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Autore: Poetessa    15/06/2010    2 recensioni
Funziona così: il tuo cuore si ferma ogni volta che un altro batte così velocemente. Ti ruba la tua anima, ti ruba quello che sei. E quando dormi l’unica cosa che puoi fare è spegnere il suo cuore per sentire il tuo ancora nel petto. È sempre così.
Genere: Romantico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note dell’autrice:

Questo è un capitolo di collegamento, in realtà solo una scena. Per introdurre questo personaggio.

Volevo ringraziare chi ha iniziato a seguirmi, commentando.

Non so quanto frequentemente aggiornerò, sto sviluppando un po’ la trama e alcuni punti devono essere ben saldi prima di proseguire.

A presto…

Poetessa

 

 

~ Christie ~

 

Sono le tre di notte, dal piano di sopra si sentono le voci di una festa che si sta spegnendo. La luce della cucina è accesa. Christie è riversa sul tavolo, una tazza tra le mani e la coperta sulle spalle. E’ luglio e ci sono trenta gradi. E’ pallida. I capelli le scendono disordinati sul viso stanco. Gli occhi sono spenti, sta cercando di non chiuderli, di non addormentarsi. Non ancora, almeno.

“Cosa fai sveglia a quest’ora?” mi anticipa, la sua voce non è che un sussurro.

“Mi sono svegliata.”

“Credevo che ci avresti messo di più.” commenta più a se stessa che a me.

“Mi ha svegliato.” ripeto, stupendomi dall’assurdità della mia affermazione.

“Non è possibile.”

“Lo credevo anche io…” non riesco a capacitarmene. Non ha senso. Non è mai successo. Non sono più di un’ombra nei sogni, nessuno mi può sentire.

…invece… mi ha visto.”

Scuote il capo. Soffia sulla tazza di tè fumante. Non ci crede. Come potrebbe?

“Ero sospesa… Sentivo i miei passi, toccavo quello che mi circondava. Ero nella sua vita reale: lui mi sentiva. Poi ha aperto gli occhi e mi ha visto.”

Il suo sguardo si fissa nel mio, poi si perde, si offusca come se fosse in un’altra dimensione, lasciandomi sola con le mie paure.

Si solleva e si trascina fino al lavandino, apre il rubinetto. L’acqua scorre riempiendo la tazza piena ed il liquido che ne esce si fa sempre più chiaro. Non dice niente. Resta immobile, i palmi inchiodati sull’acciaio della cucina. Christie è solo l’ombra della donna che era, un fantasma. Me ne rendo conto solo ora.

“Ti senti bene?” chiedo preoccupata.

“No.” è un sospiro, niente più.

“Mi sta uccidendo.”

Il secondo dopo è a terra, riversa sul pavimento. Dorme. Il suo respiro è flebile. Daimon, il nostro pastore tedesco, le lecca la mano. Qualcosa è andato storto. Non è da lei, non l’ho mai vista così. Basta una notte per spezzare una vita, una sola notte per recuperare a lungo le forze. E’ una settimana che si trascina dalla camera al salotto. So che non ha il coraggio di chiedermi aiuto, ma questa volta non ho la forza di lasciarla sola.

Le tocco la fronte ed entro nel suo sogno.

 

   
 
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