~Now or never again
“No, no e assolutamente no” continuava a ripetere
Kushina da almeno trenta minuti, quasi fosse un disco rotto. “Non è possibile,
capisce, vero? Siamo stati attenti, siamo sempre
stati attenti”.
“Va bene, ma ora datti una calmata, ragazzina”.
“Come faccio a calmarmi? Non posso, non riuscirei
a tranquillizzarmi nemmeno se ricevessi una bastonata in testa!”.
“Una cosa è certa: se continui ad urlare in questo
modo, te la darò io una bastonata in testa, chiaro?” scandì perentoriamente la
donna che le stava dinnanzi, poi sfogliò per l’ennesima volta il fascicolo che
teneva tra le mani. “Sì, non ci sono dubbi” concluse.
“Tsunade-hime, ne è
proprio sicura?” domandò Kushina per l’ennesima volta, mordendosi il labbro
inferiore con impazienza. “Magari… non so, potrebbe
trattarsi di un errore”.
La donna roteò gli occhi esasperata. Quella Uzumaki la mandava fuori di testa come ben poche altre
persone riuscivano a fare, escluso forse Jiraya. Beh, lui era un argomento a
parte.
“Non sono una novellina” sibilò, vagamente
irritata.
“C’è una prima volta per tutti” pronunciò la
ragazza, con voce flebile, portandosi una ciocca di capelli vermigli dietro
l’orecchio. “Se solo potesse riguardare gli esami…
insomma, sono cose che capitano”.
“Non a me” tagliò corto Tsunade, riponendo i
documenti in un cassetto. “Non c’è altro da dire…”.
“Oh, no, non lo dica” la supplico Kushina, unendo
entrambe le mani in un gesto di preghiera.
“Sì, invece. Devi accettare la realtà!” esclamò la
donna. “Kushina Uzumaki, congratulazioni. Tu aspetti un bambino!”.
Senza dire una parola, la giovane Kunoichi si lasciò andare a peso morto sul lettino che si
trovava dietro di lei.
“Per il grande demone celeste…”
mormorò a fior di labbra, senza che Tsunade la potesse sentire.
“Beh, sei ancora qui?” berciò la donna, cercando
di mantenere il proprio tono burbero.
Kushina la guardò, spalancando i grandi occhi
azzurri.
“Non posso” sussurrò, palesemente sconvolta.
Tsunade le riservò una smorfia di disappunto, ma
le si avvicinò comunque, come per infonderle coraggio.
“Non puoi cosa,
esattamente?” le chiese. “Tornare a casa? Posso chiamare uno degli infermieri,
ti riporterà nel tuo appartamento in un attimo”.
La ragazza scosse il capo.
“Non posso tornare a casa” ripeté. “Non è
possibile. Non…”.
La donna accanto a lei alzò entrambe le
sopracciglia, sinceramente perplessa.
“E tu saresti colei che chiamano Bloody Red Habanero?” domandò
scettica, cercando di indurre una qualche reazione nella giovane. Kushina annuì
debolmente, più pallida di quanto fosse mai stata in vita sua.
“Allora alzati immediatamente da lì e smettila di
comportarti come una mocciosetta di fronte al suo
primo combattimento!” esclamò Tsunade, facendo tremare perfino i muri della
stanza.
“Non sto piagnucolando” si difese Kushina, tirando
su col naso. “Sono solo un po’ sconvolta, tutto qui”.
Tsunade cambiò improvvisamente espressione,
scoppiando in una fragorosa risata.
“Mi stupirebbe il contrario, ragazzina!” disse,
tornando seria. “Dopo tutto sia tu che Minato siete così giovani…”.
“Oh, Dei…” sospirò la
rossa. “Devo dirlo a Minato! Ma come?”.
“Magari parlandogli” suggerì Tsunade, cercando di
assumere un tono materno. “Sono certa che capirà”.
“I-io proprio n-non… c-cioè… mi sente?”
balbetto la più giovane. “Non riesco a formulare una frase di senso compiuto”.
“E dire che solitamente parli anche troppo!”.
“Appunto!” esclamò Kushina, coprendosi il volto
con entrambe le mani. “Non è che potrebbe farlo lei per me?”.
La donna spalancò gli occhi, sconvolta.
“Io dovrei fare cosa?” scandì, leggermente
innervosita. “Kushina Uzumaki, spero vivamente che tu
stia scherzando!”.
“La prego, Tsunade-hime,
lo faccia per me” la supplicò.
“Non ci penso nemmeno, stupida mocciosa. Ora
ascoltami bene: ti ho vista affrontare e mettere al tappeto avversari quattro
volte più grandi e potenti di te, il tutto senza scorgere un bagliore di paura
o esitazione nei tuoi occhi. Adesso vorresti farmi credere di non avere il
fegato per confessare a Namikaze che sei incinta? Non ci crederei nemmeno se la
terra cominciasse a girare al contrario!” affermò. “Kushina, ce la puoi fare”.
“Lei è senza cuore” borbottò la ragazza, alzandosi
dal lettino e rassettandosi i vestiti.
“Lo faccio per il tuo bene” le ricordò Tsunade,
incrociando le braccia. “Non permetterò che ti trasformi in una mocciosetta piagnucolona”.
Kushina increspò le labbra nel tipico broncio Uzumaki, per poi lasciare il piccolo ambulatorio mentre la medic-nin le osservava i capelli ondeggiare lungo le
spalle.
“Non c’è di che” mormorò la donna, una volta che
la giovane kunoichi si fu allontanata. “…e buona fortuna”.
“Ehm… ciao” lo salutò
Kushina, non appena sentì sbattere la porta dell’ingresso.
Minato la chiuse lentamente, mettendo all’erta
ogni senso. Udito, gusto, olfatto, tatto, perfino il gusto. Stava accadendo qualcosa
di strano e un ninja abile come lui avrebbe dovuto rendersene conto; purtroppo
non era così.
Si concentrò ulteriormente.
La giovane kunoichi
ostentava una calma serafica, seduta al tavolo della cucina mentre si gustava
una ciotola di ramen fumante. Erano le quattro del
pomeriggio.
“Sempre affamata, eh?” scherzò lui, vedendola
divorare famelica tutti i noodles.
La ragazza alzò gli occhi, osservandolo con
attenzione; un giovane Minato Namikaze la esaminava, in piedi, appoggiato allo
stipite della cucina. Gli occhi percorrevano l’intera figura, dal semplice
grembiule nero, alla maglia bianca, fino ai lunghi capelli rossi. Ogni cosa
sembrava normale.
“Devi dirmi qualcosa?” domandò impacciato.
Kushina strinse le spalle.
“…forse è meglio che prima tu ti sieda”.
<3
Il resto è storia.
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L’erba grama non muore mai, io nemmeno J Eh, cosa potevo fare dopo l’ultimo capitolo che Kishi ci ha regalato? Appena mi hanno detto che c’era
Kushina mi sono precipitata a leggere, solo per vedere se la mia versione si
era avvicinata almeno un po’ all’originale… cioè, fin
ora il malvagio autore non mi aveva dato alcun dato su cui basarmi, se non “Naruto, it’s a beautiful name!” (cosa da cui dissento), quindi sono almeno un po’
giustificata.
In ogni caso questa breve fan fiction è dedicata a
Michela, giusto per riportarla sulla retta via del MinaKushi
<3
LoveLove
Clà