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Autore: Soul Sister    16/06/2010    6 recensioni
salve! questa storia è un EDWARDXBELLA. Edward e Bella sono migliori amici da una vita, sono cresciuti insieme. I Cullen e gli Swan sono una grande famiglia allargata. La loro amicizia è fortissima, indistruttibile. Bella è innamorata persa di Edward, e viceversa. Solo che per paura di rovinare tutto non hanno mai trovato il coraggio di dichiararsi. Un giorno Renèe fa una telefonata a Bella,una chiamata che sconvolgerà tutto: la vita dei protagonisti, l'amicizia... Tutto scombussolato.
Cosa succederà?
Spero che vi abbia incuriosito questo 'piccolo' spoiler.
Vi prego leggete, è la mia prima ff in assoluto!Spero vi piaccia. PS: STO MODIFICANDO I PRIMI CAPITOLI, CHI LA STESSE SEGUENDO,LE DIA UN'OCCHIATA. CREDO SIA MIGLIORE.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Open your eyes- Togli la maschera'
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Ragazze, eccomi qua, con l'epilogo. Davvero, non ci credo, ho davvero finito la storia. Devo ammettere che non pensavo potesse svilupparsi così, e non mi aspettavo nemmeno di arrivare fin qui. Ringrazio voi lettori, che siete stati con me in tutti questi capitoli, sostenendomi, linciandomi, dicendomi i vostri pareri. Davvero, un grazie sincero. Spero che quas'ultimo capitolo vi piaccia, e... be', magari ci vedremo nei capitoli Extra, okay? Buona lettura, e per favore, siate buone. Un bacio, aLiCe__CuLlEn, o semplicemente Giorgia.
EPILOGO
La vita è un gioco, un entusiasmante, pericoloso gioco.
Bisogna buttarsi per vincere, bisogna rischiare, anche a costo di farsi male.
Il dolore fa crescere, e fa sembrare la felicità ancora più bella, più meritata.
La vita è paura: il timore di perdere quella partita, il match più importante per te. Quello che cambierà per sempre la tua vita. Ma la paura a volte più essere una buona amica, riesce a farti stare a contatto con la realtà, a mente fredda tutto sembra più chiaro.
Ma cosa fare quando in gioco, in quella partita, c’è la cosa a cui tieni di più? Cosa fare per vincere, ma non soffrire? Cosa fare, per giocare e non rischiare troppo, per paura di perdere?
Come fare se in gioco c’è il tuo cuore e quello della persona che ami?
Si, perché la vita è anche amore.
Io, Edward Cullen, queste domande me le sono poste molte volte.
Sono arrivato alla conclusione che bisogna mettersi in gioco, essere sinceri, perché altrimenti non si è mai pianamente soddisfatti. Se non ci si butta, ci rimarrà sempre il dubbio, che ti fa chiedere: ‘ come sarebbe stato?’.
Io ho rischiato e… nonostante la paura e le difficoltà, ho vinto. In premio, ho avuto l’unica cosa che avrei voluto: il cuore della mia anima gemella.
Il cuore di Bella, la donna che amavo. E non potevo esserne più felice.
<< ciao mamma, ci sentiamo presto. >> Bella abbracciò possessivamente sua madre, baciandole una guancia.
<< ciao, amore. Stammi bene, e cura tuo padre… >> raccomando Renèe, asciugando i lacrimoni del mio amore.
<< certo… ti voglio bene, mamma. >>
<< siete sicuri di non volerci seguire? >> chiesi a Nessie, un po’ amareggiato.
<< no, amico mio. – mi appoggiò una mano sulla spalla – qui ormai ho la mia vita, Dylan è tutto quello che voglio. E non potrei stare senza di lui, ora. >> disse dolcemente. Ci abbracciammo, e le augurai tutto il bene possibile.
<< spero anche per voi, mi raccomando. E fatevi sentire spesso! Mi mancherete un casino… >> Bella arrivò, e salutò calorosamente Renesmee.
<< Nessie, mi raccomando, tienilo in riga! – sorrise a Dylan, che arrossì – e… mi mancherai, amica mia. >>
<< anche tu, Bella. Ci terremo in contatto, ovviamente. >>
<< certo. >> disse Alice.
<< mi raccomando, oh, fate i bravi voi due! >> prese in giro Emmett, Dylan e Nessie. << be’, cosa vuoi che facciamo, orso! >> lui le lanciò un’occhiata maliziosa, ricevendosi uno scappellotto da Rose.
<< scemo >> ridemmo. Dopo l’ennesimo abbraccio di gruppo, la chiamata rimbombò nello stabile. Dovevamo andare.
<< buon viaggio, ragazzi! >> esclamarono tutti, poi salimmo sull’aereo.
<< Edward, guarda là, nel mio cassetto: ci dovrebbe essere una penna. >>
Aprii il cassetto e ci frugai un po’. La prima penna che trovai gliela diedi.
<< grazie, tesoro >> mi disse, sorridendo, prendendomela dalle dita. Si sporse per darmi un bacio, e io l’accontentai. Non avrei mai potuto negarle ciò, e nemmeno negarlo a me!
<< mmm, quindi… sei sicura per Harvard? >> domandai.
<< si, facoltà di legge! >> disse sicura. << e poi, almeno frequenteremo la stessa università, potremo stare sempre insieme e… potrò tenerti d’occhio, non vorrei che cascassi alle avances delle tue fan. >> e mi lanciò un’occhiata.
<< ma sai bene che non accadrà mai, amore. Io vivo per te, Sweetie. >>
<< lo spero bene. >> commentò, lasciandomi interdetto. Poi scoppiò a ridere.
*****
<< ragazzi, chi vuole una fetta di torta al cioccolato? >> chiese mia madre, entrando in salotto. Gli occhi di Bella s’ingrandirono al solo sentire la parola magica: cioccolato.
Scoppiai a ridere, era impossibile non farlo davanti a quell’espressione di pura delizia, ma tremendamente buffa, della mia ragazza.
<< io! >> esclamò, e la mia risata s’ingrossò, contagiando anche gli altri.
<< ma che scemi che siete, smettetela di prendermi in giro! >> si lamentò, mettendo quell’adorabile broncio a cui non resistivo. Le presi le guance e le tiracchiai, facendola mugugnare.
<< allora, avete deciso voi tre le scuole? >> chiese mio padre, osservandoci divertito dall’alto della sua poltrona – ovviamente noi sei eravamo spaparanzati comodamente sul tappeto nuovo di mamma, pronti a sbriciolarci sopra- .
<< si, abbiamo anche compilato i moduli! >> esclamò Alice, su di giri.
<< e dunque? >> insistette mamma.
<< Columbia university, insieme al mio Jazz, ovviamente! >>
<< noi Harvard, insieme. >> risposi, stringendo Bella a me. Lei sorrise, e mi baciò una guancia.
<< gliel’ho già detto: così non rischio che caschi nelle trappole di quelle oche delle sue fans. >>
<< anche tu sei una sua fan, Bella. La numero ‘uno’. >> commentò Emmett, ridacchiando.
<< con me tutto è lecito. Con le altre, no. >> decretò, convinta.
<< gelosona, lo sai che ti amo infinitamente! >>
<< anche io, mostriciattolo, anche io! >> e prima che potessi ribattere, poggiò le sue labbra sulle mie.
<< traditrice >> mormorai, sulle sue labbra. << non sei leale. >>
<< oh, sì che lo sono! >> mi tirò una cuscinata e sgusciò dalle mie braccia, ridendo, seguita dagli altri.
<< piccola peste! >> mi alzai, e cominciai a seguirla. Corse in cucina: << Esme, Esme! Aiuto, Edward mi vuole far del male! >>si nascose dietro di lei, che rideva allegra.
<< ragazzi, fate i bravi… o niente torta! >>
<< capito? Niente torta per chi non fa la brava: e tu sei monella! >> mi fece una linguaccia, e si nascose dietro l’isola della cucina, armandosi di mestolo.
Mamma sgusciò fuori, intimandoci un << non combinate pasticci! >>.
<< ha ha, è giunta la tua ora, furbetta! >>
<< non direi! – mi fece una boccaccia – io sono più furba di te! >> e con questa uscita, una dose generosa di solletico era obbligatoria!
<< piccola insolente, vieni qui! >> corsi al di là del tavolo, e quando cercai di afferrarla, riuscì ancora a sfuggirmi. Mi sporcò pure il viso con il la crema del dolce.
<< stronzetta! >> esclamai, ripresomi dal momento di confusione. << vieni qui! >> Corse su in camera mia: okay, era ufficialmente in trappola. Ghignai, quando anche lei arrivò alla mia stessa conclusione, e mi rivolse uno sguardo da cucciolo smarrito implorante.
<< eh no, carina… devi pagare, amore… >> ma era determinata, la ragazza, e cercò di superarmi. Io l’afferrai per i fianchi, e la gettai sul letto, facendola urlare.
<< Edward! >>
E posai le labbra sulle sue, zittendola.
<< e sarei io la traditrice..? >> esalò. La guardai negli occhi, perdendomi nelle sue calde iridi color cioccolato.
“Edward! Che stai facendo a EJ?! Gli fai male!” strillò. Poi prese la rincorsa e si buttò su di me a peso morto.
“ Bella!! Ahio!” esclamai. Rise, e io la seguii a ruota come uno scemo. Eravamo due scemi, per questo andavamo così d’accordo.
<< mi ricorda qualcosa… questa situazione… >> sussurrò, sorridendo. Ridacchiai. << chissà tuo padre cos’avrà pensato… dopotutto, eravamo in una posizione equivoca. >> rise anche lei.
<< già, un giorno glielo chiederò. >>
<< ehi, piccioncini, che fate lì soli soletti? >> Emmett entrò con la sua solita leggerezza da elefante, seguito dagli altri orsi.
<< niente, niente… >> dissi, scostandomi da lei. Mi sedetti composto, a gambe incrociate, e la mia Sweetie fece lo stesso.
<< ragazzi, ci credete? Tra qualche mese andremo all’università, e ci separeremo… >> mormorò sconsolata Alice.
<< be’, noi ci siamo già, e non mi sembra che siamo spariti nel nulla. >> sdrammatizzò Emmett. In effetti, ora che ci pensavo, la distanza avrebbe potuto rovinare l’unità del nostro gruppo. E io non volevo, assolutamente no.
<< Alice ha ragione, e se dovessimo allontanarci? >> chiese, preoccupata la mia Bella.
<< oh, andiamo, cosa vuoi che succeda?! – esclamò Jazz – io sono con Ali, tu con Edward, Emmett con Rose: mal che vada saremo lontani, ma amici e cognati comunque rimaniamo. >> sorridemmo, divertiti.
<< però ci terremo in contatto spesso. >> decretò lei, voleva avere certezze ora nella sua vita. Niente dubbi, niente rimpianti. Me l’aveva detto, e ne era convinta.
<< certo, mica facciamo come qualcuno – Rose le lanciò un’occhiata – che inventa la balla di aver perso il telefono in aeroporto con la madre, per non chiamare casa… >>
<< ehi, io l’ho perso veramente il cellulare! >> sbottò, incrociando le braccia al petto.
<< e cos’è, soffrivi di amnesia, per non ricordarti i nostri numeri? >> canzonai, e lei mi diede una gomitata.
<< sapete bene com’ero in quel periodo, e comunque non me la sono mai sentita di riallacciare con il passato: stavo troppo male. E se l’avessi fatto, ne sarei stata troppo male. >> disse dispiaciuta. La consolai, abbracciandola stretta.
<< ehi, ricordate il nostro primo incontro, in Australia? Di sicuro non è passato inosservato, come tutti i vostri litigi! >> Alice ridacchiò, con Jazz, Rose e Em.
<< e chi se lo scorda… >> commentai, e Bella ridacchiò.
“<< ehy, Isa. Non ti presenti?>> esclamò la bionda, chiamando una ragazza. Isa…la strattonò avanti, per presentarcela. Mi macò il fiato, e il mio cuore perse un battito. Credevo di sognare, anzi, pensavo fosse un incubo.
<< Oddio! L’avete fatta arrossire!>> starnazzò << Beh, comunque lei è Isabella Swan. Ma potete chiamarla Isa. >>come poteva essere davvero lei? non era la Bella che conoscevo. Ma forse è la verità quando si dice che la gente cambia con il passare del tempo.
<< ma certo, Isa… >>dissi, con un tono cattivo. Non capivo, non riuscivo a capire perché avesse subito quel cambiamento. Alzò lo sguardo, e incontrai i suoi magnifici occhi color cioccolato. Almeno loro, erano identici a prima. La scrutai attentamente, alla ricerca di qualche segnale, in cerca di uno spiraglio della vecchia Bella.
<< non c’è bisogno che mi chiami, Cullen. Tanto dubito ti parlerò un’altra volta. >> disse altezzosa. Così mi feriva…. Avevo dipinto un sorriso cattivo, sul viso.. Alzai un sopracciglio, volontariamente strafottente. << wow, sai parlare! >> commentai.
<< si, molto meglio di te, “MR modestia a parte”! >>
<< oooh, che paroloni!! Non pensavo che un’oca sapesse parlare così bene! >>
<< ha. ha. ha. Guarda, sei simpatico come un trapano su un dente cariato… senza anestesia! >> c’era, Bella c’era ancora, me lo sentivo, che nel profondo di quella ragazza di fronte a me ci fosse ancora.
<< senti chi parla! Sei peggio di una cicca sotto la scarpa! >>
<< oh.oh.ooh. sentimi bene: sei venuto qui apposta per farmi incazzare?! Beh, puoi tornartene pure a casa. Se vuoi ti pago io il biglietto!! >>
<< non permetterei mai una tale blasfemia! È nel mio essere gentiluomo: non fare mai pagare al sesso debole. >> era un colpo basso, lo sapevo. E sapevo che Isabella, orgogliosa com’era, avrebbe ribattuto.
<< il sesso debole?>> ripeté, sconcertata. << Ma come ti permetti brutto cafone ignorante, cretino, idiota, ottuso, demente… >> Amber le mise le mani sulla bocca.
<< scusala, non sa quello che dice!>>
<< oh, lo so. So riconoscere una persona con un’intelligenza minima. Capisco i limiti mentali che potrebbe avere… >> l’avevo detto davvero? Ero sceso così in basso?
Bella si scrollò di dosso la ragazza e si fiondò addosso a me. Iniziò a picchiarmi, e benché la sua forza non fosse molta, quel gesto mi fece male profondamente.
<< ti odio! Ti odio! Non ti tollero! Perché sei venuto!? Non potevi rimanertene a casa?! Io ti odio! Mi stai rovinando la vita! >>”
<< le hai prese di brutto, amore! >> commentò, ridacchiando.
<< già, è stato il gesto che mi ha ferito tanto. >>
<< anche tu mi hai spezzato il cuore. Ma… l’importante è che tutto si è sistemato. >> disse, sorridendo.
<< eh già, e pensare che stavamo litigando in quel momento… >> ricordai, col sorriso.
<< in che senso? Che volete dire? >> chiese Alice, curiosa. Gli altri le fecero eco; possibile che in questa casa nessuno si facesse un pacco di cavoli suoi? Ma dopotutto, glielo dovevamo… forse.
<< quando ci siamo messi insieme, ci stavamo per prendere a botte come al solito, invece… >>
<< invece me ne sono uscito con un ‘ti amo’… >>
“Le afferrai un braccio, non poteva scappare da me, e con uno strattone la portai al mio petto. Le circondai i fianchi con le braccia e la strinsi a me. si divincolò da me.
<< stammi lontano! >> ringhiò. << non ti è bastato farmi quasi morire di dolore! NO! Vuoi finirmi,vuoi farmi davvero morire di dolore! >> mi sentii morire.
<< non vorrei mai farti del male. >> mormorai, affranto.
<< ma come puoi dirlo?! Dopo come ti sei comportato fino adesso! Come puoi dirlo Edward! >> esclamò, arrabbiata.
Ma era così difficile da capire, diamine?
<< ho dovuto, ho dovuto Bella! Dovevo proteggermi, non volevo più soffrire! Ero stufo di stare male, stufo di far soffrire la mia famiglia stando male! >> << certo, e trattarli da cani li faceva stare meglio, no?! Ma perché avresti dovuto soffrire?! Da cosa diamine ti dovevi proteggere?! >> proprio non lo capiva, eh?
<< da te!- esclamai, stanco. Dovevo dirle la verità - Mi dovevo proteggere da te, e dal sentimento che provavo e provo tutt’ora per te! >> continuai imperterrito, senza prendere un respiro.
<< Mi sono messo una maschera per non soffrire, ma non è servito a nulla! Mi sono messo questa maschera per proteggere me stesso! Perché TI AMO, perché non ti posso avere! Perché ti amo e tu mi consideravi il tuo migliore amico! Perché tu possiedi il mio cuore e non lo sai nemmeno! Ti ho trattato così perché ero arrabbiato con te perché eri cambiata, perché non eri più te stessa! E ora sono disperato, perché con le tue parole di profondo odio hai buttato giù le mie barriere, e mi hai fatto uscire allo scoperto! E ora mi odio per averti detto che ti amo, perché ora ti perderò per sempre e tutte le mie paure si realizzeranno! Ecco perché Bella, perché TI AMO! Ti ho sempre amata… >>”
<< davvero? Non ci credo! >> Alice ridacchiò. << certo che voi siete proprio strani… la situazione era quasi… da libro. >>
<< ah, io ce la vedo Bella attrice… >> commentò Emmett << nei film per ciechi! >> e tutti risero, io compreso. Bella mise il muso, incrociando le braccia al petto.
<< che cattivi che siete.. soprattutto tu, orso! E tu, Edward, dovresti difendermi e non prendermi ancora di più per il culo! >> ridacchiai, abbracciandola.
<< ma dai, Bella, lo sai anche tu che come attrice sei pessima… >> cercai di sdrammatizzare.
<< ah, grazie mille! Che struzzo che sei! >>
<< struzzo? >> chiesi, confuso e divertito.
<< sei proprio tardo: struzzo uguale s-t-r-o-n-z-o! >>
<< ehi, stronzetta sarai tu, mocciosa! >> e presi a farle il solletico, per vendicarmi. Vederla ridere, però, mi rallegrava e basta.
<< basta, Edward, ti prego! >> esclamò tra le risate. Io, compiaciuto e ripagato, conclusi che mi ero vendicato abbastanza. << di’ un’altra volta una cosa del genere, e la razione di solletico sarà il doppio! >> intimai, col sorriso stampato in faccia.
<< si, si.. >> mormorò tra sé. Le pizzicai un fianco, facendola sussultare. << ehi! >>
Ridemmo tutti, allegri.
<< sapete cos’ho notato? >> Alice era stata fin troppo in silenzio, per i miei gusti.
<< che cosa, folletta mia? >> Jazz la abbracciò a sé, baciandole una fronte.
<< che ogni volta che Edward e Bella si sono baciati, era perché nel gioco della bottiglia lanciava Emmett. >> ora che ci pensavo, era vero. Non sapevo se essergli riconoscente o meno. Be’, se ora stavo con Bella, un po’ era anche merito di quel bacio. E di conseguenza anche grazie alla festa, per cui dovevo essere grato anche ad Alice, che l’aveva organizzata.
Si, loro due erano proprio due Cupidi.
<< be’, grazie Emmett, allora. >> esclamò Bella, sorridente. << sei stato di singolare aiuto. >>
<< l’avevo detto io, che tutto sarebbe andato bene! >> l’orso si batté fiero una mano sul petto. << sono felice di averti tolto di dosso tutta quella tristezza. >>. Bella sorrise dolcemente, e si alzò per abbracciarlo.
<< il nostro orsetto! >> Sweetie prese una guancia paffuta di Emmett e la tiracchiò, facendolo lamentare per il male. Ridacchiammo, la scena era troppo buffa.
<< secondo me, comunque, era destino che vi metteste insieme. >> commentò Rose, con occhi sognanti. << se però non vi foste svegliati, saremmo campati cent’anni prima che vi metteste insieme. >>
Io e Bella alzammo gli occhi al cielo: << avete poca fiducia nel nostro amore… e comunque, noi due non siamo intraprendenti come voi! >> dissi ovvio. Bella annuì, concorde e divertita.
<< siamo anche la coppia più normale, non per dire: il leone e il folletto, l’orso e la gattina – come Emmett chiamava Rose – … cioè, siamo allo zoo? >> scherzò Bella. Io risi, spensierato. I quattro misero il muso, ma poco dopo seguirono me e Bella nella risata.
Molte volte basta poco per essere felici: un sorriso, un abbraccio, una carezza…. Semplicemente, un gesto d’amicizia può far tanto. Deve essere disinteressato, sincero, e può far miracoli. Come il mio amore per Bella.
Sapevo che era la mia anima gemella, sentivo che era il mio unico amore. E speravo fosse per sempre.
Ma il futuro non si conosce, i bivi e gli ostacoli sono tanti. Bisogna sperare di avere la persona che si ama, per affrontare tutto ciò avverso a noi.
Le incertezze ci saranno, gli sbagli potranno capitare, ma bisogna andare avanti e non perdere la speranza.
E soprattutto, credere nell’amore. Crederci davvero, e bisogna essere disposti a tutto per tenerlo con sé, per non perderlo.
E una cosa è certa: l’amore potrà sembrare scomparso, ma molte volte siamo noi che cerchiamo di nasconderlo a noi stessi, ma lui c’è. E prima o poi ritorna sempre a scombussolarci la vita, l’anima e il cuore.
  
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