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Autore: puffolettaHP    18/06/2010    6 recensioni
- Io... t-tu mi hai...
- Ti ho salvata sì. - la interruppi, passandomi una mano tra i capelli e sfoggiando la mia migliore espressione da Clark Kent - Mi devi la vita, effettivamente se non ti avessi salvata con il mio coraggio ed il mio eroismo a quest'ora saresti bell'e spiaccicata sotto a quel furgoncino... ma non c'è bisogno che mi ringrazi...
Lei, pallida come un cencio, si appoggiò al fianco del Pick-up e mormorò. - Stavo per morire...
- Sì, è vero, stavi per morire... - decisi di sfoggiare tutte le mie doti di consolatore - a quest'ora, se non ci fossi stato io, saresti un cadavere schifosissimo e molliccio, tutto insanguinato, con le ossa rotte e la testa spiaccicata e spaccata a metà... pensa che schifo, avresti tutto il cervello che ti cola per terra, mezzo spiaccicato sui vestiti e sul cofano del tuo cator... ehm, del Pick-up... e magari ci sarebbe un occhio staccato che rotola in giro per il parcheggio... ma t'immagini che schifo?
Lei squittì, facendosi ancora più pallida e scandalizzata. Le diedi una pacca sulla spalla e, con un sorriso che voleva essere rassicurante, terminai il mio discorso.
- Ma non è andata così, quindi su col morale! Non c'è motivo di preoccuparsi, sei viva, no?
Lei emise un verso a metà fra il grido di guerra di Tarzan ed il ruggito di un orso bruno incazzato nero e si alzò in piedi di scatto, guardandomi con gli occhi fiammeggianti d'ira. Indietreggiai di alcuni passi, intimorito.
- Ehm... ti ho salvata, ricordi? - dissi, incerto, vedendo che aveva preso in mano il paraurti staccato del furgoncino e me lo stava brandendo contro con ferocia.
- Tu mia hai salvata! - gridò lei, come se mi stesse accusando di aver dato fuoco alla sua casa. Perplesso, indietreggiai ancora e balbettai.
- Ehm... infatti, ti ho salvata... dovresti essermi riconoscente... quindi perchè non cominci a mettere giù quel paraurti?

Genere: Commedia, Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'LA VERA STORIA DI EDWARD E BELLA'
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Tadan! Eccomi qua! Un po' in ritardo forse, ma ho già quasi finito il prossimo capitolo, quindi potrò aggiornare presto, questa volta sul serio =P Ora vi lascio alla storia. 

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CAPITOLO 12

(dove Bella diventa un’assidua frequentatrice dell’ospedale di Forks e le manie di persecuzione di Edward si concretizzano)



In quei giorni capii come dovevano sentirsi gli ebrei durante le persecuzioni Naziste. E dopo la prima settimana cominciai anche ad invidiarli: i campi di concentramento non potevano essere peggio della Swan. Si appostava dietro alla porta dei bagni maschili, fuori dalle aule, vicino alla mia Volvo, per tendermi delle imboscate mentre passavo; e quando tornavo a casa cercava di pedinarmi per scoprire dove abitassi. Alla centesima volta che mi ero rifiutato di farle da agenzia matrimoniale, mi aveva minacciato con un paio di forbici dalla punta arrotondata rubate a Tonio Cartonio. Di quel passo, il WWF avrebbe dovuto inserirmi nella lista delle specie a rischio di estinzione. Per non parlare delle ore di Biologia… nel senso letterale della frase: è proprio meglio che stia zitto, perché mi sono sempre considerato una persona educata.

Dopo la prima, straziante settimana, tornai in segreteria per chiedere di cambiare il corso di Biologia con una qualsiasi altra materia, anche un corso di ricamo, ma la segretaria era ancora offesa per la storia delle tette e mi cacciò via brandendo un fermacarte dall’aria letale. Il genere di cose che sarebbero piaciute alla Swan.

Il giorno peggiore in assoluto fu un grigio lunedì di fine marzo. Tanto per cominciare, pioveva. (Colpo di scena che darà sicuramente una svolta epocale alla storia… NdA). Come stavo dicendo prima che qualcuno mi interrompesse, pioveva. (Si, si era capito. NdA) Sei egocentrica, lo sai? Dovresti stare zitta e scrivere, invece di metterti sempre in mezzo per attirare l’attenzione dei lettori. Dunque… cosa stavo dicendo? Ah, vero… pioveva. Il che non è una gran novità, a Forks, ma fornisce un ottimo pretesto per essere pessimisti. E in quel periodo il pessimismo mi stava più appiccicato della Swan. Avevo appena finito l’ultima ora di lezione, così mi diressi verso la Volvo, facendo lo slalom tra le pozzanghere. L’avevo appena fatta riparare: Emmett continuava a sostenere che il garage fosse troppo piccolo e per darne una prova concreta aveva parcheggiato la sua Jeep sopra alla mia Volvo. Vedere la mia dolce macchinuccia di nuovo perfetta, unito al fatto che quella mattina avevo marinato Biologia ed ero riuscito a sfuggire a tutti gli agguati della Swan, mi mise di buon umore. Perciò mi sentii autorizzato a canticchiare la sigla delle Winx mentre cercavo le chiavi, aprivo la portiera e mi sedevo al posto del guidatore.

-         Notte magica, s’illumina il cielo, tra le stelle la sfida per me inizierà. Su una nuvola, io volo nel tempo, con gioco e fantasia, coloro la mia vita. Le mie ali nel…

Mi bloccai con la cintura in mano, posando la sguardo per la prima volta sul sedile accanto al mio. Bella Swan era seduta con i piedi sul cruscotto, e mi fissava in silenzio, con un’espressione impenetrabile. Le rivolsi un sorrisetto imbarazzato, sperando che non avesse sentito quello che stavo cantando.

-         Ehilà, Swan… - accompagnai il mio saluto tutt’altro che entusiasta con un debole cenno del capo.

-         Guardi le Winx? – s’informò lei, discretamente disgustata.

-         Ehm… - decisi di cambiare argomento, prima che la situazione diventasse troppo imbarazzante – Come hai fatto a entrare nella mia auto?

Bella mi sventolò sotto il naso un piede di porco e fece un cenno in direzione della portiera destra, che – lo notai solo in quel momento – pendeva dal fianco dell’auto tutta ammaccata. Rimasi impalato ad osservare quella funesta visione, mentre il mio cervello inviava impulsi sconnessi ed intermittenti. “Auto appena riparata… Isabella Swan… piede di porco… portiera rotta… uccidere Isabella Swan”. Quando finalmente riacquistai l’uso della parola, balbettai.

-         Tu… tu… hai distrutto la mia auto!

Se non fossi stato un gentleman degli inizi del ‘900, ero certo che mi sarebbe venuto un raptus di pazzia selvaggia durante il quale avrei accidentalmente ucciso la Swan. Lei alzò le spalle e si mise a giocherellare con il piede di porco.

-         Era chiusa a chiave.

Infondo i tempi erano cambiati: continuare a fare il gentleman sarebbe stato davvero antiquato. Indi per cui…

Saltai giù dalla Volvo e mi misi a saltare dentro ad una pozzanghera, strappandomi i capelli.

-         Cazz… tu… tu sei… dio… ma come?… la Volvo… pazza!… ti odio!

Bella aprì un pacchetto di pop corn e si sistemò meglio sul sedile per godersi il mio sclero. Continuai a sfogarmi per una decina di minuti, e conclusi la scenata scagliando un bidone della spazzatura a cento metri di distanza.

-         Ti odio!

Urlai dietro al bidone, che atterrò con uno schianto nella foresta dietro la scuola. Ignorai la bestemmia soffocata e lo sparo che seguirono il lancio del bidone e mi voltai verso la Swan, ansimando e tremando di rabbia.

-         Finito? – chiese lei, perfettamente a suo agio. Sospirai ed annuii mestamente.

-         Sì.

Bella mi rivolse un gran sorriso e mi battè una pacca sulla spalla.

-         Bene, possiamo andare.

-         Andare? – ripetei, confuso – dove?

-         A casa tua, ovvio.

Spiegò lei, con l’aria di pensare davvero che fosse ovvio.

-         Io adesso devo andare dal meccanico a far riparare la portiera, Swan. – le feci notare.

Lei lanciò una rapida occhiata alla portiera che aveva appena distrutto, come per valutarne i danni, ed infine fece spallucce.

-         Il mio pick-up è messo peggio, e va ancora.

-         Il tuo pick-up fa cagare. – la corressi – Sembra il fossile di un carro attrezzi preistorico.

E di certo non volevo che la mia Volvo assomigliasse al suo Catorcio.

-         Fattostà che il mio pick-up non perde portiere per strada.

Replicò lei, offesa, colpendosi una tempia con il piede di porco (non so se per imbranataggine o per puro e semplice masochismo).

-         Neanche la mia Volvo perderebbe portiere, se tu non le staccassi. – obiettai.

-         Dettagli.

Bella fece un gesto noncurante con la mano, solo che, trattandosi della mano con cui teneva il piede di porco, riuscì a rompermi lo specchietto retrovisore e a colpirsi il naso in un colpo solo. Gemetti (per lo specchietto, non credo che ci sia bisogno di dirlo): chiunque le avesse dato quell’attrezzo doveva essere pazzo completo. Persino una matita con la punta diventava potenzialmente pericolosa in mano a Bella (per gli altri e soprattutto per lei), figurarsi una cosa come un piede di porco. Era come regalare un raggio laser distruttore a un bambino patito di Guerre Stellari.

Nei pochi istanti che mi ci vollero per disperarmi silenziosamente per l’ingiusta sorte dello specchietto, la Swan riuscì a rompere anche il gancio della cintura.

-         Potresti. Smetterla. Di. Distruggere. La. Mia. Auto. Per. Favore?

Ringhiai, studiando un modo per toglierle di mano il piede di porco prima che si accorgesse delle mie intenzioni e lo usasse per procurarsi un trauma cranico. Lei sbuffò e mi guardò male.

-         Voi uomini siete tutti fissati con le macchine. Cosa vuoi che sia, per due graffi, tanto finché l’auto va avanti…

-         Se ti stacco un braccio cammini comunque – replicai, immaginando con sommo piacere di farlo davvero.

La reazione di Bella mi lasciò senza parole: gli occhi le si riempirono di pagliuzze brillanti e fece una faccia che mi sarei aspettato di vedere soltanto in un cartone animato giapponese.

-         Oh, Edward! Davvero faresti questo per me?

Forse avrei dovuto aspettarmelo, ma non credevo che il suo masochismo potesse arrivare a tanto.

-         Oh, ehm… bhe, se ti fa piacere no.

Ammisi.

-         E se ti dicessi che non mi fa piacere, lo faresti sul serio? – s’informò lei, sinceramente interessata.

Oddio, ma in che razza di fiction sono finto? Mi chiesi, considerando l’idea di lasciare la Volvo incustodita in balia della psicopatica e darmela a gambe. Meglio la Volvo che io, infondo. Ma sono un vampiro coraggioso (“…” NdA), perciò decisi di restare.

-         Ma ormai so che lo diresti solo per convincermi a fare una cosa che vuoi che faccia facendomi credere che non vuoi che la faccia. – ragionai, certo di essermi meritato come minimo un premio Nobel per quella perla di saggezza.

-         E se invece io avessi saputo che tu non avresti mai fatto una cosa che mi fa piacere e ti avessi fatto credere che una cosa che non mi faceva piacere mi facesse piacere, in modo da indurti a non fare una cosa che non mi faceva piacere?

Insinuò Bella, inarcando le sopracciglia con aria misteriosa. Misteriosa come il senso della frase che aveva appena detto. (Ehi, non vale! Solo io posso dire queste frasi incasinate! NdJack Sparrow). Scoppiai a ridere.

-         Avanti, non vorrai farmi credere che sai cosa significa la frase che hai appena detto.

Decisamente, il suo cervello non era così evoluto.

-         In effetti no – ammise Bella – volevo solo confonderti un po’ le idee.

-         Bhe, ci sei riuscita – sbuffai.

-         Non che ci voglia molto – borbottò lei e, prima che potessi offendermi per l’insulto neanche tanto velato che mi aveva appena rivolto, aggiunse  - Comunque, parlando di cose serie…

-         No, aspetta – la interruppi – se le cose serie sarebbero Carlisle, preferisco continuare ad ascoltare le tue menate.

-         Sì ma, nel caso non ci fossi ancora arrivato, a me non interessa quello che vuoi tu. – mi zittì, dandosi un colpo in testa con il piede di porco.

Almeno questa volta non aveva danneggiato la Volvo – mi dissi, ma quel pensiero non mi confortò molto.

-         Lo so, a te interessa solo il pene di un trentenne biondo, sposato, che tra le altre cose è anche mio padre.

-         Adottivo – precisò lei – se fosse il tuo padre genetico dovreste essere o tu molto più figo, o lui molto più scemo.

-         Grazie, sono commosso dall’alta opinione che hai di me. – mugugnai, mettendo il muso – E comunque non capisco cosa ci trovi in Carlisle: è solo uno stronzo sequestratore di Play Station.

-         Adoro gli stronzi…

Sospirò la Swan, ed estrasse dalla tasca dell’impermeabile una scatolina di legno che, sotto al mio sguardo allibito, si mise a sbaciucchiare. Aspettai un paio di minuti per vedere se la smetteva, ma ad un certo punto cominciai a temere che, se non l’avessi fermata, si sarebbe anche potuta scopare la scatolina davanti ai miei occhi, nella mia macchina. Il colpo che si era data con il piede di porco doveva essere stato più forte di quanto pensassi.

-         Ehm, Bella? – balbettai – forse ti sembrerà una domanda stupida ma… cosa diamine stai facendo?

Lei staccò la bocca dalla scatolina solo il tempo necessario per rispondermi.

-         Bacio Carlisle – spiegò – Idealmente – aggiunse poi, vedendo la mia faccia da “adesso ti porto in un bel posto con dei simpatici tizi vestiti di bianco”.

-         Idealmente? – chiesi, dubbioso – A me sembra soltanto che tu stia insalivando un’innocua scatolina di legno.

-         Ma tu non sai cosa c’è dentro alla scatolina – soggiunse Bella, con un sorrisetto che non prometteva nulla di buono.

Il tuo cervello, forse, se ne hai mai avuto uno.

-         Me lo stai dicendo perché vuoi che ti chieda cosa c’è? – chiesi.

-         Perspicace. Comunque no.

-         Ok.

Alzai le spalle: non ero del tutto sicuro di voler sapere cosa c’era in quella scatolina. Anzi, conoscendo il genere di cose che la Swan avrebbe potuto metterci, ero certo di non volerlo sapere.

-         Avanti, chiedimelo.

Roteai gli occhi: forse avrei dovuto davvero portarla nel “posto con i simpatici tizi vestiti di bianco”…

-         Facciamo che apro la scatolina e lo scopro da solo – sbuffai – non possiamo restare qui in eterno.

Almeno, io si, ma tu prima o poi morirai. E quel giorno non hai idea di quanto godrò…

Allungai la mano per prendere la scatolina, ma Bella mi sbatté il piede di porco in testa.

-         Non toccare la mia scatolina! È sacra! – esclamò, accanendosi sulla mia testa con il piede di porco e concludendo con un sonoro colpo sulla sua.

-         Perché, ci ha cagato dentro Dio? – m’informai, scettico.

Bella si premurò di allontanare la scatolina dalla mia portata e scosse il capo.

-         Mi dispiace deluderti, ma no. Niente cacca.

Dunque non ci aveva messo dentro il suo cervello, a quanto pareva.

-         Dentro c’è… - fece una pausa alquanto teatrale, spalancando gli occhi finché le rimasero dentro alle orbite solo perché la scrittrice non ha gusti così macabri – c’è… la canna.

Erba: ora si spiegavano molte cose… Forse mio padre l’aveva convertita al culto della Maria.

-         La canna che ti ha dato Carlisle? – domandai, incredulo – Pensavo che te la fossi fumata. Ma in effetti, l’effetto dell’erba non dura così tanto…

Bella spalancò occhi e bocca, scandalizzata.

-         Fumarla? Ma sei fuori? È il primo regalo che mi ha fatto Carlisle, lo conserverò per sempre! – preferii non commentare – Sai, le ho anche fatto un tempietto sotto alla scrivania. – soggiunse poi.

Ok, chiamo i simpatici tizi vestiti di bianco.

-         D’accordo, Bella – cominciai, scegliendo attentamente le parole – che ne dici se adesso sali sul tuo Pick-up e vai a casa? Tuo papà ti starà aspettando per pranzo.

-         Non credo – replicò lei – l’altra settimana gli ho insegnato a usare il telefono, e ora è capace di ordinarsi una pizza da solo.

Sottolineò la frase sbattendosi il piede di porco sulla fronte.

-         Tu vai comunque, potrebbe essere in pensiero – suggerii - E dammi quel piede di porco – aggiunsi, strappandole di mano l’oggetto prima che potesse sbatterselo di nuovo sulla testa – se vuoi ucciderti hai tutto il mio supporto, ma evita di farlo nella mia auto.


Ma spostiamoci ordunque (?) nel grazioso ospedale di Forks, dove un paio di giorni dopo un simpatico tizio vestito di bianco stava fumando uno spinello sopra una rivista porno.


-         Dottor Cullen! – un’infermiera spalancò la porta di scatto, facendo irruzione nel mio ufficio.

Nascosi la rivista sotto alla cartella di un certo Thomas Butler, che si era tranciato un dito con il tosaerba, e rivolsi alla donna un sorriso molto professionale. Il genere di sorriso che fanno i dottori quando quelli delle Iene vengono a fare domande moleste sul funzionamento dell’ospedale.

-         Dottor Cullen, deve venire subito al pronto soccorso! È appena arrivata una ragazza con una grave emorragia, se non la fermiamo subito potrebbe morire.

Spensi la canna sul foglio di dimissione di Thomas Butler e seguii l’infermiera lungo il corridoio che portava al pronto soccorso. Certo che quei cretini sceglievano sempre i momenti peggiori per ammazzarsi: mai che riuscissi a finire una canna in santa pace, mentre ero in servizio.

Quando entrammo nella stanzetta del pronto soccorso, fui abbastanza stupito di trovarmi davanti Isabella Swan con un sorriso da “quando non puoi lavarti i denti, c’è Daygum Protex” ed un coltello da cucina conficcato nell’interno del gomito.

-         Dottor Cullen! – esclamò – Bella giornata, vero?

Non mi capacitavo di come potesse trovare bella la giornata in cui si era quasi segata il braccio con un coltello da cucina, ma decisi di non contraddirla: forse le avevano dato un antidolorifico a base di sostanze oppiacee.

-         Ehm… ciao, Isabella.

-         Chiamami Bella – ammiccò lei.

-         Ehm… d’accordo, Bella. Ora distenditi sul lettino e resta ferma, dobbiamo fermare l’emorragia prima possibile.

Lei mi rivolse un sorriso da gattamorta ed eseguì.

-         Devo togliermi i vestiti, dottor Cullen?

Rimasi interdetto per un secondo.

-         Ehm… no, non ce ne sarà bisogno, puoi restare così.

-         Oh… d’accordo.

Pareva alquanto delusa dalla mia risposta. La ignorai e mi misi al lavoro: in un paio di minuti riuscimmo ad estrarre il coltello dall’arteria e fermare l’emorragia. Non appena finimmo di fasciarle il braccio, mandai le due infermiere ad aspettarmi in corridoio: volevo chiarire la faccenda del coltello. Non mi fidavo del tutto di Edward e delle sue promesse…

-         Allora, Isabella…

Esordii, sedendomi sul lettino accanto alla sua gamba. Lei si mise a sedere, avvicinando il suo viso al mio.

-         Siamo rimasti soli… - sussurrò, guardandomi ardentemente il cavallo dei pantaloni.

Deglutii a vuoto un paio di volte.

-         Sì, ehm… volevo farti un paio di domande.

-         Mi chieda tutto quello che vuole… - sussurrò lei, solleticandomi il braccio con la punta delle dita - posso chiamarla Carlisle?

-         Ehm… a dire il vero preferirei dottor Cullen. È più professionale, in un rapporto dottore-paziente.

Risposi, a disagio. Bella intanto continuava ad accarezzarmi il braccio come se niente fosse. Sbatté le ciglia un paio di volte e sussurrò, con voce melliflua.

-         Come vuole lei, dottor Cullen. Le piace giocare al malato e all’infermiera? Potremmo invertire i ruoli…

-         Io sono qui per lavorare. – obiettai, allontanando il braccio dalla sua mano.

-         Giusto – annuì Bella – doveva farmi delle domande?

-         Si. Dunque – esitai – come ti sei procurata quella ferita?

Bella fece un gesto noncurante e si spostò una ciocca di capelli dal viso, rivolgendomi uno sguardo provocante.

-         Sono caduta con il coltello in mano.

-         Sei caduta? – ripetei, scettico.

-         Sì.

-         Con il coltello in mano?

-         Esatto. – approvò lei.

Avrei creduto di più a Jasper che mi raccontava di non aver mai mangiato un umano in vita sua. Forse Edward aveva tentato di ucciderla, ma era troppo spaventata per dirmelo. Se l’avessi convinta che era al sicuro, magari avrebbe sputato il rospo.

-         Isabella, sei sicura di essertelo fatta da sola? Se qualcuno ti ha fatto del male, voglio sapere chi è. Ti giuro che non gli permetterò mai più di avvicinarsi a te.

E alla sua Play Station. Bella sospirò, con un sorriso ebete stampato in faccia, e si avvicinò pericolosamente al mio viso.

-         È così gentile da parte sua, dottor Cullen… Ma non deve preoccuparsi, è successo tutto per colpa mia: a volte sono davvero sbadata.

Le sue labbra erano quasi sulle mie…

-         D’accordo – dissi, alzandomi dal letto con uno scatto repentino ed allontanandomi dai suoi inquietanti occhioni languidi – io adesso devo andare: il dovere mi chiama.

La Maria mi chiamava. Dopo quell’esperienza traumatizzante, urgeva una canna, ma di quelle strong.

-         Arrivederci, dottor Cullen. Spero di rivederla presto.

Mi salutò Bella.

-         Io no – mi lasciai sfuggire – cioè… non al pronto soccorso – tentai di rimediare, in extremis.

Al massimo all’obitorio. Me la svignai più in fretta possibile, meditando di restituire a Edward la Play Station. Forse, infondo, aveva ragione: la Swan era solo una pazza masochista.

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RiceGrain >  Bhe, ho aggiornato. E prima di 6 mesi... è un traguardo, no? xD

mammasaura > Un chap ogni tre giorni? hahaha... no, dico, potrò avere anche una mia vita fuori da qui? Non so ogni quanto aggiornerò: dopo un giorno o forse dopo un anno, se non sono ispirata non mi metto a scrivere oscenità solo x rispettare una scadenza. Grazie per tutti i complimenti, comunque, mi hanno fatto molto piacere. =) spero che non ti arabbierai se sono stata un po' troppo franca, ma sono fatta così

Nessie93 > Non so come mi è saltato in mente di Bella e Carlisle, ma sinceramente trovo più stupido innamorarsi di Edward che di Carlisle. E poi mi serviva x lo sviluppo della storia... capirai xD

HpK00 > Grazie di tutto, chiaretta (posso chiamarti così? mi è venuto xD)... la tua recensione mi ha davvero commossa, non scherzo. Sapere che anche se i miei impegni mi tengono lontana dal pc, tu sarai sempre disposta a leggere le mie fiction, mi da davvero un enorme gioia =P tra paentesi, sto scrivendo una fiction a 4 mani con RoseScorpius, se vuoi darci un'occhiata la stiamo pubblicando sul suo account... 

FairyFlora > Grazie di tutto =) sono felice che tu abbia colto la presa in giro alle bimbeminkia ke credono di amare qualcuno DOPO 5 MINUTI CHE LO CONOSCONO solo perché è "figo"  XD

hale1843 > Lieta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto così tanto. nel prossimo dovrebbero fare la loro molesta comparsa anke jazz ed emm, ma dovrai aspettare perché bella riesca ad installarsi a casa loro, perché sto comunque seguendo la trama del libro (molto più o meno xD) alla prossima, ciau

Queen Miriam X Cullen >  grazie di tutti i complimenti anche a te *me salta in giro urlando "yeeee uuna nuova lettricee"* xD

RoseScorpius > Lara <3 lo sai ke ti amo, vero? Xò smettila di stracciare i maroni =P

  
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