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Autore: Akemichan    09/09/2005    9 recensioni
Aggiustare il motore di un'auto non dovrebbe essere un problema così complicato e pericoloso per il presidente della Kaiba Corporation, oppure si? Dipende dalle persone che si incontrano con l'auto in panne...Aggiornamento ogni due venerdì.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri personaggi, Seto Kaiba
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Note di Akemichan:
Ciao a tutti ^^ Lo so, lo so, avevo detto che stavo lavorando ad una fic su Detective Conan, ed è assolutamente vero, solo che ho avuto un colpo d’ispirazione improvvisa per questa e, dato che ne sono estremamente soddisfatta (la solita modesta N.d.Seto Tu parla per te! N.d.Akemichan), non sono riuscita a resistere alla tentazione di pubblicarla subito. In ogni caso, essendo la fic su Detective Conan praticamente pronta, intervallerò la pubblicazione dell’una con quella dell’altra (Quello che sta cercando di dire stà scema, in parole povere, è che i capitoli verranno aggiornati ogni due venerdì invece che uno, in modo da lasciare spazio anche all’altra fic N.d.Seto). Mi ha chiamato scema ç_ç E dire che gli ho dedicato questa storia… Basta, con la prossima mi vendicherò!
Come c’è scritto nelle note, questa fic è un cross-over, ma non ho minimamente intenzione di rivelarvi subito qual è l’altro anime ^_- Questo per due motivi principali: il primo è che vorrei che la leggessero anche quelli che non seguono l’altro anime, o che non lo hanno mai visto, dato che la prospettiva sarà (quasi) sempre dalla parte di Seto (finalmente, eh N.d.Seto), così potrebbero semplicemente considerare gli altri personaggi come dei normali OOC, solo non inventati dalla sottoscritta; il secondo è che voglio vedere se qualcuno riesce a scoprirlo prima che lo si capisca apertamente ^_- Non che sia difficile, eh ^_^
Cos’altro posso dirvi… Spero che vi piaccia come a me è piaciuto scriverla ^^ Anche i commenti negativi sono ben accetti, purchè costruttivi (il fatto che mi piaccia non significa che non possa fare schifo, purtroppo ù_ù). Il primo capitolo è un po' corto, ma spero che non risulti noioso (dopotutto è solo il prologo). Buona lettura a tutti.

 

 Prologo

Attraverso una delle tante strade extraurbane male illuminate che portava a Domino City, sfrecciava rapida la limousine bianca, che solo il presidente della Kaiba Corporation utilizzava per i suoi spostamenti. All’interno, infatti, Seto Kaiba, diciottenne a capo di una delle più importanti aziende elettroniche mondiali, stava comodamente seduto sugli ampi sedili posteriori, le gambe accavallate sul soprabito bianco.

Saranno state più o meno le tre di notte, e lui tornava da una delle tante cene di lavoro che ultimamente era costretto a subire, quasi fossero una punizione, solamente per allargare il suo mercato e ampliare il controllo della sua azienda. Odiava certi avvenimenti, nei quali era costretto a sopportare incapaci messi per pura fortuna ai vertici del potere, i quali perdevano il loro tempo a lusingarlo, riuscendo solamente ad annoiarlo su discorsi interminabili e banali come le frasi scritte negli incarti dei cioccolatini. Per non parlare delle mogli, poi! Se non lo sfinivano con il fatto che, alla sua età, avrebbe dovuto pensare più alle ragazze e meno agli affari, lo importunavano descrivendogli le qualità delle loro figlie, tanto da far apparire Madame Curie una che passava di lì per caso.

Col dorso della mano si strofinò gli occhi blu, sentendo che gli bruciavano a contatto con la luce forte dello schermo del portatile. Lo spense, sistemandolo quindi nella borsa accanto a lui, poi si appoggiò maggiormente allo schienale morbido, rivestito di pelle. La testa gli doleva a causa di tutte quelle chiacchiere vacue. Sorrise sardonico di sé stesso: avrebbe potuto resistere una notte insonne a lavorare al progetto di Kaibaland, ma bastava una sola cena di lavoro a togliergli le forze di una settimana intera.

La limousine si fermò all’improvviso, sobbalzando, e rischiando di farlo sbattere contro i sedili anteriori. “Che diavolo combini?!” gridò quindi all’autista.

“N-non è colpa mia…” cercò di giustificarsi quello, che ben conosceva il carattere del padrone, poco tollerante agli sbagli. “Credo ci sia un guasto al motore” Prese una torcia dallo scomparto. “Vedo se riesco a ripararlo” Uscì dall’auto, richiudendo immediatamente la portiera per non far entrare neanche una goccia della leggera pioggerellina che iniziava a scendere in quel momento.

Poiché i minuti passavano senza alcuna novità, Seto perse la già poca pazienza che possedeva e di cui, a causa della serata, aveva abusato a sufficenza. “Vorrei sapere perché assumo sempre incapaci!” imprecò sottovoce, mentre usciva dall’auto, incurante della pioggia che, fattasi più fitta, gli inzuppava i capelli castani e i vestiti eleganti. Si avvicinò al cofano dell’auto, osservando il fascio di luce che l’autista puntava verso il motore. “Faccio io” Gli strappò di mano la torcia ed esaminò lui stesso la situazione.

“Ma… Kaiba-sama…” Tuttavia, l’uomo non osò opporsi.

“Strano, mi sembra tutto regolare…” dovette ammettere lui stesso, mentre guardava l’intrigo del mezzo meccanico. Forse la stanchezza gli stava impedendo di ragionare lucidamente. “Qual è il problema, esattamente?”

“Il motore si è fermato improvvisamente, e stop”

“Forse è solo un contatto” intervenne una terza voce alle loro spalle. Quindi, il proprietario, senza aspettare risposta, si avvicinò all’auto e mise le mani nel motore. Tra il buio della notte e la pioggia, Seto non riuscì precisamente a capire di chi si trattava. Sembrava una ragazza, o comunque una donna, ma non fu in grado di stabilire altri particolari. Tuttavia, notò perfettamente le sue mosse all’interno del motore, degne del meccanico più esperto. La lasciò quindi fare, solo perché aveva fretta di tornare a casa.

“Dovrebbe essere a posto” disse lei con fatica, estraendo due mani affusolate ora sporche di grasso. L’autista si rimise al volante e costatò che, effettivamente, il motore rombava come nuovo. La donna non si mosse, restando a pochi centripeti dall’auto. Kaiba la guardò fissa: se si aspettava una ricompensa, cadeva male. Poi, lei traballò leggermente, rischiando di cadere veramente a terra in malo modo.

Per un riflesso incondizionato, Seto la afferrò, stringendola a sé. Entrambi avevano gli abiti zuppi, ma, mentre la teneva per le spalle, lui fu costretto a notare un altro tipo di liquido che gli colava sulla mano. Cercò di capire di cosa si trattasse, osservandolo, ma distinse solo un colorito nero in un’aria ancora più nera. Fu l’odore a chiarirgli la situazione. Quella donna perdeva sangue da una spalla, e parecchio, a giudicare dal respiro affannoso e dal calore febbricitante che si sentiva al contatto.

Sbuffò. Se era vero che non sarebbe mai stato il tipo da aiutare donzelle indifese, era anche vero che odiava fare debiti con chicchessia ed era innegabile che doveva un favore a quella donna. Non vedeva chiaro nella situazione: cosa ci faceva una persona, ferita in quel modo, in giro alle due di notte per una strada solitaria in cui passava una macchina ogni morte di due papi, anziché uno, lontana da centri abitati? Omicidio fu la parola che gli venne sulle labbra. La prese in braccio e la poggiò sui sedili posteriori dell’auto, quindi salì al suo fianco. “Parti e accelera, abbiamo fretta” ordinò all’autista. “Contatta il dottore, che si faccia trovare a casa mia fra dieci minuti”

“Ma… A quest’ora…”

“Me ne infischio se dorme! Lo pago per il suo lavoro, che lo faccia!” Riluttante, l’autista obbedì.

Allora, Seto si levò il soprabito e si volse verso la sua ospite, tanto attesa quanto sgradita. Avrebbe cercato di arrestare momentaneamente l’emorragia, per quanto le sue poche conoscenze mediche glielo consentissero. Non si curò minimamente di sporcarsi: tanto, ormai, sia vestiti che interni erano da buttare! L'auto riprese a muoversi nella notte, portando con sè un misterioso passeggero in più.

   
 
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