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Autore: herechan    16/06/2010    3 recensioni
"Il mondo iniziava e finiva lì.
Nulla importava, né la brezza gelida che gli accarezzava fastidiosamente la schiena, né il formicolio delle membra intorpidite dall’immobilità.
Nulla importava, se non il calore della pelle di lei a contatto con la sua…"

James, Albus e Lily Potter, figli dell'eroe del mondo magico, la loro crisi familiare, i loro problemi, i loro ricordi.
Il Trio Miracoli, la loro vita da adulti, tra famiglia e lavoro.
Una nuova studentessa con, forse, qualcosa da nascondere.
La guerra sarà davvero finita?
[personaggi principali: James, Sirius Potter, Albus Severus Potter, Lilian, Luna Potter, Scorpius Malfoy, Rose Weasley, Hugo Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, un discreto numero di nuovi personaggi.]
Genere: Romantico, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Il trio protagonista, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Si smaterializzò direttamente nell’atrio del ministero, lasciando incurantemente la macchina nel parcheggio di King’s Cross.    

L’inutile sfarzo della sala urtò le sue pupille, peggiorando il suo già pessimo umore.

Almeno l’orrida fontana che sorgeva lì, in mezzo all’atrio, ai tempi del suo quinto anno era stata sostituita da una più sobria, raffigurante una ninfa che versava acqua da un vaso.

Cominciò a camminare, lasciando che i suoi passi pesanti, nervosi, rimbombassero sul marmo del pavimento, mentre si avviava controvoglia verso l’Ufficio Auror.

Lui e la sua squadra erano stati convocati e lui immaginava già il perché. Scosse la testa, seccato.

Ma quel rompicoglioni di  Raymond Oxenford non poteva semplicemente lasciarli stare così com’erano!

Come si era aspettato che succedesse, sentì dei passi affrettati e familiari raggiungerlo ed affiancarsi a lui, in un ticchettare regolare di tacchi bassi.

- Harry.- la voce bassa, preoccupata, della sua migliore amica lo costrinse a girarsi.

Il morbido, affettuoso, compatimento chiaramente leggibile negli occhi nocciola di Hermione gli provocò un moto di fastidio alla bocca dello stomaco.

Distolse lo sguardo da lei.

Era stanco, davvero stanco, dei tentativi di Ron ed Hermione di indagare sul suo stato d’animo, del dispiacere di Ron, della voce consolante di Hermione.

Sua moglie, colei che giurava di amarlo da quando aveva 10 anni, lei che aveva aspettato senza mai perdere la speranza che lui vincesse la sua guerra contro Voldemort e contro se stesso, l’aveva lasciato, sedotta da un fotografo ventiseienne.

Non era colpa di nessuno, si era ripetuto fino alla nausea per tentare di giustificarla, i sentimenti umani sono imprevedibili. Ma non ci credeva veramente, non poteva. Provava del rancore verso di lei, la odiava. Eppure l’amava ancora.

E le occhiate di Ron ed Hermione non lo aiutavano. Rigiravano solo il coltello nella ferita ancora fresca. Impietosamente.

Lui desiderava solo non pensare. Buttarsi anima e corpo nel lavoro, affogando nella fatica il dolore.

- Harry, aspettami…-

Non si era neppure accorto di aver lasciato che la rabbia allungasse le sue falcate, ed Hermione, la piccola, minuta Hermione, era costretta a trotterellare per stargli dietro.

Rallentò il suo passo, stringendo i pugni fino a farsi male.

- Sto bene, Hermione. - disse in un sussurrò roco. - Sto bene davvero.-

Ma se stava cercando di assicurarlo ad Hermione o a se stesso non era ben chiaro neanche a lui.

***

Il treno scorreva veloce in un paesaggio sempre più selvatico. Il suo rumore metallico e i fischi penetranti della locomotiva riempivano il silenzio pesante che si era venuto a creare.

Lily e Claude, completamente presi dagli affari loro, si disinteressavano assolutamente della coppia seduta di fronte a loro.

Albus ed Helen sedevano vicini, in silenzio, ognuno perso nei suoi pensieri.

Albus si agitò, inquieto. Che strana ragazza, affascinante, misteriosa… Non sapeva che pensarne…

Lei alzò gli occhi e li fissò nei suoi. Un lieve, fastidioso brivido attraversò la schiena del ragazzo.

Si accigliò.

E vide un’ombra passare anche nelle sue iridi…

Schiuse la bocca per parlare, senza neanche sapere cosa dire…

- Ragazzi, non vi pare ora di cominciare a cambiarci?- disse la voce di Lily.

Albus si accorse che sia sua sorella che Claude lo guardavano interessati.

Si alzò di scatto, cercando di non sembrare irritato quanto si sentiva, e fece un cenno a quel cretino di Harris, lasciando alle ragazze la carrozza per cambiarsi.

Una volta fuori il ragazzo cominciò a guardarlo con malizia.

- Non perdiamo tempo, eh, Albus?- scherzò.

Lui lo fulminò con gli occhi, infastidito, più che dalla frase, dalla confidenza non richiesta e non voluta.

- Cosa vuoi dire, Harris?- disse, utilizzando appositamente il cognome per rimarcare la distanza.

Il ragazzo non sembrò afferrare o non volle farci caso. - Non siamo ancora arrivati ad Hogwarts e già fai conquiste!- ridacchiò.

- Ma smettila di dire stronzate, Harris, e lasciami stare!- sibilò tra i denti, irritato.

Prese un lungo respiro, tentando di reprimere la rabbia. Come gli avevano gentilmente fatto notare i suoi fratelli non troppo tempo prima, da quando la loro madre se n’era andata, il suo carattere sfiorava l’isteria.

Claude rise, infastidendolo ancora di più. - Perché, ti dispiacerebbe se una ragazza tanto bella fosse attratta da te? A me sinceramente no…-

- Stai attento o ti farò dispiacere io. - replicò Lily, scherzando, ma non troppo, sbucando fuori dalla porta scorrevole dello scompartimento.

Helen, che la seguiva, ridacchiò.

Mentre rideva, i suoi occhi, prima cauti, si erano totalmente illuminati e la sua fronte si era distesa.

Albus distolse lo sguardo da lei ed entrò nello scompartimento.

***

- Harry, Hermione! - la voce allegra del terzo componente della loro squadra li aggredì non appena aprirono la porta dell’Ufficio Auror.

Un uomo mulatto di circa 36 anni, alto e atletico, con spalle larghe e lisci e lucidi capelli corvini, li guardava con stupefacenti occhi blu petrolio ed un sorriso bianchissimo che spiccava sulla pelle scura, olivastra.

Hermione sorrise. - Blaise! Ciao!-

- Ehi! - salutò Harry, atono.

- Herm, tesoro, che dice il tuo caro maritino? E’ pronto per la partita di domenica? Io ho già puntato la scommessa…-

La donna rise. - Gli Auror non dovrebbero scommettere, Blaise…- lo rimproverò bonariamente, senza una reale speranza di essere ascoltata.

- Sì, sì, certo. L’importante è che i Cannoni di Chudley vincano anche questa partita…-

Hermione scosse la testa, rassegnata.

In quel momento la porta dell’ufficio del Capo Auror si spalancò.

Ne uscì un uomo di media altezza, sulla cinquantina, con capelli sale e pepe radi sulle tempie e l’espressione seriosa e burbera.

Il loro superiore, il Capo Auror Raymond Oxenford.

- Buongiorno Ray. - salutarono, in coro come scolaretti, i tre Auror.

I piccoli occhi marroni dell’uomo saettarono su di loro, avvertendo il tono di scherno nella loro voce.

- Ridete pure, ragazzi, ma qui abbiamo una questione da risolvere…- sbottò, la voce venata di rassegnata severità. - Come ben dovreste sapere, le squadre d’ordinanza degli Auror dovrebbero essere composte da minimo cinque elementi e, se gli occhi non mi ingannano, voi siete solo tre. E i tre più problematici, oserei dire. -

Hermione fece una smorfia e Blaise ridacchiò.

Harry si lasciò andare ad un sospiro seccato. Ma non poteva darci un taglio con la ramanzina!

- Sono mesi che mi prendete in giro dicendo che avreste cercato altri due componenti per la squadra ma è evidente che non ne avete nessuna intenzione.- continuò Ray, infervorandosi sempre di più. -Non posso più lasciarvi fare di testa vostra!-

- Ma andiamo, Capo…- tentò di dire Blaise, ma venne fermato con un gesto imperioso della mano.

-Visto che non avete voluto scegliervi da soli dei compagni, ho fatto in modo che fosse il segretario del ministro in persona a mandarmi gli altri due elementi.- Ray prese un respiro profondo e, quando riprese, la sua voce aveva un tono più calmo. - Domani i vostri due colleghi si trasferiranno nel vostro quartier generale e spero vivamente che almeno darete loro un adeguato benvenuto. I loro nomi sono Diamond, Evangeline McGallagan e Draco, Lucius Malfoy.-

Hermione trattenne il respiro. Blaise soffocò un’esclamazione di sorpresa.

Harry non ci fece nemmeno caso. Tutta la sua attenzione era concentrata sulla sua mandibola che, era sicuro, si era appena sfracellata per terra.

***

Il treno stava cominciando a rallentare. Faceva un freddo assurdo e Albus si strinse di più la sciarpa gialla e rossa al collo.

Sollevò lo sguardo e trovò gli occhi di Helen puntati su di lui.

Non appena i loro sguardi si incrociarono, lei voltò subito la testa, lasciandolo basito, un po’ imbarazzato ma anche dubbioso.

Cosa significava la strana espressione concentrata sul volto di lei? Cos’era l’indecisione nel suo sguardo?

Il treno si fermò all’improvviso, stridendo sui binari.

Lo fece sobbalzare, cogliendolo quasi alla sprovvista.

Helen si alzò, stiracchiandosi come se nulla fosse, come se non l’avesse guardato con quell’intensità, come se non gli stesse trapanando il cervello coi dubbi si ritrovò a pensare Albus, tentando di dominare la sua recente irascibilità.

Lei fece per recuperare il suo baule, almeno in apparenza felicemente ignara dei sospetti di lui.

- No, Helen. - le disse Claude con affettata gentilezza. - Lascialo pure qui. Lo porteranno direttamente nel tuo dormitorio, qualunque esso sarà… Io spero sinceramente di vederti tra noi Grifondoro…- 

Lily le sorrise. - Spero tanto anch’io di vederti nella culla dei coraggiosi…- le disse briosamente, poi lanciò a lui un’occhiata di sottecchi. - E lo spera tanto anche Albus! -

Albus sobbalzò appena, sentendosi preso in causa senza che lo avesse richiesto. Ma ugualmente si sforzò di annuire.

Gli occhi si lei si allargarono appena mentre si apriva in un sorriso quasi timido. - Grazie, davvero. Lo spero tanto anch’io…-

 

Scesero insieme dal treno. Faceva ancora più freddo di quanto Albus avesse pensato e una pioggia leggera ma ghiacciata pungeva le loro mani e i loro visi.

Lente, salivano per la collina le carrozze, apparentemente mosse solo da qualche magia. Ma, come aveva scoperto dai racconti di suo padre, erano in realtà tirate da strane creature nere e scheletriche, simili ad enormi cavalli ossuti dalle ali squamose ed il pelo vellutato.

Helen guardava fissamente i veicoli, affascinata.

- Non sapevo che esistessero dei Thestral addomesticati.- commentò con semplicità.

Albus si voltò verso di lei.

- Puoi vederli?- chiese, sbigottito.

-  Sì. - rispose lei tranquillamente.

- Primo anno!- risuonò il richiamo possente di Hagrid. - Primo anno da questa parte! -

- Devo andare…- salutò Helen, ma non si mosse.

Lei e Albus rimasero a guardarsi per pochi ma interminabili secondi, senza sapere cosa dire.

- Primo anno!-

- Ehm, forse io…- balbettò la ragazza, insicura.

- Si, devi andare…- rispose, ancora più insicuro, lui.

Lei si voltò di scatto e cominciò a camminare, sparendo quasi subito tra la folla.

Con un sospiro, anche Albus si avviò verso le carrozze. Avrebbe salutato Hagrid più tardi.

Una mano delicata gli afferrò il braccio senza preavviso, trattenendolo con gentilezza e facendolo sobbalzare per la sorpresa.

Era lei.

- Senti…- gli disse, sbrigativa, tirandolo per il braccio per avvicinarlo a sé. - Mettiamola così. Mi sono trasferita in Gran Bretagna perché troppe persone, e quelle sbagliate, sapevano chi ero.- Detto questo lo lasciò e scomparve nella calca.

Albus rimase immobile, ormai irrimediabilmente confuso.

- Oh, adesso sì che è tutto chiaro! - esclamò ironicamente rivolto al nulla.

Una mano si posò sulla sua spalla, facendolo sobbalzare di nuovo.

- Ehi, ma adesso parli anche da solo?- gli chiese un’amichevole voce maschile.

Albus sorrise, voltandosi.

Un ragazzo alto e pallido, dai capelli castano chiaro, lisci e scompigliati, i lineamenti delicati, e con puri, quasi fanciulleschi occhi di un grigio-azzurro slavato. Gli sorrideva, l’espressione vagamente divertita.

Dietro di lui, una ragazza dall’espressione decisa e dalla bellezza vivace. Lunghi riccioli di un rosso acceso le sfioravano la schiena, aveva una delicata spruzzata di efelidi sul naso e i grandi occhi cerulei brillavano d’intelligenza.

Una spilla da prefetto brillava sulla divisa di entrambi.

Matthias Thomas e sua cugina Rosalie Weasley, gli amici più cari che avesse mai avuto.

- No, io direi di no…- rispose, sentendosi immediatamente un po’ più sereno.

 

Salirono tutti e tre insieme su di una carrozza, che rollò leggermente sotto il loro peso

- Oh, ciao!- salutò allegramente una voce.

Un ragazzo altissimo e dinoccolato, sottile come un giunco, con capelli rossissimi, simili ad una fiamma viva, e iridi di un morbido castano chiaro.

Albus sorrise al cugino, salutandolo.

- Ehi, fratellino!- gli fece eco Rose.

- Hugo! Ciao!- esclamò vivacemente Lily, entrando nella carrozza, poi corse a sedersi accanto al suo migliore amico.

Claude la seguì, scoccando a Hugo uno sguardo di malcelato fastidio.

L’idea che il damerino biondo fosse geloso del loro cuginetto divertì perversamente Albus.

Finché non si accorse della lieve tensione nel viso di Matt…

Lo guardò con un filo di compatimento. Era da quando l’aveva conosciuta, durante il loro secondo anno, che il suo povero amico aveva una cotta colossale per sua sorella. Ma, anche se Albus l’avrebbe di gran lunga preferito come cognato, sapeva che Matt non aveva con lei la minima speranza…

- Matt, ma ti rendi conto…- sussurrò Rose all’orecchio del loro amico, esasperata. - Sai che Lily ha già un ragazzo. Cerca un po’ di guardarti intorno!-

Matt non si preoccupò nemmeno di rispondere e continuò a fissarsi le scarpe, il viso gentile inconsuetamente serio.

Albus sospirò. Tentativo inutile…

Si concesse un lieve sorriso alle sfortune dell’amico, poi si voltò a guardare fuori dal finestrino, disinteressandosi di loro.

Attraverso il vetro rigato di pioggia, Hogwarts, enorme, luminosa e splendida, sembrava sorgere direttamente dalle acque.

Si ritrovò a pensare ad Helen Parker. Alla criptica, inutile informazione che lei gli aveva dato, alle ombre che ogni tanto passavano nei suoi occhi quando lo guardava, a quel viso così bello…

Ma soprattutto pensava al fatto che lei aveva visto i Thestral.

Non era da tutti vedere quelle grandi creature alate e, Albus lo sapeva bene e rabbrividì al solo pensarci, se lei poteva farlo, significava che aveva visto qualcuno morire…

 

 

 

 

 

Angolo dell'autrice:

netta_netta: Sono contenta che la mia storia ti abbia preso. :) Spero davvero che anche gli altri capitoli ti piacciano altrettanto. Grazie.

mayetta: Si, è vero, vedere Harry così solo e depresso fa tristezza pure a me, ma che ci posso fare se io la povera Ginny non l'ho mai sopportata XD. Comunque avrà modo di rifarsi anche lui. Credo XD.

Helen è uno dei personaggi a cui sono più affezionata, anche perché è stata la mia prima OC. Sono felice che piaccia ^_^

Jaily: La tua recenzione è stata molto divertente, mi ha fatto ridere.

Sì, Claude è nato apposta per essere odiato, ed in futuro, immagino che lo odierete ancora di più XD.

Anche io sono un tipo volubile ed il mio amore ondeggia continuamente tra Albus, Scorpius e James. Ma anche tra i loro padri. Ma anche tra Fabian e Matthias. Ehm....

 

Ho aggiornato prima che potevo, visto?

Alla prossima!

 

 

 

 

 

 

 

  
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