Gelosia
Ary POV
Ero ancora mezza addormentata.
Ero in fermata, dormivo in piedi.
Nel vedere la Ila:
-Che fine hai fatto ieri?- non le chiesi neanche come stava. Ero troppo curiosa di sapere che fine avesse fatto ieri.
-Sto bene, grazie per averci pensato e tu?- mi chiese lei tranquilla.
-Sto bene. Che cos’hai combinato? È venuto da te Simo? Perché non ti sei connessa ne ieri sera ne l’altro ieri?- feci domande a raffica.
-Voglio un avvocato prima di rispondere alle sue domande.
La mia faccia era scioccata per questa battuta.
-Rispondi .- ero serissima.
-Non mi sono connessa lunedì perché non avevo voglia. Non so perché tutti pensiate che ieri sia stata con Simo, mi chiedo perché proprio lui. Ieri non mi sono connessa e tanto per informarti, ieri ho passato tutto il giorno a casa mia con Mattia.
Avevo capito bene?
-Cosa?- ero scioccata.
-Ho passato tutto il giorno con Mattia e abbiamo dormito insieme.- sembrava tranquillissima nel dirlo.
-Dormito in senso di dormire?- ero ancora più scioccata.
-Si, Ary. In senso di dormire. – si era offesa. Leggermente.
-Ah ok. E….
-E siamo insieme. Cioè non ce lo siamo detti, ma è ovvio.
Ero scioccata. Non poteva essere insieme a Mattia, doveva uscire con Simo.
-E con Simo?- mi uscii la domanda spontanea.
La sua espressione cambiò completamente.
-Ma perché tutti mi parlate di Simo? Non lo voglio più vedere. Punto.- alzò leggermente la voce.
-Ma…….a lui piaci. – ammisi quasi sussurrando.
-Non mi sembra.
Salimmo sul pullman, facemmo cadere il discorso. Non avevamo voglia di litigare.
-E tu raccontami del giro sulla giostra. – mi chiese lei tutta felice
-È stato semplicemente stupendo. Bellissimo. Dopo un bacio ne volevo un altro e un altro ancora. Comunque mi ha chiamato Piccolina.
-Che tenero.- le vennero gli occhi lucidi.
-Si. E ha l’Audi TT .
-Waaaaaaaaaaaaaaaa. Cioè Sim….- si bloccò.
Voleva parlare di Simo, ma a quanto pare non ce la faceva. Non era vero che non le fregasse niente, voleva bloccare questo sentimento che stava per nascere verso di lui. Non voleva andare avanti. Non voleva pensarci.
Arrivammo a scuola e c’era il mio tesoro che mi aspettava, ma non era solo.
-Ciao Simo. – gli dissi sorridendo.
-Ciao Edo. Ary ci vediamo a ricreazione.- mi disse la Ila, superando Simo, ma lui subito la bloccò prendendole un braccio.
-No, tu ti fermi e parliamo. – era alterato, agitato.
-Di cosa vorresti parlare?- lei era agitata. Le tremava leggermente la voce.
-Che cazzo ci faceva lui a casa tua in maglietta e mutande ieri mattina?- alzò la voce.
-Era venuto a trovarmi la sera e mia mamma l’ha lasciato dormire da me. Ma perché cazzo ti sto dando delle spiegazioni? Io non te ne devo.- la alzò anche lei.
-Invece si. – disse sicuro.
-No, perché dovrei darti delle spiegazioni? Faccio quello che voglio con chi voglio, quando voglio. – acida, fredda. Dura. Diretta.
-Ci hai scopato?- nel suo tono notai un leggero pizzico di gelosia.
-Ma che te frega.- di nuovo acida.
-Non deve provare nemmeno a toccarti.- disse Simo digrignando i denti.
-E perché scusa? Deve chiederti il permesso per toccarmi? E da quando?
-Da quando ci siamo conosciuti.
-Senti, non fare il finto geloso. Non ti devo spiegazioni. Non ti devo dire se abbiamo scopato o se abbiamo dormito insieme. Non ti devo spiegazioni, non ne vedo motivo. Quindi non rompere.
Si liberò dalla presa di Simo e se ne andò.
-Ti ha detto cosa è successo?- in quel momento arrivò Mattia.
-Ciao Ary.
Simo partì, lo prese per il giubbino. Era leggermente più alto di lui.
-Che cosa è successo ieri?- disse alzando la voce.
-Chiedilo a lei. – Mattia non era minimamente spaventato da questo comportamento.
-Non me lo dice.- disse digrignando.
-Benissimo non ti dico niente neanche io.
Simo lo guardò, avevo lo sguardo carico di odio e di rabbia.
Lo fece scendere e se ne andò.
-La Ila è già salita?- mi chiese Mattia sorridendo, come se niente fosse stato.
-Si, pochi minuti fa. – gli risposi io educata, anche se non avrei voluto esserlo.
-Ok, grazie. Ci vediamo dopo.- e lo vidi sparire dalla porta.
-Mi vorresti spiegare che succede?- Edo in parte a me, mi guardava come se dovesse aver appena visto un alieno. Non capiva più niente.
-Sinceramente non so perché Simo è sfollato. So solo che ieri la Ila è stata tutto il giorno con Mattia a casa sua, hanno dormito insieme e, be, adesso formano una coppia.
Lui mi guardò stupito.
-Cosa?- urlò. Forse un po’ troppo forte.
-Ieri la Ila è stata tutto il giorno con Mattia a casa sua….
-Sisi. Ho capito, ma…..non ci posso credere. E Simo come ha fatto a saperlo?- era incredulo. Forse peggio di me.
-E che ne so. – non capivo davvero più niente. sembrava peggio di Beautiful.
-Aspetta. Ieri io glielo avevo detto che la Ila era a casa. Dopo che mi ha mandato il messaggio dicendomi che non sarebbe venuto, gli ho risposto dicendo che era meglio così perché lei non c’era.
-Ah. Quindi lo sapeva. E se fosse andato a casa sua per parlare e per fargli compagnia e gli ha aperto la porta Mattia in maglietta e mutande? Lui non se l’aspettava. Così ha chiesto spiegazioni a lei e poi stava quasi per picchiare Mattia.
-Potrebbe essere.
-La Ila non vuole nemmeno che nomini il nome Simo. Dopo questa penso proprio che non lo voglia più vedere del tutto.
-Non può finire così.- disse sconsolato.
-Lo so, ma non so più cosa potremmo fare. gli unici che possono risolvere questa situazione sono loro due o forse è solo la Ila.
-Giusto.
-Senti, ma invece di parlare degli altri, perché per un momento non ci salutiamo come si deve?- sorrise e lentamente si avvicinò.
Ci baciammo. Era un bacio dolce, delicato, tenero.
Parlammo ancora un po’ di questa situazione.
Non sapeva se dirglielo a Simo.
Io pensavo che doveva dirglielo.
Ci salutammo con un altro bacio. Mancavano solo 6 ore al nostro prossimo incontro.
Simo POV
Che cosa ci faceva quello stronzo a casa sua ieri?
E perché non mi aveva risposto alla domanda?
Perché non voleva dirmi niente?
Aveva ragione a me non mi doveva spiegazioni, non mi doveva niente.
Ero io quello geloso, ero io quello che era completamente cotto di lei, ero io quello che aveva sbagliato e che adesso ne stava pagando le conseguenze, ma io volevo lei. Punto.
Per una volta volevo stare solo con una ragazza e non con altre, volevo stare solo con lei, baciarla, abbracciarla, consolarla. E io cosa avevo fatto? Avevo tradito la sua fiducia che ancora non mi aveva dato e adesso ne pagavo le conseguenze.
Non volevo che uscisse e passasse del tempo con quello lì. Doveva passare del tempo con me, solo ed esclusivamente con me.
Ero egoista, lo sapevo. Ma era quello che pensavo.
Ero in macchina che aspettavo il ritorno di Edo. Lui era fortunato: non era uno stronzo come me e infatti adesso si divertiva e passava il tempo con la sua piccola Ary.
Lo vidi arrivare con un’espressione grave in volto. Salì in macchina.
-Che è successo?- gli chiesi guardandolo preoccupato.
-Niente. Andiamo a casa, andiamo da qualche parte.
-Cos’è successo?- non volevo muovermi da lì finché non mi avesse spiegato
-Tu allontanati da qua e poi te lo dico.
Lo guardai male.
Misi in moto, mi allontanai di qualche chilometro. Non sapevo dove stavo andando. Volevo sapere cosa fosse successo.
-Ok, adesso posso dirtelo.
-Dimmi. – ero preoccupato, non mi piaceva la faccia che aveva.
-La Ila è insieme a Mattia.
Lo guardai, inchiodai di colpo.
-Cosa? – ero scioccato.
-Sono insieme. Ieri era a casa sua, è stato a dormire da lei e hanno passato tutto il giorno insieme.
Lo guardavo, ero senza parole.
Non poteva essere, lei….lei…lei stava insieme ad un altro e non a me.
Non le fregava un cazzo di me.
-Ah ok. Va bene e allora?- feci finta di non essere interessato a questa cosa.
-Non fingere che non te ne freghi niente. Per una volta. Di le cose come stanno.
-Davvero non mi frega niente.
Mi guardò come per dire “E io dovrei crederti?”
-Ok, va bene. Mi frega. La volevo per me, volevo che lei stesse insieme a me e invece adesso è insieme a quello stronzo. Non gli frega e non gli è mai fregato un cazzo di me. Alla fine da chi è tornata? Dall’altro, di certo non tornava da me. È la prima ragazza con cui voglio passare del tempo davvero, non per scopare o per divertimento, ma perché voglio parlare con lei, sentire quello che pensa, parlare della sua vita, della mia. È la prima ragazza di cui mi interessa davvero. Ma sono rimasto fregato.
-Non dire così, non puoi arrenderti.
-Ho perso. Basta.
Edo riaprì la bocca per parlare, ma lo bloccai.
-Non dire non arrenderti. Lei ha scelto. Io mi sento diverso, grazie a lei sono cambiato. La ringrazio, ma adesso devo lasciarla vivere la sua vita.
Accompagnai Edo a casa.
E io me ne andai alla mia.
Parcheggiai, entrai in casa, salii le scale e mi chiusi in camera mia.
Mi chiusi dentro, completamente.
Chiusi tende, ante. Qualsiasi cosa.
Volevo stare solo.
Non potevo dire di essere innamorato di lei, era troppo presto, ma ero sulla buona strada. Quel poco tempo che passavo con lei, stavo bene, mi sentivo diverso o forse ero semplicemente la persona che ero davvero. Avrei voluto passare del tempo con lei, ma adesso era insieme a quello. Cioè cosa ci trovava in lui che io non avevo? Non era tutta sta bellezza, ma a lei piaceva non potevo farci niente. Non riuscivo comunque a capire cosa le piacesse di quello: io se l’avessi abbracciata l’avrei protetta, lui no. Be, non aveva poi così tanti difetti per stare con lui, forse ne avevo di più io, lui era più all’altezza di stare con lei e io no.
Cosa si può fare quando tu vuoi una persona e questa persona non ti vuole? Niente, te ne vai. Le lasci vivere la sua vita, insistere troppo ti renderebbe pesante e io non lo sono mai stato.
Non dormii e non mangiai. Pensai e ripensai tutto il giorno ai quei pochi momenti che avevamo passato insieme: a quando mi aveva baciato sul collo per provocarmi, non riuscivo a resisterle in quel momento, sentivo il profumo dei suoi capelli, le sue labbra delicate sul mio collo, il suo respiro che mi solleticava quando mi parlava; a quando mi aveva parlato delle sue storie passate, di come fosse diffidente nel fidarsi delle persone, in particolar modo dei ragazzi.
Lei aveva un modo di parlare che mi affascinava, poteva dire la più minima stronzata, ma io la ascoltavo senza nessun problema, di solito era difficile che io ascoltassi le persone o che mi aprissi con gli altri, ma con lei era stato tutto diverso.
Infatti, era.. non avrei più avuto niente a che fare con lei.