Sole
Nero
_
Il
paesaggio rurale scorreva rapido dietro
al finestrino del loro treno; davanti a lui, la sorella ronfava
tranquilla
sprofondata nell’imbottitura rossa del suo sedile che, guarda
caso, apparteneva
ad un veicolo ad alta velocità chiamato “Freccia
Rossa”. Che fantasia si
ritrovò a pensare un soggetto piuttosto scocciato,
sbuffando spazientito, niente a confronto
dei treni iperveloci del mio amato giappone…
Come
svegliata dai bui pensieri del
consanguineo, la ragazza che gli sedeva davanti sbadigliò
assonnata,
stropicciandosi con le mani i grandi occhi verde smeraldo e
ravvivandosi i 4
inusuali codini che, parevano appassiti dopo tante ore al chiuso.
?:
Naruto, perché non ti riposi?
Chiese
la giovane, lievemente preoccupata
per la salute del ragazzo,
N:
Temari, non preoccuparti per la mia
salute, anche volendo, non riuscirei ad
addormentarmi…l’occhio mi brucia più
del solito…
Affermò
sospirando sconfitto il ragazzo,
alzando il viso tenuto fino ad allora nascosto da una frangia piuttosto
lunga
dell’abbagliante colore biondo oro, reso ancor più
accecante dai raggi del
caldo sole primaverile che entrava prepotente dal grande finestrino.
Ancor
più preoccupata, Temari si avvicinò
al fratello, scostando un ciuffo di capelli oro che nascondeva
l’occhio
sinistro del ragazzo. Svelando un’iride azzurro cielo priva
di pupilla,
sussultò alla vista del rossore che cerchiava, non solo
l’azzurro cielo
dell’iride, inondando il bianco latte del bulbo di un tenue
rosa scuro, ma
anche la pelle attorno all’occhio, piena di grinze e solcata
da una lunga e
brutta cicatrice, memoria di un passato non roseo.
T:
Naru, quante volte ti ho detto di non
sfregarti l’occhio con le mani, quando ti fa prurito?
N:
non scassare Temari, per tanto che tu
me lo possa ripetere, sono 5 anni che mi sfrego questo cazzo di occhio,
non
cambierà niente se si irrita o no!
T:
non dire cazzate, razza di Baka senza
cervello! Se si infetta, rischi che anche l’altro occhio vada
a puttane e, a
quel punto, il pianoforte lo lanci in mare?
N:
Tzk…
Visibilmente
soddisfatta poiché l’ultima
parola era stata la sua, prese dalla borsetta al suo fianco, una
boccetta di
collirio e fece cenno al fratello di sporgere il viso nella sua
direzione, il
biondo fece ciò che gli venne richiesto e, in poco tempo, il
dolore all’occhio
sinistro non rimase che un lontano pizzicorino…
Stazione
di Ferrara- Stazione di Ferrara- i passeggeri sono pregati di attendere
nelle
loro cabine l’apertura delle porte per poter scendere- vi
ringraziamo per aver
scelto Freccia Rossa per viaggiare-
Arrivederci-
Gracchiò
la voce di una donna dagli
altoparlanti posti a fianco della porta laccata di rosso che dava sul
corridoio. Con uno sbuffo, afferrò le valigie della sorella
e le sue e,
imprecando sulla scansafaticità momentanea della sorella,
attese che le porte
venissero aperte. Silenziosamente, scorsero sui loro cardini e
permisero ai
pochi e silenziosi passeggeri di scendere. I binai erano stretti e,
benché
fossero appena le 10:00 del mattino, l’aria era ben
più che rovente. Un
sospiro, alle sue spalle, lo fece volta in direzione della sorella,
alle sue
spalle. In viso, una di quelle rare espressioni malinconiche, subito
rimpiazzata da uno sguardo fiero e altezzoso. Drizzando la schiena, si
avviò
verso di lui.
T:
su Naru, drizza un po’ quelle spalle! Mi
pari un ottantenne!
N:
mia cara, non sei certo tu a portare le
valigie!
Ribatté
stizzito dal comportamento
infantile della sorella.
T:
ma io devo già portare Mr. Trumpet!
Pigolò
con finti occhi da cucciolo
bastonato, al ché Naruto non poté resistere dallo
sbuffare e sottostare agli
ordini impliciti della sorella, senza lasciarsi sfuggire un ultimo
commentino
per la consanguinea.
N:
da quando la tua tromba si chiama Mr.
Trumpet?
Arrossendo
dalla vergogna, la bionda diede
una pacca in testa al povero fratellino improvvisato facchino e gli
urlò di
tenere la bocca chiusa.
Ancor
più depresso, il giovane si trascinò
ancora per dieci minuti dietro alla sorella senza proferir parola.
All’uscita
dalla stazione, ad attenderli
vi era una macchina di medie dimensioni dall’inusuale colore
bianco
intervallato a fiori enormi rosa confetto. Misero (Naruto) le loro
valigie nel
portabagagli e, salutando il conducente con un cenno del capo, si
misero
d’accordo sulla loro destinazione.
Accordatisi
sulla via, il trio si avviò di
buona lena nel mezzo del traffico mattutino della piccola
città, più volte
rischiando di investire qualche giovane studente che, incurante delle
raccomandazione dei genitori, aveva saggiamente optato per una sana
giornata di
“Fuoco”.
Arrivati
a destinazione, i due fratelli
stentarono a credere che il loro nuovo alloggio fosse tanto grande.
Benché
fossero in centro e i loro nonni fossero dannatamente tirchi, questa
volta non
avevano badato a spese e gli avevano procurato una casa dannatamente
grande,
per soli due ospiti, compresa di giardino. Un altissimo muro separava
lo spazio
del giardino dallo spazio della strada principale, nascondendo
l’interno ai
tanti curiosi che, ben sapendo le dimensioni e fattezze della dimora,
stentavano a credere che qualcuno potesse abitarvi.
N:
T-Tem? Sicura che sia questo
l’indirizzo civico giusto?
Domandò
sbalordito il giovane, faticando a
togliere lo sguardo da tanta magnificenza.
T:
ti assicuro che non sbaglio! Di Corso
Giovecca ne esiste solo uno ed è questo! Oltretutto il
numero civico non è
errato, indi per cui è esattamente questa la nostra
destinazione!
N:
la lezioncina potevi risparmiartela
comunque (=.=)’’
T:
^///^ Geloso di un fratellino!
Disse
la
bionda, scompigliando i capelli del fratello, il quale aveva capito che
il suo
compito di facchino non era ancora terminato. Quindi, mentre si avviava
al
portone di entrata con le 4 valigie nelle mani, attese che la sorella
pagasse
il Tassista e arrivasse con le chiavi del cancello. Con un cenno della
mano,
l’autista si allontanò e i due ragazzi varcarono
la soglia di quella che, per i
successivi 10 mesi sarebbe stata casa loro.
Angolino
Capretta affetta da demenza
senile (autrice) xD
(_
_) *me che si china umilmente davanti a
tutti i lettori che hanno avuto il coraggio di leggere questa pazzia*
Innanzitutto,
se dopo questa lettura
deciderete di suicidarvi, prometto che farò il discorso di
addio ad ognuno di
voi personalmente, in quanto causa principale del vostro decesso! Se
invece,
sarete tanto forti da sopravvivere, commentate e svelate anche a me il
trucco
xD
Volevo chiarire
tre cose fondamentali però…
1°:
non ho mai viaggiato su un “Freccia
Rossa” quindi non ho idea di come siano fatti, indi per cui,
ho inventato tutte
io le sue caratteristiche, in quest’opera!
2°:
dato che abito nei paraggi di Ferrara,
mi è parso oltraggioso scrivere senza citarla
mai…anche se credo di aver
esagerato, stavolta xD
3°:
la maggior parte delle volte, mi
riferirò ad indirizzi, luoghi e edifici (e affini) realmente
esistenti, per
compensare la mia totale ignoranza sui mezzi di trasporto,
sopracitati…
Come
per le altre mie fanfic, valgono
sempre le stesse cose:
-
Se
recensite (in positivo o
negativo) mi renderete molto felice
-
Per
qualunque problema vedrò
di risolvere e venire incontro alle vostre esigenze
-
Non
prometto l’aggiornamento
regolare dei capitoli, anche se non l’abbandonerò,
poiché non è nel mio
carattere iniziare qualcosa senza portarla a termine!
Senza
ulteriori indugi, vi saluto tutti/e
e ci sentiremo al prossimo capitolo!
Kuss
(non è un errore di digitazione…sono
in vena germanofila xD)
Foglietta
No Yoko