Questo è il primo giorno del resto della tua vita.
tic-tac.
Corro.
Corro, corro, corro.
Corro, e non so nemmeno dove.
Sono in ritardo!
Un sopramondo, ha detto lei.
Non Il Sopramondo che conosco, no.
Uno qualunque.
Ha detto che sarà quello giusto.
Non avevo nemmeno idea che ce ne fosse più di uno...
Corro.
Si aprirà un passaggio, ha detto.
Quello giusto.
Come la troverò?
Come la troverò se non so nemmeno chi devo cercare?
Una fanciulla di sopramondo.
Certo, perché ce n'è soltanto una, è logico!
Bevi.
Apparirà speciale ai tuoi occhi.
Così riconoscerai quella giusta.
Corro.
Come se in questo caso potesse esistere, quella giusta...
in questo caso non è possibile.
Ma deve esserlo..
Sono in ritardo!
Arrivo.
Mi nascondo all'istante, come sempre.
Sbricio – è una festa.
Persone.
Umani.
Diversi da quelli delle altre volte – abiti diversi, voci diverse, odori diversi – ma umani, ovunque.
Figure umane, tutte, senza eccezione, tutte diverse e tutte uguali – umane.
E una figura che umana non è.
È lei.
È lei, senza dubbio.
Deve essere lei.
Mi nascondo agli altri.
Attiro il suo sguardo.
Oramai sono diventato un esperto – mostrati, nasconditi, falla incuriosire, falla avvicinare, falla allontanare dagli altri.
Fatti inseguire...
non stavolta, no.
Prendila per mano, tira, strattonala.
Continua a ripetere: "Vieni, presto, vieni! Stanno aspettando solo te, e siamo in ritardo!"
Corri, tirandotela dietro.
Siamo in ritardo...
svolta l'angolo giusto.
Passa dall'altra parte – a casa.
Siamo in ritardo, in ritardo, in ritardo!
Correte nel viale, correte sullo scalone, correte nel giardino.
Piombate in mezzo alla danza, tra le coppie vestite a festa.
"La sposa! È arrivata la sposa, finalmente! La sposa che mancava!"
Ti accasci sul prato, ansimante.
Lasci la mano di quella che, ai tuoi occhi, è ancora una figura di fiamma.
Siamo in tempo.