Anime & Manga > Ranma
Segui la storia  |       
Autore: Kirinin    23/06/2010    5 recensioni
Un giorno, Ranma si sveglia per scoprire che un paio di cosette sono cambiate. Niente di speciale- solo una nuova vita completa di una figlia, un dojo da mantenere e, ancora più importante, un marito. Ma c'è un problema: l'ultima cosa che Ranma ricorda è di avere sedici anni... (tradotta da Fioredivetro)
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ranma Saotome, Ryoga Hibiki
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
When Ryoga came home
 

Quando Ryoga tornò a casa, Ranma aveva rinunciato a nutrire Sachiko e l'aveva rimessa a letto. Probabilmente la bambina non era riuscita a dormire bene la notte precedente con le ragazze in casa.

 

Ryoga annusò l'aria. "Wow. Che stai preparando?"

 

"Pollo in padella, fagioli verdi e patate," rispose Ranma con un sorriso. Era strano, ma una volta smesso di associare la cucina allo stereotipo della casalinga aveva sentito il bisogno di fare qualcosa di elaborato.

 

"Sembra buonissimo," rispose Ryoga. "Come sta Sachiko?"

 

"Mmm, sta bene. Dorme."

 

Lui la guardò male. "Lo sai che se dorme adesso poi starà sveglia tutta la notte..."

 

Ranma rise. "Certo, certo. Chi ti dice queste sciocchezze?"

 

Ryoga si zittì e si avvicinò per osservarla meglio.

 

"Beh?Che c'è?"

 

Gli occhi del ragazzo la scrutarono dalla testa ai piedi. "... niente," e fece un passo indietro.

"Hmph. Beh, comunque... sono stata occupata oggi. Ho fatto dei volantini, vuoi vederli?"

Ryoga annuì. "Volantini?"

"Sono sul tavolo." Ranma si mise all'opera sull'insalata, osservando con la coda dell'occhio Ryoga avvicinarsi al tavolo e prendere i fogli.

La sua voce suonò strana, soffocata. "Tu... tu vuoi ricominciare le lezioni...?"

Il tono che usò aveva un che di lamentoso e a Ranma tornò improvvisamente il desiderio di rispondergli male. Cercò di rilassarsi, di pensare a lui come suo amico piuttosto che come suo marito.

Sorprendentemente, funzionò. "Sì, mi sembra arrivato il momento," rispose. "Ho parlato con Nabiki, Akane e Ukyo. Nabiki mi ha detto che può badare a Sachiko giovedì sera. Ukyo e Akane mercoledì e Akane anche martedì, se porta i libri da studiare."

Ryoga assunse un'aria ancora più sconvolta, ma Ranma continuò a parlare facendo finta di niente, anche se iniziava a chiedersi quale grosso errore stesse commettendo o se si fosse sbagliata credendo di essere rimasta la stessa dopo tanti anni.

"Quindi ho pensato di iniziare con due o tre lezioni alla settimana, un po' alla volta, ecco... Credo di essere fuori allenamento, anche papà me l'ha detto."

Questo sembrò riportare Ryoga alla realtà. "Oh?Tuo padre è tornato?"

Ranma gli fece un sorriso storto. "Sì. E già parla di portare nostra figlia ad allenarsi. Lo devi sentire. Come se la prima volta non fosse stata un completo disastro."

Ryoga sentì tremare il labbro inferiore. Si alzò, prendendola per la spalle e guardandola fissa negli occhi, alla ricerca di un segno che indicasse la sua trasformazione. "Ranma..." sospirò.

"C-cosa c'è?Cosa ho fatto?"

"Sei... sei tu."

La ragazza si allontanò leggermente per riuscire a guardarlo in faccia, preoccupata. "Che cavolo, Ryoga. Non ho riacquistato la memoria, se è questo che pensi."

Lui trattenne il respiro e si scostò. Il dolore fu sostituito rapidamente da una beffarda amarezza, e rise, asciugandosi freneticamente gli occhi. "Scusa... ma ti comporti... ti comporti come mia moglie..."

Ranma arrossì. "Ehm..."

"E vuoi ricominciare le lezioni..."

"Beh, sì. Mi sono stancata di non fare niente."

"Ma questo significa che resterai."

Ranma aggrottò la fronte. "Sì. Immagino di sì."

"Resterai qui."

"Beh... sì."

"Resterai!"

Ranma gli lanciò un'occhiataccia. "Inizio a perdere la pazienza."

"Oh, ti prego, perdi la pazienza!Rimproverami per qualcosa di stupido, o... o chiamala di nuovo 'nostra figlia'..."

La ragazza sorrise timidamente. "Cretino. Dovresti dare il buon esempio a nostra figlia. Va bene così?"

Ryoga rise e l'abbracciò. "Wow... che ti è successo?"

"Cosa è successo a te, piuttosto," protestò Ranma, quando Ryoga l'ebbe rimessa a terra. "Voglio dire, dai!Un volantino e una visita di papà e sei tutto eccitato."

L'espressione sul viso di Ryoga valse la piccola presa in giro. I suoi occhi si riempirono di lacrime e un enorme sorriso gli illuminò i lineamenti. Asciugandosi il viso, si avvicinò per controllare il pollo.

Ranma sentì un improvviso moto di tenerezza nei suoi confronti, e si rese conto che probabilmente era la prima volta che vedeva il vero Ryoga da quando aveva aperto la porta pregandola di non odiarlo.

"Lo sai, anch'io posso occuparmi di Sachiko, qualche volta. Sono il padre, dopo tutto," disse lui, con una voce quasi tornata alla normalità. "Così potremo riavviare questo posto."

Potremo. Noi, realizzò Ranma con entusiasmo. "Mmm, probabilmente," rispose, cercando di non mostrare la sua gioia. "Quanto prendevo a lezione?"

"No, era per mese, 8200 yen al mese. Ma c'erano un paio di bambini che venivano gratis, in cambio di qualche lavoretto. E c'era una studentessa universitaria, come si chiamava, Aiko, che puliva il dojo dopo gli allenamenti e ci aiutava coi bambini più piccoli. Probabilmente sarà contenta di tornare." La guardò meglio. "A proposito, stai benissimo."

Ranma alzò un sopracciglio esaminando il proprio look, che era stato scelto per fare una buona impressione su suo padre, piuttosto che su Ryoga. Indossava una maglietta scura larga e un paio di jeans. "Benissimo per cosa, esattamente?Non è nemmeno elegante..."

Ryoga le sorrise timidamente. "Ecco perché mi piace."

"Va bene, va bene. Con tutto questo zucchero ti rovinerai l'appetito," rispose Ranma. "Torno subito. Stai attento ai fagioli, o si bruceranno."

Una volta nel furo, Ranma si appoggiò alla porta, per riprendersi. A Ryoga piaceva lei, Ranma, non una immaginaria ragazza più femminile. E anche se il pensiero avrebbe dovuto essere strano, o inquietante, o forse anche disgustoso, Ranma si ritrovò a canticchiare la stessa canzone di prima e a sorridersi con espressione sicura nello specchio.

Ragazzo o no, c'era qualcosa di speciale nel vedere che qualcuno apprezzava il cibo preparato da te, specialmente se ci avevi lavorato duramente. Ranma decise di perdonare Akane per tutte le volte che aveva tentato di cucinare. Non era una cosa da donne l'istinto di nutrire qualcuno, era una cosa da esseri umani. L'esclamazione di lieta sorpresa di Ryoga le aveva scaldato il cuore, anche se non l'aveva dato a vedere.

 

Parlano a lungo: delle idee di Ranma riguardo le lezioni, del livello che avrebbe offerto e degli orari in cui avrebbero attratto più studenti; di dove avrebbero potuto lasciare i volantini; e Ryoga raccontò un episodio che gli era successo a lavoro e che Ranma trovò divertente.

Guardandolo divertirsi, la ragazza si rese conto di aver conosciuto solo un'ombra del vero Ryoga: lui era molto più del ragazzo stoico e paziente che si era mostrato in quei giorni. Aveva avuto sentore del suo umorismo per tutto il tempo, ma ora si rendeva conto che era solito fare battute, spesso sulla natura umana, un po' come Nabiki. Ranma si chiese se questo non fosse altro che un aspetto della sua antica depressione; continuava a vedere le stesse cose, ma ora era in grado di prendere tutto meno seriamente.

Eppure c'era ancora qualcosa di serioso in lui, come se tutto avesse un'importanza fondamentale, specialmente mentre parlava. Anche quando lei lo prendeva in giro, Ryoga piegava la testa da un lato, ascoltando e cercando il significato dietro ogni parola.

Mentre l'uomo iniziava a sparecchiare, Ranma osservò i volantini. Sembrava aver finalmente capito il loro significato, che sarebbe rimasta. E non perché le fosse comodo o perché Ryoga fosse un ingenuo, o perché non avrebbe saputo dove altro andare.

"Quindi resterai davvero?"

Ranma alzò la testa, sorpresa. "Leggi anche il pensiero, adesso?"

Lui rise. "Ehm... no. Scusa se sembro un disco rotto."

Ranma gli rivolse uno sguardo del tipo 'Sono-estremamente-seria'. "Farai meglio a crederci. Passami un piatto, dai..."

Ryoga obbedì, mentre prendeva un asciugamano pulita da un cassetto. "Tu forse non te lo ricordi," cominciò.

"La storia della mia nuova vita..." sospirò Ranma.

"... ma lavare i piatti aveva un significato speciale per noi."

La ragazza si girò a guardarlo, stupita. "Non dici sul serio. Mi stai far credere che secondo te lavare i piatti è romantico?"

Lui rise, asciugando il piatto che Ranma gli aveva passato. "Romantico no... piuttosto, 'pratico'. Noi due abbiamo entrambi una certa... uhm... difficoltà a gestire la rabbia."

"Davvero?Non me ne sono accorta in questi giorni."

"Perché gli dei mi hanno sorriso durante la scorsa settimana," rispose Ryoga in tono piatto. "Ci sono stati dei momenti in cui avrei voluto urlare..."

"E quindi cos'hanno a che fare i piatti con la collera?Ce li lanciavamo?"

"Certo che no. Ma se eravamo nel mezzo di uno stupido litigio senza significato, durante la cena, allora uno di noi due faceva un segnale e dovevamo smettere di parlare. Poi lavavamo i piatti insieme- in silenzio- e una volta finito, riuscivamo entrambi a comportarci civilmente"

Ranma lo fissò. "Strano."

"Ha sempre funzionato, però," ribatté Ryoga alzando le spalle. "E poi quando si litiga per delle sciocchezze, una volta finito nessuno si ricorda come mai fosse così arrabbiato dieci minuti prima." Asciugò un altro piatto, prendendolo dalle mani di Ranma e aggiungendolo alla pila che si stava formando. "I lavori di casa sono molto Zen."

"Te l'ha detto Kasumi per caso?"

Ryoga si finse sorpreso. "Wow. Come hai indovinato?"

"Le parole 'lavori di casa' e 'Zen' erano nella stessa frase."

"Mmm."

"Pensi che potremmo batterci, dopo?" chiese Ranma.

Ryoga la guardò sorpreso e cercò di rimediare con un colpo di tosse. "Beh.... sì, il lunedì non lavoro. Se vuoi combattere, sarebbe bello. E' da parecchio che non lo facciamo."

Ranma si accorse di aver fatto di nuovo qualcosa di inaspettato dal punto di vista di Ryoga, ma non le importava. Aveva tutta l'intenzione di essere se stessa e se a Ryoga non piaceva, poteva... beh... si accigliò, confusa. Ok, va bene, mi importa se gli piaccio o no... ma non fingerò di essere qualcuno che non sono per piacergli. C'era una differenza piccola, ma fondamentale.

Cadde un silenzio amichevole, con Ranma che immergeva le mani nell'acqua per tirarne fuori un coltello o un cucchiaino.

"Ho avuto una domanda in testa negli ultimi due giorni," disse all'improvviso Ryoga, passando lo straccio su un piatto che era già bello asciutto. "Mi sembri di buon umore adesso, quindi forse è il momento di fartela."

Ranma sollevò un sopracciglio. "Oh oh."

"Quando sei arrivata qui, eri..."

"Detestabile?" lo interruppe Ranma, che già iniziava a sentirsi a disagio.

"Sconvolta," spiegò Ryoga, decidendosi finalmente a posare il piatto. "E ti sentivi... minacciata."

Ranma annuì in silenzio, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio con un gesto nervoso. "Mi dispiace, Ryoga, sono stata davvero crudele-"

Ryoga alzò una mano, per fermarla. "Solo per un secondo, immagina che le nostre posizioni si fossero rovesciate."

Ranma sgranò gli occhi. "Erk."

"Sì. Come... quella volta con la canna da pesca dell'amore. Avrei probabilmente cercato di ucciderti all'istante. Non che Ranma Hibiki me l'avrebbe permesso; sarebbe stata molto più abile del vecchio me stesso." Sorrise, abbassando la testa. "Probabilmente mi avrebbe legato e fatto una lezione sui doveri di un marito."

Ranma sbuffò. "Quindi non avrebbe cercato di dimostrarti il suo amore lavandoti i vestiti e preparandoti la colazione?"

"Ora mi stai prendendo in giro."

Ranma scrollò le spalle. "Beh, sì, ok. Forse è così che reagisco alle cose strane. Allora, cosa volevi chiedermi?"

Ryoga impallidì. "Beh... è solo che... pensavo che qualcuno nella tua posizione avrebbe voluto subito tornare ragazzo, ecco... Perché usi la saponetta?"

Ranma trattenne il respiro e alzò lentamente lo sguardo su di lui. "C-cosa?" Si girò ad osservare l'acqua calda nel lavello, tremando leggermente dalla testa ai piedi e immergendo l'ultimo piatto nell'acqua con esagerata cautela. Sentendo delle mani sulle sue spalle, sussultò.

"Ranma. Ranma?"

"E' la saponetta, allora?"

"Beh, sì, io la uso ogni mattina. Sarebbe la fine se al lavoro venissi bagnato con dell'acqua fredda mentre porto qualche masso... insomma, puoi immaginare..."

Ranma annuì in silenzio.

"Mi stai dicendo che non ti sei accorta di usare un sapone strano?Quello bianco è il tuo. Ok?"

La ragazza scosse la testa. "Ma... Sachiko."

"Sì, certo, quando eri incinta lo usavi anche tu." Guardò i lineamenti di Ranma che si irrigidivano prima di aggiungere. "Questo ti rende tutto più complicato, vero?"

"Quindi chi si è messo il vestito da sposa, eh?"

Ryoga si irritò leggermente. "Tu, ovviamente, visto che sei una ragazza la metà del tempo. Io sarei sembrato stupido col vestito bianco."

"Io, ovviamente?Quindi ho recitato la parte della ragazza per te tutto il tempo?"

Il volto del ragazzo si scurì. "Non credo di capire."

"Ti ho sposato anche senza essere bloccato in questo corpo..."

"Infatti. Vuoi chiederlo di nuovo?" l'espressione di Ryoga passò da confusa a combattiva, ma Ranma non se ne curò. In effetti, si sentiva stranamente bene; era tornata su un terreno familiare.

"Non ti rendi conto di quanto sia perverso?"

Per circa trenta secondi, Ryoga rimase in silenzio. Guardando il suo viso, Ranma si chiese se avesse esagerato, chiamandolo pervertito per... per averla sposata?Si sentì improvvisamente confusa.

E dopo un attimo di silenzio interiore, tutte le voci che-non-erano-quella-di-suo-padre si alzarono in coro: 'ha senso tutto ciò?', 'chi lo dice?' e 'A te piace Ryoga.' 'Se tu sei un pervertito, allora anche Ukyo e Akane lo sono, e anche Ryoga.'

Ed era vero, a lei piaceva Ryoga. Davvero. E non le importava quello che pensavano gli altri o quello che avrebbero detto o fatto per farla sentire sbagliata. Ryoga era... paziente e dolce e buono e bravo nelle arti marziali e la stringeva come se non volesse mai lasciarla andare... era tutto ciò che cercava in...

Qualcosa dentro di lei la mise in pausa.

Era tutto ciò che cercava in una persona.

Ranma riaprì gli occhi e vide qualcosa che non vedeva da molto tempo: Ryoga sul punto di esplodere. "Erk."

"Benissimo!" esplose Ryoga. "Quindi pensi che sia stata tutta colpa mia, non è così??Pensi che un giorno mi sia svegliato e abbia detto, 'Beh, credo proprio che mi innamorerò di Ranma Saotome!'? No!E' stata dura per me!Non pensi che anch'io abbia lottato contro tutta questa situazione?Ero innamorato di Akane, santo cielo!E poi all'improvviso ho iniziato a guardare te, TE, e non sapevo cosa avessi che non andava, e sapevo che non eri una ragazza, ma..." Sembrò rilassarsi lentamente, la sua rabbia che si sfaldava, lasciandolo libero. "Ma ti amavo lo stesso. Non mi importava se la maledizione era bloccata o no, anche se..." Fece un colpo di tosse. "Anche se la tua forma di ragazzo mi faceva sentire strano, specialmente all'inizio."

Ranma si sentì un groppo in gola e deglutì, desiderando che non fosse arrabbiato, anche se voleva capire. Non poteva lasciare perdere e basta.

"Voglio dire, eri quasi sempre ragazza quando c'ero io, ma dopo che ci siamo sposati non potevo certo evitare di vederti come ragazzo qualche volta. Ci rendeva entrambi pazzi. Poi un giorno ne hai avuto abbastanza e non ti sei più trasformato."

"Sono rimasta ragazza?" bisbigliò Ranma.

"No!Sei rimasto ragazzo!"

Ranma si accigliò. "Non capisco."

"Ti dava fastidio il modo in cui mi comportavo quando ti trasformavi. Litigavamo, e tu hai messo bene in chiaro che se non potevo accettare la tua forma maschile, allora ero un'inutile schifoso cretino che non ti meritava."

Ranma tossì, sorpresa quando la tosse si mutò in una risata soffocata.

"Beh, sì, adesso ne ridiamo," mormorò Ryoga.

"Strano. Adesso ne ridiamo... quando neanche mi ricordo di aver avuto questa discussione."

"La stiamo avendo adesso, no?"

"Mmm." Ranma mantenne la risposta neutrale, ma ovviamente era vero; e non poteva che meravigliarsi del fatto che stessero ripercorrendo una strada ben nota nella loro relazione, come il replay di un film. "Quindi cos'è successo?"

"L'ho... accettato. E siamo arrivati a un compromesso. Io ho smesso di agitarmi davanti alla tua forma maschile, e tu hai deciso di restare ragazza per i tre quarti del tempo. Le sorelle Tendo ci hanno preso tanto in giro, specialmente Nabiki- credevano che avessimo affrontato il problema prima di sposarci, anche perché era abbastanza ovvio che sarebbe successo." Sbuffò. "Noi... er... abbiamo come fatto finto che non fosse un problema finché non è stato quasi troppo tardi."

Ranma sospirò. "Ok. Insomma, perché?Sono ancora un ragazzo. Mi ero reso conto di esserlo dentro... perché non anche fuori?"

Ryoga posò le mani sulle sue spalle. "Non è un problema per te?"

"Beh... no. Insomma... ho sempre pensato a me stesso come un ragazzo. Se posso accettare di essere sposato con un ragazzo... allora posso accettare di esserlo. Cioè lo sono sempre stato... ma..." scosse la testa. "Sto balbettando, eh?"

Ryoga si avvicinò e le diede un bacio leggero sulle labbra. Scostandosi di qualche centimetro, sussurrò, "Questo aiuta?"

Ranma sorrise. "Mmm. Forse." si avvicinò un po' e Ryoga tornò a catturare le sue labbra. "E' stato il nostro primo litigio?"

"No." Ryoga la baciò di nuovo. "Il nostro primo litigio è stato... dipende da come la vedi... o alle medie... o quando sei... 'arrivata' qui e scappata via..."

"Mmm." Ranma gli passò le mani intorno alla vita. "Ma questa potrebbe essere la prima volta che facciamo pace," mormorò. Dentro di lei, il cuore stava cantando. Aveva entrambi i suoi corpi!Se si lavava abbastanza a lungo poteva rimuovere tutto il sapone e trasformarsi. Per tutto il tempo che voleva!

"Forse," convenne Ryoga, stringendola ancora più vicino. Esaminò i suoi lineamenti, sorridendo. "Sai, forse è colpa della tua amnesia, ma mi sembri... diversa."

Ranma piegò la testa di lato. "Diversa come?Avevi detto che sono sempre la stessa."

Lui fece un sorriso di scuse. "Lo sei, parlando del carattere. Ma di recente in qualche modo..."

"Cosa?Più carina?Più sexy?" poi aggrottò la fronte. "Meno tonica?Papà mi ha detto che sono fuori esercizio."

Ryoga alzò le spalle. "Oh, beh." Abbassò la testa e le diede un altro bacio, lento e delicato. "Forse è il tuo atteggiamento. Ma sembri quasi... più giovane."

La ragazza lo fissò, poi cominciò a ridere. "Oh, perfavore. E' una frase per fare colpo sulle ragazze?Hai bisogno di aggiornarti!Non riuscirai mai a trovarti una moglie così."

Ryoga fece una risata. "Oh, davvero?Credo di avere alcune abilità che compensano la mia incapacità con i complimenti."

"Metti i soldi dove-mmph!"1) esclamò lei, prima che Ryoga unisse di nuovo le loro labbra, e chiedendo molto di più questa volta. Le sue mani esplorarono lo stomaco di Ranma sotto la maglietta sottile, giocando con il suo ombelico.

Kami-sama... pensò lei, inarcando la schiena. Ryoga colse il suggerimento e abbassò la testa per sfiorarle il collo. ... lo... lo faremo qui... sul pavimento della cucina?La cucina di K-Kasumi? Un'idea da un lato divertente, da un lato meno.

Poi Ryoga si immobilizzò.

Ranma mugolò la sua protesta e aprì gli occhi, non ricordando nemmeno quando li aveva chiusi.

Le dita di Ryoga si mossero di nuovo sul suo addome, questa volta con più attenzione.

"Fa il solletico," disse lei, tenendo gli occhi fissi in quelli del ragazzo. "Che succede?" All'improvviso, si rese conto di stare col sedere per terra.

"Ryoga...?" Non era sicura di come fosse arrivata sul pavimento. Lui... lui non poteva averla spinta, vero?

"C-chi diavolo...!" sibilò Ryoga, allontanandosi.

"Cosa!" Ranma vide il panico crescere nei suoi occhi. "Di cosa stai parlando?"

"Tu non sei Ranma," si lamentò lui, coprendosi gli occhi con le mani. "Oddio, che cosa ho fatto!"

"Cosa?!" La ragazza si alzò più velocemente di quanto avrebbe ritenuto possibile. "E' una specie di scherzo?" Avanzò goffamente verso di lui. "Cosa stai dicendo?!"

Gli occhi di Ryoga si posarono di nuovo su di lei, tetri e grigi come un temporale. "Non sei mia moglie," ripeté piano. "T-ti ho d-detto di... come è stata difficile la nascita di Sachiko..."

Ranma annuì, non riuscendo a distogliere lo sguardo dai suoi occhi vuoti, nonostante avvertisse un imminente pericolo.

"Alla f-fine, il dottore... l-le ha fatto un cesareo."

"Un  cosa?"

Ryoga tornò a nascondere il viso tra le mani. "Le hanno fatto un taglio sull'addome, per prendere Sachiko..."

Ranma aggrottò la fronte. "Non capisco. E allora?"

Ryoga le prese il polso e lo portò sulla sua pancia liscia, in modo che la percorresse tutta, da sotto il seno alla linea dei pantaloni. "No..." mormorò lei.

"Non c'è la cicatrice." terminò Ryoga.

Di sopra, una bambina che non era di Ranma iniziò di nuovo a piangere, con la sua voce acuta e lamentosa.

 


Note dell'Autrice:

So quello che alcuni di voi stanno pensando, ma sì, è possibile. Io stessa sono un esempio e conosco svariate altre persone nel mondo reale, senza considerare i personaggi degli anime. Per quanto riguarda il cesareo, esistono due tipi di incisioni: una longitudinale e una orizzontale. Ultimamente quella laterale è più comune, per cui Ryoga è giustificato a entrare nel panico toccando la pancia di Ryoga e non trovando niente. Garantisco che non è un errore l'assenza della cicatrice. Per quelli che non hanno idea di cosa stia parlando, lo scoprirete nel capitolo quindici.

_______________________________________________________________________________________________________________

Note della traduttrice:

Di recente ho ritrovato il mio vecchio interesse per le fanfictions, quindi ho pensato di concludere quello che avevo iniziato. Tuttavia, causa esami, non posso garantire sulla velocità degli aggiornamenti.

1)Non ho capito cosa volesse dire qui Ranma 'Put your money where...'. Ho pensato che sia un modo di dire americano che non conosco... scusate!

^^

 

 

 

 

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Ranma / Vai alla pagina dell'autore: Kirinin