Hai vinto
I pensieri di Draco
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Sei bellissima, è l’unica
cosa che mi viene in mente quando ti guardo.
Rivolgo lo sguardo alla
sveglia babbana che hai preso dalla tua camera poche sere dopo il nostro primo
incontro clandestino, fa sfoggio di se sul mio comodino, i numeri verdi
fluorescenti mi indicano che mancano pochi minuti poi attuerà quell’odioso
rumore che ti porterà via da me. Mi piace vederti arrivare tutte le sere
sgattaiolando fuori dal tuo dormitorio per raggiungermi nella mia camera di
caposcuola. Non parliamo mai molto, io ho voluto che fosse così, tu hai provato
molte volte ad intavolare un discorso che non fossero solo i nostri gemiti che
riempiono questa stanza ma io ti ho sempre interrotta iniziando a baciarti e
toccandoti di nuovo, così hai capito che non volevo comunicare con te, cosa
potrà mai avere uno come me con una come te. Cosa potrà mai esserci di così
interessante da dire tra un Serpeverde purosangue come me e una Grifondoro
mezzosangue come te, niente, non abbiamo niente che ci accomuni e questo è
quello che ho sempre ribadito e pensato. Fino ad ora.
Fuori da queste quattro mura
neanche ci guardiamo, io continuo ad insultarvi come sempre e tu e i tuoi due
cagnolini continuate a ribattere colpo su colpo, questa cosa comincia ad infastidirmi,
non insultare i due dementi ma il non poterti toccare al di fuori di qui. So di
avere un grande potere su di te altrimenti sarebbe finita molto tempo fa,
invece sono sei mesi che va avanti e con notevole soddisfazione per entrambi, i
nostri incontri notturni sono sempre più coinvolgenti e appassionati ma quel
velo di tristezza che vedo nei tuoi occhi quando mi sposto stringendoti le
spalle appoggiandoti a me mi lascia l’amaro in bocca, e so perfettamente che
basterebbe veramente pochissimo per farti felice, basterebbe dirti che mi piaci
da morire e che non saprei più stare senza di te, invece me ne sto zitto
facendo finta di dormire. Ti sento che mi guardi, come sento la tua mano che
sposta i miei capelli umidi dalla fronte, sento i tuoi sospiri sconfortati ma
non riesco a dirti nulla, ma ho ancora tempo per questo, mancano ancora due
mesi alla fine della scuola e prima d’allora ti confesserò tutto.
Riguardo la sveglia, sono le
cinque ed è l’ora, fra poco spunterà l’alba e devi tornare prima che qualcuno
noti la tua assenza, chiudo gli occhi e la sento iniziare a suonare. Ti sento
scostarti da me e fermarla, so esattamente cosa stai facendo, ti siedi sul
letto e cominci a vestirti senza fare il minimo rumore, ti alzi in piedi e ti
avvicini alla specchiera, passi le dita attraverso i lunghi capelli ora un
ammasso aggrovigliato che ho contribuito visto quanto mi piace passarci le
mani, torni verso il letto e ti metti le scarpe poi ti allunghi per baciare la
mia spalla come fai sempre e…perché non è successo, sento la porta aprirsi e
apro gli occhi giusto in tempo per vedere i tuoi capelli castani uscire e tu
che chiudi il serramento.
Mi siedo sul letto confuso,
da che mi ricordi mi hai sempre baciato prima di uscire, cos’è successo ora?
Cosa può essere successo di così diverso. Giro il capo verso il cuscino dove
fino a pochi attimi prima appoggiavi la tua testa, allungo la mano e lo
accarezzo, è ancora caldo e…umido. Aggrotto le sopraciglia e tasto ancora il
guanciale e si, non mi sono sbagliato è umido, è umido di lacrime…non capisco,
non mi hai mai detto niente, mai una volta che tu abbia espresso questo tuo
malessere, ma poi ci ripenso e anche se tu avessi voluto dirmi chicchessia io
non te ne ho mai lasciato il tempo. Torno ad accarezzare il cuscino confuso,
forse non ho tutto quel tempo che credevo, guardo la porta e non riesco a
trattenere di pronunciare il tuo nome come un’invocazione
-“Hermione…”-
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I pensieri di Hermione
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Mi piaci, mi piaci da morire
ma tu sei così freddo nei miei confronti che non riesco mai a capire cosa
realmente pensi. Non posso fare a meno di venire qui, mi piace quando apro la
porta della tua camera e tu mi sorridi dolcemente, mi piace farmi abbracciare e
baciare, fare l’amore con te è una delle cose a cui non potrei mai rinunciare,
mi fai sentire appagata ed estremamente felice, le tue mani, la tua bocca mi
cerca di continuo tanto che mi fa pensare che tu non riesca a starmi lontano,
ma poi quando tutto finisce e tu ti scosti da me il distacco anche se non è mai
totale visto che comunque mi tieni per le spalle vicina a te, è tutto il resto
che mi manca, mi manca le dolci parole che si dicono gli amanti in questi casi,
mi manca il poter parlare anche di cose banali, mi manca il parlare della
scuola o del Quidditch, ma è tutto inutile, le volte che ho provato a parlarti
mi hai sempre distratto e ho capito, ho capito che non vuoi parlare con me
perché di me non te ne frega niente, dev’essere così per forza altrimenti non
riesco a capire.
Sono qui distesa al tuo
fianco e sento i tuoi occhi su di me, sento che non stai dormendo e che mi
fissi. Perché non mi dici cosa ti passa per la mente, perché non vuoi parlare
con me? Cosa posso fare per fare in modo che ti sbilanci quel tanto per farmi
capire se sto solo perdendo il mio tempo con te o se è il tuo modo di fare ma
che comunque tieni a me tanto come io tengo a te? Ti prego fai qualcosa amore
mio, qualunque cosa che mi apra uno spiraglio in questo buio che mi circonda
notte dopo notte.
La sveglia suona e mi scosto
dal tuo corpo caldo, vorrei accarezzarti e baciarti ma tu hai chiuso gli occhi,
lo so che fingi e questo mi addolora più di qualsiasi altra cosa. Le lacrime
cominciano a solcarmi le gote, affondo il viso sul cuscino per soffocare i
singhiozzi, mi impongo di smetterla immediatamente ma non mi riesce subito e
aspetto qualche secondo, faccio un lungo respiro e mi siedo. I miei gesti sono
uguali notte dopo notte, mi vesto, sistemo i capelli alla bene e meglio, infilo
le scarpe, ti bacio la spalla e esco dalla tua vita fino alla sera quando mi
vedi tornare, ma questa volta non mi sento di fare tutto uguale, infatti decido
o meglio mi impongo di non baciarti ed apro la porta piano, vedo le tue
sopraciglia che si aggrottano e faccio un tremulo sorriso. Ti ho sorpreso, ne
sono sicura, tu ti aspettavi quel leggero bacio che ti do ogni mattina invece
esco con una punta di soddisfazione nel vederti corrugare la fronte, certo non
è niente in confronto a quello che tu fai passare a me ma come si dice, chi si
accontenta…
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Aiutami
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Quando Draco entrò nella
sala grande per la colazione lei era già seduta con al suo fianco come al
solito Potter e Weasley, di fronte sedeva la piccola dei Weasley. Li vedeva
parlare e ridere, sapeva che lei si era accorta del suo arrivo ma come da
accordi oppure come da imposizioni del biondo Serpeverde dovevano far finta
neanche di conoscersi. Ma quella mattina per lui quell’atteggiamento distaccato
gli riusciva più difficile del previsto, non riusciva a togliersi dalla mente
le lacrime sul cuscino, proprio non ci riusciva e ora vederla ridere e
scherzare con i suoi compagni lo facevano stare peggio.
-“Che c’è Draco?”- il suo
migliore amico si avvicinò
-“Ciao Blaise. Niente,
tranquillo sto bene”-
-“Sei sicuro perché hai una
faccia?”-
-“Si, il fatto è che credo
che ci sia qualcosa che non va”-
-“Stai parlando della
Granger suppongo?”- chiese seguendo lo sguardo del biondo
-“So di non essere come lei
vorrebbe che fossi, so che le manca qualcosa, ma credevo di aver tempo per
trovare il modo giusto, invece questa mattina ho trovato il suo cuscino
bagnato”- il tono sconsolato preoccupò il bel moro, mai aveva sentito il loro
leader parlare con quel tono
-“Forse era saliva”- tentò
di scherzare sdrammatizzando, era l’unico che sapeva di loro due, ed era
l’unico che riusciva a cogliere gli sbalzi d’umore impercettibili del biondo,
ma l’altro neppure si scompose
-“No Blaise, quelle erano
lacrime ne sono sicuro” distolse gli occhi dal tavolo dei Grifoni e li fissò in
quelli blu dell’amico “Cosa dovrei fare secondo te?”-
-“Oddio Draco lo stai
chiedendo alla persona sbagliata, non mi sono mai innamorato e non so che
significa, per me le ragazze vanno bene solo per una cosa e non è la
conversazione”- disse Blaise allargando le braccia, era veramente bello, alto e
ben fatto, la carnagione leggermente abbronzata, i capelli neri lunghi fino
alle spalle legati con un cordoncino di cuoio e due occhi blu profondi e
bellissimi
-“Lo credevo anch’io”- si
guardarono sorridendo
-“Sarà meglio andare, due
ore di trasfigurazione di prima mattina potrebbero rovinare la giornata a
chiunque soprattutto se le devi dividere con i Grifondoro”-
-“Hai ragione, sarà meglio
andare”- uscirono dalla sala, prima di chiudersi la porta alle spalle alzò gli
occhi e li incrociò con quelli color cioccolato di lei.
Hermione sospirò
profondamente chiudendo le palpebre su quegli occhi fattosi improvvisamente
lucidi
-“Herm?”- Ginny allungò la
mano sfiorando quella della sua amica
-“Sto bene, non
preoccuparti”- si fissarono e la rossa aggrottò le sopraciglia
-“Non me la racconti giusta,
dimmi cosa c’è forse posso aiutarti”-
-“Il fatto è che” si guardò
intorno “possiamo parlarne in un altro momento? Fra pochi minuti c’è lezione.
Possiamo parlarne oggi dopo pranzo prima delle altre lezioni che ne dici?”-
-“Va bene, è per Malfoy
vero?” l’amica chiuse gli occhi passandovi sopra le dita “va bene Herm ho
capito, stai tranquilla di qualunque cosa si tratta troveremo la soluzione”-
dichiarò sicura
-“Io non credo. E’ tutto
così difficile”- disse sconsolata
-“Non c’è niente che non si
possa fare. Ti fidi di me?” l’amica annuì “allora sorridi, al mondo ci si sta
una volta sola e credimi non bisogna mai abbattersi un rimedio lo si trova
sempre” si alzarono e la mora fece un sorriso “mi piaci molto di più così”- nel
corridoio si divisero per andare ognuna nella propria aula.
Hermione era tesa anche se
le parole dell’amica l’avevano un po’ risollevata, aveva la professoressa
McGranitt e avrebbe avuto anche Draco e non era pronta per vederlo così da
vicino. Si mise seduta al suo posto, Harry al suo fianco la stava distraendo
con le sue chiacchiere e lei gliene fu grata, gli sorrise e lui le accarezzò la
guancia con un dito. Sapeva che lui sospettava qualcosa ma non gli aveva mai
chiesto niente e lei gliene era doppiamente riconoscente, non voleva
raccontargli delle fandonie. Finalmente anche quella lunghissima mattina passò,
Ginny ed Hermione avevano pranzato alla velocità della luce ed ora sedute sulla
panchina davanti al lago si gustavano i primi raggi caldi della primavera.
-“Raccontami tutto”- disse
Ginny
-“Non è facile”-
-“Andiamo Herm, sono io, la
tua fidata e migliore amica”- disse sorridendo, la mora ricambiò
-“E’ per Draco…”- sospirò
forte
-“Grazie questo l’avevo
capito, hai quella faccia solo quando si tratta di quel serpente malefico”-
risero insieme a quell’appellativo che Hermione gli aveva dato in un momento di
sconforto di qualche mese prima
-“Sono innamorata Ginny”
l’altra sbarrò gli occhi “mi piace da morire e vorrei che la nostra relazione
fosse diversa, vorrei che lui mi parlasse e che mi tenesse la mano, vorrei un
ragazzo che quando gli passo vicino mi sorridesse e mi sfiorasse la mano,
vorrei avere quello che lui non mi darà mai e io non credo di farcela ad andare
avanti” chiuse gli occhi e una lacrima solitaria scese lentamente tra le sue
ciglia “il fatto è che non riesco neppure a fare a meno di lui, tutte le
mattine che esco dalla sua camera mi impongo di non tornarci più, ma quando
scende la sera mi prende una frenesia che non riesco a controllare, non riesco
per quanto mi imponga a non andare. Come faccio a smuoverlo da questo stallo in
cui mi ha messo, voglio un ragazzo normale Ginny ma voglio che sia lui”- adesso
piangeva
-“Tranquilla. Guardami Herm”
la ragazza si asciugò le lacrime e volse lo sguardo verso l’amica che sorrideva
“lascia fare a me”-
-“In che senso?”- ora aveva
tutta la sua attenzione
-“Ti fidi di me?”- era la
seconda volta quel giorno che le faceva la stessa domanda
-“Certo, se così non fosse
stato non ti avrei mai raccontato di noi”-
-“Perfetto, la prima mossa è
vedere quanto gli interessi”-
-“Che vuol dire?”-
-“Vediamo se per caso è
geloso e a quel punto ho in mente una cosetta che o lo smuove o lo fa fuggire
di netto”-
-“Fuggire? Io non voglio che
fugga Ginny”- disse preoccupata
-“Dobbiamo scuoterlo,
mancano due mesi alla fine della scuola e se gli interessi davvero bene
altrimenti lo perderai comunque”- dichiarò sicura
-“Va bene Ginny, fai quello
che credi io non voglio sapere niente, anche perché credo che meno ne so e più
efficace sarà la cosa, qualsiasi cosa essa sia”-
-“Brava la mia ragazza.
Sorridi Hermione sono sicura che sarà un successo”- Ginny appoggiò la schiena e
con un sorriso che era tutto un programma sospirò
-“Lo sai che a volte mi fai
paura?”- disse con il sorriso sulle labbra
-“A volte me ne faccio io
stessa”- scoppiarono a ridere per poi alzarsi andando ognuna nella propria
classe. Quella sera stessa la ragazza spedì una lettera.
Passò qualche giorno, Ginny
tutta un sorriso bussò alla porta dell’aula di pozioni, quel posto era il migliore
per lanciare la sua prima e piccola bomba
-“Avanti”- il tono burbero e
freddo del professor Piton non scompose minimamente la rossa che entrò tutta
baldanzosa
-“Chiedo scusa signore ma
dovrei scambiare due parole con Hermione se permette”-
-“E non poteva aspettare
l’ora di pranzo?”- chiese astioso
-“No signore, è veramente di
vitale importanza”-
-“Va bene ma si sbrighi”-
-“Grazie signore” si
avvicinò, superando Malfoy che sedeva proprio dietro ad Hermione, tutto giocava
a suo favore. Si mise davanti all’amica riuscendo così a vedere il viso del
biondo “ho intercettato questa” gli porse una lettera di pergamena color viola
“ho riconosciuto il gufo è di Victor Krum”- alzò gli occhi e vide chiaramente
Draco impallidire. Hermione prese la lettera sorpresa e l’aprì
-“Oh Santo Dio”- pronunciò.
Fissò l’amica che sorrise soddisfatta
-“Allora che dice?”-
-“Non può essere Ginny, sta
venendo a scuola, dice che ha voglia di rivedermi”-
-“Grandioso, chissà forse
potete riprendere da dove vi siete interrotti quest’estate” le strinse l’occhio
a quella innocente bugia. Uno stridere di una sedia le distrasse, Hermione si
girò e sussultò alla vista di quegli occhi grigi che la gelarono. Ginny le
toccò un braccio e lei tornò a fissare l’amica, ora non era più tanto sicura della
trovata di Ginny “a che ora arriva?”- chiese noncurante del movimento che si
era creato ora tra Draco e Blaise
-“Dice che arriva prima di
cena e che ha una sorpresa”- disse piano ma chi doveva sentire aveva udito
facendolo imbestialire come non gli era mai successo
-“Speriamo in una cenetta
romantica a lume di candela” si raddrizzò con un sorriso
che andava da orecchio a
orecchio “perfetto, ho eseguito la mia missione ora è meglio che vada o Piton è
capace di darmi un compito da fare. Ciao ragazzi”- salutò i compagni Grifoni e
uscì felice.
Hermione rigirò la lettera
poi la ripiegò e la mise nella borsa, poi fece quello che faceva quando doveva
annunciare a Draco che non poteva andare nella sua camera, lo faceva in quei
cinque giorni al mese che era per così dire indisposta. Tolse il fazzoletto
giallo e rosso e lo annodò nella bretella della borsa, si irrigidì quando sentì
di nuovo stridere la sedia
-“Si può sapere che
succede?” domandò Piton. Vide Draco in piedi con la faccia che pareva scolpita
nella pietra “che le succede signor Malfoy?”- chiese aggrottando le sopraciglia
-“Devo uscire signore,
subito”- non sembrava una richiesta ma un ordine al quale non si ci poteva
opporre, infatti neppure Piton lo fece
-“Vada pure ma non rimanga
fuori troppo tempo” il biondo annuì e uscì in fretta e furia “possiamo
riprendere o c’è qualcun altro che ha dei problemi al quale non può trovare
rimedio”-
Il pomeriggio passò più in
fretta di quello che Hermione avesse voluto, si ritrovò alla fine delle lezioni
così tesa da avere difficoltà anche nelle cose piccole. Ginny si precipitò
nella sua camera
-“Sei pronta?”- disse
gioviale
-“Pronta? Dio Ginny ma che
hai fatto?”- il tono preoccupato fece ridere la rossa
-“Ha funzionato, quindi non
lamentarti. Hai messo il fazzoletto?” guardò la borsa sul letto e sorrise
“brava. Come ha reagito?”-
-“Direi che un toro davanti
ad un drappo rosso sia meno infuriato. E’ uscito come una furia rientrando
dieci minuti dopo con una faccia che era tutta un programma”- disse seria
-“Bene”-
-“Bene? No guarda che non
hai capito, è incazzato come non l’ho mai visto e la storia del fazzoletto ha
fatto degenerare tutta la cosa”-
-“Bene” insistette la rossa
“vuol dire che è geloso e se Victor non lo smuove come invece io penso che sarà
allora è meglio perderlo che trovarlo. Non sei d’accordo con me?”-
-“Ti offendi se non ti
rispondo?”- chiese mettendo il muso
-“Ci mancherebbe. Dai alzati
che scendiamo ad aspettare il nostro eroe, Ron impazzirà nel vederlo, è sempre
stato un suo grande ammiratore e se togliamo la scena patetica che ha fatto al
vostro quarto anno questa volta un autografo lo prenderà volentieri”-
-“Si andiamo, se rimango qui
un altro po’ impazzisco io”- guardò l’orologio da polso che gli avevano
regalato i suoi genitori per il suo ultimo compleanno, faceva le sei.
Appena giunte nel grande
corridoio che fungeva da ingresso la prima persona che Hermione vide fu proprio
Draco, si irrigidì ma fece finta di niente passandogli il più lontano
possibile, uscì ad aspettare la carrozza che avrebbe portato il ragazzo. Non
dovettero attendere che pochi minuti che arrivò, ad Hermione batteva forte il
cuore erano tre anni che non lo vedeva, certo si erano scritti centinaia di
volte ma questo era diverso. Scese dalla carrozza con una borsa da viaggio, era
ancora più bello di quello che ricordava
-“Cristo Herm, quando hai
finito con questa farsa vedo se riesco a portarlo verso la mia di farsa”-
ghignò la rossa dileguandosi
-“Sta zitta”- si avvicinò e
lui quando la vide lasciò scivolare la borsa a terra, quando furono ad un passo
lui allargò le braccia e lei ci si accucciò lasciandosi abbracciare
-“Sei bellissima Hermione,
molto di più di quello che ricordavo”- la sua voce dolce con quel lieve accento
tedesco fecero risalire molti ricordi alla ragazza
-“Sono contenta di vederti
Victor”- disse felice la ragazza
-“Anch’io. Allora che mi
dici di questo ragazzo che non vuole dichiararsi?”- chiese subito il giovane
lasciandola spiazzata da quell’approccio così diretto
-“Volevo innanzitutto dirti
che io non centro con la tua venuta, voglio dire sono felice che tu sia qui, ma
ha fatto tutto quella pazza della mia amica, io non ne sapevo nulla fino
all’arrivo della tua lettera. Ginny cosa ti ha detto?”-
-“L’essenziale direi,
tralasciando il nome del ragazzo e qualche particolare che spero voglia
aggiornarmi tu”-
-“Draco Malfoy”-
-“Vedo che punti in alto”-
scherzò il ragazzo
-“Credi che dovrei lasciare
perdere?”- Victor la scostò da se tenendole le mani nelle sue
-“Stai scherzando? La mia
era una battuta anche se fuori luogo visto come reagisci. Tu puoi mirare dove
vuoi Hermione, sei bella e con un’intelligenza che in pochi possono vantare”-
disse convinto
-“Mi stai facendo
arrossire”-
-“Sei splendida anche con il
volto rosso come un pomodorino”- la prese in giro Victor.
Hermione iniziò a spiegare
la sua situazione e lui l’ascoltava con interesse, raccolse la sua borsa e
sempre tenendola per mano raggiunsero l’interno della scuola
-“Mi dispiace che ti abbia
coinvolto in questa cosa, se mi avesse detto le sue intenzioni l’avrei
dissuasa”- si scusò
-“Stai scherzando vero?
Tutto questo mi distoglie dagli allenamenti che in questo periodo si fanno
piuttosto pressanti, ho chiesto tre giorni di permesso e dobbiamo fare in modo
che bastino” si sorrisero, con la coda dell’occhio vide un movimento strano,
riconobbe la figura e i capelli biondi della vittima in questione, fece fermare
la ragazza che lo guardò stupita e abbassò la testa fino a sfiorarle
l’orecchio, ad un occhio esterno pareva che le stesse baciando il collo “che ne
dici di accompagnarmi dal preside?”- sussurrò. Lei alzò il viso e si trovarono
a pochissimi millimetri l’uno dall’altra, lui sfiorò il suo naso con il proprio
e lei scoppiò a ridere
-“Sono a tua completa
disposizione campione”-
-“Queste sono le parole che
ogni uomo vuol sentirsi dire”- le cinse le spalle e insieme proseguirono per
l’ufficio di Silente.
Draco era pietrificato,
aveva seguito tutta la scena e la cosa non gli piaceva per niente. Odiava
sentirsi in quel modo ma soprattutto odiava quell’energumeno di un pallone
gonfiato di un bulgaro maledetto. Rigido come non mai scese le scale che
portavano alla sua sala comune, entrò non degnando nessuno di uno sguardo e si
diresse nella sua camera, chiuse la porta così forte che rimbombò per tutto il
sotterraneo. I compagni erano abituati ad essere ignorati da lui ma si
sorpresero comunque del suo sguardo irato.
La sala grande era gremita
di studenti intenti a cenare, in molti si voltarono quando dalla porta entrò
Victor Krum che teneva per mano una stupefacente e bellissima Hermione Granger.
Formavano una coppia fantastica, lui aveva un paio di jeans neri, il fisico
muscoloso veniva messo in evidenza da una maglietta aderente dello stesso
colore a mezze maniche, la giacca portata sulla spalla e trattenuta da un dito.
Lei non era da meno, il vestitino rosso fuoco era sexy fuori ogni limite, il
top aderente era trattenuto da due sottilissime bratelline di pizzo, il
corpetto anch’esso di pizzo e raso era allacciato sul davanti con dei piccoli
gancetti, la scollatura era vertiginosa e il ventre rimaneva completamente
scoperto, la gonnellina era cortissima, rasentava quasi l’indecenza,
leggermente svasata ad ogni passo che faceva le lambiva le cosce muovendosi
lentamente, le calze di seta color carne parevano non esserci e per finire due
scarpine rosse con un tacco vertiginoso. I capelli sciolti formavano morbidi
boccoli, le ciocche davanti tirate indietro e trattenute da un bellissimo
fermaglio a forma di farfalla con le ali tempestate di pietre dure colorate.
Decisamente bellissima, molte teste maschili si girarono ad osservarla, lei
arrossì leggermente ma fece finta di niente e fingendo una sicurezza che era
ben lungi dal provare continuò a testa alta. Si avvicinarono al tavolo dei
Grifondoro e mentre lui si guardava intorno la ragazza scambiò alcune parole
con la
sua migliore amica
-“Noi usciamo, abbiamo
chiesto un permesso al preside. Non so come possa finire la cosa ma voglio
ringraziarti fin da ora Ginny, sono felice che lui sia venuto e anche lui è
contento a dirla tutta si sta divertendo un mondo e dovermi aiutare in una
pazzia come questa lo sta mandando in visibilio”- si sorrisero
-“Ricordati che comunque lui
è come se fosse un Serpeverde ecco perché si diverte tanto, l’idea di mettere i
bastoni tra le ruote a chiunque esso sia lo rende felice, è nella loro natura”
scoppiarono a ridere “vai Herm e divertiti” la mora alzò gli occhi ridenti e
incrociò quelli gelidi di Draco, ebbe un attimo di sbandamento, si sentì tirare
il braccio, distolse il viso concentrandosi sull’amica “non lo guardare, lascia
stare e vai fuori di qui”- ordinò la rossa
-“Sarà meglio” si volse
verso Victor che le sorrise avvicinandosi “andiamo?”-
-“Sono tutto tuo
principessa”- disse a voce alta, molte ragazze sospirarono e alcuni
ragazzi a dire il vero solo
uno grugnì sibilando parole irripetibili che fortunatamente solo Blaise udì.
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Hai vinto
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Non sarebbe riuscito a
dormire, il non sapere cosa stava succedendo lo stava facendo dar di matto, fra
poco sarebbe scattato il coprifuoco ma lui come caposcuola poteva rimanere
fuori dal dormitorio. Ormai aveva fatto un solco davanti alla porta d’ingresso
e loro ancora non erano tornati, un movimento catturò la sua attenzione,
strinse gli occhi e riconobbe la lunga chioma rossa della Weasley, non ci pensò
neanche per un secondo, la raggiunse, per sua fortuna era sola, l’agguantò per
un braccio e la trascinò in un angolo lontano da occhi e orecchi indiscreti.
-“Cosa accidenti sta
succedendo?”- ringhiò a pochi centimetri dalla sua faccia
-“Con calma ragazzo” si
scostò di un passo, non aveva paura ma un po’ di distanza le era enormemente
più gradita “non so di che parli Malfoy”- disse con il viso più innocente che
riuscì a trovare
-“Non fare la furba con me
Weasley, so benissimo che tu sai, quindi evita questi inutili giri di parole”-
sibilò
-“Come desideri”- sospirò e
fece un sorrisetto che imbestialì il serpente fuori ogni misura
-“ALLORA?”-
-“Sei un po’ troppo
suscettibile lo sai? Nessuno ti ha mai detto che non bisogna mai…”- si
interruppe e sgranò gli occhi, Malfoy aveva tirato fuori la bacchetta e la
stava puntando sullo stomaco della ragazza
-“Dacci un taglio e dammi
una delucidazione ora” intimò rabbioso “voglio sapere dove sono andati? E a che ora tornano? E cosa ti ha detto? E cos’è che vuole?…insomma
dammi una spiegazione”- tutte quelle domande dette con voce così fredda come
mai Ginny aveva udito pretendevano una risposta
-“Metti via la bacchetta
Malfoy” lo disse dolcemente, allungò la mano appoggiandola su quella del
ragazzo, lui resosi conto di quello che stava per fare impallidì e depose
l’arma “grazie”- disse lei
-“Scusami” Ginny sbarrò gli
occhi “non ti avrei mai fatto del male è solo che non riesco a…io ho difficoltà
a…”- non riusciva neppure a formulare una frase che avesse un senso compiuto
-“Perché non dici che sei
semplicemente geloso” lui strinse gli occhi “guarda che dicendolo non è che
diventi tutt’ad un tratto brutto o stupido”- Ginny lo stava fissando e gli
piacque quello che vide, i suoi occhi erano davvero addolorati
-“Io credo che lei non sia
felice con me e so benissimo che la colpa è mia”- confessò
-“E’ un inizio non credi?”
lui aggrottò le sopraciglia, lei sospirò “a volte voi ragazzi che vi credete
dei super eroi, siete proprio ottusi”-
disse sorridendo
-“Perché non ti spieghi
meglio invece di offendere”- disse scontroso
-“Non voglio dirti quello
che devi o non devi fare, deve venire da te, non posso spiegarti quello che
devi fare perché non sarebbe corretto né verso di te né verso di lei, una cosa
però te la posso dire…”-
-“Ti ascolto”- la interruppe
lui impaziente, lei sorrise e lui si ritrovò a ricambiare. Ginny dovette dar
ragione alla sua amica, quando sorrideva e succedeva veramente di rado era
veramente bellissimo, ora poteva capire perché si era innamorata
-“Hai ragione, lei non è
felice ma tiene a te, questo non significa che durerà in eterno, quando una
ragazza non si sente apprezzata può essere innamorata finché vuoi ma prima o
poi se ne va”- lo disse con la voce più dolce che le riuscì di trovare
-“Ha intenzione di lasciarmi
dunque”- si appoggiò al muro e si passò le mani sugli occhi
-“Non lo so ma se tu tieni a
lei ti consiglio di fare qualcosa al più presto o la perderai”-
-“Ho capito. A che ora
tornano?”- si rialzò dandosi un contegno
-“Non lo so Malfoy, Silente
ha concesso loro un permesso senza limite di orario”- non sapeva se fosse
realmente così ma un po’ di pepe non poteva che far bene
-“Capisco. Grazie Weasley”-
-“E’ stato un piacere
Malfoy”- gli diede le spalle allontanandosi, sulle labbra un sorriso di vittoria.
Non seppe quanto tempo era
passato ma alcune ore di sicuro, la luna era alta in cielo e questo significava
che era notte fonda quando il portone si aprì, i due ragazzi entrarono che
ridevano di gusto, lui le cingeva la vita e lei gli stava così vicina da
sembrare incollata. Draco fremette.
-“Victor giuro che sei
unico, non mi sono mai divertita tanto” si girò trovandosi davanti al ragazzo,
lui la teneva stretta a se “grazie”- sussurrò
-“Stai scherzando, non
ringraziarmi perché io ho avuto molto di più di quello che mi aspettassi”-
A quelle parole il libro che
Draco teneva in mano gli cadde
-“Hai sentito?”- Hermione si
era stretta a lui spaventata. Victor le sorrise tranquillo
-“Non aver paura Herm, ci
sono io con te” aveva visto il libro e immaginava anche a chi appartenesse “ti
fidi di me?”-
-“Certo”-
-“Allora chiudi gli occhi”
sussurrò. Hermione ubbidì e sentì le labbra calde sulle sue, il bacio rimase
casto ma si protrasse molto a lungo. Quando si staccò lei corrugò la fronte
confusa “il tuo innamorato”- pronunciò facendo segno con la testa
-“Oh Dio è qui?”-
-“Si. Adesso gli abbiamo
dato di che pensare e se non farà la sua mossa velocemente la farò io e tu non
avrai scampo”- disse serio
-“Che stai dicendo? Non
capisco”-
-“E’ semplice invece, se lui
non ti vuole farò tutto quello che è in mio potere per farti innamorare di me”-
-“Che stai dicendo Victor?”-
richiese sempre più confusa
-“Che mi piaci” sorrise
“forza mia dolce fanciulla sarà meglio che ti accompagni, non mi sento poi così
tranquillo”- disse alludendo al ragazzo dietro di loro
-“Credo di non esserlo
neppure io, spero solo di non aver peggiorato la situazione. E se crede che
siamo andati a letto insieme e non mi volesse più?”-
-“Prima di non volerti più
come dici tu, dovrà pur esserne sicuro tu che dici?”-
-“Speriamo”- giunti davanti
alla signora grassa si salutarono poi lui scese per raggiungere la sua camera
ma come era prevedibile venne intercettato
-“Vorrei scambiare due
parole con te se non ti dispiace?”- la voce fredda del biondo lo fece
sorridere, si girò verso di lui con il viso sorpreso e innocente
-“Malfoy, cosa ti porta da
queste parti?”-
-“Lascia perdere e ascoltami
bene” Victor allargò le braccia “non mi
interessa chi tu
sia, non mi interessa se sei
famoso, non mi interessa se sei più grande e grosso di me, non mi interessa di
qualsiasi cosa tu possa o creda di poter essere più di me. Torna a mettere le
tue mani dove non devono stare e io ti elimino dalla faccia della terra, se ti
azzardi ancora una volta a baciarla o anche solo a sfiorarla sei un uomo morto,
mi sono spiegato Krum, sono stato sufficientemente chiaro?”- sibilò irato
-“Cristallino Malfoy”-
-“Tornatene in Bulgaria o da
dove diavolo vieni ma vattene da qui”- gli girò la schiena allontanandosi
-“Direi che ha funzionato,
anche troppo a dire la verità”- con un sorriso raggiunse la sua camera.
Hermione entrò in sala
grande quella mattina preoccupata, molto preoccupata. Si sedette vicina
all’amica che ammiccò sorridendole, con fatica ricambiò, alzò gli occhi verso
il tavolo dei professori, Victor la salutò con il capo e lei sorrise di
rimando, poi guardò il tavolo de Serpeverde, Draco non c’era e questo la fece
agitare ancora di più. Spiluccò il cibo immersa nei suoi pensieri, si era
talmente esternata che non udiva neppure i suoi amici parlare. Aveva paura, lo
aveva perso ne era certa, lui non l’avrebbe più voluta se avesse avuto anche un
piccolo sospetto che lei lo avesse tradito. Sentì Ginny spostarsi ma non ci fece caso fino a che al suo naso
non arrivò un profumo che lei conosceva bene, alzò gli occhi dal piatto e dove
prima c’era la sua amica ora sedeva Draco, le gambe girate verso l’esterno ma
era seduto vicino a lei, sbarrò gli occhi talmente sorpresa che lui sorrise. I
compagni di casa erano ammutoliti, a dire il vero tutta la sala era ammutolita,
tutti erano girati verso di loro
-“Abbiamo attirato
l’attenzione di tutti” disse Draco dolcemente “e questo gioca a mio favore”
allungò la mano e la portò tra i suoi capelli, le accarezzò la nuca e avvicinò
il viso a quello della ragazza. Hermione impallidì vistosamente per poi
divenire tutta rossa, quando le labbra si appoggiarono sulle sue non capì più
nulla e si lasciò trasportare da quella bocca che tanto piacere le dava. Il
bacio durò un’eternità, quando lui si scostò avevano ambedue il fiato corto
“credo che questo abbia fatto capire a tutti che stiamo insieme tu che dici?”-
chiese dolcemente
-“Io…io…” chiuse gli occhi e
quando li riaprì erano lucidi “che succede Draco?”-
-“Mi sembra evidente, tu mi
piaci da morire e non permetterò a nessuno di portarti via da me. Da oggi sarà
tutto diverso, saremo come tu vuoi, parleremo e cammineremo mano nella mano e
ti dirò quelle parole che non ti ho mai detto. Hai vinto Hermione”-
-“Non era una gara Draco”-
disse dolcemente
-“Forse no ma hai reso
perfettamente l’idea, non voglio vederti con altri Hermione, come non voglio
che porti i regali di altri” disse riferendosi al fermaglio per capelli “sarò
io a donarti qualsiasi cosa tu voglia. Mi sono ritrovato geloso in un attimo e
la cosa non mi piace, è una cosa che non riesco a gestire e rischio di fare
cose che poi…lasciamo perdere va bene?” lei annuì “vuoi diventare la mia
ragazza Herm?”- lei sussultò e gli occhi le si riempirono di lacrime, lui le
asciugò con il pollice
-“Certo che lo voglio”- lui
si avvicinò di nuovo e la baciò. Un bacio dolcissimo che sigillava per sempre
la loro promessa. Si staccò e si alzò lentamente, lei prese la borsa e tolse il
fazzoletto dalla tracolla e lo guardò felice, lui le accarezzò la guancia, si
abbassò di nuovo posando un bacio sulla sua testa
-“Ti prometto che sarà
diverso ora”-
-“Lo so Draco”- si sorrisero
e lui le strinse l’occhio prima di andare a sedersi al suo tavolo. Tutti
rimasero un attimo interdetti poi ripresero ognuno a fare le loro cose, Hermione
guardò Ginny che le sorrideva felice e ricambiò grata. Finalmente poteva
respirare, guardò il tavolo dei professori, Victor le strinse l’occhio e alzò
il pollice in segno di vittoria, Hermione scoppiò a ridere felice, finalmente
adesso lo poteva fare. Guardò il suo serpente, lui la guardava sorridendo.
Fine
C.M.
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