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Autore: candidalametta    15/06/2010    3 recensioni
“ancora problemi con quella battuta Pattinson?”
, e ha già la risposta in quella pupille dorate che hanno perso da tempo la dolcezza del miele.
“vattene” mormori in risposta costringendoti a non guardarlo, a ignorare la pelle bianca che riluce con freddezza di cadavere e pietra sepolcrale.
“ti piacerebbe”
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per te cambierei le costellazioni del cielo
E inventerei nuovi modi di amare,
perché nulla mi farebbe più felice che essere tua …”

E il sorriso ti nasce spontaneo sul volto tirato, stanco di troppi ciak, perché nulla riesce a commuoverti di più di un cuore ingenuo consegnato alla carta, speranzoso di far arrivare quel battito, d’illudere il lettore di un sentimento sincero.
È una cosa che non hai ancora imparato a gestire, nonostante ti sia fatto promessa di non credere ad ogni parola che porta il tuo nome affianco, come una supplica.

non dirmi che ci credi realmente!” lo sghignazzare è crudele di povertà mentre la pelle tirata del viso assume gli angoli dello sconforto nel sentire la sua voce, “ Robert”.
E sembra quasi materno, mentre scandisce il tuo nome come se potesse concedersi il lusso di calmarti, riportarti sulla terra che ti opprime.
“non sarai tanto stupido da considerarlo vero” e le tue dita sulla carta si stringono in una morsa spasmodica mentre stritoli l’aria, lasciando il foglio di parole adoranti intatto.
loro non possono amarti” sussurra la voce del buio, e scorre come veleno addosso alla tua pelle, sentendo i brividi del freddo di un palmo di marmo che pare accarezzarti, “non sanno chi sei …”.
Ti accasci sul tavolino stringendo gli occhi, rifiutando di lasciarti scrutare come preda dal riflesso ambrato di quello sguardo,“ non vogliono saperlo …” inspiri con fatica l’aria di quel pezzo di carta sotto la tua guancia che sa di caramelle e rose, promette illusioni e dolcezza, come ogni donna che non sa ancora di essere tale.
non gli servi tu, Robert …”, mastichi odio mentre alzi la testa e lo guardi, chiedendoti come faccia ad essere così pericoloso eppure maledettamente attraente.
“loro vogliono me” ghigna con risolutezza, mentre vorresti solo farlo tacere e scheggiare il vetro della tua immagine riflessa, di quel profilo pallido che ha contorni netti nella nebbia che si gonfia dalla finestra aperta.
Impedendoti di farlo solo perché hai bisogno di correre, di perderti nel vuoto di troppa aria, di scappare da quello specchio che ormai legge il mondo con i tuoi occhi, che ruba ogni attimo della tua intimità.

Corri, scardinando la porta di quella cella in cui dovresti riposare invece di combattere il tuo demone.

Lo odi come detesti te stesso, per non essere più che l’ombra di un vampiro, la notte senza fine di una strana eternità dove tremare non ti preoccupa più, perché il freddo nelle tue vene è una cosa con cui convivi da troppi mesi.
Persino i tuoi colleghi rabbrividiscono alle tue mani gelate, senza chiederti se tu stia bene, perché porti il suo nome, ed è normale che tu sia così mentre il tuo stesso corpo ti tradisce diventando lui.
Vedendo le persone muoversi con più lentezza, sentendo la pelle insensibile alle strette più calorose, leggendo negli occhi della gente i loro pensieri. E non sono sesso soldi e gatti.
C’è la disperazione nei loro occhi, c’è un dolore insondabile di chi non riesce ad essere capito, di chi ha paura di fallire, di chi non si sente amato. Hai imparato a leggere queste emozioni perché non riesci a trovarle più sul tuo volto coperto di trucco, sfatto di stanchezza e caos, non puoi permetterti di sprecare ogni singola fottutissima espressione, perché tutto deve servire in quei momenti, quando la macchina riprende con frenesia immobile ed esiste solo il ronzio elettrico delle luci e la battuta da non sbagliare, l’emozione da dare, tutta, fino in fondo, senza lasciare nulla per te se non il vuoto.
Scavare così tanto da non capire la fine del baratro che stai attraversando in equilibrio su un filo, circondato da un vuoto che si popola di voci senza volto, di fan.
Fanatici che ti amano, che si appostano sotto le finestre di casa tua per ore, che vivono delle tue foto e ti chiedi come sia possibile amare il volto di qualcuno su una scatola di figurine.
Mentre tu ti senti così disperatamente solo, perché tutti amano solo il riflesso del tuo viso.
Quello dai capelli rossicci e la pelle di marmo, gli occhi frementi di desiderio e morte, quel sorriso che appare a volte a comando e sai non essere più il tuo.
Ti chiedi cosa sia rimasto di te se non il manichino di un ego troppo grande.
Di uno specchio che sa sempre la verità.

Per te cambierei le costellazioni del cielo
E inventerei nuovi modi di amare,
perché nulla mi farebbe più felice che essere tua
per l’eternità …
mordimi Edward!”
  
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