un grazie a Valerie_Laichettes per la recensione che mi ha fatto davvero piacere ricevere =)
spero che continuerai a seguirla e che ti piaccia il mio nuovo capitolo!
anche se non leggera' mai queste righe, vorrei dire una cosa, prima di lasciare spazio alla lettura.
come altre volte ho fatto, dedico questa storia, al mio migliore amico, nonche' la persona che amo, da cui ho preso spunto per il ragazzo protagonista.
 il perno che sostiene la mia vita. grazie di esserci.
l'Autrice
Fu l'acqua a svegliare Hope. Un getto gelido che piombo' su di lei facendola sobbalzare trasalendo.
Quando collego' che era sveglia, si porto' una mano al viso, senza trovare le parole giuste da urlare al responsabile, ansimante per il brusco risveglio.
- Sveglia! - una voce ancora piu' gelida dell'acqua, se possibile, le risuono' nelle orecchie.
Hope sbatte' una mano contro il muro alla sua sinistra, per la frustrazione e si tiro' su dal giaciglio dove dormiva, ancora grondante.
La mattina cominciava alla grande.
Hope usci' dalla sua cuccetta quasi trenta secondi dopo, gia' pronta.
A parte il risveglio era eccitata come non mai.
Il suo prima giorno di vero addestramento, aspettava quel momento da mesi.
Non ricordava molto della sera prima.
Era stata accompagnata da Fidia nel suo cubicolo dove c'era giusto il posto per il sacco che fungeva da letto e li' si era addormentata secca.
Il corridoio era stipato di gente.
Ragazzi, grandi e piu' piccoli, si dirigevano in fretta verso la fine del tunnel lungo e stretto.
Anche lei lo percorse, ignorando le occhiate maligne dei suoi nuovi compagni.
Finalmente si ritrovarono nella mensa, un'enorme sala con quattro grandi tavolate, piu' una in fondo.
Qui i due flussi paralleli di ragazzi riceveva la propria colazione.
Hope si accodo' e comincio' la lunga processione verso la sua razione, a testa bassa.
Ovunque si girasse non vedeva altro che occhiate di scherno, perplessita' ma anche una sottomessa curiosita'.
Sospiro' e rialzo' lo sguardo.
I suoi occhi incontrarono immediatamente un altro paio, castano scuro, che la fissavano, quasi sovrappensiero.
Hope fece scorrere lo sguardo, avvertendo una strana sensazione alla testa.
Appartenevano a un ragazzo che doveva avere circa la sua eta', alto e magro.
Aveva folti capelli scuri e lisci, leggermente lunghi fino al collo, dove si notava il pomo di Adamo gia' sviluppato.
Il viso chiaro impassibile, con un vago accenno di barba che gli facevano assumere un'aria matura.
Era vestito completamente di nero: indossava un pastrano nero che gli scendeva su pantaloni scuri infilati in un paio di stivali di cuoio.
Aveva guanti senza dita di pelle nera.
Istintivamente Hope si controllo' le proprie mani, coperte da guanti uguali e rialzo' impercettibilmente lo sguardo verso di lui.
Ebbe immediatamente l'impressione che a lui fosse venuto in mente lo stesso pensiero.
Si guardarono, negli occhi, senza cambiare l'espressione una sola volta.
Era strano, constato' Hope.
Era come se fossero gia' in sintonia, anche non conoscendosi.
La ragazza abbasso' la testa, distogliendo lo sguardo, sentendo una sorta di calore intorno al collo.
Dopo qualche minuto arrivo' finalmente il suo turno, e si avvicino' al tavolo.
L'uomo che stava dietro le porse senza neanche guardarla una ciotola scura, contenente un liquido dall'aspetto tutt'altro che invitante.
Si affretto' a cercare un posto libero al tavolo piu' vicino, spintonata dagli altri.
Si sedette e comincio' a mangiare. Pensava alla giornata che l'aspettava, ma i suoi pensieri furono interrotti da un figura che si sedette di fronte a lei, con la sua ciotola, pochi secondi dopo.
Era il tipo di prima.
Hope avverti' una strana energia diffondersi e un tuffo al cuore le fece bloccare il cucchiaio di legno mezz'aria, appena noto' un particolare che prima non aveva visto.
I suoi occhi. Scuri e profondi, le fecero pensare a tinozze di cioccolato fondente (lo so, probabilmente non esisteva il cioccolato fondente, ma lasciatemelo passare, ndr =)), ma avevano qualcosa in piu'.
Qualcosa di estremamente familiare.Â
Delicati filamenti dorati che si perdevano nell'iride.
Del tutto simili ai suoi argento, che si perdevano nelle sue iridi blu.