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Autore: kibachan    14/06/2010    3 recensioni
con i suoi occhi rossi come il sangue e il suo strano comportamento Stefany Darçigann era sicuramente la strega di 11 anni più inquietate che avesse mai messo piede alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Questo romanzo racconta la storia tormentata di questa ragazza, fatta di amore e morte, un intreccio tenero e crudele, una storia ALTERNATIVA a quella di Harry Potter, ma forse altrettanto interessante...
Genere: Romantico, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAP 40

 

 UNA SETTIMANA DOPO.........

 
nessuno riusciva ancora a crederci.

Ciascuno conservava nel cuore il celato e represso timore che quanto era successo la notte di una settimana prima, e che stava succedendo in quei giorni fosse solo un sogno. Un brutto scherzo dell'immaginazione, il frutto di un crudele incantesimo confundus.

Voldemort, colui che per decenni era stato chiamato “tu sai chi” per la paura persino di pronunciare il suo nome, colui che aveva portato così tanto dolore, e inquietudine, e solitudine a tutto il mondo magico e non......... era caduto.

E questa volta per sempre.

Per giorni non si era potuto scorgere un solo volto triste, tutti erano in festa, in ogni casa, ad ogni angolo. Celando quel immotivato timore nel profondo, ciascuno aveva dato libero sfogo all'euforia, alla finalmente ritrovata libertà.

Ma poi lentamente, assieme alla certezza che quel momento che stavano vivendo fosse vero, e alla lenta scomparsa di quel timore, c'era stata anche il raggiungimento della consapevolezza che quella vittoria, quella meritata, insperata, agognata vittoria era costata la vita di molti........ e che il vuoto che essi avevano lasciato non sarebbe stato colmato, ne dimenticato...... ma che al massimo si poteva sperare di accettarlo.

 
Nonostante il clima ancora euforico e la reale e urgente necessità di ricostruzione di tutto ciò che la guerra e quell'ultimo anno di terrore avevano spazzato via, il nuovo ministro della magia, Kingsley, aveva insistito molto perché si organizzasse al più presto una commemorazione pubblica per tutti coloro che avevano perso la vita a causa di Voldemort. Avessero essi combattuto l'ultima finale guerra davanti ai cancelli di casa Riddle, o fossero periti prima di allora in agguati, rapimenti, incidenti..........

la decisione del ministro, se da un lato aveva fatto storcere parecchi nasi nelle alte sfere del ministero, che ritenevano estremamente più prioritario rendere nuovamente operativi i vari uffici governativi per poter davvero cominciare a parlare di ricostruzione, dall'altro aveva riscosso approvazione e consensi tra i vari altri strati della popolazione magica.

Così il giorno della commemorazione fu fissato con più fretta di quanto ci si sarebbe aspettati.

Diversi dipendenti ministeriali si adoperarono 24 ore al giorno per approntare uno spazio a prova di babbano sufficientemente ampio da contenere la sicura moltitudine di persone che sarebbe accorsa per partecipare all'evento dai 4 angoli del mondo.

Alla fine si decise addirittura per fissare la data all'8 di agosto, appena una settimana dopo la battaglia che aveva definitivamente decretato la fine di Lord Voldemort per mano di Harry Potter, ora più che mai un vero e proprio idolo, un simbolo, una leggenda.

Nonostante la quantità di gente che aveva direttamente assistito all'ultimo mortale scontro tra i due, già si moltiplicavano le versioni, le dicerie, le leggende su come si fosse svolto lo scontro, sugli scambi, su ciò che si erano detti, su quale fosse stato alla fine l'incantesimo che avesse posto fine alla vita del mago più crudele, ma forse anche più potente, che avesse mai camminato in questo mondo.

Si diceva che Potter avesse cercato di convincerlo a redimersi prima della fine; o che il colpo mortale fosse stato inflitto con un arma babbana; si rumoreggiava che Potter avesse riportato una sfigurante e incurabile ferita dallo scontro; si sussurrava che davanti a ciò che restava della casa dei Riddle, che come un oscuro monito a non dimenticare era stata lasciata in piedi, si potesse ancora percepire la potenza degli incanti che i due si erano scambiati durante la lotta, che quei metri erano rimasti addirittura privi di gravità dopo lo scontro; alcuni dicevano persino che Potter avesse sconfitto Voldemort con un banale incantesimo di disarmo tanta era ormai la sua forza........... ma in pochi credettero a questa versione.

La verità su quei minuti senza fine che avevano visto la morte di Voldemort, quelli che la conoscevano davvero l'avevano taciuta, si erano categoricamente rifiutati di rilasciare interviste. “è finita. Pensate a questo, pensate a domani......” avevano detto soltanto.

 

 

 
La mattina dell’8 agosto si presentò limpida e assolata.
Quando Faith raggiunse la pianura prescelta per la commemorazione, la stessa che anni prima aveva ospitato la coppa del mondo di Quidditch, erano solo le 9, eppure le temperature sfioravano già i 30°, l’erba scricchiolava secca sotto i tacchi dei suoi stivali e l’aria era ferma, immobile nella calura estiva.
La ragazza sollevò il viso, portandosi un braccio a schermare gli occhi dalla forte luce e respirò a fondo l’aria pulita della campagna inglese. Sorrise. Da quando era uscita viva dalla guerra non aveva fatto che sorridere beandosi di qualsiasi cosa, ogni singolo particolare di ogni giorno, del mondo, le sembrava meraviglioso, meritevole di tutta la sua attenzione e apprezzamento.
Era quello che pensava in quel momento di quel cielo azzurro intenso che le riempiva gli occhi oltre l’ombra della sua mano.
Si guardò intorno. c’erano un sacco di persone e creature accampate a bivacco nel prato, ma nessuno che le sembrava di conoscere. Era la prima… persino i suoi si erano attardati con preparativi ed abiti importanti (soprattutto la sistemazione del cravattino di suo cugino piccolo stava rubando molto più tempo del necessario). Così si era scocciata e si era materializzata via con un “ci vediamo lì!” urlato praticamente al vuoto per quanto erano tutti occupati.
Era ancora immersa in queste elucubrazioni quando fu praticamente investita da un treno in corsa. Si lasciò scappare un gridolino di sorpresa prima di girare velocemente il viso nell’abbraccio del suo assalitore e trovarsi davanti il sorriso di Dred.
“buongiorno cooketta!” le disse felice. Faith sospirò con rassegnazione “Dred mi hai fatto quasi prendere un colpo….. e che razza di nome è cooketta?” era da quando si erano messi insieme che si inventava per lei nomignoli sempre più fantasiosi.
“vuol dire biscottina.. non ti piace?” “insomma….” Rispose lei ridacchiando… Dred sciolse l’abbraccio facendole il suo sorriso sornione che, anche se lei non lo avrebbe mai ammesso, le faceva tremare le gambe. “adoro infastidirti…” ammise.
“me ne sono accorta la prima volta che abbiamo parlato..” ribatté Faith roteando gli occhi.
In quel momento lo sguardo del ragazzo si incupì leggermente
“il braccio come va…” le chiese serio.
Faith lanciò un occhiata fugace al suo avambraccio destro, fasciato stretto e sorretto da un fazzoletto che le passava dietro il collo.
“così…” rispose. “da umana per poco tempo ma riesco ad usarlo..” proseguì “ma… non potrò più.. volare credo”
la sua trasformazione in animagus… ormai non avrebbe avuto più senso. Abbassò gli occhi a terra… non sapeva neanche chi era stato a farle questo. Sapeva solo che Tonks l’aveva raccolta e portata in salvo. La sua guerra era finita lì.
Sua madre le aveva detto più volte che era meglio non sapere… almeno non avrebbe odiato qualcuno per sempre… ma ciò la consolava poco. Non avrebbe mai più volato… non si sarebbe mai più librata in quel cielo così azzurro.
Sentì la mano di Dred toccarle il mento per farle alzare il viso, lo guardò e sorrise dolcemente adagiando il viso sulla sua mano mentre le faceva una carezza spostandole i riccioli dagli occhi.
“ciò che conta è che sei qui..” le disse lui.. “lo so..” sospirò lei mentre le si avvicinava per sfiorarle le labbra con le sue in un piccolo bacio.
“ma guarda la felice coppia di esibizionisti!!!” ridacchiò Giuly materializzatasi per caso a meno di un metro da loro.
Dred balzò indietro arrossendo fino alla radice dei capelli, Faith invece le sorrise perfettamente a suo agio
“ciao Giuly quando sei arrivata?”
“un secondo fa!” poi arrossì anche lei “un metro di sbaglio e vi finivo proprio in mezzo…” aggiunse ridacchiando nervosamente.
Faith sghignazzò sonoramente della serie di parolacce che era uscita dalla boccuccia di rosa del suo ragazzo dopo quell’uscita della rossa.
“a proposito Giuly….” disse poi ricomponendosi “il tuo bel maritino?” “sai che me lo stavo chiedendo anche io? È incredibile! Ci siamo smaterializzati insieme e lui è finito chissà dove.. certo che è davvero un impedito in queste cose!” borbottò aggirando lo sguardo sulla gente piantandosi i pugni sui fianchi.
“dì la verità, parlavi male di me…” come evocato Blaise sopraggiunse alle loro spalle.
“ovvio che si” ribatté la moglie “dove eri finito stavolta?” lo apostrofò. Il ragazzo corrucciò le sopracciglia “potresti smetterla? Ti ho mancata solo di 10 metri…”
Faith li guardò sorridendo. Prima di Dred forse l’unica persona con cui poteva dire di aver quasi avuto una storia era stato proprio Blaise. Una storia di sesso… ma pur sempre una storia. Si erano divertiti insieme, ma aveva sempre saputo che non erano fatti l’uno per l’altra. Senza contare come l’alone d’ombra che gli aveva sempre visto sul viso sembrava essere scomparso da quando aveva conosciuto la sua amica Giuly.
Dred nel frattempo si era fatto avanti per interrompere il battibecco tra i due….. “hei! Vedo che alla fine avete pareggiato gli elastici con delle fedi decenti!” buttò lì tentando di sdrammatizzare.
Immediatamente il viso della ragazza si distese in un sorriso e si voltò verso di lui mostrando immediatamente la mano sinistra “visto che carina???” esclamò con voce appositamente stridula…. agitando le dita per meglio evidenziare la piccola fedina d’oro che copriva l’elastico di gomma nera, l’unica fede ad essere stata benedetta.
“vedo vedo…” borbottò Dred cercando di non ridere… Blaise dietro la ragazza mimava il gesto di darle un pugno.
“a proposito Giuly…” si intromise Faith avvicinandosi al suo viso con aria sadica “Dimmi avete finalmente consumato la prima notte di noz..” Dred le tappò la bocca con entrambe le mani “perdonala! A volte ha ancora queste uscite da stronza!”  le disse sorridendo mentre Faith cercava di divincolarsi masticando improperi.
Giuly era arrossita come il fuoco e guardava Faith con tutta l’aria di volerle tirare un calcio sugli stinchi.
Blaise incrociò le braccia con aria aristocratica disapprovandoli con lo sguardo… “insomma volete portare un po’ di rispetto..? vi ricordo che questa è una commemorazione dei defunti non una festa..” ma i tre lo ignorarono meravigliosamente.

 

 
Poco distante, a diversi metri da terra, Aida urlava per la centesima volta da quando erano partiti stringendosi alla vita di Logan.
Come aveva fatto a farsi convincere a andare alla commemorazione con la scopa! Come!? Aveva sempre detestato volare!
Quando le sembrò che avessero ricominciato ad andare dritto aprì lentissimamente gli occhi e si arrischiò a staccare la faccia dalla schiena del ragazzo.
“maledizione Logan..” gli ringhiò assestandogli un pizzico sul fianco. “ahia!! Ma che ti ho fatto!?” protestò lui
“vuoi piantarla di fare queste virate da panico??? Non siamo a una partita! Focalizza!!” gridò Aida irritata scuotendo la testa per tentare di togliersi le ciocche cortissime da davanti agli occhi.
“cosa dovevo fare?? Farmi investire da quel piccione?” ribatté il ragazzo scocciato.. ma la bionda non si fece convincere
“com’è che da stamattina abbiamo incrociato tutti i piccioni della contea?” Logan sbuffò sonoramente
“ma come mi è venuto in mente di farti salire sulla MIA scopa??”
“me lo sto chiedendo anche io..” borbottò Aida stringendosi ancora più saldamente ai suoi fianchi.
“dai… ormai siamo arrivati..” disse il ragazzo occhieggiando la fiumana di gente che, come tante formichine, si affaccendava sotto di loro. Poi gli venne un’idea, buttò un’occhiata oltre la sua spalla alla ragazza e un ghigno malefico gli si disegnò sulle labbra.
“si scende!” urlò un istante prima di buttare di colpo verso il basso l’estremità del manico della scopa e lanciarsi in una picchiata micidiale.
Il loro atterraggio nella pianura venne annunciato dal grido di Aida che, con la sensazione che lo stomaco volesse scapparle via dalla bocca, diede ampio sfogo ai suoi polmoni.
Logan si stava sbellicando dalle risate steso a terra. Accanto alla bionda che invece era carponi a tentare di riprendere fiato.
Lo guardò truce. Voleva urlargli qualche parolaccia fa al momento non ne era assolutamente in grado dallo shock.
“Logan…. Harvey… questa me la…. Pagherai cara…” riuscì solo a balbettare mentre lui ridacchiando l’aiutava a rimettersi in piedi.
Intorno a loro le persone che li avevano spiati e commentati per la esuberante entrata in scena cominciavano a dissiparsi, riprendendo ad occuparsi dei loro affari; alcuni borbottavano sui soliti giovani d’oggi.
Solo uno non riusciva a staccare gli occhi da loro.
A una decina di metri di distanza.
Alto e robusto, coi capelli castani dritti, ispidi e pungenti, gli stessi che aveva da ragazzino, quell’espressione sempre un po’ contrita.
Oliver Baston non riusciva a staccare lo sguardo da quei due.
Erano anni che non la vedeva… Aida…
Da quando si erano lasciati più o meno.
E ora vederla li davanti ai suoi occhi; vederla ridere, dopo che l’ultima espressione che le aveva visto in viso era di dolore; vederla viva, dopo la guerra e tutto ciò che essa aveva portato….. gli provocava uno strano misto di sensazioni.
Osservò attentamente i suoi capelli, ora corti, che appena le incorniciavano il viso, i suoi occhi azzurri che non era mai riuscito a dimenticare, combattuto….. indeciso se desiderare che si voltasse e lo vedesse, oppure se preferire il contrario.
Fu proprio in quel momento che la ragazza si girò verso di lui…. E lo vide. E Baston non riuscì a distogliere lo sguardo.
Aida si bloccò all’istante. Lo fissò per qualche attimo come a volersi sincerare che fosse davvero lui.
“hei e ora che ti prende? Già stanca di insultarmi tesoro?” Logan la riportò coi piedi per terra.
Aida quasi sobbalzò “oh! No…. è che…” indugiò con lo sguardo su Oliver ancora per un istante. La stava fissando a sua volta. “ho visto una persona che conosco… credo che andrò a salutarla..”
Logan sbirciò oltre la sua spalla e impiegò all’incirca un decimo di secondo a capire di chi la ragazza stesse parlando
“oh no puoi scordartelo” le intimò afferrandole un braccio mentre lei si stava già incamminando “quel tipo è decisamente troppo bello perché tu vada a salutarlo” aggiunse in risposta alla sua occhiata interrogativa.
“oh piantala!” protestò Aida divincolandosi.
“piantala un corno! Credi che non lo abbia riconosciuto?? È quello stronzetto del tuo ex.. tu a parlarci non ci vai altrimenti se ti sfiora mi toccherà spaccargli la faccia!”  ribatté Logan con tono fin troppo serio per i gusti della ragazza.
“non fare il bambino…” lo liquidò, e fece per andarsene. Ma lui la trattenne di nuovo mettendolesi davanti.
Oliver Baston osservò per qualche istante la scena divertito: i due sembravano stare ingaggiando una sorta di braccio di ferro con tutto il corpo…. A chi molla per primo.
Poi vide Aida scrollarsi di dosso il ragazzo con uno spintone, intimargli qualcosa puntandogli il dito contro il petto (lo faceva sempre anche con lui) e quindi marciare nella sua direzione.
“ciao…” gli disse timidamente non appena gli fu a un passo. Si portò frettolosamente i capelli dietro l’orecchio, e Oliver sentì una stretta al petto a quel gesto.
“sono.. contento di vedere che stai bene..” le disse.
“già…. Anche io sono felice di vederti…. Vivo..” aggiunse sorridendo. Oliver le sorrise di rimando.
Era bella da togliere il fiato.
Logan poco distante da loro, vedendo la sua faccia, sbuffò il più rumorosamente possibile incrociando le braccia al petto.
Li guardò parlare per diversi minuti, e la faccia di lui farsi a suo avviso sempre più da ebete. Si stava decisamente innervosendo.
“sai Aida… c’è una cosa che volevo sapessi” le disse Oliver a un certo punto “quello che ho fatto a te..”  e Aida si incupì leggermente al ricordo “è stato il più grande sbaglio della mia vita….. e allo stesso tempo.. il mio più grande rimpianto.” La ragazza lo guardò stupita.. Oliver la fissò dritta negli occhi “e… spero davvero che tu sia riuscita a fare qualcosa per dimenticarmi… perché io ancora non so come fare per dimenticare te”. Aida spalancò gli occhi e tremò leggermente a queste parole; ma si rese anche immediatamente conto di come per lei non fosse assolutamente la stessa cosa.
Lei… non provava più niente se non una vaga affezione per lui.
Oliver allungò una mano verso il suo viso per farle una carezza….. ma lei scansò il viso piano, sottraendosi.
Logan quasi si cimentò in una danza della vittoria a vederglielo fare e fece un gestaccio plateale di –beccati questo- all’indirizzo di Baston.
Aida sorrise ad Oliver “ti prego… no..” gli disse tranquillamente “ora nella mia vita c’è qualcuno a cui tengo davvero.. ed è lui l’unica persona a cui penso”
Il ragazzo tentò di nascondere alla meglio il rumore del suo cuore che andava in frantumi
“parli di quel biondo con la faccia da schiaffi li dietro?” le chiese buttando un’occhiata scettica alle spalle della ragazza.
“proprio lui…” ammise Aida trattenendo uno sbuffo di risata.
Oliver fece una smorfia di disapprovazione e Aida rise..
Poi lo salutò…. E per un attimo ebbe l’impressione che lui volesse abbracciarla ma si voltò per andarsene senza dargli il tempo di raccogliere il coraggio. Non se la sentiva.
Guardò Logan sorriderle soddisfatto che stesse ritornando, e di colpo si sentì più leggera. Aveva finalmente chiuso un capitolo della sua vita che per troppo tempo era rimasto in sospeso….. ora poteva davvero chiudere la porta sui suoi anni passati ad Hogwarts, sui mesi trascorsi in coma e sul periodo vissuto nell’angoscia che la sua migliore amica fosse morta o peggio.
Ora poteva cominciare il nuovo capitolo della sua vita, lasciandosi alle spalle insieme ai suoi capelli lunghi andati bruciati, tanti brutti ricordi.

 Aida e Logan raggiunsero gli altri che stavano chiacchierando animatamente poco distante dalle rispettive famiglie.
“hei ragazzi!!” salutò animatamente la bionda agitando la mano. Logan si limitò a un hei generale con aria scocciata e a un occhiata a Blaise che voleva dire più o meno “guarda un po’ chi si rivede…”
“sai ancora non riesco a vederti così..” disse Giuly ad Aida riferendosi ai suoi capelli corti con faccia da fine del mondo.
“oh suvvia!! erano solo capelli!!” sospirò lei ridacchiando.. “si però..” “oh avanti piantala Giù….” La interruppe Faith sbuffando “piuttosto….” Aggiunse con espressione più grave rivolgendosi questa volta ad Aida “lei….. si insomma…. Stefany…” era ancora in seria difficoltà ad affrontare l’argomento.

 
Quando Aida le aveva confessato di aver incontrato Stefany sul campo di battaglia, di averla vista insieme a Simous.. e che stava bene, le era sembrata la cosa più meravigliosa che avesse mai potuto sentire….. ma in seguito era subentrato prima il dubbio e poi la consapevolezza che lei non volesse…. o per lo meno, voleva sperare, che non ce la facesse, a rivederli…. Lei, Giuly, Dred… e anche Alex.. aveva saputo che Verde era andata a trovarla quando gli Auror avevano insistito per portarla all’ospedale.
Le aveva raccontato di averla trovata diversa…. Ma in salute… e poi le aveva confessato che mai ad anima viva avrebbe voluto raccontare ciò che aveva visto nella sua mente.
Ciò le aveva fatto provare un brivido di paura e al contempo in un angolo del cuore si sentì sollevata al pensiero che probabilmente non avrebbe mai saputo cosa aveva vissuto la sua amica in quei tre anni di prigionia.
Poi il viso di Verde si era rabbuiato ancora di più… le aveva detto:
“ascolta lei non lo ha detto a voce… ma nella testa ha stampato a lettere cubitali un gran timore di rivedervi…. L’idea la terrorizza.
Io credo… che finché sarà in ospedale e non potrà decidere di sua volontà da chi ricevere visite, per rispetto, non dovreste andare a trovarla….”
Verde era sempre stata schietta… tanto da risultare violenta a volte. Ma lei più di tutti aveva sempre apprezzato questo suo lato.
Ed anche se si era sentita quasi morire dal dolore a quella notizia era contenta di averlo saputo prima di aver fatto qualcosa che avrebbe potuto arrecare altro danno a Stefany.
In fondo poteva capirla…. Nessuno più di lei sarebbe dovuto risultarle sgradevole. E questo faceva ancora più male.
Eppure in quel momento….. davanti ad Aida che non aveva colpe e poteva vederla quando voleva le era parso irrefrenabile il bisogno di chiedere di lei… se almeno ci fosse.. se almeno avrebbe potuto intravedere il suo viso da lontano…. Per poter constatare coi suoi occhi che era ancora viva.. e stava bene… almeno un po’.

 
Davanti a quella domanda anche tutti gli altri si erano fatti improvvisamente attenti. Aida aveva abbassato lo sguardo e fatto un debole sorriso.
“verranno…. Lei e Simous..” disse a bassa voce. Faith e Giuly ebbero un tremito.
“ma credo sarebbe meglio evitare il fatidico incontro.. almeno per oggi” aggiunse la bionda con aria triste.
Sospirarono. In fondo lo sapevano… ma non si vuole mai smettere di illudersi. Faith girò gli occhi incrociando le braccia “lui, è ancora arrabbiato vero? Parlo di Simous..” Aida annuì “non mi ha nascosto di portarvi ancora rancore” “e lei??” intervenne Dred forse a voce più alta del necessario “lei è arrabbiata… ferita vero?” aggiunse con aria colpevole. “non lo so…” confessò la bionda. “non abbiamo ancora mai trattato argomenti seri… per colpa mia credo” ammise “non ho il coraggio di ascoltare la sua risposta”.
Per qualche istante serpeggiò un gelo inquietante tenendo conto della calura violenta che faceva.
“oh bhè!!” esclamò forte Logan dopo qualche istante di silenzio facendo fare a tutti un salto dalla sorpresa “è inutile stare qui a preoccuparsi di questo! Finché si è vivi ci sarà sempre la possibilità di rincontrarsi… dico bene?” disse rivolgendosi alla sua ragazza che aveva preso a guardarlo sorridendo. “oggi siamo qui per salutare le persone che non potremo più incontrare” aggiunse con aria seria “vediamo di ricordarcelo..”
per un attimo un silenzio estremamente più leggero aleggiò tra loro. Era decisamente una versione inedita il Logan filosofo! Poi Aida ridacchiò ironica “ma che faccia tosta a farci la paternale dopo essere atterrato con la grazia di un elefante creando scompiglio!!” lo apostrofo ridendo “IO ho creato scompiglio??? Te hai urlato così forte che ti hanno sentito fino in Cina!”
Blaise si trattenne malamente dallo scoppiare a ridere come tutti gli altri intorno a lui.
Dred aggirò lo sguardo intorno dopo essersi ripreso. Possibile che ancora non c’era alcun segnale che la cerimonia stesse per cominciare?? Erano quasi le 10 ormai!
Poi di colpo gli parve di scorgere un viso familiare. Una folta chioma di capelli biondi cotonati, che ricadevano a cascata sua due spalle piccolissime, gli occhi celesti, acquosi… e l’aria fintamente assente… era Luna Lovegood!
Un sorriso spontaneo si fece strada sul viso di Dred che strattonò Faith per il braccio (tra l’altro quello ferito).
“hei Faith! Quella… ops scusami…” disse con un sorrisetto imbarazzato per rispondere al suo sguardo truce mentre si massaggiava il braccio.
“cosa c’è?” gli chiese la ragazza guardando oltre le sue spalle.
“lì ho visto una mia amica… accompagnami a salutarla!” le rispose prendendola per mano.
Faith lo seguì augurandosi per il suo bene che non fosse ancora Allison Biggerstaff, quella che gli moriva dietro l’anno scorso, altrimenti braccio o no l’avrebbe strozzata.
Con sua somma sorpresa si trovò davanti Lunatica Lovegood… guardò Dred sorpresa.. non aveva idea che la conoscesse personalmente..
“Luna!” la chiamò il ragazzo facendola voltare dalla sua parte insieme a Neville che le stava accanto.
La ragazza sorrise nel vederlo, e anche Dred non poté fare a meno di sorridere… sempre la solita… aveva addosso un curioso vestito arancione a fantasia di girasoli gialli.. un abbigliamento decisamente troppo festoso per una funerale pubblico, ma il ragazzo notò che addosso a lei non stonava affatto.
“sono contenta di rivederti Dred Summers…” sospirò con aria trasognata mentre Neville e Faith si scambiavano un’occhiata curiosa l’un l’altro.
“dimmi…. È lei la ragazza che stavi aspettando con tanta premura?” aggiunse Luna guardando con espressione interessata verso Faith.
Dred inorridì dall’imbarazzo arrossendo fino alla radice dei capelli sotto lo sguardo piacevolmente sorpreso della sua ragazza.
“credevo che fosse chiaro che era un segreto..” le sibilò tra i denti attirando Luna vicino al suo viso per la bretella del vestito.
La bionda ridacchiò, seguita a ruota da Faith felice di aver appena trovato un argomento su cui prenderlo in giro per tutta la via.
Poi Dred buttò un occhio a Neville.. e gli sorrise.
“bhè allora… Luna immagino che lui sia..”
“no lui non è il mio ragazzo che stavo aspettando” lo interruppe lei tranquillamente.
“lui….. non è tornato..” aggiunse con una devastante serenità.
Dred sbiancò all’istante mentre il sorriso gli moriva sul viso, Faith rischiò di strozzarsi con la sua stessa saliva, e Neville assunse un’espressione terribilmente triste.
Tutto ciò faceva sconvolgentemente a pugni con il vago sorriso che ancora aleggiava sul viso di Luna, e la calma con cui aveva detto che quel ragazzo…… era morto.
“io…. Io..mi..” balbettò Dred senza riuscire ad articolare un pensiero più decente “mi dispiace..” riuscì a dire. Aveva lo stomaco contratto e improvvisamente gli era venuto freddo… e anche Faith di colpo gli strinse forte la mano… come se avesse realizzato in quel momento la fortuna che entrambe avevano di potersi ancora vedere… toccare..
“ti prego perdonami.. sono stato di un indelicato da fare schifo!” proruppe il ragazzino ripresosi dallo shock iniziale.
Luna gli sorrise ancora “non preoccuparti… è chiaro e comprensibile che tu sia sconvolto..” commentò con tono tranquillo e ovvio.
E ancora una volta Neville, come i due ragazzi davanti a loro, si stava chiedendo come era possibile che lei sorridesse così, parlasse così dopo una perdita simile. Come riuscisse ad affrontare con quella sua stramba filosofia persino questo.
“anche io mi sento così sai?” proseguì Luna sempre con lo stesso tono trasognato “anche se sapevo che lui andava li per dare tutto se stesso per il suo ideale… sono davvero molto triste e non mi è facile accettarlo..” “ma certo! Ma certo!” Esclamò Dred stringendole entrambe le mani nelle sue “capisco! Io…… credo di capire..” aggiunse con aria grave mentre Faith gli stringeva forte un braccio.
“sapete lui…” si intromise Neville ad un tratto come se non potesse più trattenersi “lui.. è stato incredibile. Ha combattuto come un leone, anche quando si è trattato di difendere me” aggiunse come se fosse quest’ultima la cosa più sorprendente.
A Luna sfuggì un sorrisetto divertito.. come se il paragone con il leone lo trovasse molto calzante. “in fondo va bene anche così…” sospirò “ora sono entrambe liberi…”
Dred si chiese a chi si stava riferendo con quel plurale e Faith rivolse ancora un’occhiata incredula all’atteggiamento così inconsapevole e al contempo innegabilmente forte della ragazza, prima di rivolgersi di nuovo a Neville.
“come si chiamava? Era della nostra casa?” gli chiese.
Il ragazzo stava per risponderle quando Luna si intromise nuovamente interrompendolo.
“io non credo che lui avrebbe voluto essere commiserato da persone che non lo conoscevano per quello che era davvero” affermò per la prima volta con uno sguardo deciso sorprendendo nuovamente Faith e spingendo Dred a fare quasi un salto indietro dallo stupore davanti a quella sua nuova espressione.
“se lo dici tu Luna…” sospirò Neville. Già. Se lo diceva lei doveva essere per forza vero. Sicuramente in tutta la scuola non c’era nessuno che conosceva quel maledetto meglio di lei..

 In quell’istante si udì un forte sbuffo, come di un camino otturato che si libera di colpo, e un sonoro -POP!-.
tutti si voltarono verso il piccolo palco rivestito di velluto rosso posto da un lato del prato.
Il ministro della magia, Kingsley, aveva appena fatto il suo ingresso in scena. La gente immediatamente prese ad accalcarsi il più vicino possibile al palchetto, ammassandosi una sull’altra quasi da non lasciare luce tra un corpo e un altro.
Faith e Dred non ebbero modo di tornare dai loro amici e dopo avergli fatto cenno si sistemarono accanto a Luna e Neville.
Kingsley era un possente uomo di colore dall’aria intelligente, aveva una cicatrice piuttosto vistosa che gli attraversa il profilo sinistro del viso, che testimoniava il suo passato di Auror e membro dell’ordine della fenice.
Quel giorno indossava uno splendido abito viola satinato che riluceva sotto il sole cocente dandogli un aura quasi brillante.
L’uomo osservò la folla che per decine e decine di metri si dislocava davanti a lui. C’erano maghi, streghe, folletti, centauri e ogni altro genere di creatura. Tutti insieme. Nello stesso posto fianco a fianco gomito a gomito (anche se non tutti li avevano). Sorrise compiaciuto e bonario di tanta pace… anche se solo quelli nelle prime file poterono vedere i suoi occhi sempre austeri diventare lucidi di commozione.
Quello… poteva definirsi il primo giorno di una nuova era.
“bene….non indugiamo oltre” Disse quasi a se stesso.. dato che non aveva ancora attivato il Sonorus.
Quindi con un gesto rapido e fluido sfilò la bacchetta dalla manica dell’abito e l’agito brevemente.
Tutti gli alberi e le colline circostanti sembrarono vibrare per un attimo al tocco della sua magia. Aveva tramutato ogni superficie che si ergeva perpendicolare al terreno in una cassa di risonanza…. Di modo che neanche uno di quelli che si erano riuniti in quel luogo quel giorno dovesse perdere una parte di ciò che sarebbe stato detto, o sentirsi svantaggiato.
Quindi puntò la bacchetta verso la sua gola e esclamò “sonorus!!”
Già le ultime due lettere dell’incantesimo risuonarono ad ogni angolo e pertugio della pianura e rimbombarono nell’aria tersa.
Qualcuno ritenne opportuno persino coprirsi le orecchie.
Soddisfatto del risultato il ministro avanzò fino al limitare del palchetto e sorrise alla folla.
“popolo del mondo magico…” esordì “trovo meraviglioso che oggi ci troviamo tutti qui, tutti insieme, fianco a fianco indipendentemente dalla nostra razza, da alleanze e dissapori passati.
In questa meravigliosa giornata che ci è stata concessa voglio invitarvi a riflettere sul motivo per il quale le barriere sembrano abbattute” continuò con maggior verve.
“credo che ognuno di noi oggi sia venuto qui con una consapevolezza nuova, ma uguale per tutti: siamo ancora vivi……siamo vivi in questo giorno di festa e di pace. E ciò non era scontato.
Credo di dar voce al pensiero di tutti se dico che in quanto sopravvissuti abbiamo un grosso debito nei confronti di chi è caduto per far si che il sogno di questo giorno di pace si avverasse.” Fece una breve pausa lasciando che il grave silenzio invadesse la pianura e desse modo ad ognuno di riflettere. Poi riprese.. “abbiamo il dovere di proteggere e di promuovere questo mondo finalmente sereno che ci hanno lasciato in eredità.
È questa consapevolezza che ci permette di guardare con occhi nuovi alle differenze e ai pregiudizi che ci dividevano ieri, e che hanno permesso che le idee razziste di Voldemort prendessero piede e ci travolgessero!” che liberazione poter finalmente dire quel nome senza alcun timore… il ministro sorrise di nuovo in modo aperto.
“ma non potrei essere più felice oggi, di dirvi che quest’incubo è finito! Ci siamo svegliati, abbiamo preso coscienza dei nostri errori e apprezzato la forza dell’unione…” a questo punto la sua espressione si fece dolcemente nostalgica “mi piace citare un mio vecchio amico, che purtroppo è stato tra i primi ad essere vittima della follia di Voldemort, dicendo che uniti siamo più forti che da soli… Ieri nella guerra, come oggi nella pace.
Spero che potremo da oggi in poi lavorare e muoverci per realizzare questo suo grande sogno: un mondo tutto unito, libero, incurante delle differenze di sangue e razza, finalmente consapevoli che di fronte alla potenza di magie inspiegabili come la vita e la morte siamo tutti irrimediabilmente uguali….. perfino Voldemort….. che si era soltanto illuso di aver sconfitto la morte.” E a queste parole un paio di occhi rossi divennero per un attimo tristi… al pensiero di quello che era stato solo un bambino talmente spaventato dalla solitudine in cui era nato… da essere terrorizzato alla follia di quella della morte.
“carissimi…” il ministro continuava il suo discorso “la nube di Voldemort si è dissipata, e oggi possiamo vedere il sole. È l’inizio di un mondo nuovo………. Ma la guerra ci ha portato via molte persone care… padri, madri, fratelli, familiari……. E amici..” aggiunse non riuscendo a nascondere una vena di dolore profondo nella voce a quelle parole… troppi tra i suoi amici nell’ordine non avevano visto il mattino del primo luglio…
“un gruppo di impagabili volontari” riprese scuotendosi “in questi giorni si è adoperato per rintracciare i nomi di ognuno di loro e raccoglierli in una lista, perché oggi siamo qui principalmente per queste persone, per poter salutare degnamente ognuno di loro.”
Un giovane mago si avvicinò di corsa e consegnò a Kingsley un plico tristemente grosso.
Il ministro lo aprì lentamente e ne osservò per un istante il contenuto prima di risollevare lo sguardo sulla folla.
“ora leggerò la lista, spero il più chiaramente possibile, e vi prego di rivolgere un pensiero ad ognuno di loro… anche se non lo conoscevate.. perché in ogni caso se lo merita…”
l’uomo prese un gran respiro e iniziò… in ordine alfabetico tutti i nomi dei caduti cominciarono a venir scanditi, e l’incantesimo di risonanza li fece riecheggiare uno ad uno ai quattro angoli della pianura.
Ad ogni nome qualcuno abbracciava i propri cari.. altri scoppiavano a piangere senza poter trattenere il proprio dolore.
Dred si guardava intorno cercando almeno un po’ di comprendere il dolore che le persone intorno a lui stavano provando…. Perdere una persona cara in guerra… si sentiva terribilmente fortunato a non dover provare nulla di simile.. e anche un po’ in colpa per quella sua fortuna.. pensò di nuovo a Luna e si voltò verso di lei. E fu nel momento in cui il ministro pronunciava il nome “Raven Drawlight” che vide Neville drizzare le schiena con solennità e stringere un braccio intorno alle spalle di Luna.. che invece smorzava una lacrima in un sorriso..
Allora capì che si trattava di lui… era quello il ragazzo che la sua amica aveva atteso invano…. Raven.. si ricordava di lui.. quel ragazzo di Serpeverde dall’aria strafottente e la faccia sempre scocciata.. smorzò un sorriso anche lui -era così ovvio in fondo..- pensò..
Il ministro leggeva mentre ognuno ricordava dentro di se più gente che poteva… Aida pensò che la cosa più vera fosse che avevano un debito nei confronti di chi era morto in battaglia..
Era così… lei aveva un debito.. un debito di vita nei confronti dell’uomo che era venuto a salvarla rimettendoci la sua vita… un debito che forse non avrebbe mai potuto saldare completamente..
ma c’era qualcosa che poteva fare… qualcosa che avrebbe dato un senso al suo essere ostinatamente sopravvissuta a tanti migliori di lei… aveva promesso a quell’uomo, a Remus Lupin, di consegnare il suo ultimo messaggio a una persona.. era giunto il momento di farlo..
A neanche un passo da lei, mentre Kingsley scendeva sempre di più nell’elenco, Giuly stava pensando…
Notò che in quell’elenco non figurava nessuno dei numerosissimi seguaci di Voldemort che avevano perso la vita la notte della guerra.
In un qualche modo… non le parve giusto.. non fare neanche il nome di coloro che avevano combattuto ed erano caduti sull’altro fronte della battaglia. Erano morti….. e davanti alla morte… non ci sono differenze. Nessuno merita di essere dimenticato.
Tuttavia le sembrò inappropriato e poco furbo ergersi e urlare questa sua convinzione. Così si limitò a pensare all’unico di loro che aveva conosciuto.
Sorrise impercettibilmente delineando il suo viso nella mente. Voleva ricordarlo… Lucius Malfoy. Quel Lucius Malfoy che voleva che suo figlio fosse un uomo libero voleva ricordarlo.

 
Quando anche l’ultimo nome fu uscito solennemente dalla sua bocca il ministro tacque. Per un lunghissimo attimo, rimettendo a posto il plico di fogli.
Aspettò senza fretta e con rispetto che ogni singhiozzo si calmasse e cadesse di nuovo il silenzio assoluto… poi parlò di nuovo:
“ecco… questi sono i nomi di coloro che in particolare dobbiamo ringraziare per questo nuovo mondo, perché per esso hanno dato la vita….” Solo allora tornò a sorridere
“queste persone….. non dimentichiamole mai..”
un assordante applauso spontaneo sorse dalla folla e si propagò con la rapidità di una valanga in tutta la pianura. In pochi istanti ogni persona o creatura stava battendo le mani in un ultimo scrosciante saluto di ringraziamento..
a ruota si levarono le urla di gioia e i fischi in un caos sempre più crescente.
Avvolto da questa pioggia di applausi Kingsley agitò la bacchetta a mezz’aria facendo comparire al centro del palchetto una gigantesca lastra di ossidiana con incisi sopra in lettere d’oro ogni singolo nome pronunciato poco prima…
Gli applausi si moltiplicarono e qualche lacrima andò ancora a rigare il viso di qualcuno..
Ora per sempre.. ci sarebbe stata traccia del passaggio dei loro cari e del loro operato…

 

Faith e Dred riuscirono a raggiungere il gruppo solo molto tempo dopo la fine della commemorazione.. quando il dissiparsi lento della folla in un mare di rumorosi CRACK! Permise loro di muovere qualche passo in una qualsivoglia direzione.
“uff.. credevo che mi spremessero come un limone lì in mezzo!” brontolò Dred cercando di raddrizzarsi le scapole accartocciate dalla folla.
“bello il discorso del ministro vero?” disse Logan ricevendo numerosi cenni di assenso in risposta.
“hei! Guardate chi c’è laggiù!” esclamò Giuly puntando il dito alle spalle di Faith, che si voltò vedendo a pochi metri da loro la chioma fosforescente di Verde che si guardava intorno con aria un po’ smarrita. Camminava vicino a suo padre, un uomo di colore, piuttosto giovane, con un voluminoso cespuglio di ricci.
Faith sogghignò:  -ma che bel fenicottero verde..- pensò volontariamente facendo girare di scatto la testa alla ragazza.
La mora scoppiò in una risata mentre Verde sospirava rassegnata, salutava suo padre e si avvicinava al gruppetto.
“buongiorno a tutti..” disse. Giuly l’abbracciò di slancio mentre Faith le diceva “alla fine come mai hai fatto tardi?”
in quel momento si sentì un urlo di trionfo che fece fare un salto a tutti e un istante dopo una ragazzina con un paio di trecce spettinate piombò addosso a Dred attaccandoglisi  alla schiena modello scimmia “oddio Rachel!!” strillò lui riavutosi dall’infarto “vuoi spezzarmi in due?” le disse strappandosela di dosso e tirandola su, seduta sul suo braccio.
“Deddy, mamma vuole sapere perché non sei venuto con noi stamattina!” cinguettò la bambina.. Dred arrossì mentre Logan tentava di riprendersi dalla crisi di risate che l’aveva colto al sentire il nomignolo “Deddy” e Giuly commentava “certo che la mania di saltare addosso alla gente è di famiglia..”
“Rachel, Deddy dice a mamma che si sta facendo vecchia! Glielo avevo detto che venivo con Faith!” protestò il ragazzo tentando di prendere a calci Logan che ormai si era addirittura accasciato per terra.
Aida aggirava lo sguardo intorno ignorando il casino che i suoi amici le stavano facendo accanto..
Finalmente il soggetto delle sue ricerche le si palesò davanti agli occhi.
“scusatemi un secondo..” disse al gruppo che non la sentì nemmeno. Poi si incamminò.
Si fece strada tra la folla di gente finché non raggiunse la giovane donna dal viso a forma di cuore e i capelli rosa acceso che parlava con l’ormai leggendario Harry Potter e il suo amico coi capelli rossi.
Aida notò immediatamente il bimbo dalle guanciotte rosee e grassocce, e dagli insoliti capelli azzurro acceso che teneva in braccio…. La stretta allo stomaco le aumentò del 200% nel vedere il bimbo svegliarsi e stiracchiarsi pigramente rivelando una coppia di occhi castano chiaro identici a quelli del suo professore.
A pochi passi da lei, si portò rapidamente una ciocca di capelli dietro l’orecchio nervosa, e si strinse una mano sul davanti della maglietta come per cercare di tenersi fermo lo stomaco in subbuglio.
Respirò a fondo per farsi coraggio. Doveva farlo. Doveva dire a quella donna quali erano state le ultime parole di suo marito, quello che i suoi occhi le avevano trasmesso..
Attese ancora qualche istante che salutasse i due ragazzi, poi si avvicinò
“mi scusi… Ninphadora Tonks?” la donna si voltò dalla sua parte sorridendole.. Aida inghiottì a vuoto…
“mi scusi..” disse di nuovo “io.. ho un messaggio per lei.. da parte del professor.. cioè volevo dire.. da Remus Lupin”
la donna si portò una mano davanti alla bocca mentre il suo viso si contraeva combattuto tra stupore, sollievo e dolore, e i suoi capelli diventavano di colpo di un malinconico e dolce lilla intriso di celeste.

 
“a proposito Verde!” esclamò Faith.. la ragazza allontanò lo sguardo da Aida che parlava con Tonks lontano da loro e lo riportò sulla sua amica.
“ma Alex?” le chiese la mora ottenuta la sua attenzione.
Il viso serio di Verde si adombrò ulteriormente facendo morire il sorriso sul viso di Faith..
“non poteva venire.. aveva un altro funerale oggi..” disse piano.
Una catena di espressioni di stupore serpeggiò tra gli altri.
Blaise incrociò le braccia al petto con aria grave
“ma allora.. quel suo amico.. l’hanno trovato?”
la ragazza annuì.
“oddio Verde! Come mi dispiace!” esclamò Giuly stringendosi le mani sul cuore.
“soffro per lui..” ammise Verde “non si meritava anche questo dolore…”

 

 

 
Molte miglia lontano da quella pianura, nel profondo del cimitero babbano Highgate, Alex osservava come ipnotizzato la lastra di pietra incassata nel terreno sulla quale era stata fissata la lapide del suo amico. Sentiva come un ronzio lontano la lenta preghiera di quel prete che parlava da quasi un ora di Michael come se lo conoscesse.
Ogni volta che pensava il suo nome gli saliva un groppo alla gola insostenibile.
Eppure non riusciva ancora a crederci.. a rendersene conto appieno… che il suo migliore amico, Michael Kean, non c’era più.
Non ci aveva creduto quando gli avevano detto che non lo trovavano, che era disperso: era impossibile non notare Michael quando arrivava in un posto. Non ci aveva creduto quando gli avevano detto che era morto. Perché uno come lui, uno forte come lui, vivace, intenibile… come lui… non era possibile fermarlo.. ne era certo.
Eppure si trovava al suo funerale.
Non poteva crederci.
Tra l’altro niente in quel posto e in quel momento ricordava vagamente Michael.
Il cimitero Highgate era un luogo pacifico, sereno, per nulla spettrale. Michael era sempre esagitato.
C’era il silenzio.. e Michael viveva di musica, viveva di rock..
Persino la foto che i genitori avevano scelto da mettere sulla lapide Alex trovava che non gli somigliasse per niente.. era vecchia di tre anni.. perché, a quanto aveva capito, era la foto più recente che i genitori erano riusciti a trovare dove Michael non si stesse esibendo in qualche smorfia assurda.
In più i signori Kean erano entrambe babbani, e avevano giustamente preteso che il funerale si svolgesse nel loro mondo.. alla loro maniera. Poco importava se avessero fissato la data lo stesso giorno della commemorazione pubblica nel mondo magico..
Alex pensò che in fondo non faceva differenza.. anche fosse andato alla commemorazione sarebbe comunque stato solo il nome di Michael che avrebbe voluto ricordare… e quello di Mark April naturalmente..
Sospirò e alzò gli occhi al cielo terso e azzurro mentre il prete continuava il suo discorso che probabilmente nessuno dei presenti stava ascoltando.
Erano solo in sei dopotutto.. lui; David che fissava inespressivo la foto di Michael; Jay coperto di bende da capo a piedi, alcune delle quali che ancora si sporcavano di sangue, che stava piangendo, in silenzio; la madre di Michael; e suo padre, che immobile e distinto, teneva stretta tra le braccia la sua figlia minore Evee che piangeva a dirotto.
Alex conosceva bene Evee.. che non aveva ancora 16 anni e curiosamente era anche lei una strega.. una coppia di babbani che metteva al mondo due maghi.. Alex lo aveva sempre trovato strano.
Tuttavia la ragazza, che assomigliava in maniera incredibile a Michael eccetto gli occhi che erano celeste chiaro, aveva sempre professato di avere la dubbia arte divinatoria del medium: la capacità di incontrare i morti in sogno.
Non era una magia comprovata e unanimemente accettata.. Alex ad esempio non ci aveva mai creduto granché…. anche perché non credeva neanche nell’immortalità dell’anima, e forse era anche per questo che non riusciva a darsi pace…
Forse non era perché non sapeva nemmeno come era successo che il suo amico era morto, forse non era il pensiero che se fosse stato con lui forse avrebbe potuto aiutarlo come aveva fatto con Jay..
Forse e più probabilmente dipendeva dalla consapevolezza che ora Michael non c’era più… in tutti i sensi… che non si trovasse più da nessuna parte.
Non aveva mai creduto alla strana magia di Evee.. e probabilmente, a giudicare dal modo in cui lei piangeva, aveva fatto bene a non credergli.. se davvero avesse potuto incontrare ogni notte il fratello nei suoi sogni non si sarebbe disperata così..
Il prete invitò ad un momento di raccoglimento nel silenzio e tacque..
Tutti i presenti fissavano il viso del ragazzo ritratto nell’immobile fotografia babbana sulla lapide.. pensavano a lui…
Alex pensava con aria assente all’espressione intelligente e concentrata che Michael aveva a lezione, così diversa da quella che conosceva chi lo vedeva solo fare il matto con un microfono in mano. Gli venne quasi da sorridere a  ripensare a loro due in classe: lui che dormiva, e Michael che fissava, da dietro i suoi (segretissimi) occhiali con la montatura nera, il professore con aria scettica.
Jay invece pensava alla felicità del suo amico quando era entrato nel gruppo, come voce tra l’altro… gli era sembrato quasi che avesse cominciato a emanare luce propria!
A David invece venne in mente quando lo aveva convinto a suon di pugni a smettere di fumare. “ti rovini la voce razza di deficiente!!” gli aveva urlato.
Anche a lui venne quasi da ridere.. chissà perché di tanti momenti insieme gli si era evocato proprio quello…
Il prete interruppe il flusso dei loro pensieri ricominciando a parlare e avviandosi alla conclusione della cerimonia…. Ma fu solo quando pronunciò la parola “Amen” che Alex si ridestò del tutto dal suo torpore.
Il prete si allontanò.. e Jay si precipitò ad abbracciare la madre di Michael che si era finalmente abbandonata a lacrime liberatorie.
Alex guardò i suoi due amici poco dopo che i signori Kean avevano iniziato ad allontanarsi.. avevano portato tutti qualcosa da lasciare al loro amico per sempre.
David poggiò sulla pietra sotto la lapide il suo plettro rosso fuoco “mai più senza di te..” sentenziò con tono fiero.. avevano deciso di sciogliere il gruppo.. non avrebbero mai più potuto suonare insieme comunque.. perché non sarebbero mai più stati tutti..
David scambiò un sguardo intenso con Evee, prima di avvicinarsi a lei e stringerla.. dopo due anni che neanche si parlavano..
Dopo di lui si avvicinò Jay alla tomba e piantò nel terreno poco davanti le sue bacchette per la batteria.
Quando fu Alex ad avvicinarsi stringeva tra le mani una cornice. Si inginocchio a terra e poggiò la foto incorniciata accanto al plettro e le bacchette.. la sistemò per bene e sorrise: la foto era di appena un  mese prima e ritraeva lui con la sua solita aria tranquilla e Michael che gli stringeva un braccio attorno al collo e faceva una boccaccia paurosa facendo con la mano il segno del rock..
Quello era Michael.. e si meritava di essere ricordato per come lui amava essere.
“Alex..” lo chiamò con tono timoroso Jay..
“cominciate ad andare…” rispose lui senza voltarsi “io arrivo subito..”
sentendo i passi dei suoi amici affievolirsi alle sue spalle osservò ancora per un po’ il viso di Michael che gli faceva le smorfie dalla foto.. non riuscendo a sopprimere quella scomoda sensazione di silenzio dentro che aveva da quando aveva saputo che era morto..
era come se non riuscisse più a provare niente.. ne a pensare nel profondo.. solo superficialmente… era come se l’io dentro di se chiamasse e gli ritornasse indietro solo l’eco..
tirò su col naso riscuotendosi appena e iniziò ad armeggiare con la tasca dei jeans.. ne estrasse un foglio vecchio, consunto e spiegazzato dalla scomoda posizione in cui era stato costretto nelle tasche; lo lisciò con le mani alla meglio…. Era l’ingrandimento fino a livelli esagerati di una foto su foglio plastificato.. chiaramente solo un piccolo frammento della foto nella sua interezza.
Ritraeva, girato a tre quarti, un ragazzo esile e dall’aria un po’ dimessa. Era un po’ sgranata… ma si intravedevano i lineamenti del viso, i capelli chiari e lisci e gli occhi gialli.. come i gatti.. del ragazzo..
Alex abbozzò un sorriso.. aveva fatto una fatica del diavolo, si era impegnato come mai in vita sua per trovare quello scatto.
Una foto di Mark April… una prova tangibile anche vaga che lui fosse stato a scuola come tanti altri studenti..
Sapeva che doveva esserci da qualche parte… per forza.. lui si era sempre sentito invisibile, ma non era possibile che davvero non ci fosse prova della sua esistenza.
All’inizio credeva fosse un’impresa facile… in fondo tutti gli studenti compaiono sull’annuario almeno l’ultimo anno tra le foto degli studenti uscenti……. Eppure quando aveva ripescato l’annuario del suo quarto anno, il settimo di Mark, lui non c’era… sembrava che si fossero dimenticati di lui persino in quell’occasione..
Aveva spulciato tutti gli annuari scolastici e gli articoli con le foto della scuola che aveva trovato per casa, e alla fine alla quarta rilettura aveva notato, sullo sfondo della foto che ritraeva Cedric Diggory che veniva selezionato come campione tremaghi, il suo viso tra le fila di ragazzi di tassorosso in estasi….
Alex si sporse in avanti per fermare la foto di Mark sotto la cornice della foto di lui e Michael.
“fatevi compagnia ok?” disse al vuoto…
poi si alzò facendo leva sulle ginocchia e represse un nuovo groppo di lacrime che minacciava di scappare fuori.. se avesse cominciato a piangere era certo che non si sarebbe più riuscito a fermare.

 
Restò solo qualche altro istante a fissare il viso dell’amico nella foto che aveva portato, poi si voltò e si incamminò via.. con il silenzio che lo divorava dentro… sentiva che avrebbe potuto annegarci.. forse si sentiva soltanto solo… con il peso della morte di Mark sulle spalle, l’incertezza di cosa o chi si fosse davvero portato via Michael.. e il silenzio nel fondo dell’animo lasciato da quel vuoto……
“Alex!” la voce alle sue spalle, il suo nome gridato forte in mezzo a quel silenzio lo fece sobbalzare e lo strappò dai suoi pensieri in cui stava sprofondando.
Si girò per incontrare a qualche metro di distanza gli occhi celesti di chi lo aveva ripescato all’ultimo dal baratro: Evee Kean….. aveva il fiatone.. e aveva smesso di piangere..
“Evee.. “ disse sorpreso “credevo che fossi andata via…” la ragazza non diede adito di averlo sentito.
“Alex.. Michael… Michael mi ha detto..” riprese fiato un istante
“Michael è venuto da me stanotte… mi ha detto di dirti… di stare fuori dai guai!” gli disse.
Il ragazzo sbuffò strofinandosi una mano tra i capelli blu… e lui che stava anche a sentirla… le voltò le spalle
“ti prego Evee non ricominciare.. non mi pare che ci sia da scherzare..” le disse in tono freddo..
la ragazza lo fissò che si rincamminava per qualche istante
“mi ha detto anche..” gli urlò dietro imperterrita “di dirti… -gliel’ho fatto sentire il vero rock!-..” le gambe di Alex si paralizzarono sul posto
“tu per caso sai cosa significa…?” gli chiese ancora Evee.
Il ragazzo sgranò gli occhi… quella frase… quella stupidaggine sul far sentire ai mangiamorte il vero rock… gliela aveva detta Michael poco prima che loro quattro si smaterializzassero sul campo di battaglia.. lei.. Evee non poteva saperla..
Si voltò di scatto.. non sapeva ancora per dirle cosa… ma vide solo la sua schiena in lontananza che correva via..
Era assurdo.. ma sorrise… un sorriso vero, di felicità.. in mezzo a quel cimitero..
Possibile che fosse vero? Possibile che veramente Evee Kean potesse incontrare i morti in sogno?
Per la prima volta voleva disperatamente crederci..
Sorrise ancora mentre qualche lacrima riusciva a scivolargli via dagli occhi…. Il flusso dei suoi pensieri.. e dei ricordi di Michael.. aveva preso a scorrergli come un fiume in piena dentro… divorando finalmente il silenzio…

 

 

 

 

 

Autrice: finito!!! Anche questo capitolo devastatemene lungo è FINITO!!!

Ron: ed era anche ora… ma quanta roba ci hai messo?

Autrice: bhè serviva un po’ a chiudere i giochi.. i nodi dovevano venire tutti o quasi al pettine.. spero di essere riuscita a mettere la parola fine alla maggior parte delle questioni lasciate in sospeso nel corso della storia…. ^^

Ron: hem… quel quasi non mi piace… le altre? A me ne vengono in mente almeno 3…

Autrice: ovviamente nel prossimo e ULTIMO  capitolo che sarà anche l’epilogo di questa storia!

Ron: non ci credo che hai detto la parola ultimo… mi sembra di sognare finalmente sarò libero ç_ç

Autrice: che esagerato >_>…. Comunque per chiunque temesse l’epilogo della Rowling… tranquilli!!! Il mio si svolge solo 2 mesi dopo!! ^^ niente figli con nomi improbabili..

Draco: ne stempiature spero…

Autrice: no tranquillo….

Ron: peccato era l’unica parte che mi era piaciuta >_>

Draco e Ron come da routine si pestano nella stanza dell’autrice che, ormai abituata, non li caga e si appresta a scrivere la parola fine a questa storia epocalmente lunga XD

 

 

 

 

 

Risposte alle rec:

Treasterischi: come hai detto i nodi da sciogliere erano parecchi ^^ spero di essere riuscita a rispondere almeno ad alcune delle domande! Il resto nell’epilogo!
Giugiu182: come va la tua sbronza??? Spero che questo capitolo oltre a commuovere riesca anche a farti un po’ sorridere
Imperfect_angel: grazie per il voto tra le storie scelte!! E, come hai visto, questo non è l’ultimo cap… ce n’è ancora uno ^^ anche io ho adorato il ricongiungimento con Aida, ci stava dai!!!
Emrys: non è mai troppo tardi per unirsi ai recensori! XD grazie di esserti aggiunta ^^ spero che il finale in arrivo soddisfi anche te.

 

 

 

 

 

  
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