Un Problema
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Hermione Jane Granger nell’ultimo periodo era adrenalinica. Più del
solito, il che era davvero preoccupante. Schizzava da un’aula all’altra, parlava
in modo irrequieto e sulla sedia ferma proprio non
riusciva a stare. Ron e Harry la guardavano, chiedendosi se le fosse successo
qualcosa. Perché, anche quando tentavano di chiederle spiegazioni, per esempio
a pranzo, lei scuoteva il capo, alzava le spalle e si ficcava in bocca una
forchettata di maccheroni per non parlare.
Gli amici avevano
notato anche che cercava di non andare in alcuni posti in determinati orari.
Dopo un mese avevano ritenuto strano che ogni giovedì alle cinque preferisse
studiare in Sala Grande piuttosto che con loro in Biblioteca. O che a pranzo
non li aspettava più, preferendo andare mezz’ora prima. Ma la cosa che li
sconvolse di più, fu quando incominciò a saltare le lezioni, arrecando banali
scuse come mal di testa e simili.
Una volta Ron
giurò di averla vista davanti allo specchio provare a mettere del rossetto, poi
toglierselo furiosamente strusciandoci sopra le mani scoppiando a piangere. Di
questo Harry non sapeva proprio cosa pensare.
Questa strana Hermione era apparsa ai loro occhi da più o meno un mese,
in un crescendo di pazzia e isteria nervosa. Harry dubitava del fatto che
dormisse, perché la mattina dovevano passare a svegliarla, il che non era mai
successo. E aveva sempre il viso stanco. Prendeva il caffè a colazione, quando
lei l’aveva sempre odiato. E poi evitava le cose verdi. Amava le verdure, ma
ultimamente le cose verdi le scartava con un po’ di stizza con la forchetta,
meticolosa, lamentandosi del loro colore.
Hermione aveva un
problema. Un grossissimo problema che nessuno poteva capire eccetto una
persona. O meglio, il problema lo aveva in comune con questa persona, che anche
in quel momento la faceva sentire accaldata e irrequieta, perché sentiva i suoi
occhi sulla propria nuca scoperta dalla coda di cavallo. Erano nelle serre per
un laboratorio obbligatorio che non aveva potuto saltare. Cercò di non pensarci
e continuò a potare la sua Radice del Diavolo.
Dopo qualche
minuto, si tolse i guanti e si passò le mani in faccia. Respirò. Alzò gli occhi
al soffitto della serra, pensando a sua nonna quando non trovava la dentiera.
Si rimise poi a lavoro. Decise, in un moto di saggezza, di sciogliere i
capelli, pensando di sentirsi meno osservata e di pensarci di meno.
Una mano diafana
apparve nel suo raggio visivo, allungandosi a prendere un coltello biforcuto.
Gli occhi di Hermione restarono inchiodati alla sua
pianta. S’immobilizzò. Non osò alzare lo sguardo nemmeno quando lui le fu così
vicino da sentirne il profumo.
Si concentrò,
chiudendo gli occhi.
Lui esitava in
quel punto un po’ troppo. Non aveva finito di prendere quei maledetti arnesi?
Un leggero venticello le passò sulla nuca, quando la porta della serra venne
aperta e poi richiusa. Le venne un brivido, correndo subito a coprirsi il collo
con i capelli scivolati davanti.
Tagliò un
rametto, poi un altro. Nervosamente, iniziò a tagliarne di più e più
velocemente. La mano le tremava, così respirò e ci riprovò con più calma. Si
tagliò.
<< Ahia!
Mannaccia... mannaccia... >> biascicò, facendo un passo indietro e
urtando un ragazzo. Questo aveva una fialetta in mano che le si rovesciò sulla
manica.
<< Oddio
scusami! >> fece quello, correndo a prendere dei fazzoletti ma la camicia
di Hermione si stava iniziando a corrodere, salendo
su veloce.
<< Oh per
Merlino! >> si allarmò lei, strappando il pezzo di stoffa contaminato.
<< Togli
subito tutta la camicia, Granger! Muoviti! >>
gridò
Hermione si tolse subito
l’indumento che si andava tagliuzzando, restando in reggiseno lilla. Arrossì,
ma non sapeva nemmeno lei bene cosa fare, se preoccuparsi di più per i
possibili effetti della pozione o della persona che le stava dietro.
<< Per
tutti i cieli.. >> esclamò accorrendo la
professoressa.
Hermione Jane Granger e Draco Lucius Malfoy erano uno sopra
l’altro, la prima senza camicia, il secondo con la camicia strappata che si
teneva il mento dolorante con la mano e ne stava dicendo di tutti i colori, con
gli occhi fissi sul seno di Hermione, la quale
pensava proprio di odiarlo per essere sempre tra i piedi, pensiero che fece
mentre guardava ipnotizzata le sue labbra sensuali rivolgerle quella caterva
immensa di insulti.
<< C’è un
grosso problema e dobbiamo chiarirlo assolutamente. >>
<< Grosso problema mi sembra un eufemismo,
Mezzosangue. >>
<< Smettila
di avere quest’aria sufficiente! Smettila di guardarmi così! Per Merlino,
troviamo una soluzione! >>
<< Granger, questa è la mia aria. Secondo, io ti guardo come
voglio. Terzo, la soluzione ci sarebbe ma mi fa schifo solo pensarci. >>
Hermione Jane Granger piantò i piedi sul pavimento scuro dell’aula, come
inorridita.
<< Certo,
fa schifo anche a me, quindi è esclusa >> sibilò, guardandolo di sbieco.
Poi riprese a camminare avanti e dietro, davanti a Draco
Lucius Malfoy, seduto a
gambe aperte sulla cattedra di ciliegio dove poco prima era seduto il
professore dell’ultima lezione di quella lunghissima giornata.
Draco la odiava. I
suoi occhi seguivano quei movimenti di quella ragazza iperattiva e li
adoravano. Li trovava sensuali.
<< Stupida
Mezzosangue, smettila di camminare avanti a dietro. E apri la finestra, fa
caldo >> disse, guardando tutto fuorché lei.
Hermione acconsentì
solamente perché anche lei provava caldo.
<< Che cosa
ridicola... >> disse quasi fra sé, appoggiandosi ad un banco.
Draco scese dalla
cattedra e andò alla finestra. Prese qualche boccata d’aria, poi si voltò.
<< Granger. Fai qualcosa. Subito. Adesso. E’ grave. Sto
sragionando. >>
<< Calmati,
Malfoy! E comunque il fatto che sragioni non mi
sembra tanto grave... >>
Draco puntò le mani
sul davanzale.
<< Lurida
Mezzosangue, ti dovrei uccidere solo per questo. Anzi, forse è la soluzione
adatta. Se ti uccido mi libero di te. Via il dente, via il dolore >> e
prima che finisse la frase, aveva già estratto la bacchetta.
Hermione indietreggiò.
<< Sei pazzo?! Abbassa quella cosa, Malfoy, ti supplico, una soluzione la troviamo. Anzi, ho
già un’idea, un’idea bellissima! >> precisò, parandosi con le mani
davanti agli occhi.
Lui la guardò per
un po’, poi abbassò la bacchetta e se la ficcò in tasca.
Hermione prese un lungo
respiro.
<< Prima di
tutto, ricapitoliamo. Sei sicuro di non aver preso accidentalmente una qualche
pozione? >>
Draco alzò gli occhi
al cielo, appoggiandosi dietro con la mani premute
sulla cattedra.
<< So
riconoscere una pozione anche se la vedo in un
bicchiere scuro, lontano trecento metri. So vederne il colore e individuarla
anche se mischiata ad altre bevande. Gli odori, poi, sono per me
inconfondibili. Ti va bene come ricapitolazione? >>
Hermione si morse le
labbra.
<< Tu,
piuttosto? >> fece ancora lui, indicandola con un gesto accennato del
mento.
<< Certo
che no, >> rispose, nervosamente. Si appoggiò contro un banco dietro di
lei.
<< Non
posso crederci, davvero... è così orribile... >>
Draco rimase in
silenzio, a fissarle le gambe snelle e chiare incrociate appena l’una
sull’altra. Lei sollevò lo guardo, un boccolo le scivolò davanti, sugli occhi.
<< Per
favore, smettila. Pensa anche tu ad una soluzione >> disse quasi
supplichevole.
Malfoy pensò di
ricacciare la bacchetta e tornare all’idea precedente, ma non sapeva se sarebbe
riuscito ad arrivare fino in fondo. Intanto, la stava guardando più
intensamente di prima.
<< Cazzo.. >> si passò le mani tra i capelli, cercando di
guardare il soffitto e deglutendo. Si decise a pensare a Gazza e al suo gatto
che si baciavano.
Passò qualche
minuto di silenzio.
<< Novità?
>> la incitò un po’ più calmo. Lei lo raggiunse, appoggiandosi all’altro
lato della cattedra con le braccia.
<< Ecco:
ignoriamoci e odiamoci più di prima, umiliamoci a vicenda ogni giorno di più.
>>
<< Ma cosa
diamine dici... >>
<< Si, facciamo così, >> annuì. << Ci passerà.
>>
<< Granger, te l’ho detto. A me. Non. Passa. >> scandì a
denti stretti. Poi si voltò, passandosi di nuovo una mano tra i capelli,
nervoso.
Lei si concesse
di guardare inosservata la linea che formavano i suoi addominali quando stava
piegato in avanti. Si voltò. Cosa le stava succedendo? Non riusciva più ad
essere lucida? Perché i suoi occhi non riuscivano più a stare su quegli
stramaledetti libri ma finivano sempre sul collo, sulle spalle, sulla schiena,
sul sedere, sulle mani, sulla bocca, sugli occhi di quell’odioso ragazzo?
<<
Sciocchezze >> fece poi, allontanandosi.
<< Granger, >> insistette lui, scendendo dalla cattedra
e aggirandola. La inseguì, mentre Hermione continuava
a girare intorno al tavolo per sfuggirgli, << Nel giro di questi giorni
l’ho fatto cinque volte con
<< Ho capito, basta! >> lo interruppe lei, arretrando ancora
per non farsi raggiungere.
<< Sto
impazzendo, lo vuoi capire? Ma non sono ancora così disperato da tentare la
prima soluzione, >> disse arrabbiato.
Hermione arricciò il
naso. << Mai. La prima soluzione mai. Preferisco morire. >>
<< Per te
sarebbe solo un onore, mia cara Mezzosangue... >>
<< Togli
quel “mia”. Togli quel “cara”. Che schifo. Non lo dire. Mi sembra di essere
totalmente spacciata, così. >>
<< Certo
che dicono che sei tanto intelligente, ma a questo non riesci proprio ad
arrivarci, eh? Non sei malata, non hai preso nessuna pozione, non ti è stato
fatto nessun incantesimo. Sei solo pazza di me. Ti eccito. Mi desideri... sei già spacciata. >>
<< Stai
parlando di te o di me? >> lo sfidò, sporgendosi sopra la cattedra, verso
di lui.
<< Smettila
di rispondermi con quel tono e non piegare le labbra in quel modo >> la
riprese lui, sporgendosi a sua volta.
<< E tu
chiudi i bottoni di quella camicia e non puntare più gli occhi nei miei!
>> lo aggredì.
<< Tu non
puoi permetterti di dirmi cosa fare, taci, Mezzosangue. >>
<< Basta!
>> esclamò, battendo le mani sulla cattedra. << Io ti odio e
cancello ogni altro sentimento dalla mia testa! >>
<< Non ti
basta dirlo per farlo accadere. Sei condannata. Verrai a piangere davanti al
mio dormitorio, implorandomi di sfiorarti almeno una volta... >>
Hermione aggirò la
cattedra e lo raggiunse. Prese un respiro e gli tirò uno schiaffo. Le sue dita,
però, non arrivarono nemmeno a sfiorare la guancia di lui. Prontamente, Draco l’aveva afferrata per il polso, bloccandola. La tirò
a sé, facendola quasi cadere in avanti. Hermione, per
proteggersi da quel contatto, gli premette una mano sul torace.
Draco non aveva mai
visto gli occhi di lei così da vicino. E da lì Hermione
pensò che le sopracciglia di Draco fossero ancora più
sensuali.
<< Ho
cercato di non pensarci, >> la voce di Draco
era come un sussurro, << ma non ho concluso niente. Il desiderio di te mi
brucia dentro come il fuoco e nessuna è stato in grado di placarlo >>
disse tra i denti, disperato e combattuto, mentre la metteva spalle al muro e
le arrivava pericolosamente vicino.
<<
Parliamone, ti prego... >> fece Hermione poco
convincente, mentre la mano libera si sollevava a sfiorare le labbra piene di
lui.
<< Dammi un
bacio, Granger. >>
<< No no no! Non è una buona idea! Ti prego, torna dov’eri!
>> rispose concitata.
L’altra mano di
lui l’afferrò per la vita, togliendole il respiro.
<< Tanto se
lo voglio, lo prendo con la forza. >>
Hermione si schiacciò la
mano libera sulla bocca.
<< Togli
quella mano, Granger >> fece lui, spazientito.
Lei scosse la
testa.
<< Anche
quella, se voglio, te la tolgo con la forza. >>
Lei scosse ancora
la testa.
Lui si chinò,
voltando appena di lato la testa. Le baciò la mano, mentre solo le dita di Hermione separavano le loro bocche. La guardava negli occhi,
sfrontato e malizioso. Le iniziò a succhiare le nocche delle dita. Lei, diventò paonazza.
<< Avanti,
togli questa mano... >> mormorò lui, continuando a
guardala, continuando a lasciare piccoli baci, risucchiando la pelle su
tutta la sua mano.
Hermione non ce l’avrebbe
fatta ancora a lungo. Dovevano litigare, dovevano odiarsi.
Spostò la mano
dalla sua bocca a quella di Draco, premendogliela
sopra. Lui la guardò interdetto, emettendo qualche suono confuso.
<< Ma non
avevi detto neanche a pensarci? Non ti
faccio schifo? Mi tocchi, mi baci..>>
Le parole che le
uscirono non furono esattamente quelle che s’era programmata.
Lui la guardò
serio. Si tolse lentamente la mano di Hermione dalla
bocca, la quale non oppose resistenza. Passò qualche secondo, in cui tutto il
corpo di lei stava tremando.
<<
Adottiamo la prima soluzione, che ne dici? >> continuò, calmo. << Una
volta mi basterà. >> chiarì poi.
Hermione si riprese come
d’improvviso a quelle parole. Uscì da sotto il corpo di Draco,
aggirandolo e prendendo qualche bel respiro a parecchi metri di distanza.
<< Ecco perché
non voglio la tua soluzione. Io non sono come te, ne
come le persone con cui sei abituato a comunicare
>> ragionò a voce alta.
<< Cosa intendi
dire? >> ribatté lui, serio.
<< Lo sai
benissimo. Una volta mi basterà. Ma
che cosa sono io, un oggetto? Un giocattolo? Ti togli lo sfizio e poi torni a
volermi vedere morta? >> esclamò, strizzandosi nervosamente il lembo
della maglia. Draco la guardava, corrucciato.
<< Perché, Granger, tu cosa provi per me? Amore? >> fece poi,
con l’ombra di un sorriso.
Hermione si morse le
labbra. Dopo, scosse la testa. << No, certo che no, non è amore. Non ti
conosco nemmeno, in fondo! >>
Lui la guardò
intensamente, dischiudendo le labbra.
<< Granger, ascolta il mio piano. Non dobbiamo mettere finti
sentimenti in questa cosa, ne riempirci la bocca di promesse che non
manterremo. Semplicemente, io ti voglio. Tu lo stesso. Cosa c’è di male se
facciamo l’amore una sola volta e poi mai più? >>
<< Hai
detto l’amore non sesso. >>
<< Il
concetto è quello. >>
Il concetto non
era quello, ma Hermione tacque.
<< E poi?
Ci baciamo, ci tocchiamo, nudi l’uno contro l’altro, e poi? Riprenderai a
trattarmi come sempre, in giro per il Castello? >>
<< Non
credo. Forse mi limiterò ad ignorarti. Se è questo che vuoi, certo. >>
<< Cosa
dovrei volere? >>
<< Una
relazione fissa, per esempio. >>
<< Cosa?! >>
<< Intendo
che tu potresti asfissiarmi e
inseguirmi, pregando dietro la porta del mio dormitorio di fidanzarmi con te
con relativa proposta di matrimonio. >>
<< Ma cos’è
questa fissazione per la porta del dormitorio? Non succederà mai che
supplicherò di qualcosa davanti a quella lurida porta di quel lurido
sotterraneo di serpi! >>
<< Sempre
meglio della Torre Griffyndor. Si vede dai vostri cervelli
il vento che deve esserci li sopra. >>
<< Oddio,
quanto ti odio! >> fece lei esasperata, dandogli le spalle e incrociando
le braccia sotto al seno.
Draco non riusciva a
stare fermo. Perfino quando si arrabbiava, lo rispondeva a tono, anzi, forse
proprio per quello, in quelle occasioni lui la trovava immensamente eccitante.
Non riusciva a guardare la sua esile vita, le sue gambe, da dietro perfino,
senza ribollire di una voglia bruciante.
Fece un passo,
poi un altro, un altro ancora. Hermione si voltò a
guardarlo.
<< Stammi
lontano >> disse impaurita. Impaurita del fatto che il solo vederlo le
annullava qualsiasi pensiero in testa, le faceva dimenticare di tutto ed aveva
solo voglia di stare alla sua soluzione.
Ma Draco non l’ascoltò. Continuò a camminare, fino a
raggiungerla. Hermione fece un mezzo passo
all’indietro, lui le prese le mani.
<< Ch-che fai? >> biascicò, con gli occhi fissi sulle
loro mani intrecciate.
<< Hermione, mi fai avvampare le guance, come una mattina
d’estate... >>
<< Eh?! Una mattina di che? Smettila... No! Malfoy,
non mi baciare le mani! >>
Draco si chinò,
gentile e romantico, ancora una volta, sulle mani di lei. Hermione
tremava.
Poi, lui sollevò
lo sguardo da sotto le sopracciglia arcuate, guardandola dal basso.
<< E’
questo che vorresti, no? >> fece, poi si alzò superandola in altezza.
Lei sollevò il
mento, interdetta più di prima.
<< Vorresti
che, >> continuò << io ti dicessi queste cose. Poetiche e
sdolcinate, fingendo, al solo scopo di portarti a letto. Preferiresti questo?
Non apprezzi la mia sincerità? >>
Hermione lo guardò
basita. Poi tolse le mani dalle sue, arrabbiata.
<< Primo,
no, non lo vorrei. Mi hai fatto impressione. Secondo, ma
quale sincerità? Ti sembra che io possa apprezzare il fatto che tu voglia darmi
due botte e poi sognare la mia morte il giorno a seguire? >> urlò quasi.
<< Non
pensavo usassi queste parole, Granger... >>
<< Io parlo
come mi pare e piace! Tu, infimo e lurido doppiogiochista! >> esclamò,
rossa in viso, con i pugni serrati.
Draco la fissò, impassibile
per gli insulti ricevuti.
<< Dio mio,
quanto sei bella. >>
Hermione sbatte le
ciglia, confusa. Poi si rianimò. << Smettila di
fare così! >> fece.
<< Sono
sincero. Sei davvero bella, anche quando ti arrabbi, >> disse calmo.
Hermione sciolse i pugni
e arrossì. Poi si allontanò e andò vicino alla finestra, passandosi le mani sul
collo. Non riusciva più a guardarlo in faccia.
Sentì qualche
passo nella propria direzione, ma preferì non voltarsi. Una mano le scostò i
capelli dal viso, sistemandoglieli dietro l’orecchio. Hermione
chiuse gli occhi.
<< Ti fidi
così tanto di me da chiudere gli occhi? >>
<< No, ma
scommetto che anche tu hai una certa integrità morale, >> continuò ad
occhi chiusi, << che non ti farebbe approfittare di una ragazza indifesa.
>>
<< Indifesa
dalla sua ragione, ma ampiamente incoraggiata dai suoi sentimenti. >>
<< Non
parlare di sentimenti, non ne sei capace. >>
<< Hai
detto tu stessa di non conoscermi, in fondo. >>
<< Ma di
questo sono sicura. Non proverai mai per me ciò che io provo per te >>
disse infine, aprendo gli occhi e puntandoli nel suoi.
Draco sembrò vacillare
per la prima volta.
<< Cosa intendi, Granger? >> fece
sulla difensiva.
<< Quello
che ho detto. >>
<< Ripetilo
con altre parole... >>
<< Cos’è,
un gioco? >>
<< Smettila!
>> esclamò, serio, arrabbiato, confuso.
Hermione lo guardò
stupita. Lui si allontanò, di spalle.
<< Cosa è
successo? >> lo inseguì lei. Draco si passò le
mani tra i capelli, poi si girò a guardarla.
<< Diamine!
Ma tu cosa diavolo provi per me?! >> esclamò,
prendendole il viso tra le mani. Ad Hermione gli si
mozzò il fiato.
<< No-Non
lo so... >>
<< Perché io non dovrei provare per te quello che tu
provi per me? Cosa cazzo provi per me?! >>
urlò quasi, stringendole forte le mani sulle guance.
<< Mi... mi
fai male, lasciami... >>
<<
Rispondimi! >> fece perentorio.
Hermione strizzò gli
occhi, costretta in quella posizione, con il viso
sollevato a pochi centimetri da lui.
<< Non lo
so, non lo so! >> s’affrettò a dire.
<< E’
amore, Granger?! >>
<< Draco, non lo so! >>
<< E’ amore?! Rispondimi! >>
<< Credo di
no, non lo so, ma non è solo attrazione fisica... >> biascicò,
guardandolo negli occhi furenti.
<< Ti batte
il cuore quando mi vedi? Scrivi stronzate sul tuo diario? Ne parli con le
amiche? Mi sogni la notte? Rispondimi! >>
<< Si. No. No. Si. >>
<< Mi
prendi in giro?! >>
<< Draco, per la miseria, si, mi
batte il cuore. No, non scrivo stronzate sul mio diario, non ce l’ho un diario.
Non ho amiche e con Harry e Ron non ne ho mai parlato. Ti sogno la notte, si, e non solo di fare l’amore con te ma sogno anche
situazioni dolci o romantiche. Ma che ne so! E’ la mente delle ragazze che è
fatta così, non provo amore, te lo giuro! >>
<< E allora
cos’è?! >>
<< E’
quella cosa che se facciamo l’amore una volta io mi lego a te! >>
<< Hai
detto l’amore non sesso. >>
<< Il
concetto è quello... >>
<< No, il
concetto non è quello! >> esclamò Draco.
Lei sbatté le
palpebre, confusa e ancora bloccata in quella morsa.
<< Ma se tu
stesso... prima... avevi detto... >>
<< Hermione, stammi bene a sentire >> riprese lui,
guardandola fisso negli occhi. << Devi dirmi la verità, devi essere
sincera. >>
<< Va bene,
si... >>
<< Quella
volta, martedì, in Biblioteca, quando parlando della lezione di pozioni mi hai
difeso contro i tuoi amici, perché l’hai fatto? >>
La domanda di Draco arrivò inaspettata quanto imbarazzante.
<< Parli di
quel giorno in cui la pozione di Neville è esplosa perché tu gli avevi messo di
nascosto l’essenza di corda? >>
<< Si. >>
<< E del
pomeriggio in cui... erano le cinque... io stavo con Ron ed Harry in
Biblioteca... ma tu come ci hai sentiti? >>
<< Non è
questo l’importante! Voglio una risposta. Perché mi hai difeso, quando
chiaramente l’avevo fatto di proposito quel gesto? >>
Hermione non seppe subito
cosa rispondere. Ma Draco aspettava, la guardava
negli occhi, attendeva una risposta vera, sincera.
<< Ti direi
che non lo so... >>
Draco prese un grande
respiro.
<< ...ma so che ti arrabbieresti! >> aggiunse subito.
Lo guardò ancora.
<< Non
volevo che qualcuno ti insultasse. Mi dava fastidio, >> chiarì.
Lui chiuse per
qualche secondo gli occhi, con aria consapevole. Poi la guardò.
<< Mi
sembra di sentir parlare una bambina. >>
<< Che cosa?! Io... tu... e lasciami la faccia! >>
<< Mi va
bene una bambina. >>
Hermione lo guardò senza
capire.
<< Nessuno
mi aveva mai difeso prima. Come hai fatto tu. Sinceramente. Con il cuore.
>>
Lei era confusa.
<< Ma io
non ci so fare con i sentimenti. Hai ragione su questo. Avrei preferito che tra
noi non ci fossero stati, ma mi rendo conto che con il tempo mi sarebbe
dispiaciuto. >>
<< Cosa
stai cercando di dirmi? >>
<< Che il
tuo amore mi rende nervoso, ma non voglio farne a meno. >>
Si avvicinò di
quel poco che separava le loro labbra e la baciò. Lei si scostò quasi subito, lo
guardò negli occhi, si passò le mani sulle labbra. Draco
la raggiunse di qualche passo, le sollevò di nuovo il viso e la baciò. Hermione si scostò appena, ma lui le tenne stretto il viso
nelle mani e la baciò ancora. La strinse per la vita, la strinse a sé, la baciò
con impeto, con tutta la passione che aveva represso, con tutto il desiderio
bruciante che lo stava pervadendo.
<< Draco... aspetta... ricordati dove siamo... >>
<< Non
m’importa... >>
<< Siamo...
in... un’aula... >>
<< Non
m’importa... >>
<< Ci... ci
vedono... >>
<< Non
m’importa... >>
Le labbra di lei
furono catturate nuovamente e le mani di Draco
scivolarono sotto la sua gonna, afferrandola, mozzandole il respiro.
<< Draco no! Ti prego, non qui... >>
Lui non
l’ascoltava. La spinse contro la cattedra e la caricò sopra, circondato dalle
sue gambe. Si slacciò la cintura e si aprì la zip dei
pantaloni. Hermione tentò di fermarlo, ma fu tutto
inutile. Lui le scostò con le dita le mutandine, toccandola, prima di infilarsi
il preservativo e entrare in lei prepotentemente. Hermione
si lasciò sfuggire un mezzo urlo. La mantenne per il
sedere, entrando fino in fondo, veloce, le labbra che gemevano al suo orecchio.
Sotto le spinte, lei credette di morire. Pianse per
lo sconvolgimento che il suo corpo e il suo cuore avevano subito. Lui le baciò
le lacrime, la punta del naso, e ancora le labbra.
<< Hai
cercato di uccidermi, dì la verità. >> mormorò
dopo lei.
Draco le morse il
labbro inferiore, sorrise sulla sua bocca.
<< Ormai ci
ho rinunciato. Ho un nuovo motto, adesso. >>
<< Ovvero?
>>
<< Se non
riesci ad abbattere il nemico, facci l’amore! >>
Hermione spalancò gli
occhi, esterrefatta.
<< Cosa?
Vuoi dire che farai l’amore con tutti i tuoi nemici d’ora in avanti? Anche
Harry? E Ron? >>
Draco sbiancò.
<< E con Ginny Weasley, per esempio?
>>
<< Granger, smettila! Basta immagini rivoltanti! I motti sono
motti, bisogna adattarli alle situazioni! Nel nostro caso va preso alla
lettera, ma se sto in un’aula con
Hermione lo guardò
annuendo ripetutamente.
<< Si si, ho capito. Certo che alla fine
un pochino intelligente lo sei! >>
Draco s’accigliò. La
guardò male. Poi le sorrise, anzi, iniziò a ridere.
<< Mi
divertirò tantissimo stando con te. >>
<< Si lo
so, grazie! >>
<<
Intendevo dire che mi fai ridere, non
che sei divertente... >>
<< Che cosa?! >>
Draco rise ancora e Hermione mise il broncio, aspettando però un altro bacio
che arrivò subito.
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E’ da tanto che non scrivo su Draco
e Hermione. Mi è venuta una voglia matta, l’ho
scritta di getto, perciò ecco qui! Lo so che dovrei postare al più presto un
altro capitolo di Edera, ma ho gli esami in corso e non molto tempo. Vi
assicurò però che c’è ancora mooolto da dire, e che
non ho intenzione di lasciarla incompiuta. Colgo l’occasione per ringraziare
tutte le persone che mi seguono e che commentano le mie storie! Grazie di
Cuore!*_*
Baci, vostra Erin.