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Autore: londonlilyt    09/09/2005    3 recensioni
Oscar sapeva cosa voleva dalla vita, la sua carriera era la cosa piu' importante per lei, c'era poco posto nella sua vita per l'amore o le cose frivole. fino a quando il suo nuovo assistente, Andre', arriva in ufficio. I grandi occhi verdi e i suoi modi gentili le mostreranno un lato della vita che le era sempre stato negato dai suoi obblighi e doveri, facendo tremare le fondamenta di tutte le sue certezze. Ma Andre' ha un segreto, che presto si frapponera tra i due e la loro felicita', riusciranno a superare tutti gli ostacoli e rimanere l'uno affianco all'atro? BHE' LEGGETE E SCOPRITE!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Oscar si chiuse nel suo ufficio e prese il cellulare, aveva un numero da contattare, bastava che mandasse un sms, e poi i federali avrebbero fatto il resto, le venne difficile scrivere quelle due semplici parole “missione compiuta”, stava tremando come una foglia. Il messaggio venne spedito e lei si sedette sul divano gettando il telefono di lato.

Ora doveva solo aver pazienza e aspettare.                                                               

Un improvviso bussare alla porta per poco non la fece cadere dal divano, chi poteva essere?

-Avanti?- fece una veloce scansione dell’ufficio alla ricerca di qualcosa che potesse usare come arma, magari....

-Pony Express signorina- le disse il ragazzo in tuta e giubbottino fluorescente.

-Eh?- doveva essere qualcuno finito nell’ufficio sbagliato, maledizione a lui! Le aveva fatto venire un accidente!

-Ci è stato detto che lei ha un pacco per il signor Travis Perkins, sono venuto a prenderlo- le spiegó con calma.

-Oooh....- era uno degli agenti del “brutto” sotto copertura –certo, ora ricordo-

Prese i cinque dischetti e li mise in una busta marrone.

-Questi devono essere consegnati al signor Perkins il piú in fretta possibile-

-Non si preoccupi signorina- le porse un foglietto ripiegato –questa è la sua ricevuta-

-Grazie- una ricevuta?

Quando l’uomo lasció l’ufficio spiegò il fogliettino, era un messaggio per lei “se ne vada immediatamente, sul retro del palazzo c’è un nostro agente che l’aspetta per portarla in salvo”.

Non se lo fece dire due volte, afferrò solo il telefono e lasció lì tutto il resto, tanto non le sarebbe servito. Senza dire nulla a nessuno prese l’ascensore e scese al pian terreno, sapeva che non lotano dai bagni delle signore c’era un uscita di sicurezza che dava su una strada laterale, le bastava girare l’angolo e avrebbe trovato l’agente.

La porta si spalancò e lei si mise a correre, sul marciapiede c’erano poche persone, nessuno si sarebbe preoccupato di lei. Non appena ebbe girato l’angolo vide un uomo scendere da una macchina scura, doveva essere l’agente mandato da Perkins.

-Faccia in fretta signorina!- la incitó facendo il giro per aprirle la portiera.

Poi tutto successe così in fretta che lei non ebbe il tempo di reagire in nessun modo. L’egente era a terra e lei si ritrovò con una pistola puntata al fianco lontano dalla vista dei passanti che si erano raggrupati attorno all’uomo che sembrava essere collassato, qualquno gridó per un’ambulanza, nessuno aveva notato l’uomo che ora le stava affianco emergere dalle ombre.

-Sali in macchina e mettiti al volante. Non fare mosse false altrimenti finisce male, oramai non ho piú nulla da perdere- le bisbiglió l’uomo svelto.

Mark Spenser l’aveva scoperta.

Cercando di mantenere la calma si mise al volante, non voleva che quel pazzo si mettesse a sparare su dei passanti innocenti.

-Cosa hai fatto a qul poveretto?- volle sapere, mentre metteva in moto e si inseriva nel traffico cittadino.

-Non l’ho ammazzato, se é quello che pensi, l’ho solo tramortito, stará fuori dai piedi il tempo necessario per potercela dare a gambe- le fece un sorriso maligno –ora dimmi dove sono i dischetti che dovevi consegnare a quell’agente. Perché era un agente dell’FBI quello vero?-

-Si era dell’FBI, e per quanto riguarda i dischetti non li ho piú, li ho gia passati ad un’altro ufficiale- ebbe il piacere di sentirlo imprecare, visto che era alla guida non le poteva fare nulla, altrimenti si sarebbero schiantati in due.

-Ti faró rimpiangere il giorno che hai deciso di ficcanasare nei miei affari!- le promise con rabbia.

Come se giá non lo facesse, pensó lei con il cuore in gola.

André sbadiglió e bevvé un’altro sorso di caffé, al momento la caffeina era l’unica cosa che lo teneva lucido, non riusciva a dormire e aveva mangiato pochissimo negli ultimi due giorni. Sapeva che l’indomani sarebbero usciti sulla prima pagina del giornale gli articoli scritti da lui e da Alain, allora la bomba sarebbe scoppiata, se anche i federali erano coinvolti e sapevano di lui, tutto sarebbe stato una corsa contro il tempo per vedere chi si aggiudicava tutte le glorie dell’indagine. Ora la questione era: chi avrebbe fatto la prima mossa.

Quindi al momento era mezzo sdraiato sul sedile anteriore del suo maggiolino e parcheggiato in una stradina laterale, teneve contemporaneamente d’occhio l’edificio dove lavorava Oscar e il monitor del portatile che aveva acceso sul sedile affianco, una piccola spia luminosa gli indicava che lei era ancora nel suo ufficio.

Qunado le aveva sistemato dei segnalatori di posizione nella valigetta, nel telefono e nel cappotto non avrebbe mai pensato che un giorno li avrebbe usati, il sistema di sorveglianza era un prestito da parte di un amico patito di gadget di Simon.

Vide il puntino luminoso spostarsi sullo schermo, Oscar stava lasciando l’edificio, ed ora si stava muovendo velocemente, doveva aver preso un taxi, accese il motore pronto a seguirla, quel tipo di segnalatore aveva un raggio di cinque km, quindi non aveva nessuna paura di perderla.

Ben presto peró si accorse che qualcosa non andava, stava seguendo un percorso che gli era familiare, verso il porto, che stesse andando....no! non poteva essere così temeraria da andare al magazzino sul molo!

Invece si, ormai la direzione del puntino luminoso era piú che evidente. Cosa sta andando a fare laggiú?

Certo della loro meta, André premette il piede sull’acceleratore, seguendo una via meno trafficata, con un pó di fortuna sarebbe dovuto arrivare prima di loro. Difatti era arrivato da qualche minuto quando vide un’auto scura fermarsi davanti all’ingresso del magazzino, ma quando vide la persona che accompagnava Oscar gli venne un colpo, era Mark Spencer e a quanto pareva la stava tenendo sotto tiro con una pistola.

Li vide sparire dietro la vecchia porta in legno senza darsi un’altra occhiata attorno, non l’avevo visto.

 Apparentemente, erano stati i cattivi a fare la prima mossa.

Prese il telefono e chiamó Simon.

-André! Come va la sorveglianza?- domandó con interesse.

-A rotoli, stammi a sentire, hai ancora quel conttatto all’FBI?- non aveva un minuto da perdere ogni secondo era prezioso per la vita di Oscar.

-Si, siamo ancora in ottimi rapporti, perché?-

-Mi serve un favore, ascoltami bene-

Dopo aver lasciato Simon con istruzioni ben precise scese dalla macchina senza idugio, non avrebbe permesso a quei criminali di far del male alla donna che amava.

Oscar venne condotta nel magazzino che aveva giá visitato un paio di notti fa, e vicino al cumulo di casse di legno c’era un agitato Roger Whittaker che aspettava passeggiando avanti e indietro, che sgranó gli occhi non appena li vide.

-Cosa ci fai lei qui!- chiese nervoso –avevi detto che te ne saresti occupato in maniera definitiva!-

-Non agitarti Roger non ti fa bene, tu vatti a mettere vicino a quelle casse e non ti muovere- le diede uno spintone per farla muovere.

 –Dove sono i dischetti con i dati trafugati dal mio portatile?- il suo capo non era piú l’affabile uomo d’affari –li rivoglio!-

-Come ho giá detto al suo socio in macchina, non sono in mio possesso- senza farsi notare si diede un’occhiata in giro, doveva procurarsi un arma di qualche tipo e sfuggire ai due, non c’era nulla facilmente raggiungibile, l’avrebbero fatta fuori prima che potesse muovere solo un muscolo.

-Cosa!- gridó confuso.

-A quanto pare li ha giá consegnati all’FBI- rispose calmo Mark, non sembrava affatto perturbato dalla cosa.

-All’FBI! Ci saranno alle costole in men che non si dica!- era diventato pallido e aveva iniziato a sudare.

-Non ti agitare, oramai dovrebbero essere all’aereoporto a dare la caccia ai fantasmi. Ora tieni la pistola e cerca di tenere a bada la nostra ospite-

Sicuro che il suo socio avesse tutto sotto controllo, scoperchió una delle casse e ne tirò fuori dei documenti e un portatile, lo collego alla rete tramite il cellurare e inizió a picchettare sulla tastiera.

Oscar si guardò di nuovo attorno, magari poteva distrarre Roger e nascondersi da qualche parte in cerca di una via d’uscita.

-Non ci pensare, se solo ti azzardi a muovere un sopracciglio ti sparo!- ma la sicurezza della minaccia contrastava pesantemente con il tremore della mani.

Era terrorizzato constató lei, forse riusciva a farlo parlare e a convincerlo a mettersi contro Mark e a costituirsi, all’FBI serviva tutto l’aiuto che lui gli avrebbe potuto fornire.

-Perché Roger? Perché ti sei associato con uomo del genere?- chiese indicando Mark con un gesto della testa –credevo fossi una persona per bene-

-In caso non l’avessi ancora capito, non ci sono persone per bene all’interno della Frasier Assicurazioni- le disse freddo –chi piú chi meno ha venduto l’anima a Vincent Marino-

-Non riuscirai a farla franca tanto facilmente Roger- gli disse calma –perché non ti costituisci? Sei ancora in tempo-

-L’FBI al momento é impegnata in una caccia al tesoro senza sbocchi, quando arriveranno qui non troveranno niente e nessuno- ma la mano ebbe un’altro tremito.

-Che ne sará di tua moglie e di tua figlia?- qualcosa doveva pur convincerlo.

-Staranno benissimo, una volta inscenata la mia finta morte, l’assicurazione sborerá un sacco di soldi, ed io saró libero-

-Non sará così facile, non vedi che il vostro piano ora fa acqua da tutte le parti? L’FBI ne é al corrente, e anche la stampa-

-La stampa! Cosa diamine stai farneticando, la stampa non ha nessun motivo di interessarsi a noi!-

-È interessata alle vostre connessioni con la mafia locale,  un reporter é stato mandato sotto copertura nel mio ufficio, e ti posso assicurare che ha scoperto un sacco di cose interessanti che andranno sulle prime pagine molto presto- a quello vide la testa si Mark sollevarsi dal computer, ora sembrava preoccupato –nessuno crederá alla vostra storia, e non smetteranno certo di cercarvi-

-Non ci posso credere!- poi si rivolse al suo socio con fare minaccioso –questa é tutta colpa tua! Se avessimo chiuso la faccendo mesi fá ora non ci troveremo in questo pasticcio! La nostra copertura é saltata!-

-Non importa- ribadì, ma sapeva che quella era una complicazione indesiderata –il trasferimento dei fondi é quasi ultimato, tra una decina di minuti potremmo andarcene, anche se sanno dove sono i soldi ora, non riusciranno mai a rintracciarli una volta spostati nelle banche di tutto il mondo-

-Visto, non c’é nulla che puoi fare per fermarci!- disse Roger trionfante e parzialmente rabbonito dalla sicurezza del suo socio.

-Così sembra- il suo tempo stava per scadere, cosa poteva fare? Cercare di guadagnare altro tempo –dimmi un’altra cosa, perché io? Perché avete scelto me come vittima predestinata?-

Guardó incerto il suo socio, come se non fosse sicuro se rivelarle la veritá o meno, ma lui era impegnato altrove e tanto lei sarebbe morta, che male poteva fare?

-È stata un’idea di Mark, dopo che il nostro precedente socio si era tirato indietro e fummo costretti a trovare un rimpiazzo, era anche in ordine un cabio di strategia, così scegliemmo te dopo aver letto il curriculum. Tutto il consiglio era contro perché eri una donna, ti ritenevano inadatta al lavoro-

Questa poi! Pensó lei furente.

-Cosa che ha giocato a nostro favore, una volta scoperto l’ammanco di denaro, si sarebbe alzato un coro di “lo sapevamo!” ed io sarei stato accusato di uno stupido errore di giudizio nel voler assumerti e niente altro-

-Sembra che abbiate pensato proprio a tutto- disse sarcastica.

-Si proprio a tutto. Abbiamo finito- il tono di del biondo avvocato sembrava assai soddisfatto, mentre prendeva un’asse di legno e fracassava il portatile.

-Dammi la pistola Roger, la signorina qui é stata fin troppo paziente e noi non abbiamo piú tempo-

L’uomo gliela diede senza fare troppe storie, non era un uomo d’azione lui, preferiva lasciare a Mark i lavori sporchi, lui era il burocrate della banda.

-Ora é arrvato il momento di fare un pó di pulizia-

Con un sorriso perfido premette il grilletto senza pietá e il rumore dello sparo echeggió nel magazzino semi vuoto .

  
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