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Autore: Erin    17/06/2010    19 recensioni
Hermione Jane Granger nell’ultimo periodo era adrenalinica. Più del solito, il che era davvero preoccupante. Schizzava da un’aula all’altra, parlava in modo irrequieto e sulla sedia ferma proprio non riusciva a stare. Ron e Harry la guardavano, chiedendosi se le fosse successo qualcosa. Perché, anche quando tentavano di chiederle spiegazioni, per esempio a pranzo, lei scuoteva il capo, alzava le spalle e si ficcava in bocca una forchettata di maccheroni per non parlare.
Genere: Romantico, Commedia, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un Problema

Un Problema

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Hermione Jane Granger nell’ultimo periodo era adrenalinica. Più del solito, il che era davvero preoccupante. Schizzava da un’aula all’altra, parlava in modo irrequieto e sulla sedia ferma proprio non riusciva a stare. Ron e Harry la guardavano, chiedendosi se le fosse successo qualcosa. Perché, anche quando tentavano di chiederle spiegazioni, per esempio a pranzo, lei scuoteva il capo, alzava le spalle e si ficcava in bocca una forchettata di maccheroni per non parlare.

Gli amici avevano notato anche che cercava di non andare in alcuni posti in determinati orari. Dopo un mese avevano ritenuto strano che ogni giovedì alle cinque preferisse studiare in Sala Grande piuttosto che con loro in Biblioteca. O che a pranzo non li aspettava più, preferendo andare mezz’ora prima. Ma la cosa che li sconvolse di più, fu quando incominciò a saltare le lezioni, arrecando banali scuse come mal di testa e simili.

Una volta Ron giurò di averla vista davanti allo specchio provare a mettere del rossetto, poi toglierselo furiosamente strusciandoci sopra le mani scoppiando a piangere. Di questo Harry non sapeva proprio cosa pensare.

Questa strana Hermione era apparsa ai loro occhi da più o meno un mese, in un crescendo di pazzia e isteria nervosa. Harry dubitava del fatto che dormisse, perché la mattina dovevano passare a svegliarla, il che non era mai successo. E aveva sempre il viso stanco. Prendeva il caffè a colazione, quando lei l’aveva sempre odiato. E poi evitava le cose verdi. Amava le verdure, ma ultimamente le cose verdi le scartava con un po’ di stizza con la forchetta, meticolosa, lamentandosi del loro colore.

Hermione aveva un problema. Un grossissimo problema che nessuno poteva capire eccetto una persona. O meglio, il problema lo aveva in comune con questa persona, che anche in quel momento la faceva sentire accaldata e irrequieta, perché sentiva i suoi occhi sulla propria nuca scoperta dalla coda di cavallo. Erano nelle serre per un laboratorio obbligatorio che non aveva potuto saltare. Cercò di non pensarci e continuò a potare la sua Radice del Diavolo.

Dopo qualche minuto, si tolse i guanti e si passò le mani in faccia. Respirò. Alzò gli occhi al soffitto della serra, pensando a sua nonna quando non trovava la dentiera. Si rimise poi a lavoro. Decise, in un moto di saggezza, di sciogliere i capelli, pensando di sentirsi meno osservata e di pensarci di meno.

Una mano diafana apparve nel suo raggio visivo, allungandosi a prendere un coltello biforcuto. Gli occhi di Hermione restarono inchiodati alla sua pianta. S’immobilizzò. Non osò alzare lo sguardo nemmeno quando lui le fu così vicino da sentirne il profumo.

Si concentrò, chiudendo gli occhi.

Lui esitava in quel punto un po’ troppo. Non aveva finito di prendere quei maledetti arnesi? Un leggero venticello le passò sulla nuca, quando la porta della serra venne aperta e poi richiusa. Le venne un brivido, correndo subito a coprirsi il collo con i capelli scivolati davanti.

Tagliò un rametto, poi un altro. Nervosamente, iniziò a tagliarne di più e più velocemente. La mano le tremava, così respirò e ci riprovò con più calma. Si tagliò.

<< Ahia! Mannaccia... mannaccia... >> biascicò, facendo un passo indietro e urtando un ragazzo. Questo aveva una fialetta in mano che le si rovesciò sulla manica.

<< Oddio scusami! >> fece quello, correndo a prendere dei fazzoletti ma la camicia di Hermione si stava iniziando a corrodere, salendo su veloce.

<< Oh per Merlino! >> si allarmò lei, strappando il pezzo di stoffa contaminato.

<< Togli subito tutta la camicia, Granger! Muoviti! >> gridò la Sprite, correndo verso di lei.

Hermione si tolse subito l’indumento che si andava tagliuzzando, restando in reggiseno lilla. Arrossì, ma non sapeva nemmeno lei bene cosa fare, se preoccuparsi di più per i possibili effetti della pozione o della persona che le stava dietro. La Sprite le diede dell’acqua lorica da mettere sulla parte che poteva essere stata sfiorata dalla pozione. Il tappo di sughero era però chiuso ermeticamente, quindi Hermione tirò, sempre più forte, sperando di fare presto, stringendo i denti, cercando di farlo allentare. Questo schizzò di botto, insieme al suo gomito che per la spinta finì all’indietro. Si sbilanciò e in più colpì qualcuno dietro di lei. Finirono insieme sulle piante alle loro spalle, cadendo in un turbinio di foglie e rametti spezzati.

<< Per tutti i cieli.. >> esclamò accorrendo la professoressa.

Hermione Jane Granger e Draco Lucius Malfoy erano uno sopra l’altro, la prima senza camicia, il secondo con la camicia strappata che si teneva il mento dolorante con la mano e ne stava dicendo di tutti i colori, con gli occhi fissi sul seno di Hermione, la quale pensava proprio di odiarlo per essere sempre tra i piedi, pensiero che fece mentre guardava ipnotizzata le sue labbra sensuali rivolgerle quella caterva immensa di insulti.

 

 

<< C’è un grosso problema e dobbiamo chiarirlo assolutamente. >>

<< Grosso problema mi sembra un eufemismo, Mezzosangue. >>

<< Smettila di avere quest’aria sufficiente! Smettila di guardarmi così! Per Merlino, troviamo una soluzione! >>

<< Granger, questa è la mia aria. Secondo, io ti guardo come voglio. Terzo, la soluzione ci sarebbe ma mi fa schifo solo pensarci. >>

Hermione Jane Granger piantò i piedi sul pavimento scuro dell’aula, come inorridita.

<< Certo, fa schifo anche a me, quindi è esclusa >> sibilò, guardandolo di sbieco. Poi riprese a camminare avanti e dietro, davanti a Draco Lucius Malfoy, seduto a gambe aperte sulla cattedra di ciliegio dove poco prima era seduto il professore dell’ultima lezione di quella lunghissima giornata.

Draco la odiava. I suoi occhi seguivano quei movimenti di quella ragazza iperattiva e li adoravano. Li trovava sensuali.

<< Stupida Mezzosangue, smettila di camminare avanti a dietro. E apri la finestra, fa caldo >> disse, guardando tutto fuorché lei.

Hermione acconsentì solamente perché anche lei provava caldo.

<< Che cosa ridicola... >> disse quasi fra sé, appoggiandosi ad un banco.

Draco scese dalla cattedra e andò alla finestra. Prese qualche boccata d’aria, poi si voltò.

<< Granger. Fai qualcosa. Subito. Adesso. E’ grave. Sto sragionando. >>

<< Calmati, Malfoy! E comunque il fatto che sragioni non mi sembra tanto grave... >>

Draco puntò le mani sul davanzale.

<< Lurida Mezzosangue, ti dovrei uccidere solo per questo. Anzi, forse è la soluzione adatta. Se ti uccido mi libero di te. Via il dente, via il dolore >> e prima che finisse la frase, aveva già estratto la bacchetta.

Hermione indietreggiò. << Sei pazzo?! Abbassa quella cosa, Malfoy, ti supplico, una soluzione la troviamo. Anzi, ho già un’idea, un’idea bellissima! >> precisò, parandosi con le mani davanti agli occhi.

Lui la guardò per un po’, poi abbassò la bacchetta e se la ficcò in tasca.

Hermione prese un lungo respiro.

<< Prima di tutto, ricapitoliamo. Sei sicuro di non aver preso accidentalmente una qualche pozione? >>

Draco alzò gli occhi al cielo, appoggiandosi dietro con la mani premute sulla cattedra.

<< So riconoscere una pozione anche se la vedo in un bicchiere scuro, lontano trecento metri. So vederne il colore e individuarla anche se mischiata ad altre bevande. Gli odori, poi, sono per me inconfondibili. Ti va bene come ricapitolazione? >>

Hermione si morse le labbra.

<< Tu, piuttosto? >> fece ancora lui, indicandola con un gesto accennato del mento.

<< Certo che no, >> rispose, nervosamente. Si appoggiò contro un banco dietro di lei.

<< Non posso crederci, davvero... è così orribile... >>

Draco rimase in silenzio, a fissarle le gambe snelle e chiare incrociate appena l’una sull’altra. Lei sollevò lo guardo, un boccolo le scivolò davanti, sugli occhi.

<< Per favore, smettila. Pensa anche tu ad una soluzione >> disse quasi supplichevole.

Malfoy pensò di ricacciare la bacchetta e tornare all’idea precedente, ma non sapeva se sarebbe riuscito ad arrivare fino in fondo. Intanto, la stava guardando più intensamente di prima.

<< Cazzo.. >> si passò le mani tra i capelli, cercando di guardare il soffitto e deglutendo. Si decise a pensare a Gazza e al suo gatto che si baciavano.

Passò qualche minuto di silenzio.

<< Novità? >> la incitò un po’ più calmo. Lei lo raggiunse, appoggiandosi all’altro lato della cattedra con le braccia.

<< Ecco: ignoriamoci e odiamoci più di prima, umiliamoci a vicenda ogni giorno di più. >>

<< Ma cosa diamine dici... >>

<< Si, facciamo così, >> annuì. << Ci passerà. >>

<< Granger, te l’ho detto. A me. Non. Passa. >> scandì a denti stretti. Poi si voltò, passandosi di nuovo una mano tra i capelli, nervoso.

Lei si concesse di guardare inosservata la linea che formavano i suoi addominali quando stava piegato in avanti. Si voltò. Cosa le stava succedendo? Non riusciva più ad essere lucida? Perché i suoi occhi non riuscivano più a stare su quegli stramaledetti libri ma finivano sempre sul collo, sulle spalle, sulla schiena, sul sedere, sulle mani, sulla bocca, sugli occhi di quell’odioso ragazzo?

<< Sciocchezze >> fece poi, allontanandosi.

<< Granger, >> insistette lui, scendendo dalla cattedra e aggirandola. La inseguì, mentre Hermione continuava a girare intorno al tavolo per sfuggirgli, << Nel giro di questi giorni l’ho fatto cinque volte con la Greengrass, sei volte con la Parkinson, tre volte con la Brown, quattro volte con la Maylett, cinque volte con la Moore, sei volte con.. >>

<< Ho capito, basta! >> lo interruppe lei, arretrando ancora per non farsi raggiungere.

<< Sto impazzendo, lo vuoi capire? Ma non sono ancora così disperato da tentare la prima soluzione, >> disse arrabbiato.

Hermione arricciò il naso. << Mai. La prima soluzione mai. Preferisco morire. >>

<< Per te sarebbe solo un onore, mia cara Mezzosangue... >>

<< Togli quel “mia”. Togli quel “cara”. Che schifo. Non lo dire. Mi sembra di essere totalmente spacciata, così. >>

<< Certo che dicono che sei tanto intelligente, ma a questo non riesci proprio ad arrivarci, eh? Non sei malata, non hai preso nessuna pozione, non ti è stato fatto nessun incantesimo. Sei solo pazza di me. Ti eccito. Mi desideri... sei già spacciata. >>

<< Stai parlando di te o di me? >> lo sfidò, sporgendosi sopra la cattedra, verso di lui.

<< Smettila di rispondermi con quel tono e non piegare le labbra in quel modo >> la riprese lui, sporgendosi a sua volta.

<< E tu chiudi i bottoni di quella camicia e non puntare più gli occhi nei miei! >> lo aggredì.

<< Tu non puoi permetterti di dirmi cosa fare, taci, Mezzosangue. >>

<< Basta! >> esclamò, battendo le mani sulla cattedra. << Io ti odio e cancello ogni altro sentimento dalla mia testa! >>

<< Non ti basta dirlo per farlo accadere. Sei condannata. Verrai a piangere davanti al mio dormitorio, implorandomi di sfiorarti almeno una volta... >>

Hermione aggirò la cattedra e lo raggiunse. Prese un respiro e gli tirò uno schiaffo. Le sue dita, però, non arrivarono nemmeno a sfiorare la guancia di lui. Prontamente, Draco l’aveva afferrata per il polso, bloccandola. La tirò a sé, facendola quasi cadere in avanti. Hermione, per proteggersi da quel contatto, gli premette una mano sul torace.

Draco non aveva mai visto gli occhi di lei così da vicino. E da lì Hermione pensò che le sopracciglia di Draco fossero ancora più sensuali.

<< Ho cercato di non pensarci, >> la voce di Draco era come un sussurro, << ma non ho concluso niente. Il desiderio di te mi brucia dentro come il fuoco e nessuna è stato in grado di placarlo >> disse tra i denti, disperato e combattuto, mentre la metteva spalle al muro e le arrivava pericolosamente vicino.

<< Parliamone, ti prego... >> fece Hermione poco convincente, mentre la mano libera si sollevava a sfiorare le labbra piene di lui.

<< Dammi un bacio, Granger. >>

<< No no no! Non è una buona idea! Ti prego, torna dov’eri! >> rispose concitata.

L’altra mano di lui l’afferrò per la vita, togliendole il respiro.

<< Tanto se lo voglio, lo prendo con la forza. >>

Hermione si schiacciò la mano libera sulla bocca.

<< Togli quella mano, Granger >> fece lui, spazientito.

Lei scosse la testa.

<< Anche quella, se voglio, te la tolgo con la forza. >>

Lei scosse ancora la testa.

Lui si chinò, voltando appena di lato la testa. Le baciò la mano, mentre solo le dita di Hermione separavano le loro bocche. La guardava negli occhi, sfrontato e malizioso. Le iniziò a succhiare le nocche delle dita. Lei, diventò paonazza.

<< Avanti, togli questa mano... >> mormorò lui, continuando a guardala, continuando a lasciare piccoli baci, risucchiando la pelle su tutta la sua mano.

Hermione non ce l’avrebbe fatta ancora a lungo. Dovevano litigare, dovevano odiarsi.

Spostò la mano dalla sua bocca a quella di Draco, premendogliela sopra. Lui la guardò interdetto, emettendo qualche suono confuso.

<< Ma non avevi detto neanche a pensarci? Non ti faccio schifo? Mi tocchi, mi baci..>>

Le parole che le uscirono non furono esattamente quelle che s’era programmata.

Lui la guardò serio. Si tolse lentamente la mano di Hermione dalla bocca, la quale non oppose resistenza. Passò qualche secondo, in cui tutto il corpo di lei stava tremando.

<< Adottiamo la prima soluzione, che ne dici? >> continuò, calmo. << Una volta mi basterà. >> chiarì poi.

Hermione si riprese come d’improvviso a quelle parole. Uscì da sotto il corpo di Draco, aggirandolo e prendendo qualche bel respiro a parecchi metri di distanza.

<< Ecco perché non voglio la tua soluzione. Io non sono come te, ne come le persone con cui sei abituato a comunicare >> ragionò a voce alta.

<< Cosa intendi dire? >> ribatté lui, serio.

<< Lo sai benissimo. Una volta mi basterà. Ma che cosa sono io, un oggetto? Un giocattolo? Ti togli lo sfizio e poi torni a volermi vedere morta? >> esclamò, strizzandosi nervosamente il lembo della maglia. Draco la guardava, corrucciato.

<< Perché, Granger, tu cosa provi per me? Amore? >> fece poi, con l’ombra di un sorriso.

Hermione si morse le labbra. Dopo, scosse la testa. << No, certo che no, non è amore. Non ti conosco nemmeno, in fondo! >>

Lui la guardò intensamente, dischiudendo le labbra.

<< Granger, ascolta il mio piano. Non dobbiamo mettere finti sentimenti in questa cosa, ne riempirci la bocca di promesse che non manterremo. Semplicemente, io ti voglio. Tu lo stesso. Cosa c’è di male se facciamo l’amore una sola volta e poi mai più? >>

<< Hai detto l’amore non sesso. >>

<< Il concetto è quello. >>

Il concetto non era quello, ma Hermione tacque.

<< E poi? Ci baciamo, ci tocchiamo, nudi l’uno contro l’altro, e poi? Riprenderai a trattarmi come sempre, in giro per il Castello? >>

<< Non credo. Forse mi limiterò ad ignorarti. Se è questo che vuoi, certo. >>

<< Cosa dovrei volere? >>

<< Una relazione fissa, per esempio. >>

<< Cosa?! >>

<< Intendo che tu potresti asfissiarmi e inseguirmi, pregando dietro la porta del mio dormitorio di fidanzarmi con te con relativa proposta di matrimonio. >>

<< Ma cos’è questa fissazione per la porta del dormitorio? Non succederà mai che supplicherò di qualcosa davanti a quella lurida porta di quel lurido sotterraneo di serpi! >>

<< Sempre meglio della Torre Griffyndor. Si vede dai vostri cervelli il vento che deve esserci li sopra. >>

<< Oddio, quanto ti odio! >> fece lei esasperata, dandogli le spalle e incrociando le braccia sotto al seno.

Draco non riusciva a stare fermo. Perfino quando si arrabbiava, lo rispondeva a tono, anzi, forse proprio per quello, in quelle occasioni lui la trovava immensamente eccitante. Non riusciva a guardare la sua esile vita, le sue gambe, da dietro perfino, senza ribollire di una voglia bruciante.

Fece un passo, poi un altro, un altro ancora. Hermione si voltò a guardarlo.

<< Stammi lontano >> disse impaurita. Impaurita del fatto che il solo vederlo le annullava qualsiasi pensiero in testa, le faceva dimenticare di tutto ed aveva solo voglia di stare alla sua soluzione.

Ma Draco non l’ascoltò. Continuò a camminare, fino a raggiungerla. Hermione fece un mezzo passo all’indietro, lui le prese le mani.

<< Ch-che fai? >> biascicò, con gli occhi fissi sulle loro mani intrecciate.

<< Hermione, mi fai avvampare le guance, come una mattina d’estate... >>

<< Eh?! Una mattina di che? Smettila... No! Malfoy, non mi baciare le mani! >>

Draco si chinò, gentile e romantico, ancora una volta, sulle mani di lei. Hermione tremava.

Poi, lui sollevò lo sguardo da sotto le sopracciglia arcuate, guardandola dal basso.

<< E’ questo che vorresti, no? >> fece, poi si alzò superandola in altezza.

Lei sollevò il mento, interdetta più di prima.

<< Vorresti che, >> continuò << io ti dicessi queste cose. Poetiche e sdolcinate, fingendo, al solo scopo di portarti a letto. Preferiresti questo? Non apprezzi la mia sincerità? >>

Hermione lo guardò basita. Poi tolse le mani dalle sue, arrabbiata.

<< Primo, no, non lo vorrei. Mi hai fatto impressione. Secondo, ma quale sincerità? Ti sembra che io possa apprezzare il fatto che tu voglia darmi due botte e poi sognare la mia morte il giorno a seguire? >> urlò quasi.

<< Non pensavo usassi queste parole, Granger... >>

<< Io parlo come mi pare e piace! Tu, infimo e lurido doppiogiochista! >> esclamò, rossa in viso, con i pugni serrati.

Draco la fissò, impassibile per gli insulti ricevuti.

<< Dio mio, quanto sei bella. >>

Hermione sbatte le ciglia, confusa. Poi si rianimò. << Smettila di fare così! >> fece.

<< Sono sincero. Sei davvero bella, anche quando ti arrabbi, >> disse calmo.

Hermione sciolse i pugni e arrossì. Poi si allontanò e andò vicino alla finestra, passandosi le mani sul collo. Non riusciva più a guardarlo in faccia.

Sentì qualche passo nella propria direzione, ma preferì non voltarsi. Una mano le scostò i capelli dal viso, sistemandoglieli dietro l’orecchio. Hermione chiuse gli occhi.

<< Ti fidi così tanto di me da chiudere gli occhi? >>

<< No, ma scommetto che anche tu hai una certa integrità morale, >> continuò ad occhi chiusi, << che non ti farebbe approfittare di una ragazza indifesa. >>

<< Indifesa dalla sua ragione, ma ampiamente incoraggiata dai suoi sentimenti. >>

<< Non parlare di sentimenti, non ne sei capace. >>

<< Hai detto tu stessa di non conoscermi, in fondo. >>

<< Ma di questo sono sicura. Non proverai mai per me ciò che io provo per te >> disse infine, aprendo gli occhi e puntandoli nel suoi.

Draco sembrò vacillare per la prima volta.

<< Cosa intendi, Granger? >> fece sulla difensiva.

<< Quello che ho detto. >>

<< Ripetilo con altre parole... >>

<< Cos’è, un gioco? >>

<< Smettila! >> esclamò, serio, arrabbiato, confuso.

Hermione lo guardò stupita. Lui si allontanò, di spalle.

<< Cosa è successo? >> lo inseguì lei. Draco si passò le mani tra i capelli, poi si girò a guardarla.

<< Diamine! Ma tu cosa diavolo provi per me?! >> esclamò, prendendole il viso tra le mani. Ad Hermione gli si mozzò il fiato.

<< No-Non lo so... >>

<< Perché io non dovrei provare per te quello che tu provi per me? Cosa cazzo provi per me?! >> urlò quasi, stringendole forte le mani sulle guance.

<< Mi... mi fai male, lasciami... >>

<< Rispondimi! >> fece perentorio.

Hermione strizzò gli occhi, costretta in quella posizione, con il viso sollevato a pochi centimetri da lui.

<< Non lo so, non lo so! >> s’affrettò a dire.

<< E’ amore, Granger?! >>

<< Draco, non lo so! >>

<< E’ amore?! Rispondimi! >>

<< Credo di no, non lo so, ma non è solo attrazione fisica... >> biascicò, guardandolo negli occhi furenti.

<< Ti batte il cuore quando mi vedi? Scrivi stronzate sul tuo diario? Ne parli con le amiche? Mi sogni la notte? Rispondimi! >>

<< Si. No. No. Si. >>

<< Mi prendi in giro?! >>

<< Draco, per la miseria, si, mi batte il cuore. No, non scrivo stronzate sul mio diario, non ce l’ho un diario. Non ho amiche e con Harry e Ron non ne ho mai parlato. Ti sogno la notte, si, e non solo di fare l’amore con te ma sogno anche situazioni dolci o romantiche. Ma che ne so! E’ la mente delle ragazze che è fatta così, non provo amore, te lo giuro! >>

<< E allora cos’è?! >>

<< E’ quella cosa che se facciamo l’amore una volta io mi lego a te! >>

<< Hai detto l’amore non sesso. >>

<< Il concetto è quello... >>

<< No, il concetto non è quello! >> esclamò Draco.

Lei sbatté le palpebre, confusa e ancora bloccata in quella morsa.

<< Ma se tu stesso... prima... avevi detto... >>

<< Hermione, stammi bene a sentire >> riprese lui, guardandola fisso negli occhi. << Devi dirmi la verità, devi essere sincera. >>

<< Va bene, si... >>

<< Quella volta, martedì, in Biblioteca, quando parlando della lezione di pozioni mi hai difeso contro i tuoi amici, perché l’hai fatto? >>

La domanda di Draco arrivò inaspettata quanto imbarazzante.

<< Parli di quel giorno in cui la pozione di Neville è esplosa perché tu gli avevi messo di nascosto l’essenza di corda? >>

<< Si. >>

<< E del pomeriggio in cui... erano le cinque... io stavo con Ron ed Harry in Biblioteca... ma tu come ci hai sentiti? >>

<< Non è questo l’importante! Voglio una risposta. Perché mi hai difeso, quando chiaramente l’avevo fatto di proposito quel gesto? >>

Hermione non seppe subito cosa rispondere. Ma Draco aspettava, la guardava negli occhi, attendeva una risposta vera, sincera.

<< Ti direi che non lo so... >>

Draco prese un grande respiro.

<< ...ma so che ti arrabbieresti! >> aggiunse subito.

Lo guardò ancora.

<< Non volevo che qualcuno ti insultasse. Mi dava fastidio, >> chiarì.

Lui chiuse per qualche secondo gli occhi, con aria consapevole. Poi la guardò.

<< Mi sembra di sentir parlare una bambina. >>

<< Che cosa?! Io... tu... e lasciami la faccia! >>

<< Mi va bene una bambina. >>

Hermione lo guardò senza capire.

<< Nessuno mi aveva mai difeso prima. Come hai fatto tu. Sinceramente. Con il cuore. >>

Lei era confusa.

<< Ma io non ci so fare con i sentimenti. Hai ragione su questo. Avrei preferito che tra noi non ci fossero stati, ma mi rendo conto che con il tempo mi sarebbe dispiaciuto. >>

<< Cosa stai cercando di dirmi? >>

<< Che il tuo amore mi rende nervoso, ma non voglio farne a meno. >>

Si avvicinò di quel poco che separava le loro labbra e la baciò. Lei si scostò quasi subito, lo guardò negli occhi, si passò le mani sulle labbra. Draco la raggiunse di qualche passo, le sollevò di nuovo il viso e la baciò. Hermione si scostò appena, ma lui le tenne stretto il viso nelle mani e la baciò ancora. La strinse per la vita, la strinse a sé, la baciò con impeto, con tutta la passione che aveva represso, con tutto il desiderio bruciante che lo stava pervadendo.

<< Draco... aspetta... ricordati dove siamo... >>

<< Non m’importa... >>

<< Siamo... in... un’aula... >>

<< Non m’importa... >>

<< Ci... ci vedono... >>

<< Non m’importa... >>

Le labbra di lei furono catturate nuovamente e le mani di Draco scivolarono sotto la sua gonna, afferrandola, mozzandole il respiro.

<< Draco no! Ti prego, non qui... >>

Lui non l’ascoltava. La spinse contro la cattedra e la caricò sopra, circondato dalle sue gambe. Si slacciò la cintura e si aprì la zip dei pantaloni. Hermione tentò di fermarlo, ma fu tutto inutile. Lui le scostò con le dita le mutandine, toccandola, prima di infilarsi il preservativo e entrare in lei prepotentemente. Hermione si lasciò sfuggire un mezzo urlo. La mantenne per il sedere, entrando fino in fondo, veloce, le labbra che gemevano al suo orecchio. Sotto le spinte, lei credette di morire. Pianse per lo sconvolgimento che il suo corpo e il suo cuore avevano subito. Lui le baciò le lacrime, la punta del naso, e ancora le labbra.

<< Hai cercato di uccidermi, dì la verità. >> mormorò dopo lei.

Draco le morse il labbro inferiore, sorrise sulla sua bocca.

<< Ormai ci ho rinunciato. Ho un nuovo motto, adesso. >>

<< Ovvero? >>

<< Se non riesci ad abbattere il nemico, facci l’amore! >>

Hermione spalancò gli occhi, esterrefatta.

<< Cosa? Vuoi dire che farai l’amore con tutti i tuoi nemici d’ora in avanti? Anche Harry? E Ron? >>

Draco sbiancò.

<< E con Ginny Weasley, per esempio? >>

<< Granger, smettila! Basta immagini rivoltanti! I motti sono motti, bisogna adattarli alle situazioni! Nel nostro caso va preso alla lettera, ma se sto in un’aula con la McGranitt vuol dire che invece di ucciderla provo prima a sentire le sue ragioni. Capito, adesso? >>

Hermione lo guardò annuendo ripetutamente.

<< Si si, ho capito. Certo che alla fine un pochino intelligente lo sei! >>

Draco s’accigliò. La guardò male. Poi le sorrise, anzi, iniziò a ridere.

<< Mi divertirò tantissimo stando con te. >>

<< Si lo so, grazie! >>

<< Intendevo dire che mi fai ridere, non che sei divertente... >>

<< Che cosa?! >>

Draco rise ancora e Hermione mise il broncio, aspettando però un altro bacio che arrivò subito.

 

 

 

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E’ da tanto che non scrivo su Draco e Hermione. Mi è venuta una voglia matta, l’ho scritta di getto, perciò ecco qui! Lo so che dovrei postare al più presto un altro capitolo di Edera, ma ho gli esami in corso e non molto tempo. Vi assicurò però che c’è ancora mooolto da dire, e che non ho intenzione di lasciarla incompiuta. Colgo l’occasione per ringraziare tutte le persone che mi seguono e che commentano le mie storie! Grazie di Cuore!*_*

Baci, vostra Erin.

  
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