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Autore: Frafra9    16/06/2010    5 recensioni
Per colpa di un malinteso o di una "cattiveria" di una terza persona. Bella lascia Edward e va a vivere a New York.
Questa persona per Bella era una delle poche persone molto importanti per lei...Che succederà?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Renesmee Cullen | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qui con il nuovo e ultimo capitolo di questa storia.
Mi scuso di postare solo ora e avervi fatto attendere ma non è stato facile scrivere questo pov e soprattutto dovevo riordinare un pò le idee. Per questo capitolo ne avevo troppe di idee, ne ho usate alcune sperando di averle collocate e descritte bene.
Come sempre le risposte ai vostri commenti e i vari ringraziamenti li trovate a fine capitolo.
Una domanda: vi sono piaciuti di più i pov di Bella o di Edward?
Vi saluto augurandovi una buona e simpatica lettura e mi raccomando fatemi sapere se vi è piaciuto


Capito 16 – La mia famglia

Pov Renesmee
Ero nel mio lettino ancora mezza assonnata, guardai fuori dalla finestra come al solito pioveva. Mi spuntò un sorriso, amavo la pioggia ma non era per quello che sorridevo: era il mio primo compleanno. Per gli umani, sembravo una bambina di tre anni e quando uscivamo per fare shopping dovevo comportarmi come una bambina di quell’età, spesso era divertente ma spesso era anche una noia perché quando le vecchiette fermavano mamma io dovevo fingere di avere quell’età e questo significava parlare male o se non stavo nel passeggino, odiavo quel coso, dovevo camminare anche lenta e male. Il lato divertente però era che se con noi c’era papà o Jacob o uno dei miei quattro zietti bastava dire a voce impercettibile all’orecchio umano che mi ero stancata che mi prendevano in braccio e mi facevano giocare.
Mi alzai dal letto < Mamma! Mamma! >
< Sono qui, nella cabina armadio > andai dalla mia mamma e la trovai a sistemare, con la lentezza di un umano, i vestiti.
Non capivo il motivo di questo suo modo di sistemare, era una vampira, stavamo a casa nostra e nonno Charlie non abitava con noi. Lei, mi ripeteva che lo trovava rilassante ed era anche un modo per non perdere le vecchie abitudini. Mentre mamma, riponeva nel cassetto le magliette di papà io, mi arrampicai e presi un vestito di mamma ed un cappello di papà, poi corsi in bagno e con i trucchi di mamma mi impiastrai il viso e poi tornai da mamma < Nessie, dove sei?! > - faceva finta di non vedermi, invece mi vedeva benissimo - < Oddio! Edward è sparita il nostro tesorino. Un secondo fa era qui davanti a me ed ora non c’è più! > io ridevo.
Dal piano di sotto, si sentivano delle note, papà stava suonando il pianoforte < Bella, ma dov’è quel piccolo mostriciattolo di Nessie? > disse continuando a suonare lo diceva scherzando, con il sorriso sulle labbra, ma a me dava comunque fastidio
< Non sono un mostriciattolo! > e per dispetto pigiai il dito indice su un tasto del pianoforte mentre papà suonava < Invece si > - disse prendendomi in braccio - < Sei, un mostriciattolo bellissimo! > e riempiendomi di baci e solletico
< Più di mamma? > chiesi mentre ridevo per il solletico
Ci pensò un po’ su…< Si, più di mamma. Ma non dirglielo è un segreto tra di noi.. >
< Cos’ è che non devo sapere? > disse mamma davanti a noi, in piedi e con le mani sui fianchi
< Niente tesoro, niente. > disse papà rivolgendosi a mamma
< Papo, ha detto che sono più beeeeella di te! >
< Ah è così. Quindi per voi sono brutta… > fece la faccia arrabbiata
< Mamma si è arrabbiata… > dissi mentalmente a papà
< Meglio scappare... prima che ci riduce come quella roccia >. Mamma, qualche giorno prima aveva disintegrato una roccia perché le dava fastidio e papà da bravo vampiro pigrone non la voleva togliere, così mamma dopo l’ennesimo < Non da fastidio…lo faccio dopo.. > di papà si è infuriata e ci ha pensato lei.
< Invece, voi due non andate da nessuna parte. > - si mise davanti alla porta - < Tra poco dobbiamo uscire e a lavarvi tutti e due! > mai fare arrabbiare la mamma! Io e papà ci guardammo in faccia poi guardammo mamma e sorridemmo e la sua arrabbiatura, durò poco.
Dopo esserci preparati, andammo a casa dei nonni a prendere la macchina < Tanti Auguri principessa! > era lo zio Emmett che come al solito mi prendeva alle spalle e mi tirava su mettendomi a cavalcioni sulle sue spalle
< Zio! Grazie degli auguri >
< Emmett! Metti giù la piccola che così le sgualcisci il vestito! > era zia Rose che mi prese in braccio e mi riempì, come il suo solito, di coccole.
Dalla cucina venne anche nonna Esme che mi portò un bel bicchiere di aranciata < Auguri amore della nonna! >.Ormai, mi ero abituata a mangiare anche cibo umano, mi piacevano la pasta e i dolci specialmente quelli con la cioccolata, la carne no, degli animali preferivo bere il loro sangue piuttosto che mangiarli. A bere, mi piacevano le spremute di arancia, i frullati e le bevande gassate.
< Scusate, io vado da mio padre a dare una mano ad Alice e a Jasper ci vediamo dopo. Rose, che fai vieni con me? >
< Si, prendo la borsa e arrivo > mamma mi diede un bacio sulla fronte e un bacio sulla bocca a papà
< Bleah! Ragazzi c’è una bambina qui! > disse lo zio Emmett coprendosi gli occhi con una mano e con l’altra mi prese in braccio portandomi dentro casa dove scese nonno Carlisle con le solite attrezzature mediche
< Uffa nonno! Orami sono grande, sto benissimo e quelle cose non mi servono più! > ero stufa di dovermi far visitare ogni giorno, se nonno non poteva perché era al lavoro, c’era papà e questo succedeva due volte al giorno, mattina e pomeriggio. Prima, quando ero più piccola le visite erano di quattro volte al giorno.
< Lo so piccola, sei speciale. E le bambine speciali, devono essere visitate > mi disse nonno preparando la bilancia
< Siccome, oggi è la mia festa decido io per me. Sto benissimissimo e quindi niente visita! >< Renesmee, cosa sono queste storie? > - era rientrato papà – < Ti fai visitare e niente storie! >
< No, oggi no! > dissi mettendo il broncio, funzionava sempre
< Niente visita, niente festa! >
< No visita, si festa! >
Mi prese in braccio < Andiamo a casa! >
Iniziai a piangere, finchè nonna non mi tolse dalle braccia di papà < Credo, che oggi può benissimo farla questa sera la visita. È la sua festa oggi > nonna non sopportava vedermi piangere
< Edward, tua madre ha ragione per una volta non succede nulla.. > questo era nonno.
< E va bene. Ma stasera niente storie intesi?! > feci si con la testa e andai in cucina ad aiutare nonna a preparare un dolce < Nonna tanti tanti pezzi di cioccolata! >
< Certo! La faccio come la vuoi tu! >
Finito di preparare la torta e incartata per bene, con la macchina di nonno Carlisle, andammo a casa di nonno Charlie, luogo della mia festa.
Sia il giardino, che dentro la casa erano appesi palloncini colorati e uno striscione appeso davanti casa con scritto “Buon compleanno!!”. Oltre ai palloncini, c’erano tantissimi giochi che zio Jasper con l’aiuto di Jake si era divertito a costruire. Da mangiare ce n’era tantissimo, questo perché con un branco di lupi super affamati il cibo non doveva mai mancare.
Ad aspettarmi nel giardino di nonno Charlie, oltre a zia Alice e zio Jasper, zia Rose e mamma e ovviamente nonno Charlie, c’erano zio Billy, zia Sue, Leah, Seth, Embry, Paul con Rachel, Jared e Kim, Quil e Claire che in età umana ha due anni più di me, ma agli occhi umani sembra che io ne abbia tre di anni, Sam ed Emily e poi Jacob, il mio grande pazzo amico Jake!
Con Claire, mi divertii a fare lo scivolo e l’altalena, poi con l’aiuto di zia Alice truccammo Quil, Jake, zia Sue e nonna < Ora trucco papà.. >
< So già cosa vuoi e la mia risposta è no! >
< Papo…. > feci gli occhi dolci
< Cosa vuole, per avere il no da te? > chiese mamma a papà
< Vuole truccarmi > rispose papà e zio Emmett e tutti i presenti scoppiarono a ridere compresa mamma che cercava di essere seria
< Eddai caro! Non mi sembra ti abbia chiesto chissà cosa… >
< E’ il momento dei regali! > disse nonna
< Siiiiiiiiii!! > adoravo i regali.
Aprii il primo regalo che era quello di nonno Charlie, era un grande scatolone con dentro una bicicletta tutta rosa con delle strisce bianche ai lati e un bambolotto di quelli che camminano.
Scartai i regali dei Quileute, ricevetti il pupazzo di Topo Gigio parlante da Sam ed Emily, Quil e Claire < Te ho achio > mi disse Claire, due album da disegno con un set di colori (pennarelli, pastelli, colori a cera, tempere e acquarelli) dallo zio Billy, dei vestiti nuovi dalla zia Sue, Leah e Seth, una bambola da Embry, Jared e Kim, dei libri da leggere da Rachel e Paul, un braccialetto con il simbolo dei Quileute e un piccolo lupetto attaccato da Jake. I miei zii, mi regalarono altri vestiti nuovi, nonno e nonna una serie di dvd cartoni animati, mamma e papà mi regalarono un ciondolo contenete la foto di noi tre e un ipod con un sacco di canzoni.
Dopo aver scartato e fatto un casino con la carta dei regali, si passò alla torta mamma stava per portare la torta quando si udii una voce < Oh Charlie, ci sei? Possiamo? > non sapevo di chi era la voce, ma vidi mamma passare la torta a zia Rose e prendere in braccio me ed entrare in casa e dire a voce bassa < Noi, non ci siamo > riferito a me e a lei.
Poggiando la mano sulla guancia di mamma < Mamma, chi è arrivato? > intanto fuori sentii queste due persone salutare gli invitati e salutare papà con tono allegro
< Non è nessuno. > mi rispose un po’ acida.
< Bella, tua madre hai sentito ha chiesto di te > era appena entrato papà
< Non mi interessa. Lo sai, che non voglio vederla… >
< Non possiamo. C’è gente di la…che sono venuto per la festa di Nessie > - disse papà, prendendomi dalle braccia di mamma - < E poi, Charlie ci resterebbe male >
< La signora che è appena arrivata è la mamma di mamma? >
< Si, ed ora la conoscerai. Si chiama Renèe > ora capivo il mio nome “Renesmee” erano i nomi delle mie due nonne..
< Edward, non puoi! > - disse mamma, fermando per un braccio papà - < Lei, sa che non posso avere figli…>
< Tranquilla Bella, Edward ha in mente qualcosa e andrà tutto bene > disse zia Alice, aveva avuto una visione e quando zia diceva che andava bene, così era. Avevano tutti fiducia in zia Alice.
< Piccola, tu lo sai cosa devi fare.. > mi disse papà
< Si, devo parlare e camminare male >
< Esatto! E non devi neanche cercare di parlare come al tuo solito ne con nonna Renèe e Phil e ne con nessuno di noi. Ok? > “parlare al mio solito” stava a dire di non parlare mentalmente toccando la gente.
< Ok >
< Amore, diremo che il nostro piccolo tesoro lo abbiamo adottato. In quanto io sia l’unico parente >
Uscimmo in giardino, dove tutti stavano ridendo e scherzando < Ciao Phil > salutò mamma, da quello che mi avevano detto era mio nonno acquisito
< Ohi Bella! Ma che piacere rivederti > disse abbracciando mamma
< Bella! > - questa era nonna Renèe, che fece per abbracciarla ma lei si scansò di poco, venendo più vicino a me e a papà - < Ma chi è questa bella bambina? >
< Nostra > - disse papà - < E’ la figlia di mia sorella naturale, che non ricordavo di avere, che è morta in un’incidente ed io sono il suo unico parente. >
< E l’avete adottata? >
< Si, a quanto so, mia sorella era una ragazza madre…e poi visto che Bella non può averne.. >< Oh! Avete fatto bene…ed ora questa meravigliosa bambina è mia nipote. Quanti anni ha? >
< Tre anni e stavamo festeggiando il suo compleanno > disse mamma
< Allora auguri! > - allungò le braccia in segno di volermi tenere lei - < Posso prenderla in braccio? >
Mi abbracciai di più a papà < No, non mi va di stare in braccio a lei > papà sorrise
< Va bene > mi disse sottovoce
< Come si chiama? > chiese
< Di tu, come ti chiami.. > disse mamma
< Nenemme >
< Renesmee > disse papà
La nonna Renèe con il nonno Phil, rimasero per tutta la serata. A me toccò, recitare la parte della bambina piccola ma in compenso venivo coccolata da tutti.
Mamma e papà, soffiarono sulle candeline che da una, zio Jasper e zio Emmett ne avevano comprate altre due.
Si era fatto tardi, gli invitati erano andati via oltre a noi tre, nonno Charlie e i miei due nuovi nonni erano rimasti Jake e zio Billy
Ero, in braccio a Jake quando sbadigliai e < Papo, andiamo a casa! Ho sonno >
Fece finta di vedere l’ora e mamma subito pronta < Edward, Nessie sta crollando dal sonno. Sarà meglio andare a casa e poi domani dobbiamo tornare a Boston >
Salutammo tutti, nel frattempo che mamma mi sistemò sul seggiolino, scomodo per i miei gusti ma per far contento nonno Charlie non dicevo niente, papà caricava i regali.
< Mamy, ma nonna Renèe e nonno Phil li rivedremo ancora? >
< No, non li vedremo più >
Come sempre, con il camminare della macchina io mi addormentai < Tesoro, siamo arrivati ed è ora della tua visita > disse papà prendendomi in braccio. Lo avevo promesso e anche se ero stanca mi feci visitare < E’ cresciuta solo di altri quattro centimetri. Per il resto sta benissimo! > disse nonno scompigliandomi i capelli
< Ve lo avevo detto io, che stavo bene! > dissi incrociando le braccia al petto e guardando storto tutta la famiglia. In risposta loro scoppiarono a ridere.
Io, mamma e papà, lasciata la macchina in garage e fatto la visita tornammo a casa a piedi < Perché, non li vedremo più? > chiesi. Sapevano a chi mi riferivo a rispondermi per prima fu mamma
< Non li vediamo più, perché non possono sapere il nostro segreto >
< Ma, nonno Charlie lo sa… >
< E’ vero Charlie, lo sa ma per lui è diverso. Lui, abita vicino a noi > cercò di spiegarmi papà. Non mi era chiaro come discorso, ma decisi di lasciar perdere…da quello che avevo potuto capire dagli atteggiamenti di mamma, la nonna non le stava molto simpatica, quale fosse il problema non mi interessava, quello che per me contava era che la mia mamma sarebbe stata sempre con me.
A casa, pigiama e poi a letto, dove mi addormentai subito.
Durante la notte, feci un brutto, anzi orrendo sogno! Mi svegliai piangendo e corsi subito in camera da mamma e papà < Ho paura! >
< Amore mio vieni qui > disse mamma alzando la coperta in modo da farmi accomodare tra di loro
< Che è successo? > chiese papà
< Delle brutte e cattive persone, alte, con i bulloni in testa, con un occhio solo e tutti verdi, mi portavano via da voi. Voi, tutta la famiglia insieme a nonno Charlie, Jake e tutto il branco mi venivate a prendere ma questi omoni vi uccidevano tutti! Ed io non voglio! >
< Amore, è solo un brutto sogno. Io, mamma e tutta la famiglia staremo sempre vicino a te. Non ti lasceremo mai mai mai! > disse papà e mi diede un bacio - < Adesso, però dormi >. Mi sistemai accanto a mamma tenendo papà per mano e mi addormentai con papà che canticchiava la ninna nanna.
Il giorno dopo, e dopo la solita e noiosissima visita mattutina andai con Jake a La Push, precisamente sulla spiaggia. Con Jake, giocavo tutti i giorni, spesso giocavamo a casa mia, altre volte mi veniva a prendere e andavamo o a La Push o al parco.
Un giorno mamma gli aveva detto < Sarai anche un alfa, ma se vuoi giocare ancora con mia figlia devi ritornare a scuola > e da quel giorno riprese ad andare a scuola. Quel giorno non era andato a scuola, perché era domenica e la scuola era chiusa.
< Non distruggermi il quarto castello che costruisco… > mi disse
< Jake, guarda una balena! > indicai il mare
< Non ti credo > continuò a costruire il castello
< Ti voglio bene! > lo abbracciai,
< Anche io ti voglio bene > ricambiò il mio abbraccio ma mi scansò dal castello. Di solito funzionava.. la mia mossa consisteva nell’abbracciarlo, dargli un bacino sulla guancia e con un calcio veloce distruggere la sua costruzione
< Ehi Jacob! > - questo era Paul con un grosso panino e un pacchetto di patatine e una bottiglia di coca cola per me - < Rachel, mi ha detto di portare questi per Nessie. Visto che tu, te ne sei dimenticato.. > ecco il mio diversivo…Jake, si girò verso Paul ed io calpestai il castello
< Grazie Paul! > dissi prendendogli le patatine dalle mani
< Di nulla! Eh eh! >
< No, Nessie non vale! > - si era accorto del mio scherzetto - < Paul, me la paghi! Tu, non entrerai in casa mia, ti butto fuori a calci! >.
Arrivò l’ora di riportarmi a casa, lui doveva iniziare il suo turno di perlustrazione. < Siamo a casa > disse Jacob e dopo un po’ dal piano di sopra scesero mamma e papà
< Vi siete divertiti? >
< Siiiiii! Ho distrutto i castelli di sabbia che costruiva > papà rise come un matto
< Va bene io vado ho il mio turno > disse Jacob
Papà, annui e lo guardò serio < Grazie > - poi si rivolse a me e mamma - < Che ne dite se andiamo alla radura?! >
< Edward, è successo qualcosa? >
< No, niente di preoccupante. Te lo dico dopo, adesso andiamo >
La radura, il posto preferito prima di papà, poi anche di mamma ed ora era diventato anche il mio. Qui, potevamo essere noi stessi, oltre che a casa, ma qui era diverso perchè c’era sempre il sole e la luce del sole, ci faceva brillare io un po’ di meno rispetto a mamma e papà. Sembrava che nella pelle avessero tanti diamanti ed io pochi.
Arrivati alla radura, scesi dalle braccia di mamma e mi sedei sull’erba prendendo il mio album da colorare e i pastelli < Aspetta che metto il plaid per terra > feci con la testa di no.
< Jacob, mi ha detto che da lui stava andando tua madre. Per questo ha portato a casa prima Nessie e per un soffio non la vedeva. Tutto qui! > sorrise con il sorriso che piaceva tanto a mamma e poi si baciarono.
Stavo colorando, quando mamma e papà iniziarono a farmi il solletico < Basta! Basta! > - dissi cercando di sottrarmi dalle loro mani, ma non ci riuscii - < Giochiamo a palla? >
Iniziammo a giocare a tirarci la palla, poi a rincorrerci, giocando ad acchiaperella (*). Improvvisamente mi fermai, li guardai e sorridendo < Vi voglio tanto bene! >
< Anche noi, piccola ti vogliamo tanto bene > disse mamma e le saltai in braccio.
Papà si avvicinò a noi e ci abbracciò < Gli amori della mia esistenza > restammo per molto tempo così fermi abbracciati.

(*)Il gioco dell’acchiapparella (a Roma, ma al Nord pare si chiami “acchiappino”) è probabilmente uno dei giochi che più ci riporta alla nostra infanzia. Il meccanismo del gioco è molto semplice, almeno nel caso di due soli giocatori: uno scappa e l’altro insegue. L’obiettivo è, per l’inseguitore, quello di prendere il fuggitivo nel più breve tempo possibile. Per il fuggitivo l’obiettivo, evidentemente, è quello di sottrarsi alla cattura. Poiché in questo gioco uno vince e l’altro perde, non è previsto un risultato di parità e il gioco si dice a somma zero. Anche l’esito del gioco è abbastanza scontato nel caso di due giocatori in un grande cortile: se l’inseguitore è più veloce “cattura” il fuggitivo e vince, altrimenti vince il fuggitivo.

Ringrazio tutte le persone che hanno letto questa storia, siete tantissimi!
Ringrazio chi mi ha inserito tra i preferiti e le seguiti siete tantissimi che ci vorrebbe un'eternità per ringraziarvi uno per uno. GRAZIE! GRAZIE! GRAZIE! ^^
Un GRAZIE SPECIALE, va a Elfa sognatrice, Ed4e, annatfl (o cullen91) che mi hanno seguito e recensito sempre.
Spero di non aver dimenticato nessuno. Ora passiamo alle vostre risposte:

cullen91 Ti ringrazio e sono contenta che il capitolo precedente ti sia piaciuto. Spero anche questo ti piaccia
Ed4eEcco svelato chi è a parlare in questo chappy! Non poteva non essere che lei. Grazie!
Elfa sognatriceGrazie! Si, è vero neanche Eddy nel libro è molto contento dell'imprinting ma la Meyer lo fa notare poco, si vede di più da parte di Bella. Purtroppo si è l'ultimo. Ma ho in mente altre storie!
   
 
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