Anime & Manga > God Child
Segui la storia  |       
Autore: Harriet    08/09/2005    3 recensioni
Momenti, ricordi, sensazioni e scelte...I passi per scrivere la propria storia. Raccolta di oneshot e songfics per raccontare le tappe della storia di Cain e di coloro che l'hanno resa degna di essere vissuta.
COMPLETA, finalmente!XD
Genere: Generale, Malinconico, Song-fic, Poesia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Una songfic su una canzone meravigliosa, “Celebrity skin” delle Hole.
Un particolare: nella traduzione, mi sono permessa di togliere un paio di versi (dove ho lasciato i puntini di sospensione), e ho volto la canzone al maschile (ovviamente!^^;). Non so se ciò va contro le regole della songfic. Se è così, chiedo perdono, però la canzone mi sembrava davvero troppo adatta…
Un’altra cosina: non ho tolto la frase “in my make-up”, in quanto il make-up, in inglese, è il trucco nel senso di cosmetico, ma è anche il trucco teatrale. Non volevo insinuare che Cain faccia uso di cosmetici…O__o;;; …volevo dire che a volte interpreta un personaggio! Infatti, mi sono presa la libertà di tradurre con “nel mio trucco di scena”…
Ho colto il personaggio di Cain, secondo voi, in questa songfic? Lo spero…
Io mi prostro e mi inchino a Saya, Ethlinn e Lally, fedeli lettrici e commentatrici! (Ethlinn, dear, se vuoi raccontarmi com’è andata la tua GMG, ne sono ben felice!^^ Manda una mail…)
yumemi@hotmail.it -> Harriet is here, per qualsiasi cosa.
Vi amo tutti!
Il capitolo è dedicato a Giulia. E a chi sennò???? Una songfic su questa canzone…E poi a te dedico tutto volentieri.
Buona lettura…



Celebrity skin


“Oh, lasciami andare!
Sono tutto ciò che voglio essere
Uno studio ambulante in demonologia


Oh, la mia esistenza notturna e sfavillante, la mia figura elegante che vaga per la città, la mia risata che li inquieta, li scuote, li scandalizza, li affascina, li eccita…Risveglio la loro curiosità più perversa, sono affamati di dettagli, di sempre più oscuri particolari…
Sì, dipingono nella loro mente la mia storia, la mia presenza tenebrosa, e mi immaginano con piacere e terrore, demone, spettro, creatura delle ombre, incubo incarnato…

Così mi vedono, così mi immaginano.

Così sono. Perché io sono una graziosa menzogna, un’ombra iridescente, un filo di nebbia che prende consistenza solo quando è immaginato, richiamato, evocato dalla curiosità morbosa e dal desiderio segreto.

Sì, sono così felice che tu ce l’abbia fatta
Ora ce l’hai fatta davvero
Sì, sono così felice che tu ce l’abbia fatta

E dietro a quegli sguardi feroci e ammirati, sprezzanti e desiderosi, c’è un velo che non si può cancellare, sottile ed infido: l’invidia, perché io ce l’ho fatta, ho tutto ciò che si può desiderare, nella loro mente superficiale e abbagliata dalle luci del mondo meravigliosamente vuoto e ipocrita in cui viviamo.
Io ce l’ho fatta, e loro lo sanno, lo vedono. Ho il nobile nome della mia famiglia, la mia ricchezza, la mia bellezza e la mia giovane età, e questo incantesimo malvagio che fa voltare verso di me gli occhi e attira a me gli animi, quando passo, quando sorrido, quando parlo…
Ho sempre qualcosa in più di loro. Nessuno ha tutto questo. Nessuno ha la mia perfezione. Così mi guardano, sorridono, e bruciano di invidia velenosa.

Oh, guardami in faccia!
Il mio nome è “avrebbe potuto essere”
Il mio nome è “non è mai stato”
Il mio nome è dimenticato


Sì, ma guardatemi davvero.
Cosa vedete?
Non dite il mio nome, quello che conoscete, accompagnato dal titolo nobiliare, pronunciato con l’accento che si ferma sul cognome, segno della mia appartenenza ad una delle famiglia più nobili e famose, antiche e rinomate. Non dite quel nome. Almeno, non dite il mio nome con leggerezza, come se non significasse niente, come se non sapeste tutti chi è che per primo portò il mio nome, come se fosse soltanto il risultato di un capriccio dei miei genitori, il nome spaventoso che porto, e che mi si addice tanto.
Guardatemi negli occhi, e leggete il vero significato del mio nome.
Significa tutto ciò che sarebbe potuto essere. Tutto ciò che non c’è mai stato. Tutto ciò che ho perduto prima ancora di conoscerlo.
Significa tutto ciò che non avrò mai. Tutto ciò che desidererò per sempre, senza poterlo raggiungere mai. La mia corsa infinita ed infruttuosa.
Dite il mio nome, e nella vostra voce non risuona niente. Perché voi non dite il mio nome, in realtà, ma solo il modo in cui tutti mi chiamano.
Il mio nome, in realtà, è dimenticato.

Sì, sono così felice che tu ce la faccia
Ora ce l’hai fatta davvero!
Sì, siamo rimasti solo noi

E poi, ancora i vostri inchini e i vostri sorrisi. Vi congratulate per la mia bella esistenza. Esprimete la vostra contentezza nel trovarvi qui con me. Nutrite la vostra brama segreta di affacciarvi per un attimo nel mio mondo di tenebre.
E non avete idea di cosa significhi.

Quando mi sveglio, nel mio trucco di scena
è troppo presto per quel vestito
Appassito e svanito da qualche parte…
Sono felice di essere arrivato qui, con la tua libbra di carne.


E qualche volta la notte vince le mie resistenze, e mi lascio trascinare da lei, vagando per le sue stanze, in cerca di compagnia o solitudine, e compro amore con un sorriso, o alzo le cortine che coprono qualche mistero oscuro.
E poi torno a casa all’alba, e il sonno mi vince. Quando il sole mi sveglia, ho dimenticato tutto.
A volte però, non appena i miei occhi si aprono al giorno, un attimo prima che la mia mente cancelli ogni pensiero notturno che si è attardato, sento il vuoto e il nulla. Sento la solitudine senza senso e le ombre che mi inseguono. Resto al buio, non è ancora tempo di alzarmi, e posso tormentarmi ancora, tra le braccia delle tenebre.
E a volte, sì, a volte accade che mi congratuli con me stesso per quanto in basso sono riuscito a cadere.

Nessun secondo avviso
perché sei una star, ora
Oh… loro non sono puttane come te
Meravigliosa spazzatura, meravigliosi vestiti
Riesci a stare in piedi, o cadrai a terra?


Ma ormai ho preso questa strada, no?
E non si torna indietro.
Compro amore con un sorriso, ma in realtà mi svendo io stesso per primo. Il mio incedere divertito, tra le luci, tra le ricchezze, tra la folla ammirata e sconvolta, è solo uno svendersi. La più nobile puttana di Londra.
E vado, tra la folla estatica, tra vesti superbe e superbia che nasconde i segreti più orribili. Perché se io sono un demone, tutti loro sono solo candide stanze dai begli ornamenti…ma provate ad aprire gli armadi e le piccole porte segrete…
In realtà, io rimango in piedi solo perché ho il coraggio – o la spavalderia – di indossare le mie ombre.

Meglio stare attento a ciò che desideri
meglio che sia qualcosa per cui vale la pena morire…

Che cosa desidero davvero?
Non lo so…
A volte, quando è giorno, quando ho dismesso i miei panni di attore, quando non c’è il passato a farmi compagnia, perverso fantasma, quando riesco anche a guardarmi senza provare ribrezzo…Ecco, in quei momenti, vorrei solo che il tempo si fermasse.
Sì, il mio desiderio è questo.
Quali sono quei momenti?
…quelli in cui loro sono con me. In cui vivo dei loro sorrisi, delle loro mani, del loro abbraccio. I momenti in cui respiro la loro dolcezza, la loro premura. Il loro modo diverso di volermi bene, di curare le mie ferite, di lottare per me. I momenti in cui la loro voce infrange le tenebre e rende ridicole le ombre.
Allora non sono più una menzogna, sono semplicemente io, piccolo, meschino, sciocco, macchiato, eppure con una fragile speranza di…di redenzione, forse.
Ed è tutto merito loro.
Se li perdessi, io…
Ecco, io vorrei che loro ci fossero sempre, e per il loro amore, vorrei imparare a vivere davvero. Sì, credo che valga la pena anche di morire, per questo desiderio.

Sì, sono così felice che tu ce l’abbia fatta
Ora ce l’hai fatta davvero
Sì, siamo rimasti solo noi


Chissà, se dicessi alla folla rumorosa e superba che questo è il mio desiderio, che cosa direbbero?
Se rivelassi che il mio vero orgoglio non è il mio nome, ma il sorriso di una bambina…
Se cercassi di spiegare che la mia vera ricchezza non è il patrimonio della famiglia, ma la presenza di una figura nell’ombra, sempre accanto a me, a darmi la forza di cui ho bisogno…
E così via.
No, non credo che capirebbero.

Quando mi sveglio nel mio trucco di scena
ti sei mai sentito così usato?
E’ tutto così senza zucchero…
…forse sono soltanto senza nome


Però io dimentico il mio orgoglio e la mia ricchezza, e torno a perdermi nelle tenebre, garantendomi notti senza coscienza e risvegli colmi di terrore.
Perché?
Perché non riesco a dimenticare la mia maledizione. Perché ormai ho giocato così tanto con l’oscurità, che non posso più farne a meno. Perché a volte ho l’impressione che, per quanti innocenti io cerchi di salvare, non potrò mai pareggiare i conti con quel che sono.
Io non desidero il male. Io credo di odiare il male. Ma a volte, quando cerco di “fare giustizia”, ho l’impressione di cedere molto più al male, dentro di me, che alla luce.
Io non vorrei essere solo questa maschera senza consistenza, ma il mio nome – quello che nessuno pronuncia davvero – mi ricorda sempre che ormai è così.

… lui è pieno di veleno
ha annientato tutto ciò che ha baciato
e adesso sta appassendo da qualche parte…
Sono felice di essere arrivato qui, con la tua libbra di carne


E la gente, la gente di tutto questo non vede che l’apparenza, e si riempie la bocca di parole, narrando le mie imprese da demone e da servo della notte. Parla di veleni e di rovina, quella che mi accompagna sempre.
E io…
…io mi sento quasi benedetto e consolato da questa maldicenza.
E’ come un risultato, per me. Il mio animo diviso sente la ferita di quelle parole, e allo stesso tempo ne gioisce. Sono arrivato in alto. Tutto ciò che tocco, viene corroso dal mio veleno.
Sono arrivato davvero in alto...

Vuoi una parte di me?
Beh, non mi vendo a poco.

Volete avvicinarvi, vedere, toccare, inventare un’altra leggenda su di me?
Ma certo, io non aspetto altro.
Sappiate però che è molto rischioso…”

Sorride, nella sua stanza in penombra. Davanti al suo specchio. Lui lo odia, quello specchio, però è sempre lì, perché possa ammirarsi in tutto il suo splendore maledetto.
Sorride, e ride di sé, così bello, così stupido. Sta per uscire, come sempre. Il mantello giace sul letto, adesso lo prenderà e correrà fuori, il passo veloce e sostenuto. Ci sarà una carrozza ad aspettarlo, e lui vi salirà sopra, dimenticando tutto e proiettando la mente verso il piacere di passare un’altra notte in giro per la città, che è quasi più maledetta di lui.
Così esce dalla stanza, in fretta.
- Non so quando tornerò.- dice, facendo un cenno di saluto al giovane uomo che lo attende, a fianco della porta.
- Sarò ad aspettarla.-
Esce, sale sulla carrozza, che parte, lasciando entrare dal finestrino l’aria fredda e la notte.

“Sarò ad aspettarla”.
Quelli che ti amano, ti aspettano.

Lo coglie un brivido. Volge lo sguardo verso la sua casa, che si allontana, e sparisce dalla sua vista.

Se non avesse promesso che non avrebbe pianto mai più, ora piangerebbe. Perché sa che, per quanto si senta macchiato e perduto, ha ancora qualcosa, qualcosa per cui morire. E sa che la sua vita veloce, la sua reputazione terribile, la sua maledizione e il suo ostinarsi ad esserne vittima, fanno soffrire anche loro.

Ma l’incantesimo della notte è forte, e lui non sa come difendersi. Così allontana il pensiero grazie ad un’arma infallibile: il ricordo. Da sempre ho fatto soffrire quelli che amavo. Da sempre ho ritenuto giusto fare quel che desideravo. Ormai è così. E torna a calarsi nel suo stato d’animo combattuto, nel suo sentire lacerato, e gli va bene così.

Ma in realtà è solo un bambino perso nella notte, lo stesso che anni prima si nascondeva tra gli alberi e piangeva da solo, e faceva penare il suo unico amico, quando non riusciva a trovarlo. E tutti i bambini hanno paura del buio.

“Vuoi una parte di me?
Beh, non mi vendo a poco.


Volete avvicinarvi, vedere, toccare, inventare un’altra leggenda su di me? Ma certo, io non aspetto altro.
Sappiate però che è molto rischioso…”



Fine terzo capitolo You came till here and I thak you all. *si inchina*
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > God Child / Vai alla pagina dell'autore: Harriet