!”
le disse
sorridendo mentre Faith cercava di divincolarsi masticando improperi.
Giuly era arrossita come il fuoco e guardava Faith con tutta
l’aria di volerle tirare un calcio sugli stinchi.
Blaise incrociò le braccia con aria aristocratica
disapprovandoli con lo sguardo… “insomma volete
portare un po’ di rispetto..?
vi ricordo che questa è una commemorazione dei defunti non
una festa..” ma i
tre lo ignorarono meravigliosamente.
Poco distante, a diversi metri da terra, Aida urlava per la
centesima volta da quando erano partiti stringendosi alla vita di Logan.
Come aveva fatto a farsi convincere a andare alla
commemorazione con la scopa! Come!? Aveva sempre detestato volare!
Quando le sembrò che avessero ricominciato ad andare dritto
aprì lentissimamente gli occhi e si arrischiò a
staccare la faccia dalla schiena
del ragazzo.
“maledizione Logan..” gli ringhiò
assestandogli un pizzico sul
fianco. “ahia!! Ma che ti ho fatto!?”
protestò lui
“vuoi piantarla di fare queste virate da panico??? Non siamo
a
una partita! Focalizza!!” gridò Aida irritata
scuotendo la testa per tentare di
togliersi le ciocche cortissime da davanti agli occhi.
“cosa dovevo fare?? Farmi investire da quel
piccione?” ribatté
il ragazzo scocciato.. ma la bionda non si fece convincere
“com’è che da stamattina abbiamo
incrociato tutti i piccioni della
contea?” Logan sbuffò sonoramente
“ma come mi è venuto in mente di farti salire
sulla MIA
scopa??”
“me lo sto chiedendo anche io..”
borbottò Aida stringendosi
ancora più saldamente ai suoi fianchi.
“dai… ormai siamo arrivati..” disse il
ragazzo occhieggiando la
fiumana di gente che, come tante formichine, si affaccendava sotto di
loro. Poi
gli venne un’idea, buttò un’occhiata
oltre la sua spalla alla ragazza e un
ghigno malefico gli si disegnò sulle labbra.
“si scende!” urlò un istante prima di
buttare di colpo verso il
basso l’estremità del manico della scopa e
lanciarsi in una picchiata
micidiale.
Il loro atterraggio nella pianura venne annunciato dal grido di
Aida che, con la sensazione che lo stomaco volesse scapparle via dalla
bocca,
diede ampio sfogo ai suoi polmoni.
Logan si stava sbellicando dalle risate steso a terra. Accanto
alla bionda che invece era carponi a tentare di riprendere fiato.
Lo guardò truce. Voleva urlargli qualche parolaccia fa al
momento non ne era assolutamente in grado dallo shock.
“Logan…. Harvey… questa me
la…. Pagherai cara…” riuscì
solo a
balbettare mentre lui ridacchiando l’aiutava a rimettersi in
piedi.
Intorno a loro le persone che li avevano spiati e commentati
per la esuberante entrata in scena cominciavano a dissiparsi,
riprendendo ad
occuparsi dei loro affari; alcuni borbottavano sui soliti giovani
d’oggi.
Solo uno non riusciva a staccare gli occhi da loro.
A una decina di metri di distanza.
Alto e robusto, coi capelli castani dritti, ispidi e pungenti,
gli stessi che aveva da ragazzino, quell’espressione sempre
un po’ contrita.
Oliver Baston non riusciva a staccare lo sguardo da quei due.
Erano anni che non la vedeva… Aida…
Da quando si erano lasciati più o meno.
E ora vederla li davanti ai suoi occhi; vederla ridere, dopo
che l’ultima espressione che le aveva visto in viso era di
dolore; vederla
viva, dopo la guerra e tutto ciò che essa aveva
portato….. gli provocava uno
strano misto di sensazioni.
Osservò attentamente i suoi capelli, ora corti, che appena
le
incorniciavano il viso, i suoi occhi azzurri che non era mai riuscito a
dimenticare, combattuto….. indeciso se desiderare che si
voltasse e lo vedesse,
oppure se preferire il contrario.
Fu proprio in quel momento che la ragazza si girò verso di
lui…. E lo vide. E Baston non riuscì a
distogliere lo sguardo.
Aida si bloccò all’istante. Lo fissò
per qualche attimo come a
volersi sincerare che fosse davvero lui.
“hei e ora che ti prende? Già stanca di insultarmi
tesoro?”
Logan la riportò coi piedi per terra.
Aida quasi sobbalzò “oh! No….
è che…” indugiò con lo
sguardo su
Oliver ancora per un istante. La stava fissando a sua volta.
“ho visto una
persona che conosco… credo che andrò a
salutarla..”
Logan sbirciò oltre la sua spalla e impiegò
all’incirca un
decimo di secondo a capire di chi la ragazza stesse parlando
“oh no puoi scordartelo” le intimò
afferrandole un braccio
mentre lei si stava già incamminando “quel tipo
è decisamente troppo bello
perché tu vada a salutarlo” aggiunse in risposta
alla sua occhiata
interrogativa.
“oh piantala!” protestò Aida
divincolandosi.
“piantala un corno! Credi che non lo abbia riconosciuto??
È
quello stronzetto del tuo ex.. tu a parlarci non ci vai altrimenti se
ti sfiora
mi toccherà spaccargli la faccia!”
ribatté
Logan con tono fin troppo serio per i gusti della ragazza.
“non fare il bambino…” lo
liquidò, e fece per andarsene. Ma lui
la trattenne di nuovo mettendolesi davanti.
Oliver Baston osservò per qualche istante la scena
divertito: i
due sembravano stare ingaggiando una sorta di braccio di ferro con
tutto il
corpo…. A chi molla per primo.
Poi vide Aida scrollarsi di dosso il ragazzo con uno spintone,
intimargli qualcosa puntandogli il dito contro il petto (lo faceva
sempre anche
con lui) e quindi marciare nella sua direzione.
“ciao…” gli disse timidamente non appena
gli fu a un passo. Si
portò frettolosamente i capelli dietro l’orecchio,
e Oliver sentì una stretta
al petto a quel gesto.
“sono.. contento di vedere che stai bene..” le
disse.
“già…. Anche io sono felice di
vederti…. Vivo..” aggiunse
sorridendo. Oliver le sorrise di rimando.
Era bella da togliere il fiato.
Logan poco distante da loro, vedendo la sua faccia, sbuffò
il
più rumorosamente possibile incrociando le braccia al petto.
Li guardò parlare per diversi minuti, e la faccia di lui
farsi
a suo avviso sempre più da ebete. Si stava decisamente
innervosendo.
“sai Aida… c’è una cosa che
volevo sapessi” le disse Oliver a
un certo punto “quello che ho fatto a te..”
e Aida si incupì leggermente al ricordo
“è stato il più grande sbaglio
della mia vita….. e allo stesso tempo.. il mio
più grande rimpianto.” La
ragazza lo guardò stupita.. Oliver la fissò
dritta negli occhi “e… spero
davvero che tu sia riuscita a fare qualcosa per
dimenticarmi… perché io ancora
non so come fare per dimenticare te”. Aida
spalancò gli occhi e tremò
leggermente a queste parole; ma si rese anche immediatamente conto di
come per
lei non fosse assolutamente la stessa cosa.
Lei… non provava più niente se non una vaga
affezione per lui.
Oliver allungò una mano verso il suo viso per farle una
carezza….. ma lei scansò il viso piano,
sottraendosi.
Logan quasi si cimentò in una danza della vittoria a
vederglielo fare e fece un gestaccio plateale di –beccati
questo- all’indirizzo
di Baston.
Aida sorrise ad Oliver “ti prego… no..”
gli disse
tranquillamente “ora nella mia vita c’è
qualcuno a cui tengo davvero.. ed è lui
l’unica persona a cui penso”
Il ragazzo tentò di nascondere alla meglio il rumore del suo
cuore che andava in frantumi
“parli di quel biondo con la faccia da schiaffi li
dietro?” le
chiese buttando un’occhiata scettica alle spalle della
ragazza.
“proprio lui…” ammise Aida trattenendo
uno sbuffo di risata.
Oliver fece una smorfia di disapprovazione e Aida rise..
Poi lo salutò…. E per un attimo ebbe
l’impressione che lui
volesse abbracciarla ma si voltò per andarsene senza dargli
il tempo di
raccogliere il coraggio. Non se la sentiva.
Guardò Logan sorriderle soddisfatto che stesse ritornando, e
di
colpo si sentì più leggera. Aveva finalmente
chiuso un capitolo della sua vita
che per troppo tempo era rimasto in sospeso….. ora poteva
davvero chiudere la
porta sui suoi anni passati ad Hogwarts, sui mesi trascorsi in coma e
sul
periodo vissuto nell’angoscia che la sua migliore amica fosse
morta o peggio.
Ora poteva cominciare il nuovo capitolo della sua vita,
lasciandosi alle spalle insieme ai suoi capelli lunghi andati bruciati,
tanti
brutti ricordi.
“hei ragazzi!!” salutò animatamente la
bionda agitando la mano.
Logan si limitò a un hei generale con aria scocciata e a un
occhiata a Blaise
che voleva dire più o meno “guarda un
po’ chi si rivede…”
“sai ancora non riesco a vederti così..”
disse Giuly ad Aida
riferendosi ai suoi capelli corti con faccia da fine del mondo.
“oh suvvia!! erano solo capelli!!”
sospirò lei ridacchiando..
“si però..” “oh avanti
piantala Giù….” La interruppe Faith
sbuffando “piuttosto….”
Aggiunse con espressione più grave rivolgendosi questa volta
ad Aida “lei….. si
insomma…. Stefany…” era ancora in seria
difficoltà ad affrontare l’argomento.
Quando Aida le aveva confessato di aver incontrato Stefany sul
campo di battaglia, di averla vista insieme a Simous.. e che stava
bene, le era
sembrata la cosa più meravigliosa che avesse mai potuto
sentire….. ma in
seguito era subentrato prima il dubbio e poi la consapevolezza che lei
non
volesse…. o per lo meno, voleva sperare, che non ce la
facesse, a rivederli….
Lei, Giuly, Dred… e anche Alex.. aveva saputo che Verde era
andata a trovarla
quando gli Auror avevano insistito per portarla all’ospedale.
Le aveva raccontato di averla trovata diversa…. Ma in
salute… e
poi le aveva confessato che mai ad anima viva avrebbe voluto raccontare
ciò che
aveva visto nella sua mente.
Ciò le aveva fatto provare un brivido di paura e al contempo
in
un angolo del cuore si sentì sollevata al pensiero che
probabilmente non
avrebbe mai saputo cosa aveva vissuto la sua amica in quei tre anni di
prigionia.
Poi il viso di Verde si era rabbuiato ancora di
più… le aveva
detto:
“ascolta lei non lo ha detto a voce… ma nella
testa ha stampato
a lettere cubitali un gran timore di rivedervi….
L’idea la terrorizza.
Io credo… che finché sarà in ospedale
e non potrà decidere di
sua volontà da chi ricevere visite, per rispetto, non
dovreste andare a
trovarla….”
Verde era sempre stata schietta… tanto da risultare violenta
a
volte. Ma lei più di tutti aveva sempre apprezzato questo
suo lato.
Ed anche se si era sentita quasi morire dal dolore a quella
notizia era contenta di averlo saputo prima di aver fatto qualcosa che
avrebbe
potuto arrecare altro danno a Stefany.
In fondo poteva capirla…. Nessuno più di lei
sarebbe dovuto risultarle
sgradevole. E questo faceva ancora più male.
Eppure in quel momento….. davanti ad Aida che non aveva
colpe e
poteva vederla quando voleva le era parso irrefrenabile il bisogno di
chiedere
di lei… se almeno ci fosse.. se almeno avrebbe potuto
intravedere il suo viso
da lontano…. Per poter constatare coi suoi occhi che era
ancora viva.. e stava
bene… almeno un po’.
Davanti a quella domanda anche tutti gli altri si erano fatti
improvvisamente attenti. Aida aveva abbassato lo sguardo e fatto un
debole
sorriso.
“verranno…. Lei e Simous..” disse a
bassa voce. Faith e Giuly
ebbero un tremito.
“ma credo sarebbe meglio evitare il fatidico incontro..
almeno
per oggi” aggiunse la bionda con aria triste.
Sospirarono. In fondo lo sapevano… ma non si vuole mai
smettere
di illudersi. Faith girò gli occhi incrociando le braccia
“lui, è ancora
arrabbiato vero? Parlo di Simous..” Aida annuì
“non mi ha nascosto di portarvi
ancora rancore” “e lei??” intervenne Dred
forse a voce più alta del necessario
“lei è arrabbiata… ferita
vero?” aggiunse con aria colpevole. “non lo
so…”
confessò la bionda. “non abbiamo ancora mai
trattato argomenti seri… per colpa
mia credo” ammise “non ho il coraggio di ascoltare
la sua risposta”.
Per qualche istante serpeggiò un gelo inquietante tenendo
conto
della calura violenta che faceva.
“oh bhè!!” esclamò forte
Logan dopo qualche istante di silenzio
facendo fare a tutti un salto dalla sorpresa “è
inutile stare qui a
preoccuparsi di questo! Finché si è vivi ci
sarà sempre la possibilità di
rincontrarsi…
dico bene?” disse rivolgendosi alla sua ragazza che aveva
preso a guardarlo
sorridendo. “oggi siamo qui per salutare le persone che non
potremo più
incontrare” aggiunse con aria seria “vediamo di
ricordarcelo..”
per un attimo un silenzio estremamente più leggero
aleggiò tra
loro. Era decisamente una versione inedita il Logan filosofo! Poi Aida
ridacchiò ironica “ma che faccia tosta a farci la
paternale dopo essere
atterrato con la grazia di un elefante creando scompiglio!!”
lo apostrofo ridendo
“IO ho creato scompiglio??? Te hai urlato così
forte che ti hanno sentito fino
in Cina!”
Blaise si trattenne malamente dallo scoppiare a ridere come
tutti gli altri intorno a lui.
Dred aggirò lo sguardo intorno dopo essersi ripreso.
Possibile
che ancora non c’era alcun segnale che la cerimonia stesse
per cominciare??
Erano quasi le 10 ormai!
Poi di colpo gli parve di scorgere un viso familiare. Una folta
chioma di capelli biondi cotonati, che ricadevano a cascata sua due
spalle
piccolissime, gli occhi celesti, acquosi… e l’aria
fintamente assente… era Luna
Lovegood!
Un sorriso spontaneo si fece strada sul viso di Dred che
strattonò Faith per il braccio (tra l’altro quello
ferito).
“hei Faith! Quella… ops
scusami…” disse con un sorrisetto
imbarazzato per rispondere al suo sguardo truce mentre si massaggiava
il
braccio.
“cosa c’è?” gli chiese la
ragazza guardando oltre le sue
spalle.
“lì ho visto una mia amica…
accompagnami a salutarla!” le
rispose prendendola per mano.
Faith lo seguì augurandosi per il suo bene che non fosse
ancora
Allison Biggerstaff, quella che gli moriva dietro l’anno
scorso, altrimenti
braccio o no l’avrebbe strozzata.
Con sua somma sorpresa si trovò davanti Lunatica
Lovegood…
guardò Dred sorpresa.. non aveva idea che la conoscesse
personalmente..
“Luna!” la chiamò il ragazzo facendola
voltare dalla sua parte
insieme a Neville che le stava accanto.
La ragazza sorrise nel vederlo, e anche Dred non poté fare a
meno di sorridere… sempre la solita… aveva
addosso un curioso vestito arancione
a fantasia di girasoli gialli.. un abbigliamento decisamente troppo
festoso per
una funerale pubblico, ma il ragazzo notò che addosso a lei
non stonava
affatto.
“sono contenta di rivederti Dred
Summers…” sospirò con aria
trasognata mentre Neville e Faith si scambiavano un’occhiata
curiosa l’un
l’altro.
“dimmi…. È lei la ragazza che stavi
aspettando con tanta
premura?” aggiunse Luna guardando con espressione interessata
verso Faith.
Dred inorridì dall’imbarazzo arrossendo fino alla
radice dei
capelli sotto lo sguardo piacevolmente sorpreso della sua ragazza.
“credevo che fosse chiaro che era un segreto..” le
sibilò tra i
denti attirando Luna vicino al suo viso per la bretella del vestito.
La bionda ridacchiò, seguita a ruota da Faith felice di aver
appena trovato un argomento su cui prenderlo in giro per tutta la via.
Poi Dred buttò un occhio a Neville.. e gli sorrise.
“bhè allora… Luna immagino che lui
sia..”
“no lui non è il mio ragazzo che stavo
aspettando” lo
interruppe lei tranquillamente.
“lui….. non è tornato..”
aggiunse con una devastante serenità.
Dred sbiancò all’istante mentre il sorriso gli
moriva sul viso,
Faith rischiò di strozzarsi con la sua stessa saliva, e
Neville assunse
un’espressione terribilmente triste.
Tutto ciò faceva sconvolgentemente a pugni con il vago
sorriso
che ancora aleggiava sul viso di Luna, e la calma con cui aveva detto
che quel
ragazzo…… era morto.
“io…. Io..mi..” balbettò Dred
senza riuscire ad articolare un
pensiero più decente “mi dispiace..”
riuscì a dire. Aveva lo stomaco contratto
e improvvisamente gli era venuto freddo… e anche Faith di
colpo gli strinse
forte la mano… come se avesse realizzato in quel momento la
fortuna che
entrambe avevano di potersi ancora vedere… toccare..
“ti prego perdonami.. sono stato di un indelicato da fare
schifo!” proruppe il ragazzino ripresosi dallo shock iniziale.
Luna gli sorrise ancora “non preoccuparti…
è chiaro e
comprensibile che tu sia sconvolto..” commentò con
tono tranquillo e ovvio.
E ancora una volta Neville, come i due ragazzi davanti a loro,
si stava chiedendo come era possibile che lei sorridesse
così, parlasse così
dopo una perdita simile. Come riuscisse ad affrontare con quella sua
stramba
filosofia persino questo.
“anche io mi sento così sai?”
proseguì Luna sempre con lo
stesso tono trasognato “anche se sapevo che lui andava li per
dare tutto se
stesso per il suo ideale… sono davvero molto triste e non mi
è facile
accettarlo..” “ma certo! Ma certo!”
Esclamò Dred stringendole entrambe le mani
nelle sue “capisco! Io…… credo di
capire..” aggiunse con aria grave mentre
Faith gli stringeva forte un braccio.
“sapete lui…” si intromise Neville ad un
tratto come se non
potesse più trattenersi “lui.. è stato
incredibile. Ha combattuto come un
leone, anche quando si è trattato di difendere me”
aggiunse come se fosse
quest’ultima la cosa più sorprendente.
A Luna sfuggì un sorrisetto divertito.. come se il paragone
con
il leone lo trovasse molto calzante. “in fondo va bene anche
così…” sospirò
“ora sono entrambe liberi…”
Dred si chiese a chi si stava riferendo con quel plurale e
Faith rivolse ancora un’occhiata incredula
all’atteggiamento così inconsapevole
e al contempo innegabilmente forte della ragazza, prima di rivolgersi
di nuovo
a Neville.
“come si chiamava? Era della nostra casa?” gli
chiese.
Il ragazzo stava per risponderle quando Luna si intromise
nuovamente interrompendolo.
“io non credo che lui avrebbe voluto essere commiserato da
persone che non lo conoscevano per quello che era davvero”
affermò per la prima
volta con uno sguardo deciso sorprendendo nuovamente Faith e spingendo
Dred a
fare quasi un salto indietro dallo stupore davanti a quella sua nuova
espressione.
“se lo dici tu Luna…” sospirò
Neville. Già. Se lo diceva lei
doveva essere per forza vero. Sicuramente in tutta la scuola non
c’era nessuno
che conosceva quel maledetto meglio di lei..
tutti si voltarono verso il piccolo palco rivestito di velluto
rosso posto da un lato del prato.
Il ministro della magia, Kingsley, aveva appena fatto il suo
ingresso in scena. La gente immediatamente prese ad accalcarsi il
più vicino
possibile al palchetto, ammassandosi una sull’altra quasi da
non lasciare luce
tra un corpo e un altro.
Faith e Dred non ebbero modo di tornare dai loro amici e dopo
avergli fatto cenno si sistemarono accanto a Luna e Neville.
Kingsley era un possente uomo di colore dall’aria
intelligente,
aveva una cicatrice piuttosto vistosa che gli attraversa il profilo
sinistro
del viso, che testimoniava il suo passato di Auror e membro
dell’ordine della
fenice.
Quel giorno indossava uno splendido abito viola satinato che
riluceva sotto il sole cocente dandogli un aura quasi brillante.
L’uomo osservò la folla che per decine e decine di
metri si
dislocava davanti a lui. C’erano maghi, streghe, folletti,
centauri e ogni
altro genere di creatura. Tutti insieme. Nello stesso posto fianco a
fianco
gomito a gomito (anche se non tutti li avevano). Sorrise compiaciuto e
bonario
di tanta pace… anche se solo quelli nelle prime file
poterono vedere i suoi
occhi sempre austeri diventare lucidi di commozione.
Quello… poteva definirsi il primo giorno di una nuova era.
“bene….non indugiamo oltre” Disse quasi
a se stesso.. dato che
non aveva ancora attivato il Sonorus.
Quindi con un gesto rapido e fluido sfilò la bacchetta dalla
manica dell’abito e l’agito brevemente.
Tutti gli alberi e le colline circostanti sembrarono vibrare
per un attimo al tocco della sua magia. Aveva tramutato ogni superficie
che si
ergeva perpendicolare al terreno in una cassa di risonanza….
Di modo che
neanche uno di quelli che si erano riuniti in quel luogo quel giorno
dovesse
perdere una parte di ciò che sarebbe stato detto, o sentirsi
svantaggiato.
Quindi puntò la bacchetta verso la sua gola e
esclamò
“sonorus!!”
Già le ultime due lettere dell’incantesimo
risuonarono ad ogni
angolo e pertugio della pianura e rimbombarono nell’aria
tersa.
Qualcuno ritenne opportuno persino coprirsi le orecchie.
Soddisfatto del risultato il ministro avanzò fino al
limitare
del palchetto e sorrise alla folla.
“popolo del mondo magico…”
esordì “trovo meraviglioso che oggi
ci troviamo tutti qui, tutti insieme, fianco a fianco indipendentemente
dalla
nostra razza, da alleanze e dissapori passati.
In questa meravigliosa giornata che ci è stata concessa
voglio
invitarvi a riflettere sul motivo per il quale le barriere sembrano
abbattute”
continuò con maggior verve.
“credo che ognuno di noi oggi sia venuto qui con una
consapevolezza nuova, ma uguale per tutti: siamo ancora
vivi……siamo vivi in
questo giorno di festa e di pace. E ciò non era scontato.
Credo di dar voce al pensiero di tutti se dico che in quanto
sopravvissuti
abbiamo un grosso debito nei confronti di chi è caduto per
far si che il sogno
di questo giorno di pace si avverasse.” Fece una breve pausa
lasciando che il
grave silenzio invadesse la pianura e desse modo ad ognuno di
riflettere. Poi
riprese.. “abbiamo il dovere di proteggere e di promuovere
questo mondo
finalmente sereno che ci hanno lasciato in eredità.
È questa consapevolezza che ci permette di guardare con
occhi
nuovi alle differenze e ai pregiudizi che ci dividevano ieri, e che
hanno permesso
che le idee razziste di Voldemort prendessero piede e ci
travolgessero!” che
liberazione poter finalmente dire quel nome senza alcun
timore… il ministro
sorrise di nuovo in modo aperto.
“ma non potrei essere più felice oggi, di dirvi
che
quest’incubo è finito! Ci siamo svegliati, abbiamo
preso coscienza dei nostri
errori e apprezzato la forza
dell’unione…” a questo punto la sua
espressione si
fece dolcemente nostalgica “mi piace citare un mio vecchio
amico, che purtroppo
è stato tra i primi ad essere vittima della follia di
Voldemort, dicendo che
uniti siamo più forti che da soli… Ieri nella
guerra, come oggi nella pace.
Spero che potremo da oggi in poi lavorare e muoverci per
realizzare questo suo grande sogno: un mondo tutto unito, libero,
incurante delle
differenze di sangue e razza, finalmente consapevoli che di fronte alla
potenza
di magie inspiegabili come la vita e la morte siamo tutti
irrimediabilmente
uguali….. perfino Voldemort….. che si era
soltanto illuso di aver sconfitto la
morte.” E a queste parole un paio di occhi rossi divennero
per un attimo
tristi… al pensiero di quello che era stato solo un bambino
talmente spaventato
dalla solitudine in cui era nato… da essere terrorizzato
alla follia di quella
della morte.
“carissimi…” il ministro continuava il
suo discorso “la nube di
Voldemort si è dissipata, e oggi possiamo vedere il sole.
È l’inizio di un
mondo nuovo………. Ma la guerra ci ha
portato via molte persone care… padri,
madri, fratelli, familiari……. E
amici..” aggiunse non riuscendo a nascondere
una vena di dolore profondo nella voce a quelle parole…
troppi tra i suoi amici
nell’ordine non avevano visto il mattino del primo
luglio…
“un gruppo di impagabili volontari” riprese
scuotendosi “in
questi giorni si è adoperato per rintracciare i nomi di
ognuno di loro e
raccoglierli in una lista, perché oggi siamo qui
principalmente per queste
persone, per poter salutare degnamente ognuno di loro.”
Un giovane mago si avvicinò di corsa e consegnò a
Kingsley un
plico tristemente grosso.
Il ministro lo aprì lentamente e ne osservò per
un istante il
contenuto prima di risollevare lo sguardo sulla folla.
“ora leggerò la lista, spero il più
chiaramente possibile, e vi
prego di rivolgere un pensiero ad ognuno di loro… anche se
non lo conoscevate..
perché in ogni caso se lo merita…”
l’uomo prese un gran respiro e iniziò…
in ordine alfabetico
tutti i nomi dei caduti cominciarono a venir scanditi, e
l’incantesimo di
risonanza li fece riecheggiare uno ad uno ai quattro angoli della
pianura.
Ad ogni nome qualcuno abbracciava i propri cari.. altri
scoppiavano a piangere senza poter trattenere il proprio dolore.
Dred si guardava intorno cercando almeno un po’ di
comprendere
il dolore che le persone intorno a lui stavano provando….
Perdere una persona
cara in guerra… si sentiva terribilmente fortunato a non
dover provare nulla di
simile.. e anche un po’ in colpa per quella sua fortuna..
pensò di nuovo a Luna
e si voltò verso di lei. E fu nel momento in cui il ministro
pronunciava il
nome “Raven Drawlight” che vide Neville drizzare le
schiena con solennità e
stringere un braccio intorno alle spalle di Luna.. che invece smorzava
una
lacrima in un sorriso..
Allora capì che si trattava di lui… era quello il
ragazzo che
la sua amica aveva atteso invano…. Raven.. si ricordava di
lui.. quel ragazzo
di Serpeverde dall’aria strafottente e la faccia sempre
scocciata.. smorzò un
sorriso anche lui -era così ovvio in fondo..-
pensò..
Il ministro leggeva mentre ognuno ricordava dentro di se più
gente che poteva… Aida pensò che la cosa
più vera fosse che avevano un debito
nei confronti di chi era morto in battaglia..
Era così… lei aveva un debito.. un debito di vita
nei confronti
dell’uomo che era venuto a salvarla rimettendoci la sua
vita… un debito che
forse non avrebbe mai potuto saldare completamente..
ma c’era qualcosa che poteva fare… qualcosa che
avrebbe dato un
senso al suo essere ostinatamente sopravvissuta a tanti migliori di
lei… aveva
promesso a quell’uomo, a Remus Lupin, di consegnare il suo
ultimo messaggio a
una persona.. era giunto il momento di farlo..
A neanche un passo da lei, mentre Kingsley scendeva sempre di
più nell’elenco, Giuly stava pensando…
Notò che in quell’elenco non figurava nessuno dei
numerosissimi
seguaci di Voldemort che avevano perso la vita la notte della guerra.
In un qualche modo… non le parve giusto.. non fare neanche
il
nome di coloro che avevano combattuto ed erano caduti
sull’altro fronte della
battaglia. Erano morti….. e davanti alla morte…
non ci sono differenze. Nessuno
merita di essere dimenticato.
Tuttavia le sembrò inappropriato e poco furbo ergersi e
urlare
questa sua convinzione. Così si limitò a pensare
all’unico di loro che aveva
conosciuto.
Sorrise impercettibilmente delineando il suo viso nella mente.
Voleva ricordarlo… Lucius Malfoy. Quel Lucius Malfoy che
voleva che suo figlio
fosse un uomo libero voleva ricordarlo.
Quando anche l’ultimo nome fu uscito solennemente dalla sua
bocca il ministro tacque. Per un lunghissimo attimo, rimettendo a posto
il
plico di fogli.
Aspettò senza fretta e con rispetto che ogni singhiozzo si
calmasse e cadesse di nuovo il silenzio assoluto… poi
parlò di nuovo:
“ecco… questi sono i nomi di coloro che in
particolare dobbiamo
ringraziare per questo nuovo mondo, perché per esso hanno
dato la vita….” Solo
allora tornò a sorridere
“queste persone….. non dimentichiamole
mai..”
un assordante applauso spontaneo sorse dalla folla e si
propagò
con la rapidità di una valanga in tutta la pianura. In pochi
istanti ogni
persona o creatura stava battendo le mani in un ultimo scrosciante
saluto di
ringraziamento..
a ruota si levarono le urla di gioia e i fischi in un caos
sempre più crescente.
Avvolto da questa pioggia di applausi Kingsley agitò la
bacchetta a mezz’aria facendo comparire al centro del
palchetto una gigantesca
lastra di ossidiana con incisi sopra in lettere d’oro ogni
singolo nome
pronunciato poco prima…
Gli applausi si moltiplicarono e qualche lacrima andò ancora
a
rigare il viso di qualcuno..
Ora per sempre.. ci sarebbe stata traccia del passaggio dei
loro cari e del loro operato…
Faith e Dred riuscirono
a raggiungere il gruppo solo molto
tempo dopo la fine della commemorazione.. quando il dissiparsi lento
della
folla in un mare di rumorosi CRACK! Permise loro di muovere qualche
passo in
una qualsivoglia direzione.
“uff.. credevo che mi spremessero come un limone
lì in mezzo!”
brontolò Dred cercando di raddrizzarsi le scapole
accartocciate dalla folla.
“bello il discorso del ministro vero?” disse Logan
ricevendo
numerosi cenni di assenso in risposta.
“hei! Guardate chi c’è
laggiù!” esclamò Giuly puntando il dito
alle spalle di Faith, che si voltò vedendo a pochi metri da
loro la chioma
fosforescente di Verde che si guardava intorno con aria un
po’ smarrita.
Camminava vicino a suo padre, un uomo di colore, piuttosto giovane, con
un
voluminoso cespuglio di ricci.
Faith sogghignò: -ma
che
bel fenicottero verde..- pensò volontariamente facendo
girare di scatto la
testa alla ragazza.
La mora scoppiò in una risata mentre Verde sospirava
rassegnata,
salutava suo padre e si avvicinava al gruppetto.
“buongiorno a tutti..” disse. Giuly
l’abbracciò di slancio
mentre Faith le diceva “alla fine come mai hai fatto
tardi?”
in quel momento si sentì un urlo di trionfo che fece fare un
salto a tutti e un istante dopo una ragazzina con un paio di trecce
spettinate
piombò addosso a Dred attaccandoglisi
alla schiena modello scimmia “oddio
Rachel!!” strillò lui riavutosi
dall’infarto “vuoi spezzarmi in due?” le
disse strappandosela di dosso e
tirandola su, seduta sul suo braccio.
“Deddy, mamma vuole sapere perché non sei venuto
con noi
stamattina!” cinguettò la bambina.. Dred
arrossì mentre Logan tentava di
riprendersi dalla crisi di risate che l’aveva colto al
sentire il nomignolo
“Deddy” e Giuly commentava “certo che la
mania di saltare addosso alla gente è
di famiglia..”
“Rachel, Deddy dice a mamma che si sta facendo vecchia!
Glielo
avevo detto che venivo con Faith!” protestò il
ragazzo tentando di prendere a
calci Logan che ormai si era addirittura accasciato per terra.
Aida aggirava lo sguardo intorno ignorando il casino che i suoi
amici le stavano facendo accanto..
Finalmente il soggetto delle sue ricerche le si palesò
davanti
agli occhi.
“scusatemi un secondo..” disse al gruppo che non la
sentì
nemmeno. Poi si incamminò.
Si fece strada tra la folla di gente finché non raggiunse la
giovane donna dal viso a forma di cuore e i capelli rosa acceso che
parlava con
l’ormai leggendario Harry Potter e il suo amico coi capelli
rossi.
Aida notò immediatamente il bimbo dalle guanciotte rosee e
grassocce, e dagli insoliti capelli azzurro acceso che teneva in
braccio…. La
stretta allo stomaco le aumentò del 200% nel vedere il bimbo
svegliarsi e
stiracchiarsi pigramente rivelando una coppia di occhi castano chiaro
identici
a quelli del suo professore.
A pochi passi da lei, si portò rapidamente una ciocca di
capelli dietro l’orecchio nervosa, e si strinse una mano sul
davanti della
maglietta come per cercare di tenersi fermo lo stomaco in subbuglio.
Respirò a fondo per farsi coraggio. Doveva farlo. Doveva
dire a
quella donna quali erano state le ultime parole di suo marito, quello
che i
suoi occhi le avevano trasmesso..
Attese ancora qualche istante che salutasse i due ragazzi, poi
si avvicinò
“mi scusi… Ninphadora Tonks?” la donna
si voltò dalla sua parte
sorridendole.. Aida inghiottì a vuoto…
“mi scusi..” disse di nuovo “io.. ho un
messaggio per lei.. da
parte del professor.. cioè volevo dire.. da Remus
Lupin”
la donna si portò una mano davanti alla bocca mentre il suo
viso si contraeva combattuto tra stupore, sollievo e dolore, e i suoi
capelli
diventavano di colpo di un malinconico e dolce lilla intriso di celeste.
“a proposito Verde!” esclamò Faith.. la
ragazza allontanò lo
sguardo da Aida che parlava con Tonks lontano da loro e lo
riportò sulla sua
amica.
“ma Alex?” le chiese la mora ottenuta la sua
attenzione.
Il viso serio di Verde si adombrò ulteriormente facendo
morire
il sorriso sul viso di Faith..
“non poteva venire.. aveva un altro funerale
oggi..” disse
piano.
Una catena di espressioni di stupore serpeggiò tra gli altri.
Blaise incrociò le braccia al petto con aria grave
“ma allora.. quel suo amico.. l’hanno
trovato?”
la ragazza annuì.
“oddio Verde! Come mi dispiace!” esclamò
Giuly stringendosi le
mani sul cuore.
“soffro per lui..” ammise Verde “non si
meritava anche questo
dolore…”
Molte miglia lontano da quella pianura, nel profondo del
cimitero babbano Highgate, Alex osservava come ipnotizzato la lastra di
pietra
incassata nel terreno sulla quale era stata fissata la lapide del suo
amico.
Sentiva come un ronzio lontano la lenta preghiera di quel prete che
parlava da
quasi un ora di Michael come se lo conoscesse.
Ogni volta che pensava il suo nome gli saliva un groppo alla
gola insostenibile.
Eppure non riusciva ancora a crederci.. a rendersene conto
appieno… che il suo migliore amico, Michael Kean, non
c’era più.
Non ci aveva creduto quando gli avevano detto che non lo
trovavano, che era disperso: era impossibile non notare Michael quando
arrivava
in un posto. Non ci aveva creduto quando gli avevano detto che era
morto.
Perché uno come lui, uno forte come lui, vivace,
intenibile… come lui… non era
possibile fermarlo.. ne era certo.
Eppure si trovava al suo funerale.
Non poteva crederci.
Tra l’altro niente in quel posto e in quel momento ricordava
vagamente Michael.
Il cimitero Highgate era un luogo pacifico, sereno, per nulla
spettrale. Michael era sempre esagitato.
C’era il silenzio.. e Michael viveva di musica, viveva di
rock..
Persino la foto che i genitori avevano scelto da mettere sulla
lapide Alex trovava che non gli somigliasse per niente.. era vecchia di
tre
anni.. perché, a quanto aveva capito, era la foto
più recente che i genitori
erano riusciti a trovare dove Michael non si stesse esibendo in qualche
smorfia
assurda.
In più i signori Kean erano entrambe babbani, e avevano
giustamente
preteso che il funerale si svolgesse nel loro mondo.. alla loro
maniera. Poco
importava se avessero fissato la data lo stesso giorno della
commemorazione
pubblica nel mondo magico..
Alex pensò che in fondo non faceva differenza.. anche fosse
andato alla commemorazione sarebbe comunque stato solo il nome di
Michael che
avrebbe voluto ricordare… e quello di Mark April
naturalmente..
Sospirò e alzò gli occhi al cielo terso e azzurro
mentre il
prete continuava il suo discorso che probabilmente nessuno dei presenti
stava
ascoltando.
Erano solo in sei dopotutto.. lui; David che fissava
inespressivo la foto di Michael; Jay coperto di bende da capo a piedi,
alcune
delle quali che ancora si sporcavano di sangue, che stava piangendo, in
silenzio; la madre di Michael; e suo padre, che immobile e distinto,
teneva
stretta tra le braccia la sua figlia minore Evee che piangeva a dirotto.
Alex conosceva bene Evee.. che non aveva ancora 16 anni e
curiosamente era anche lei una strega.. una coppia di babbani che
metteva al
mondo due maghi.. Alex lo aveva sempre trovato strano.
Tuttavia la ragazza, che assomigliava in maniera incredibile a
Michael eccetto gli occhi che erano celeste chiaro, aveva sempre
professato di
avere la dubbia arte divinatoria del medium: la capacità di
incontrare i morti
in sogno.
Non era una magia comprovata e unanimemente accettata.. Alex ad
esempio non ci aveva mai creduto granché…. anche
perché non credeva neanche
nell’immortalità dell’anima, e forse era
anche per questo che non riusciva a darsi
pace…
Forse non era perché non sapeva nemmeno come era successo
che
il suo amico era morto, forse non era il pensiero che se fosse stato
con lui
forse avrebbe potuto aiutarlo come aveva fatto con Jay..
Forse e più probabilmente dipendeva dalla consapevolezza che
ora Michael non c’era più… in tutti i
sensi… che non si trovasse più da nessuna
parte.
Non aveva mai creduto alla strana magia di Evee.. e
probabilmente, a giudicare dal modo in cui lei piangeva, aveva fatto
bene a non
credergli.. se davvero avesse potuto incontrare ogni notte il fratello
nei suoi
sogni non si sarebbe disperata così..
Il prete invitò ad un momento di raccoglimento nel silenzio
e
tacque..
Tutti i presenti fissavano il viso del ragazzo ritratto
nell’immobile fotografia babbana sulla lapide.. pensavano a
lui…
Alex pensava con aria assente all’espressione intelligente e
concentrata che Michael aveva a lezione, così diversa da
quella che conosceva
chi lo vedeva solo fare il matto con un microfono in mano. Gli venne
quasi da
sorridere a ripensare
a loro due in
classe: lui che dormiva, e Michael che fissava, da dietro i suoi
(segretissimi)
occhiali con la montatura nera, il professore con aria scettica.
Jay invece pensava alla felicità del suo amico quando era
entrato nel gruppo, come voce tra l’altro… gli era
sembrato quasi che avesse
cominciato a emanare luce propria!
A David invece venne in mente quando lo aveva convinto a suon
di pugni a smettere di fumare. “ti rovini la voce razza di
deficiente!!” gli
aveva urlato.
Anche a lui venne quasi da ridere.. chissà perché
di tanti
momenti insieme gli si era evocato proprio quello…
Il prete interruppe il flusso dei loro pensieri ricominciando a
parlare e avviandosi alla conclusione della cerimonia…. Ma
fu solo quando
pronunciò la parola “Amen” che Alex si
ridestò del tutto dal suo torpore.
Il prete si allontanò.. e Jay si precipitò ad
abbracciare la
madre di Michael che si era finalmente abbandonata a lacrime
liberatorie.
Alex guardò i suoi due amici poco dopo che i signori Kean
avevano iniziato ad allontanarsi.. avevano portato tutti qualcosa da
lasciare
al loro amico per sempre.
David poggiò sulla pietra sotto la lapide il suo plettro
rosso
fuoco “mai più senza di te..”
sentenziò con tono fiero.. avevano deciso di
sciogliere il gruppo.. non avrebbero mai più potuto suonare
insieme comunque..
perché non sarebbero mai più stati tutti..
David scambiò un sguardo intenso con Evee, prima di
avvicinarsi
a lei e stringerla.. dopo due anni che neanche si parlavano..
Dopo di lui si avvicinò Jay alla tomba e piantò
nel terreno
poco davanti le sue bacchette per la batteria.
Quando fu Alex ad avvicinarsi stringeva tra le mani una
cornice. Si inginocchio a terra e poggiò la foto
incorniciata accanto al
plettro e le bacchette.. la sistemò per bene e sorrise: la
foto era di appena
un mese prima e
ritraeva lui con la sua
solita aria tranquilla e Michael che gli stringeva un braccio attorno
al collo
e faceva una boccaccia paurosa facendo con la mano il segno del rock..
Quello era Michael.. e si meritava di essere ricordato per come
lui amava essere.
“Alex..” lo chiamò con tono timoroso
Jay..
“cominciate ad andare…” rispose lui
senza voltarsi “io arrivo
subito..”
sentendo i passi dei suoi amici affievolirsi alle sue spalle
osservò ancora per un po’ il viso di Michael che
gli faceva le smorfie dalla
foto.. non riuscendo a sopprimere quella scomoda sensazione di silenzio
dentro
che aveva da quando aveva saputo che era morto..
era come se non riuscisse più a provare niente.. ne a
pensare
nel profondo.. solo superficialmente… era come se
l’io dentro di se chiamasse e
gli ritornasse indietro solo l’eco..
tirò su col naso riscuotendosi appena e iniziò ad
armeggiare
con la tasca dei jeans.. ne estrasse un foglio vecchio, consunto e
spiegazzato
dalla scomoda posizione in cui era stato costretto nelle tasche; lo
lisciò con
le mani alla meglio…. Era l’ingrandimento fino a
livelli esagerati di una foto
su foglio plastificato.. chiaramente solo un piccolo frammento della
foto nella
sua interezza.
Ritraeva, girato a tre quarti, un ragazzo esile e dall’aria
un
po’ dimessa. Era un po’ sgranata… ma si
intravedevano i lineamenti del viso, i
capelli chiari e lisci e gli occhi gialli.. come i gatti.. del ragazzo..
Alex abbozzò un sorriso.. aveva fatto una fatica del
diavolo,
si era impegnato come mai in vita sua per trovare quello scatto.
Una foto di Mark April… una prova tangibile anche vaga che
lui
fosse stato a scuola come tanti altri studenti..
Sapeva che doveva esserci da qualche parte… per forza.. lui
si
era sempre sentito invisibile, ma non era possibile che davvero non ci
fosse
prova della sua esistenza.
All’inizio credeva fosse un’impresa
facile… in fondo tutti gli
studenti compaiono sull’annuario almeno l’ultimo
anno tra le foto degli
studenti uscenti……. Eppure quando aveva ripescato
l’annuario del suo quarto
anno, il settimo di Mark, lui non c’era… sembrava
che si fossero dimenticati di
lui persino in quell’occasione..
Aveva spulciato tutti gli annuari scolastici e gli articoli con
le foto della scuola che aveva trovato per casa, e alla fine alla
quarta
rilettura aveva notato, sullo sfondo della foto che ritraeva Cedric
Diggory che
veniva selezionato come campione tremaghi, il suo viso tra le fila di
ragazzi
di tassorosso in estasi….
Alex si sporse in avanti per fermare la foto di Mark sotto la
cornice della foto di lui e Michael.
“fatevi compagnia ok?” disse al vuoto…
poi si alzò facendo leva sulle ginocchia e represse un nuovo
groppo di lacrime che minacciava di scappare fuori.. se avesse
cominciato a
piangere era certo che non si sarebbe più riuscito a fermare.
Restò solo qualche altro istante a fissare il viso
dell’amico
nella foto che aveva portato, poi si voltò e si
incamminò via.. con il silenzio
che lo divorava dentro… sentiva che avrebbe potuto
annegarci.. forse si sentiva
soltanto solo… con il peso della morte di Mark sulle spalle,
l’incertezza di
cosa o chi si fosse davvero portato via Michael.. e il silenzio nel
fondo
dell’animo lasciato da quel vuoto……
“Alex!” la voce alle sue spalle, il suo nome
gridato forte in
mezzo a quel silenzio lo fece sobbalzare e lo strappò dai
suoi pensieri in cui
stava sprofondando.
Si girò per incontrare a qualche metro di distanza gli occhi
celesti di chi lo aveva ripescato all’ultimo dal baratro:
Evee Kean….. aveva il
fiatone.. e aveva smesso di piangere..
“Evee.. “ disse sorpreso “credevo che
fossi andata via…” la
ragazza non diede adito di averlo sentito.
“Alex.. Michael… Michael mi ha detto..”
riprese fiato un
istante
“Michael è venuto da me stanotte… mi ha
detto di dirti… di
stare fuori dai guai!” gli disse.
Il ragazzo sbuffò strofinandosi una mano tra i capelli
blu… e
lui che stava anche a sentirla… le voltò le
spalle
“ti prego Evee non ricominciare.. non mi pare che ci sia da
scherzare..” le disse in tono freddo..
la ragazza lo fissò che si rincamminava per qualche istante
“mi ha detto anche..” gli urlò dietro
imperterrita “di dirti…
-gliel’ho fatto sentire il vero rock!-..” le gambe
di Alex si paralizzarono sul
posto
“tu per caso sai cosa significa…?” gli
chiese ancora Evee.
Il ragazzo sgranò gli occhi… quella
frase… quella stupidaggine
sul far sentire ai mangiamorte il vero rock… gliela aveva
detta Michael poco
prima che loro quattro si smaterializzassero sul campo di battaglia..
lei.. Evee
non poteva saperla..
Si voltò di scatto.. non sapeva ancora per dirle
cosa… ma vide
solo la sua schiena in lontananza che correva via..
Era assurdo.. ma sorrise… un sorriso vero, di
felicità.. in
mezzo a quel cimitero..
Possibile che fosse vero? Possibile che veramente Evee Kean
potesse incontrare i morti in sogno?
Per la prima volta voleva disperatamente crederci..
Sorrise ancora mentre qualche lacrima riusciva a scivolargli
via dagli occhi…. Il flusso dei suoi pensieri.. e dei
ricordi di Michael.. aveva
preso a scorrergli come un fiume in piena dentro… divorando
finalmente il
silenzio…
Autrice: finito!!!
Anche questo capitolo devastatemene lungo è
FINITO!!!
Ron: ed era anche
ora… ma quanta roba ci hai messo?
Autrice: bhè
serviva un po’ a chiudere i giochi.. i nodi
dovevano venire tutti o quasi al pettine.. spero di essere riuscita a
mettere
la parola fine alla maggior parte delle questioni lasciate in sospeso
nel corso
della storia…. ^^
Ron: hem…
quel quasi non mi piace… le altre? A me ne vengono in
mente almeno 3…
Autrice: ovviamente nel
prossimo e ULTIMO capitolo
che sarà anche l’epilogo di questa
storia!
Ron: non ci credo che
hai detto la parola ultimo… mi sembra di
sognare finalmente sarò libero ç_ç
Autrice: che esagerato
>_>…. Comunque per chiunque
temesse l’epilogo della Rowling… tranquilli!!! Il
mio si svolge solo 2 mesi
dopo!! ^^ niente figli con nomi improbabili..
Draco: ne stempiature
spero…
Autrice: no
tranquillo….
Ron: peccato era
l’unica parte che mi era piaciuta >_>
Draco e Ron come da
routine si pestano nella stanza
dell’autrice che, ormai abituata, non li caga e si appresta a
scrivere la
parola fine a questa storia epocalmente lunga XD
Risposte alle rec:
Treasterischi: come
hai detto i nodi da sciogliere erano
parecchi ^^ spero di essere riuscita a rispondere almeno ad alcune
delle
domande! Il resto nell’epilogo!
Giugiu182:
come va la tua sbronza??? Spero che questo capitolo
oltre a commuovere riesca anche a farti un po’ sorridere
Imperfect_angel:
grazie per il voto tra le storie scelte!! E,
come hai visto, questo non è l’ultimo
cap… ce n’è ancora uno ^^ anche io ho
adorato il ricongiungimento con Aida, ci stava dai!!!
Emrys: non
è mai troppo tardi per unirsi ai recensori! XD
grazie di esserti aggiunta ^^ spero che il finale in arrivo soddisfi
anche te.