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Autore: LadyMorgan    21/06/2010    7 recensioni
Storia nata inizialmente per il Marauders' Story Contest indetto da malandrina4ever e Lellas92, poi ritirata in quanto non mi sembrava abbastanza attinente alla traccia data (I Malandrini e Hogwarts di notte) e sostituita da un'altra.
Non completamente da buttar via, comunque, almeno secondo me.
Basata sulle note di Friends Forever di Vitamin C, particolarmente adatta come parole, a parer mio, e ***dedicata a malandrina4ever***, per avermela ispirata con il contest e per avermi sempre supportato in tutte le storie che ho scritto.
Un piccolo, indegno grazie da parte mia.
[...]«Giurate, signori, perché è per questo che resteremo sempre amici. Noi tutti, messeri, abbiamo prestato solenne giuramento, un giuramento che ci lega per la vita e che non può essere infranto da niente, né tempo, né ragazze, né figli, né lavoro, né altro.»
Con un sorriso, Sirius e Remus posarono subito la loro mano sulla mia e poco dopo si aggiunse anche Peter.
«Giuro solennemente…» cominciai io in tono profetico.
«… di non avere buone intenzioni» concludemmo tutti e quattro in coro.
Vita adulta, hai le ore contate. [...]
Genere: Commedia, Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Deficienti si nasce'
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Il Tetto porta Consiglio (altro che la notte…)

A malandrina4ever, perché il sostegno che mi dà ad ogni storia è qualcosa che faticherei a trovare altrove. Grazie.

 

Il ragazzo stava guardando il cielo assaporando l’aria tiepida delle notti estive.

Pensava a tante cose, quel ragazzo. C’erano tanti interrogativi nella sua mente, tanti timori, tante speranze… eppure non era in ansia. Aveva capito da tempo, con più maturità di quanto fossero soliti attribuirgli, che la vita dava quello che voleva quando voleva. A che senso preoccuparsi in anticipo di cose che non conosceva?

Uno scricchiolio alle sue spalle lo fece sorridere.

Posizionandosi più comodamente, osservò: «Sei in ritardo.»

 

And so we talked all night about the rest of our lives

Where we’re gonna be when we turn 25

I keep thinking times will never change

Keep on thinking things will always be the same

 

Lo sentii sbuffare. «Incolpa Moony[1]» disse con una smorfia sedendosi accanto a me. «Era convinto volessi stare da solo.»

Mi strinsi nelle spalle. In un certo senso Moony aveva ragione, ma da quando in qua Sirius rappresentava qualcuno… qualcuno… qualcun altro? Era molto più difficile stare da solo quando non c’era lui che non quando era con me.

Si spaparanzò sul tetto con un grugnito. «In cerca di risposte filosofiche nelle stelle?» mi chiese con profonda partecipazione.

Mi lasciai sfuggire un mezzo sogghigno. «Se vuoi metterla così» concessi portandomi le mani dietro la testa. «In realtà stavo smaltendo una crisi depressiva. Ti rendi conto che da domani dovremo affrontare quell’orribile, noiosissimo posto chiamato “realtà”?» osservai con una smorfia.

Rabbrividì teatralmente al solo pensiero. «Cerco di dimenticarlo» mormorò.

Mi grattai il collo. «Be’, abbiamo tutta la notte per abituarci all’idea» osservai con una punta di tristezza. «Possiamo cominciare a programmare il resto della nostra vita.»

Rise a mezza bocca, con quel ringhio divertito che era solo suo. «Oh, certo! Della serie dove saremo fra vent’anni, cosa staremo facendo, lavoreremo insieme… o, nel tuo caso, quanti figli avrai…»

Lo guardai storto. «Dacci un taglio con questa storia, Pad!» comandai con finta severità. «E quanto le tue tre coppie di gemelli ti faranno dannare e la tua adorata mogliettina ti vorrà sempre presente, sarò io a ridere.»

Lo osservai con perfido divertimento sbiancare. «Prongs, continua con questi malocchi e ti assicuro che non farò da padrino a nessuno dei tuoi marmocchi.»

«Almeno avranno una possibilità di sopravvivere» osservai io ridacchiando.

«Ah, è così che la metti, signor Responsabilità?» rispose alzandosi su un gomito.

Io annuii fingendo di chiudere gli occhi e guardandolo da sotto le palpebre.

Come avevo previsto, si trasformò in un cane e mi balzò addosso, ma lo conoscevo troppo bene: lo schivai con facilità e mi misi in posizione di attacco. Ecco, forse uno dei lati negativi dell’essere un cervo è che è difficile tenersi in equilibrio con gli zoccoli.

Perciò, da umano, mi acquattai a quattro zampe mentre quel pulcioso del mio migliore amico si preparava a balzare con la lingua penzoloni e la coda che gli scodinzolava freneticamente. Il perfetto esempio di cucciolone ignaro della propria forza che sta per saltare addosso allo sfortunato padrone.

Io gliel’ho sempre detto che dovrebbe fare il cane, nella vita. Non potrebbe venirgli meglio.

Quando mi saltò addosso cominciammo a rotolarci cercando entrambi di prendere il sopravvento senza precipitare – visto che a nessuno di noi due andava di fare un salto di più di trenta metri. Ma ci siamo talmente abituati che prima ancora di arrivare sul bordo del tetto ci fermammo e scoppiammo entrambi a ridere.

Eravamo sdraiati accanto, in preda ad un attacco convulso di risa, quando finimmo per guardarci negli occhi e fingere di controllarci, per poi riprendere più forte di prima.

Perché insieme abbiamo sempre riso e fatto gli scemi, e questo so per certo non cambierà mai.

Era, è e sarà sempre il mio migliore amico.

 

But when we leave this year we won’t be coming back

No more hanging out cause we’re on a different track

 

«La cosa peggiore» commentai quando alla fine riuscimmo a calmarci, «è che a volte ho l’impressione che tutto resterà esattamente come prima, e al contempo so che non potremo tornare indietro e che tutto cambierà. Siamo maghi diplomati ora, Sirius.»

Si strinse nelle spalle. «Cosa ti fa credere che avremo il diploma, Prongs?» mi chiese pigramente.

Ecco, è in occasioni come queste che si vorrebbe avere un cuscino… ecco perché gli incantesimi di evocazione sono utili.

Non credo avesse gradito le piume che gli arrivarono in faccia, ma dopotutto, cosa che io continuo a dimenticare, anche lui è un mago e quindi è più che in grado di ribattere.

Ci stavamo azzuffando quando un incantesimo ci bloccò entrambi.

«Caposcuola Prongs, Malandrino Padfoot, siete entrambi in punizione» disse una voce ironica dietro di noi.

Se avessi potuto, avrei sospirato dal sollievo.

Forse quando lasceremo quest’anno avremo definitivamente imboccato la via del non ritorno, non potremo più sgarrare come eravamo abituati a fare, forse imboccheremo strade diverse, ma saremo sempre noi. Questi sette anni non li può annullare neppure la più forte magia del mondo.

Mi chiedo se quando sarò in ritardo a lavoro mi troverò Moony sotto casa a guardarmi con disapprovazione e a farmi notare la mia mancanza.

Probabilmente sì.

 

And if you got something that you need to say

You better say it right now cause you don’t have another day

Cause we’re moving on and we can’t slow down

 

«Se hai bisogno di dirci qualcosa, Moony, vedi di dirla subito» lo informò Sirius con tutta la dignità che può avere una persona appesa a testa in giù per una caviglia. «Stavamo discutendo del tempo che passa, e siccome quel bastardo non si lascia corrompere e continua a passare malgrado le sostanziose mance che gli ho lasciato, potresti non avere altre occasioni per parlare. Quindi, parla ora o taci per sempre facendo un favore a tutta la comunità.»

«Sai, Prongs» osservò Remus meditabondo ignorando completamente la splendida tirata di Pad. «Ho sempre pensato che la pecca più grande di questo incantesimo fosse che non impedisce di parlare…»

Ridacchiai, anche io a testa in giù. «Non so, Moony, è più divertente quando puoi ascoltare le imprecazioni di quelli che becchi… specie quando capita a persone che non sospetteresti mai.»

«Sì, ti ricordi quella volta, con Michael MacMillan?» gesticolò Sirius cominciando a ridere.

Risi anch’io: il ragazzo in questione era il maggior perbenista che avessi mai conosciuto, ma quando si era ritrovato a testa in giù aveva usato un’espressione che non avrei mai detto conoscesse né tanto meno usasse.

Moony ci guardava. «Siete incredibili» osservò alla fine con aria rassegnata.

Vidi Sirius fare una smorfia. «Vivi con noi da sette anni e te ne sei accorto solo ora, Moony?» domandò con aria di riprovazione.

«Vi rendete conto della posizione in cui state ridendo?»

In effetti, no. Io e il mio migliore amico ci scambiammo uno sguardo e riprendemmo a ridere a crepapelle. Sotto di noi c’era il vuoto, avevamo il viso rosso anche alla luce della luna per il sangue salito alla testa e una gamba penzoloni, oltre ad avere la camicia che ci si era sollevata fino alla testa.

«Qualche problema?» chiesi io in tono altero incrociando le braccia. «Ti sembra forse che ci siamo mai fermati di fronte a quisquilie del genere?»

Moony finse di ponderare la questione. «In effetti, no» ammise magnanimamente mentre con due soli gesti ci spostava sul tetto e ci lasciava cadere con un sorriso che dichiarava senz’ombra di dubbio la sua appartenenza alla casta dei Malandrini.

 

These memories are playing like a film without sound

And I keep thinking of that night in June

 

Certo che di ricordi ne abbiamo tanti… alcuni epici, altri gloriosi, altri solamente divertenti. Ma francamente non riesco a pensare ad uno solo di essi che non veda come protagonisti tutti e quattro. No, proprio no. Oddio, c’è da dire che in quanto preponderanza e presenza scenica la palma va a Sirius. Se c’è una persona che non passa inosservata è senza dubbio lui. Subito dopo viene Remus, che ha quella sua particolarissima maniera di far pesare la sua opinione senza neppure parlare, con un semplice sopracciglio.

Devo dire in effetti che a volte lui e la futura signora Potter sembrano fratelli. Sono in grado di sollevare il sopracciglio esattamente allo stesso modo, formando precisamente lo stesso arco, per esprimere la stessa identica emozione, di solito riprovazione. Ha un che di inquietante.

E poi c’è Peter, ovviamente. Peter è bravo a passare inosservato. Forse è per questo che è la nostra riconosciuta spia, nessuno fa mai caso a lui, quindi può stare ovunque ed ascoltare le conversazioni altrui senza che gli altri si interrompano o cambino argomento come fanno quando entriamo io o Sirius. Ma in ogni caso è impossibile pensare a noi quattro senza di lui, come sarebbe impossibile senza di me, di Sirius o di Remus. Non possiamo, semplicemente. È come se chiedessi a un orologio di andare avanti senza una molla. Forse ci riuscirebbe, ma procederebbe zoppicando, niente di più.

Per questo i nostri ricordi continueranno a scorrere nelle nostre menti, magari sbiadite come immagini, ma presentissimi come sensazioni. Forse ci scorreranno davanti senza suono, come delle foto, ma ciò che abbiamo provato non ce le scorderemo mai.

Ci ricorderemo per sempre della nostra ultima notte ad Hogwarts.

Per la semplice buona ragione che un’amicizia come la nostra non si trova tutti i giorni.

 

I didn’t know much of love

But it came too soon

 

Sbuffai appoggiandomi al tetto. «Com’è che alla fine hai seguito il pulcioso, Moony?» chiesi pigramente ruotando su me stesso per guardare meglio la nostra coscienza, seduta con aria inappuntabile sul bordo del tetto.

Si strinse nelle spalle. «Sai com’è, Prongs, volevo accertarmi di avere ancora tre amici domani, e non solo uno.» Mi guardò con quel sorrisetto ironico che era solo suo. «E direi che sono arrivato appena in tempo, non ti pare?»

«Assolutamente no» rispose Pad impassibile. «Stavamo solo facendo valere le nostre ragioni.»

«Vedo» rispose cortesemente Moony.

Rimanemmo in silenzio qualche attimo. «Quante altre persone devo aspettarmi di trovare qui, stasera?» chiesi poi a nessuno in particolare, guardando il cielo stellato sopra di noi.

Remus si strinse nelle spalle e stava per rispondere quando una voce poco dietro di noi disse, appena esitante: «Ciao, ragazzi…»

Nessuno di noi ebbe bisogno di girarsi. «Ciao, Peter» dicemmo tutti in coro.

Io e Sirius ridacchiammo, Remus gli fece spazio accanto a sé.

«E ora il quadretto è completo» commentai ironico. «O devo aspettarmi anche una visita di Lily?» aggiunsi guardando Peter.

«Non credo.» Wormtail sorrise. «La Mappa è spenta, e poi è tardi. Non credo che Lily sia in giro a quest’ora…»

«Ne sarebbe capacissima…» commentai io chiudendo gli occhi.

Sirius ridacchiò. «Sì, per quanto non l’avrei mai detto la tua ragazza saprebbe tenerci testa alla grande, in quanto malandrinate…» Sogghignò. «Altro che Prefetto perfettino… sembra Moony, sempre pronto a mostrare la sua faccia migliore ai prof e poi peggio di te e me messi insieme, Prongs…»

«Sono d’accordo» annuii a occhi chiusi, pensando con piacere alla mia ragazza. La mia ragazza. Sospirai di soddisfazione. «Ma dopotutto l’avevo inquadrata subito, no?»

Dal verso che fece, capii che Sirius aveva alzato gli occhi al cielo. «Sì, hai cominciato a rompere per lei credo al primo anno.»

«Diventando poi insopportabile a partire dal secondo» puntualizzò Remus.

«E completamente pazzo al quarto» specificò Peter con un sorriso.

Sempre a occhi chiusi, rivolsi una linguaccia a tutti. «Tutta invidia» proclamai placido passandomi una mano fra i capelli. «A voi non capiterà di trovarne una così.»

«E a te è capitato troppo presto» ribatté Sirius con la sua voce da sogghigno.

Udii Remus sospirare con riprovazione. «A me non pare sia troppo presto, Sirius. Almeno ha imparato a mettersi un po’ di sale in zucca. Credo sia il risultato più grande che Lily abbia ottenuto.»

«Sì, ma Lily gli piaceva già al primo anno.» Certo che stare con noi ha fatto proprio bene a Peter: c’è stato un tempo in cui avrebbe osato a malapena alzare gli occhi in nostra presenza.

«Sì, ma allora non era ancora amore» obiettai passandomi le mani dietro la testa. «Era una cotta.»

«Una cotta che mi è costata ore di sonno» ribatté Sirius.

«Ti ha fatto solo bene» gli risposi con un sorrisetto.

Sospirò drammaticamente. «Ecco, lo vedi come le frecce possessive di Eros ti allontanino dal tuo migliore amico?» Signore e signori, ecco a voi la più grande primadonna del mondo, direttamente per noi da Hogwarts, Regno Unito… «Non avevi ancora capito cosa voleva dire farsi piacere una ragazza e già eri ai piedi di Lily per abbandonare me…» … la sola e l’unica… «Solo per quei suoi grandi occhioni verdi!» Sirius Black! Applausi, grazie, siete un pubblico magnifico…

 

And there was me and you

And then we got real blue

 

«Eh, ora non siamo più solo noi quattro…» Ho già introdotto la grande primadonna Black, vero? «Non ora che il nostro caposcuola assolutamente preferito ci ha tradito. E per una ragazza, in più…»

«No no, Sirius» lo interruppi placidamente. Certe cose non gliele lascio passare. «Non per una ragazza, per la Evans.»

Aprii gli occhi solo per poter vedere la sua smorfia. Che puntuale arrivò, insieme a una cuscinata, che parai. Non sono il miglior cercatore di Hogwarts perché ho corrotto Silente, sapete?

«Sì, ma così mi fai cadere in depressione» uggiolò. Sì, dovrebbe proprio fare il cane, nella vita. «Cosa farò io quando il mio fratellone preferito se ne andrà con la sua mogliettina e comincerà ad avere tutte le rogne da uomo sposato? Una moglie a cui badare, anzi, una Evans a cui badare, con tutti annessi e connessi, litigate quotidiane, nottate che non descriverò per non far arrossire Moony, poi intemperanze femminili, e magari gravidanze, voglie e marmocchi puzzolenti per casa…»

«Sirius, non sfogare la tua frustrazione per la tua futura vita su di me» ribattei con un soddisfattissimo sogghigno. «Lily è perfetta e se proprio ti senti solo soletto vedrò di mettere un tappetino in salotto o una cuccia fuori casa, così potrai venirmi a trovare…»

Mentre lui si imbronciava intervenne Remus. «Tranquillo, Prongs, vedrò di tenerti lontano questa piaga umana in modo che tu possa passare anche delle serate tranquille. Direi che ci hai fatto da fratello maggiore anche troppo…»

«Niente affatto!» esclamò Sirius indignatissimo. «Io sono tutto solo e ho bisogno di affetto!»

Moony sospirò con l’aria di dover spiegare qualcosa di elementare a una persona molto, molto ottusa. Ok, la stessa aria che aveva ogni volta che parlava con Sirius. «Tu non hai bisogno di affetto, Sirius, tu hai solo bisogno di rompere a qualche anima buona che non ti affatturi non appena mostri la tua brutta faccia…»

«Temo allora di dovermi escludere dalla categoria» mormorai al cielo.

Peter ridacchiò. «Sì, in effetti tu lo affatturi di solito, vero?»

«Già» confermai io con aria appagata.

Sirius voltò le spalle a tutti. «Va bene, continuate pure a sfottermi» dichiarò sostenuto. «Quando poi cadrò in una crisi d’identità vi voglio vedere a gestirmi…»

 

Stay at home talking on the telephone

And we would get so excited and we’d get so scared

Laughing at ourselves thinking life’s not fair

And this is how it feels

 

«Ve lo immaginate come sarà la fuori?» domandò ad un tratto Peter. «Voglio dire, come saremo noi?»

«Oh, è facile» sbuffò Sirius alzando una mano per enumerare: «Primo: passeremo metà del nostro tempo cercando di farci ammazzare nel modo che più ci aggrada, come abbiamo sempre fatto. Secondo: saremo stra-eccitati e stra-spaventati perché saremo sempre sul punto di farci ammazzare e quella parte della nostra mente che ha la voce di Moony ci ammonirà che non siamo più ragazzini e che abbiamo responsabilità e che quindi dobbiamo darci una regolata.» Ignorando il verso di protesta del sopracitato, Padfoot continuò: «Terzo: irromperemo nella casa di Prongs alle ore più assurde perché lui e gentil consorte saranno gli unici ad avere dimora fissa e stabile, e ben protetta, immagino.»

«Quarto: ci guarderemo alle spalle e ci faremo grasse risate per quello che eravamo e che saremo» lo interruppi io. «Quinto: riprenderemo a filosofeggiare su quanto la vita sia bella, brutta, noiosa, eccitante e sempre uguale, come abbiamo sempre fatto.»

«Sesto: ci sentiremo sempre noi» disse Remus piano. «Ci sentiremo sempre parte di qualcosa, crollasse il mondo e Voldemort vincesse.» Debiti scongiuri.

«Ma quanto è tenero il nostro lupastro sentimentale!» esclamò Sirius prendendo la testa di Remus in un apprezzabile tentativo di decapitarlo. «Chi l’avrebbe detto che sotto tutti quei cupi strati di ironia e sarcasmo e perbenismo nascondesse un cuore tenero tenero come il ripieno dei Cioccalderoni?»

Se Sirius non canzonasse sempre tutto, credo potrebbe capire: per Remus siamo davvero la cosa più importante al mondo. L’unica certezza che ha, di fatto. Siamo noi, noi, noi quattro, un’unica mente, un’unica anima, un’unica vita. Senza troppe complicazioni, senza richieste, semplicemente perché non potremmo essere altrimenti.

 

As we go on

We remember

All the times we

Had together

And as our lives change

From whatever

We will still be

Friends Forever

 

«Remus ha ragione» intervenni a sorpresa rovinando il lodevole proposito di Sirius. «Qualunque cosa faremo, qualunque cosa diventeremo, ricorderemo sempre tutto il tempo che abbiamo passato insieme, perché francamente è stato il migliore della nostra vita. In qualunque modo le nostre vite cambieranno, resteremo comunque amici. Per sempre.»

Lo so, sono sentimentale. Probabilmente è vero, ma almeno non sono ipocrita.

Non lo dico perché è l’ultima sera o perché mi sento in dovere di metterci una frase a effetto, lo dico perché lo penso davvero.

L’ho sempre pensato. Non per niente sono io che mi sono incaponito sul far funzionare la nostra amicizia, sono io che ho tirato fuori questi tre imbranati dal loro guscio, e diavolo se non è stato difficile! Ma ne è valsa la pena. Questo lo so.

Guardai Sirius con un sorrisetto. Sembrava sul punto di fare un nuovo commento di quelli per rovinare l’atmosfera, quindi lo prevenni stendendo la mano. «Giurate, signori, perché è per questo che resteremo sempre amici. Noi tutti, messeri, abbiamo prestato solenne giuramento, un giuramento che ci lega per la vita e che non può essere infranto da niente, né tempo, né ragazze, né figli, né lavoro, né altro.»

Con un sorriso, Sirius e Remus posarono subito la loro mano sulla mia e poco dopo si aggiunse anche Peter.

«Giuro solennemente…» cominciai io in tono profetico.

«… di non avere buone intenzioni» concludemmo tutti e quattro in coro.

Vita adulta, hai le ore contate.



[1] Per gusto personale, ho lasciato in originale i “nomi in codice” dei Malandrini. Tutti gli altri sono come si trovano nella versione italiana. Spero che la cosa non risulti troppo cacofonica. [N.d.A.]
  
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